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Cervello

Scienziati coreani creano un’interfaccia neurale in grado di fornire farmaci in remoto al cervello

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Scienziati in Corea del Sud hanno creato una nuova interfaccia neurale durevole in grado di misurare i segnali cerebrali direttamente all’interno del cervello stesso.

 

L’interfaccia è così avanzata che può anche essere utilizzata per somministrare farmaci nel sito per garantire che l’interfaccia non causi infiammazioni.

 

La tecnologia, presentata ovviamente come una benefica invenzione biomedica, ha implicazioni inquietanti.

 

Dovrebbero essere ovvie le potenziali preoccupazioni sulla tecnologia impiantabile in grado di somministrare medicinali all’insaputa dell’utente

La misurazione accurata dell’attività cerebrale è stata una parte essenziale per ottenere una migliore comprensione del modo in cui funziona il cervello e di come è influenzato dalle malattie. Fino ad oggi, l’attività cerebrale è stata generalmente misurata posizionando degli elettrodi sul cuoio capelluto (generalmente indicata come elettroencefalografia (EEG)).

 

Naturalmente, i ricercatori sanno da tempo che ottenere segnali direttamente dal cervello sarebbe quasi certamente più accurato e potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione del cervello, ma finora la creazione di interfacce neurali per farlo si è rivelata notevolmente difficile.

 

Ad esempio, i materiali utilizzati per realizzare i microscopici elettrodi che entrano in contatto con i neuroni, così come quelli di tutti i connettori, dovrebbero essere flessibili ma sufficientemente resistenti da resistere a un ambiente relativamente duro nel corpo.

 

I precedenti tentativi di sviluppare interfacce cerebrali di lunga durata sono falliti a causa delle naturali risposte biologiche del corpo, come l’infiammazione, che riducono le prestazioni elettriche degli elettrodi nel tempo.

 

Gli scienziati hanno creato una «piattaforma di intelligenza artificiale impiantabile biocompatibile» che potrebbe aprire la strada al monitoraggio in tempo reale della salute delle persone

Il team sudcoreano, pubblicando la propria ricerca su Microsystems & Nanoengineering, ha deciso di indagare se esistesse un modo per somministrare farmaci localmente per ridurre l’infiammazione nel sito in cui gli elettrodi incontrano il cervello.

 

A differenza dei dispositivi rigidi esistenti, il loro design ha una struttura flessibile in cui viene utilizzata una serie di microaghi per raccogliere più segnali neurali su un’area e sottili linee conduttive metalliche portano questi segnali a un circuito esterno.

 

L’aspetto che definisce questo design è il modo in cui incorpora canali che possono trasportare fluidi su un piano parallelo alle linee conduttive.

 

Questi canali, costruiti impilando strategicamente e microlavorando più strati polimerici, sono collegati a un piccolo serbatoio (che contiene i farmaci da somministrare) e possono trasportare un flusso costante di liquido verso i microaghi.

 

Il team ha testato il loro approccio attraverso esperimenti di interfaccia cerebrale su ratti vivi. Dopo aver impiantato le interfacce, hanno misurato la concentrazione del farmaco nel tessuto intorno agli aghi.

 

Il team ha testato il loro approccio attraverso esperimenti di interfaccia cerebrale su ratti vivi. Dopo aver impiantato le interfacce, hanno misurato la concentrazione del farmaco nel tessuto intorno agli aghi

Il prof. Sohee Kim, che ha guidato lo studio, ha dichiarato: «La flessibilità e le funzionalità del nostro dispositivo contribuiranno a renderlo più compatibile con i tessuti biologici e a ridurre gli effetti negativi, il che contribuisce ad aumentare la durata dell’interfaccia neurale».

 

Un altro dei partecipanti spiega i potenziali usi di questa nuova tecnologia neurale, che includono la possibilità per «persone paralizzate di muovere braccia o gambe robotiche usando i loro pensieri e il trattamento di malattie neurologiche usando la stimolazione elettrica e/o chimica nel corso degli anni».

 

Allo stesso tempo, dovrebbero essere ovvie le potenziali preoccupazioni sulla tecnologia impiantabile in grado di somministrare medicinali all’insaputa dell’utente.

 

Una tecnologia simile è stata sviluppata presso l’Università di Dresda. Gli scienziati hanno creato una «piattaforma di intelligenza artificiale impiantabile biocompatibile» che potrebbe aprire la strada al monitoraggio in tempo reale della salute delle persone.

 

«Chiaramente, poiché le frontiere della medicina continuano ad espandersi in modi sempre più invasivi, è probabile che ciò che significa essere umani, possedere il libero arbitrio e avere il diritto all’autonomia e alla privacy sia tutto in discussione» scrive Herculean Strenght.

 

Come riportato da Renovatio 21, Facebook ha lavorato a lungo ad un dispositivo che legga il pensiero degli utenti, ma ora dice di avere abbandonato le ricerche.

 

Di recente una startup di neurotecnologia chiamata Synchron ha ottenuto dall’ente regolatorio biomedico americano FDA l’approvazione per i suoi test di innesto negli esseri umani di innesti cerebrali in grado di fornire la cosiddetta HMI, interfaccia umano-macchina.

 

Elon Musk, patron di Tesla, ha da anni avviato un’azienda che ha già prodotto i primi suini e primati cyborg, in grado di comandare perfino il videogiuoco Pong solo con il pensiero.

 

Secondo alcuni, siamo davanti ad un futuro da incubo dove con i chip cerebrali. «Venderanno i pensieri al miglior offerente» ha dichiarato la psicologa cognitiva Susan Schneider , direttrice del Center for the Future Mind della Florida Atlantic University.

 

In ambito clinico, da anni gli scienziati lavorano a microchip da impiantare nel cervello con lo scopo dichiarato di curare i mali del sistema nervoso come il Parkinson e la cefalea a grappolo. Nel 2013 Obama assegnò svariate centinaia di milioni di dollari alla DARPA (l’ente di ricerca e sviluppo del Pentagono) che preparò diversi esperimenti, spesso utilizzando come cavie i veterani.

 

Su di essi in questi anni sono stati svolti esperimenti  di Deep Brain Stimulation («stimolazione cerebrale profonda») per curare una supposta malattia del cervello, la depressione, collegando un sistema che fornisce scosse elettriche con l’interno del loro cervello tramite fili che attraversano il cranio.

 

Dalla medicina al transumanismo il passo è breve. E a breve lo sarà ancora di più.

 

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Cervello

La CIA nega di aver utilizzato la programmazione di controllo mentale MK-Ultra sull’attentatore di Trump

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La CIA ha comunicato non aver utilizzato programmi di controllo mentale sul ventenne che ha tentato di assassinare l’ex presidente Donald Trump.

 

La storia ha di per sé dell’incredibile, ma è incredibile anche il contesto in cui il candidato presidente è vivo per una questione di millimetri.

 

In una rara dichiarazione pubblica che affronta le teorie cospirative diffuse online in merito al tentato omicidio di Trump, la CIA ha insistito sul fatto di non aver utilizzato tecniche di programmazione di controllo mentale in stile MK-Ultra su Thomas Matthew Crooks per sparare all’ex presidente.

 

Come noto, MK-Ultra è un programma di controllo della mente umana sviluppata da scienziati della CIA nel dopoguerra ed andato avanti per decenni.

 

«Queste affermazioni sono totalmente false, assurde e dannose», ha detto un portavoce della CIA a Wired la scorsa settimana. «La CIA non ha avuto alcun rapporto con Thomas Crooks. Per quanto riguarda MK-Ultra, il programma della CIA è stato chiuso più di 40 anni fa e le informazioni declassificate sul programma sono disponibili al pubblico su CIA.gov».

 

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Dopo aver denigrato i sostenitori di Trump definendoli «alcune delle persone più stupide del pianeta», la testata Gizmodo che ha riportato la notizia ha riconosciuto che talvolta le teorie cospirazioniste che circondano questo genere di incidenti storici «si rivelano vere».

 

È comico che il popolo dei benpensanti normaloidi ammetta che sì, la CIA ha fatto cose tremende in passato (come rivelato in tanti film e serie che hanno veduto con piacere) ma oggi no, sono «i buoni», mentre i cattivi (bigotti «complottisti») sono quelli che non si fidano delle spie.

 

Domande sull’incidente hanno iniziato a circolare online nei giorni e nelle settimane successive al tentato assassinio di Trump, mentre le carenze nella sicurezza dei servizi segreti e il passato di Crooks diventavano più evidenti.

 

Presto l’attenzione si è spostata inevitabilmente sulla comunità dell’Intelligence, dato il suo presunto ruolo nell’assassinio del presidente John F. Kennedy nel 1963 e la sua insabbiatura, e #ManchurianCandidate e #MKULTRA hanno iniziato a essere di tendenza sui social media.

 

Il programma MK-Ultra è sospettato di essere dietro a tanti personaggi violenti apparsi negli USA, da Charles Manson all’assassino di John Lennon Mark Chapman, dal mafioso irlandese Whitey Bulger a Teodoro Kaczynski detto Unabomber.

 

Come riportato da Renovatio 21, la CIA ha eseguito esperimenti, anche con uso di sostanze psicogene come l’LSD, pure su cittadini inconsapevoli.

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Cervello

Gli scienziati cinesi creano un robot controllato dalle cellule cerebrali umane

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Per la prima volta al mondo, gli scienziati cinesi hanno creato un robot controllato dalle cellule cerebrali umane.   I ricercatori della Tianjin University e della Southern University of Science hanno creato un organoide a partire da cellule staminali umane e lo hanno poi collegato a un’interfaccia neurale, consentendogli di trasmettere istruzioni a un corpo robotico.   Secondo una dichiarazione, il robot è «il primo sistema di interazione intelligente di informazioni complesse con cervello su chip open source al mondo».

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L’obiettivo a lungo termine dei ricercatori è quello di creare interfacce cervello-computer che possano essere utilizzate per trasmettere segnali elettrici tra il cervello e i computer.   Per creare gli organoidi sono state utilizzate cellule staminali pluripotenti umane, che possono svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo umano. Poi le hanno collegate a un’interfaccia speciale come parte di un corpo robotico e hanno insegnato al cyborg a svolgere compiti semplici come afferrare oggetti.   I ricercatori hanno utilizzato la tecnologia a ultrasuoni per stimolare il cervello e formare nuove reti tra le cellule cerebrali. La tecnologia potrebbe essere utilizzata per aiutare i pazienti che hanno subito danni cerebrali, ad esempio a seguito di un ictus.   Non è chiaro, tuttavia, se gli organoidi di tessuto vivente possano essere utilizzati per riparare il tessuto cerebrale o ricostruire aree danneggiate o morte del cervello. I test sui roditori suggeriscono che questa sia una possibilità.   Come riportato da Renovatio 21, organoidi cerebrali sono utilizzati anche da un’azienda svizzera che sta mischiando cellule nervose e microchip nel tentativo di abbattere il costo energetico dei calcolatori.  

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Cervello

Biden confonde Zelens’kyj con Putin. Poi dice che il suo vicepresidente è Trump

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confuso il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj con il presidente russo Vladimir Putin durante un evento a Washington, DC.

 

L’ennesimo imbarazzante episodio di demenza presidenziale si è consumato ieri, quando Biden ospitava il lancio del cosiddetto Ukraine Compact, un’iniziativa volta a concludere accordi bilaterali di sicurezza con Kiev.

 

Affiancato dai leader della NATO e dell’UE, il presidente degli Stati Uniti ha pronunciato un breve discorso per poi cedere il podio a Zelens’kyj.

 

«E ora voglio passare la parola al presidente dell’Ucraina, che ha tanto coraggio quanto determinazione», ha detto Biden invitando l’ex attore ucraino a parlare. Ma invece di presentarlo per nome, Biden ha inaspettatamente detto al pubblico: «Signore e signori, Presidente Putin!»

 

Rendendosi conto apparentemente del suo errore, Biden è tornato sul podio e ha cercato di correggersi, dicendo: «Presidente Zelensky! Sono così concentrato a battere Putin, che dobbiamo preoccuparcene… comunque… signor presidente».

 

Zelens’kyj è intervenuto dicendo: «sono migliore», al che Biden ha risposto: «Tu sei molto migliore».

 

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Durante una conferenza stampa tenutasi più tardi quella sera, Biden ha confuso la sua vicepresidente, Kamala Harris, con il suo rivale alle elezioni del 2024 e favorito repubblicano, l’ex presidente Donald Trump. «Guardate, non avrei scelto la vicepresidente Trump come vicepresidente se non fosse stata qualificata per essere presidente», ha detto ai giornalisti.

 

Dopo il disastroso dibattito televisivo del mese scorso con Trump, diversi politici del Partito Democratico e importanti donatori, così come i principali organi di informazione statunitensi, hanno esortato Biden a sospendere la sua campagna di rielezione in modo che il partito potesse selezionare un candidato diverso.

 

Biden, tuttavia, ha respinto le crescenti preoccupazioni sulla sua età e sul suo declino mentale, insistendo sul fatto che è la persona migliore per sconfiggere Trump a novembre.

 

Capofila dell’ammutinamento verso Biden è stato il controverso divo hollywoodiano e operativo del Partito Democratico Giorgio Clooney, che, dopo aver ospitato un evento di endorsement a Hollywood del presidente (che ha fruttato 30 milioni di dollari donazioni alla sua campagna) ha scritto sul New York Times un articolo in cui chiede al candidato Biden di ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca. Secondo alcuni, dietro a Clooney ci sarebbe Obama. I giornali, tuttavia, riportano solo che Obama sapeva dell’editoriale che Clooney stava per pubblicare ma non ha fatto nulla per fermarlo. Obama era anche lui all’evento elettorale di Hollywood, al termine del quale sembra aver dovuto accompagnare fuori dal palco Biden, che pareva disorientato e inconsapevole di dove fosse e cosa dovesse fare.

 


Come riportato da Renovatio 21, gli episodi in cui Biden si è dimostrato in stato di amenza sono stati continui in questi anni. Un neurochirurgo anonimo ha descritto la condizione del presidente al giornalista Alex Berenson come «senza dubbio demenza da Parkinson».

 

Dopo il disastro del dibattito con Trump, quando cioè il problema mentale di Biden è divenuto non più negabile nemmeno dai media più mendaci, la Casa Bianca si è affrettata a comunicare che il presidente non soffre in alcun modo di demenza. Nel frattempo lui in un’intervista che doveva essere riparatrice ha affermato che non fa test cognitivi perché il suo test è ogni giorno quando sta «governando il mondo».

 

Tucker Carlson ha rivelato negli scorsi giorni. di aver saputo anni fa da un vicino di casa di Washington, amico della sorella di Biden, che la famiglia di origine del presidente era adirata con moglie e figli del politico del Delaware in quanto vedevano come stavano spingendo perché si candidasse invece che lasciarlo stare visti i suoi chiari problemi di età.

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