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Geopolitica

Blackout in Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizstan: milioni senza elettricità

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Lo scorso martedì è stata segnalata una massiccia interruzione di corrente  in diversi Paesi del Centrasia, che ha lasciato milioni di persone senza energia elettrica.

 

L’agenzia Reuters riporta che Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan si sono trovati senza elettricità. Tutte e tre le repubbliche ex sovietiche hanno reti elettriche interconnesse collegate alla Russia.

 

Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan si sono trovati senza elettricità. Tutte e tre le repubbliche ex sovietiche hanno reti elettriche interconnesse collegate alla Russia

Secondo quanto riportato, la fonte dell’interruzione potrebbe essere dovuta alla linea elettrica nord-sud del Kazakistan, che collega i suoi due vicini alle centrali elettriche nel nord del Kazakistan e alla rete elettrica russa. Martedì mattina, KEGOC (l’azienda elettrica statale kazaka) ha affermato che «squilibri di emergenza» hanno provocato interruzioni.

 

«Alle 11:59, a causa di un significativo squilibrio di emergenza creato dal sistema energetico dell’Asia centrale, si è verificata una sovratensione per il transito dell’elettricità» ha affermato KEGOC in una nota.

 

La perdita di elettricità a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan, ha innescato un blackout in tutta la città e fermato la metropolitana.

 

La perdita di elettricità a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan, ha innescato un blackout in tutta la città e fermato la metropolitana

A Bishkek, capitale kirghisa, con i semafori spenti, il traffico agli incroci è stato regolato da agenti.

 


A Bishkek si sono registrati inoltre l’interruzione dell’acqua e del riscaldamento.

 

Le funivie di una stazione sciistica in Uzbekistan sono state fermate, dove decine di sciatori sono rimasti bloccati e hanno dovuto essere soccorsi dai servizi di emergenza locali.

 

Qualcuno sostiene che dietro al blackout potrebbe esserci il mining delle società di criptovalute, che hanno trovato in Kazakistan un terreno fertile (tassazione bassa, energia elettrica poco costosa) per i loro affari

 

Qualcuno sostiene che dietro al blackout potrebbe esserci il mining delle società di criptovalute, che come riportato da Renovatio 21, hanno trovato in Kazakistan un terreno fertile (tassazione bassa, energia elettrica poco costosa) per i loro affari.

 

Come abbiamo scritto, la Russia, a pochi giorni dalla rivolta kazaka, sta procedendo alla messa al bando di Bitcoin etc.

 

Qualcuno, tuttavia, pensa a un attacco cibernetico. Un annuncio di quello che potrebbe succedere più a Nord in caso di proiezione offensiva – cinetica o cibernetica – della Russia in Ucraina?

 

Qualcuno, tuttavia, pensa a un attacco cibernetico. Un annuncio di quello che potrebbe succedere più a Nord in caso di proiezione offensiva – cinetica o cibernetica – della Russia in Ucraina?

I Paesi del Centro Asia si aggiungono alla lista di quelli che in questi mesi sono stati colpiti da blackout o si aspettano di esserlo al più presto. Cina, Turchia hanno subito pesanti interruzioni di corrente, con relativi danni all’economia e preparazione della popolazione al peggio. L’Indonesia, nel timore dei blackout, ha vietato l’esportazione del carbone.

 

In Austria e Romania si sono visti in questi mesi annunci pubblici riguardo al rischio di vedere l’elettricità sparire di colpo.

 

La Germania,  che ha operato una poco previdente privatizzazione delle forniture e che ha rinunziato del tutto al nucleare, avrebbe ida poco evitato di un soffio un blackout del gas.

 

In Francia, dove inaspettati danni a quattro reattori nucleari hanno fatto schizzare il prezzo dell’elettricità, ha dovuto chiudere la più grande raffineria di zinco del Paese. I costi dell’energia erano divenuti tecnicamente insostenibili.

 

In Italia, dopo le parole pubbliche sul tema del ministro dello Sviluppo Giorgetti, del rischio blackout ha trattato lo scorso 13 gennaio il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (cioè l’organo del Parlamento della Repubblica Italiana che esercita il controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti italiani), che ha trasmesso alle presidenze una Relazione sulla sicurezza energetica.

 

«L’Italia potrebbe, comunque, subire indirettamente gli effetti di razionamenti energetici condotti a livello europeo ovvero di fenomeni di blackout in uno dei Paesi dell’Unione che inciderebbero sugli scambi commerciali intra UE e quindi sulla tenuta del sistema produttivo nazionale» dice il documento.

 

 

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Geopolitica

Il Pakistan dice che l’India pianifica un «attacco militare» entro 24-36 ore

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Il Pakistan ha affermato che l’India sta pianificando un attacco militare sul suo territorio, segnalando un’ulteriore escalation delle tensioni tra i due vicini dotati di armi nucleari.

 

«Il Pakistan ha informazioni attendibili secondo cui l’India intende lanciare un attacco militare entro le prossime 24-36 ore, usando l’incidente di Pahalgam come falso pretesto», ha scritto martedì sera su X il ministro dell’Informazione Attaullah Tarar.

 

«Qualsiasi atto di aggressione incontrerà una risposta decisa. L’India sarà pienamente responsabile di qualsiasi grave conseguenza nella regione», ha aggiunto Tarar.

 

La sua dichiarazione è arrivata dopo che il primo ministro indiano Narendra Modi ha concesso alle forze armate del Paese «piena libertà operativa» per determinare modalità, obiettivi e tempi di risposta al recente attacco terroristico nel territorio dell’Unione indiana del Jammu e Kashmir, in cui sono morte 26 persone, la maggior parte delle quali turisti.

 

 

Nuova Delhi ha collegato l’attacco terroristico al Pakistan, ribadendo le accuse di lunga data secondo cui il suo vicino sostiene il terrorismo e le insurrezioni transfrontaliere. Il Pakistan ha negato le accuse e, a sua volta, ha accusato l’India di sostenere «reti terroristiche» che operano sul suolo pakistano. I due Paesi hanno una disputa di lunga data sulla regione del Kashmir, di fatto divisa dalla Linea di Controllo istituita dopo la guerra indo-pakistana del 1971.

 

Il 22 aprile, alcuni terroristi hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone a Pahalgam, nel nord del Jammu e Kashmir. Il Fronte di Resistenza, ritenuto una branca del gruppo jihadista pakistano Lashkar-e-Taiba, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco.

 

Il primo ministro indiano Narendra Modi ha promesso di punire «i terroristi e i loro sostenitori». Martedì i media indiani hanno riferito che sono in corso quattro operazioni antiterrorismo nel Jammu e Kashmir.

 

In un’intervista ad Al Jazeera, il ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif ha ipotizzato che l’attacco di Pahalgam fosse una «operazione sotto falsa bandiera». In risposta, il Vice Inviato dell’India alle Nazioni Unite, Yojna Patel, ha condannato il Pakistan per aver mosso quelle che ha definito «accuse infondate contro l’India».

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Come riportato da Renovatio 21, il ministro Asif ha fatto anche riferimenti ad una guida angloamericana del terrorismo. Nell’escalation sembra giocare un ruolo anche un contenzioso sull’acqua, con i piani di Nuova Delhi  per attuare la decisione di sospendere la partecipazione dell’India al Trattato sulle acque dell’Indo del 1960.

 

India e Pakistan sono Paesi dotati di testate termonucleari. Secondo stime recenti, Nuova Delhi disporrebbe di 180 testate, mentre Islamabad di 170.

 

Come riportato da Renovatio 21, studi sugli impatti climatici di uno scambio nucleare tra India e Pakistan «hanno scoperto che in tutti gli scenari, le tempeste di fuoco rilascerebbero fuliggine e fumo nell’atmosfera superiore, bloccando il Sole e costringendo le temperature a scendere in media di 10,5° C nel primo mese. Ciò, a sua volta, causerebbe l’abbassamento delle temperature oceaniche e l’espansione del ghiaccio marino di oltre 6 milioni di miglia quadrate, bloccando i principali porti tra cui Tianjin, Copenaghen e San Pietroburgo in Cina».

 

I ricercatori hanno affermato che le modifiche al ghiaccio marino artico dureranno probabilmente migliaia di anni, descrivendo l’evento come una «piccola era glaciale nucleare».

 

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Immagine di Indian Army via Wikimedia pubblicata su licenza Government Open Data License – India (GODL)

 

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Geopolitica

L’Ucraina potrebbe essere «schiacciata molto presto»

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L’Ucraina potrebbe subire una grave sconfitta nel prossimo futuro se non si siederà al tavolo delle trattative con la Russia, ha avvertito il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.   Trump ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista a The Atlantic pubblicata lunedì. Alla domanda se provasse simpatia per Kiev, il presidente ha risposto affermando che la sua politica mira a «salvare» l’Ucraina e ha avvertito che il protrarsi del conflitto non porterebbe alcun beneficio al Paese.   «Penso di stare salvando quella nazione. Penso che quella nazione sarà annientata molto presto», ha detto, aggiungendo che la Russia ha una «grande macchina da guerra. Ammettiamolo».  
  Separatamente, anche il vicepresidente statunitense JD Vance ha sottolineato lunedì che Kiev non vincerà il conflitto contro Mosca. «Se questo non si ferma, gli ucraini non vinceranno la guerra», ha detto Vance, veterano del Corpo dei Marines, a Charlie Kirk. Ha anche affermato che è «strano» aspettarsi un collasso della Russia a causa delle ostilità in corso.   Gli Stati Uniti sono sempre più frustrati dalla lentezza dei negoziati tra Washington, Mosca e Kiev. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha avvertito la scorsa settimana che gli Stati Uniti potrebbero abbandonare del tutto i colloqui se il processo dovesse bloccarsi.   Mosca ha affermato di essere sempre pronta a impegnarsi in colloqui di pace, a condizione che garantiscano una soluzione permanente che affronti le cause profonde del conflitto. Si è opposta alla proposta di un cessate il fuoco temporaneo, richiamando l’esperienza passata, quando Kiev e i suoi sostenitori occidentali sfruttarono una pausa per riarmare l’esercito ucraino.   La scorsa settimana, lo stesso Trump ha ammesso che il presidente russo Vladimir Putin era più facile da trattare rispetto all’ucraino Volodymyr Zelens’kyj. «Penso che la Russia sia pronta… Penso che abbiamo un accordo con la Russia. Dobbiamo raggiungere un accordo con Zelens’kyj», aveva dichiarato Trump ai giornalisti all’epoca.   Il leader ucraino aveva precedentemente respinto pubblicamente un punto chiave del proposto accordo di pace statunitense, rifiutandosi di prendere in considerazione il riconoscimento della Crimea come territorio russo.   L’amministrazione Trump ha spinto per una risoluzione del conflitto sin dal suo insediamento all’inizio del 2025. Washington sta anche cercando di ottenere un accordo con Kiev sull’estrazione mineraria per contribuire a compensare i miliardi di dollari che gli Stati Uniti avevano speso in assistenza militare e finanziaria all’Ucraina sotto il predecessore di Trump, Joe Biden.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Geopolitica

Colloquio dell’inviato di Trump con Putin

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Venerdì scorso il presidente russo Vladimir Putin ha avuto lunghi colloqui al Cremlino con l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff.

 

La visita di Witkoff rientrava in un più ampio sforzo diplomatico da parte dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump per promuovere gli sforzi bilaterali volti a risolvere il conflitto ucraino. Si trattava della quarta visita diplomatica di Witkoff in Russia, che includeva almeno tre incontri con Putin, dalla ripresa dei colloqui tra Stati Uniti e Russia.

 

L’incontro si è svolto a porte chiuse, come le precedenti visite dell’inviato statunitense, questa volta al Cremlino.

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All’incontro hanno preso parte anche il consigliere di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov, e l’inviato presidenziale per gli investimenti, Kirill Dmitrev.

 

Vari punti sono stati toccati nei colloqui, riporta la stampa russa.

 

Secondo Ushakov, la conversazione di tre ore tra Witkoff e il leader russo è stata «costruttiva e di natura molto utile». «La conversazione ha permesso di allineare ulteriormente le posizioni russe e statunitensi non solo sull’Ucraina, ma anche su una serie di altre questioni internazionali», ha affermato, senza entrare nei dettagli.

 

Oltre a molteplici round di colloqui ad alto livello sul conflitto ucraino, Russia e Stati Uniti hanno avviato negoziati per riprendere i contatti diplomatici congelati sotto l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden.

 

Le discussioni hanno toccato la possibilità di riprendere i negoziati bilaterali diretti tra Mosca e Kiev, ha continuato Ushakov. Non si è avuto alcun colloquio diretto tra le due parti da quando l’Ucraina si è ritirata dai falliti colloqui di Istanbul nel maggio 2022. Secondo il capo della delegazione di Kiev ai negoziati, David Arakhamia, l’allora Primo Ministro britannico Boris Johnson ha consigliato all’Ucraina di abbandonare lo sforzo diplomatico e continuare a combattere.

 

 

Con gli accordi già raggiunti nel corso dei negoziati tra Stati Uniti e Russia, un dialogo più «produttivo» sarà imminente «nella forma più attiva», ha affermato Ushakov.

 

Mosca ha costantemente affermato di essere disponibile a impegnarsi in attività diplomatiche e ha espresso gratitudine per l’impegno di Trump per la pace.

 

La data degli ultimi colloqui, il 25 aprile, ha un significato speciale, poiché coincide con l’80° anniversario dello storico incontro delle truppe alleate sovietiche e americane sul fiume Elba, nella Germania nazista, durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno osservato Ushakov e Dmitrev.

 

«Questo incontro è noto per simboleggiare l’alleanza militare dei nostri due Paesi nella lotta contro il nazismo», ha detto Ushakov. L’evento è stato «un momento storico che ha simboleggiato la vittoria congiunta sul nazismo e la comune speranza di pace nel dopoguerra», ha concluso Dmitrev.

 

I colloqui diretti consentono a entrambe le parti di spiegare le «sfumature» delle rispettive posizioni, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov a Russia TV 1, commentando i negoziati tra Stati Uniti e Russia.

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Alla domanda, ha confermato che Witkoff è arrivato con un messaggio di Trump e se n’è andato con un messaggio di risposta di Putin. «Certo, dopotutto è un inviato speciale», ha detto il portavoce.

 

Questa «shuttle diplomacy» è migliore di una telefonata, poiché «è sempre più facile spiegare tutte le sfumature in una conversazione personale», ha aggiunto Peskov. I colloqui, della durata di diverse ore, sono una «buona opportunità per trasmettere la nostra posizione alla parte americana», ha aggiunto.

 

Trump aveva espresso soddisfazione per i negoziati tra Stati Uniti e Russia dopo i colloqui di venerdì. «I lavori sull’accordo di pace complessivo tra Russia e Ucraina stanno procedendo senza intoppi. Il SUCCESSO sembra essere nel futuro!», ha scritto il presidente degli Stati Uniti in un post su Truth Social.

 

Nelle ore successive, nella Basilica di San Pietro, Trump avrebbe parlato vis-à-vis con il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine ingrandita.

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