Geopolitica
Botte da orbi sul confine India-Cina. Ripartono le tensioni

Le truppe indiane e cinesi si sono nuovamente scontrate lungo il confine che negli ultimi anni ha visto micidiali combattimenti corpo a corpo, con soldati che si prendono a sassate e a bastonate sul tetto del mondo.
Si tratta del primo episodio di violenza da oltre un anno lungo la cosiddetta Line of Actual Control (LAC), un confine che serve come cuscinetto tra le due Nazioni più popolose del mondo.
L’incidente è avvenuto nel settore Tawang dell’Arunachal Pradesh, uno stato nel nell’Indi nordoccidentale, già teatro di scontri in passato. La notizia ha cominciato a filtrare lunedì e ha ricevuto conferma da entrambe le parti a partire da martedì. Si dice che l’incidente nel remoto avamposto sia avvenuto venerdì.
In rete circolano diversi video non verificati, dove epperò le botte sembrano verissime. Ambo le parti picchiando come fabbri. Impressionanti, ad ogni modo, i cinesi che a 5000 metri di altitudine indossano la mascherina anti-COVID.
India and China troops clash on Arunachal Pradesh mountain border
中印冲突再起,官媒毫无报道s伤人数 pic.twitter.com/52eV3F2s36— China Forbidden中国禁闻 (@yeyouwei3) December 13, 2022
Martedì il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh ha informato il Parlamento di Nuova Dehli, descrivendo che gli scontri sono iniziati dopo che le truppe cinesi «hanno invaso il territorio indiano» e «hanno tentato unilateralmente di cambiare lo status quo» lungo il confine conteso vicino all’area.
Il ministro del governo Modi ha dichiarato che le truppe indiane hanno risposto con forza per impedire ai militari dell’Esercito di Liberazione del Popolo di «trasgredire nel nostro territorio», specificando che stavolta nessun soldato indiano era stato «ferito o gravemente ferito».
Alcuni resoconti regionali sostengono che una manciata di soldati su entrambi i lati potrebbe aver subito lievi ferite. Qualche osservatore si sta chiedendo se lo scontro è stato più grave di quanto ufficialmente riconosciuto.
Il ministero degli Esteri cinese, nel frattempo, sembrava confermare un qualche tipo di incontro ostile ma senza riconoscere alcun dettaglio, definendo solo la situazione del confine ora «generalmente stabile».
La rissa tra militari sarebbe avvenuta in cima ad una montagna, a 5000 metri di altitudine, dove l’India mantiene una postazione dell’esercito.
Nel giugno 2020, 20 soldati indiani e un numero imprecisato di cinesi furono uccisi nella più sanguinosa rissa nella valle del fiume Galwan, nel Ladakh, in quello che fu lo scontro più grave degli ultimi decenni. Da allora entrambe le parti si sono impegnate a prevenire un simile disastro in futuro, pur, in realtà, continuando ad armare le truppe al confine.
In rete circola un video del 2021 in cui sono visibili botte da orbi tra soldati india e cinesi. È spacciato come video dell’ultimo scontro, tuttavia riguarda la rissa di un anno fa. Vale la pena comunque di guardarlo, magari coi popcorni.
Big Salute To Indian Army! ???????? pic.twitter.com/OcviGFdTXh
— Dr. Jitendra Nagar (@NagarJitendra) December 13, 2022
Non possiamo dimenticare che la Cina schiera in Himalaya alcuni robot militari, tra cui il robo-Yak. Attendiamo fiduciosi un video di botte dove vi siano anch’essi.
L’Arunachal Pradesh fu teatro della guerra sino-indiana combattuta nel 1962, quando ancora c’erano Mao Zedongo (e Zhu Enlai, e Lin Biao) e Jawarharlal Nehru. La guerra tra i due Paesi durò un mese e provocò diverse migliaia di morti. Nel 1949 la neonata Repubblica Popolare Cinese dichiarò il confine tra i Paesi, allora chiamato linea MacMahon, illegittimo. Una volta dichiarato (assai rapidamente) vittoria, la si ritirò tuttavia sulla linea McMahon e restituì i prigionieri di guerra indiani nel 1963.
Vale la pena di ricordare che entrambi i Paesi ora dispongono di armi termonucleari. Dai pugnazzi alle bombe atomiche è un attimo…
Geopolitica
Il Pakistan dice che l’India pianifica un «attacco militare» entro 24-36 ore

Il Pakistan ha affermato che l’India sta pianificando un attacco militare sul suo territorio, segnalando un’ulteriore escalation delle tensioni tra i due vicini dotati di armi nucleari.
«Il Pakistan ha informazioni attendibili secondo cui l’India intende lanciare un attacco militare entro le prossime 24-36 ore, usando l’incidente di Pahalgam come falso pretesto», ha scritto martedì sera su X il ministro dell’Informazione Attaullah Tarar.
«Qualsiasi atto di aggressione incontrerà una risposta decisa. L’India sarà pienamente responsabile di qualsiasi grave conseguenza nella regione», ha aggiunto Tarar.
La sua dichiarazione è arrivata dopo che il primo ministro indiano Narendra Modi ha concesso alle forze armate del Paese «piena libertà operativa» per determinare modalità, obiettivi e tempi di risposta al recente attacco terroristico nel territorio dell’Unione indiana del Jammu e Kashmir, in cui sono morte 26 persone, la maggior parte delle quali turisti.
Nuova Delhi ha collegato l’attacco terroristico al Pakistan, ribadendo le accuse di lunga data secondo cui il suo vicino sostiene il terrorismo e le insurrezioni transfrontaliere. Il Pakistan ha negato le accuse e, a sua volta, ha accusato l’India di sostenere «reti terroristiche» che operano sul suolo pakistano. I due Paesi hanno una disputa di lunga data sulla regione del Kashmir, di fatto divisa dalla Linea di Controllo istituita dopo la guerra indo-pakistana del 1971.
Il 22 aprile, alcuni terroristi hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone a Pahalgam, nel nord del Jammu e Kashmir. Il Fronte di Resistenza, ritenuto una branca del gruppo jihadista pakistano Lashkar-e-Taiba, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco.
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha promesso di punire «i terroristi e i loro sostenitori». Martedì i media indiani hanno riferito che sono in corso quattro operazioni antiterrorismo nel Jammu e Kashmir.
In un’intervista ad Al Jazeera, il ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif ha ipotizzato che l’attacco di Pahalgam fosse una «operazione sotto falsa bandiera». In risposta, il Vice Inviato dell’India alle Nazioni Unite, Yojna Patel, ha condannato il Pakistan per aver mosso quelle che ha definito «accuse infondate contro l’India».
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Come riportato da Renovatio 21, il ministro Asif ha fatto anche riferimenti ad una guida angloamericana del terrorismo. Nell’escalation sembra giocare un ruolo anche un contenzioso sull’acqua, con i piani di Nuova Delhi per attuare la decisione di sospendere la partecipazione dell’India al Trattato sulle acque dell’Indo del 1960.
India e Pakistan sono Paesi dotati di testate termonucleari. Secondo stime recenti, Nuova Delhi disporrebbe di 180 testate, mentre Islamabad di 170.
Come riportato da Renovatio 21, studi sugli impatti climatici di uno scambio nucleare tra India e Pakistan «hanno scoperto che in tutti gli scenari, le tempeste di fuoco rilascerebbero fuliggine e fumo nell’atmosfera superiore, bloccando il Sole e costringendo le temperature a scendere in media di 10,5° C nel primo mese. Ciò, a sua volta, causerebbe l’abbassamento delle temperature oceaniche e l’espansione del ghiaccio marino di oltre 6 milioni di miglia quadrate, bloccando i principali porti tra cui Tianjin, Copenaghen e San Pietroburgo in Cina».
I ricercatori hanno affermato che le modifiche al ghiaccio marino artico dureranno probabilmente migliaia di anni, descrivendo l’evento come una «piccola era glaciale nucleare».
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Immagine di Indian Army via Wikimedia pubblicata su licenza Government Open Data License – India (GODL)
Geopolitica
L’Ucraina potrebbe essere «schiacciata molto presto»

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Geopolitica
Colloquio dell’inviato di Trump con Putin

Venerdì scorso il presidente russo Vladimir Putin ha avuto lunghi colloqui al Cremlino con l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff.
La visita di Witkoff rientrava in un più ampio sforzo diplomatico da parte dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump per promuovere gli sforzi bilaterali volti a risolvere il conflitto ucraino. Si trattava della quarta visita diplomatica di Witkoff in Russia, che includeva almeno tre incontri con Putin, dalla ripresa dei colloqui tra Stati Uniti e Russia.
L’incontro si è svolto a porte chiuse, come le precedenti visite dell’inviato statunitense, questa volta al Cremlino.
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All’incontro hanno preso parte anche il consigliere di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov, e l’inviato presidenziale per gli investimenti, Kirill Dmitrev.
Vari punti sono stati toccati nei colloqui, riporta la stampa russa.
Secondo Ushakov, la conversazione di tre ore tra Witkoff e il leader russo è stata «costruttiva e di natura molto utile». «La conversazione ha permesso di allineare ulteriormente le posizioni russe e statunitensi non solo sull’Ucraina, ma anche su una serie di altre questioni internazionali», ha affermato, senza entrare nei dettagli.
Oltre a molteplici round di colloqui ad alto livello sul conflitto ucraino, Russia e Stati Uniti hanno avviato negoziati per riprendere i contatti diplomatici congelati sotto l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden.
Le discussioni hanno toccato la possibilità di riprendere i negoziati bilaterali diretti tra Mosca e Kiev, ha continuato Ushakov. Non si è avuto alcun colloquio diretto tra le due parti da quando l’Ucraina si è ritirata dai falliti colloqui di Istanbul nel maggio 2022. Secondo il capo della delegazione di Kiev ai negoziati, David Arakhamia, l’allora Primo Ministro britannico Boris Johnson ha consigliato all’Ucraina di abbandonare lo sforzo diplomatico e continuare a combattere.
Con gli accordi già raggiunti nel corso dei negoziati tra Stati Uniti e Russia, un dialogo più «produttivo» sarà imminente «nella forma più attiva», ha affermato Ushakov.
Mosca ha costantemente affermato di essere disponibile a impegnarsi in attività diplomatiche e ha espresso gratitudine per l’impegno di Trump per la pace.
La data degli ultimi colloqui, il 25 aprile, ha un significato speciale, poiché coincide con l’80° anniversario dello storico incontro delle truppe alleate sovietiche e americane sul fiume Elba, nella Germania nazista, durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno osservato Ushakov e Dmitrev.
«Questo incontro è noto per simboleggiare l’alleanza militare dei nostri due Paesi nella lotta contro il nazismo», ha detto Ushakov. L’evento è stato «un momento storico che ha simboleggiato la vittoria congiunta sul nazismo e la comune speranza di pace nel dopoguerra», ha concluso Dmitrev.
I colloqui diretti consentono a entrambe le parti di spiegare le «sfumature» delle rispettive posizioni, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov a Russia TV 1, commentando i negoziati tra Stati Uniti e Russia.
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Alla domanda, ha confermato che Witkoff è arrivato con un messaggio di Trump e se n’è andato con un messaggio di risposta di Putin. «Certo, dopotutto è un inviato speciale», ha detto il portavoce.
Questa «shuttle diplomacy» è migliore di una telefonata, poiché «è sempre più facile spiegare tutte le sfumature in una conversazione personale», ha aggiunto Peskov. I colloqui, della durata di diverse ore, sono una «buona opportunità per trasmettere la nostra posizione alla parte americana», ha aggiunto.
Trump aveva espresso soddisfazione per i negoziati tra Stati Uniti e Russia dopo i colloqui di venerdì. «I lavori sull’accordo di pace complessivo tra Russia e Ucraina stanno procedendo senza intoppi. Il SUCCESSO sembra essere nel futuro!», ha scritto il presidente degli Stati Uniti in un post su Truth Social.
Nelle ore successive, nella Basilica di San Pietro, Trump avrebbe parlato vis-à-vis con il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine ingrandita.
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