Internet
Facebook chiude l’account della delegazione russa per il controllo delle armi
Il capo della delegazione russa per il controllo degli armamenti a Vienna, Konstantin Gavrilov, ha dichiarato che il loro account Facebook è stato chiuso il 14 gennaio, ha riferito l’agenzia TASS.
«Siamo spiacenti di apprendere che l’account #Facebook di @armscontrol_rus è stato bandito senza spiegazioni. È un altro esempio di censura illegittima dello spazio informativo. Caro @OSCE_RFoM, è molto pericoloso ignorare le attività restrittive politicamente motivate delle aziende tecnologiche», scrive tweet sull’account Twitter ufficiale della Missione Permanente della Federazione Russa presso l’OCSE.
We regret to learn that #Facebook account of @armscontrol_rus has been banned without explanation. It‘s another example of illegitimate censorship of information space. Dear @OSCE_RFoM, it’s very dangerous to ignore the politically motivated restrictive activities of IT companies pic.twitter.com/Iu3VSQoCqE
— Russian Mission OSCE (@RF_OSCE) January 16, 2022
Gavrilov ha affermato che la giustificazione per lo shutdown sarebbe «contenuto proibito», ma la delegazione ha solo ripubblicato le dichiarazioni dei leader russi e del ministero degli Esteri russo.
Gavrilov ha inoltre affermato che intendono sollevare la questione all’interno delle strutture dell’OSCE.
«È molto pericoloso ignorare le attività restrittive politicamente motivate delle società informatiche», ha affermato sull’account Twitter della delegazione, rivolgendosi a Teresa Ribeiro, Rappresentante OSCE per la libertà dei media.
Anche altri tweet sono stati fatti sul suo account personale.
«Chiediamo gentilmente al segretario generale Helga Schmid di supportare la nostra legittima richiesta. Questo è un palese atto di censura nello spazio delle informazioni. Grazie in anticipo per il supporto!» ha scritto Gavrilov.
Il 16 gennaio, il Roskomnadzor – Servizio federale russo per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa – ha inviato una lettera alla società Meta (il nuovo nome della società che controlla Facebook) con la richiesta di rimuovere immediatamente ogni restrizione dalla pagina ufficiale della delegazione, nonché di spiegare i motivi della loro introduzione.
Nel febbraio 2021 l’account della delegazione russa ai negoziati di Vienna si era già vista bloccata su Twitter.
Immagine di Kaishu Tai via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Internet
Parlamentare verde tedesco preme per la censura dei social
Il parlamentare verde tedesco Anton Hofreiter, presidente del comitato per la politica europea del Bundestag, ha chiesto un controllo più stretto sui social media, fino al blocco totale di alcune piattaforme.
Il deputato dei Gruene ha fatto queste osservazioni sabato mentre parlava con i giornalisti del Funke Media Group.
«Uno dei più grandi problemi dell’estremismo è la radicalizzazione online», ha affermato Hofreiter, aggiungendo che la diffusione di «contenuti anticostituzionali su Internet» deve essere fermata.
«Dobbiamo affrontare la radice del problema e contrastare la radicalizzazione nello spazio digitale e nella società», ha sottolineato il politico germanico.
Quelle piattaforme di social media che si rifiutano di rispettare le leggi tedesche e di rimuovere «contenuti estremisti» devono essere bloccate del tutto, ha sostenuto Hofreiter, individuando specificamente X, il social di Elon Musk un tempo noto come Twitter, tra i potenziali obiettivi.
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Il Parlamentare ha aggiunto che bloccare le piattaforme «deve essere solo un’ultima risorsa», esortando il governo a non prendere le distanze dalla tecnologia moderna. Invece, il governo dovrebbe usarle per i propri vantaggi, vale a dire schierando «agenti digitali» per infiltrarsi in gruppi privati su Telegram per identificare potenziali criminali, ha suggerito Hofreiter.
L’appello a inasprire la posizione della Germania sui social media arriva dopo una nuova serie di incidenti, tra cui una sparatoria fuori dal consolato israeliano a Monaco di Baviera e un accoltellamento massivo a Solingen in cui sono morte tre persone.
È chiaramente in corso un giro di vite nei confronti dei social non completamente allineati con l’impero USA-NATO.
Negli ultimi giorni, diversi Paesi hanno preso misure per tenere a freno le piattaforme di social media. Il Brasile aveva imposto un divieto assoluto a X dopo che la piattaforma non ha rispettato le leggi locali sulla disinformazione politica e sull’incitamento all’odio rifiutandosi di eliminare alcuni messaggi offensivi.
A fine agosto, l’imprenditore tecnologico russo e fondatore di Telegram Pavel Durov è stato arrestato a Parigi. L’imprenditore ora deve affrontare una moltitudine di accuse relative a complicità nel traffico di droga, riciclaggio di denaro, frode e varie forme di abuso sui minori, derivanti dalle azioni degli utenti di Telegram.
Come riportato da Renovatio 21, il procuratore di Parigi che segue la vicenda ha dichiarato che il caso Durov rappresenta «un esempio».
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Immagine di Bundestagsfraktion Bündnis 90/Die Grünen via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Intelligenza Artificiale
Bill Gates vuole una censura AI in tempo reale per la «disinformazione» sui vaccini
Dans une interview absolument délirante qu’il vient de donner à la chaîne CNBC, Bill #Gates appelle entre autres à une augmentation fulgurante de la censure des réseaux sociaux, notamment « l’usage de l’intelligence artificielle pour censurer en temps réel les discours qui… pic.twitter.com/0mmzSL6kWE
— Florian Philippot (@f_philippot) September 15, 2024
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Alimentazione
Lo scrittore Camillo Langone espulso da Instagram. È stato il gelato al finocchio?
Lo scrittore Camillo Langone è stato bannato da Instagram, la piattaforma social di condivisione di fotografia, dove non avrebbe più accesso al suo profilo con oltre 8.000 follower.
«Non posso entrare nel mio profilo da lunedì e ho la spiacevole sensazione di aver perso 8.000 seguaci per un solo post» aveva scritto ieri Langone a Renovatio 21. «Ho fatto reclamo, ho fatto anche i videini che mi hanno richiesto, nessuna risposta».
Allo stato attuale sembra tuttavia che il profilo dello letterato parmigiano sia tornato visibile.
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Non si è nemmeno trattato della prima volta: «certo, altre volte» è accaduto in passato, racconta Camillo, «ma sempre per quadri giudicati erotici e per meno tempo». Langone con la sua attività di promozione dei pittori figurativi contemporanei – iniziativa oramai consolidata in ambito nazionale chiamata «Eccellenti pittori» – può essere incappato nella pubblicazione di qualche nudo, o seminudo, artistico; tuttavia ricordiamo anche che anche quadri della Madonna col bambino, o la Venere di Botticelli, sono passati sotto la scure della censura dei social network.
Ma cosa è accaduto questa volta? Quale immagine ha fatto scattare la mannaia censoria?
«Era un post con 4 foto e 4 piatti relativi a una cena asiaghese, loro non dicono mai il vero motivo, sono io che suppongo sia per il gelato al finocchio, non potrà mica essere per le lumache alla brace» sospira Langone, trovandosi nella situazione, di fatto letteralmente kafkiana, in cui si sono trovati in tantissimi, da anonimi utenti a personaggi con milioni di follower: non sai mai cosa hai fatto veramente, non sai nemmeno perché ti processano, anzi, perché ti hanno già condannato.
«Il mio errore è stato non togliere subito tutto dopo il loro avvertimento, e l’aver fatto ricorso. Da quel momento, fine dell’account» racconta Camillo, ma noi gli diciamo che non c’è certezza nemmeno di questo.
Ad ogni modo, la foto incriminata è quella che vedete sul post, mentre sopra questo articolo potete rimirare la riproduzione fornita dall’autore proprio di quel fatale gelato al finocchio.
La didascalia diceva «Gioielli di gastronomia artistica. Riso al porro bruciato (latticello, barbusto) + Lumache alla brace (erbe, latte, ribes) + Pecora + Gelato al finocchio, Ristorante Lemelae, Gallio. #consolazionidellagastronomia #risoalporro #latticello #lumache #lumacheallabrace #pecora #carnedipecora #gelatoalfinocchio #lemelae #gallio #altopianodiasiago #altopianodeisettecomuni #ciboestremo #misticadellacarne».
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Il post, come il profilo, sembra tornato online. E non deve stupire nemmeno che Instagram sia tornato sui suoi passi: come riportato da Renovatio 21, quattro anni fa Facebook (che è della medesima società di Instagram, Meta) ha censurato una foto pubblicata da un negozio canadese di semi e forniture da giardini perché giudicata, per qualche ragione «troppo sexy».
Possibile dunque che l’algoritmo, o la ciurma di indiani sottopagati che ci stanno dietro, abbia capito che il gelato al finocchio non è una pietanza cannibale omofoba?
Abbiamo contattato Camillo per chiedergli del profilo tornato online. «Mi hanno ridato l’account? Io non vedo» ha risposto lo scrittore. Lo abbiamo invitato quindi a verificare. «Niente, non riesco a entrare. Anche io vedo la mia pagina, ma non posso accedervi. Infatti ho fatto un altro profilo, camillolangonefoto. Ma ricominciare da zero è allucinante».
Come ricorda il lettore di Renovatio 21, una strana censura si era abbattuta su Langone anche l’anno scorso. Langone, vate del tabarro, nonché iniziatore delle prime Tabarrate a Parma (2016) e Casalmaggiore (2017) a favore dei suoi tanti follower aveva pubblicato su Facebook la locandina della Tabarrata Nazionale 2023, raduno tabarrista organizzato dalla Civiltà del Tabarro.
La piattaforma dello Zuckerberg la censurò. «Il tuo post viola i nostri Standard della community, pertanto è visibile solo a te».
I social mi hanno censurato molti quadri ma coi tabarri si sono sempre mostrati tolleranti. Fino a oggi. Ah, le liberaldemocrazie… pic.twitter.com/PXvG69G5AJ
— Camillo Langone (@CamilloLangone) January 30, 2023
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È stato ipotizzato che il motivo di questa incredibile censura potesse essere di questo tipo: la locandina della Tabarrata Nazionale gli era arrivata via Whatsapp (altra società di Meta/Facebook) dal direttore di Renovatio 21 Roberto Dal Bosco, che è pure il presidente della Civiltà del Tabarro, il quale, come sapete, riuscì a riavere il suo profilo Facebook e la pagina sul social di Renovatio 21 solo dopo aver portato Meta/Facebook in tribunale…
È così? Macchè, non abbiamo modo di saperlo, perché, ripetiamo, con i social – almeno coloro che hanno davvero qualcosa da dire – siamo entrati in una dimensione funzionalmente kafkiana, dove siamo sottomessi a capricci di autorità crudeli ed irrazionali, inintellegibili e implacabili – un incubo gnostico che è, chiaramente, il rovesciamento dello stato di Diritto e quindi un’anticipazione della società del futuro, dove, come abbiamo detto tante volte – come è stato teorizzato apertis verbis da tanti volonterosi carnefici dell’umanità nel mondo moderno – il cittadino diventa utente e lo Stato piattaforma.
Cioè, il diritto diviene «accesso», e il cittadino giocoforza non può che essere uno schiavo.
Intanto, tuttavia, godiamoci il gelato al finocchio, leccornia di cui Renovatio 21 promette, in un tempo indeterminato, di mostrarvi la produzione tramite azoto liquido. I lettori interessati possono scrivere per insistere nella richiesta di pubblicazione di tale articolo crio-gastronomico.
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Immagine di Camillo Langone
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