Geopolitica
Botte da orbi sul confine India-Cina. Ripartono le tensioni
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2022/12/botte-a-5000-metri-scaled.jpg)
Le truppe indiane e cinesi si sono nuovamente scontrate lungo il confine che negli ultimi anni ha visto micidiali combattimenti corpo a corpo, con soldati che si prendono a sassate e a bastonate sul tetto del mondo.
Si tratta del primo episodio di violenza da oltre un anno lungo la cosiddetta Line of Actual Control (LAC), un confine che serve come cuscinetto tra le due Nazioni più popolose del mondo.
L’incidente è avvenuto nel settore Tawang dell’Arunachal Pradesh, uno stato nel nell’Indi nordoccidentale, già teatro di scontri in passato. La notizia ha cominciato a filtrare lunedì e ha ricevuto conferma da entrambe le parti a partire da martedì. Si dice che l’incidente nel remoto avamposto sia avvenuto venerdì.
In rete circolano diversi video non verificati, dove epperò le botte sembrano verissime. Ambo le parti picchiando come fabbri. Impressionanti, ad ogni modo, i cinesi che a 5000 metri di altitudine indossano la mascherina anti-COVID.
India and China troops clash on Arunachal Pradesh mountain border
中印冲突再起,官媒毫无报道s伤人数 pic.twitter.com/52eV3F2s36— China Forbidden中国禁闻 (@yeyouwei3) December 13, 2022
Martedì il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh ha informato il Parlamento di Nuova Dehli, descrivendo che gli scontri sono iniziati dopo che le truppe cinesi «hanno invaso il territorio indiano» e «hanno tentato unilateralmente di cambiare lo status quo» lungo il confine conteso vicino all’area.
Il ministro del governo Modi ha dichiarato che le truppe indiane hanno risposto con forza per impedire ai militari dell’Esercito di Liberazione del Popolo di «trasgredire nel nostro territorio», specificando che stavolta nessun soldato indiano era stato «ferito o gravemente ferito».
Alcuni resoconti regionali sostengono che una manciata di soldati su entrambi i lati potrebbe aver subito lievi ferite. Qualche osservatore si sta chiedendo se lo scontro è stato più grave di quanto ufficialmente riconosciuto.
Il ministero degli Esteri cinese, nel frattempo, sembrava confermare un qualche tipo di incontro ostile ma senza riconoscere alcun dettaglio, definendo solo la situazione del confine ora «generalmente stabile».
La rissa tra militari sarebbe avvenuta in cima ad una montagna, a 5000 metri di altitudine, dove l’India mantiene una postazione dell’esercito.
Nel giugno 2020, 20 soldati indiani e un numero imprecisato di cinesi furono uccisi nella più sanguinosa rissa nella valle del fiume Galwan, nel Ladakh, in quello che fu lo scontro più grave degli ultimi decenni. Da allora entrambe le parti si sono impegnate a prevenire un simile disastro in futuro, pur, in realtà, continuando ad armare le truppe al confine.
In rete circola un video del 2021 in cui sono visibili botte da orbi tra soldati india e cinesi. È spacciato come video dell’ultimo scontro, tuttavia riguarda la rissa di un anno fa. Vale la pena comunque di guardarlo, magari coi popcorni.
Big Salute To Indian Army! 🇮🇳 pic.twitter.com/OcviGFdTXh
— Dr. Jitendra Nagar (@NagarJitendra) December 13, 2022
Non possiamo dimenticare che la Cina schiera in Himalaya alcuni robot militari, tra cui il robo-Yak. Attendiamo fiduciosi un video di botte dove vi siano anch’essi.
L’Arunachal Pradesh fu teatro della guerra sino-indiana combattuta nel 1962, quando ancora c’erano Mao Zedongo (e Zhu Enlai, e Lin Biao) e Jawarharlal Nehru. La guerra tra i due Paesi durò un mese e provocò diverse migliaia di morti. Nel 1949 la neonata Repubblica Popolare Cinese dichiarò il confine tra i Paesi, allora chiamato linea MacMahon, illegittimo. Una volta dichiarato (assai rapidamente) vittoria, la si ritirò tuttavia sulla linea McMahon e restituì i prigionieri di guerra indiani nel 1963.
Vale la pena di ricordare che entrambi i Paesi ora dispongono di armi termonucleari. Dai pugnazzi alle bombe atomiche è un attimo…
Cina
La Cina accusa: la NATO trae profitto dal conflitto in Ucraina
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/07/Zhang-Xiagango-YT.jpg)
I Paesi della NATO stanno traendo profitto dal conflitto in Ucraina, ha dichiarato giovedì ai giornalisti il portavoce del ministero della Difesa cinese Zhang Xiaogang.
A Zhang è stato chiesto di commentare la dichiarazione adottata all’inizio di questo mese in un summit della NATO a Washington, che ha etichettato Pechino come «un decisivo facilitatore della guerra della Russia contro l’Ucraina», liquidando il documento come «pieno di bugie e pregiudizi».
«Gli alleati della NATO guidati dagli USA continuano ad alimentare il fuoco e a trarre profitto dalla guerra. La NATO deve riflettere su se stessa, invece di scaricare la colpa sulla Cina», ha detto il Zhang, che ha continuato accusando il blocco atlantico di istigare conflitti in tutto il mondo.
«Dall’Ucraina all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, ha portato guerra e disastri in queste regioni e nei loro popoli», ha affermato il Zhango, ribadendo che Pechino «promuove attivamente i colloqui di pace» tra Mosca e Kiev.
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Pechino ha ripetutamente respinto le accuse secondo cui sta aiutando Mosca a eludere le sanzioni e sta aiutando l’industria della difesa russa. Nel febbraio 2023, la Cina ha proposto una tabella di marcia in 12 punti per la pace e da allora ha compiuto sforzi per mediare il conflitto durante i successivi incontri con funzionari russi e ucraini.
La Russia ha citato la continua espansione della NATO verso est e la sua cooperazione militare con Kiev come una delle cause profonde del conflitto. Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che l’Ucraina deve diventare un paese neutrale e abbandonare il suo piano di entrare nella NATO affinché qualsiasi potenziale negoziato di pace abbia successo.
Il Cremlino ha anche affermato che «inondare» l’Ucraina di armi occidentali porterà solo a un’ulteriore escalation, ma alla fine non fermerà l’esercito russo.
Già poche settimane fa il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian aveva ribadito che NATO è una minaccia per la pace e la stabilità globali a causa della sua «radicata mentalità da Guerra Fredda e dei suoi pregiudizi ideologici», affermando che la NATO è un «prodotto della Guerra Fredda e la più grande alleanza militare del mondo».
Nonostante sostenga di essere un’organizzazione regionale e difensiva, il blocco ha continuato a «espandere il suo potere oltre i confini, sfondare le zone di difesa e provocare scontri», aveva quindi aggiunto il Lin in un incontro con la stampa.
Come riportato da Renovatio 21, la NATO per bocca del suo segretario Jens Stoltenberg aveva dichiarato la Cina come il futuro nemico principale dell’Alleanza Atlantica in quanto minaccia alla sua sicurezza e ai suoi valori, qualsiasi cosa queste parole significhino.
La Cina ha ricambiato attaccando apertis verbis la NATO come fonte delle tensioni in Kosovo e mostrando insofferenza per l’inclusione di Giappone e Corea del Sud nella Difesa Cibernetica NATO.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina di recente ha attaccato anche il G7, trasformato, secondo il portavoce degli Esteri cinesi Lin, in uno strumento dell’egemonia globale USA.
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
«Dobbiamo porre fine alla guerra il prima possibile»: Zelens’kyj incontra il segretario di Stato vaticano Parolin
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Oggi, il Cardinale Segretario di Stato, Pietro #Parolin, ha incontrato il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy (@ZelenskyyUa), al quale ha ribadito la vicinanza del Papa e l’impegno a trovare una pace giusta e duratura per la martoriata #Ucraina. pic.twitter.com/I743IfeIt6
— Segreteria di Stato della Santa Sede (@TerzaLoggia) July 23, 2024
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Geopolitica
Il Cremlino ripete: Zelens’kyj non ha nessuna legittimità
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/07/zelensky-uk-flkr.jpg)
Lo status del leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj potrebbe rappresentare un problema quando Mosca e Kiev alla fine accetteranno di tenere colloqui di pace, ha detto ai giornalisti mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. Il presidente russo Vladimir Putin ha messo in discussione la legittimità di Zelensky, sottolineando che il suo mandato è scaduto.
«Il nostro presidente ha ripetutamente affermato che il presidente Zelens’kyj ha sicuramente perso la sua legittimità», ha detto Peskov ai giornalisti.
Come riportato da Renovatio 21, il presidente russo altre volte aveva dichiarato «finita» la legittimità delle attuali autorità ucraine.
Un altro problema che «potrebbe ostacolare seriamente il processo di pace» è il decreto di Zelens’kyj del 2022 che «ha vietato a qualsiasi capo di Stato ucraino di avviare colloqui con il presidente Putin», ha affermato il Peskov.
Il mandato presidenziale di Zelens’kyj è formalmente scaduto il 20 maggio. Si è rifiutato di tenere elezioni a marzo, citando la legge marziale imposta a causa del conflitto con la Russia. Ha sostenuto che il suo mandato era di fatto esteso in conformità con la legge ucraina.
Putin ha dichiarato più volte negli ultimi mesi che un’analisi della Costituzione ucraina e di altre leggi non lascia spazio a un’interpretazione che consentirebbe a Zelensky di rimanere al potere.
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Citando l’articolo 111 della costituzione ucraina, a maggio Putin ha sostenuto che i poteri di Zelens’kyj avrebbero dovuto essere trasferiti al presidente del parlamento ucraino.
Tuttavia, il presidente della Camera Ruslan Stefanchuk ha insistito sul fatto che Zelens’kyj è il legittimo capo dello Stato e che chiunque metta in dubbio la sua legittimità è «un nemico».
Mercoledì mattina, la portavoce del Ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha detto ai giornalisti che il Ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ha chiarito durante un viaggio a Pechino di essere «pronto e disposto» a tenere colloqui di pace con Mosca.
La Russia ha risposto dicendo che avrebbe atteso i dettagli sulla posizione ucraina. «Non abbiamo sentito queste dichiarazioni da Kuleba stesso», ha detto Peskov mercoledì, aggiungendo che i negoziati sono preferibili alle ostilità continue.
I negoziati tra Russia e Ucraina si sono interrotti nella primavera del 2022, con ciascuna parte che accusava l’altra di avanzare richieste irrealistiche.
Come riportato da Renovatio 21, a fronte della fine del mandato del presidente di Kiev, l’ex presidente russo Demetrio Medvedev aveva quindi definito Zelens’kyj come «obiettivo legittimo», l’Ucraina è «un classico Stato fallito».
In settimana il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista al sindaco di Kiev, l’ex pugile campione dei pesi massimi Vitaly Klitschko, che ha dichiarato che Zelens’kyj rischia il «suicidio politico».
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Immagine di Number 10 via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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