Stragi
Il bilancio delle vittime di Gaza potrebbe essere più alto del 40%

Il bilancio ufficiale delle vittime palestinesi nel conflitto Israele-Hamas potrebbe essere significativamente inferiore al numero effettivo. Lo riporta un nuovo studio pubblicato da Lancet.
Il documento è stato pubblicato sulla rivista medica giovedì, lo stesso giorno in cui il ministero della Salute di Gaza ha annunciato che il bilancio delle vittime del conflitto durato 15 mesi ha superato i 46.000.
Secondo il paper, il conteggio ufficiale dei palestinesi a Gaza nei primi nove mesi di guerra probabilmente sottostimava il numero dei morti di circa il 40%.
I ricercatori attribuiscono la discrepanza al collasso delle infrastrutture sanitarie nell’enclave assediata e alle difficoltà nel tenere registri accurati durante il conflitto.
Lo studio, condotto dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine in collaborazione con la Yale University, ha utilizzato un metodo statistico noto come analisi cattura-ricattura per stimare i decessi. L’approccio confronta più fonti di dati indipendenti per tenere conto dei decessi non segnalati.
I ricercatori stimano che nel periodo compreso tra ottobre 2023 e giugno 2024 si siano verificati 64.260 decessi dovuti a lesioni traumatiche, circa il 41% in più rispetto al conteggio ufficiale del Ministero della Salute palestinese per quel periodo.
«La mortalità annuale stimata per lesioni traumatiche è di 39,3 ogni 1000 persone, un dato eccezionalmente alto, che supera i tassi osservati durante i precedenti conflitti nella Striscia di Gaza», si legge nel rapporto.
Secondo il documento, oltre il 59% delle vittime erano donne, bambini e anziani.
I funzionari israeliani hanno affermato che l’esercito del paese fa di tutto per evitare vittime civili. Gli autori del rapporto, tuttavia, hanno messo in dubbio queste affermazioni.
«La portata e i modelli di età e sesso delle morti per lesioni traumatiche sollevano gravi preoccupazioni sulla condotta dell’operazione militare a Gaza, nonostante Israele affermi di agire per ridurre al minimo le vittime civili», si legge nel documento.
L’affidabilità delle statistiche sulle vittime è stata una questione controversa durante tutto il conflitto. A dicembre, un rapporto della Henry Jackson Society, un think tank sulla sicurezza con sede a Londra, ha affermato che Hamas aveva ampiamente gonfiato il numero delle vittime per ottenere la simpatia internazionale.
L’ONU ha documentato ingenti perdite civili a Gaza e ha criticato le tattiche militari di Israele, suggerendo che alcune azioni potrebbero costituire gravi violazioni del diritto internazionale, tra cui crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Amnesty International settimane fa ha pubblicato un rapporto secondo cui il genocidio è l’«unica conclusione ragionevole» per i crimini di Israele a Gaza, tra cui il blocco degli aiuti alimentari e della fornitura di acqua.
Negli scorsi mesi UE e Casa Bianca hanno condannato gli «estremisti israeliani» che bloccano e attaccano i convogli umanitari per Gaza. Come riportato da Renovatio 21, ad inizio anno le forze israeliane aprirono il fuoco sulla folla di palestinesi in attesa degli aiuti alimentari, provocando una strade. Va considerata anche la morte di almeno 5 palestinesi di Gaza uccisi dagli aiuti USA lanciati dal cielo.
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Come riportato da Renovatio 21, a fine marzo un rapporto ONU riferiva quella di Gaza come una «fame catastrofica», portando alla luce il tema dei bambini che stanno letteralmente morendo di fame a Gaza. Un articolo dell’Associated Press di mesi fa indicava che quella di Gaza è una «fame artificiale».
A maggio la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP), Cindy McCain, ha dichiarato in un’intervista a «Meet the Press» che «c’è una carestia, una carestia in piena regola nel Nord, e si sta spostando verso sud».
Secondo l’ONU, il 90% della popolazione gazana è sfollata.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich aveva dichiarato che far morire di fame i cittadini di Gaza potrebbe essere un modo «giusto» per costringere Hamas a rilasciare gli ostaggi.
Uno studio di Lancet di sei mesi fa indicava che il bilancio delle vittime a Gaza potrebbe essere cinque volte superiore.
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Immagine dell’11 ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported; immagine modificata
Stragi
Attacco ad un ospedale del Sudan, decine di morti

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Immigrazione
«Sono felice che siano morte»: l’assassino di bambine condannato a mezzo secolo. Voleva un «genocidio bianco»?

L’assassino di Southport, Axel Rudakubana, è stato condannato a un minimo di 52 anni di carcere dopo essersi dichiarato colpevole di 16 capi d’imputazione, tra cui l’omicidio di tre ragazzine, ha annunciato giovedì l’ufficio del Procuratore generale del Regno Unito.
All’inizio di questa settimana, presso la Liverpool Crown Court, il diciottenne si è dichiarato colpevole di aver accoltellato a morte Bebe King, sei anni, Elsie Dot Stancombe, sette anni, e Alice Da Silva Aguiar, nove anni, nonché di dieci tentati omicidi, durante un evento in una scuola di danza.
Rudakubana, nato in Gran Bretagna da genitori ruandesi, si è dichiarato colpevole anche di produzione della tossina biologica ricina e di possesso di un manuale di addestramento di Al-Qaeda contenente consigli e istruzioni su come commettere atti di terrorismo, tra cui l’uso di veleni e istruzioni su come eseguire un attacco con coltello.
Secondo il Guardian, l’imputato avrebbe detto a processo «sono così contento che quelle bambine siano morte».
In commenti che hanno interrotto l’udienza per circa cinque minuti, Rudakubana ha urlato: «Mi fa male il petto… Devo parlare con un paramedico» e poi a volume sempre più alto: «Non continuate! Non continuate! Non continuate!»
Circa 40 parenti delle vittime erano all’interno dell’aula di tribunale gremita per vedere l’adolescente ricevere l’ergastolo presso la corte della corona di Liverpool. Grida di «codardo» si sono levate dalla tribuna pubblica mentre Rudakubana veniva rimosso dal banco degli imputati.
L’imputato ha ricevuto la pena minima per un crimine del genere, che è ancora una delle più alte mai registrate ed è la pena più lunga per un assassino della sua età. Considerando i 175 giorni che Rudakubana aveva già scontato in custodia cautelare, rimarrà in carcere per 51 anni e 190 giorni prima che la Commissione per la libertà vigilata possa prendere in considerazione la sua liberazione.
«È altamente probabile che non verrà mai rilasciato», ha affermato il giudice Julian Goose, come riportato dalle agenzie di stampa locali.
Le famiglie delle vittime hanno condannato la sentenza della corte, chiedendo l’ergastolo per l’assassino. Secondo le dichiarazioni di impatto delle vittime lette alla corte e citate dal Telegraph, era «giusto» che Rudakubana affrontasse l’ergastolo dopo aver inflitto alla loro famiglia «una vita di dolore».
La sentenza è già stata deferita agli Ufficiali Giudiziari nell’ambito del programma sulle pene eccessivamente clementi per la revisione.
Il massacro, che ha scatenato violente rivolte anti-immigrati in tutta l’Inghilterra, si è verificata lo scorso luglio a Southport, una cittadina costiera a circa 30 km a nord di Liverpool. Secondo le autorità locali, 26 minori, di età compresa tra i sei e i 13 anni, avevano frequentato lo studio per un workshop di danza a tema Taylor Swift per le vacanze estive.
La giornalista e scrittrice Charlie Bentley Astor, che ha indagato sull’attacco di Southport, sostiene che l’assassino avesse una «fissazione per la pulizia etnica», con tanto di teorie di «genocidio bianco».
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Immagine della polizia di Meyerside
Immigrazione
Richiedente asilo afghano accoltella a morte un bambino di due anni

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