Geopolitica
Ex capo Intelligence Israele: coinvolti nell’assassinio di Soleimani

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews.
Il generale maggiore Tamir Hayman ha ammesso una partecipazione dello Stato ebraico nella morte del generale iraniano, capo delle forze Qods. Egli ha parlato di uno dei due omicidi «significativi e importanti» nel suo mandato. E ha poi rivendicato le «molteplici operazioni» contro il «principale nemico»: l’Iran.
Israele, che in passato non ha mai confermato un suo coinvolgimento a dispetto delle voci di stampa, avrebbe giocato un ruolo di primo piano nell’operazione condotta con droni Usa che a inizio gennaio 2020 ha portato all’uccisione in Iraq dell’alto generale iraniano Qasem Soleimani.
Lo ha rivelato ieri l’ex capo dell’intelligence militare delle forze di Difesa dello Stato ebraico, Tamir Hayman.
Analisti ed esperti confermano che è la prima ammissione aperta da parte di una personalità istituzionale israeliana negli omicidi mirati che, due anni fa, hanno colpito personalità di spicco della Repubblica islamica o a essa legati.
Soleimani, comandante della Forza Qods ucciso in un attacco mirato mentre si trovava nei pressi dell’aeroporto internazionale di Baghdad, era considerato la mente dei gruppi filo-iraniani nella regione.
«L’assassinio di Soleimani – ha proseguito Hayman – è un grande risultato perché, ai miei occhi, il nostro principale nemico sono gli iraniani»
Secondo quanto scrive il quotidiano Haaretz, il generale maggiore Tamir Hayman ha detto all’Israel Intelligence Heritage and Commemoration Centre che l’uccisione di Soleimani è stato uno dei «due omicidi significativi e importanti» eseguiti nel corso del suo mandato.
Il secondo, ha aggiunto l’ex capo dell’intelligence, è stato quello del leader militare della Jihad islamica a Gaza, Bahaa Abu Al-Ata. «L’assassinio di Soleimani – ha proseguito Hayman – è un grande risultato perché, ai miei occhi, il nostro principale nemico sono gli iraniani».
Egli ha poi ricordato le «molteplici operazioni» di Israele (dalla Siria al Libano), per interrompere la diffusione di armi e fondi iraniani in tutta la regione durante il suo mandato, concluso nell’ottobre scorso.
Diversi giorni dopo l’omicidio, la catena USA NBC News ha riferito che l’Intelligence israeliana avrebbe aiutato gli Stati Uniti ad assassinare Soleimani.
Il leader militare era considerato dalla gran parte della popolazione, anche fra quelli che non sostengono i vertici religiosi, una sorta di eroe nazionale
Secondo il rapporto, gli informatori dell’aeroporto internazionale di Damasco hanno avvertito la CIA sul momento in cui l’aereo è decollato per Baghdad, mentre Israele ha confermato la nota informativa fornita agli americani.
All’epoca i funerali hanno rappresentato una occasione di omaggio collettivo per il 62enne «martire» Soleimani, considerato la seconda figura più influente del Paese dopo il grande ayatollah Ali Khamenei.
Il leader militare era considerato dalla gran parte della popolazione, anche fra quelli che non sostengono i vertici religiosi, una sorta di eroe nazionale.
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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); immagine modificata.
Geopolitica
Lavrov: i leader europei trascinano il continente verso la guerra con la Russia

I leader dell’Europa occidentale hanno dimenticato le lezioni della storia e stanno ancora una volta guidando il continente verso uno scontro militare diretto con la Russia, ha avvertito il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi venerdì in seguito agli eventi dell’ASEAN, ha sottolineato le recenti azioni e la retorica provenienti da Berlino, Parigi e Londra come prova del fatto che i leader europei stanno assumendo una posizione sempre più aggressiva nei confronti di Mosca.
Lavrov ha fatto riferimento a uno scambio pubblico in cui al ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot è stato chiesto perché Parigi continui a sostenere il regime nazista a Kiev. Il diplomatico russo ha messo in dubbio la sincerità della risposta «isterica» di Barrot, in cui insisteva sul fatto che la Francia stesse difendendo «l’integrità territoriale dell’Ucraina».
«Hanno dimenticato le conclusioni che l’intera umanità un tempo trasse da quelle lezioni. E, in sostanza, stanno ancora una volta cercando di preparare l’Europa alla guerra – non a una guerra ibrida, ma a una vera guerra contro la Russia», ha dichiarato Lavrov.
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Secondo il massimo diplomatico russo, la spinta di Kiev per il controllo territoriale serve solo a «sopprimere i diritti della popolazione russa e russofona e a eliminare fisicamente coloro che si oppongono» al regime post-golpe. Affermare che l’integrità territoriale sia l’unico movente equivale ad «autoincriminazione», ha aggiunto.
Lavrov ha anche risposto alle dichiarazioni del cancelliere tedesco Friedrich Merz, il quale ha affermato che la Germania deve tornare a essere la principale potenza militare d’Europa.
«Non ha nemmeno esistato dicendo “di nuovo”», ha osservato Lavrov. Se Merz ora ritiene che le soluzioni pacifiche siano esaurite, si è di fatto dedicato alla militarizzazione della Germania a spese del suo stesso popolo, ha sostenuto Lavrov, definendo tale posizione «una totale assurdità».
Mosca ha avvertito che la posizione di Berlino potrebbe portare a un nuovo conflitto armato con Mosca decenni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Lavrov ha affermato che Mosca terrà conto della militarizzazione dell’Europa «in tutti gli ambiti della nostra pianificazione strategica».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
«È ora di andare»: Orban chiede la defenestrazione della Von der Leyen

Time to go. pic.twitter.com/utLYFKQz6b
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) July 9, 2025
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Geopolitica
L’UE potrebbe dare altri 100 miliardi di euro all’Ucraina

I funzionari dell’Unione Europea stanno valutando una proposta per fornire all’Ucraina altri 100 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti a basso interesse, ha riferito martedì Bloomberg, citando fonti a conoscenza della questione.
Il piano prevede l’istituzione di un fondo dedicato nell’ambito del prossimo bilancio settennale dell’Unione, hanno riferito fonti interne anonime alla testata. L’erogazione inizierà nel 2028 se la proposta verrà approvata.
Questa mossa sposterebbe ulteriormente l’onere finanziario sui contribuenti dell’Europa occidentale, a causa di quella che Mosca ha condannato come una guerra per procura della NATO innescata dagli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha dichiarato ad aprile che i funzionari di Bruxelles «considerano la possibile sospensione degli aiuti all’Ucraina come una conferma dell’incapacità strategica dell’UE» e stanno spingendo per la continuazione dei finanziamenti a tutela della propria reputazione.
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Le istituzioni militari e di difesa ucraine hanno dovuto affrontare una serie di scandali di corruzione durante il conflitto con la Russia, tra cui pagamenti in eccesso per le razioni alimentari e contratti poco trasparenti per l’approvvigionamento di armi. Questa settimana, i media ucraini hanno riferito che gli investigatori anticorruzione hanno perquisito una proprietà appartenente all’ex ministro della Difesa Aleksey Reznikov. Reznikov si è dimesso nel 2023 a seguito di accuse di cattiva condotta finanziaria nel suo dipartimento. Il suo sostituto, ha scritto il reporter premio Pulitzer Seymour Hersh, era ritenuto da fonti dell’Intelligence USA come ancora più corrotto del predecessore.
Secondo la testata economica americana Bloomberg, il fondo proposto sarebbe una delle diverse strade in fase di valutazione, con una decisione finale prevista entro il 16 luglio o forse più tardi. Il rapporto aggiunge che il mese scorso la Commissione europea ha informato i ministri delle finanze dell’UE sull’intenzione di Kiev di aumentare la spesa per la difesa di quest’anno di 8,4 miliardi di dollari, utilizzando fonti interne.
Il primo ministro ucraino Denis Shmigal ha dichiarato a giugno che le spese per la difesa sono aumentate del 34% su base annua nei primi cinque mesi del 2025. Nel frattempo, il ministro delle Finanze Serhiy Marchenko ha avvertito a maggio che il debito pubblico di Kiev si sta avvicinando ai 171 miliardi di dollari, approssimativamente l’equivalente del prodotto interno lordo del Paese.
L’Ucraina continua a fare ampio affidamento sugli aiuti finanziari esterni per sostenere il proprio bilancio nazionale. All’inizio di quest’anno, il governo non è riuscito a ristrutturare una parte del debito sovrano emesso nel 2015 e si è rifiutato di onorare un rimborso di 665 milioni di dollari agli investitori privati all’inizio di giugno.
Anche l’economia del Paese risente della carenza di manodopera, con milioni di persone fuggite in paesi occidentali che offrono loro protezione e prestazioni sociali. Molti uomini in età militare rimasti in Ucraina hanno eluso la leva obbligatoria, il che di solito significa evitare un impiego formale e, di conseguenza, il pagamento delle imposte sul reddito.
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Immagine di © European Union, 2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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