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Trump minaccia di perseguire Google

Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump, ha promesso di portare Google in tribunale se verrà rieletto a novembre, accusando il gigante della tecnologia di aver deliberatamente pubblicato storie negative su di lui e di aver favorito la sua rivale democratica, la vicepresidente Kamala Harris.
In un post su Truth Social, Trump ha espresso la speranza che il Dipartimento di Giustizia persegua penalmente Google, di proprietà di Alphabet, per la «palese interferenza nelle elezioni», aggiungendo che «ne richiederà il perseguimento» se verrà rieletto.
«È stato stabilito che Google ha utilizzato illegalmente un sistema per rivelare e visualizzare solo brutte storie su Donald J Trump, alcune inventate a questo scopo, mentre, allo stesso tempo, rivela solo belle storie sulla compagna Kamala Harris», ha affermato l’ex presidente nel post.
President Trump says he will request the prosecution of Google at “the maximum levels” when he wins the Election and becomes President of the United States. pic.twitter.com/viyG7tVdya
— Laura Loomer (@LauraLoomer) September 27, 2024
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All’inizio di questo mese, il Media Research Center, un ente conservatore di controllo dei media, ha pubblicato uno studio che suggerisce che Google ha posizionato il sito web della campagna di Harris in una posizione più favorevole nei suoi risultati di ricerca rispetto al sito ufficiale della campagna di Trump.
Il colosso della tecnologia ha respinto i risultati, affermando di non manipolare i risultati di ricerca per avvantaggiare una parte specifica. Un portavoce di Google ha dichiarato a Fox News Digital all’epoca: «entrambi i siti web della campagna appaiono costantemente in cima alla Ricerca per query di ricerca pertinenti e comuni».
Trump aveva già attaccato in precedenza la società tecnologica, sostenendo che essa dà priorità alle «fake news» nei suoi risultati di ricerca, che sono «truccati» contro di lui e altri conservatori. Google ha negato le accuse.
A luglio, il miliardario della tecnologia statunitense Elon Musk ha accusato l’azienda di essere prevenuta nei confronti del candidato repubblicano. Ha condiviso uno screenshot di una pagina in cui la query «Presidente Donald» è stata digitata nella barra di ricerca.
Lo screenshot dimostra come la funzione di completamento automatico di Google, che fornisce suggerimenti in base alle parole digitate, non offrisse in risposta «Presidente Donald Trump», ma mostrasse invece «Presidente Donald Duck» (nome originale del personaggio Disney Paperino) e «Presidente Donald Reagan».
Wow, Google has a search ban on President Donald Trump!
Election interference? pic.twitter.com/dJzgVAAFZA
— Elon Musk (@elonmusk) July 29, 2024
All’epoca, un rappresentante di Google disse a NBC News che la funzione di completamento automatico stava riscontrando problemi quel giorno, aggiungendo che l’azienda stava «esaminando queste anomalie e lavorando per apportare miglioramenti».
Altri commentatori avevano notato che Google sembrava non rimandare subito a risultati relativi all’attentato alla vita di Trump qualora si procedesse con una query, privilegiando pagine riguardanti gli attentati di tutti gli altri presidenti di decenni fa.
Alcuni utenti hanno lamentato che la ricerca per «Donald Trump» produce risultati che riguardano Kamala Harris secondo una luce positiva.
Google Search results for ‘Donald Trump’ filled with news articles about Kamala Harris.
— Oli London (@OliLondonTV) July 29, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, l’ex moglie del cofondatore di Google Sergej Brin – nonché madre di sua figlia, affetta da autismo – Nicole Shanahan è ora, in quanto ex candidata vicepresidente di Robert F. Kennedy jr., un’alleata di Trump.
La Shanahan ha prodotto un video satirico per dimostrare quanto sia grande la distorsione dei media nei confronti del popolo MAGA.
“MAGA Meets MAHA”
Nicole Shanahan RFK Jr’s ex running mate released this EPIC Documentary About MAGA supporters!!! #MakeAmericaGreatAgain #MakeAmericaHealthyAgain #TRUMP2024ToSaveAmerica pic.twitter.com/W7Z3Dbn9RW— Project Constitution (@DeleteLawzClips) September 15, 2024
La Shanahan ha dettagliato il suo supporto a Trump in un recente incontro pubblico con Tucker Carlson, dove ha parlato, tra le altre cose, di autismo e vaccini, del tradimento del Partito Democratico rispetto alla democrazia, del pericolo e dell’aberrazione della riproduzione artificiale e del culto transumanista che vive in Silicon Valley.
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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
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Microsoft riesce ad uccidere anche Skype

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Vaccini, l’Unione Europea utilizzerà il Digital Services Act per reprimere la «disinformazione» online sui vaccini

L’Unione Europea ha iniziato a far leva sulla controversa legge sulla censura, il Digital Services Act (DSA), per intensificare la repressione di quella che definisce «disinformazione» sullecampagne di vaccinazione. Lo riporta Reclaim the Net.
Definendo la campagna come necessaria per la salvaguardia della democrazia, la Commissione Europea ha indicato il Piano d’azione europeo per la democrazia e un Codice di condotta rafforzato contro la disinformazione come misure fondamentali. Secondo la Commissione, queste iniziative, in linea con il DSA, creano un «quadro solido» per regolamentare i contenuti sulle principali piattaforme online e sui motori di ricerca.
Citando un forte aumento dei casi di morbillo in tutta Europa, la Commissione ha richiamato l’attenzione sui programmi di immunizzazione.
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«La Commissione è molto preoccupata per l’impennata dei casi di morbillo segnalati in Europa, soprattutto perché il numero è raddoppiato nel 2024 rispetto al 2023» ha avvertito un portavoce per la salute, parlando a Vaccines Today. Il portavoce ha osservato che l’istituzione sta collaborando attivamente con le autorità sanitarie nazionali e il Centro europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC) per gestire le epidemie.
La Commissione sostiene che i bassi tassi di vaccinazione, descritti come copertura «subottimale», favoriscano la diffusione di malattie come il morbillo, che altrimenti potrebbero essere prevenute attraverso una «vaccinazione sicura ed efficace».
«A quanto pare, sono in corso iniziative per sostenere i governi nazionali nel rafforzare i programmi di vaccinazione e garantire una fornitura costante di vaccini in tutta l’UE, reprimendo al contempo la libertà di parola online» scrive Reclaim the Net.
La sfiducia del pubblico nelle autorità sanitarie e nelle campagne di vaccinazione viene spesso indicata come la causa principale del calo dei tassi di immunizzazione. I funzionari dell’UE sono pronti ad attribuire la colpa a quella che definiscono «disinformazione», suggerendo che qualsiasi narrazione divergente dalle posizioni ufficiali sia intrinsecamente pericolosa.
La Commissione ha sottolineato che «proteggere l’Europa dagli effetti dannosi della disinformazione, della manipolazione delle informazioni e delle interferenze è una priorità assoluta per la Commissione», chiarendo il suo impegno a controllare in modo aggressivo la libertà di parola con il pretesto della salute pubblica.
Nel frattempo, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), l’apparato diplomatico e di intelligence dell’UE, ha intensificato il monitoraggio e l’analisi dei flussi di informazioni. Lavorando a stretto contatto con gli Stati membri e le organizzazioni internazionali, ora contrasta la cosiddetta disinformazione in una gamma sempre più ampia di settori politici, sollevando serie preoccupazioni circa un’eccessiva influenza politica.
Parallelamente alla sua spinta alla censura, la Commissione continua a lanciare una serie di campagne di pubbliche relazioni volte a guidare i cittadini verso punti di vista preferenziali.
Iniziative come «United in Protection» promuovono la vaccinazione utilizzando «informazioni affidabili e basate sull’evidenza», sebbene ciò che si qualifica come «affidabile» sia determinato esclusivamente dalle autorità. L’UE ha inoltre creato il Portale europeo di informazione sulle vaccinazioni e ha collaborato con organismi come l’ECDC e l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per saturare il dibattito pubblico con messaggi approvati ufficialmente.
La promozione della vaccinazione è profondamente radicata nei quadri politici dell’UE. Il piano europeo per la lotta contro il cancro e il programma EU4Health sono ora legati alla promozione dei vaccini, con progetti come «Overcoming Obstacles to Vaccination» («Superare gli ostacoli alla vaccinazione») che mirano a rimuovere ciò che è considerato d’intralcio alla vaccinazione, il tutto liquidando le legittime esitazioni pubbliche come ostacoli da superare piuttosto che preoccupazioni da affrontare.
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Come noto, il presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, è stata ascoltata in un processo per la gestione della fornitura di vaccini mRNA – il famoso caso dei messaggini scambiati con il capo di Pfizer Albert Bourla.
L’Ursula è inoltre incappata in ulteriore scandalo famigliare basato riguardo proprio l’mRNA, quando è emerso un conflitto di interessi con il marito, che lavora presso un’azienda di terapia genica, partecipante ad una cordata di aziende-università che dovrebbe intercettare fondi europei.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa a HERA (Health Emergency Preparedness and Response), il braccio operativo della Commissione Europea, aveva siglato un accordo con l’azienda farmaceutica britannica Seqirus per la fornitura di 665.000 dosi di vaccino per uso umano contro l’influenza aviaria.
La censura in Europa aveva subito un’accelerazione decisiva la scorsa estate, quando sulla scia delle elezioni europee, i vertici dell’Unione stanno lavorando per rendere ancora più controverso il DSA, che molti 0sservatori hanno definito come una legge di censura radicale.
Il DSA è di fatto l’eurolegge che di fatto metterà il bavaglio a internet. Nella prima fase, ad essere soggetti al DSA sono i grandi social network; più avanti toccherà agli altri, e abbiamo certezza – visto che il nome dietro alla legge è lo stesso che ci ha messo in una lista nera (anzi, in più di una) da anni – anche a Renovatio 21.
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