Politica
Crolla il governo anarco-tirannico olandese – con tutti i suoi democristiani

Il 7 luglio, il governo olandese di Mark Rutte: davanti all’incontrovertibile incapacità di far fronte agli effetti delle misure draconiane promosse da Bruxelles, insieme alle accese discussioni sulle politiche di asilo, hanno fatto a pezzi i legami tra i quattro partner della coalizione, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), i «socioliberali» Democratici 66 (D66), i democristiani dell’Appello Cristiano Democratico (CDA) e gli altrettanto democristiani dell’Unione Cristiana (CU).
Venerdì 30 giugno era fallito l’ultimo tentativo di raggiungere un accordo. Nuove elezioni incombono per l’autunno. Questa è una buona notizia per gli agricoltori colpiti dalle folli politiche del Rutte: il loro espropri sono sospesi. come sospesa è anche la draconiana persecuzione per «troppe emissioni di CO2 o composti azotati», la famigerata, delirante campagna governativa neerlandese contro l’azoto (cioè, contro il bestiame).
La preparazione delle nuove elezioni in autunno fornirà un’enorme opportunità educativa/organizzativa per le persone di buona volontà e di buon senso. I media stanno additando il problema dei richiedenti asilo come la causa del naufragio: la politica migratoria dell’Aia è dettata come legge dall’UE a Bruxelles. L’Olanda si è ritrovata, tra i rifugiati, un capo ISIS.
Per anni, Bruxelles e L’Aia, tramite il primo ministro Mark Rutte, hanno cercato di ridurre il numero di agricoltori e bestiame di almeno il 25% e arrivare al 60%, usando il «clima» e il tema delle «aree naturali» come scusa.
In queste condizioni minacciose, i suicidi di agricoltori nei Paesi Bassi sono arrivati a uno ogni 12 giorni.
Come riportato da Renovatio 21, in uno scandalo euro-nazionale tutto interno alla politica olandese, è emerso che l’UE aveva fatto pressioni sul governo olandese affinché continuasse con l’impopolare chiusura forzata delle fattorie.
Non solo i contadini sono divenuti vittima del sadismo algoritmico dello Stato moderno, come mostra lo «scandalo degli assegni familiari», in cui 35.000 famiglie sono state accusate di frode da un algoritmo governativo: un altro atto di crudeltà che ha causato terrore e scatenato una serie di suicidi.
Il nuovo partito, BoerBurgerBeweging (BBB) o Movimento dei Cittadini Contadini, ha ottenuto quello che potrebbe potenzialmente essere il potere decisivo nel prossimo governo alle ultime elezioni.
Il 29 giugno, un altro gruppo di difesa di contadini e pescatori, il DFF, ha tenuto un’altra manifestazione in cui inviava un messaggio chiaro in tutto il paese, per «staccare la spina» all’anello debole della coalizione di governo, il partito democristiano CDA. Solo sette ore prima del crollo del governo, il presidente della DFF Mark van den Oever ha detto agli attivisti sui social media di non scoraggiarsi, ma di «inseguire il CDA, non sanno se fare la cacca o fare pipì. Pensateci, ma non troppo a lungo».
Come riportato da Renovatio 21, il governo Rutte lascia una lunga storia di malvagità diffusa. Durante la pandemia, pianificò fino a 6 iniezioni di vaccino mRNA e mise in lockdown totale la popolazione, e represse con violenza indicibile le proteste, tra botte, manganelli, furgoni misteriosi che portano via la gente e persone sbranate da cani poliziotto – al punto che abbiamo visto spari sui manifestanti a Rotterdam. La popolazione espresse la sua rabbia anche a capodanno 2022, quando in barba ai divieti governativi si diede all’uso massivo di fuochi d’artificio.
La repressione mostruosa del governo Rutte emerse ancora una volta durante la protesta dei contadini, quando si è assistito, ancora una volta alla polizia che spara, stavolta contro un manifestante in trattore.
Il disastro del governo Rutte, sostenuto da partiti come il CU e il CDA, dimostra non l’inutilità, ma la nocività dei democristiani, pronti a firmare qualsiasi porcheria contro il popolo, la vita e la dignità umana servendosi del nome di Nostro Signore per acchiappare i voti moderati.
I democristiani sono i servi mediocri della dissoluzione: quella della società e dei costumi (lo abbiamo visto, e a caro prezzo, in Italia) così come quella della politica, dove sono diventati passacarte curiali dei diktat di Davos.
Ricordiamo che l’Olanda ha i democristiani al governo, ma oramai quasi nessun cristiano nella società: il 50% dei fedeli cattolici è sparito, presto sparirà il 60% delle chiese, dove fino a poco fa si tenevano celebrazioni domenicali senza sacerdote.
Ricordiamo che l’Olanda governata dai democristiani è lo stesso Paese dove il fondamentalismo eutanasico galoppa – nel 2020 una persona ogni 25 è morta per eutanasia – verso un uso sempre più totalizzante: ecco l’eutanasia per i disturbi psichiatrici, ecco la proposta del geriatricidio generalizzato (eutanasia per i vecchi), ecco l’eutanasia dei bambini, ecco l’uccisione dei neonati «difettosi».
Ricordiamo come l’Olanda è il Paese di programmi di insetti serviti nelle mense scolastiche dei bambini.
Ricordiamo come l’Olanda sia teatro di esperimenti con embrioni sintetici, e scandali vari per gli errori della provetta e gli orrori della donazione di sperma massiva e fraudolenta.
Ricordiamo che l’Olanda è stata definita dai suoi stessi poliziotti come un «Narco Stato 2.0», governato da una spietata della Mokro mafia, la mafia marocchina che uccide e minaccia chiunque.
In pratica, l’Olanda democristiana, con i suoi algoritmi di persecuzione fiscale, il suo governo che ti chiude la fattoria, e la droga e la violenza diffusa è il Paese ideale per descrivere, in Europa, la sempre più visibile ascesa dell’anarco-tirannia.
Immagine di -JvL- via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
Sostieni Renovatio 21
L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
Sostieni Renovatio 21
Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
-
Spirito2 settimane fa
Vescovo messicano «concelebra» la messa con una «sacerdotessa» lesbica anglicana «sposata» che ha ricevuto l’Eucaristia
-
Armi biologiche1 settimana fa
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio
-
Spirito1 settimana fa
Leone punisca l’omoeresia: mons. Viganò sull’udienza papale concessa a padre Martin
-
Vaccini1 settimana fa
Vaccino COVID, mentre Reuters faceva «fact-cheking sulla «disinformazione» il suo CEO faceva anche parte del CdA di Pfizer
-
Spirito2 settimane fa
Don Giussani, errori ed misteri di Comunione e Liberazione. Una vecchia intervista con Don Ennio Innocenti
-
Gender2 settimane fa
Transessuale fa strage in chiesa in una scuola cattolica: nichilismo, psicofarmaci o possessione demoniaca?
-
Salute2 settimane fa
I malori della 35ª settimana 2025
-
Geopolitica2 settimane fa
Mosca conferma attacchi missilistici ipersonici contro l’Ucraina