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Cripto bancarotta, le strane storie intorno al ragazzino che guidava FTX: Davos, COVID, Ucraina e il Partito Democratico USA

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Il World Economic Forum ha cancellato la pagina sul suo sito web dedicata al partenariato con la società di scambio di criptovalute FTX dopo la clamorosa implosione dell’azienda la scorsa settimana.

 

Dove una volta si trovava una pagina WEF che collegava al «partner» FTX.com, i visitatori dell’URL https://www.weforum.org/organizations/ftx vengono ora reindirizzati a una pagina 404 con la scritta «Spiacente, ma non riusciamo a trovare la pagina che stavi cercando».

 

Quello che si trovava in quella pagina, tuttavia è (per il momento) ancora accessibile dalla Waybackmachine, il sito che tenta di fungere da archivio dell’intera internet.

 

Il lettore può verificare a questo indirizzo: https://web.archive.org/web/20221112024919/https://www.weforum.org/organizations/ftx

 

Prima della cancellazione della pagina, il sito web dell’ente globalista di Davos indicava il suo partner FTX come «uno scambio di criptovaluta costruito da trader, per trader».

 

La pagina del WEF promuoveva quindi le virtù della società ora in bancarotta. «FTX offre prodotti innovativi tra cui derivati ​​del settore, opzioni, prodotti di volatilità e token con leva finanziaria. Si sforza di sviluppare una piattaforma abbastanza solida per le società di trading professionali e abbastanza intuitiva per gli utenti alle prime armi».

 

Il CEO di FTX Sam Bankman-Fried, a cui tutti si riferiscono con le iniziali SBF, aveva parlato al vertice del maggio 2022 del WEF a Davos, riporta il New York Post.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Bankman-Fried, che gestiva l’operazione cripto da miliardi di dollari in una villa (ora in vendita per 40 milioni) nel paradiso fiscale delle Bahamas con altri giovanissimi come lui, alle ultime elezioni si è piazzato, con 40 milioni di dollari in donazioni, come secondo maggior donatore del Partito Democratico USA. Il primo, come sappiamo, è George Soros.

 

La zia di Bankman-Fried, Linda P. Fried, è anche co-presidente di una realtà WEF chiamata Global Future Council on the Future of Human Enhancement, la cui traduzione suona transumanista quanto inquietante: «Concilio Globale Futuro per il Potenziamento Umano».

 

Il fratello di SBF, Gabriel Bankman-Fried, è uno dei fondatori di un ente chiamato Guarding against Pandemics («Guardia contro la Pandemia»), abbreviato in GAP. Il sito scrive che GAP «sostiene gli investimenti pubblici per prevenire la prossima pandemia» e «sta spingendo il Congresso USA a includere un investimento di 30 miliardi di dollari nell’imminente disegno di legge sulla riconciliazione del bilancio – meno dell’1% del costo totale del disegno di legge – per prevenire la prossima pandemia».

Sembrerebbe trattarsi, insomma, di una grande operazione di lobbyismo pandemico.

 

La pagina del sito di GAP con la biografia del fratello di Bankman, Fried, Gabriel detto Gabe, risulta ora – sorpresa – scomparsa anche quella: «404 Page Not Found».

 

Cosa piuttosto strana, quando si clicca per vedere la copia cache (cioè il testo che dovrebbe essere rimasto registrato sui server del motore di ricerca) del primo risultato Google che porterebbe alla pagina di About con la biografia del fratello del giovane bancarottiere, Google piazza una strana schermata in sovraimpressione, mai vista prima, di cui non capiamo bene il significato. La cosa, tuttavia, ci ha fatto pensare a quando dal motore di ricerca spuntarono fuori risultati inaspettati scrivendo «mass formation psychosis», concetto di psicologia sociale che cominciò a diffondersi qualche mese fa riguardo agli effetti della pandemia sulla psiche dei popoli.

 

 

La copia cache, nonostante lo step aggiuntivo messo da Google, al momento è ancora presente.

 

La Waybackmachine mostra che la pagina al 12 novembre era ancora là.

 

È riportato che anche Sequoia Capital, colossale fondo Venture Capital di investimenti tecnologici, avrebbe rimosso la pagina in cui faceva un radioso ritratto del giovane Bankman-Fried, sulla cui azienda Sequoia avrebbe investito 200 milioni di dollari. Si narra che il ragazzo durante un incontro virtuale con il grande investitore stesse contemporaneamente giocando al suo videogiuoco preferito, League of Legends. L’investimento fatto su FTX ora vale zero.

 

Bankman, grande donatore dei Democrat, si dice che avesse in realtà promesso 1 miliardo. In un video cringe ogni oltre possibile livello di tolleranza – e preghiamo di astenersi da diagnosi riguardo a possibili disturbi, anche se di moda – si vede il ragazzino capelluto che promette, tramite un tizio più estroverso di lui che parla in sua vece, di donare nel prossimo decennio 10 miliardi di dollari.

 

 

Dove sarebbero andati tutti questi soldi? Certo, al Cambiamento Climatico, alla risposta al COVID, al «benessere animale» etc. Ai «valori» rimasti ai progressisti per continuare a dominare le nostre vite in forma sempre più tirannica.

 

Più inquietante, per il lettore che segue da anni Renovatio 21, vedere che nel video sono citate anche, come destinazione dei miliardi del ragazzino-cripto, anche le «malattie tropicali neglette». L’immagine che usano è quella della zanzare. Si tratta di un ulteriore spinta, a suon di miliardi, al progetto di bioingegneria CRISPR per creare zanzare sterili che stanno venendo rilasciate ancora ora nell’ambiente senza dibattito, lanciate dal soldo della Gates con il Pentagono e di altri con la scusa della lotta alla malaria?

 

Sembrerebbe. Ricordiamo pure che uno che a questi programmi ha lavorato attivamente, come visibile nel documentario Netflix Innatural Selection, ora siede nel Parlamento italiano tra le file del PD. Sappiamo pure come la cosa potrebbe evolvere: parlare di zanzare vaccinatrici non è più fantascienza su cui sorridere, né lo è pensare che imparato come si sterilizza una specie, si può passare alla prossima, che è proprio quella che l’oligarcato mondiale vuole da sempre ridurre, dicendolo pure apertamente.

 

Insomma, quello enunciato è il solito luminoso programma di controllo del mondo che abbiamo imparato a conoscere, da Gates in giù, con tutti i caporioni dei partiti della cosiddetta sinistra a trasmettere il messaggio come ripetitori, implementando ad esempio le politiche decise da enti strafinanziati dall’oligarchia come l’OMS.

 

Del resto, si sprecano video e foto del ragazzino in t-shirt e sguardo perso assieme ai vari Bill Clinton, Tony Blair e altre figure dell’oligarcato goscista globale. Nel 2020 il Bankmanno si piazzò come secondo maggior donatore della campagna elettorale di Biden, con 5,2 milioni di dollari.

 

 

Durante il picco della sua attività, il Bankman-Fried (dove Fried si pronunzia alla tedesca, «frid», ma è impossibile non leggere il suo doppio cognome con il più consono «banchiere fritto») arrivò a valere 26 miliardi di dollari, divenendo il più giovane billionaire del pianeta.

 

In USA si sprecano le voci su un suo coinvolgimento nella guerra Ucraina in uno schema finanziario transatlantico. Osservatori di fede trumpiana parlano di un processo di lavaggio di danaro globale via Ucraina che darebbe conto dell’incredibile volontà USA di mandare miliardi a Kiev. Si tratta di illazioni smentite con sdegno da Alex Bornyakov, viceministro della trasformazione digitale dell’Ucraina, che su Twitter ha parlato teoria del complotto attorno al presunto sforzo di raccolta fondi di criptovalute del Paese.

 

 

«Una fondazione di raccolta fondi per criptovalute @_AidForUkraine ha utilizzato @FTX_Official per convertire le donazioni di criptovalute in fiat a marzo. Il governo ucraino non ha mai investito fondi in FTX. L’intera narrazione secondo cui l’Ucraina avrebbe investito in FTX, che ha donato denaro ai democratici, è una sciocchezza, francamente» scrive il viceministro di Zelens’kyj.

 

«L’Ucraina, che ha raccolto centinaia di milioni in criptovalute questa primavera, oltre a una tradizionale campagna in monete fiat per sostenere la sua popolazione militare e civile, ha collaborato con FTX a marzo per incassare donazioni crittografiche e trasformarle in munizioni e aiuti umanitari» spiega Coindesk. «FTX, insieme all’exchange ucraino Kuna, è diventato una piattaforma per trasformare le criptovalute in beni reali per la Nazione in guerra».

 

Tulsi Gabbard ieri ha detto alla TV americana che non capisce perché uno Stato in guerra si debba servire di criptovalute, che oltre che altamente volatili sono classicamente considerate murky, opache. È facile che nelle prossime settimane la linea dei conservatori americani – o meglio, di coloro che intendono portare avanti in qualche modo la lotta contro il Partito Democratico – sarà questa, che potrebbe far saltare definitivamente il sostegno finanziario e financo militare degli USA all’Ucraina, se lo scandalo raggiungesse una determinata magnitudine. Ma, considerando l’attuale panorama mediatico, completamente asservito al potere Democrat e alle sue menzogne, la cosa è difficile che accada.

 

Va considerato del resto, che il lavoro è già fatto: dopo spogli lunghi quanto indecenti, le elezioni sono finite ed è andata benissimo per i democratici, che si tengono il Senato per un seggio solo (quello giocatosi a Las Vegas: davvero quadretto molto simbolico) e che soprattutto, è emerso in queste ore, hanno neutralizzato l’elezione a governatore dell’Arizona della mega-MAGA trumpiana Kari Lake, che era intenzionata a riguardare dentro la catastrofe dei conteggi elettorali dell’Arizona nel 2020, durante l’elezione che portò alla Casa Bianca il senile Biden.

 

Nel frattempo, il caso di FTX continua a montare, con dettagli sempre più spiazzanti. Su Reddit, il popolare forum di confronto online, si discute delle voci secondo cui FTX sarebbe stato un «sex-cult», una setta sessuale. Erano saltate fuori speculazioni sulla pratica del «poliamore», molto in voga tra i millennial tecnologici: in pratica, ti fai chi ti vuoi senza barriere morali, qualcosa che quindi non è nemmeno possibile chiamare poligamia.

 

Va ricordato qui che il Bankmann-Fried si descrive come effective altruist, «altruista effettivo», cioè seguace di una linea filosofico-filantropica portata avanti dal pensatore utilitarista Peter Singer, già noto per le sue posizioni su infanticidio (chiamato «aborto postnatale», e possibile sui bambini, che non sono «autonomi», ma non sugli scimpanzé, che alla nascita se la cavano meglio), eutanasia (anche «non-volontaria»), maternità surrogata, e diritti animali (comprese le zozzerie).

 

Emerge poi un’altra figura, quella della 28enne Caroline Ellison, considerata per qualche ragione «genio» e «ragazza prodigio». La Ellison guidava Alameda Research, un fondo di trading quantitativo creato dal Bankmann-Fried andato a gambe all’aria in queste settimane, al quale FTX avrebbe trasferito metà (!) dei fondi dei suoi clienti. La Ellison sarebbe una ex ragazza del giovane miliardario. Questa è la foto

 

In rete gira pure un suo elogio dell’anfetamina contro la «stupida (…)normale, non medicalizzata esperienza umana».

 

 

In una clip che gira su Twitter, la giovane ragazza-genio dell’azienda tecnologica sembra dire che da lei non si fanno «analisi tecniche». Nell’intervista, riporta il Daily Mail, la Ellison gongolava di non aver nemmeno bisogno della laurea in matematica per dirigere la società di Bankman-Fried.

 

 

Più va avanti, più la storia diventa strana e a tratti incredibile.

 

Siamo davvero finiti in un mondo guidato da corrotti e ragazzini, senza che vi sia più nemmeno la volontà di dissimulare le cose?

 

Siamo davvero finiti su un pianeta che, oltre che ladro e assassino, ora è pure a tal punto svergognato?

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter; immagine modificata

 

 

 

Oligarcato

«Surreale» cena alla Casa Bianca con Trump, Zuckerberg, Bill Gates

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Il presidente Donald Trump ha organizzato una cena di alto profilo alla Casa Bianca, invitando i leader più influenti della Silicon Valley a discutere di intelligenza artificiale e investimenti negli Stati Uniti.

 

Tra i presenti figuravano Mark Zuckerberg, CEO di Meta Facebook, Tim Cook, CEO di Apple, Sam Altman, CEO di OpenAI, e Bill Gates, il fondatore di Microsoft con ampie attività filantrocapitaliste in corso. Molti di costoro in passato avevano pubblicamente criticato Trump. Elon Musk, tecnicamente il più ricco e di successo tra gli imprenditori tecnologici, un tempo stretto alleato di Trump, era assente, ufficialmente a causa di conflitti di agenda ma più probabilmente della rottura pubblica tra i due, non ancora sanata nonostante il ramoscello d’olivo mostrato da Trump negli scorsi giorni.

 

Il cosiddetto zar dell’Intelligenza Artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca David Sacks (già tra i fondatori di PayPal, poi divenuto investitore di Venture Capital e sostenitore MAGA) era presente alla cena con l’amico e compagno di podcast Chamath Palihapitiya, già dirigente di Facebook a cui è seguito un grande successo come investitore. I due hanno offerto un resoconto privilegiato dell’evento sul loro podcast «All-In».

 

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«Tutto è iniziato con un gruppo organizzato da Chamath nella Silicon Valley. Erano il nucleo centrale, e poi sempre più persone hanno voluto unirsi», ha detto Sacks. «Ben presto, il presidente ha invitato i massimi leader del settore tecnologico, e la sala si è trasformata nella sala che vedete. È davvero sorprendente la capacità del presidente Trump di convocare tutte queste persone. Direi che forse metà dell’industria tecnologica era presente in termini di capitalizzazione di mercato».

 

Il Palihapitiya, sposato con la stupenda ereditiera farmaceutica italiana Nathalie Dompè, nel video concorda col Sacks, spiegando che trovarsi in quella stanza «sembrava surreale».

 

«Vedi i leader delle aziende più importanti del mondo, tutti seduti insieme, con questo senso di allineamento e cooperazione. È stato davvero fantastico», ha detto il Palihapitiya. «Queste persone non devono presentarsi da nessuna parte, ma il fatto che il presidente abbia potuto convocarle la dice lunga su di lui e sul suo programma».

 

Palihapitiya ha affermato che i partecipanti hanno sostenuto «incredibilmente» le politiche di Trump, che ha contrapposto alle «difficoltà sotto Biden», osservando che «anche i liberali più convinti come Tim Cook e Bill Gates hanno ormai pienamente abbracciato il presidente Trump».

 

«Questo è una testimonianza del suo programma», ha affermato. Il Palihapitiya ha poi offerto un resoconto dettagliato di Trump che ospita i leader della tecnologia nella Roosevelt Room. «Vedevamo le persone più potenti che hanno costruito queste incredibili aziende: circa 30 persone, ma il tavolo ne può ospitare solo 15. Quindi c’erano Tim Cook, Sam Altman e Satya Nadella seduti su un divano, con Dylan Field e Alan Wag lì vicino, che si rilassavano», ha raccontato Palihapitiya. «Nel loro mondo, sono dei re, ma alla Casa Bianca sono cittadini americani lì per incontrare il presidente. L’ego di tutti è stato messo a dura prova».

 

«Poi ci hanno fatto mettere in fila indiana – Sundar [Pichai, CEO di Google, ndr], Satya [Nadella, CEO di Microsoft, ndr], Bill Gates – come se fossimo nel backstage di un concerto degli Zeppelin», ha aggiunto il finanziere cingalo-canadese, raccontando che il momento si è arricchito di un visita allo Studio Ovale, con partecipanti come Safra Catz di Oracle e suo marito che si sono intrattenuti per le foto al Resolute Desk.

 

Si è trattato momento improvvisato si è verificato quando il marito di Catz ha chiesto una penna, spingendo Trump a distribuire monete e penne. Sergey Brin di Google ha innescato una discussione politica che si è protratta fino alla cena, mentre la richiesta di un partecipante di avere la playlist di Trump ha portato alla musica dei Fleetwood Mac nel giardino delle rose della Casa Bianca, immortalata da Lisa Su del produttore di microchippi AMD.

 

«Il cameratismo, tuttavia, non è riuscito a mascherare la tensione di fondo: questi leader, un tempo critici accesi, ora sembravano dare priorità all’accesso e all’influenza rispetto ai loro principi passati, mettendo in dubbio se la loro precedente opposizione fosse autentica o semplicemente una posa per ottenere il favore del pubblico», scrive Zerohedge.

 

L’evento ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dei leader del settore tecnologico che un tempo si opponevano a Trump. Zuckerberg, che aveva bandito Trump dalle piattaforme di Meta nel 2021 dopo la rivolta al Campidoglio del 6 gennaio, aveva giustificato la mossa come una presa di posizione contro l’incitamento, attirandosi accuse di censura da parte dei sostenitori di Trump.

 

Nel 2016, Zuckerberg aveva criticato la retorica di Trump sull’immigrazione definendola divisiva durante la conferenza F8 di Meta. Cook, un acceso sostenitore della giustizia sociale, si era opposto al divieto di viaggio imposto da Trump nel 2017, definendolo «un approccio non corretto», mentre Altman aveva paragonato Trump a demagoghi «odiosi».

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Lo Zuckerbergo è stato filmato durante la serata mentre, interrogato dal presidente Trump sulla quantità di investimenti negli USA dei prossimi anni fa parte di Facebook, dice di volere impegnare circa 600 miliardi al 2028. Alcuni in rete accusano lo Zuck di essersi inventato al momento una cifra a caso che potesse compiacere il Trump, che, come noto, l’anno scorso in un libro fotografico aveva minacciato di dare l’ergastolo allo Zuckerbergo qualora fosse intervenuto come nel 2020 nelle elezioni 2024.

 

 

Molti hanno reagito malamente alle immagini di Bill Gates che pontifica a fianco di un’occhiuta Melania, paventando un cedimento del presidente.

 

Il Gates ha ostentato con vanto la sua carriera di filantrocapitalista riguardo alla sanità globale, che significa, ovviamente, vaccini.

 


Tuttavia, a poche ore dalla cena, Trump ha pubblicato su Truth Social un segmento di un vecchio documentario sui vaccini che mostra la loro assoluta pericolosità.

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Misteri

Il Congresso USA pubblica il filmato mancante della prigione di Epstein

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Una commissione del Congresso degli Stati Uniti ha reso pubblico il «minuto mancante» dalle riprese delle telecamere di sicurezza all’esterno della cella del miliardario pedofilo condannato Jeffrey Epstein, la notte della sua morte.   L’esistenza di questo filmato contraddice la precedente affermazione del Procuratore Generale Pam Bondi, secondo cui un minuto veniva cancellato ogni giorno a mezzanotte al reset delle telecamere.   Martedì, la Commissione per la Vigilanza e la Riforma del Governo della Camera ha pubblicato oltre 33.000 pagine relative al caso Epstein, in un contesto di crescente pressione sull’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) e l’FBI hanno finora insistito sul fatto che il defunto finanziere non avesse tenuto alcuna «lista di clienti» per la sua rete di pedofili.   I filmati di sorveglianza precedentemente pubblicati, provenienti dal blocco di celle di Epstein, mancavano di un minuto, dalle 23:59 alla mezzanotte del 9 e 10 agosto, scatenando diffuse speculazioni e accuse di insabbiamento. La sua morte è stata ufficialmente dichiarata suicidio.   Nel video appena diffuso, poco dopo il minuto 11:59, un uomo si allontana dal banco della guardia e scompare dall’inquadratura. Il campo visivo limitato della telecamera di sicurezza non mostra l’ingresso della cella di Epstein.    

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L’assenza di un errore nella registrazione contraddice la spiegazione precedentemente fornita da Bondi. «Quello che abbiamo appreso dal Bureau of Prisons è che ogni notte il video viene resettato e ogni notte dovrebbe mancare lo stesso minuto», aveva dichiarato ai giornalisti a luglio.   Nel video appena pubblicato mancano i metadati, ovvero informazioni tecniche solitamente incorporate in un file, che potrebbero aiutare a confermare che si tratta di un filmato grezzo e non modificato.   Il «minuto mancante» è anche di qualità molto inferiore, ha un frame rate ridotto e un formato di testo sullo schermo diverso, ha affermato mercoledì la CBS News, citando esperti forensi in materia di video.   La conclusione del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI secondo cui Epstein non aveva tenuto alcuna «lista di clienti incriminanti» ha provocato una forte reazione da parte di legislatori e commentatori di spicco.   Trump, che durante la sua campagna di rielezione aveva promesso di pubblicare i file su Epstein, ha risposto alle critiche sulla sua gestione del caso, sostenendo che solo gli «stupidi» insistono nel voler vedere la presunta lista dei clienti del trafficante di sesso. Trump, che nega l’insabbiamento, aveva ordinato la pubblicazione delle trascrizioni riguardante Epstein.   Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa Trump aveva dichiarato che la sua amministrazione mai avrebbe pubblicato i video sequestrati ad Epstein.   Ieri la Commissione per la vigilanza e la riforma del governo della Camera USA ha pubblicato più di 33.000 pagine di documenti relativi al caso, stranamente in formato immagine, quindi non facilmente indicizzabile.   Secondo Tucker Carlson l’Intelligence starebbe proteggendo, più che Trump, il network di potere attorno a Epstein. Alcuni speculano sul fatto che la verità sul caso del magnate pedofilo potrebbe in realtà compromettere per sempre i rapporti con lo Stato di Israele, di cui Epstein è accusato di essere una spia.

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Intelligence

Il Congresso USA pubblica la prima serie di file su Epstein

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La Commissione per la vigilanza e la riforma del governo della Camera USA ha pubblicato più di 33.000 pagine di documenti relativi al finanziere caduto in disgrazia e condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein.

 

Martedì sera la commissione del Congresso degli Stati Uniti ha pubblicato sul suo sito web un link alle 33.295 pagine.

 

Il presidente James Comer ha citato in giudizio il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il ​​mese scorso, dopo che un’indagine del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI aveva concluso che Epstein non aveva tenuto alcuna «lista dei clienti». La rivelazione ha spinto i Democratici e alcuni Repubblicani ad accusare il Presidente Donald Trump di insabbiamento.

 

Parlando ai giornalisti martedì, Comer ha promesso la massima trasparenza e si è impegnato a pubblicare il resto dei documenti il ​​prima possibile. «Continueremo a seguire i fatti e a chiedere giustizia per questi sopravvissuti», ha dichiarato il Comitato di Vigilanza.

 


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Il giornalista Nick Sortor, tuttavia, ha sottolineato che ogni file è formattato come un’immagine individuale, il che rende «molto difficile la consultazione da parte del pubblico». La scelta potrebbe essere dettata o da incompetenza o dalla volontà di rendere difficile la ricerca.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione Trump sembra aver tentato di sviare l’attenzione dal caso, con il presidente a dire che «solo gli stupidi si interessano dei file di Epstein». Il presidente aveva pure detto che l’amministrazione mai pubblicherà i video. In seguito alla rivolta dei suoi sostenitori, Trump, che nega l’insabbiamento, aveva ordinato la pubblicazione delle trascrizioni riguardante Epstein.

 

Si tratta di una grande giravolta – un tradimento – rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Si ritiene che, nel frattempo, sia successo qualcosa: forse qualcuno ha disegnato un particolare al presidente.

 

Secondo Tucker Carlson l’Intelligence starebbe proteggendo, più che Trump, il network di potere attorno a Epstein. Alcuni speculano sul fatto che la verità sul caso del magnate pedofilo potrebbe in realtà compromettere per sempre i rapporti con lo Stato di Israele, di cui Epstein è accusato di essere una spia.

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