Geopolitica
Putin parla di guerra nucleare in Europa «senza vincitori». Nessun giornale lo riporta

L’incontro tra il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il presidente francese Emmanuel Macron si è concluso, come sempre, con una conferenza stampa.
Le parole di Putin sono state di importanza, di gravità senza precedenti. Egli ha lanciato qualcosa che va oltre il monito.
Leggiamo dalla trascrizione dello stesso sito del Cremlino:
«State realizzando che se l’Ucraina si unisce alla NATO e decide di riprendersi la Crimea con mezzi militari, i Paesi europei verranno automaticamente coinvolti in un conflitto militare con la Russia?
«State realizzando che se l’Ucraina si unisce alla NATO e decide di riprendersi la Crimea con mezzi militari, i Paesi europei verranno automaticamente coinvolti in un conflitto militare con la Russia?» chiede il presidente russo ai giornalisti.
Putin dimostra di avere cognizione della situazione. Non fa lo spaccone. Non fa lo spavaldo. Tuttavia, è frustrante che nessuno abbia capito quanto ancora sia potente militarmente (cioè, balisticamente) Mosca.
«Naturalmente, il potenziale unito della NATO e quello della Russia sono incomparabili. Lo capiamo, ma comprendiamo anche che la Russia è una delle principali potenze nucleari del mondo ed è superiore a molti di quei Paesi in termini di numero di componenti della forza nucleare moderna. Ma non ci saranno vincitori e vi ritroverete coinvolti in questo conflitto contro la vostra volontà».
Parole come queste, penserebbe una persona normale, dovrebbero aver sconvolto la stampa mondiale.
«Comprendiamo anche che la Russia è una delle principali potenze nucleari del mondo ed è superiore a molti di quei Paesi in termini di numero di componenti della forza nucleare moderna. Ma non ci saranno vincitori
Guerra in Europa? Armi nucleari? «Nessun vincitore?».
Già immaginiamo: fermate le rotative! Titoli a nove colonne.
Davvero: anche solo per caratterizzare, una volta per tutte, Putin come il cattivone del pianeta.
Dovrebbero esserci: reazione dei vari politici antirussi (cioè, pro-oligarcato, pro-LGBT, pro-vaccino, pro-lockdown, pro-immigrazione etc.). Appello del papa. Le orde del pacifismo piagnucoloso che vanno in piazza. Studenti che saltano la scuola. Insomma ci siamo capiti. Chi ricorda la guerra fredda, si dovrebbe aspettare una cosa così. Il momento attuale, rammentiamo, è molto più caldo di qualsiasi punto della Guerra Fredda, missili sovietici a Cuba compresi.
Invece, niente. Silenzio assoluto. Non un editoriale, un articoletto, ,un boxino, niente. La notizia, al massimo, è quanto è bravo Macron che prova a salvare la pace andando, con il coraggio che gli si conosce, nella tana del lupo.
Le parole apocalittiche dell’uomo più potente sulla Terra (quantomeno, quello che il potere termonucleare lo detiene praticamente in modo ininterrotto da due decenni) non trovano spazio. Peraltro, vengono dalle stesse labbra che – anche qui, nessuno che abbia dato spazio alla cosa, praticamente solo Renovatio 21 – hanno annunciato al mondo che in caso avrebbero usato le nuove super-armi oramai pronte, cioè i missili ipersonici, strumenti offensivi di cui gli USA, a quanto sembra, non dispongono.
Perché?
Perché nessuno è pronto per quello che potrebbe succedere in Ucraina. Perché la popolazione in questi mesi è stata turlupinata con un’altra guerra – il green pass, l’apartheid biotica, il virus fine-di-mondo – e quindi ora vendergliene un’altra, ben più reale, potrebbe essere un problema.
Bisognerebbe, ad un certo punto, ammettere che la presidenza in demenza senile americana sta, come ha definito qualcuno, camminando come sonnambuli verso la catastrofe.
Bisognerebbe spiegare che una guerra del genere toccherebbe profondamente gli interessi dei cittadini italiani (europei, in realtà): perché se la Russia chiude il rubinetto del gas, il cittadino italiano (europeo) non può farsi una doccia calda al mattino, la fabbrica non ha energia, l’automobile GPL non parte.
E non dimentichiamo poi che un pezzo del capitalismo italiano non è mica d’accordo, visto che da Pirelli e Intesa Sanpaolo in giù, hanno in molti partecipato ad un contestatissimo (dal governo italiano) incontro virtuale con il presidente Putin.
Insomma, troppo lavoro per i giornali. Quelli italiani, ma anche gli altri. Biden ha detto che in caso di invasione russa dell’Ucraina Washington chiuderà il gasdotto russo-tedesco Nord-Stream 2, quello nel cui board è stato riconfermato l’ex cancelliere tedesco Schroeder.
Quindi, meglio stare quieti, limitandosi alla pratica nel nuovo sport nazionale – il tiro al no vax – che offre tante soddisfazioni, e aiuta davvero la società.
Zitti e mosca, in attesa dei missili ipersonici, magari diretti contro gli USA ma sulle città italiane che ospitano basi militare yankee, tra cui almeno una – Aviano – che ufficialmente stiva testate atomiche.
Il lettore pensi che in realtà c’è una consolazione, in fondo: per comprare i giornali e non leggere notizie come questa, deve esibire il green pass all’edicolante.
In alcuni casi, ci rendiamo conto, potrebbe capitare che molti non abbiano la voglia di fare né l’una né l’altra cosa.
Del resto, davvero, a perdere completamente la fiducia ci hanno dato una mano.
Geopolitica
Putin: il riarmo della NATO è completamente inutile

La Russia non ritiene che il riarmo della NATO sia una minaccia, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin ai giornalisti a margine del 28° Forum economico internazionale annuale di San Pietroburgo.
Le azioni del blocco militare guidato dagli Stati Uniti potrebbero comportare alcune minacce, ma la Russia è pronta ad affrontare qualsiasi sfida alla sicurezza nazionale, ha affermato Putin durante una sessione di domande e risposte giovedì mattina, aggiungendo che qualsiasi aumento della spesa per la difesa da parte della NATO non farebbe alcuna differenza.
«Non riteniamo che il riarmo della NATO rappresenti una minaccia per la Federazione Russa, perché siamo autosufficienti nel garantire la nostra sicurezza e miglioriamo costantemente le nostre forze armate e le nostre capacità di difesa», ha affermato.
Il presidente ha aggiunto che la Russia «mitigherà tutte le minacce che potrebbero presentarsi».
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Putin ha liquidato la retorica sulla minaccia rappresentata dalla Russia per la NATO definendola una «menzogna inconcepibile» utilizzata dai governi occidentali per giustificare l’aumento delle tasse e lo stanziamento di fondi pubblici verso il complesso militare-industriale.
«Un propagandista nazista una volta disse che più una bugia è incredibile, più velocemente la gente ci crederà. Questa leggenda secondo cui la Russia sta pianificando di attaccare l’Europa, i paesi della NATO, è la stessa inconcepibile menzogna», ha detto Putin.
«Tutti capiscono che è una sciocchezza. E ingannano la popolazione per assicurarsi l’espianto di fondi dal bilancio… e per spiegare i fallimenti dell’economia».
Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Geopolitica
L’AIEA dice che non c’è nessuna prova che l’Iran stia lavorando a una bomba nucleare

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Geopolitica
«Danni irreparabili»: Khamenei risponde alle minacce di Trump. «La Repubblica Islamica non si arrende e non accetterà una pace imposta»

Gli Stati Uniti subirebbero «danni irreparabili» se intervenissero militarmente contro l’Iran, ha affermato la Guida Suprema Ali Khamenei. Le sue dichiarazioni seguono una serie di minacce sempre più dirette da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Negli ultimi giorni, Trump ha avvertito che le forze statunitensi sono pronte a colpire se l’Iran attaccasse un obiettivo americano, e ha dichiarato che l’ayatolllah Khamenei costituisca ora un «bersaglio facile».
«Non lo elimineremo, almeno non per ora», aveva scritto Trump sul suo account Truth Social. In altri post, ha insistito sul fatto che l’Iran «deve arrendersi» e ha affermato che gli Stati Uniti avevano «il controllo completo e totale dei cieli sopra l’Iran».
Rispondendo alle minacce di Trump in un discorso televisivo mercoledì, Khamenei ha affermato che «coloro che hanno saggezza e conoscono l’Iran e la sua storia non si rivolgono mai a questa nazione con un linguaggio minaccioso».
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«L’Iran non è una nazione che si arrende», ha affermato la guida suprema, citata dai media iraniani, aggiungendo che «qualsiasi tipo di intervento militare degli Stati Uniti sarà indubbiamente accompagnato da danni che non potranno essere compensati».
Khamenei ha inoltre definito inaccettabile l’ultimatum di Trump per la «resa incondizionata» dell’Iran e ha sottolineato che la Repubblica Islamica «non accetterà una pace imposta».
«Il Presidente degli Stati Uniti ci minaccia. Con la sua assurda retorica, esige che il popolo iraniano si arrenda a lui. Dovrebbero minacciare chi ha paura di essere minacciato. La nazione iraniana non è spaventata da tali minacce”, ha detto Khamenei, aggiungendo che le dichiarazioni di Trump suggeriscono che Washington sia direttamente coinvolta nell’attacco israeliano all’Iran.
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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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