Armi biologiche
Macron ha rifiutato il PCR a Mosca per paura che i russi «mettano le mani» sul suo DNA
Emmanuel Macron è arrivato una settimana fa a Mosca, dove ha tenuto cinque ore di colloqui con il presidente russo Vladimir Putin.
Il presidente francese ha rifiutato di sottoporsi a un test COVID dopo essere arrivato a Mosca per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, ha riferito Reuters citando fonti.
L’agenzia di stampa sostieneche al presidente francese è stata offerta la possibilità di fare un test PCR per avvicinarsi a Putin o di osservare le precauzioni di distanziamento sociale. Macron ha deciso di optare per la seconda possibilità, presumibilmente per la preoccupazione che i suoi campioni di DNA sarebbero finiti nelle mani di medici russi.
«Sapevamo molto bene che ciò significava nessuna stretta di mano e quel lungo tavolo. Ma non potevamo accettare che mettessero le mani sul DNA del presidente», ha detto una fonte citata da Reuters.
Alla fine, i negoziati si sono svolti su un tavolo lungo 4 metri, suscitando speculazioni sul fatto che potrebbe essere un segno di fredde relazioni tra Russia e Occidente. (Il tavolo, per inciso, è stato prodotto anni fa da una ditta italiana)
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha confermato che Macron ha rifiutato di sottoporsi al test PCR russo COVID-19.
I colloqui tra Putin e il presidente si sono tenuti a Mosca il 7 febbraio. Durante l’incontro, i presidenti hanno discusso della situazione in Ucraina e delle garanzie di sicurezza della Russia.
Secondo il presidente francese, sono riusciti a trovare un terreno comune sull’Ucraina e hanno accettato di avere una telefonata di follow-up subito dopo i suoi colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj a Kiev il giorno successivo.
«Si scopre che il tavolo grottescamente lungo che Vladimir Putin ed Emmanuel Macron hanno condiviso durante i loro colloqui a Mosca non era un simbolo del deterioramento delle relazioni tra Russia e Occidente, come alcuni ipotizzavano» ha scritto la testata russa Sputnik. «Si trattava, invece, del presidente francese che si rifiutava di sottoporsi al test PCR in Russia».
Ma quindi, cosa avrebbe potuto fare la Russia con il DNA del presidente francese?
Sputnik ha cercato di elencare gli scenari possibili.
1) Clonazione: «questa opzione è tanto ovvia quanto efficace (…) Immaginate un mondo con non un Macron, ma due, tre, quattro, cinque, sei, sette o anche dodici Macron interi. Una dozzina di Macron appena sfornati. Deliziosi e decadenti questi dodici Macron sarebbero un regalo eccezionale o solo un piccolo regalo dopo una dura giornata. Oh, il potere che i russi avrebbero sui francesi con un’intera scatola di Macron a loro disposizione (…) Oppure immaginate quanto sarebbe utile avere il tuo esercito personale composto da lui»
2) Segreti di famiglia: «Forse il presidente francese aveva paura che i russi svelassero alcuni segreti del suo albero genealogico?»
3) Codice genetico: «Immaginate che il Cremlino scopra tutte le debolezze scritte nel tuo codice genetico. Lo vorresti? Il leader della nazione francese non lo farebbe di certo!»
4) Il ceppo Macron: «Macron non è uno sciocco, il lungo batuffolo di cotone necessario per condurre un test PCR sarebbe lo strumento perfetto per somministrare una malattia mortale. Infettato da una malattia o da un virus così terribile che solo i russi avrebbero potuto inventarlo, Macron sarebbe stato un cavallo di Troia della disperazione in tutta la Francia».
Sputnik si diverte, tuttavia nel mondo della diplomazia di alto livello, queste paranoie sono di casa.
Nel 2018 si disse che il leader nordcoreano Kim Jong-un andò allo storico incontro con Trump a Singapore con una toilette portatile: non una deiezione doveva essere possibilmente intercettata e analizzata dagli avversari, perché avrebbe potuto rivelare informazioni sul suo stato di salute, e non solo.
Più in là, troviamo la questione, meno di fantascienza di quanto possa sembrare, delle armi biologiche ad personam. Conoscere il DNA di un individuo significa poter concepire un patogeno che possa attaccare solo lui, o coloro che in un determinato spazio dispongano di un corredo genetico simile.
In un articolo della rivista americana The Atlantic del 2012 intitolato «Hacking the President’s DNA» («Hackerare il DNA del Presidente») era rivelato che «il governo degli Stati Uniti sta raccogliendo di nascosto il DNA dei leader mondiali e, secondo quanto riferito, sta proteggendo quello di Barack Obama».
«Decodificati, questi progetti genetici potrebbero fornire informazioni compromettenti. In un futuro non troppo lontano, potrebbero fornire anche qualcosa in più: la base per la creazione di armi biologiche personalizzate che potrebbero abbattere un presidente e non lasciare traccia» scriveva la testata della sinistra liberal USA ancora in piena era Obama.
Secondo Ronald Kessler, l’autore del libro del 2009 In the President’s Secret Service, gli steward della Marina raccolgono lenzuola, bicchieri e altri oggetti che il presidente ha toccato – vengono successivamente disinfettati o distrutti – nel tentativo di impedire a potenziali malfattori di ottenere il suo materiale genetico.
Secondo un comunicato contenuto nei cablogrammi segreti di WikiLeaks, il Segretario di Stato Hillary Clinton aveva ordinato alle ambasciate USA di raccogliere di nascosto campioni di DNA da capi di stato stranieri e alti funzionari delle Nazioni Unite
Secondo un comunicato contenuto nei cablogrammi segreti di WikiLeaks, il Segretario di Stato Hillary Clinton aveva ordinato alle ambasciate USA di raccogliere di nascosto campioni di DNA da capi di stato stranieri e alti funzionari delle Nazioni Unite.
«Chiaramente, gli Stati Uniti vedono un vantaggio strategico nel conoscere la biologia specifica dei leader mondiali; sarebbe sorprendente se altre nazioni non si sentissero allo stesso modo» conclude l’Atlantic.
La raccolta di DNA da parte degli americani aveva già innervosito Putin in passato.
In un articolo di Renovatio 21 oramai più di quattro anni fa intitolato «I vaccini come guerra biologica», riportavamo le parole di Putin, quando saltò fuori che l’aviazione americana era alla ricerca di DNA russo per scopi non precisati – anche se era ipotizzabile che fosse per lo sviluppo della cosiddetta «bomba etnica», un’arma biologica in grado di colpire specificamente un solo gruppo etnico-. «Sapete che il materiale biologico viene raccolto in tutto il Paese, in diversi gruppi etnici e persone che vivono in diverse regioni geografiche della Federazione Russa? La domanda è: perché viene eseguita questa raccolta? È stato fatto intenzionalmente e professionalmente».
Ma torniamo al concreto della visita del francese in Russia della settimana scorsa, al termine della quale, peraltro, Putin parlò di guerra termonucleare in Europa, senza che nessuno in Occidente, né giornali né politici, badasse per un secondo alla gravità delle parole del capo della superpotenza atomica russa.
Da un punto di vista antropologico, psicanalitico, e forse anche simbologico (qualcuno allude a certe società segrete) è interessante notare la differenza abissale tra l’incontro di Macron con Putin rispetto a quello con il papa. Il presidente francese che accetta di non stringere la mano a Putin è lo stesso che mise le mani sulla faccia al papa, nel disgusto più totale degli esperti di protocollo.
Anche qui, c’è qualche scenario interessante che può aprirsi. Il giornalista Gigi Moncalvo ebbe il cuore di chiederlo apertamente: quel bacio sta a significare la comune appartenenza ad un certo club?
Il lettore di Renovatio 21, del resto, sa cosa potrebbe rappresentare Macron – e il pericolo che corre l’Italia dopo il Trattato del Quirinale.
Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.
Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.
Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».
I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.
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In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.
La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.
«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».
All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.
L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.
Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.
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Armi biologiche
La polizia americana uccide scimmie fuggite dal laboratorio
🚨🇺🇸 BREAKING: “AGGRESSIVE” LAB MONKEYS ESCAPE OVERTURNED TRUCK IN MISSISSIPPI
Tulane University transport truck crashes on I-59, releasing six 40-pound rhesus monkeys. Five have been euthanized, one still loose in the woods near Heidelberg. Sheriff Randy Johnson warns… pic.twitter.com/tqOuOEGuiU — Mario Nawfal (@MarioNawfal) October 28, 2025
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Armi biologiche
Il Cremlino sostiene l’idea di Trump di vietare le armi biologiche
La Russia appoggerebbe con entusiasmo la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di vietare a livello globale lo sviluppo di armi biologiche, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, definendola una «brillante iniziativa».
Questa settimana, Trump ha annunciato alle Nazioni Unite che intende ridurre la minaccia delle armi di distruzione di massa, invitando «ogni nazione a unirsi a noi per porre fine una volta per tutte allo sviluppo di armi biologiche».
Il presidente degli Stati Uniti ha anche collegato quelli che ha definito «esperimenti sconsiderati all’estero» alla pandemia di COVID-19, ribadendo le sue precedenti accuse secondo cui il coronavirus sarebbe originato in un laboratorio cinese, un’affermazione che Pechino ha categoricamente smentito.
Parlando ai giornalisti giovedì, Peskov ha accolto le dichiarazioni come un «appello molto importante» e una «brillante iniziativa». «Certamente, la Russia è pronta a partecipare a un simile processo di rinuncia alle armi biologiche, e sarebbe opportuno formalizzarlo a livello internazionale», ha aggiunto.
La stragrande maggioranza della comunità internazionale, inclusi Russia, Stati Uniti e Cina, aderisce alla Convenzione sulle armi biologiche (BWC), che vieta lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi biologiche e tossiche.
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Mosca accusa da anni l’Ucraina – anch’essa firmataria della Convenzione sulle armi chimiche – di ospitare laboratori biologici finanziati dall’Occidente e di utilizzare armi chimiche sul campo di battaglia. Alla fine del 2024, funzionari russi hanno dichiarato che gli Stati Uniti gestiscono ancora 30 laboratori biologici in territorio ucraino nell’ambito di un programma militare-biologico illegale, con l’intenzione di estendere tale quadro normativo all’Africa.
Nel 2022, l’allora sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland, nota sostenitrice della politica antirussa nell’amministrazione Biden, ammise che l’Ucraina dispone di «strutture di ricerca biologica», ma negò che queste potessero essere utilizzate per scopi di guerra biologica. La Nulanda fu invitata dalla Duma di Mosca a spiegarsi, ma con evidenza declinò, preferendo i suoi famigerati e malaugurati viaggetti a Kiev.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa la diplomazia russa dichiarò che gli USA ancora gestivano trenta biolaboratori in Ucraina.
Il mese scorso, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che gli esperti americani hanno finalmente iniziato a riconoscere le preoccupazioni di Mosca riguardo alle strutture biologiche in Ucraina.
Nel 2023 la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino. Il Pentagono ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.
È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.
Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.
Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.
La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.
Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.
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