Connettiti con Renovato 21

Chimere

Topi «umanizzati» con cellule da feti umani abortiti

Pubblicato

il

 

 

Il 25 luglio la Food and Drug Administration (FDA) ha firmato un contratto per l’acquisto di tessuto «fresco» da neonati abortiti, in modo da poter trapiantare il tessuto nei topi.

 

Lunedì 24 settembre scorso, l’amministrazione Trump ha annullato il contratto. Questa è una vittoria inequivocabile per l’inviolabilità della vita umana.

 

La domanda di fondo ora è: il governo federale darà seguito all’annullamento di questo contratto e metterà fine completamente e definitivamente alla sua pratica di spendere circa 100 milioni di dollari all’anno per ricerche che creano un mercato per i tessuti prelevati da bambini abortiti?

 

Terence P. Jeffrey, autore di articoli per il sito  CNSNews, ne aveva scritto il 7 agosto di quest’anno.

«L’obiettivo è quello di comprare tessuto per topi umanizzati» 

 

Il 13 giugno, la FDA aveva pubblicato un «avviso di pre-sollecitazione* » per manifestare la sua volontà di assegnare il contratto a un’organizzazione no-profit della Bay Area, chiamata Advanced Biosciece Resources.

 

«L’obiettivo è quello di comprare tessuto per topi umanizzati», si legge nella nota. «ABR è l’unica azienda in grado di fornire il tessuto fetale umano necessario per continuare la ricerca in corso condotta dalla FDA».

 

L’avviso chiarì che il governo stava cercando un tessuto fetale «fresco».

 

«Creare animali chimerici dotati di un sistema immunitario umano»

«Per l’impianto in topi gravemente immunocompromessi sono indispensabili tessuti umani freschi per creare animali chimerici dotati di un sistema immunitario umano», si legge nel comunicato.

 

Quando la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti stava studiando le pratiche di approvvigionamento del tessuto fetale nel 2016, l’Università di Harvard ha presentato al Congresso un «documento di riferimento» in risposta a un’inchiesta dell’onorevole Jan Schakowsky, (Democratico-Illinois), che, come dice Harvard, stava «cercando informazioni sui benefici passati e futuri della ricerca sui tessuti fetali».

 

Harvard ha spiegato perché i ricercatori avevano bisogno di tessuti di bambini abortiti volontariamente – piuttosto che di quelli derivanti da aborti spontanei – per creare topi con sistemi immunitari umani, come quelli che la FDA stava realizzando.

 

«I topi che hanno un sistema immunitario umano sono una risorsa scientifica inestimabile, ma vengono modificati per questa condizione esclusivamente attraverso l’utilizzo di materiale fetale umano», ha detto Harvard.

 

La FDA ha fatto presente che aveva bisogno di «tessuti umani freschi» per creare i suoi topi umanizzati.

La FDA ha fatto presente che aveva bisogno di «tessuti umani freschi» per creare i suoi topi umanizzati.

 

«Quasi tutti gli aborti avvengono a casa o in luoghi in cui il materiale fetale non viene recuperato e, soprattutto, conservato in uno stato utilizzabile», continua Harvard nella sua spiegazione.

 

«Il tessuto acquisito durante un intervento programmato o un’autopsia intra-ospedaliera subito dopo la morte non è compromesso dal decadimento relativo all’essere stato ottenuto da un obitorio o da una impresa di pompe funebri», dice Harvard, «proprio per questo motivo, ottenere materiale fetale da un’interruzione di gravidanza volontaria risulta essere una soluzione di gran lunga migliore rispetto all’acquisizione di qualunque materiale possa essere recuperato in seguito a un aborto spontaneo, anche supponendo l’esistenza di un meccanismo per la raccolta di tale materiale».

«Ottenere materiale fetale da un’interruzione di gravidanza volontaria risulta essere una soluzione di gran lunga migliore rispetto all’acquisizione di qualunque materiale possa essere recuperato in seguito a un aborto spontaneo»

 

La FDA ha pubblicato sul suo sito web una presentazione del novembre 2016 che parla dell’uso di un «topo umanizzato» dalla Divisione di Scienze Applicate e Regolatorie.

 

La presentazione include una rappresentazione grafica di come sono realizzati i «modelli di topo umanizzati». Il grafico – intitolato «Sviluppo del fegato umano e del topo con sistema immunitario» – indica che frammenti di fegato e timo sono trapiantati in un «modello di topo gravemente immunocompromesso» per creare un «topo umanizzato».

 

 

Questo grafico raffigurante la creazione di un topo umanizzato è stato pubblicato in una presentazione pubblicata sul sito web della FDA.

 

A luglio, la FDA ha rilasciato a CNSNews.com una dichiarazione sulla sua ricerca riguardante i tessuti fetali e poi ha confermato di aver firmato il contratto del 25 luglio con ABR.

 

«La Food and Drug Administration degli Stati Uniti si impegna a garantire che la sua ricerca sia condotta in modo responsabile, conforme a tutti i requisiti legali e ai più elevati standard etici», dice la dichiarazione della FDA.

Tutte queste spese federali creano un mercato per i tessuti prelevati da bambini abortiti.

 

«Inoltre, la FDA ha messo in atto sistemi per garantire che la ricerca dell’FDA che utilizza il tessuto fetale, così come qualsiasi ricerca finanziata da essa, sia in conformità con le normative e le linee guida federali, statali e locali applicabili, nonché con le politiche della FDA», continua nella dichiarazione.

 

Lunedì 22 settembre, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) che include la FDA, ha posto fine al contratto FDA-ABR.

 

«Dopo una recente revisione di un contratto tra Advanced Bioscience Resources, Inc. e Food and Drug Administration per fornire tessuto fetale umano al fine di sviluppare di protocolli di prova, non è stato sufficientemente garantito che il contratto includesse le protezioni appropriate applicabili alla ricerca sul tessuto fetale o che fossero soddisfatti tutti gli altri requisiti di approvvigionamento», ha dichiarato l’HHS in una nota.

 

«Di conseguenza, il contratto è stato rescisso e HHS sta effettuando un riesame di tutte le acquisizioni che coinvolgono il tessuto fetale umano per garantirne la conformità con le leggi e le normative riguardanti la ricerca sui tessuti umani fetali e la loro acquisizione», ha affermato HHS.

Il National Institutes of Health, una divisione di HHS, stima che quest’anno spenderà 103 milioni di dollari sulla ricerca di tessuto fetale umano. L’anno scorso, sono stati spesi 98 milioni di dollari. L’anno prima, ancora 103 milioni

 

«Inoltre, HHS ha avviato una revisione completa di tutte le ricerche che coinvolgono il tessuto fetale per garantirne la conformità con gli statuti e le normative che disciplinano tale ricerca, e per garantire l’adeguatezza delle procedure e la supervisione di questa ricerca alla luce delle implicate considerazioni regolamentari, morali ed etiche».

 

Il National Institutes of Health, una divisione di HHS, stima che quest’anno spenderà 103 milioni di dollari sulla ricerca di tessuto fetale umano. L’anno scorso, sono stati spesi 98 milioni di dollari. L’anno prima, ancora 103 milioni.

 

Tutte queste spese federali creano un mercato per i tessuti prelevati da bambini abortiti.

 

Tutto questo commercio immorale, dopo le scelte di Trump, dovrebbe finalmente finire.

 

 

*L’avviso di pre-sollecitazione è una comunicazione utilizzata dalle agenzie governative per stabilire se ci sono venditori qualificati ad eseguire lo scopo del lavoro.

 

 

 

Fonte: CNSNews

Continua a leggere

Chimere

Cellule staminali di cervo utilizzate per far crescere «mini corna» sui topi

Pubblicato

il

Da

Cellule staminali di cervo sono state utilizzate per far crescere strutture simili a corna sulla fronte dei topi, aprendo la possibilità che queste cellule possano essere utilizzate per la rigenerazione degli arti in futuro. Lo riporta BioNews.

 

Le corna di cervo cadono e si rigenerano ogni anno, il che significa che i cervi sono uno dei pochi mammiferi che non hanno perso completamente la capacità di rigenerare le appendici del corpo. Tuttavia, i processi cellulari coinvolti non sono completamente compresi.

 

«Per rispondere a questa domanda fondamentale, abbiamo deciso di studiare in dettaglio la composizione cellulare e le dinamiche di espressione genica del tessuto delle corna durante tutto il suo ciclo di rigenerazione» ha detto Tao Qin, l’autore principale dell’articolo pubblicato su Science.

 

Guidati dal professor Qiu Qiang e dal suo studente di dottorato, Qin, i ricercatori della Northwestern Polytechnical University di Xi’an, in Cina, hanno iniziato studiando circa 75.000 cellule di corna di cervo prima, durante e dopo la caduta delle corna. Utilizzando una tecnica chiamata sequenziamento dell’RNA, il team ha identificato un gruppo specifico di cellule staminali essenziali per la rigenerazione delle corna.

 

Il team di ricerca ha scoperto che dieci giorni prima della caduta delle corna, c’era un aumento significativo di un tipo di cellula staminale nel moncone che rimane quando le corna cadono. Altri cinque giorni dopo, queste cellule staminali avevano generato un nuovo sottotipo di cellule staminali, che i ricercatori hanno chiamato cellule blastema progenitrici di corna (ABPC).

 

Dieci giorni dopo la caduta delle corna, i ricercatori hanno scoperto che gli ABPC avevano iniziato a formare cellule ossee e cartilaginee. Alcuni geni espressi negli ABPC sono stati espressi anche in cellule che aiutano a rigenerare il tessuto in altre specie, come i topi, che possono rigenerare la punta delle dita. Ciò potrebbe suggerire che questi geni sono importanti tra le specie per la rigenerazione degli arti.

 

I ricercatori hanno poi voluto scoprire se gli ABPC potessero essere usati per far crescere strutture simili a corna nei topi. Quindi, gli ABPC sono stati estratti dai cervi, cresciuti in laboratorio e poi trapiantati nella fronte dei topi. Solo 45 giorni dopo, i topi avevano elle protuberanze sulla testa che assomigliavano a strutture simili a corna. Significativamente, queste mini corna contenevano ossa e cartilagine.

 

Il recente studio si basa su precedenti ricerche condotte anche in Cina che hanno fatto crescere ceppi di corna sui crani dei topi inserendo tessuto di corna di cervo sotto la pelle della fronte.

 

I risultati della ricerca di Qin potrebbero avere implicazioni per la ricerca sulla rigenerazione degli arti umani. Gli autori hanno spiegato che «l’induzione di cellule umane in cellule simili ad ABPC potrebbe essere utilizzata nella medicina rigenerativa per le lesioni scheletriche o la rigenerazione degli arti». Scrive Bionews che «tuttavia è necessario ulteriore lavoro prima di poter comprendere l’importanza delle recenti scoperte».

 

Come riportato da Renovatio 21, un’operazione non dissimile è quella di innestare tessuti di feto abortito per creare topi umanizzati da usare in laboratorio. Altre forme di topi umanizzati sono quelli modificati direttamente nella genetica inserendo geni umani. Alcuni di essi, si dice, sono utilizzati nel laboratorio di Wuhan. La Cina ha sviluppato inoltre anche maiali umanizzati geneticamente da utilizzare nella ricerca del COVID.

 

Il trapianto interspecifico (cioè tra le specie) di cellule staminali apre ad altre possibilità di creazione di chimere, di essere fatti da più DNA magari di specie diverse, anche riguardo all’ambito umano, e non solo per la creazione di uomini con le corna.

 

Embrioni chimerici uomo-scimmia sono stati fatti crescere in esperimenti sino-americani sino a 20 giorni.

 

La nuova legge bioetica francese proposta due anni fa segnava, oltre alla fine del riconoscimento della paternità, ma anche l’inizio della normalizzazione delle chimere –  esseri ibridi, dotati di più DNA.

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Chimere

Chimera in Cina: rimosso feto dal cervello di una bambina di un anno

Pubblicato

il

Da

Un gemello non ancora nato è stato scoperto nel cervello di una bambina di un anno a Shanghai, in Cina.

 

Secondo lo studio pubblicato su Neurology Journal, la cosa è stata scoperta dopo che la bambina è stata portata all’attenzione medica dopo aver mostrato problemi con le funzioni corporee legate al movimento. La bambina pareva inoltre avere la testa ingrossata.

 

 

 

Dopo un esame primario, i medici di Shanghai hanno scoperto che il feto del gemello non ancora nato si era sviluppato nel cervello del bambino ospite. Il gemello non ancora nato era vivo grazie al costante afflusso di sangue, ma non si stava sviluppando ulteriormente.

 

Si tratta di un caso di una situazione chiamata medicalmente «fetus in fetu», in cui i gemelli si uniscono nel grembo materno ma solo uno dei due continua a svilupparsi.

 

«Un fetus in fetu intraventricolare, un gemello biamniotico monocoriale malformato, è stato identificato in una bambina di un anno con ritardo motorio e circonferenza cranica allargata», scrive lo studio.

 

La condizione fetus in fetu, è anche indicata come gemello parassita. Secondo un rapporto di IFL Science, i casi di feto nel feto si verificano durante l’inizio della gravidanza. Si verifica quando un gruppo di cellule formatosi dopo la fecondazione tra lo sperma maschile e l’ovulo femminile non riesce a separarsi correttamente. Dopo questo, uno dei primi embrioni viene assorbito dall’altro, ma continua tuttavia a svilupparsi, talvolta andando addirittura a sostituire gli organi dell’organismo ospite: vi sono quindi al mondo individui dotati di più DNA, e per questo chiamati nel gergo della biologia «chimere».

 

Come riportato da Renovatio 21, un caso precedente di bambina chimerica era stato riportato in Israele lo scorso anno.

 

I casi di cosiddetto «gemello parassita» sono rari. Tuttavia, sono stati trovati anche prima. Nel 1997, un feto è stato scoperto all’interno dell’addome di un adolescente di 16 anni. Nel novembre 2022, otto embrioni sono stati prelevati dallo stomaco di un neonato di 21 giorni nello stato di Jharkhand, nell’India centrale.

 

Cosa poco nota, ma logica, le chimere umane sono in aumento a causa degli impianti multipli previsti dalla riproduzione artificiale: i medici inseriscono nella donna più embrioni sperando che qualcuno attecchisca. Si hanno così più parti gemellari e plurigemellari ma anche, fenomeno non sempre rilevato, casi di chimerismo.

 

La provetta non solo uccide milioni di embrioni ogni anno (decine e decine per ciclo, a seconda del Paese e del medico): buttati nell’azoto liquido in attesa di chissà cosa, scartati, gettati via perché «non funzionali», impiantati e morti in utero.

 

La provetta genera vere e proprie mostruosità, che ledono la dignità umana in modo sempre più aberrante.

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

Continua a leggere

Chimere

Bambino chimerico nato in India

Pubblicato

il

Da

Un neonato di 40 giorni è stato curato con successo dopo che i medici nello stato indiano del Bihar hanno trovato un feto che cresceva all’interno di un neonato di 40 giorni.

 

Secondo quanto riferito dal’agenzia indiana ANI, l’incidente è venuto alla luce dopo che i genitori del bambino hanno notato lo stomaco gonfio del bambino a causa del quale il bambino non era in grado di urinare correttamente.

 

Il dottor Tabrez Aziz del Rahmania Medical Center in Bihar ha prescritto una tomografia computerizzata (TC) dello stomaco del bambino, il cui risultato ha lasciato tutti scioccati poiché ha mostrato che un feto si era sviluppato all’interno dello stomaco del bambino.

 

Si tratta di un’evenienza medica rara chiamata fetus in fetu, che avrebbe una ratio di un caso su 500.000 nascite.

 

Il secondo feto, pare di capire, sarebbe stato quindi rimosso chirurgicamente.

 

In casi simili sono impiegate tecniche ardue ed è alto il rischio di incidenti.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel 2019 una donna in Israele ha dato alla luce una bambina nel cui addome cresceva l’embrione del suo gemello.

 

Questi casi possono rientrare nella categoria di «chimera»: in biologia, una chimera è una creatura che dispone di due o più popolazioni diverse di cellule geneticamente distinte, originate da diversi zigoti.

 

Le chimere umane, cioè esseri ottenuti dalla fusione di due embrioni , sono una realtà concreta e riconosciuta da diversi anni, anche se assai sottaciuta nonostante l’aumento vertiginoso di casi raccontato da alcuni dottori.

 

Gli  individui-chimera, dotati quindi di due DNA – in quanto risultato della «fusione» di due essere distinti, due fratelli – hanno disfunzioni che si manifestano nel tempo: il «fratello» assorbito continua a crescere all’interno del corpo del gemello ospite più sviluppato. Tessuti come capelli, muscoli, e perfino occhi possono trovarsi dentro le carni di un individuo-chimera.

 

In altre occasioni l’embrione assorbito si sviluppa «armonicamente» (diciamo così) con il l’altro gemello, divenendo un organo preciso all’interno di un corpo.

 

Si sono così avuti i casi di persone che hanno figliato ma non hanno trasmesso il loro DNA ai figli, in quanto gli organi genitali (maschili o femminili) erano in realtà i «gemelli» assorbiti in fase embrionale. Quindi la loro prole è geneticamente figlia dei fratelli che mai hanno avuto, né sapevano esistere, e che invece esistono

 

Si tratta di individui che dispongono quindi di due DNA: il loro codice genetico non vale per tutte le cellule del loro corpo, perché una parte di esso è in realtà il fratello mai sviluppatosi, ma fusosi con il gemello nel grembo materno.

 

Le chimere umane sono in aumento a causa degli impianti multipli previsti dalla riproduzione artificiale: i medici inseriscono nella donna più embrioni sperando che qualcuno attecchisca. Si hanno così più parti gemellari e plurigemellari ma anche, fenomeno non sempre rilevato, casi di chimerismo.

 

Questo per far capire anche agli scettici quale inferno biologico si sia spalancato con la riprogenetica, i bambini sintetici e le provette.

 

Camminano, in mezzo a noi, veri «mostri», nel senso etimologico del termine, dal latino monēre, «avvisare, ammonire».

 

Li ha creati il mondo moderno e la sua guerra alla legge naturale e alla riproduzione umana.

 

Li stiamo accettando, rubricandoli al massimo come bizzarie: sono invece un segno, un ammonimento del futuro mostruoso che stiamo costruendo.

 

 

 

 

Immagine di Nisreen M Khalifa et al via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine modificata

 

 

 

 

Continua a leggere

Più popolari