Terrorismo
Gli USA accusano l’Iran di aver complottato per uccidere Trump
Un cittadino iraniano e due americani sono stati accusati di essere coinvolti in un complotto di omicidio su commissione per assassinare il presidente eletto Donald Trump, nonché un dissidente iraniano, ha annunciato il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Farhad Shakeri, Carlisle «Pop» Rivera e Jonathon Loadholt sono stati nominati nella denuncia penale presentata venerdì dal Distretto meridionale di Nuova York. Rivera è stato arrestato a Brooklyn e Loadholt a Staten Island. Si ritiene che Shakeri «risieda» in Iran e sia ancora in libertà.
«Le accuse annunciate oggi espongono i continui e sfacciati tentativi dell’Iran di prendere di mira i cittadini statunitensi, tra cui il presidente eletto Donald Trump, altri leader di governo e dissidenti che criticano il regime di Teheran», ha affermato in una nota il direttore dell’FBI Christopher Wray.
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Shakeri, 51 anni, è emigrato negli Stati Uniti da bambino, ma è stato deportato nel 2008 dopo aver scontato 14 anni di carcere per una condanna per rapina. Il Dipartimento di Giustizia sostiene che sia un agente del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), che ha utilizzato «una rete di criminali associati che ha incontrato in prigione» per spiare gli obiettivi e pianificare le loro morti.
A Rivera, 49 anni, e Loadholt, 36 anni, Shakeri avrebbe promesso 100.000 dollari per perseguitare e uccidere un dissidente iraniano non identificato (Vittima-1).
Secondo il Dipartimento di Giustizia, Shakeri aveva diverse «interviste registrate con agenti delle forze dell’ordine», in cui affermava di essere stato incaricato dall’IRGC il 7 ottobre di fornire un piano per uccidere Trump.
«Durante l’interrogatorio, Shakeri ha affermato di non aver intenzione di proporre un piano per uccidere Trump entro i tempi stabiliti dall’IRGC», ha osservato il DOJ. Non è chiaro perché Shakeri non sia stato arrestato.
I tre uomini sono stati tutti accusati di omicidio su commissione, cospirazione e riciclaggio di denaro, rischiando fino a 40 anni di carcere se condannati. Lo Shakeri è stato anche accusato di aver fornito supporto materiale a un’organizzazione terroristica straniera, cospirazione per farlo e violazione delle sanzioni statunitensi all’Iran, e rischia altri 60 anni di carcere se mai verrà catturato e condannato.
Mentre il dipartimento di Giustizia ha osservato che gli imputati sono presunti innocenti fino a prova contraria in tribunale, Wray e il procuratore generale Merrick Garland hanno sostenuto l’atto di accusa come prova che l’Iran sta «prendendo di mira attivamente cittadini degli Stati Uniti e dei suoi alleati che vivono in paesi in tutto il mondo per attacchi» motivati dalla vendetta per la morte del comandante della Forza Quds dell’IRGC, il generale Qassem Soleimani, avvenuta nel 2020.
Trump ha ordinato l’assassinio di Soleimani tramite un attacco con drone nei pressi dell’aeroporto di Baghdad, in Iraq.
Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump in un discorso altamente critico del premier israeliano Beniamino Netanyahu (Donald, prima di una supposta recente ricomposizione, era arrivato a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele) aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
«Ho avuto una brutta esperienza con Bibi», aveva detto Trump, riferendosi a Netanyahu con il suo soprannome, ricordando come il premier israeliano avrebbe promesso di prendere parte all’attacco aereo statunitense che ha ucciso il comandante militare iraniano Qassem Soleimani nel gennaio 2020, prima di ritirarsi all’ultimo minuto.
«È stato qualcosa che non ho mai dimenticato», aveva detto Trump al Time, aggiungendo che l’incidente «mi ha mostrato qualcosa».
Come riportato da Renovatio 21, secondo rivelazioni dello scorso anno dell’ex capo dell’Intelligence israeliana, sarebbe stato lo Stato Ebraico a convincere la Casa Bianca ad uccidere il generale iraniano.
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Il 45° e presto 47° presidente degli Stati Uniti è sopravvissuto a un tentativo di assassinio il 13 luglio, durante un comizio elettorale a Butler, Pennsylvania.
Il primo attentatore, Thomas Matthew Crooks, un misterioso ventenne che non ha lasciato tracce sui social (ma pare avesse account criptati in Belgio, Germania e Nuova Zelanda), è stato ucciso sul posto, e del caso non è saputo più nulla. La CIA ha bizzarramente negato che si trattasse di un caso MK-Ultra, il programma per il controllo mentale portato avanti per decenni nel dopoguerra dai servizi americani.
Il secondo aspirante attentatore, Ryan Routh, è stato identificato e arrestato prima di avvicinarsi a Trump. Il Routh era un entusiasta del sostegno americano alla guerra in Ucraina, dove si era recato (comparando in uno spot per il Battaglione Azov) e programmando anche il reclutamento di miliziani stranieri che combattessero per Kiev. Routh ha lasciato una lettera in cui prometteva 150 mila dollari a chiunque uccidesse Trump in caso di suo fallimento. In uno strano sviluppo, il figlio è stato arrestato per pedopornografia.
Secondo quanto rivelato dal deputato USA Matt Gaetz, vi sarebbero nel Paese almeno cinque squadre di assassini, alcune delle quali con elementi provenienti dall’Estero (Iran e Pakistan) che starebbero cercando di uccidere Trump. Secondo quanto riportato, avrebbero a disposizione anche armi terra-aria con le quali colpire il Trump Force One, il «jumbo personale» dell’ex presidente.
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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
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Terrorismo
«Pista ucraina» per l’attentatore suicida anti Trump-Musk di Las Vegas?
Il veterano dell’esercito americano sospettato di aver fatto esplodere un Tesla Cybertruck fuori dal Trump International Hotel di Las Vegas era un sostenitore della causa nazionalista ucraina, secondo una foto pubblicata su Facebook.
Il trentasettenne Matthew Livelsberger è stato ucciso e sette passanti sono rimasti feriti quando il Cybertruck che stava guidando è esploso fuori dall’hotel mercoledì. Il CEO di Tesla Elon Musk ha attribuito l’esplosione ai materiali esplosivi trasportati nel cassone del camion e l’FBI sta indagando sull’incidente come potenziale atto di terrorismo a causa della sua vicinanza al Trump International Hotel e a un attacco simile a New Orleans in precedenza quel giorno.
In una foto presumibilmente condivisa dalla moglie di Liveslberger su Facebook nel 2016, l’ex soldato indossa una maglietta con lo stemma ucraino e lo slogan «Slava Ukraini», ovvero il noto saluto banderista «Gloria all’Ucraina».
Everyone take a close look at the Ukraine shirt Matthew Livelsberger is wearing in this picture.
And now, new photo surfaces from LinkedIn that he inquired about “a job” in Ukraine as well.
Does this have anything to do with the Las Vegas attack? pic.twitter.com/VYCjgBKmit
— Bo (@dittletv) January 2, 2025
Coniata dai nazionalisti ucraini all’inizio del XX secolo, la frase è stata resa popolare dall’ala dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN) del collaborazionista nazista Stepan Bandera. È stata dichiarata il grido di battaglia ufficiale delle Forze armate ucraine nel 2018 dal presidente Petro Poroshenko, salito al potere dopo il colpo di Stato di Maidan del 2014.
Da quando il conflitto con la Russia si è intensificato nel 2022, «Slava Ukraini» è diventato uno slogan riconosciuto a livello internazionale utilizzato dai sostenitori di Kiev. Prima, tuttavia, era utilizzato prevalentemente dai neonazisti e da altri estremisti di destra ucraini.
Al momento in cui è stata pubblicata la foto, Livelsberger prestava servizio come specialista di intelligence e operazioni con i Berretti Verdi d’élite dell’esercito americano, secondo il suo profilo LinkedIn. Un portavoce dell’esercito ha detto a CBS News che Livelsberger ha prestato servizio per 19 anni ed è stato di stanza vicino a Stoccarda in Germania prima di prendersi un congedo e tornare negli Stati Uniti il mese scorso.
L’esercito ha confermato che ha completato diversi dispiegamenti in Afghanistan e missioni in Tagikistan, Georgia e Congo, che gli hanno fatto guadagnare numerosi riconoscimenti, tra cui cinque Bronze Stars.
In un commento su LinkedIn, Livelsberger ha risposto a un’offerta di lavoro in Ucraina dicendo di conoscere un «importante» sergente medico delle forze speciali che stava «cercando proprio questa opportunità».
Secondo l’agenzia di stampa Associated Press, che cita fonti dell’esercito USA, il Livelsberger non solo è stato schierato due volte in Afghanistan, ma arebbe anche prestato servizio in Ucraina.
L’esercito americano avrebbe anche confermato che Livelsberger stava «prestando servizio in Ucraina» in un dato momento, anche se il momento esatto non è chiaro, riporta AP.
«Il Comando per le operazioni speciali dell’esercito americano sta collaborando pienamente con le agenzie federali e statali delle forze dell’ordine, ma per una questione di politica, non commenteremo le indagini in corso», ha affermato l’esercito americano.
In quanto Berretto Verde, Livelsberger era di stanza a Fort Liberty (ex Fort Bragg) nella Carolina del Nord. Shamsud-Din Jabbar, che ha ucciso 14 persone nell’attacco con un veicolo a New Orleans mercoledì mattina, era anche lui di stanza a Fort Liberty, e inviato in Afghanistan. L’esercito sta attualmente indagando se gli uomini si conoscessero, ha detto un portavoce all’AP.
Livelsberger e Jabbar hanno entrambi noleggiato i veicoli utilizzati nei loro attacchi tramite la società di car sharing Turo, ha confermato un portavoce della società. Il portavoce ha affermato che nessuno dei due sospettati «aveva precedenti penali che li avrebbero identificati come una minaccia per la sicurezza».
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Livelsberger era in congedo dal suo incarico in Germania durante l’incidente. Sua moglie avrebbe riferito agli investigatori che era stato assente dalla loro casa di Colorado Springs in seguito a una discussione sull’infedeltà durante le vacanze.
Gli ufficiali delle forze dell’ordine hanno indicato che Livelsberger aveva riempito il Tesla Cybertruck noleggiato con fuochi d’artificio, carburante da campeggio e altri materiali esplosivi.
Come riportato da Renovatio 21, Afghanistan e soprattutto Ucraina erano elementi saltati fuori subito anche nel caso del secondo attentatore di Trump, Ryan Routh, uno zelota sostenitore dell’Ucraina che ha trascorso molto tempo nel Paese, agendo come reclutatore di Foreign Fighters ed apparendo in video promozionali del battaglione Azov.
Routh avrebbe lasciato una lettera in cui offriva una taglia da 150 mila dollari a chiunque avrebbe ucciso Trump nel caso lui fallisse. Dettaglio che confonde ancora di più il lettore, a poca distanza dall’arresto di Routh, il figlio è stato arrestato nella Carolina del Nord per possesso di materiale pedopornografico.
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Immagine da Twitter
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Jihadisti stranieri da tutto il mondo nominati a posizioni di rilievo nel nuovo esercito siriano
Uyghur lslamists fighting in Syria, address the congregation in a mosque in Syria’s city of Latakia. Date: December 10th, 2024. pic.twitter.com/bXNiKxn8r8
— Azat (@AzatAlsalim) December 11, 2024
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