Internet
«Meta sta lottando per allontanare i pedofili da Facebook e Instagram»
La società madre di Facebook e Instagram continua a lottare con i suoi algoritmi che consentono ai molestatori di bambini sulle sue piattaforme. Lo ha riportato nei giorni scorsi il Wall Street Journal, che già in passato aveva trattato l’argomento.
All’inizio di quest’anno, il WSJ e ricercatori di due università statunitensi hanno rivelato che gli algoritmi di Instagram aiutavano a connettere account «dedicati alla creazione, all’acquisto e allo scambio di contenuti di sesso minorile». Meta ha risposto istituendo una task force per la sicurezza dei bambini e sviluppando strumenti software per affrontare il problema.
Cinque mesi dopo, la società «sta lottando per impedire che i propri sistemi consentano o addirittura promuovano una vasta rete di account pedofili», ha osservato il Journal.
All’inizio di questa settimana, il WSJ ha citato una ricerca del Centro canadese per la protezione dell’infanzia, che mostrava che gli algoritmi di Instagram raccomandavano ancora contenuti pedofili. Anche se alcuni hashtag legati alla pedofilia sono stati banditi, il sistema si limita a riproporne di nuovi con piccole variazioni, hanno detto.
Secondo i canadesi, una «rete» di account Instagram che contava fino a 10 milioni di follower ciascuno «ha continuato a trasmettere in streaming video di abusi sessuali su minori mesi dopo che questo era stato segnalato alla società». Un altro gruppo, lo Stanford Internet Observatory, aveva segnalato a Meta diversi gruppi «popolari nella comunità di sessualizzazione infantile di Instagram» a Meta già a giugno, e ha affermato che alcuni di loro sono ancora operativi.
Inoltre, il problema riguarda anche i gruppi Facebook, caratteristica fondamentale della piattaforma che conta più di tre miliardi di utenti mensili in tutto il mondo. In un caso, quando i giornalisti del WSJ hanno segnalato un gruppo chiamato «Incesto», hanno ricevuto una risposta che «non va contro i nostri standard comunitari».
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Il gruppo è stato rimosso solo dopo che la testata ha portato la cosa all’attenzione del dipartimento di pubbliche relazioni di Meta.
«Stiamo continuando attivamente ad implementare i cambiamenti identificati dalla task force che abbiamo creato all’inizio di quest’anno», ha detto un portavoce di Meta. La task force contava più di 100 dipendenti e ha vietato migliaia di hashtag utilizzati dai pedofili, oltre a migliorare la tecnologia per identificare la nudità e l’attività sessuale nei video trasmessi in diretta.
Il colosso dei social media di Mark Zuckerberg ha anche affermato di aver disabilitato «migliaia» di account, «nascosto 190.000 gruppi» nei risultati di ricerca di Facebook e di aver investito in nuovi strumenti software per affrontare meglio il problema. La task force ha anche inviato una squadra a lavorare con i moderatori dei contenuti di Meta a Mumbai, in India.
Mentre gli algoritmi di Meta possono collegare gli utenti con «interessi illeciti» e personalizzare i contenuti per attirarli, limitare o rimuovere funzionalità che collegano le persone con contenuti accettabili non sarebbe ragionevole, ha detto al WSJ un portavoce dell’azienda.
Negli anni si sono accumulate accuse e rivelazioni su Facebook, tra cui accuse di uso della piattaforma da parte del traffico sessuale, fatte sui giornali ma anche nelle audizioni della Camera USA.
Considerato il comportamento dimostrato da Facebook, con la censura che si è abbattuta su dissidenti o anche semplici conservatori (ma non sui pedofili di Instagram o i donatori di sperma su Facebook, né sui neonazisti dell’Azov), la collusione con lo Stato profondo americano e le sue agenzie, la volontà di chiudere gli account di organizzazioni, partiti premier e presidenti, la raccolta massiva di dati anche biometrici (con il riconoscimento facciale che ha generato denunce di Stati come il Texas) nonché la possibilità di agire sul vostro telefono perfino scaricandone la batteria, c’è da domandarsi cosa la potente Intelligenza Artificiale su cui Meta sta lavorando possa fare alla vostra vita.
Per quanto poco reclamizzato, Facebook nel tempo ha eseguito ricerche molto avveniristiche, come quella per creare dispositivi in grado di leggere il pensiero degli utenti.
Come sa il nostro lettore, Renovatio 21 ha avuto la sua pagina Facebook disattivata, al pari dell’account personale degli amministratori, dei loro profili e di tutte le pagine collegate. Il tutto ci è stato restituito dopo un’ordinanza del giudice.
La pagina Facebook di Renovatio 21, tuttavia, parrebbe ancora gravemente limitata nelle visualizzazioni, cioè shadowbannata – e, come tutti, non sappiamo se ci sia modo di dimostrarlo: passare da centinaia (talvolta migliaia e migliaia) di condivisioni a due, tre like (di numero) è un dato che riteniamo significativo.
Le inchieste del giornalismo americano, tuttavia, continuano a ricordarci che mentre noi non siamo graditi sulla piattaforma, mostri rivoltanti di ogni sorta possono tranquillamente continuare ad esservi con i loro contenuti e le loro attività.
Il mondo moderno va così.
Ad ogni modo, consigliamo al lettore che non l’abbia già fatto di leggersi l’articolo pubblicato da Renovatio 21 «Le origini militari di Facebook»
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Internet
Giovane maggiorata di Onlyfans afferma di essere stata pagata per fare «propaganda politica totale» per Biden
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«Penso che volessero solo che una ragazza di colore d’avanguardia lo dicesse alla gente – quando hanno nominato Ketanji Brown Jackson, hanno detto, “puoi dire come persona di colore, che ti senti rappresentata?”», ha aggiunto la popputa ragazzina dell’internetto, apparentemente realizzando gli intenti razzisti della situazione. Notando che l’amministrazione aveva impiegato una società di media di terze parti per contattarla, Khalidi ha detto di non averlo fatto perché non si sentiva rappresentata. «Ed è una donna bianca che mi ha mandato un’e-mail e mi sta dando questa sceneggiatura. E io dico, no, mi piacerà parlare delle novità a riguardo. Ma non permetterò che una persona bianca mi dica di dire: “Sai, è così che mi sento come persona di colore”». A quanto sembra, il complesso neorazzista è installato anche nella mente della tettonica ragazzetta che lo lamenta. «Il fatto che gli assistenti di Biden sappiano anche chi è Farha Khalidi la dice lunga di per sé» nota Modernity News. Come riportato da Renovatio 21, l’alleanza combinata tra Biden e influencer – per lo più trans, fluidi, o giù di lì – di TikTok e social vari ha già prodotto esiti allucinanti e fortemente lesivi per la reputazione della Casa Bianca: pensiamo alle clip con influencer LGBTQ che, dal palazzo presidenziale, invitavano alla vaccinazione. In alcuni casi, si è scoperto che dietro i gruppi di produttori di contenuti filo-Biden vi erano i finanziamenti di Giorgio Soros.An OnlyFans influencer claims that the Biden Administration wanted to pay her to spread ‘political propaganda,’ asking her to say that as a ‘person of color’ she ‘felt reflected.’ She says they wanted her to hide the fact it was a paid for ad. Full report: https://t.co/jWdDfDhmNc pic.twitter.com/8C85ms3UHY
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 30, 2024
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Intelligenza Artificiale
Top ricercatori di Intelligenza Artificiale lasciano Facebook
Il social media di Mark Zuckerberg sta perdendo i suoi massimi leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Lo riporta Fortune, che scrive come l’azienda abbia visto almeno tre importanti leader dell’IA lasciare nel solo mese di marzo.
Si tratterebbe di Devi Parikh, ex direttore senior dell’intelligenza artificiale generativa di Meta, Abhishek Das, ex capo del team Fundamental AI Research (FAIR) di Meta, ed Erik Meijer, ex direttore dell’ingegneria di Meta.
Ogni dirigente ha dato l’addio ai propri colleghi alla fine del mese scorso annunciandolo su X. Sembra che non ci siano rancori, in quanto la Parikh ha detto che «le sarebbe mancato Meta», mentre il Das ha scritto nel suo addio che la squadra FAIR di Meta rimane «davvero forte. Faccio il tifo per loro!».
Tuttavia, nessuno di questi tre ricercatori è stato così disponibile come Meijer, che ha dichiarato in un post su X molto schiettamente che mentre è «più ottimista che mai nei confronti di Meta con la maggiore attenzione dell’azienda all’intelligenza artificiale», crede che continuare a lavorare per tale azienda potrebbe limitarsi a qualcuno che non vuole necessariamente costruire il proprio modello linguistico di grandi dimensioni (LLM).
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«Data l’incredibile pressione competitiva sul campo», ha scritto Meijer, «non c’è davvero alcun vantaggio nell’essere all’interno di una grande azienda se si vuole costruire cose interessanti sopra i LLM».
Considerando che il CEO di Meta ha scritto personalmente e-mail di reclutamento per lo staff di Intelligenza Artificiale presso il suo concorrente Google, perdere tre dei migliori scienziati di intelligenza artificiale in un periodo così breve non è rassicurante per la crescita dell’azienda, scrive Futurism.
Da un lato, data la quantità di venture capital investito nelle startup di intelligenza artificiale, non sorprende vedere alcuni direttori rischiare di lasciare le grandi aziende in una fase importante e delicata per quanto riguarda questo nuovo sviluppo dell’AI.
Tuttavia, alcuni esperti affermano che questi licenziamenti volontari riflettono i modelli dei precedenti cambiamenti tecnologici. «Ogni volta che c’è una nuova piattaforma o livello dello stack tecnologico, c’è l’opportunità per le startup di creare app sopra di essa», ha dichiarato a Fortune Arvind Narayanan, professore di informatica a Princeton. «Lo abbiamo visto con il PC, il web, gli app store mobili e ora lo stiamo vedendo con l’Intelligenza Artificiale generativa».
Secondo il Narayanano, questo è un ciclo previsto nella Silicon Valley. E anche se Meijer ha detto a Fortune che la partenza simultanea dei tre dirigenti è probabilmente dovuta al ciclo di revisione annuale dell’azienda, si potrebbe trattare di un colpo duro per Meta, soprattutto perché la corsa all’Intelligenza Artificiale della Silicon Valley continua a surriscaldarsi ed è sempre più competitiva.
Secondo un articolo di sette mesi fa del Wall Street Journal, Meta – società padrona, oltre che di Facebook, di Instagram e Whatsapp – starebbe sviluppando segretamente un potente modello di Intelligenza artificiale progettato per competere con GPT-4 di OpenAI.
Come riportato da Renovatio 21, per quanto poco reclamizzato, Facebook nel tempo ha eseguito ricerche molto avveniristiche, come quella per creare dispositivi in grado di leggere il pensiero degli utenti.
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