Pensiero
«George Floyd non è il mio martire». La realtà dietro alle rivolte in USA
Candace Amber Owens Farmer , classe 1989, è un’attivista politica molto nota in USA. I suoi attacchi ai democratici e alla loro narrativa razziale sono oramai una parte integrante del discorso pubblico.
La Owens racconta una storia completamente diversa dei problemi della comunità nera americana rispetto a quella che sentiamo tutti i giorni. Invece che autovittimizzarsi (come i democratici e progressisti aiutano a fare), i neri dovrebbero responsabilizzarsi. Invece che la disuguaglianza economica, il vero danno per la comunità è costituito da qualcosa di molto più profono (e tremendo): la fatherlessness, l’assenza del padre nelle famiglie afroamericane. Un tema importantissimo, anche per il resto del mondo, su cui Renovatio 21 tornerà presto, e spesso.
La Owens racconta una storia completamente diversa dei problemi della comunità nera americana rispetto a quella che sentiamo tutti i giorni
Dopo qualche iniziale tentennamento, la Owens dice la sua sul caso di George Floyd e sulle rivolte che sono seguite in USA. Il video ha fatto il giro del web, su Twitter il nome della Owens è diventato trending. Sono seguiti insulti, minacce di morte, minacce di stupro da utenti ovviamente progressisti, con a cuore la vita dei neri, tranne quella della Owens (e dei bambini neri abortiti in quantità massiva, ma questo è un discorso che faremo un’altra volta).
Renovatio 21, che da diverso tempo segue la parabola della Owens (sono spettacolari le sue audizioni in contesto governativo, specie quando trova delle signore bianche che le spiegano come si sentono i neri) ha subbato – irresistibile gergo giovanile per dire «sottotitolato» – il coming out dell’attivista americana rispetto a Black Lives Matter. Anzi sarebbe il caso di dire, fansubbato.
Di seguito riportiamo qualche punto saliente del discorso.
La comunità nera è unica che si rivolge ora al denominatore inferiore della nostra società. siamo gli unici che combattono, gridano, chiedono sostegno e giustizia per le persone della nostra comunità che non sono buone»
La Owens cita vari autori neri per dare un riferimento del suo pensiero sui problemi attuali della cultura afroamericana. «Shelby Steele ha affermato che la comunità nera è unica che si rivolge ora al denominatore inferiore della nostra società. siamo gli unici che combattono, gridano, chiedono sostegno e giustizia per le persone della nostra comunità che non sono buone».
Il problema, quindi, risiede nel fatto che nella cultura dei neri americani si tende a prendere a modello delinquenti. «Qualunque sia il motivo per cui è diventato di moda negli ultimi 5 o 6 anni per noi trasformare i criminali in eroi dall’oggi al domani, è qualcosa che trovo spregevole e che mi rifiuto di sostenere». Più che Condoleeza Rice e Colin Powell, i neri esaltano figure come rapper che cantano la bellezza del crimine e lo commettono pure prima dopo e durante la loro carriera musicale. «Celebriamo i nostri spacciatori» ricorda la Owens. Le canzoni hip-hop raccontano spesso di storie di spaccio, di papponi, di botte alle donne, di omicidi di gang rivali, senza dimenticare (eterogenesi dei fini del politicamente corretto!) l’omofobia.
I rapper possono finire in galera, ma anche incontrare il Presidente, come nel caso della relazione pubblica tra Jay-Z e Barack Obama.
«George Floyd non era una persona straordinaria, è innalzato come un essere umano straordinario. Al momento del suo arresto era fatto di Fentanil era fatto di metanfetamina»
Le stesse circostanze dell’arresto sono praticamente taciute, e sulla stampa e sui social è circolata solo l’immagine del poliziotto con il ginocchio sul collo di Floyd, ora santificato. «George Floyd non era una persona straordinaria, è innalzato come un essere umano straordinario. Al momento del suo arresto era fatto di Fentanil era fatto di metanfetamina. in una trascrizione si legge di una persona descritta come drogata fino ad uscire di testa. quando viene messo in manette e contro il muro un sacchetto bianco di ciò che sembra essere cocaina».
Il Fentanil è una droga potentissima, un’oppiaceo che contribuisce non poco all’epidemia di morti da overdose che sta decimando la popolazione USA – soprattutto quella bianca. Piccolo inciso: proprio a Minneapolis, a causa del Fentanil è morto pochi anni fa il genio musicale Prince Rogers Nelson, in arte Prince.
«Nel 2005 cinque persone fecero violentemente irruzione dentro la casa di una donna nera incinta. George Floyd tirò fuori una pistola e la premette sulla pancia gravida della donna»
Tuttavia più che le storie di droga, è il racconto impietoso di un altro crimine di Floyd, censurato ovviamente dai media mainstream, che fa accapponare la pelle: «nel 2005 cinque persone fecero violentemente irruzione dentro la casa di una donna nera incinta. George Floyd tirò fuori una pistola e la premette sulla pancia gravida della donna».
Chi punta un’arma direttamente contro un bambino non-nato (un bambino nero!) è un criminale senza scrupoli, senza coscienza, senza umanità, ma «stiamo fingendo che questo criminale debba essere ritenuto come un cittadino d’America, un martire».
La propaganda irrazionale dei media, che arrivano a giustificare violenze e razzie, ha lo scopo di non discutere i veri numeri, perché «hai una probabilità del 25% come di criminale bianco violento di morire per mano di un ufficiale di polizia rispetto ad un criminale nero». Soprattutto, c’è da ricordare che «il 6% della popolazione, i neri, è responsabile del il 44% di tutti gli omicidi in questo paese».
«Il 6% della popolazione, i neri, è responsabile del il 44% di tutti gli omicidi in questo paese»
Riguardo alla cattiveria della polizia, «non credo che non ci sia nessuno al mondo che non abbia incontrato un poliziotto e pensato: “questo è un idiota assoluto in delirio di potere” che tu sia bianco o nero. Sappiamo che esistono e comunque sappiamo che esisteranno sempre perché sono esseri umani e talvolta gli esseri umani fanno schifo».
Sorprende e soddisfa molto la similitudine con gli assassini nascosti nella classe medica: «sapevate che ci sono stati dottori che sono stati arrestati perché erano dei serial killer, perché uccidevano la gente? Allora noi protestiamo contro i dottori, li boicottiamo? Presumiamo che tutti i dottori siano orrendi esseri umani». Ineccepibile.
«Sapevate che ci sono stati dottori che sono stati arrestati perché erano dei serial killer, perché uccidevano la gente? Allora noi protestiamo contro i dottori, li boicottiamo?»
Vi sono le seconde chance, certo. Ma c’è un limite, e soprattutto andare in galera non può fare di un uomo un eroe. «Io non seguirò questa torbida narrativa continua che vuole che rendiamo martiri persone che hanno avuto 5-6-7 periodi di detenzione in carcere e poi pretendono di essere grandi eroi della comunità».
Infine, c’è spazio anche per un piccolo pezzo di Italia. «Io mi terrò una foto di Kobe Bryant, il mio idolo, voi una di George Floyd, fingendo che fosse un essere umano straordinario che solo una o due volte ha puntato la pistola sulla pancia di una donna incinta». Rivendichiamo Kobe Bryant come un piccolo pezzo di Italia, un e un esempio vero di cittadino. Studioso, lavoratore indefesso, ebbe i suoi guai con la giustizia – un’accusa di stupro – ma si rialzò davvero, riguadagnando l’affetto della famiglia e del pubblico mondiale tutto.
«È facile fare la vittima, e chiedere ai bianchi di inginocchiarsi e chiedere scusa. È una schifezza, è una bugia è una farsa»
«È facile fare la vittima, e chiedere ai bianchi di inginocchiarsi e chiedere scusa. È una schifezza, è una bugia è una farsa».
Si tratta, in realtà, di una grande censura della vera violenza che si realizza nell’America nera: il continuo massacro infrarazziale. «Il problema più grande siamo noi è per questo che non ne parliamo quando nero su nero quando c’è un crimine fra neri. Non parliamo di Baltimora, non parliamo del New Jersey, non parliamo di nessuno di questi luoghi quando persone di colore vengono massacrate da persone di colore perché ciò significherebbe che dovremmo essere responsabili personalmente /…) Non ci prendiamo la responsabilità personale nella nostra comunità noi diamo la colpa ai bianchi, puntiamo l’obbiettivo sui bianchi».
La cultura tossica imposta dai progressisti su neri – forse pensata proprio per tenerli nei ghetti – non potrà durare per sempre. «Avanzeremo. Questo è quello che succederà. I neri conservatori avanzeranno, perché non ci sottomettiamo a questa narrativa».
«Non mi troverete là fuori a rubare una TV fingendo che un “martire” di nome George Floyd è stato ucciso»
«Non mi troverete là fuori a rubare una TV fingendo che un “martire” di nome George Floyd è stato ucciso».
Molti neri americani la pensano come lei. Anche molti bianchi. È forse solo alla sinistra che interessa la questione della razza, per manipolare l’opinione pubblica – specialmente in un anno di elezione presidenziale.
Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
PER APPROFONDIRE
Abbiamo parlato di
Pensiero
Manifesto per un’Europa che metta le persone – e non la finanza – al centro della politica
Renovatio 21 pubblica il comunicato del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB).
Parere (n. 25): Per un nuovo Manifesto di Ventotene, per un’Europa che metta le persone – e non la finanza – al centro della politica
Nel 1941, un gruppo di antifascisti confinati sull’isola di Ventotene redasse un documento, intitolato «Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un Manifesto», che auspicava l’instaurazione di una «Federazione Europea» in grado di superare, assorbendola, la sovranità degli Stati continentali. (1)
L’idea alla base del «Manifesto di Ventotene» era, in sé, semplice: trasferire alla prevista Federazione Europea il nocciolo duro della sovranità statale, ossia le competenze in materia di politica estera e di difesa, lasciando agli Stati federati «l’autonomia che consenta … lo sviluppo di una vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli».
Il passo più decisivo nella direzione indicata dal Manifesto fu la firma a Parigi, il 27 maggio 1952, del Trattato che istituiva la Comunità Europea di Difesa (CED) e che prevedeva, a termine e secondo modalità del tutto originali, la creazione di un’ulteriore comunità europea, la Comunità Politica Europea (CPE): l’azione congiunta della CED e della CPE, unitamente a quella svolta dalla allora neocostituita Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA, 1951), avrebbe assicurato i pilastri politici ed economico-strategici su cui fondare l’edificio federativo prospettato dal Manifesto di Ventotene. (2)
Sostieni Renovatio 21
Tuttavia, il mutato assetto delle relazioni internazionali conseguente alla guerra di Corea (1950-1953), alla morte di Stalin (1953), alla sconfitta francese di Dien Bien Phu (1954), all’adesione della Repubblica Federale Tedesca alle organizzazioni di difesa europea (UEO) e atlantica (NATO) e alla creazione del Patto di Varsavia (1954/55), spinse gli Stati firmatari, e in particolare la Francia, a rinviare sine die la ratifica del Trattato di Parigi, con la conseguenza che né la CED, né la CPE videro mai la luce.
Il fallimento della CED e della CPE segna di fatto il tramonto dell’ideale federalista europeo, perché, da allora, nessun altro trattato o accordo o dichiarazione d’intenti ha voluto o potuto resuscitare il progetto di Federazione Europea formulato dal Manifesto di Ventotene.
Quanto resta, oggi, di quell’ideale federalista è una organizzazione internazionale denominata Unione Europea – nata nel 1992 sulle ceneri della preesistente Comunità Economica Europea (CEE, 1957) – che, al di là delle dichiarazioni di facciata e della sua costante preoccupazione di presentarsi come tempio di pace e democrazia, è ben lontana dal promuovere il progetto di integrazione politica federale proposto dal Manifesto di Ventotene, limitandosi a perseguire la cooperazione monetaria strettamente funzionale al capitalismo ultra-finanziario e digitale promosso dalle élites globali: ossia, ciò che il Manifesto indicava espressamente tra le cause principali della «crisi della civiltà moderna». (3)
In questo senso, è sufficiente ricordare i passaggi del Manifesto che stigmatizzavano: «La formazione di giganteschi complessi industriali e bancari …(che premono)… sul governo per ottenere la politica più rispondente ai loro particolari interessi»; «l’esistenza dei ceti monopolistici e … dei plutocrati che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici per dirigere tutta la macchina dello Stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l’apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali»; «la volontà dei ceti militari (di predominare)… su quella dei ceti civili, rendendo sempre più difficile il funzionamento di ordinamenti politici liberi»; infine, il fatto che «gli ordinamenti democratico liberali …(sono)… lo strumento di cui questi gruppi si (servono) per meglio sfruttare l’intera collettività».
Alla luce di queste affermazioni, formulate più di 80 anni fa e forse per questo dimenticate, il CIEB auspica che i cittadini europei leggano (o rileggano) con attenzione il Manifesto di Ventotene per valutare attentamente la distanza che separa questo documento, e gli ideali a esso sottesi, dalle proposte elaborate o commissionate da taluni apparati allo scopo di rilanciare l’immagine di un’Europa incrinata da un diffuso euroscetticismo perché sempre più mercato-centrica e, quindi, lontana dai cittadini.
Alla luce delle affermazioni contenute nel Manifesto sarebbe opportuno leggere anche il «Rapporto sulla competitività europea», presentato in questi giorni da un ex premier italiano tra il plauso delle lobby industriali, delle istituzioni nazionali ed europee, della politica e dei media, che fa leva essenzialmente sulla riforma del mercato dei capitali e su maggiori investimenti nei settori – guarda caso – degli armamenti e delle infrastrutture digitali.
Iscriviti al canale Telegram
Ma, al di là della scelta dei settori considerati prioritari, ciò che più colpisce del Rapporto, sotto il profilo etico, è la sua impostazione complessivamente volta ad anteporre gli interessi economico-finanziari rispetto a qualsiasi altro bene o valore, a cominciare dalla vita e dalla salute dell’uomo: basti rilevare che, per l’autore del Rapporto, il rilancio dell’Europa passa anche attraverso l’ulteriore semplificazione delle procedure di autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali per uso umano, quelle stesse procedure che hanno permesso di introdurre sul mercato un farmaco sperimentale – il cosiddetto vaccino anti-COVID – la cui rischiosità è da tempo ammessa pubblicamente dalle medesime aziende farmaceutiche che lo hanno prodotto e commercializzato, dagli enti di ricerca e dalle autorità regolatorie.
Forse non c’è migliore esempio di questo per evidenziare il divario tra gli ideali e gli obiettivi dell’attuale Unione Europea e quelli enunciati dal Manifesto di Ventotene, il cui incipit era dedicato proprio al «principio di libertà, secondo il quale l’uomo non deve essere un mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita».
Evidentemente i tempi sono maturi per l’adozione di un nuovo Manifesto di Ventotene che formuli un modello di Europa i cui protagonisti siano realmente i cittadini e che metta definitivamente da parte quell’artificiosa costruzione che si fregia astrattamente del titolo di «unione europea» e che altro non è che lo schermo dietro cui si muovono le élites finanziarie globali.
CIEB
18 settembre 2024
NOTE
1) Per il testo originale del Manifesto, cfr. il sito dell’Istituto di studi federalisti «Altiero Spinelli»: https://www.istitutospinelli.it/download/il-manifesto-di-ventotene-italiano/
2) È utile ricordare che, a differenza della CED, che nasceva da un comune trattato internazionale, la CPE sarebbe stata creata da una vera e propria Assemblea costituente composta dai delegati degli unici organi internazionali che, all’epoca, rappresentavano – sia pure indirettamente – i popoli europei, ossia l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (organizzazione internazionale nata nel 1949 e del tutto distinta dalle comunità europee di cui si parla nel testo) e l’Assemblea parlamentare della già citata CECA. Può pertanto affermarsi che il progetto CPE resta, nel quadro della storia delle organizzazioni internazionali, un esperimento assolutamente unico e, soprattutto, irripetuto: tutte le comunità europee che videro la luce negli anni successivi (CECA, CEE, EURATOM), come anche l’odierna Unione Europea (UE), sono nate in base alle vicende costitutive delle comuni organizzazioni internazionali, ossia mediante trattati internazionali negoziati, firmati e ratificati da organi statali secondo le rispettive procedure di diritto interno.
3) Cfr., anche per le citazioni seguenti, il capitolo 1 del Manifesto, citato alla nota 1.
Il testo originale del presente Parere è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Pensiero
Sacerdote tradizionalista «interdetto» dalla diocesi di Reggio: dove sta la Fede cattolica?
Iscriviti al canale Telegram
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Zakharova e le sanzioni ai media russi: gli USA stanno diventando una «dittatura neoliberista»
Le ripetute sanzioni volte a limitare la libertà dei media russi negli Stati Uniti sono un segnale dell’erosione dei valori democratici a Washington, ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova.
La portavoce ha rilasciato queste dichiarazioni all’agenzia di stampa RIA Novosti a margine dell’Eastern Economic Forum tenutosi mercoledì a Vladivostok, poche ore dopo l’introduzione di un nuovo ciclo di sanzioni da parte degli Stati Uniti.
Washington ha imposto severe restrizioni ai media russi in passato, ha osservato Zakharova. L’imposizione di queste nuove sanzioni «testimonia l’irreversibile degrado dello stato democratico negli Stati Uniti e la sua trasformazione in una dittatura neoliberista totalitaria», ha affermato, aggiungendo che i notiziari sono diventati una «merce di scambio nelle dispute di parte e il pubblico è deliberatamente tratto in inganno da insinuazioni su mitiche interferenze nei “processi democratici”».
Iscriviti al canale Telegram
Gli attacchi ai media russi sono «il risultato di operazioni attentamente ponderate» pianificate dai servizi segreti e coordinate con i principali organi di informazione, ha affermato la Zakharova.
L’obiettivo, ha affermato, è «sterilizzare lo spazio informativo nazionale e, in futuro, globale da qualsiasi forma di opinione dissenziente». Questa nuova «caccia alle streghe» è volta a mantenere «la popolazione in uno stato di stress permanente», oltre a costruire l’immagine di «un nemico esterno», in questo caso la Russia, ha sottolineato la portavoce.
Mercoledì, i dipartimenti di Giustizia, Stato e Tesoro hanno annunciato uno sforzo congiunto per colpire con sanzioni e accuse penali i media russi, tra cui il noto notiziario governativo Russia Today, e gli individui che l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma essere «tentativi sponsorizzati dal governo russo di manipolare l’opinione pubblica statunitense» in vista delle elezioni presidenziali di novembre.
Queste azioni degli Stati Uniti «contravvengono direttamente ai loro obblighi di garantire il libero accesso alle informazioni e il pluralismo dei media» e non rimarranno senza risposta, ha affermato la Zakharova.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Diana Robinson via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
-
Spirito2 settimane fa
Bergoglio impartisce una benedizione «valida per tutte le religioni» senza fare il segno della croce
-
Autismo2 settimane fa
5 scoperte scientifiche spiegano il legame tra vaccini e autismo: perché le agenzie sanitarie le ignorano?
-
Spirito2 settimane fa
«Chiesa oscurata da eretici e corrotti, Gerarchia prostituita al mondo: ma Satana sa di aver già perso». Omelia di mons. Viganò dell’8 settembre
-
Pensiero1 settimana fa
Sacerdote tradizionalista «interdetto» dalla diocesi di Reggio: dove sta la Fede cattolica?
-
Vaccini2 settimane fa
Vaccino sperimentale contro la poliomielite distribuito a centinaia di migliaia di bambini a Gaza
-
Alimentazione1 settimana fa
Immigrati haitiani «magnagati» terrorizzano gli USA. Trump invocato per salvare mici, cani ed anatre
-
Spirito1 settimana fa
Mons. Viganò sul Vaticano che diviene «organizzazione anticristiana e anticristica, serva dell’élite globalista»: «di quale «chiesa» è «papa» Bergoglio?
-
Salute2 settimane fa
I malori della 36ª settimana 2024