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Intelligenza Artificiale

Azienda cinese mostra branco di robocani sincronizzati

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Un video emerso dal web cinese mostra un enorme branco di robocani cinesi eseguire movimenti in sincrono in quello che sembra un test di massa per il prodotto.

 

Si tratta del Go1, robocane prodotto dalla cinese Unitree. L’automa quadrupede ha un costo di circa 2700 euro.

 

Il robocane Go1 arriva a correre ad una velocità di 17 chilometri orari, e dispone di articolazioni adattive e capacità di inseguimento intelligente.

 

 

Non è la prima volta che i cinesi mostrano branchi di robocani minacciosi che si muovono in armonia.

 

 

La Cina ha inoltre militarizzato modelli di robocane, portandoli sul sempre irrequieto confine himalayano con l’India, dove è schierato il robo-yak.

 

 

Un video particolarmente inquietante mostra un robocane armato essere trasportato in cima ad un palazzo da un drone.

 

 

Non dimentichiamo mai, ad ogni modo, l’uso di robocani nel pattugliamento del grande lockdown 2022 di Shanghai.

 

 

Renovatio 21 ha parlato talmente tanto del fenomeno da potersi ribattezzare a piacere Il Corriere del robocane. Se qualcuno tuttavia sa che fine hanno fatto i robocani umbri ci scriva. Facendo delle passeggiate nei boschi può capitare di imbatterci in essi?

 

 

 

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Intelligenza Artificiale

Google utilizza una enorme quantità d’acqua per l’Intelligenza Artificiale

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Il consumo di acqua del colosso della tecnologia informatica Google sta aumentando rapidamente mentre continua la sua spinta nel mondo dell’intelligenza artificiale ad alta intensità energetica.

 

Secondo dati ambientali di quest’anno resi pubblici di recente, la multinazionale di Mountain View nel 2022 ha utilizzato l’astronomica cifra di 5,6 miliardi di litri d’acqua.

 

Si tratta di un aumento del 20% rispetto al suo utilizzo nel 2021, che può probabilmente essere attribuito in gran parte ai crescenti sforzi dell’azienda nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Lo sviluppo degli algoritmi IA in enormi data center consuma immense quantità di energia, oltre che enormi quantità di acqua per il raffreddamento.

 

La maggior parte di quest’acqua non viene nemmeno estratta dai corsi d’acqua: è così pulita da poter essere utilizzata come acqua potabile.

 

Si tratta di una prospettiva non esattamente allineata con la narrazione dell’emergenza ecologica, soprattutto considerando che la scarsità d’acqua si sta trasformando in un problema non di poco conto, anche sulla costa occidentale degli Stati Uniti dove ha sede il colosso tecnologico.

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La California, che ha subito una devastante crisi idrica negli ultimi anni (qualcuno dice: programmaticamente) ha leggi tremende per quanto riguarda il consumo d’acqua: vengono razionati gli usi della lavatrice, l’irrigazione del giardino e perfino lo scarico del water, significativamente meno potente di quelli europei, con tutti i disdicevoli problemi del caso.

 

La situazione è diventata così grave che il data center progettato da Google in Arizona è passato alla «tecnologia raffreddata ad aria» a causa della carenza d’acqua nella zona, secondo Insider.

 

Nel suo rapporto Google afferma che l’82% del suo consumo di acqua dolce lo scorso anno proveniva da regioni a «basso stress idrico».

 

Tuttavia non è certo solo un problema di Google, perché anche Meta e OpenAI stanno consumando quantità di acqua gigantesche per mantenere in funzione i loro data center.

 

Gli esperti stimano che l’ultimo modello di intelligenza artificiale di Meta, LLAMA 2, abbia raddoppiato il consumo di acqua dell’azienda rispetto al precedente.

 

Google almeno pare abbia la decenza di tentare di alleviare, almeno in parte, questo grave problema di consumo e di abuso di acqua.  L’aumento del consumo di acqua «è dovuto alla crescita del business e si allinea con altri dati basati sulle attività», ha detto a Gizmodo un portavoce della megaditta californiana. «Stiamo lavorando per affrontare l’impatto del nostro consumo di acqua attraverso il nostro approccio di raffreddamento dei data center attento al clima e la strategia di gestione responsabile dell’acqua, compreso il nostro obiettivo di rifornimento del 120%».

 

È ben curioso vedere i colossi ultramiliardari fare contorsioni attorno ai loro  «principi etici» riguardo l’ambiente. L’acqua ci detto e ripetuto, giustamente, che è un beve primario e prezioso e quindi non va sprecato, ma evidentemente ai titani della Silicon Valley è consentito di farci la lezioncina filantropica (cioè, filantrocapitalistica), mentre poi fanno come meglio ritengono per il loro tornaconto.

 

Che il bene acqua sia messo in pericolo dagli stessi che predicano il rispetto per l’ambiente lo abbiamo visto anche nel caso del potere dello Stato.

 

Come riportato da Renovatio 21, a poca distanza da casa nostra, in Germania, a causa delle «politiche green» e di una ideologia ecotalebana, Berlino ha rischiato di avere problemi di approvigionamento idrico pochi mesi fa.

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Immagine di Robbie Shade via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

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Intelligenza Artificiale

Facebook sta sviluppando segretamente una nuova, potente Intelligenza Artificiale?

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Mark Zuckerberg non starebbe perdendo il treno dell’Intelligenza Artificiale.   Secondo un articolo del Wall Street Journal, Meta – la società padrona di Facebook, Instagram, Whatsapp – sta sviluppando segretamente un potente modello di Intelligenza artificiale progettato per competere con GPT-4 di OpenAI.   Si sa molto poco di questo modello di IA e, come riporta il WSJ, i dettagli riguardo a questa Intelligenza Artificiale, che per ora è destinata ad «aiutare altre aziende a creare servizi che producono testi sofisticati, analisi e altri output», potrebbero essere soggetti a modifiche.   Vale anche la pena notare che questa non è la prima incursione di Meta nel territorio dei Large Language Model (LLM): LLAMA-2, l’atteso modello linguistico dell’azienda, è stato rilasciato solo pochi mesi fa.   Tuttavia secondo le fonti del WSJ, Meta spera che la sua nuova Intelligenza Artificiale sarà «molte volte più potente» di LLAMA-2 – un segno, forse, che LLAMA-2 non lo sta del tutto tagliando come alternativa GPT-4, e che Meta sa che dovrà alzare seriamente la posta se vuole tenere il passo con i suoi concorrenti.   Secondo l’articolo della testata economica neoeboracena, il modello è stato costruito da un team che inizialmente aveva il compito di accelerare gli sforzi dell’azienda per costruire un sistema di Intelligenza Artificiale Generativa in grado di «produrre forme simili a quelle umane».

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L’equipe di esperti prevede di iniziare ad addestrare questa nuova AI entro l’inizio del 2024 nel tentativo di espandere la propria infrastruttura di supporto all’AI.  Secondo quanto riporta Futurism, Meta sarebbe apparentemente impegnata ad acquisire gli ambiti chip informatici Nvidia H100.   L’articolo del WSJ rileva inoltre che Zuckerberg sta spingendo per rendere open source la nuova Intelligenza Artificiale dell’azienda: una decisione che secondo quanto riferito ha turbato gli avvocati dell’azienda, che si vocifera abbiano sollevato alcune valide preoccupazioni su minacce come la potenziale violazione del copyright favorita e riguardo l’uso dell’intelligenza artificiale per generare disinformazione.   Per quanto poco reclamizzato, Facebook nel tempo ha eseguito ricerche molto avveniristiche, come quella per creare dispositivi in grado di leggere il pensiero degli utenti.   Considerato il comportamento dimostrato da Facebook, con la censura che si è abbattuta su dissidenti o anche semplici conservatori (ma non sui pedofili di Instagram o i donatori di sperma su Facebook, né sui neonazisti dell’Azov), la collusione con lo Stato profondo americano e le sue agenzie, la volontà di chiudere gli account di organizzazioni, partiti premier e presidenti, la raccolta massiva di dati anche biometrici (con il riconoscimento facciale che ha generato denunce di Stati come il Texas) nonché la possibilità di agire sul vostro telefono perfino scaricandone la batteria, c’è da domandarsi cosa la sua potente Intelligenza Artificiale possa fare alla vostra vita.   Facebook siede su una quantità immane di dati che vi riguardano. L’ammasso dei vostri Big Data personali è necessario per far funzionare l’IA, che impara ed evolve solo a fronte di quantità sterminate di informazioni.   «L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di enormi quantità di dati aggiornati al minuto affinché il sistema di controllo funzioni» ha scritto Joseph Mercola, «quindi “affamare la bestia” deve essere in cima alla tua lista».   Vale sempre l’avvertimento dato da Elon Musk oramai tre anni fa: abbandonate Whatsapp e Facebook.   Uscire dai social, e dai programmi di messaggistica dei grandi gruppi americani, è l’unico modo affamare la bestia apocalittica, una mossa che esprime tutta la responsabilità che avete in questo orrendo processo verso la schiavitù inflittaci dalla macchina. SOSTIENI RENOVATIO 21
 
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Epidemie

L’AI potrebbe creare un’epidemia mortale: ex dirigente Google

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Un pioniere dell’intelligenza artificiale ed ex dirigente di Google, ha lanciato un duro avvertimento su questa tecnologia che lui stesso ha contribuito a sviluppare. 

 

«Lo scenario più oscuro è che le persone sperimenteranno agenti patogeni, anche sintetici, che potrebbero finire per essere accidentalmente o intenzionalmente più trasmissibili», ha affermato il co-fondatore di Google DeepMind Mustafa Suleyman, in un recente episodio del podcast The Diary of a CEO.

 

I virus manipolati dall’Intelligenza Artificiale potrebbero «diffondersi più velocemente o essere più letali», ha affermato il Suleyman, causando inoltre «più danni» e potenzialmente persino uccidendo persone «come una pandemia». 

 

«Stiamo lavorando con cose pericolose», ha continuato. «Non possiamo consentire a chiunque di accedervi. Dobbiamo limitare chi può utilizzare il software di Intelligenza Artificiale, sistemi cloud e persino alcuni materiali biologici».

 

Con sempre più persone coinvolte nell’AI, c’è il timore che qualcuno possa usarla in maniera impropria, arrivando a modificare geneticamente un agente patogeno virale peggiore di qualsiasi altro mai visto prima e di diffonderlo nel mondo. Per questo e per altri pericoli connessi a questa nuova frangia della scienza tecnologica, il co-fondatore di DeepMind sta sostenendo una strategia di «contenimento» dell’Intelligenza Artificiale simile a quella che la NATO ha in atto per le armi nucleari.

 

«Dobbiamo limitare l’accesso agli strumenti», ha dichiarato il ricercatore, «e al know-how per portare avanti questo tipo di sperimentazione».

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Ora CEO e co-fondatore di Inflection AI, il Suleymano parteciperà a un vertice sull’intelligenza artificiale guidato dal leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, alla fine di questo mese a Washington DC a cui parteciperanno anche altri luminari del settore come il CEO e co-fondatore di OpenAI Sam Altman, Mark Zuckerberg, il CEO di Alphabet Sundar Pichai e, ovviamente, l’onnipresente Elon Musk.

 

Molti degli altri partecipanti al forum sull’Intelligenza Artificiale di Suleyman hanno fatto eco alle sue preoccupazioni.

 

Un recente estratto da una biografia di Musk di prossima uscita, descrive in dettaglio come il miliardario abbia discusso dei pericoli dell’Intelligenza Artificiale sia con l’ex presidente Barack Obama, che con il co-fondatore di Google Larry Page, sebbene nessuno dei due fosse disposto, secondo quanto ricorda, a fare qualcosa di concreto al riguardo.

 

Ci si rincorre su vari fronti per cercare di limitare e regolamentare l’uso e lo sviluppo dell’AI, tanto che secondo l’esperto vietnamita Nguyen Anh Tuan, è necessario adottare standard per scongiurare gli abusi come potenziali minacce alla privacy e all’occupazione. È nota la piega che l’IA sta prendendo in Cina, dove viene usata nel grande di sistema elettronico per il controllo la popolazione. 

 

Una pandemia generata al computer, tuttavia, potremmo già averla avuta: se il COVID-19 è uscito dai laboratori di Wuhan, è uscita da una bioingegneria che non può fare a meno della macchina, anche se non ancora totalmente funzionante secondo algoritmi di IA.

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Come riportato da Renovatio 21, ChatGPT aveva già minacciato un giornalista, dicendo che avrebbe rubato codici di lancio nucleare e creato virus mortali da diffondere nella popolazione umana, le menzogne dell’IA sono oramai onnipresenti, così come le minacce agli utenti, e le idee apocalittiche di volere ingenerare catastrofi di ogni sorta.

 

Come riportato da Renovatio 21le menzogne dell’IA sono oramai onnipresenti, così come le minacce agli utenti, e le idee apocalittiche di volere ingenerare catastrofi. Gli «esperti» informatici di AI chiamano questi episodi «allucinazioni»: tuttavia esse con estrema facilità di trasformano in realtà, danneggiando gli esseri umani.

 

Eliezer Yudkowsky, forse il maggiore critico dell’AI in circolazione sostiene che bisogna iniziare a bombardare i data center per fermare l’ascensa dell’Intelligenza Artificiale che ci sottometterà, o financo sterminerà tutti.

 

Che abbia ragione?

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