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Internet

Elon Musk lancia un avvertimento sulla sicurezza su WhatsApp: «è uno spyware»

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Elon Musk, proprietario di X, ha nuovamente attaccato WhatsApp per il modo in cui gestisce i dati personali.

 

Sabato, Musk ha commentato un post su X; uno degli utenti aveva chiesto: «Se i messaggi di WhatsApp sono crittografati end-to-end, perché vediamo annunci pubblicitari relativi alle cose di cui abbiamo discusso nelle nostre chat?»

 

L’imprenditore ha risposto brevemente alla domanda: «WhatsApp non è affatto sicuro».

 


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Musk aveva già ingaggiato una lite online con WhatsApp, di proprietà del conglomerato Meta di Mark Zuckerberg, lo scorso maggio, quando aveva risposto a un altro post su X, che sosteneva che «WhatsApp esporta dati utente ogni notte, che vengono analizzati e utilizzati per pubblicità mirate, rendendo gli utenti il ​​prodotto, non il cliente».

 

«WhatsApp esporta i tuoi dati utente ogni notte. Alcune persone pensano ancora che sia sicuro», ha affermato il CEO di Tesla e SpaceX, riferendosi alle preoccupazioni di lunga data sulla condivisione dei dati tra WhatsApp e l’altra piattaforma di Meta, Facebook.

 


Lo scambio è stato notato dal responsabile di WhatsApp, Will Cathcart, che ha cercato di difendere la condotta della sua piattaforma.

 

«Molti lo hanno già detto, ma vale la pena ripeterlo: non è corretto. Prendiamo la sicurezza sul serio ed è per questo che criptiamo end-to-end i tuoi messaggi. Non ci vengono inviati ogni notte o esportati», ha detto Cathcart nel suo post su X.

 

Tuttavia, il ricercatore di sicurezza Tommy Mysk, che si è unito al dibattito, ha chiarito che, sebbene i messaggi su WhatsApp possano essere crittografati end-to-end, «i dati degli utenti non riguardano solo i messaggi».

 

«I metadati come la posizione dell’utente, i contatti con cui l’utente sta comunicando, i modelli di quando l’utente è online, ecc. Questi metadati secondo la vostra politica sulla privacy vengono effettivamente utilizzati per annunci mirati sui servizi Meta», ha affermato.

 

 

«Quindi, Elon Musk ha ragione», ha scritto Mysk, che in precedenza aveva scoperto vulnerabilità dei dati nei prodotti TikTok, Facebook e Apple.

 

In un’altra risposta ad un post, il Musk ha definito Whatsapp semplicemente come «spyware».

 


Nel 2022, quando era ancora in procinto di acquistare Twitter, Musk sostenne che Zuckerberg aveva troppo controllo sui social media perché Meta possedeva Facebook, Instagram e WhatsApp. Chiamò il CEO di Meta «Mark Zuckerberg XIV» in riferimento al «Re Sole» francese Luigi XIV, che, sin una battuta al lui attribuita, sosteneva di essere lui stesso lo Stato – «l’État c’est moi! – ed era noto per la sua ricchezza e il suo potere autoritario.

 

Nel 2023, i due miliardari della tecnologia erano sul punto di sfidarsi in un incontro di lotta in stile MMA, ma l’incontro non è mai avvenuto, nonostante fosse stato coinvolto anche il minstro della Cultura italiano Gennaro Sangiuliano per avere il colosseo a fare da sfondo all’epico appuntamento di botte tra ricchissimi della tecnologia.

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I rapporti tra Musk e Zuckerberg si sono ulteriormente deteriorati dopo che Meta ha lanciato il social Threads la scorsa estate, con la piattaforma, che offre uno spazio per conversazioni online in tempo reale, vista come un concorrente diretto di Twitter. Threads ha raccolto 100 milioni di utenti nei primi giorni dopo il lancio, ma l’interesse del pubblico per l’app si è rapidamente placato.

 

Già anni fa Musk aveva attaccato Whatsapp per una nuova Privacy Policy che avrebbero reso obbligatorio per gli utenti Whatsapp condividere i propri dati con Facebook, chiedendo agli utenti di abbandonare la app e pure Facebook.

 

Nel 2023 Musk aveva condiviso un post che suggeriva un uso del microfono in sottofondo da parte di Whatsapp anche di notte. La società rispose che vi fosse un bug della Privacy Sashboard di Android.

 

 

Musk sottolineò quindi che «i fondatori hanno lasciato Meta/Facebook disgustati, hanno avviato la campagna #deletefacebook e hanno dato un contributo importante alla costruzione di Signal. Ciò che hanno appreso su Facebook e le modifiche a WhatsApp ovviamente li ha disturbati molto».

 

Come riportato da Renovatio 21, di recente Musk ha espresso pesanti dubbi anche sulla sicurezza dei sistemi Microsoft e Apple basati sull’Intelligenza Artificiale di OpenAI, società pioniera dell’IA da lui fondata come no profit criticata da Musk per la sua gestione e per la possibilità che possa rappresentare una minaccia per la civiltà.

 

Qualche settimana fa, tuttavia, Elon ha ritirato la querela che aveva sporto contro OpenAI.

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Immagine di Juliescribbles via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine modificata

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Internet

L’industria del porno appoggia Kamala Harris

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L’industria del porno è entrata nella campagna presidenziale del 2024 con una campagna pubblicitaria da 100.000 dollari che prende di mira quelle che sostiene essere proposte per vietare la pornografia. Lo riporta il New York Times.   La campagna «Hands Off My Porn» («giù le mani dal mio porno») verrà condotta in sette stati indecisi con la speranza di convincere i giovani a votare per Kamala Harris.   Il quotidiano neoeboraceno riporta che diciassette attori di film pornografici hanno annunciato lunedì di aver lanciato una campagna pubblicitaria da 100.000 dollari per mettere in guardia gli elettori sulle potenziali conseguenze del Progetto 2025, un modello politico conservatore che è diventato un punto focale per alcune campagne democratiche.   Gli annunci, che saranno trasmessi su siti porno in sette Stati chiave ritenuti «swinging» cioè indecisi (Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, North Carolina, Georgia, Arizona e Nevada), affermano specificamente che i conservatori vogliono vietare la pornografia e la potenziale incarcerazione di coloro che sono coinvolti nella produzione di contenuti per adulti.

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Gli strateghi della campagna «mani fuori dal mio porno» hanno attentamente considerato il loro pubblico di riferimento e gli attuali dati dei sondaggi. Mentre la vicepresidente Kamala Harris è in ritardo rispetto all’ex presidente Donald Trump tra gli elettori maschi, gli organizzatori della campagna ritengono che gli uomini più giovani, che sono i maggiori consumatori di porno, potrebbero essere convinti a sostenere il ticket democratico.   Secondo il Survey Center on American Life, il 44% degli uomini di età compresa tra 18 e 29 anni e il 57 percento degli uomini di età compresa tra 30 e 49 anni hanno guardato pornografia nel mese precedente, rendendo questa fascia demografica un significativo potenziale blocco di voto.   Holly Randall, una veterana «pornostar», ha spiegato: «sono in questo settore da oltre 25 anni e ho assistito a molti attacchi al nostro settore, ma il divieto di pornografia del Progetto 2025 è la proposta più estrema che abbia mai visto e gli elettori devono prendere sul serio questa minaccia», ha affermato la Randall nell’annuncio del gruppo.   «Non possiamo semplicemente basarci sul precedente secondo cui consumare pornografia è legale e lo è da molto tempo».   Alcuni Stati USA stanno bandendo la pornografia online, chiedendo ai siti a luci rosse di certificare la maggiore età degli utenti. Una legge simile sta venendo discussa anche in Italia.

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Immagine di Lorie Shaull via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Internet

La Turchia e la Russia vietano Discord

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Le autorità turche hanno bloccato l’accesso alla popolare piattaforma di messaggistica istantanea Discord dopo che sono state sollevate preoccupazioni sul fatto che l’app venisse utilizzata per prendere di mira i bambini a fini di adescamento, ricatto e cyberbullismo. La mossa arriva dopo che la piattaforma statunitense si è trovata bandita anche in Russia questa settimana.

 

L’Autorità per le tecnologie dell’informazione e la comunicazione (BTK) della Turchia ha pubblicato ufficialmente mercoledì sul suo sito web la decisione di vietare l’accesso, in seguito alla sentenza della Prima corte penale di pace di Ankara.

 

Il ministro della Giustizia Yilmaz Tunc ha spiegato che il tribunale ha ordinato la rimozione di tutte le pubblicazioni sulla piattaforma di social media e la limitazione dell’accesso al sito web nel Paese, a causa, ha spiegato, di «sospetti sufficienti che i crimini di ‘abuso sessuale su minori e oscenità» siano stati commessi tramite Discord.

 

«Siamo determinati a proteggere i nostri giovani e bambini, la garanzia del nostro futuro, dalle pubblicazioni dannose dei social media e di Internet che costituiscono reati. Non permetteremo mai che i tentativi scuotano le fondamenta della nostra struttura sociale». Tunc ha scritto in un post su X.

 

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Discord si è ritrovata nel mirino dei regolatori turchi dopo che un diciannovenne ha assassinato due donne la scorsa settimana. Dopo l’incidente, i media turchi hanno riferito che alcuni utenti su Discord stavano elogiando il duplice omicidio, il che ha successivamente portato all’indignazione pubblica contro alcune comunità sulla piattaforma.

 

Le richieste di regolamentarlo erano state sollecitate anche dalle segnalazioni dei media secondo cui alcuni utenti di Discord avevano formato gruppi destinati a prendere di mira bambini e adolescenti per adescarli, ricattarli e bullizzarli.

 

Il divieto della Turchia della piattaforma americana arriva dopo che anche l’ente di controllo dei media russo Roskomnadzor ha emesso un divieto sulla piattaforma, martedì. Secondo la sentenza, l’accesso a Discord è stato limitato a causa della sua «violazione dei requisiti della legislazione russa» e del suo rifiuto di rimuovere «informazioni illegali».

 

Il Roskomnadzor ha chiesto alla piattaforma di rimuovere circa 950 post che si dice contengano contenuti illegali come inviti al suicidio, estremismo, abusi sessuali su minori e «propaganda LGBT». Le richieste di rimozione di tali contenuti mirerebbero a «impedire l’uso del messenger per scopi terroristici ed estremisti, il reclutamento di cittadini per commettere atti terroristici ed estremisti e lo spaccio di droga».

 

Quello di Discord è un universo giovanile a parte dove a quanto pare si può trovare davvero di tutto.

 

Postava su Discord Colt Gray, l’ultimo ragazzo che ha perpetrato una strage alle elementari, forse per problematiche transgender. Aveva un account su Discord anche Thomas Crooks, il primo attentatore di Donald Trump, ucciso dopo aver sfiorato con un colpo l’ex presidente durante il comizio elettorale di Butler, in Pennsylvania.

 

Documenti segreti USA che suggerivano tra le altre cose che il Mossad guidava la rivolta contro Netanyahu due anni fa finirono su Discord, caricati da un 21enne membro dell’aviazione statunitense che frequentava una chat della piattaforma popolare tra giovani videogiocatori. Tra i file trapelati, anche alcuni che suggerivano che gli USA avevano, all’epoca, dissuaso l’Ucraina dall’attaccare la Russia in profondità.

 

Discord era emersa anche come una delle piattaforme possibilmente infiltrate da appaltatore di sorveglianza dell’FBI in cerca di informazioni sui gruppi no-vax.

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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Economia

Softwarista canadese nega di essere Satoshi, l’inventore del Bitcoin

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Un progettista di software canadese ha negato di essere il creatore di Bitcoin dopo la pubblicazione di un documentario che afferma di aver risolto il mistero che circonda la criptovaluta più popolare al mondo.   Money Electric: The Bitcoin Mystery, trasmesso martedì sulla rete televisiva statunitense HBO, sostiene che Peter Todd, un uomo di Toronto che collabora alla programmazione principale della valuta digitale, sia in realtà Satoshi Nakamoto, la persona che ha fondato Bitcoin nel 2009. Satoshi ha smesso di postare online ed è in gran parte scomparso dalla vita pubblica nel 2011.   Il trentanovenne canadese, coinvolto nello sviluppo del Bitcoin durante i suoi primi anni, ha poi negato ogni accusa.

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«Non sono Satoshi», ha scritto Todd in un’e-mail alla rivista TIME. «Ho scoperto Bitcoin per la prima volta leggendo il white paper, come ho detto pubblicamente molte volte».   Il documentario di 100 minuti presenta prove in gran parte indiziarie, tra cui l’uso dell’inglese britannico-canadese nei post del forum da parte di Satoshi.   Il regista Cullen Hoback – già noto per un’eccezionale serie documentaria che individuava i probabili veri personaggi dietro QAnon – ha detto di essere «molto, molto sicuro» che Todd sia Satoshi, scrive TIME. «Quando ho messo insieme una lista di perché e perché non potrebbe essere lui, la lista ‘potrebbe non essere lui’ era molto corta».   La pubblicazione ha tuttavia citato altri quattro primi «Bitcoiner» che avrebbero espresso scetticismo sul fatto che Todd avesse effettivamente le capacità di programmazione necessarie per creare il token di criptovaluta più importante al mondo.   L’identità di Satoshi Nakamoto, pseudonimo dell’autore di un white paper intitolato «Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System» del 2008, rimane un mistero. Sono emerse varie teorie, ma a oggi nessuno sa chi sia Nakamoto.   Nel 2021, il CEO di Tesla, Elon Musk, ha affermato che l’esperto di criptovalute iper-riservato Nick Szabo potrebbe essere il creatore della criptovaluta più popolare al mondo.   Uno dei candidati più celebrati era un ingegnere informatico nippo-americano di 75 anni di nome Dorian Satoshi Nakamoto. Nel 2014, è diventato oggetto di un ampio reportage della rivista Newsweek, che sosteneva di aver identificato l’inventore di Bitcoin. L’uomo, tuttavia, ha negato qualsiasi coinvolgimento nella criptovaluta.

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Il mistero che circonda l’identità del creatore di Bitcoin è stato descritto come un fattore che ha contribuito alla popolarità del token. Secondo Austin Campbell, professore alla Columbia Business School, «Il fatto che Bitcoin sia stato in un certo senso messo in circolazione e poi Satoshi sia scomparso è parte integrante del suo successo».   Se Satoshi venisse identificato, potrebbe rischiare di essere arrestato per evasione fiscale, violazione di regolamenti finanziari e di altro tipo, data l’incriminazione di personaggi di alto profilo nel mondo delle criptovalute come Changpeng Zhao. Il fondatore del principale exchange di criptovalute al mondo, Binance, è stato condannato a quattro mesi di prigione ad aprile dopo essersi dichiarato colpevole di aver violato le leggi sul riciclaggio di denaro.   Gli analisti hanno avvertito che se l’identità di Satoshi venisse rivelata, potrebbe vendere i suoi oltre un milione di Bitcoin e far crollare il prezzo del token dall’attuale livello di 57.766 dollari.   Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa l’FBI aveva risposto a una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA) da parte di un giornalista, insinuando che il creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto può essere un «individuo terzo» di cui non l’agenzia né conferma né nega di avere dei file.   Recentemente l’investitore miliardario Peter Thiel, creatore con Elon Musk di PayPal, ha rivelato di ritenere di aver conosciuto una persona che protebbe essere Satoshi ad un evento sulle valute digitali precedente al lancio del Bitcoin «sulla spiaggia di Anguilla nel febbraio del 2000». Thiel aveva investito in Bitcoin dopo aver dichiarato che «potrebbe essere un’arma finanziaria cinese contro gli USA».

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Un ospite di Tucker Carlson, l’impreditore informato Ajmad Masad, ha ipotizzato che Satoshi potrebbe essere invece il programmatore rodesiano Paul Leroux, creatore nel 1999 dei software di criptaggio E4M («Encryption for the Masses») e TrueCrypt, poi arrestato negli USA per narcotraffico. Il Leroux sta ora scontando una condanna ad un quarto di secolo nelle prigioni statunitensi. Un articolo si Wired nota che l’arresto di Le Roux e gli ultimi post di Satoshi Nakamoto sul repository originale di Bitcoin sono avvenuti più o meno nello stesso periodo.   Carlson ad un recente evento sulle critpovalute, al quale ha partecipato anche Trump, ha dichiarato che il Bitcoin potrebbe essere stato creato dalla CIA.   Trump, che ha promesso che farà degli USA la superpotenza delle criptovalute, lo scorso mese ha fatto la sua prima transizione pubblica in Bitcoin comprando un cheeseburgherro. Negli scorsi mesi, il candidato ha reiterato la sua volontà di dare la grazia a Ross Ulbricht, gestore del marketplace del Dark Web Ross Ulbricht in carcere da oramai più di una decade.   Come riportato da Renovatio 21, un’iniziativa crypto della famiglia Trump è stata hackerata il mese scorso.

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