Geopolitica
Blackout in Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizstan: milioni senza elettricità
Lo scorso martedì è stata segnalata una massiccia interruzione di corrente in diversi Paesi del Centrasia, che ha lasciato milioni di persone senza energia elettrica.
L’agenzia Reuters riporta che Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan si sono trovati senza elettricità. Tutte e tre le repubbliche ex sovietiche hanno reti elettriche interconnesse collegate alla Russia.
Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan si sono trovati senza elettricità. Tutte e tre le repubbliche ex sovietiche hanno reti elettriche interconnesse collegate alla Russia
Secondo quanto riportato, la fonte dell’interruzione potrebbe essere dovuta alla linea elettrica nord-sud del Kazakistan, che collega i suoi due vicini alle centrali elettriche nel nord del Kazakistan e alla rete elettrica russa. Martedì mattina, KEGOC (l’azienda elettrica statale kazaka) ha affermato che «squilibri di emergenza» hanno provocato interruzioni.
«Alle 11:59, a causa di un significativo squilibrio di emergenza creato dal sistema energetico dell’Asia centrale, si è verificata una sovratensione per il transito dell’elettricità» ha affermato KEGOC in una nota.
La perdita di elettricità a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan, ha innescato un blackout in tutta la città e fermato la metropolitana.
La perdita di elettricità a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan, ha innescato un blackout in tutta la città e fermato la metropolitana
A Bishkek, capitale kirghisa, con i semafori spenti, il traffico agli incroci è stato regolato da agenti.
In Bishkek, traffic lights have been switched off, and traffic controllers have been stationed at junctions.#Kyrgyzstan pic.twitter.com/VYY2M46jDO
— Legendary Johnny (@LegendaryJohnn2) January 25, 2022
A Bishkek si sono registrati inoltre l’interruzione dell’acqua e del riscaldamento.
Le funivie di una stazione sciistica in Uzbekistan sono state fermate, dove decine di sciatori sono rimasti bloccati e hanno dovuto essere soccorsi dai servizi di emergenza locali.
Video #2: The cable cars at the Uzbek ski resort of Amirsoy was shut down due to power problems. Tourists sit on their seats, oblivious to what is going on around them. #Uzbekistan pic.twitter.com/1nLJIQfyT8
— Legendary Johnny (@LegendaryJohnn2) January 25, 2022
Qualcuno sostiene che dietro al blackout potrebbe esserci il mining delle società di criptovalute, che hanno trovato in Kazakistan un terreno fertile (tassazione bassa, energia elettrica poco costosa) per i loro affari
Qualcuno sostiene che dietro al blackout potrebbe esserci il mining delle società di criptovalute, che come riportato da Renovatio 21, hanno trovato in Kazakistan un terreno fertile (tassazione bassa, energia elettrica poco costosa) per i loro affari.
Come abbiamo scritto, la Russia, a pochi giorni dalla rivolta kazaka, sta procedendo alla messa al bando di Bitcoin etc.
Qualcuno, tuttavia, pensa a un attacco cibernetico. Un annuncio di quello che potrebbe succedere più a Nord in caso di proiezione offensiva – cinetica o cibernetica – della Russia in Ucraina?
Qualcuno, tuttavia, pensa a un attacco cibernetico. Un annuncio di quello che potrebbe succedere più a Nord in caso di proiezione offensiva – cinetica o cibernetica – della Russia in Ucraina?
I Paesi del Centro Asia si aggiungono alla lista di quelli che in questi mesi sono stati colpiti da blackout o si aspettano di esserlo al più presto. Cina, Turchia hanno subito pesanti interruzioni di corrente, con relativi danni all’economia e preparazione della popolazione al peggio. L’Indonesia, nel timore dei blackout, ha vietato l’esportazione del carbone.
In Austria e Romania si sono visti in questi mesi annunci pubblici riguardo al rischio di vedere l’elettricità sparire di colpo.
La Germania, che ha operato una poco previdente privatizzazione delle forniture e che ha rinunziato del tutto al nucleare, avrebbe ida poco evitato di un soffio un blackout del gas.
In Francia, dove inaspettati danni a quattro reattori nucleari hanno fatto schizzare il prezzo dell’elettricità, ha dovuto chiudere la più grande raffineria di zinco del Paese. I costi dell’energia erano divenuti tecnicamente insostenibili.
In Italia, dopo le parole pubbliche sul tema del ministro dello Sviluppo Giorgetti, del rischio blackout ha trattato lo scorso 13 gennaio il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (cioè l’organo del Parlamento della Repubblica Italiana che esercita il controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti italiani), che ha trasmesso alle presidenze una Relazione sulla sicurezza energetica.
«L’Italia potrebbe, comunque, subire indirettamente gli effetti di razionamenti energetici condotti a livello europeo ovvero di fenomeni di blackout in uno dei Paesi dell’Unione che inciderebbero sugli scambi commerciali intra UE e quindi sulla tenuta del sistema produttivo nazionale» dice il documento.
Geopolitica
Le parole di Putin sul rischio della guerra
In un viaggio a San Pietroburgo del 12 settembre, il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato un avvertimento all’Occidente riguardo all’uso di missili a lungo raggio per colpire in profondità la Russia. Renovatio 21 riporta qui le sue parole esatte traducendo dal sito del Cremlino, dove la dichiarazione, posta da un giornalista, è stata pubblicata nella sua interezza – a sottolineare che non si tratta di parole al vento, ma di un vero avvertimento alla NATO, una linea rossa tracciata pubblicamente, oltre la quale con probabilità c’è la Terza Guerra Mondiale.
Domanda: negli ultimi giorni abbiamo sentito dichiarazioni ad altissimo livello nel Regno Unito e negli Stati Uniti secondo cui al regime di Kiev sarà consentito colpire obiettivi all’interno della Russia utilizzando armi occidentali a lungo raggio. A quanto pare, questa decisione sta per essere presa o, per quanto possiamo vedere, è già stata presa. Questo è in realtà abbastanza straordinario. Potrebbe commentare cosa sta succedendo?
Risposta del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin: Ciò a cui stiamo assistendo è un tentativo di sostituire le nozioni. Perché la questione non è se al regime di Kiev sia consentito o meno di colpire obiettivi sul territorio russo. Sta già effettuando attacchi utilizzando veicoli aerei senza pilota e altri mezzi. Ma usare armi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale è una storia completamente diversa.
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Il fatto è che – ne ho parlato e qualsiasi esperto sia nel nostro Paese che in Occidente lo confermerà – l’esercito ucraino non è in grado di utilizzare i sistemi a lungo raggio all’avanguardia e ad alta precisione forniti dall’Occidente. Non possono farlo. Queste armi sono impossibili da utilizzare senza i dati di intelligence provenienti dai satelliti di cui l’Ucraina non dispone. Ciò può essere fatto solo utilizzando i satelliti dell’Unione Europea o quelli degli Stati Uniti, in generale i satelliti della NATO. Questo è il primo punto.
Il secondo punto, forse il più importante, addirittura il punto chiave, è che solo il personale militare della NATO può assegnare missioni di volo a questi sistemi missilistici. I militari ucraini non possono farlo. Pertanto, non si tratta di consentire al regime ucraino di colpire o meno la Russia con queste armi. Si tratta di decidere se i Paesi della NATO saranno direttamente coinvolti nel conflitto militare oppure no.
Se questa decisione verrà presa, significherà niente meno che un coinvolgimento diretto: significherà che i paesi della NATO, gli Stati Uniti e i Paesi europei saranno parti della guerra in Ucraina.
Ciò significherà il loro coinvolgimento diretto nel conflitto e cambierà chiaramente l’essenza stessa, la natura stessa del conflitto in modo drammatico.
Ciò significherà che i paesi della NATO – gli Stati Uniti e i Paesi europei – sono in guerra con la Russia. E se questo è il caso, allora, tenendo presente il cambiamento nell’essenza del conflitto, prenderemo le decisioni appropriate in risposta alle minacce che ci verranno poste.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Tremendo avvertimento di Putin alla NATO: guerra imminente?
‼️🇷🇺🏴☠️ President’s Response on the Potential Use of NATO Long-Range Weapons Against Russia
“This would mean that NATO countries, the United States, and European nations are at war with Russia. And if that is the case, considering the fundamental shift in the nature of this… pic.twitter.com/UO03dRUl44 — Zlatti71 (@Zlatti_71) September 12, 2024
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Geopolitica
L’Armenia offre un accordo di pace all’Azerbaigian
Il governo armeno si è offerto di firmare un accordo di pace di 16 articoli con l’Azerbaigian, ha annunciato mercoledì il primo ministro Nikol Pashinyan durante una sessione parlamentare.
Secondo il leader armeno, Yerevan e Baku non possono attualmente firmare un trattato che risolverebbe tutti i problemi tra i due paesi. Invece, ha proposto di firmare un accordo che coprirebbe aree su cui le due parti hanno già concordato.
L’offerta di Pashinyan arriva dopo mesi di colloqui tra Armenia e Azerbaigian in seguito all’escalation del conflitto nella regione del Nagorno-Karabakh e al ritiro armeno da essa l’anno scorso. Le due parti sono state in disaccordo per decenni sul controllo del territorio conteso e sono state coinvolte in una serie di sanguinosi conflitti per il suo controllo.
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Prevalentemente popolata da armeni etnici, la regione era in precedenza sotto il controllo de facto di Yerevan. Tuttavia, nel 2023, Baku lanciò un’offensiva su larga scala e prese il controllo del territorio, sciogliendo in seguito l’autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh. La maggior parte degli armeni che vivevano nella regione fuggì in seguito.
Da allora, Yerevan e Baku hanno tentato di raggiungere un accordo di pace conclusivo.
Durante una visita a Baku il mese scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca è pronta a svolgere un ruolo nel contribuire a risolvere l’annosa faida tra i due Paesi.
«Se potessimo fare qualcosa per facilitare la firma di un accordo di pace tra Azerbaigian e Armenia, per avvicinare la questione alla delimitazione e alla demarcazione del confine, per sbloccare… la logistica e l’economia, saremmo molto felici di farlo», ha detto il leader russo ai giornalisti.
Come riportato da Renovatio 21, in questi mesi tra i due Paesi sono continuate le tensioni.
Come riportato da Renovatio 21, l’esodo degli armeni dell’Artsakh (così chiamano l’area del Nagorno-Karabakh) a seguito dell’invasione nell’énclave delle forze azere arriverebbe a contare 100 mila persone, in una zona dove la popolazione armena ha un numero di poco superiore. Le immagini del corridoio di Lachin intasato da vetture di famiglie che fuggono sono a dir poco impressionanti.
Il primo ministro Pashinyan, cedendo alle lusinghe dell’Ovest, ha irritato giocoforza la Russia, che è l’unico Paese che si era impegnato davvero per la pace nell’area. Mosca non può aver preso bene né le esercitazioni congiunte con i militari americani (specie considerando che Yerevan aderisce al CSTO, il «Patto di Varsavia» dei Paesi ex sovietici) né l’adesione dell’Armenia alla Corte Penale Internazionale, che vuole processare Putin.
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Bisogna aggiungere anche i rapporti dell’Occidente con Baku, considerato un fornitore energetico affidabile e ora piuttosto necessario all’Europa privata del gas russo. L’Azerbaigian è una delle ex repubbliche sovietiche ritenute più strategicamente vicine all’Occidente: si consideri inoltre le frizioni con l’Iran e quindi il ruolo nel contenimento degli Ayatollah.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto in un incidente di elicottero a seguito di un incontro al confine con il presidente azero Aliyev.
Dietro all’Azerbaigian vi è l’appoggio sfacciato della Turchia e, si dice, quello militare-tecnologico di Israele. È stato detto che la Turchia avrebbe impiegato nell’area migliaia di mercenari siriani ISIS per combattere contro i cristiani armeni.
Come riportato da Renovatio 21, il clan Erdogan farebbe affari milionari in Nagorno-Karabakh e la Turchia, come noto, è già stata accusata di genocidio per il massacro degli armeni ad inizio Novecento.
Baku invece accusa la Francia di essere responsabile dei nuovi conflitti con l’Armenia. Il dissidio tra i due Paesi è arrivato al punto che il ministro degli interni di Parigi ha accusato l’Azerbaigian di aver avuto un ruolo nelle recenti rivolte in Nuova Caledonia.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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