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Google ammette che la funzione di voto ha favorito Harris rispetto a Trump
Google ha ammesso che il suo motore di ricerca ha fornito agli elettori statunitensi dati su dove avrebbero potuto votare per la candidata democratica alla presidenza Kamala Harris, ma non li ha informati su dove avrebbero potuto esprimere il loro voto per il repubblicano Donald Trump.
Gli utenti dei social media hanno notato che quando la frase «Dove posso votare per Harris?» veniva inserita in Google, era consentito loro di inserire il proprio indirizzo per determinare il luogo di voto più vicino e fare riferimento a una mappa interattiva dei seggi elettorali.
BREAKING: Google shows a ‘Where to Vote’ section with a map for Kamala Harris, but not for Donald Trump.
Google is the biggest corporate donor to the Democratic Party. pic.twitter.com/ckCcd3ifza
— DogeDesigner (@cb_doge) November 5, 2024
Hi @Google. Why are you pushing folks to vote for Harris but actively suppressing Trump? I just recorded this video off my phone and saw for myself how you are manipulating search results. I look forward to having you come before my committee to answer for this. Did I mention my… pic.twitter.com/NUsjPLmHAU
— Kat Cammack (@Kat_Cammack) November 5, 2024
Tuttavia, se digitavano «Dove posso votare per Trump?» non venivano fornite tali informazioni e all’utente venivano offerti solo articoli di cronaca sulle elezioni.
Google will help you find a place to vote — unless you’re voting for Trump. 🤡🌎 pic.twitter.com/6KhsFLfJKY
— David Sacks (@DavidSacks) November 5, 2024
La discrepanza ha scatenato una raffica di critiche, tra cui quella del proprietario di X e sostenitore di Trump, Elon Musk, che ha pubblicato sulla sua piattaforma: «Anche altri stanno vedendo questo?».
Alcuni utenti si sono subito affrettati ad accusare Google di diffondere «propaganda spazzatura di sinistra» e di essere colpevole di «interferenza elettorale».
Google ha riconosciuto il problema e ha attribuito la discrepanza a un problema tecnico. L’azienda ha affermato che «il problema del pannello “dove votare” si è verificato perché Harris è anche il nome di una contea del Texas». L’azienda ha aggiunto che lo stesso vale per le ricerche contenenti il nome del compagno di corsa di Trump, JD Vance, perché è anche il nome di una contea.
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Google ha osservato che «pochissime persone cercano effettivamente i seggi elettorali in questo modo», sottolineando in seguito che il problema era stato risolto.
Google è stato ripetutamente criticato per presunta faziosità politica. Quest’estate, Donald Trump Jr. e altri repubblicani hanno accusato il gruppo di aver minimizzato il fallito tentativo di assassinare l’ex presidente, sottolineando che il motore di ricerca non è riuscito a compilare automaticamente i risultati per termini come «tentativo di assassinio di Trump».
Una «gola profonda» tre anni fa dichiarò che Google News aveva alterato il suo algoritmo contro il presidente Trump. Poco dopo, Trump aveva ventilato l’ipotesi di una class action contro Facebook, Twitter e Google.
Due settimane fa il procuratore generale dello Stato del Missouri Andrew Bailey aveva annunziato che Google sarà indagata per presunta manipolazione del suo motore di ricerca allo scopo di compromettere il processo democratico in America.
Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Trump ha minacciato di perseguire in tribunale Google una volta eletto.
Riguardo al CEO di Facebook – piattaforma definita dal presidente eletto come «nemico del popolo» – Mark Zuckerberg, The Donald ha parlato di ergastolo.
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Immagine screenshot da YouTube
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Tagliato anche il cavo internet che collega Svezia e Finlandia
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L’Australia vieta l’uso dei social media ai minori di 16 anni
Il Parlamento australiano ha approvato una proposta di legge per impedire ai minori di 16 anni di usare i social media. Il Senato ha approvato la legge giovedì, dopo che la Camera dei rappresentanti aveva fatto lo stesso il giorno prima.
Secondo l’emittente pubblica australiana ABC, il Social Media Minimum Age Bill definisce una «piattaforma di social media con restrizioni di età” come un servizio con un «unico scopo, o uno scopo significativo» per consentire «l’interazione sociale online» tra persone, che possono «pubblicare materiale» sulla piattaforma.
Tuttavia, la legislazione non nomina alcun servizio specifico.
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Le piattaforme che non adottano «misure ragionevoli» per escludere le persone di età inferiore ai 16 anni dovranno pagare multe fino a 50 milioni di dollari australiani (30, 76 milioni di euro). La nuova legge entrerà pienamente in vigore tra 12 mesi.
Il governo ha sostenuto che la legge è necessaria per proteggere meglio il benessere dei bambini.
«I social media stanno danneggiando i nostri bambini e oggi, come risultato diretto della nostra legislazione approvata dal parlamento… i genitori possono avere una discussione diversa con i loro piccoli», ha detto il Primo Ministro Anthony Albanese ai giornalisti. «Vi sosteniamo, è il nostro messaggio ai genitori australiani».
Il primo ministro ha respinto le preoccupazioni sull’attuazione del disegno di legge. «Non sosteniamo che la sua attuazione sarà perfetta, proprio come il divieto di alcol per i minori di 18 anni non significa che qualcuno sotto i 18 anni non abbia mai accesso. Ma sappiamo che è la cosa giusta da fare», ha detto.
Google e Meta hanno sollecitato l’Australia a rinviare l’approvazione del disegno di legge fino al completamento della sperimentazione sulla verifica dell’età.
«Siamo preoccupati per il processo che ha accelerato l’approvazione della legislazione senza considerare adeguatamente le prove, ciò che l’industria fa già per garantire esperienze adatte all’età e le voci dei giovani», ha affermato Meta, la società madre di Facebook e Instagram, in una dichiarazione di giovedì.
Meta ha aggiunto che si aspetta «una consultazione produttiva su tutte le regole associate al disegno di legge per garantire un risultato tecnicamente fattibile che non imponga un onere gravoso sui genitori e sugli adolescenti e un impegno affinché le regole vengano applicate in modo coerente su tutte le app social utilizzate dagli adolescenti».
La società madre di Snapchat, Snap, ha rilasciato una dichiarazione, affermando che «ci sono molte domande senza risposta su come questa legge verrà implementata nella pratica». La società ha anche promesso di «coinvolgere strettamente» il governo australiano.
Alcuni politici e attivisti australiani hanno criticato la legislazione come incompleta. Il senatore Matt Canavan ha sostenuto che la legge «non affronta le preoccupazioni sulla privacy».
«Il tentativo di vietare ai bambini di usare i social media sarà inefficace, ma quel che è peggio potrebbe minare gli sforzi adeguati per contenere i danni dei social media», ha scritto Canavan su X.
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Molti paesi hanno cercato modi per garantire che i bambini navighino sulle piattaforme online in modo sicuro. A marzo 2024, lo stato americano della Florida ha vietato l’uso dei social media ai bambini di età inferiore ai 14 anni e ha richiesto a quelli di età compresa tra 14 e 15 anni di ottenere il consenso dei genitori.
L’Australia ha una lunga storia di conflitto di superficie con i colossi informatici. Nel 2021 il governo lanciò il News Media Bargaining Code, un accordo in base al quale le organizzazioni giornalistiche potevano negoziare con le grandi aziende tecnologiche il pagamento e l’inclusione dei loro contenuti sulle piattaforme digitali. La risposta di Facebook fu quella di minacciare un ban delle notizie dalla piattaforma.
Canberra, ad ogni modo, negli scorsi giorni ha evitato di un soffio il Misinformation and Disinformation Bill («legge sulla misinformazione e la disinformazione») che avrebbe aumentato ancora di più – se possibile – il livello di totalitarismo del Paese slatentizzatosi con il COVID: la proposta di legge redenva di fatto il governo come unico arbitro della verità.
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