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Biologia sintetica

Olanda, costruiscono embrioni sintetici

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Scienziati di università olandesi hanno creato con successo strutture sintetiche simili a embrioni, a partire da cellule staminali di topo.

 

La ricerca, pubblicata questa settimana su Nature, è stata accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica, anche se alcuni diffidano dell’idea di creare embrioni artificiali.

 

Gli embrioni sintetici assomigliano a tal punto a quelli naturali che, per la prima volta, una volta impiantati nell’utero di un topo hanno dato inizio ad una gravidanza.

 

Gli embrioni sintetici assomigliano a tal punto a quelli naturali che, per la prima volta, una volta impiantati nell’utero di un topo hanno dato inizio ad una gravidanza

«L’embrione precoce è una sfera vuota formata da meno di cento cellule – scrive il comunicato stampa dell’Università di Maastricht che spiega la nuova ricerca– esso comprende uno strato esterno di cellule, la futura placenta e un piccolo gruppo di cellule interne, il futuro embrione».

 

«Le linee di cellule staminali che rappresentano queste parti interne ed esterne sono state prima coltivate in modo indipendente e moltiplicate in laboratorio. Utilizzando  delle tecnologie di ingegneria, i ricercatori le hanno poi riunite in un ambiente artificiale che ha attivato la loro conversazione e auto-organizzazione.

 

La giustificazione per tali esperimenti  è sempre la medesima: la cura dell’infertilità

«Osservando il processo  il dott. Nicolas Rivron [il ricercatore principale, ndr] ha notato che “sono le cellule embrionali che istruiscono le cellule placentari come organizzare e impiantare in utero. Comprendendo questa conversazione molecolare, apriamo nuove prospettive per risolvere problemi di infertilità, contraccezione o malattie degli adulti che sono iniziate da piccoli difetti nell’embrione”»..

 

La giustificazione per tali esperimenti – letteralmente frankesteiniani – è sempre la medesima, usata tutte le volte che si tratta di riproduzione artificiale: la speranza di nuove scoperte sulle cause dell’infertilità.

SHEEFS, acronimo che sta per Synthetic Human Entities with Embryo-like Features («entità umane sintetiche con caratteristiche simil-embrionali»)

 

In realtà qui si è spinti oltre. La creazione di esseri sintetici non generati dalla fusione dei gameti (spermatozoo ed ovulo) è una strada battuta dalla biologia di questi anni, anche e soprattutto per gli esseri umani.

 

Tanto che per essi è stato trovato un nome preciso: SHEEFS, acronimo che sta per Synthetic Human Entities with Embryo-like Features («entità umane sintetiche con caratteristiche simil-embrionali»).

 

L’attacco all’uomo passa anche e soprattutto da qui: l’abolizione definitiva del sesso come mezzo di riproduzione

L’attacco all’uomo passa anche e soprattutto da qui: l’abolizione definitiva del sesso come mezzo di riproduzione. Al punto che sono le sue cellule sessuali – quello che nelle Scritture è chiamato «seme» – a divenire inutili, obsolete.

 

 

 

 

 

 

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Biologia sintetica

RNA sintetico, gli scienziati sono vicini alla creazione della vita artificiale in laboratorio

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Una teoria alquanto controversa e dibattuta, sostiene che la vita abbia avuto origine quando l’RNA ha iniziato spontaneamente a replicarsi. Ora i ricercatori affermano di aver replicato parte di questo processo in laboratorio.

 

In alcune interviste rilasciate al Washington Post, alcuni esperti affermano di aver creato una molecola di RNA che ha prodotto copie di altri tipi di RNA, il che avvicina ulteriormente gli scienziati alla creazione in laboratorio delle condizioni per la vita primordiale sulla Terra.

 

I ricercatori del Salk Institute for Biological Studies hanno lavorato partendo dalla teoria secondo cui prima che esistessero il DNA o le proteine, l’RNA esisteva come ingrediente iniziale nel cosiddetto «brodo primordiale».

 

Come parte della loro ricerca, riporta WaPo, hanno creato una molecola di RNA realizzata in laboratorio che ha copiato accuratamente altre molecole e ha prodotto un enzima funzionante. Ora che l’istituto ha sperimentato ciò, è pronto a studiare le prime fasi evolutive della vita come mai prima d’ora, scrive Futurism.

 

Gerald Joyce, presidente del Salk e coautore di un nuovo articolo sulla ricerca pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha dichiarato al WaPo che, sebbene la molecola creata in laboratorio non sia ancora autoreplicante, quella che hanno creato rappresenta un enorme passo avanti verso la creazione artificiale della vita.

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Se si creasse un RNA in grado di replicarsi, ha affermato il Salk, «allora sarebbe vivo». «Questa è la strada che conduce alla nascita della vita in laboratorio o, in linea di principio, in qualsiasi parte dell’universo», ha dichiarato Joyce.

 

Come argomentato sul WaPo, l’RNA deve fare copie estremamente simili all’originale affinché l’evoluzione darwiniana (concetto sempre più fumoso ed avversato) possa avere luogo. Se qualcosa va storto, le cose iniziano a deteriorarsi rapidamente e, come una vecchia fotocopiatrice malfunzionante, ogni copia successiva diventa più sfocata finché non è chiaro quale fosse il materiale originale.

 

«Se il tasso di errore è troppo alto, non è possibile mantenere le informazioni» genetiche, ha spiegato il presidente. «Esplodono e basta».

 

Detto ciò, la replicazione esatta dell’RNA non funziona perché non prevede i tipi di mutazioni che favoriscono la crescita. Per ottenere la giusta quantità di deviazione, Joyce e il suo team hanno creato un RNA che fa copie di quello che è noto come «RNA martello», che taglia le molecole. Quando la molecola replicatrice fa il suo lavoro sull’RNA martello, ogni nuova generazione è stata anche in grado di tagliare, e ogni generazione successiva diventa anche più brava a replicarsi.

 

Questa nuova scoperta, è stata definita dal professore di scienze farmaceutiche presso l’Università della California a Irvine John Chaput come «monumentale». «All’inizio, l’ho trovato un po’ sbalorditivo», ha detto lo Chaput, che non era coinvolto nella ricerca. «È super-fantastico».

 

La ricreazione del supposto «brodo primordiale», ossia l’attuazione chimica di un contesto che può generare molecole organiche a partire dall’inorganico, viene spacciata come «studio delle origini della vita», ma nasconde, giocoforza, una delle ricerche principali di quel ramo della scienza laboratoriale chiamato biologia di sintesi, o biologia sintetica, o SynBio.

 

La biologia sintetica è una disciplina che sta tra l’ingegneria e la biologia che combina chimica, biotecnologia, ingegneria genetica, biologia molecolare, ingegneria chimica, ingegneria elettrica e bioinformatica per creare sistemi biologici artificiali.

 

Nel 2010 il genetista Craig Venter ha creato la prima forma di vita ritenuta come vita artificiale costruendo in laboratorio un batterio responsabile per la mastite nelle capre.

 

Come riportato da Renovatio 21, calcoli economici degli scorsi anni hanno stabilito che il mercato della biologia sintetica potrà valere in un prossimo futuro 3,5 trilioni di dollari.

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Armi biologiche

Ascesa della Biologia sintetica: il mercato della superbioingegneria può valere 3,6 trilioni

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  La Biologia sintetica (detta anche Synbio) è un campo della scienza che riprogetta interamente gli organismi viventi.   È come l’ingegneria genetica, ma eseguita a un livello più granulare: mentre l’ingegneria genetica trasferisce materiale genetico già esistente tra gli organismi, la Biologia sintetica può costruire nuovo materiale genetico da zero.   L’ingegneria genetica tradizionale usa strumenti, in ultima analisi, analogici – cioè geni preesistenti. Per questo, l’ingegneria genetica tradizionale è considerabile come un settore estrattivo.   Con la Biologia sintetica, aperta dagli studi pionieristici di Craig Venter, è possibile progettare integralmente il genoma di un organismo, producendo in laboratorio i geni di cui si ha bisogno.   La Biologia sintetica, dunque, si presenta come la definitiva forma di digitalizzazione delle scienze della vita.   In pratica, la Biologia sintetica è lo sforzo della scienza di creare la vita dal niente.   A giustificare questa forma di super-bioingegneria vi sono già vari argomenti, come l’applicazione dei suoi prodottinel mondo reale in grado di trasformare la nostra vita quotidiana.   McKinsey calcola che se tali usi potenziali diventassero realtà nei prossimi anni, potrebbero avere un impatto economico diretto fino a 3,6 trilioni di dollari all’anno entro il 2030-2040.   Un recente studio di McKinsey ha rilevato oltre 400 potenziali usi per la Biologia sintetica , suddivisi in quattro categorie principali:

Si prevede che il settore medico e sanitario sarà significativamente influenzato dalla biologia sintetica , con un impatto economico fino a 1,3 trilioni di dollari all’anno entro il 2030-2040.   La biologia sintetica ha una vasta gamma di applicazioni mediche. Ad esempio, può essere utilizzato per manipolare i percorsi biologici nel lievito per produrre un trattamento antimalarico.   Potrebbe anche migliorare la terapia genica. Utilizzando tecniche di Biologia sintetica, la società biotecnologica britannica Touchlight Genetics sta lavorando a un modo per costruire DNA sintetico senza l’uso di batteri, che sarebbe un punto di svolta per il campo della terapia genica.   Come noto, dopo l’iniezione massiva di vaccino COVID mRNA – di fatto, una terapia genica – l’accettazione per questo tipo di interventi genetici fra la popolazione è quasi totale.

La biologia sintetica ha il potenziale per fare un grande salto anche nel settore agricolo, fino a 1,2 trilioni di dollari all’anno già nel 2030.   Un esempio di ciò è il ruolo di biologia sintetica nell’«agricoltura cellulare», ovvero quando la carne viene creata direttamente dalle cellule: la famosa carne sintetica creata il laboratorio. Il costo della creazione di carne coltivata in laboratorio è diminuito in modo significativo negli ultimi anni e, per questo motivo, varie startup in tutto il mondo stanno iniziando a sviluppare una varietà di prodotti a base di carne a base di cellule.   Come riportato da Renovatio 21, Bill Gates sta investendo pesantemente sulla carne sintetica.

Utilizzando la biologia sintetica, i prodotti potrebbero essere adattati alle esigenze specifiche di un individuo. Ciò sarebbe utile in campi come i test genetici sugli antenati, la terapia genica e terapie cutanee anti-aging.   Entro il 2030-2040, la biologia sintetica potrebbe avere un impatto economico sui prodotti e servizi di consumo fino a 800 miliardi di dollari all’anno.

La biologia sintetica potrebbe anche essere utilizzata per aumentare l’efficienza nella produzione di energia pulita e biocarburanti. Ad esempio, le microalghe sono attualmente in fase di «riprogrammazione» per produrre energia pulita in modo economicamente fattibile.   Questo, insieme ad altri miglioramenti materiali ed energetici attraverso metodi di Biologia sintetica, potrebbe avere un impatto economico diretto fino a 300 miliardi di dollari ogni anno.   Questa nuova disciplina scientifica, tuttavia, oltre che lauti guadagni conduce a rischi esiziali del tutto nuovi per il nostro pianeta e per la razza umana.

 Apportare modifiche a qualsiasi sistema biologico può avere effetti a catena su interi ecosistemi o specie. Quando qualsiasi forma di vita viene manipolata, le cose non vanno sempre secondo i piani.

Alcune applicazioni della Biologia sintetica, come l’editing di embrioni, sono ovviamente ancora controverse – per il momento. Se questi tipi di applicazioni diventassero mainstream, potrebbero avere enormi implicazioni per la società, con il potenziale per aumentare la polarizzazione all’interno delle comunità.   Un’ulteriore preoccupazione è per le armi biologiche:  la Biologia sintetica potrebbe essere utilizzato per ricreare virus o manipolare batteri per renderli più letali, creando strumenti di morte.         Immagine di NIH Image Gallery via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)        
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Biologia sintetica

Mirror humans, inversione materiale del libro della vita

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Su questo sito vi abbiamo parlato spesso di George Church. È uno scienziato, ma gli effetti di ciò che sta facendo avranno impatto ben oltre l’accademia.

 

Di fatto, il suo pensiero e la sua opera lo fanno uno degli uomini chiave del XXI secolo. Professore di genetica all’Harvard Medical School e al politecnico bostoniano MIT, ha amicizie altolocatissime nelle massime industri informatiche. È un bel personaggio: dislessico, vegano, narcolettico, su Renovatio 21 ne abbiamo parlato perché vuole lanciare un Tinder basato sulla genetica: o meglio, una app di appuntamenti eugenetici, dove la compatibilità cromosomica genera figli migliori. Ad inizio pandemia lo abbiamo anche incontrato tra il giro dei biologi che si stavano preparando un vaccino COVID fai-da-te.

 

Ciò che rende il Church unico è il fatto che si tratta del più radicale tra coloro che premono per modificare la creazione tramite la biotecnologia.

 

È considerato uno pionieri del CRISPR, cioè della tecnica di bioingegneria introdotta nel 2014 permette modifiche genetiche di alta precisione. Come ripetuto da Renovatio 21, il CRISPR, che gode ora dei miliardi di Bill Gates, si candida ad essere la porta attraverso la quale tutta la vita animale e vegetale passerà per esistere.

 

Church anni fa scrisse un libro-manifesto, Regenesis (2014). Senza tanti pudori, il professore ammette di essere alla cerca una ri-creazione della realtà vivente per tramite della bioingegneria. L’operazione più dimostrativa delle sue idee consiste della famosa de-estinzione del Mammuth, di cui abbiamo parlato su Renovatio 21. Il Church vuole clonare il pachiderma siberiano e impiantarlo nell’utero in affitto di una elefantessa, per poi ripopolare la tundra (dove ha preso contatti) e, secondo i calcoli, contribuire alla lotta al cambiamento climatico: «Un mammut clonato ci salverà dal surriscaldamento globale» ha titolato, eccezionale, Vanity Fair.

 

Il libro ha un’importanza storica per Church. Le sue 53.000 parole e 11 immagini sono state tradottoe nell’alfabeto del DNA, cioè nella successione di A, T, G e C. Si tratta della prima traduzione di un volume interno in lingua deossiribonucleica.

 

Tuttavia, in Regenesis, Church propone qualcosa che va perfino al di là dell’ingegneria genetica, della clonazione e della resurrezione dei mammutti.

 

Lo scienziato prende a parlare, seriamente, della possibilità di inventare una nuova specie nuova di esseri umani che siano totalmente immuni dalle malattie. Nel libro Questi esseri artificiali sono chiamati mirror humans: umani-specchio.

 

I mirror humans sono materialmente differenziati rispetto agli umani così come li conosciamo. Non si tratta nemmeno di una differenza a livello genico, ma, ancora più a fondo, di una alterità nella stessa struttura della materia organica.

 

Il concetto di partenza: le più piccole molecole che costituiscono la vita (quelle che poi assemblate formano il DNA, l’RNA e le proteine) presentano una caratteristica, la chiralità. La parola deriva dal greco keiros, la mano. Ogni molecola chirale può avere quindi una sua versione speculare.

 

L’idea vi diviene chiare se congiungete le mani: sono simmetriche, ma non sono identiche, sono una il rovescio dell’altra. Dispongono delle stesse parti (il palmo, le falangi, falangine, falangette) ma sono capovolte l’una rispetto all’altra, come in uno specchio.

 

Possiamo pensare ad una molecola chirale come la versione per mancini dell’altra. L’esempio non è peregrino: la Vita, per motivi non ancora spiegati, sembra favorire una certa mano, per esempio la grande maggioranza degli amminoacidi sono nella forma, diciamo, della mano sinistra. Perfino gli amminoacidi rinvenuti nello spazio sembrano seguire questa preferenza biocosmica.

È da qui che parte Church: perché non costruire un organismo partendo da molecole chirali? Perché non creare un «organismo-specchio»? Perché non concepire una vita-specchio, basata sulla biochimica chirale?

 

I mirror-organism pensati da Church non sono di facile gestione: avrebbero bisogno di cibo-specchio, pena la mancata indigestione. Parimenti, un organismo-specchio non potrebbe essere assimilato da un predatore qualora ne divenisse il pasto.

 

Tuttavia c’è un vantaggio infinitamente più grande che si otterrebbe con i mirror-organisms: l’immunità da ogni malattia.

 

Virus, batteri, tossine, ogni agente vettori di malanno non potrebbe fare nulla all’organismo chiralizzato, perché, semplicemente, chimicamente non più compatibile.

 

Si tratterebbe di una cosa non di poco conto, in un mondo ossessionato dalla malattia e divenuto totalmente divenuto risk-averse, come dimostrato dal totalitarismo vaccinale innestatosi in questi anni. Sarebbe, di certo, la garanzia di salute definitiva… a costo dell’inversione materiale della natura umana.

 

È inutile nascondersi che per una fetta di popolazione sempre maggiore – quella triplovaccinata, quella dell’imperativo del condom, quella che, imbevuta definitivamente dalla Necrocultura, ha abdicato all’idea stessa di una natura umana da difendere – perché questa prospettiva può esercitare un richiamo di non poco conto.

 

Quindi, possiamo procedere. Nello scenario. La domanda da porsi subito è: i mirror-humans si potrebbero riprodurre?

 

Hanno tentato di rispondere Kelly e Zach Weinersmith nel libro Soonish: Ten Emerging Technologies That Will Improve and/or Ruin Everything («Prestìno: dieci tecnologie emergenti che miglioreranno e/o rovineranno tutto»), in uno dei rarissimi testi che accenna alla prospettiva degli umani-specchio.

 

In un capitolo, i due autori scrivono che «le coppie composte da persone di diverso tipo speculare potrebbero essere in sintonia, ma non produrrebbero alcun frutto vivente, perché non si possono mescolare persone mancine e destrorse quando si tratta di materiale genetico».

 

In pratica, l’uomo «naturale» sarebbe quindi parzialmente sterilizzato. L’uomo non «migliorato» dalla biochimica chirale, sarebbe reso incapace di procedere liberamente nella società del futuro. Se pensiamo che oggi coloro che spingono per la sierizzazione genica mRNA sono gli stessi che finanziano il controllo delle nascite, ci sintonizziamo meglio sul significato sottostante.

 

Si tratta del resto della costruzione di una nuova società umana, un Mondo Nuovo ancora più distopico di quanto immaginato da Huxley, con caste basate sulla biochimica fondamentale.

 

«Sebbene i mirror-humans sembrerebbero più o meno degli umani ai nostri occhi, sarebbero membri di una specie separata: essendo popolazioni geneticamente isolate, col tempo andremmo lentamente dall’essere simili ma incompatibili con le diverse caratteristiche fisiche e psicologiche».

 

Ecco, la razza superiore, un concetto forse tornato di moda con i peana al battaglione Azov. La nuova élite planetaria sarà chirale o non sarà. Ruotiamo la svastica dal lato opposto: si può.

 

 «Sapendo che noi originali siamo il loro specchio crivellato dalla malattia, probabilmente non ci vorrà molto prima che i mirror-humans ci guardino come fossimo un’orda di zombie» scrivono i due autori.

 

Già, zombie. Cioè, letteralmente, esseri non-viventi, creature antropomorfe prive di ogni dignità, quindi sacrificabili indefinitamente. Ce lo hanno insegnato tante serie TV e tanti videogiuochi birichini: gli zombie potete mitragliarli, investirli col camion, squartarli con la motosega, bruciarli col lanciafiamme, etc.

 

L’importante è l’eliminarli in massa, che è una cosa buona è giusta: di più, è un imperativo sanitario. Se siete non-vaccinati e in cuor vostro pensate che i vaccinati siano degli zombie, in realtà non avete capito che tutto il mondo è stato addestrato in questi anni a vedere voi come dei morti viventi da estirpare senza pietà, magari pure con un certo gusto sadico finalmente slatentizzato legalmente.

 

Ora, noi naturali siamo gli zombie dei vaccinati. I vaccinati saranno gli zombie dei bioingegnerizzati – che già in parte potranno essere scevri da malattie, come le supergemelle cinesi immuni all’HIV. Tuttavia, apprendiamo qui come i bioingegnerizzati saranno gli zombie dei mirror-humans.

 

Con gli uomini-specchio, si compirà forse l’azione che più plasticamente rappresenta il lavoro di Satana: l’inversione. Pensateci: se la vita è un libro, i mirror-humans sono fatti con un alfabeto opposto a quello degli esseri umani come creati da Dio. La Vita, nella sua materia più intima, invertita. Sì, come un Padre nostro al contrario…

 

C’è un antico libro che, ad un certo punto, si metteva a scrivere del al «libro della vita».

 

«La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall’Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà» (Ap 17, 8)

 

«E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap 20,15)

 

Le parole dell’Apocalisse di San Giovanni ci donano immensa speranza.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

Immagine di sicklizard via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)

 

 

 

 

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