Immigrazione
Nonno incarcerato per aver urlato alla polizia durante le rivolte britanniche si suicida in prigione

Un nonno di 61 anni, mandato in prigione per aver urlato alla polizia durante le rivolte estive contro l’immigrazione in Gran Bretagna, si è suicidato in carcere.
Peter Lynch si è tolto la vita sabato presso la prigione di Moorland, vicino a Doncaster, nel South Yorkshire.
L’uomo era stato condannato a due anni e otto mesi di prigione e si è dichiarato colpevole di disordini violenti presso la Sheffield Crown Court.
La Corte era stata informata che Lynch si era recato in un hotel che ospitava migranti con un cartello che diceva che la polizia, i membri del parlamento e i media erano «corrotti».
R.I.P Peter Lynch …
Deceived and Robbed by the Tories. Persecuted, demoralised and pushed to commit suicide ! by the Labour Government for political gain … I will never forgive or forget what Labour and the Tories have done to their own people.. shame on them pic.twitter.com/4UFkFd6ZsB
— WeGotitBack 🏴🇬🇧🇺🇸 (@NotFarLeftAtAll) October 21, 2024
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Durante l’udienza di condanna, il giudice aveva affermato che Lynch aveva urlato «commenti razzisti e provocatori» verso gli ufficiali e ha definito i richiedenti asilo nell’hotel «assassini di bambini», un probabile riferimento allo scandalo delle ghenghe di immigrati che per anni hanno violentato minorenni senza subire punizioni.
In tribunale erano quindi state mostrate le riprese della bodycam in cui lui urlava «State proteggendo persone che stanno uccidendo e violentando i nostri figli» agli ufficiali con gli scudi antisommossa.
Lynch era stato descritto come un «partecipante a pieno titolo» alla rivolta.
He paid the ultimate sacrifice, not just for his children, but for all of ours.
This government has got blood on their hands
R.I.P Peter Lynch 🙏🏻 🕯️ pic.twitter.com/ZxZfjnhWYX
— Active Patriot (@ActivePatriotUK) October 21, 2024
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Il governo britannico è stato duramente criticato per aver rilasciato un gran numero di criminali in carcere per mettere dietro le sbarre persone condannate per il coinvolgimento nelle rivolte. In alcuni casi era possibile venire arrestati anche per un solo tweet, un commento rilasciato sui social media, o perfino un retweet, una condivisione.
Altri 1.000 detenuti dovrebbero essere rilasciati all’inizio di questa settimana, mentre il governo cerca di ridurre il sovraffollamento delle carceri. Martedì saranno rilasciati circa 1.100 carcerati , che si aggiungono ai 1.700 rilasciati in Inghilterra e Galles il 10 settembre.
In rete circolano paragoni tra la storia di Lynch, imprigionato in sostanza per aver gridato in strada, e altri casi che coinvolgono immigrati, come quello di una famiglia pakistana che ha attaccato la polizia all’aeroporto di Manchester, senza che sia stata mossa al momento alcuna accusa.
In the wake of death of UK political prisoner, Peter Lynch, who was fast tracked into prison for essentially shouting in the street.
The grandfather was ultimately sentenced to death.
Pakistani family who attacked police at Manchester Airport, STILL haven’t even been charged. pic.twitter.com/3OykipZF4q
— Tommy Robinson 🇬🇧 (@TRobinsonNewEra) October 21, 2024
Si tratta della nota two tier policy, la politica a due livelli che privilegia apertamente la popolazione immigrata rispetta agli autoctoni – il fenomeno di ingiustizia contro cui lo stesso Lynch stava protestando.
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Immagine screenshot da Twitter
Immigrazione
Continuano gli scontri etnici in Ispagna. I servizi segreti marocchini hanno un ruolo nelle violenze?

🇪🇸🇲🇦🇩🇿 Un grupo de personas (según informan la mayoria gitanas) asaltan un kebab en Torre Pacheco. Los MOROS han tenido que salir por patas. pic.twitter.com/NC7oNRInoM
— 🇪🇦PATRIAM TV🇪🇦 (@patriam_tv) July 13, 2025
🇪🇸 In Torre Pacheco, a group of Spaniards attacked a kebab shop, dispersing the staff.
Race wars in Spain continue pic.twitter.com/3NSvdaSe6o — Lord Bebo (@MyLordBebo) July 17, 2025
Esto es Torre Pacheco ahora mismo. Decenas de moros están yendo a por los vecinos del pueblo, encapuchados y con armas.
Supongo que es momento de hablar de que el sistema de inmigración ha fallado, hay que cambiarlo y devolver a toda esta gentuza a sus respectivos países. pic.twitter.com/2UvYyNOQww — Alex Rodríguez (@alex_finanzas) July 11, 2025
Esta noche, en Torre Pacheco, España ha dejado de ser España para convertirse en Francia otro país tercermundista gracias a la actuación impune de los moronegros descontrolados. Sólo quedan las armas y el levantamiento popular. pic.twitter.com/7hgWZswzMG
— Roberto Pedroso (@PatriotaPedroso) July 12, 2025
🚨 Un moro con un bate de beisbol alecciona a su ejército magrebí en Torre Pacheco.
Les hemos visto apaleando a un abuelo, con grupos apelando a ir contra españoles, con machetes, tirando pirotecnia a los vecinos y sembrando el caos. Quien les quiera aquí odia a los españoles. pic.twitter.com/XpwkAVguRH — Pablo González Gasca (@PabloGzlGasca) July 16, 2025
“Venid españoles maricon*s”, dice un magrebí mientras porta la bandera de Marruecos en Torre Pacheco (España).
Parece que no está funcionando muy bien el multiculturalismo.pic.twitter.com/BfBE6xyRxG — Emmanuel Rincón (@EmmaRincon) July 12, 2025
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L’attivista menziona anche uno spirito di arroganza coloniale da parte dei marocchini, con lo sventolare di bandiere nazionali durante gli scontri, qualcosa che abbiamo visto anche alle nostre latitudine durante la calata dei «maranza» su Peschiera nel giugno 2022 o durante i disordini scatenati dai tifosi marocchini in Spagna, Francia e Italia durante i mondiali di calcio 2022. Tutto ciò avviene mentre rinasce un sedicente «Comitato per la liberazione di Ceuta e Melilla» dopo alcune tensioni tra Spagna e Marocco per l’invito del rappresentante del Fronte Polisario in Spagna al congresso del Partido Popular (PP). Il summenzionato comitato di liberazione starebbe anche progettando una «Marcia Verde» per occupare pacificamente le due enclaves spagnole in terra marocchina sul modello della marcia verde con cui nel 1975, 350.000 marocchini disarmati dilagarono nel Sahara spagnolo con l’approvazione del sovrano Hassan II per spingere la Spagna ad abbandonare la regione. Che dietro ai fatti di Torre Pacheco vi sia una strategia del governo marocchino con il coinvolgimento di servizi di sicurezza è ovviamente tutto da dimostrare e possiamo solo avanzare delle ipotesi. Negli scontri di Torre Pacheco non è del resto nemmeno chiaro il coinvolgimento dell’estrema destra spagnola, mentre alcune fonti giornalistiche segnalano l’arresto in Catalogna di un attivista antimmigrazione che le autorità spagnole considerano coinvolto nella vicenda. La situazione è confusa e scontri vi sarebbero stati anche tra nordafricani e gitani, tra le cui comunità notoriamente non corre buon sangue. Secondo alcune fonti giornalistiche, le autorità spagnole avrebbero anche fermato nei pressi di Torre Pacheco un numero di non meglio identificati «ultras» e «radicali di destra» provenienti anche da Italia e Romania, convincendoli a tornare sui loro passi, lasciando la cittadina. Victor GarciaTorre Pacheco, el antirracismo selectivo y la estrategia marroquí.
Por Taleb Alisalem Un anciano ha sido agredido en Torre Pacheco. El agresor, un joven marroquí. El hecho, grabado. Las reacciones, inmediatas. La narrativa, predecible. La izquierda mediática se lanza a… pic.twitter.com/TFlyxSSqdH — Taleb Alisalem (@TalebSahara) July 12, 2025
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Immigrazione
Un rapporto del governo tedesco rivela tassi di criminalità astronomici tra i giovani stranieri rispetto ai giovani autoctoni

Nuove statistiche del governo federale tedesco indicano che i giovani stranieri sono rappresentati in modo sproporzionato come sospettati in numerosi reati, con differenze particolarmente significative per quanto riguarda la criminalità di strada e i furti nei negozi. Lo riporta Remix News.
Il rapporto sul carico di sospetti (TVBZ) è stato elaborato dalla Polizia Criminale Federale (BKA) e pubblicato nelle Statistiche Criminali della Polizia (PKS) a partire da quest’anno. Questo rapporto indica il numero totale di sospetti identificati di età superiore agli otto anni ed è calcolato ogni 100.000 abitanti per gruppo di popolazione. Esamina tutti i reati, ad eccezione delle violazioni della legge sull’immigrazione, e i dati presentano una tendenza preoccupante.
Per i sospettati tedeschi di tutte le fasce d’età, il TVBZ è 1.878. Al contrario, i sospettati siriani hanno un TVBZ di 8.236, mentre i sospettati afghani sono 8.753, ovvero più di quattro volte di più.
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Tuttavia, confrontando i dati tra i giovani, la disparità è ancora più marcata. I siriani tra i 14 e i 18 anni hanno una probabilità cinque volte maggiore di commettere un reato rispetto ai tedeschi nella stessa fascia d’età. Tuttavia, rispetto ad altri gruppi di giovani nordafricani, la differenza è ancora più astronomica. I giovani algerini presentano un tasso di TVBZ di ben 56 volte superiore a quello dei tedeschi. Per i marocchini, la cifra è 19 volte superiore.
Le differenze sono notevoli anche tra le specifiche categorie di reati. Nei reati di strada, che includono reati come lesioni personali, rapina, molestie sessuali e borseggio, il TVBZ per i sospettati tedeschi è di 168. Per i siriani, questa cifra sale a 1.291, e per gli afghani a 1.218, quasi otto volte superiore.
I dati sono stati pubblicati dopo un’interrogazione parlamentare del portavoce per la politica interna dell’AfD, Martin Hess, che ha criticato i risultati, affermando che «questo è il risultato prevedibile di una politica migratoria che è stata completamente fallimentare per decenni e che ha rinunciato a ogni controllo almeno dal 2015».
In una piccola indagine condotta a giugno, Hess aveva già richiesto dati dettagliati sui tassi di criminalità tra gli stranieri, suddivisi per nazionalità e fascia d’età.
Tali dati devono essere considerati anche da un’altra prospettiva. Molti di questi sospettati cittadini tedeschi hanno origini straniere; tuttavia, spesso non è possibile sapere quanti di questi sospettati abbiano origini straniere, perché la Germania non registra queste informazioni.
Esistono alcuni modi per aggirare questo problema. Come dimostrano i dati del Nord Reno-Vestfalia, analizzando i nomi di battesimo dei sospettati di stupro di gruppo, emerge che almeno la metà dei cittadini tedeschi aveva chiaramente nomi di origine straniera, come Mohammad et similia.
Durante le rivolte di capodanno a Berlino, fu fatta trapelare alla stampa una lista di nomi di sospettati, dalla quale risultò che un gran numero di sospettati «tedeschi» avevano in realtà nomi stranieri. Come riportato da Renovatio 21, si era arrivati ad un punto che i devastatori immigrati nemmeno più si nascondevano alle telecamere o alla Polizei.
Berlin—A crowd of migrants light large fireworks in Alexanderplatz to celebrate the new year as authorities plead to tone down celebrations following riots the year before. For the 2015–16 new year, migrants sexually assaulted hundreds of women in Cologne.pic.twitter.com/2o6idWpJcQ
— Andy Ngo (@MrAndyNgo) January 1, 2024
Weitere Eindrücke der #Partyszene, die ich euch nicht vorenthalten möchte! Da wäre ich doch gern dabei gewesen – in dieser “sicheren und lebenswerten” #Silvester2022-Nacht!
Meine Kinder hätten das #Feuerwerk wahrlich genossen🙃🤡@polizeiberlin: Material für euch! Tut was damit😉 pic.twitter.com/jhned7Yjiu— XzumTreme (@XzumTreme) January 2, 2023
Berlin halt. pic.twitter.com/04NiRZGICB
— Anabel Schunke (@ainyrockstar) January 1, 2023
Un alto procuratore di Berlino ha dichiarato che fino a tre membri del clan su quattro hanno la cittadinanza tedesca, scrive sempre Remix News.
Ogni volta che uno di questi sospettati commette un reato, viene registrato come sospetto tedesco. Se la Germania conservasse i dati sul tasso di criminalità dei cittadini tedeschi di origine straniera, come fa la Danimarca, rivelerebbe probabilmente un tasso di criminalità incredibilmente alto tra questo gruppo di cittadini tedeschi. Questa politica è stata promossa dall’AfD anche per contribuire a misurare i tassi di integrazione degli stranieri, anche dopo generazioni di residenti in Germania.
I nuovi dati TVBZ sfatano anche un mito diffuso a sinistra, secondo cui gli stranieri commettono tassi di violenza così elevati perché sono per lo più giovani uomini.
Tuttavia, come mostrano i dati, gli indagati tedeschi, rispetto agli indagati stranieri della stessa fascia d’età, presentano spesso tassi di criminalità notevolmente inferiori. La Germania ha anche uno stato sociale estremamente solido, il che significa che questi giovani stranieri hanno accesso a cibo, alloggio e beni di consumo.
Come riportato da Renovatio 21, gli immigrati in Germania (e non solo) oramai sono riconoscibili per pattern di violenza sempre più specifici: ad esempio, i continui accoltellamenti in istrada, le molestie alle ragazze in piscina o le botte sui treni e nelle stazioni a personale ferroviario, passeggeri a caso o pure altri immigrati. Nemmeno il festival della diversità è al sicuro: a Solingen un immigrato (cioè, l’oggetto della festa…) l’estate passata ha accoltellato tre persone con l’immancabile grido «Allahu akbar».
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È divenuto pericoloso, in Germania, recarsi ai tradizionali mercatini di Natale, dove se non si consuma una strage jihadista c’è sempre la possibilità di ascoltare anche lì i cori «Allahu akbar» da parte degli immigrati che celebrano il nuovo governo jihadista in Siria, ovviamente senza nemmeno sognarsi di tornarvi a vivere.
L’artefice del caos migratorio europeo, Angela Merkel, due mesi fa ha avuto da dichiarare che se il continente respinge gli immigrati sarà «distrutto».
Nel frattempo, ad essere distrutto è il tessuto sociale della Germania e degli altri Paesi europei, ridotti oramai all’anarco-tirannia kalergista.
Il presidente del sindacato della polizia tedesca (DPoIG) Manuel Ostermann ha dichiarato lo scorso agosto che a Germania non è più un Paese sicuro. Abbiamo un enorme problema con la criminalità da coltello. La crisi migratoria è prima di tutto una crisi criminale. E il pericolo più grande per la vita e gli arti delle persone che vivono in Germania è chiaramente rappresentato dagli islamisti».
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Immagine generata artificialmente
Immigrazione
Francia, proposta di emendamento per censurare gli articoli sui crimini degli immigrati

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