Geopolitica
Il leader politico di Hamas ucciso in un attacco aereo israeliano su un ospedale
Un importante leader politico di Hamas è tra le cinque persone uccise in un attacco aereo israeliano su un ospedale a Gaza domenica, ha affermato il gruppo militante palestinese. Anche il personale medico sarebbe tra le vittime.
Israele ha lanciato una nuova offensiva a Gaza dopo che il cessate il fuoco tra Hamas e lo Stato ebraico è scaduto il 1° marzo. Le due parti non sono riuscite a concordare su come estendere la tregua, inizialmente mediata dagli Stati Uniti e dagli Stati arabi.
Secondo il ministero della Salute di Gaza, l’attacco di domenica ha colpito il reparto di chirurgia del Nesser Medical Complex a Khan Younis. I dottori che lavorano nella struttura hanno detto alla CNN che l’attacco aereo è avvenuto di notte e ha lasciato una parte dell’ospedale in fiamme.
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L’esercito israeliano ha affermato di aver condotto un attacco su un «terrorista chiave dell’organizzazione terroristica di Hamas che stava operando all’interno» dell’ospedale. Ha affermato che erano state condotte ampie attività di intelligence prima dell’attacco e che erano state utilizzate munizioni di precisione per ridurre al minimo i danni.
Da allora Hamas ha dichiarato che un membro del suo ufficio politico, Ismail Barhoum, così come suo nipote, Ibrahim, sono stati uccisi nell’attacco. La TV Al-Aqsa affiliata ad Hamas ha riferito che Bahroum stava ricevendo cure mediche al Nasser Medical Complex per le ferite riportate in un altro attacco aereo israeliano la scorsa settimana.
Il gruppo militante palestinese ha descritto la morte di Barhoum come prova del «disprezzo di Israele per le norme e gli accordi internazionali» dato che gli ospedali hanno diritto a una protezione speciale durante i conflitti armati, secondo le convenzioni di Ginevra.
La scorsa settimana l’esercito israeliano ha annunciato la ripresa delle operazioni aeree e terrestri nell’enclave, dopo aver accusato il gruppo palestinese di essersi rifiutato di rilasciare gli ostaggi e di aver respinto le condizioni riviste per l’estensione del cessate il fuoco.
«Da ora in poi Israele agirà contro Hamas con una potenza militare sempre maggiore», ha affermato l’ufficio del primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu.
Hamas ha accusato Israele di aver posto fine «unilateralmente» al cessate il fuoco, riporta l’agenzia Reuters.
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Immagine di Rawanmurad2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Truppe israeliane subiscono perdite in un’incursione in Siria
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🚨 IDF releases footage of counterterror raid in southern Syria that ended in arrests and a fierce firefight
The IDF has published video showing the arrest of two members of the al-Jama’a al-Islamiyya terror organization in the village of Beit Jinn overnight, along with a clash… pic.twitter.com/eoh20Xsn41 — Israel War Room (@IsraelWarRoom) November 28, 2025
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Geopolitica
Trump «molto soddisfatto» della nuova leadership siriana
Il presidente statunitense Donald Trump ha espresso «grande compiacimento» per l’operato del nuovo esecutivo siriano insediatosi al potere.
Una coalizione capitanata dal fronte jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), affiliato regionale di Al-Qaeda, ha espugnato Damasco e spodestato il trentennale capo di Stato Bashar al-Assad alla fine dello scorso anno.
«Gli Stati Uniti sono estremamente soddisfatti dei progressi conseguiti» dopo l’ascesa al governo, ha proclamato Trump lunedì su Truth Social.
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Il neopresidente siriano Ahmed al-Sharaa, ex comandante dell’HTS conosciuto come al-Jolani, «si prodiga con impegno affinché si verifichino sviluppi positivi e che Siria e Israele instaurino un legame duraturo e fruttuoso», ha precisato.
È essenziale che Gerusalemme «non ostacoli la metamorfosi della Siria in una nazione fiorente», ha aggiunto Trump.
Qualche giorno prima, testate israeliane avevano reso noto che le Forze di difesa (IDF) avevano subito perdite in uno scontro con miliziani armati nel meridione siriano, dove l’anno scorso Israele ha annesso una fascia territoriale adiacente alle alture del Golan sotto occupazione.
Di recente, l’area ha ospitato pure azioni coordinate tra Stati Uniti e Siria. Le truppe americane e il dicastero dell’Interno siriano hanno smantellato oltre 15 magazzini di armamenti e narcotici riconducibili all’ISIS nel sud della nazione la settimana scorsa, come comunicato domenica dal Centcom.
Al-Sharaa ha ribadito il proprio impegno contro lo Stato Islamico nel corso della sua visita a Washington all’inizio del mese.
Dall’insediamento dei jihadisti nella stanza dei bottoni damascena ondate di violenza interconfessionale si sono ripetute, con migliaia di persone delle minoranze druse, alawite e cristiane uccise senza pietà.
Jolani, ex comandante jihadista legato ad Al-Qaeda e in passato nella lista nera del governo statunitense che aveva posto su di lui una taglia da 10 milioni di dollari, ha destituito il leader storico siriano Bashar Assad nel dicembre 2024. Da allora si è impegnato a ricostruire il Paese devastato dalla guerra e a tutelare le minoranze etniche e religiose.
Nonostante le promesse di al-Jolani di costruire una società «inclusiva», il suo governo «luminoso e sostenibile» è stato segnato da ondate di violenza settaria contro le comunità druse e cristiane, suscitando la condanna degli Stati Uniti.
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Pochi giorni prima della visita di Jolani alla Casa Bianca, Stati Uniti, Gran Bretagna e Nazioni Unite hanno rimosso al-Sharaa/ Jolani dalle rispettive liste di terroristi. Lunedì, Washington ha prorogato per altri 180 giorni la sospensione delle sanzioni, mentre la Siria cerca di normalizzare i rapporti bilaterali e ampliare la cooperazione in materia di sicurezza. Trump aveva ordinato una revisione della de-designazione come «terrorista» del Jolani ancora quattro mesi fa, all’altezza del loro primo incontro a Riadh.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa, proprio a ridosso dell’anniversario della megastrage delle Due Torri, al-Jolani visitò Nuova York per la plenaria ONU, venendo ricevuto in pompa magna dal segretario di Stato USA Marco Rubio e dall’ex generale americano, già direttore CIA, David Petraeus.
Come riportato da Renovatio 21, al-Jolani sta incontrando alti funzionari israeliani in un «silenzioso» sforzo di normalizzazione dei rapporti tra Damasco e lo Stato degli ebrei in stile accordi di Abramo.
Intanto, i massacri sono vittime dei massacri takfiri della «nuova Siria».
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Geopolitica
Papa Leone dice che l’unica soluzione è uno Stato palestinese
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