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Bioetica

Chi è Lady Eleanor King, il giudice che ha mandato a morte Alfie

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Attorno al piccolo Alfie si sono aggirate lugubremente diverse figure della giustizia britannica.

 

Oltre al tristemente celebre giudice Anthony Hayden, che, come abbiamo visto, ama le lobby omosex e discetta volentieri di eutanasia, è bene rendere noto chi sia Lady Eleanor King, uno dei tre giudici della Corte di Londra che ha respinto l’ultimo ricorso presentato dai legali degli Evans, decretando che tutte le scelte fatte fin lì rientravano nel best interest («miglior interesse») del bambino.

 

Stiamo parlando, dunque, di una figura che ha messo a morte Alfie, con piena responsabilità dell’omicidio compiuto.

Lady King ha un passato da conoscere, specie per il suo interesse verso la sterilizzazione umana, anche questa decisa per il «miglior interesse» ovviamente.

Eleanor King è quello stesso giudice che l’11 aprile del 2017 diede il permesso al Great Ormond Street Hospital (GOSH) di rimuovere la ventilazione e la nutrizione a Charlie Gard.

Ma non è tutto.

 

Lady King ha un passato da conoscere, specie per il suo interesse verso la sterilizzazione umana, anche questa decisa per il «miglior interesse» ovviamente.

 

Stando a una sentenza dell’Alta Corte, infatti, a un uomo con difficoltà di apprendimento è stato ordinato di sottoporsi a una vasectomia per impedirgli di avere altri figli. La vicenda risale al 2013, ed è stata ampiamente raccontata dal Daily Mail.

Seduta nella Corte di Protezione, il giudice Eleanor King affermò che il trentaseienne inglese non aveva la capacità mentale per usare la contraccezione e che quindi si poneva come «lecito e ampiamente nel suo migliore interesse» farlo sterilizzare. L’uomo, insieme alla sua fidanzata, anch’ella con qualche lieve difficoltà di apprendimento, ha avuto un figlio nel 2010.

Il giudice King decise velocemente che una vasectomia era «senza ombra di dubbio» nei best interests dell’uomo: «Secondo la mia opinione – disse la King – è largamente nel suo miglior interesse».

Nonostante il figlio sia nato sano e sia stato accudito, anche con l’aiuto e la disponibilità dei nonni, sono state adottate misure per prevenire un’altra gravidanza e per il padre del bambino è stata richiesta una supervisione permanente, facendogli perdere in modo praticamente totale la sua indipendenza.

Il giudice decise velocemente che una vasectomia era «senza ombra di dubbio» nei best interests dell’uomo: «Secondo la mia opinione – disse la King – è largamente nel suo miglior interesse».

 

«Detto questo – proseguì – il tribunale non emette una tale ordinanza con leggerezza, conscio del fatto che emettere un ordine che consenta di sterilizzare per tutta la vita una persona per ragioni non mediche richiede una giustificazione molto forte».

I corvi che hanno volato attorno all’indifeso corpo di Alfie avevano già colpito da altre parti

Angus Moon QC, l’avvocato ufficiale incaricato di rappresentare l’uomo a cui è stata imposta la prima sterilizzazione di stato, dichiarò che il caso «veramente eccezionale» poteva rischiare di diventare una breccia per applicare la vasectomia a norma di diritto dei tribunali ad altri casi di persone con difficoltà di apprendimento.

Dopo questa vicenda sono state diverse le associazioni che hanno contestato la sterilizzazione dell’uomo, ma altrettante hanno sostenuto la bontà della decisione presa dalla Corte, pur fingendo una falsa preoccupazione per la collettività.

Beverley Dawkins, ad esempio, responsabile della politica della Mencap (ente di beneficienza per le disabilità dell’apprendimento), ha dichiarato che «le decisioni in questo caso devono sempre riguardare le circostanze specifiche dell’individuo ed è importante valutare ogni alternativa, per garantire che venga scelta l’opzione meno restrittiva».

E così i cultori della morte in parrucca che hanno lottato per far uccidere un bambino indifeso – con l’appoggio della medicina ufficiale e della neochiesa ufficiale – hanno creato il terreno fertile per attuare il successivo step dell’overtonizzazione necro-etica: l’aborto post-natale.

 

«La corte – ha proseguito Dawkins – sembra aver attentamente valutato ciò che è nel best interest di quest’uomo, e ha raggiunto una decisione ponderata che consente all’uomo di continuare la relazione d’amore con la propria partner. Accogliamo con favore l’accento posto sul fatto che questo è un caso eccezionale e non dovrebbe essere visto come un via libera ad altre applicazioni per la sterilizzazione nei confronti delle persone con disabilità dell’apprendimento».
Secondo la Mencap, il giudice avrebbe quindi adempiuto al suo dovere garantendo alla coppia di proseguire la propria relazione, tuttavia impedendo con un trattamento sanitario obbligatorio la procreazione.

Ci fu solo un caso precedente, riguardante un’istanza per una sterilizzazione maschile che è stata però rifiutata nel 1999. La Corte ha stabilito che una vasectomia non sarebbe stata nei migliori interessi medici ed emotivi dell’uomo di 28 anni, affetto da sindrome di Down, nonostante le richieste della madre per acconsentire alla sterilizzazione forzata del figlio.

L’infanticidio erodiano, un tempo visto come impensabile e molto più difficile dell’aborto – per il semplice motivo che qui il morto viene visto in mondovisione e non gettato via insieme a delle garze – diventa possibile grazie ai precedenti che sgonfiano anche la novità mediatica e, dunque, una volta dimostrata la reazione ormai debole, possono diventare pratica quotidiana.

 

Come si può capire, i corvi che hanno volato attorno all’indifeso corpo di Alfie avevano già colpito da altre parti.

 

Il giudice della Corte di Londra voleva la morte di Alfie. La voleva dopo aver applicato impunemente l’eugenetica su un uomo con problemi mentali.

E così i cultori della morte in parrucca che hanno lottato per far uccidere un bambino indifeso – con l’appoggio della medicina ufficiale e della neochiesa ufficiale – hanno creato il terreno fertile per attuare il successivo step dell’overtonizzazione necro-etica: l’aborto post-natale.

L’infanticidio erodiano, un tempo visto come impensabile e molto più difficile dell’aborto – per il semplice motivo che qui il morto viene visto in mondovisione e non gettato via insieme a delle garze – diventa possibile grazie ai precedenti che sgonfiano anche la novità mediatica e, dunque, una volta dimostrata la reazione ormai debole, possono diventare pratica quotidiana.

Presto arriveremo a tanti casi Alfie seriali, senza che nessuno ne parli più. Non possiamo permetterlo.

Non possiamo permettere che Alfie e chi lo ha preceduto in questo martirio compiuto per mano statal-ecclesiastica sia morto invano.

 

 

Cristiano Lugli

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Bioetica

Conferenza di Bioetica in Qatar?

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

 

La scelta della FIFA del Qatar per i Mondiali del 2022 ha suscitato enormi controversie etiche. E il suo abominevole record sui lavoratori migranti? E il suo record sulle questioni LGBTQ +? E i diritti delle donne?

 

Nessuno di questi è cambiato in modo sostanziale, il che rende sorprendente che l’Associazione Internazionale di Bioetica [IAB] abbia scelto Doha come sede della sua conferenza del 2024. Lo IAB spiega sul suo sito web:

 

«Il Congresso del 2024 rappresenta una serie di primati per lo IAB: è la prima volta che il Congresso sarà ospitato in Medio Oriente, nella regione del Golfo e in un paese arabo. Questo Congresso offre un’opportunità unica per l’IAB di espandere la sua portata a nuove regioni del mondo e di interagire con un pubblico più diversificato. IAB accoglie con favore l’opportunità di costruire ponti tra le culture, promuovere l’apprendimento reciproco tra i bioeticisti di tutto il mondo e, nel processo, adempiere alla sua missione di essere un’Associazione internazionale».

 

Non va bene, scrivono cinque bioeticisti olandesi sulla rivista Bioethics . La scelta del Qatar è «eticamente problematica».

 

Le questioni che hanno circondato la Coppa del Mondo perseguitano anche l’IAB: «rappresenteranno un problema per la libertà di parola e per un accesso diversificato, inclusivo ed equo, poiché non tutti si sentiranno liberi, sicuri o a proprio agio nel viaggiare in Qatar per questa conferenza».

 

Come se il benessere dei lavoratori migranti, delle persone LGBTQ+ e delle donne non fosse sufficiente, c’è l’impronta di carbonio della conferenza di cui preoccuparsi. L’aria condizionata nel Centro di ricerca per la legislazione e l’etica islamica sarà necessaria in un’area in cui le temperature superano i 45°C.

 

I bioeticisti olandesi sostengono che esiste un serio pericolo di «lavaggio etico» di un regime autoritario. Propongono:

 

«Se l’IAB vuole organizzare il suo Congresso mondiale in Qatar e noi come bioeticisti vogliamo partecipare, allora dovremmo iniziare a discutere ora su come affrontare le principali preoccupazioni morali che ci attendono per questo luogo, tra cui il rispetto dei diritti umani, la promozione della diversità, equità e inclusione e minimizzare l’impatto sul clima».

 

 

Michael Cook

 

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

Immagine di Alex Sergeev via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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Bioetica

I bioetici protestano: l’utero in affitto delle donne comatose non è stato ben compreso

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

 

I bioeticisti hanno scelto una professione solitaria e avvilente. Rinchiusi in un ufficio, tirano fuori pubblicazioni che solo poche centinaia di persone – nella migliore delle ipotesi! – leggerà mai.

 

Ma a volte uno dei loro articoli esce dal laboratorio e si diffonde in tutto il mondo. La pubblicità che ne deriva potrebbe non aggiungere lustro alla loro reputazione tra i colleghi, ma li rende delle star dei social media, per un paio di giorni. Il gold standard è un rapporto del Daily Mail.

 

Questa è stata la dolorosa esperienza di Anna Smajdor, bioeticista dell’Università di Oslo, dopo aver pubblicato su Theoretical Medicine and Bioethics un articolo sulla «donazione gestazionale di tutto il corpo». Ci sono stati oltre 2000 commenti all’articolo sul Daily Mail ed è stata definita «misogina, nazista, scienziata malvagia, analfabeta scientifica, estremista di destra, estremista di sinistra e molto altro» sui social media.

 

BioEdge è stata una delle prime pubblicazioni ad aprire la porta in modo che l’articolo del dottor Smajdor potesse diventare virale attraverso i social media. In esso sosteneva che le donne con morte cerebrale che avevano precedentemente acconsentito potevano offrire i loro corpi come madri surrogate. Leggi qui.

 

Tuttavia, il dibattito è andato avanti. La dottoressa Smajdor ha pubblicato una breve spiegazione su BioNews di ciò che stava cercando di ottenere con il suo articolo. Come altri esperti di bioetica, stava cercando di spingere al limite le convenzioni sociali per testarne la fattibilità intellettuale. Stava giocando con l’idea di quella che era chiamata «la saggezza della ripugnanza»:

 

«Vale la pena chiedersi se tutto ciò che oggi ci allarma e addirittura ci ripugna sembrerà accettabile tra qualche anno. Gli sviluppi nella tecnologia tendono a guidare i cambiamenti in ciò che è percepito come moralmente accettabile. Ma a meno che non si voglia attendere passivamente che questi cambiamenti si trasformino in noi, è necessario guardare a ciò che il futuro potrebbe riservare, oltre a rivolgere uno sguardo critico a pratiche che sono diventate così banali e banali che quasi non ce ne accorgiamo».

 

Era, per così dire, una prova di concetto. Si poteva immaginare una cosa del genere? SÌ. In tal caso, potrebbe essere costruita una giustificazione etica per questo? Se ne siamo disgustati, cosa ci dice sulle procedure comunemente accettate?

 

«Il mio punto di vista come esperto di etica è che la prospettiva della donazione gestazionale di tutto il corpo è profondamente inquietante. Eppure il disagio da solo non è sufficiente per dimostrare che qualcosa non è etico. Se lo fosse, allora molti progressi della medicina verrebbero bloccati. Allora come vagliare tra gli strati di disagio e ripugnanza per fare chiare distinzioni tra ciò che è e ciò che non è eticamente accettabile in questo contesto?»

 

Forse la bioetica teorica è un po’ come armeggiare con virus pericolosi. Devi scegliere il livello di biosicurezza adatto.

 

 

Michael Cook

 

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Bioetica

Spagna, il Congresso approva legge trans e nuova legge sull’aborto

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Il Congresso – camera bassa – ha approvato il 16 febbraio 2023 due leggi: la Legge per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone trans e per la garanzia dei diritti delle persone LGTBI o «legge trans», e la Legge Organica sulla Salute Sessuale e riproduttiva, sull’aborto gratuito durante le prime 14 settimane di gravidanza e per i minori a partire dai 16 anni senza il consenso dei genitori.

 

I parlamentari hanno dato il via libera agli emendamenti del Senato alla legge trans, che saranno firmati dal capo dello Stato, re Felipe VI, e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Stessa sorte sarà riservata alla nuova legge sull’aborto.

 

 

La legge trans

La legge trans, probabilmente la più permissiva al mondo, consente il cambio di sesso all’anagrafe per chi ha più di 16 anni, senza altra condizione che la volontà della persona. I minori di età compresa tra i 14 ei 16 anni possono farlo con il consenso dei genitori. In mancanza di tale consenso, sarà nominato un tutore legale per aiutare il minore nel suo processo.

 

I bambini di età compresa tra 12 e 14 anni dovranno ottenere l’autorizzazione giudiziaria per cambiare sesso legale. I minori di 12 anni non potranno cambiare sesso, ma potranno cambiare nome “per motivi di identità sessuale”. A scuola devono «essere trattati secondo la loro identità in tutte le attività educative».

 

Fatta salva la semplice volontà della persona, nessuno è obbligato a presentare un referto medico, né a sottoporsi a cure mediche o chirurgiche per modificare il proprio aspetto fisico.

 

 

Tre mesi per ratificare

Entro un termine massimo di tre mesi, la persona sarà convocata all’anagrafe per ratificare la decisione e dopo un mese verrà emesso il cambio di sesso. Dopo sei mesi, la persona che ha richiesto il cambio di sesso può invertire la situazione e tornare al sesso precedente.

 

Quanto ai trattamenti chirurgici, la legge li vieta ai minori di 12 anni «salvo i casi in cui le indicazioni mediche lo richiedano al fine di tutelare la salute della persona». Per i minori di età compresa tra 12 e 16 anni, saranno autorizzati quando saranno ritenuti sufficientemente maturi per esservi sottoposti.

 

 

Terapie vietate

La legge vieta qualsiasi terapia o programma «volto ad alterare l’orientamento sessuale o l’identità o l’espressione di genere di una persona, anche con il consenso dell’interessato o del suo rappresentante legale».

 

 

Legge sull’aborto

La nuova legge prevede che tutte le donne, comprese le minorenni a partire dai 16 anni, possano abortire durante le prime 14 settimane di gestazione. Prevede anche la possibilità di abortire tra la 14ª e la 22ª settimana di gestazione per motivi medici, come malformazioni o possibili rischi per la salute della madre.

 

Rimuove i tre giorni obbligatori di riflessione e concede il congedo per malattia per aborto. In caso di disaccordo tra una minore di 16 anni e i suoi tutori in merito all’interruzione della gravidanza, la questione sarà risolta con procedura civile e d’urgenza.

 

Il governo spagnolo, progressista, applica ostinatamente il suo programma che distrugge sempre più profondamente la morale naturale.

 

 

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

Immagine di Presidencia de la República Mexicana via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

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