Epidemie
Wuhan simula il blackout. Per coincidenza, nel settembre 2019 si esercitava su emergenze epidemiche
La famigerata città di Wuhan, in Cina, ha condotto una massiccia simulazione di interruzione di corrente di emergenza alla fine del mese scorso, secondo l’agenzia di stampa ufficiale del Partito Comunista Cinese (PCC) Xinhua News Agency.
La simulazione non può non inquietare, se si pensa al suo scopo ultimo e alle possibili implicazioni. Specialmente considerando che la stessa città aveva condotto una simulazione del coronavirus alcuni mesi prima dell’inizio della pandemia di COVID-19 a Wuhano.
L’esercitazione dello scorso 28 novembre, che simulava un «disastro naturale causato da forti condizioni meteorologiche convettive» ed era «basata sulla situazione reale nella città di Wuhan», ha coinvolto 22 unità e dipartimenti del governo di Wuhan, ha riferito Xinhuanet.
Secondo la testata, la simulazione ha imitato gli effetti di un’interruzione della rete elettrica su larga scala in cui «le persone sono rimaste intrappolate, le aziende sono state costrette a sospendere e ridurre la produzione mentre aeroporti, ospedali, metropolitane, comunicazioni, ecc. venivano gravemente colpiti». Tutto ciò avrebbe un impatto significativo «sulla produzione e sulla vita delle persone e delle aziende in questa regione».
Le unità partecipanti e i dipartimenti governativi hanno implementato sforzi simulati di risposta alle emergenze «per evitare disastri secondari dopo la messa a terra degli aerei dell’aeroporto, l’interruzione della metropolitana, l’interruzione della corrente elettrica dell’ospedale e l’interruzione dell’ascensore residenziale a molti piani a causa della disconnessione della linea, del crollo della torre e del danno al trasformatore».
È stata quindi simulata l’assegnazione di «risorse di salvataggio e ripristino della produzione e della vita in modo ordinato».
Secondo Xinhuanet, l’esercitazione «ha dimostrato pienamente le superbe capacità e le attrezzature avanzate della squadra di soccorso di emergenza della State Grid Wuhan Power Supply Company», la società pubblica che elettrifica la provincia dell’Hubei. La simulazione sarà utilizzata per «rafforzare il collegamento tra governo e imprese, creare un sistema di gestione della risposta alle emergenze elettriche con caratteristiche di Wuhan, eliminare i rischi per la sicurezza in modo tempestivo e garantire il funzionamento sicuro e stabile della rete elettrica di Wuhan».
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La simulazione su larga scala non è necessariamente unica per Wuhano o insolita di per sé, scrive Life Site. All’inizio di novembre, le autorità hanno condotto un’esercitazione molto più piccola che prevedeva un’interruzione di corrente simulata nel distretto di Wan Chai di Hong Kong per «migliorare la collaborazione, la prevenzione e la preparazione alle emergenze nella gestione delle emergenze locali», ha riferito il giornale hongkonghese The Standard.
L’attivista per i diritti umani e autrice di origine cinese Jennifer Zeng ha detto di non avere un buon presentimento riguardo alla simulazione dell’interruzione di corrente, in particolare considerando la sua scala e ubicazione nella metropoli dell’Hubei. Secondo la Zeng, 30 giorni prima dei Giochi mondiali militari di Wuhano nel 2019 e pochi mesi prima dello scoppio del COVID-19 in tutto il mondo, Wuhano aveva anche ospitato un esercizio di preparazione… questa volta simulando «l’intero processo di gestione di una nuova infezione da coronavirus».
Nella simulazione, secondo un articolo ufficiale del 19 settembre 2019 pubblicato dal Chutian Transportation Broadcasting e ristampato su Sina.com, «un passeggero dell’aereo in arrivo non stava bene, aveva difficoltà respiratorie e aveva segni vitali instabili». La dogana aeroportuale immediatamente lanciava «un piano di emergenza, effettuando rapidamente il trasferimento dei casi e la sanificazione degli aeromobili, conducendo ispezioni a stretto contatto» e monitorando «persone infette e contatti generali».
«Due ore dopo, il Centro emergenze di Wuhan ha riferito che al caso trasferito era stato diagnosticato clinicamente un nuovo coronavirus», si legge nell’articolo.
Un altro rapporto ufficiale del settembre 2019 afferma che la simulazione «ha praticato indagini epidemiologiche, indagini mediche e quarantena temporanea», nonché «isolamento e test, trasferimento dei casi, trattamenti igienico-sanitari e altri aspetti».
«Quindi, dopo questa esercitazione di interruzione di corrente su larga scala, cosa potrebbe succedere dopo?» si chiede la Zeng in un post su Twitter. «Non mi sento molto bene a riguardo».
#Wuhan City Conducts Large-Scale #PowerOutage Emergency Drill. Why?
According to official reports, on November 28th, Wuhan City held its 2023 Large-Scale Power Outage Emergency Drill, the largest one in 10 years.
The drill simulated a natural disaster caused by severe convective… pic.twitter.com/ENPstYtwOJ— Inconvenient Truths by Jennifer Zeng 曾錚真言 (@jenniferzeng97) December 2, 2023
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Il presidente del Population Research Institute Steven Mosher, sinologo di fama, ha detto a LifeSite che la recente interruzione simulata di elettricità da parte del PCC, come le misure di lockdown per il COVID-19, fanno parte degli sforzi della nazione militarista per rafforzare la sua preparazione alla guerra.
«Le varie azioni del PCC, dalla simulazione di un’interruzione di corrente a Wuhan al lockdown di intere città durante il COVID, hanno molteplici spiegazioni», ha detto Mosher. «I lockdown del COVID non sono mai stati giustificati dal punto di vista medico, poiché non hanno fermato la diffusione del virus e hanno causato molti decessi e danni accessori. Come l’attuale interruzione di corrente a Wuhan, erano in parte esercitazioni di protezione civile, intese a instillare obbedienza nella popolazione in caso di disordini interni o guerra all’estero».
«Un partito comunista è prima di tutto un partito di guerra», ha continuato Mosher. «È organizzato su linee militari, gestisce un’economia pianificata ed è sempre pronto a utilizzare ogni risorsa a sua disposizione per schiacciare l’opposizione interna ed espandere il suo potere. Questa è la natura stessa di questa ideologia odiosa».
La questione dei blackout era emersa con grande forza lo scorso inverno, quando si palesò la crisi energetica europea – e globale – seguita alla guerra ucraina, con l’isolamento della Russia, grande fornitore di energia a basso costo, dal circuito economico internazionale.
Quando cominciò lo shock dei prezzi energetici, si calcolava che un miliardo di persone sarebbe presto divenuto a rischio di stare senza corrente.
Seguì quantità di blackout effettivi o minacciati in ogni angolo della Terra: dalla Svezia allo Sri Lanka, dall’Australia al Giappone, dal Texas alla Kazakistan, dal Pakistan alla Turchia, dalla Francia alla Svizzera, da Taiwan a Porto Rico. La Cina stessa aveva dato segno di voler preparare la popolazione alle carenze energetiche. Nella lista va inclusa ovviamente l’Italia, con blackout che si sono manifestati anche la scorsa estate.
In Germania l’inverno passato si misero a pensare esattamente a un green pass energetico così come a pazzesche consegne di contante nelle case della gente in caso di interruzione totale dell’elettricità. Si tratta del Paese che a causa della privatizzazione ha rischiato a inizio anno un blackout del gas, ad un certo punto a marzo 2022 le ferrovie hanno fermato tutti i treni merci a causa della mancanza di corrente elettrica, mentre lo Stato mandava in onda spot apocalittici per preparare i tedeschi (e gli immigrati in Germania, a giudicare dal video) ad un inverno in cui poteva venire a mancare il riscaldamento – dove si era arrivati ad ipotizzare l’esistenza di veri e propri «sfollati energetici».
È stato affermato che un miliardo di persone sarebbero state a rischio di assenza di elettricità.
La situazione ammessa, o forse meglio dire auspicata, anche nella Davos del Grande Reset dal gruppo estremista chiamato World Economic Forum.
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Proprio al WEF e al suo guru pensiamo dinanzi a notizie come questa. E non potrebbe essere altrimenti.
Klaus Schwab is literally telling us what's going to happen next. 👇🏼 pic.twitter.com/BzkfANqzvA
— Stew Peters (@realstewpeters) January 12, 2023
Klaus Schwab varie volte ha parlato dell’avvento di una «cyber-pandemic», una «ciber-pandemia», un attacco informatico per il collasso sistemico totale, un evento catastrofico che toglierà internet – i cui blackout già aumentano in tutto il mondo – mettendo in ginocchio il pianeta. Il danno, tuttavia potrebbe andare ben al di là di Internet.
Da decenni, oramai, si parla di «bombe logiche»: esperti di cybersecurity ritengono che in vari Paesi, piantati nel profondo dei sistemi informatici di rilevanza nazionale (dighe, centrali energetiche, acquedotti, ferrovie, reti petrolifere, aeroporti, pompe di benzina), esistano dei virus cibernetici da avversari geopolitici – vere e proprie armi di guerra cibernetica, pronte ad essere detonate al momento del conflitto, causando catastrofi in grado di paralizzare l’intera nazione.
La Cina si prepara alla guerra per Taiwan, o più generalmente, si prepara ad una guerra a tutto campo, una guerra moderna in cui la popolazione viene privata di ogni energia?
A cosa stanno preparando, ancora una volta, la popolazione cinese?
Perché sono partiti, un’altra volta, da Wuhan? Pechino sa qualcosa? Condivide, ancora, un piano, che non conosciamo?
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Epidemie
L’OMS non ha «annacquato» il suo Trattato Pandemico
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«Una forma di ricatto negoziale»
Il giornalista indipendente James Roguski ha raccontato i negoziati sia per l’«accordo pandemico» che per gli emendamenti IHR nel suo Substack. In un post del 18 aprile, ha affermato che i negoziati sul proposto «accordo pandemico» sono «falliti». Questo fallimento, ha affermato Roguski, non lascia altra scelta all’organismo negoziale intergovernativo se non quella di proporre alle nazioni di firmare un documento incompiuto e accettare di rinviare i dettagli in un «futuro lontano», attraverso l’approvazione di una proposta di risoluzione sul «Trattato sulla pandemia». In un post separato di Substack del 23 aprile, Roguski ha scritto che l’organismo negoziale intergovernativo sta «ricorrendo a una forma di ricatto negoziale», «tentando di fare pressione sui paesi membri dell’OMS affinché adottino e firmino un accordo incompleto» nella riunione del mese prossimo. Secondo Roguski, la «minaccia non così sottile» è che se gli Stati membri non firmano il documento incompleto, «non saranno in grado di continuare a partecipare ai successivi negoziati per definire i dettagli». Gli Stati membri possono firmare l’«accordo pandemico» presso la sede dell’OMS a Ginevra dal 28 maggio al 28 giugno e presso la sede delle Nazioni Unite a New York dall’8 luglio 2024 al 7 luglio 2025. Roguski ha scritto il 18 aprile: «Hanno sempre desiderato raggiungere un accordo vuoto per istituire una Convenzione quadro e una nuova burocrazia (la Conferenza delle parti) [COP] che avrebbe il potere di incontrarsi su base annuale nel futuro, per sempre». «Sanno che non possono mostrarci i dettagli di ciò che vogliono veramente fare. Propongono un accordo incompleto e annacquato nella speranza che in futuro possano prendere decisioni nella speranza che noi non prestiamo attenzione». Secondo Roguski, gli Stati membri dell’OMS non hanno concordato aspetti dell’«accordo pandemico» che coinvolgono One Health, lo sviluppo di un «sistema di accesso agli agenti patogeni e di condivisione dei benefici», finanziamenti e regole finanziarie che governano il COP. Tuttavia, la risoluzione richiede al direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus di implementare immediatamente clausole su argomenti quali «Preparazione, prontezza e resilienza», «Risarcimento e responsabilità correlati ai vaccini e alle terapie durante le pandemie», «rafforzamento della regolamentazione» e un «meccanismo finanziario di coordinamento».Aiuta Renovatio 21
Gli emendamenti dell’IHR conferirebbero al direttore generale dell’OMS “poteri legislativi”
Le revisioni agli emendamenti proposti dall’IHR hanno portato a un nuovo documento che, secondo Terhorst, «sembra essere meno terribile della bozza precedente». Ma questo è «ingannevole», ha detto. Come Nass, Terhost ha osservato che l’ultima bozza prevede l’istituzione di un comitato per l’attuazione e la conformità del RSI, «destinato a facilitare e supervisionare l’attuazione e promuovere il rispetto di questi regolamenti». «Ciò significa che se viene dichiarata una PHEIC… o un’emergenza pandemica o pandemica o un allarme di intervento precoce, tutti gli Stati membri devono rispondere e obbedire agli ordini del direttore generale dell’OMS, e le loro stesse istituzioni devono attuare le misure richieste come blocchi, vaccinazioni, quarantena, restrizioni di viaggio», ha affermato Terhorst. Di conseguenza, il direttore generale avrà «poteri legislativi» per dichiarare un PHEIC e le misure che le nazioni dovranno adottare in risposta, ha affermato Terhorst. Scrivendo nel suo Substack il 22 aprile, Roguski ha elencato diverse proposte «inaccettabili» contenute nella bozza più recente degli emendamenti IHR, tra cui requisiti di vaccinazione, proposte per mettere in quarantena i viaggiatori, proposte per l’implementazione di «passaporti vaccinali» e requisiti di test come prerequisito per viaggi, meccanismi di sorveglianza rafforzati e censura con il pretesto di prendere di mira la «misinformazione». Silvia Behrendt, fondatrice e direttrice dell’Agenzia per la responsabilità sanitaria globale, con sede in Austria, ha dichiarato a The Defender che, a parte queste disposizioni, gli emendamenti proposti all’IHR violano anche l’articolo 55, paragrafo 2 dell’attuale IHR (2005). Questa clausola impone al direttore generale dell’OMS di comunicare tutte le modifiche proposte all’RSI a tutti gli Stati membri almeno quattro mesi prima dell’Assemblea mondiale della sanità. L’OMS afferma di aver soddisfatto questo requisito quando «il Segretariato dell’OMS ha diffuso tutte le proposte di modifica dell’RSI il 16 novembre 2022». Behrendt non era d’accordo. «La nuova bozza è, in larga misura, una nuova versione che non abbiamo mai visto», ha detto. «Ciò dimostra che la scadenza non è stata rispettata, perché non c’è abbastanza tempo» per gli Stati membri dell’OMS. «Anche questa non è la bozza finale», ha detto Behrendt. «Avranno una nuova sessione [di negoziazione] e ci saranno ancora nuovi cambiamenti». Il gruppo di lavoro sugli emendamenti al regolamento sanitario internazionale si riunirà dal 22 al 26 aprile. Behrendt ha affermato che si tratta di un processo particolarmente gravoso per gli Stati più piccoli, che si trovano ad affrontare doppi negoziati riguardanti l’«accordo pandemico» e gli emendamenti IHR, ma non hanno la capacità di tenere il passo con entrambi. «Si tratta di un effetto a cascata ed è una situazione molto complessa perché negoziano sullo stesso argomento. Non è mai stato fatto nel diritto internazionale», ha affermato Behrendt, sottolineando che l’Unione Europea (UE) partecipa ai negoziati per entrambe le proposte come entità separata, anche se anche i suoi singoli Stati membri fanno parte del processo negoziale. Terhorst ha affermato che l’UE non ha l’autorità per partecipare come parte separata a questi negoziati, sottolineando che la politica sanitaria pubblica nell’UE è di dominio esclusivo degli Stati. Behrendt ha affermato che questo è un tentativo da parte dell’UE di «prendere l’iniziativa» nella politica sanitaria pubblica. Terhorst ha affermato che l’UE, sostenitrice dei passaporti sanitari digitali e dell’«identità digitale», sta «acquisendo sempre più potere» e, insieme ad altri stati membri e negoziatori dell’OMS, sta cercando di presentare rapidamente le due proposte prima delle elezioni presidenziali americane di quest’anno, dove due dei tre principali candidati si oppongono all’OMS. Behrendt ha affermato che il recente allarme per l’influenza aviaria è un motivo in più per cui l’OMS si sta affrettando a far approvare entrambe le proposte. «È molto interessante che emerga ora», ha detto, sottolineando i tempi dell’epidemia, poco prima dell’Assemblea mondiale della sanità di quest’anno. Anche altri attori non statali, come la Fondazione Bill & Melinda Gates, partecipano ai negoziati in qualità di «stakeholder» ufficiali dell’OMS. Behrendt ha citato la Federazione internazionale dei produttori e dei commercianti farmaceutici come una di queste organizzazioni, sottolineando che «hanno dominato» i processi negoziali per le due proposte dell’OMS.Sostieni Renovatio 21
L’opposizione globale alle proposte dell’OMS sta crescendo
Terhorst ha affermato che l’opposizione globale alle due proposte dell’OMS continua a crescere. Il 16 aprile, il Parlamento olandese ha approvato una mozione che chiede al governo del paese di rinviare il voto sugli emendamenti dell’RSI all’Assemblea mondiale della sanità del mese prossimo, perché gli emendamenti non sono stati presentati almeno quattro mesi prima dell’assemblea. Il governo olandese non è vincolato dalla mozione, ha detto Terhorst, ma ha notato l’ampio sostegno che la mozione ha goduto in Parlamento. «Anche i partiti che erano molto favorevoli a tutte le misure COVID-19, pensavano che ciò non fosse legale». Terhorst ha anche osservato che il governo olandese aveva precedentemente presentato una riserva – una richiesta legale per più tempo per la revisione – contro gli emendamenti IHR del 2022 , ma non ha reso pubblica la lettera di riserva formale, sostenendo che si tratta di «informazioni diplomatiche». «Perché è una questione di relazioni diplomatiche? È una questione legale e il Parlamento olandese dovrebbe essere in grado di verificare che questa lettera sia stata inviata», ha affermato Terhorst, aggiungendo che il Parlamento olandese non ha mai ratificato l’RSI (2005), forse perché incostituzionale. La settimana scorsa decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti in Giappone per opporsi alle due proposte. E il mese scorso, il Senato della Louisiana ha votato all’unanimità per vietare il coinvolgimento dell’OMS nella politica sanitaria dello stato, mentre anche i legislatori dell’Uganda si sono opposti alle due proposte. Il 2 maggio, l’Ufficio per gli Affari Globali del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ospiterà una sessione di ascolto «per chiedere input alle parti interessate e agli esperti in materia per aiutarlo a informare e preparare l’impegno del governo degli Stati Uniti presso l’Assemblea Mondiale della Sanità». La sessione è aperta al pubblico, ma gli interessati devono rispondere entro il 26 aprile. Michael Nevradakis Ph.D. © 24 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Influenza aviaria, l’OMS i media insistono sulla paura dell’epidemia negli esseri umani
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Lo scienziato capo dell’OMS Jeremy Farrar ha avvertito che l’influenza aviaria ha un tasso di mortalità “estremamente alto” per gli esseri umani e potrebbe mutare per trasmettersi da uomo a uomo, nonostante non vi sia alcuna registrazione di trasmissione da uomo a uomo dell’H5N1.
La scorsa settimana l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato nuovamente l’allarme sull’influenza aviaria, avvertendo che ha un tasso di mortalità «estremamente alto» tra gli esseri umani.
Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), la malattia, il virus dell’influenza aviaria H5N1 – noto anche come «influenza aviaria altamente patogena (HPAI) A» o semplicemente «influenza aviaria» – può trasmettersi ad alcuni animali.
Tuttavia, non è mai passata da uomo a uomo e ci sono state segnalazioni estremamente rare di trasmissione da animale a uomo, ha affermato l’agenzia.
Tuttavia, lo scienziato capo dell’OMS Jeremy Farrar ha affermato che esiste «grande preoccupazione» che la malattia si evolva e svilupperà «la capacità di passare dalla trasmissione da uomo a uomo».
Secondo il CDC, le segnalazioni di epidemie di influenza aviaria risalgono al 1880. Dal 2014, i media hanno pubblicato storie periodiche e sempre più allarmistiche sul virus.
All’inizio di questo mese sono iniziate a circolare notizie secondo cui l’influenza aviaria sarebbe stata rilevata negli uccelli selvatici, nel pollame, in una varietà di mammiferi tra cui gatti e delfini e in un piccolo numero di esseri umani.
Organismi di stampa come il New York Times hanno ribadito gli avvertimenti di Farrar secondo cui il virus sta mutando e potrebbe iniziare a trasmettersi tra le persone, e il Daily Mail ha avvertito che potrebbe essere «100 volte peggio del COVID».
Farrar ha dato il massimo a questi avvertimenti durante una conferenza stampa in cui ha annunciato la nuova definizione dell’OMS per gli agenti patogeni presenti nell’aria.
«È una cosa tragica da dire, ma se vengo infettato dall’H5N1 e muoio, la cosa finirà», ha detto Farrar. «Se vado in giro per la comunità e lo diffondo a qualcun altro, allora si avvia il ciclo».
«Dobbiamo guardare, più che guardare, dobbiamo assicurarci che se l’H5N1 venisse a contatto con gli esseri umani con trasmissione da uomo a uomo, saremmo nella posizione di rispondere immediatamente con un accesso equo ai vaccini, alle terapie e alla diagnostica» ha aggiunto.
La ricerca passata di Farrar si è concentrata su questo particolare ceppo di influenza aviaria.
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I commenti suscitano richieste per il vaccino contro l’influenza aviaria
Dopo i commenti di Farrar, titoli come «La prossima minaccia pandemica richiede un’azione immediata», «L’influenza aviaria sta contagiando più mammiferi. Che cosa significa per noi?», «Il pericolo in evoluzione della nuova influenza aviaria» e «Gli Stati Uniti potrebbero vaccinare un quinto degli americani in caso di emergenza influenza aviaria «hanno chiesto se questa sarà “la prossima pandemia”».
Le notizie di stampa chiedono alle agenzie di sanità pubblica di prepararsi di conseguenza, intensificando la biosorveglianza interagenzia, la pianificazione della risposta alle emergenze, accumulando scorte di dispositivi di protezione individuale e, naturalmente, espandendo le scorte esistenti di vaccini contro l’influenza aviaria e sviluppandone di migliori.
Il governo degli Stati Uniti ha attualmente tre vaccini H5N1 approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) e conservati nelle scorte strategiche nazionali. I vaccini sono prodotti da Sanofi, GSK e CSL Seqirus.
Secondo i funzionari federali, se l’H5N1 dovesse diffondersi ampiamente tra gli esseri umani, il governo americano potrebbe distribuire entro quattro mesi abbastanza vaccini da inoculare un quinto della popolazione americana, ha riferito Barrons.
Ma i resoconti dei media hanno sollevato preoccupazioni sull’efficacia di questi vaccini – sviluppati già nel 2007 – e hanno sollecitato lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi vaccini.
Farrar ha fatto lo stesso nella sua dichiarazione, avvertendo che lo sviluppo del vaccino «non è dove dobbiamo essere».
A sostegno di queste affermazioni, un recente rapporto di ricerca pubblicato in un comunicato stampa del 20 aprile ha rilevato che è molto probabile che un agente patogeno dell’influenza scateni una nuova pandemia nel prossimo futuro, seguita dalla «Malattia X».
Tuttavia, i risultati non si basano su uno studio di dati empirici sulla malattia reale.
Piuttosto, lo studio riporta i risultati di un sondaggio online che ha chiesto agli esperti globali di malattie infettive di classificare le malattie nel «Piano di ricerca e sviluppo per l’azione per prevenire le epidemie» dell’OMS nell’ordine in cui credevano che le malattie potessero causare la prossima pandemia.
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Gli allarmi risuonano mentre si avvicina la scadenza per la negoziazione del «Trattato pandemico» dell’OMS
Le notizie su una «prossima pandemia» arrivano poco prima delle riunioni dell’accordo pandemico dell’OMS previste per maggio.
I Paesi membri si incontreranno per votare un nuovo accordo pandemico e le modifiche al regolamento sanitario internazionale (IHR) per garantire all’OMS un’ampia autorità sulla gestione della pandemia, con un budget annuale stimato in 31,1 miliardi di dollari.
Il trattato proposto e l’IHR conferirebbero all’OMS poteri esecutivi senza precedenti per dichiarare un’emergenza sanitaria internazionale a propria discrezione, e quindi organizzare e imporre una risposta che prevalga su qualsiasi risposta che una singola nazione potrebbe invece voler implementare.
Molti hanno espresso preoccupazione per il fatto che le proposte compromettano la sovranità nazionale , normalizzino pericolose violazioni dei diritti e concentrino la ricchezza su scala globale.
La resistenza agli accordi è diffusa, da molti deputati statunitensi e organizzazioni per la libertà sanitaria alle proteste in Giappone.
Questi nuovi sviluppi sono arrivati anche quando Farrar ha annunciato la scorsa settimana che l’OMS ha ampliato la sua definizione di agenti patogeni presenti nell’aria.
La nuova definizione ha lo scopo di eliminare la confusione su come «descrivere la trasmissione di agenti patogeni attraverso l’aria che possono potenzialmente causare infezioni negli esseri umani», per prevenire meglio la trasmissione, secondo l’OMS.
I termini «trasmissione aerea» e «trasmissione via aerosol» sono stati spesso confusi durante la pandemia di COVID-19.
Per correggere tale abuso e confusione, il «documento di consenso» stabilisce un nuovo standard in base al quale qualsiasi malattia infettiva che viaggia attraverso l’aria, indipendentemente dalle dimensioni delle «particelle respiratorie infettive», è considerata un agente patogeno presente nell’aria.
La precedente posizione dell’OMS era che solo un piccolo numero di agenti patogeni che viaggiavano in piccole goccioline su grandi distanze, come la tubercolosi, erano considerati «dispersi nell’aria».
La nuova classificazione rimuove il limite sulla dimensione delle particelle o sulla distanza alla quale un agente patogeno potrebbe diffondersi. Storicamente le agenzie hanno richiesto elevati livelli di prova prima di definire una malattia trasmessa per via aerea, il che richiede rigorose misure di contenimento, ha riferito CBC.
La nuova definizione renderà più semplice imporre misure di contenimento per una gamma più ampia di particelle respiratorie infettive.
All’inizio di questo mese, l’amministrazione Biden ha anche pubblicato la sua nuova «strategia pandemica» volta a rafforzare la biosicurezza globale prima della «prossima pandemia».
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Casi diffusi tra i mammiferi
Negli ultimi anni, milioni di uccelli sono stati abbattuti per prevenire la diffusione dell’influenza aviaria, poiché in genere vengono abbattuti interi stormi quando vengono identificati i casi.
All’inizio di questo mese, il Dipartimento dell’Agricoltura del Texas ha annunciato che uno dei più grandi allevamenti di pollame del Texas aveva pianificato di uccidere quasi 2 milioni di polli dopo che un singolo uccello era risultato positivo al virus H5N1. Il commissario Sid Miller ha avvertito che tutti i produttori dello stato «devono mettere in pratica misure di biosicurezza rafforzate».
Le segnalazioni di influenza aviaria sono stagionali, in genere il picco è a febbraio. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha affermato di aspettarsi un flusso e riflusso dei casi. Nell’ultimo mese sono stati confermati casi tra allevamenti di polli in quattro stati: New Mexico, Texas, Michigan e Minnesota.
L’OMS ha inoltre sollecitato un attento monitoraggio e un’indagine su un focolaio segnalato di H5N1 tra le mucche da latte negli Stati Uniti «perché potrebbe evolversi in trasmissione in modi diversi» e perché tale trasmissione avviene è ancora sconosciuta.
Il virus ha infettato specie diverse dagli uccelli. Nell’ultimo anno sono stati segnalati casi di influenza aviaria in visoni, lontre, volpi, foche, puzzole e bovini, tra gli altri. Secondo alcuni funzionari, gli animali vengono infettati dagli uccelli selvatici.
I primi casi di influenza aviaria nei bovini sono stati rilevati negli Stati Uniti a marzo. Da allora, i funzionari dell’USDA hanno confermato casi in 29 mandrie in otto stati, tra cui Michigan, Kansas e Texas, e un singolo caso in un essere umano in Texas, che ha avuto contatti con una mucca infetta. Il suo unico sintomo era la congiuntivite.
Questo è solo il secondo caso documentato di virus H5N1 umano negli Stati Uniti. Il primo è avvenuto in un lavoratore avicolo in Colorado nel 2022. Secondo un recente rapporto dell’OMS, tra il 1° gennaio 2003 e il 28 marzo 2024, solo 888 casi di virus aviari In tutto il mondo sono state segnalate infezioni influenzali nell’uomo, di cui il 52% mortali.
L’OMS ha annunciato la scorsa settimana che un uomo vietnamita è risultato positivo all’influenza aviaria A (H9N2) a marzo. L’uomo vive vicino a un mercato di pollame, ma nessuno degli uccelli presenti al mercato è risultato positivo allo stesso virus.
La FDA afferma che il rischio che uova o latte di animali infetti arrivino sul mercato è basso a causa delle ispezioni. E gli scienziati affermano che non ci sono prove che il consumo di cibo pastorizzato o cotto comporti alcun rischio per le persone.
Almeno 21 stati hanno posto restrizioni alle importazioni di bestiame dagli stati colpiti, con New York che si è aggiunta alla lista lunedì.
L’agricoltore rigenerativo e scienziato agricolo Howard Vlieger ha dichiarato al The Defender che l’approccio dell’USDA per affrontare l’influenza aviaria attraverso l’abbattimento delle mandrie è mal informato. Le malattie circolano periodicamente attraverso le popolazioni animali, ha detto.
Gli animali suscettibili al virus, ha detto Vlieger, sono quelli malsani, allevati con mangimi geneticamente modificati e carichi di pesticidi e confinati in spazi piccoli e affollati.
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Gli Stati Uniti collaborano con la Cina nella ricerca sul guadagno di funzione dell’H5N1
Il sequenziamento genomico del virus nel paziente del Texas ha mostrato che una mutazione nel genoma del virus ha reso più probabile che l’influenza infetti i mammiferi. Tuttavia, i funzionari sostengono che il rischio per le persone rimane basso.
Farrar ha affermato che la variante A (H5N1) è diventata «una pandemia globale di animali zoonotici».
«La grande preoccupazione ovviamente è che… infettando anatre e polli e poi sempre più mammiferi, quel virus ora si evolve e sviluppa la capacità di infettare gli esseri umani e quindi, in modo critico, la capacità di passare da uomo a uomo», ha aggiunto.
I resoconti di questa evoluzione hanno portato alla richiesta dell’USDA di condividere le sequenze genomiche del virus prelevate da vari animali. L’agenzia ha risposto rendendo pubbliche 239 sequenze di virus.
I consulenti di pianificazione pandemica hanno celebrato la mossa, che secondo STAT News consentirà di determinare se il virus ha acquisito mutazioni che lo rendono possibile diffondersi più facilmente, possibilmente agli esseri umani.
La discussione su una mutazione che facilita la diffusione e i commenti di Farrar hanno rinnovato le preoccupazioni sulla ricerca sul guadagno di funzione, che è stata condotta per anni sui virus dell’influenza aviaria .
Nel 2018, un comitato di revisione del governo degli Stati Uniti ha tranquillamente approvato esperimenti in due laboratori per modificare i virus dell’influenza aviaria per renderli più rischiosi per gli esseri umani – nonostante una moratoria – imposta nel 2014 – su quella ricerca, ha riferito Science nel 2019.
Almeno uno di questi progetti è stato finanziato dall’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive del National Institutes of Health.
E nel 2011, un esperimento condotto da uno di questi gruppi aveva già modificato il virus aviario H5N1 affinché si diffondesse tra i furetti.
Alison Young di USA Today ha rivelato l’anno scorso che si è verificata una grave violazione della sicurezza nel 2019 durante uno degli esperimenti approvati nel 2018. Mentre lavorava nel laboratorio di livello tre di biosicurezza presso l’Università del Wisconsin, il tubo che fornisce aria pulita e sicura ai ricercatori è stato disconnesso, esponendo i ricercatori al virus modificato.
Un’altra violazione si è verificata nel 2013, quando un ricercatore è rimasto accidentalmente colpito da un ago infetto.
Dal 2021 l’USDA collabora con scienziati cinesi nella ricerca sul guadagno di funzione sui virus dell’influenza aviaria.
Brenda Baletti
Ph.D.
© 23 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Epidemie
La Casa Bianca di Biden firma un nuovo piano di sorveglianza pandemica finanziato da Gates
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Il nuovo Fondo pandemico del governo: offerto da Bill Gates?
Nell’ambito dell’annuncio di martedì, Biden ha anche affermato di aver creato un Fondo pandemico con supporto bipartisan «che ha già catalizzato 2 miliardi di dollari in finanziamenti da 27 contributori, tra cui paesi, fondazioni e organizzazioni filantropiche, per costruire più forti capacità di sicurezza sanitaria globale». «Chi sono questi contributori?» la Iversen ha chiesto: «Vuoi indovinare che la Bill Gates Foundation è grande donatore?» Secondo il sito web del Pandemic Fund, i fondi vengono convogliati attraverso 13 organizzazioni governative e non governative, comprese organizzazioni finanziate da Gates come l’OMS, la Coalizione per le innovazioni di preparazione all’epidemia (CEPI); Gavi, l’Alleanza per i Vaccini; e il Fondo globale per la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria. La Fondazione Bill & Melinda Gates finanzia progetti simili anche attraverso altre partnership. Ad esempio, Gates e la DARPA, la Defense Advanced Research Projects Agency del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, hanno finanziato il lancio del sistema Sentinel. Sentinel è un «sistema di allarme precoce» brevettato, basato sulla tecnologia di modifica genetica CRISPR, pensato per rilevare agenti patogeni mortali in Africa prima che si diffondano. Organizzazioni come la Fondazione Gates, ha affermato la Iversen, hanno i propri programmi che possono portare avanti attraverso tali partenariati. Gates, ha detto, «vuole vedere i vaccini per tutti e la sorveglianza delle malattie al fine di attuare vaccini per tutti». Offrendo ingenti finanziamenti ai Paesi poveri, ha detto Iversen, gruppi come la Fondazione Gates acquistano la capacità di manipolare o controllare la politica. Questo tipo di potere, ha detto, è stato fondamentale per imporre mandati di vaccini e passaporti per i vaccini in tutto il mondo. Ha citato un recente rapporto del giornalista investigativo Paul D. Thacker, il quale ha riferito che un funzionario dell’OMS ha testimoniato che il governo finlandese era ben consapevole che i vaccini COVID-19 non hanno fermato la trasmissione quando il paese ha imposto i passaporti vaccinali.Aiuta Renovatio 21
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