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Geopolitica

Se Kiev non vince sarà la fine della UE: il terrore di Draghi è un augurio bellissimo (e un rischio apocalittico)

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L’ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex primo ministro italiano Mario Draghi ha fatto dichiarazioni rilevanti mentre era ospite del prestigioso politecnico bostoniano MIT, dove ha ricevuto il premio Miriam Pozen dal Golub Center for Finance and Policy del MIT. Il premio consiste di 200 mila dollari.

 

Qui il nostro si è lasciato andare a potenti dichiarazioni sulla questione ucraina, che alcuni sostengono siano state sparate nella speranza di ottenere un posto come prossimo segretario generale della NATO.

 

Draghi nel suo discorso di premiazione ha affermato che l’invasione russa dell’Ucraina è stata premeditata.

 

«La brutale invasione russa dell’Ucraina non è stata un imprevedibile atto di follia», ha detto, ma «una mossa premeditata» di Putin e «un colpo intenzionale all’UE».

 

Come la difesa della popolazione Russa in Donbass sia un atto contrario ai Paesi del blocco europeo resta tutto da spiegare, ma il lettore di Renovatio 21 sa che il Draghi, anche quando era premier, si lasciava spesso andare al complottismo russofobo, mentre il Parlamento e i giornaloni sottomessi gli battevano le mani come foche ammaestrate.

 

Poi Draghi ha fatto una dichiarazione cruenta che tuttavia, per taluni, è ricolma di speranza.

 

«Non c’è altra alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati, oltre a garantire che l’Ucraina vinca rapidamente questa guerra», ha detto Draghi. Una vittoria russa sarebbe «un colpo fatale per l’UE».

 

 

La burocrazia di Bruxelles disintegrata da una vittoria russa? L’Unione – che decide la forma delle banane e la morale della società, la sessualità dei vostri figli e la tecnologia della vostra auto – verrebbe dissolta se Putin vincesse?

 

Molti non potrebbero nascondere che questa prospettiva suoni dolcissima. Gli euroscettici, che allineano in ogni singolo Paese UE, si vedrebbero liberati dalla ragnatela del Superstato opaco della Von der Leyen e soci senza alcuno sforzo, nemmeno quelli fatti dai britannici per la Brexit.

 

Sorprende che Draghi parli pubblicamente di una prospettiva così estrema. Tuttavia, bisogna ricordare che Draghi ha avuto in questa guerra un ruolo precipuo come attore protagonista in quello che il Financial Times ha definito come il primo episodio di vera «guerra economica» della storia umana: il congelamento di oltre 300 miliardi russi detenuti presso le Banche Centrali di Europa e America.

 

Mai prima – nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i tedeschi avevano depositi che potevano ritirare presso la Banca d’Inghilterra – si era arrivati a questo punto, dove ogni regola, prima fra tutte quella del rispetto della proprietà, è stracciata nel nome di una vittoria a tutti i costi.

 

Tale nichilismo è pienamente visibile in Ucraina e oltre: le dighe, i ponti, le infrastrutture, gasdotti bombardati, le torture, i civili usati come scudi umani, i simboli nazisti e dell’ISIS, i sospetti di traffico di organi, l’uccisione di giornalisti e intellettuali, gli anni di genocidio nel Bacino del Don, i programmi di assassinio dei vertici avversari, la ferocia infinita e a tratti inspiegabile, tutto parla di una volontà cieca di annientamento del nemico – e proprio questo ci fa temere che si può andare verso l’utilizzo di un’arma atomica.

 

Le azioni di Draghi contro le riserve russe – assieme al team della Von der Leyen e dell’americana Janet Yellen, chiamata dal romano – costituiscono, di fatto, una «Hiroshima economica», la prima volta dell’utilizzo di un’arma distruttiva che cambia mostruosamente le regole del gioco.

 

Questa è la logica che oggi porta avanti l’Occidente. Nessuna visione, nessuna morale. Sono Stati senza principio, nelle mani di leader senza alcun limite morale. Questa è, ovviamente, la ricetta per un quadro apocalittico, nel quale la vostra vita (come la vostra salute, la vostra prosperità, la vostra famiglia) non conta più nulla – pronta ad essere sacrificata al niente con il fuoco dell’atomo.

 

Ricordate: ciò che faranno ai russi, lo faranno a voi – e con l’mRNA di Stato e l’apartheid biotica, ve lo hanno in pratica già detto in modo molto, molto chiaro.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

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Geopolitica

Colonnello Macgregor: l’Ucraina ha già perso. È ora che Trump tagli i finanziamenti

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In un’intervista con John-Henry Westen di LifesiteNews, il colonnello in pensione Douglas McGregor – noto per essere stato ai vertici dell’ultima battaglia di carrarmati in Iraq nel 1991 – ha sottolineato che, contrariamente alla narrazione che abbiamo sentito sui media mainstream in questi anni, la guerra è sostanzialmente finita e la Russia ha vinto.

 

«La gente deve capire che la guerra è, a tutti gli effetti, finita. I russi hanno vinto, non c’è dubbio», ha detto. «Le perdite da parte ucraina sono orribili; stiamo assistendo ad almeno 1,5 milioni di soldati ucraini morti. Queste cose non vengono raccontate alla gente in Occidente. Non capiscono quanto tragica e desolata sia diventata l’Ucraina».

 

«Il regime di Kiev è in gran parte distante dalla sua stessa popolazione», ha aggiunto. «Hanno deciso, e credo che Zelens’kyj rifletta questa piccola minoranza che governa il Paese, che faranno tutto il possibile per convincere la gente, soprattutto a Washington, ma anche nell’Europa occidentale, che questo regime ha ancora vita. E non c’è».

 

Macgregor ha sottolineato che Zelensky e l’attuale regime ucraino stanno sostanzialmente cercando di mettere in atto una trovata pubblicitaria per convincere gli Stati Uniti e le altre potenze occidentali che possono ancora vincere questa guerra per continuare a ricevere finanziamenti.

 

«Quello che la gente pensa a Washington è ciò che conta. Questa è la teoria a Kiev: “Se riusciamo a convincere la gente a Washington che siamo ancora qui, che possiamo combattere, e che dovrebbero continuare a finanziarci e rifornirci, allora abbiamo una possibilità di sopravvivenza. Se non ci riusciamo, siamo finiti. Abbiamo perso”», ha detto. «Questo è tutto ciò che sta succedendo in questo momento, è una trovata pubblicitaria mascherata per sembrare qualcosa che non è».

 

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Più avanti nell’episodio, Macgregor ha sottolineato che il presidente Trump dovrebbe interrompere tutti gli aiuti all’Ucraina e chiarire in modo esplicito che gli Stati Uniti non entreranno in guerra con la Russia, oltre a ritirarsi completamente dal conflitto, perché in ultima analisi si tratta di un problema europeo.

 

«La cosa più importante che il presidente Trump dica subito e subito è, primo, “In nessun caso sosteniamo una guerra con la Russia”. Che sia chiaro», ha detto Macgregor. «Secondo, se Kiev non capisce che non siamo in nessun caso disposti a entrare in guerra in Ucraina per loro conto, allora diventa importante per noi fare due cose. Primo, interrompere tutti gli aiuti al governo ucraino, punto. Basta con l’assistenza militare di alcun tipo».

 

«Numero due… Se fossi presidente, direi “ritiro tutti i cittadini americani, in uniforme e non, che siano agenti dell’Intelligence o altro, dall’Ucraina, punto e basta”», ha aggiunto. «Beh, a quel punto, gli europei potrebbero dire: “beh, ci state lasciando in sospeso”. E la risposta è “No, ve lo dico io, questo è un problema europeo che gli europei devono risolvere”. E l’unico modo per risolverlo non è cercare di rafforzarvi militarmente… È parlare con i russi».

 

Come riportato da Renovatio 21, da anni il colonnello MacGregor mette in guardia il mondo riguardo i rischi della stato di guerra in cui può precipitare il mondo.

 

MacGregor, che era sostenitore di Israele, è divenuto assai critico degli orrori perpetrati dal regime Netanyahu, arrivando anche ad accusare Trump di essere troppo favorevole al governo dello Stato Ebraico, dipingendo la spinta sensibile per la cancellazione del cristianesimo in Medio Oriente.

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Geopolitica

TV americana usa filmati di Gaza per descrivere l’attacco russo all’Ucraina. In Italia abbiamo fatto di peggio

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Un canale dell’emittente statunitense ABC ha trasmesso un filmato del caos a Gaza per denunciare un presunto attacco russo alla città ucraina di Kharkov.   Il servizio è stato trasmesso la scorsa settimana su WPLG Local 10, affiliata di ABC per la Florida del Sud, ma solo di recente ha catturato l’attenzione. L’emittente ha parlato di un presunto attacco russo a Kharkov, che secondo funzionari ucraini avrebbe causato la morte di almeno quattro persone, mentre le immagini mostravano evidenti incongruenze.   Invece di mostrare un paesaggio dell’Europa orientale o aree densamente urbanizzate, il video mostrava una grande folla di persone, tra cui alcune donne che indossavano l’hijab, che cercavano riparo nel deserto.     L’affiliata di ABC non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sull’apparente errore. Il servizio manca sulla pagina YouTube dell’emittente, che a quanto pare è stato cancellato. Tuttavia, il suo account verificato X continua a pubblicare la notizia, accompagnata da uno screenshot di Gaza, suscitando il disprezzo di diversi utenti.     Ricordiamo quando in Italia si fece di peggio: il prestigioso quotidiano torinese La Stampa, appartenente alla famiglia capitalista cosmopolita Agnelli (che sembra avere con Mosca qualche problema) pubblicò le immagini di civili bombardati nel Donbass dagli ucraini per significare invece attacchi russi ai civili ucraini. Sull’immagine avevano pure scritto «carneficina». (Va ricordato come lo stesso giornale e lo stesso direttore fecero sparire temporaneamente dal sito un articolo del 2014 in cui l’inviata in Ucraina parlava dell’ascesa dei gruppi nazisti sostenuti dall’Occidente)   Lo stesso fece la RAI a fine 2022, quando usò immagini del bombardamento ucraino sul mercato di Donetsk per accompagnare i servizi che denuncerebbero i bombardamenti russi sul territorio sotto il controllo di Kiev.   Cose che accadono nell’era in cui l’informazione è divenuta menzogna e manipolazione spudorata. Altro che fake news di internet, altro che «professionisti dell’informazione».   Anche per questo vi invitiamo a sostenere Renovatio 21, che non vi mentirà mai – perché crede, per fede, che la Verità renda liberi. E che la Verità sia Dio.

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Geopolitica

Israele ora occupa il 70% di Gaza

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Dopo aver sottratto circa il 70% del territorio di Gaza, Israele ha ora compresso 2,2 milioni di abitanti di Gaza in 42 miglia quadrate (circa 108 chilometri quadrati), con pochissime infrastrutture ancora funzionanti. Lo riporta EIRN.

 

La popolazione per miglio quadrato è ora di oltre 52.000 abitanti, oltre 37 volte più densa dei densamente popolati Paesi Bassi (e oltre 41 volte più densa di Israele stesso).

 

«Mentre il ghetto di Varsavia al suo apice era 6-7 volte più affollato di Gaza oggi, i nazisti, va ricordato, gestivano i campi di concentramento con due pasti al giorno, per quanto patetici (un litro di zuppa di patate e circa 300 grammi di pane nero, serviti con circa 25 grammi di salsiccia, o margarina, o un cucchiaio di marmellata o formaggio)» nota EIRN.

 

Le ultime simulazioni dei dati della FAO, un’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Roma, indicano che un abitante medio di Gaza, fino a un mese fa, consumava solo 1.400 calorie al giorno, circa il 39% in meno del livello di sussistenza. Alcuni abitanti di Gaza vivono sicuramente al di sopra del livello di sussistenza, ma questo significa anche che molti di loro consumano meno di 1.400 calorie al giorno.

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Come riportato da Renovatio 21, a fine marzo 2024 un rapporto ONU riferiva quella di Gaza come una «fame catastrofica», portando alla luce il tema dei bambini che stanno letteralmente morendo di fame a Gaza. Un articolo dell’Associated Press di mesi fa indicava che quella di Gaza è una «fame artificiale».

 

A maggio la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP), Cindy McCain, ha dichiarato in un’intervista a «Meet the Press» che «c’è una carestia, una carestia in piena regola nel Nord, e si sta spostando verso sud».

 

Secondo l’ONU, il 90% della popolazione gazana è sfollata.

 

L’ONU ha documentato ingenti perdite civili a Gaza e ha criticato le tattiche militari di Israele, suggerendo che alcune azioni potrebbero costituire gravi violazioni del diritto internazionale, tra cui crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Amnesty International ha pubblicato un rapporto secondo cui il genocidio è l’«unica conclusione ragionevole» per i crimini di Israele a Gaza, tra cui il blocco degli aiuti alimentari e della fornitura di acqua.

 

Come riportato da Renovatio 21, il giornale israeliano Haaretz due mesi fa aveva lanciato un appello al mondo al fine di chiedere che lo Stato Ebraico sia costretto a «smettere di affamare Gaza».

 

Le forze di difesa israeliane (IDF) a fine maggio avevano annunciato l’intenzione di occupare il 75% della Striscia di Gaza entro due mesi.

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Immagine del 10 ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

 

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