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Epidemie

La Russia sviluppa un vaccino contro il Marburg

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Un vaccino per la prevenzione della malattia da virus di Marburg, sviluppato dal Centro scientifico statale di virologia e biotecnologia Vector, è in fase di preparazione per le sperimentazioni cliniche, ha annunciato l’ufficio stampa del Rospotrebnadzor servizio federale per la supervisione della tutela dei diritti dei consumatori e del benessere umano.

 

«I dipendenti del Centro Ricerca del Rospotrebnadzor hanno sviluppato un vaccino per la prevenzione della febbre di Marburg. Lo sviluppo ha già superato le sperimentazioni precliniche, dimostrandone la sicurezza e l’efficacia», si legge nella dichiarazione di martedì.

 

Il vaccino è ora prossimo all’essere pronto per le sperimentazioni cliniche; un lotto di produzione è attualmente in fase di preparazione, è stato comunicato . È in corso la finalizzazione della documentazione per ottenere l’approvazione per condurre i test.

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I sistemi sanitari di tutto il mondo stanno intensificando i loro sforzi per controllare la diffusione del virus Marburg in risposta all’escalation dell’epidemia in Ruanda.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Kazakistan ha iniziato lo screening negli aeroporti per individuare possibili casi di arrivi di persone infette dal Marburg.

 

Ora anche le autorità sanitarie statunitensi hanno annunciato che i viaggiatori in arrivo dal Paese dell’Africa orientale devono sottoporsi a misure di screening all’ingresso negli Stati Uniti.

 

«A partire dalla settimana del 14 ottobre, il CDC [l’ente epidemiologico statunitense, ndt] inizierà lo screening sanitario pubblico all’ingresso dei viaggiatori che entrano negli Stati Uniti e che sono stati in Ruanda negli ultimi 21 giorni», si legge in una dichiarazione del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti.

 

Nel tentativo di fermare la diffusione della malattia, il Ruanda ha lanciato una campagna di vaccinazione domenica. Il Paese ha ricevuto 700 dosi dell’inoculazione Marburg dal Sabin Vaccine Institute americano. Gli operatori sanitari e i contatti stretti dei casi confermati sono stati considerati prioritari per l’immunizzazione. Attualmente, il vaccino è stato testato solo su adulti di età pari o superiore a 18 anni.

 

Lunedì, il Ministero della Salute del Ruanda ha confermato 56 casi di virus di Marburg, con 36 pazienti sottoposti a isolamento e trattamento e 12 decessi registrati. Il primo focolaio di febbre emorragica virale in Ruanda è stato identificato a fine settembre.

 

Il virus Marburg, una malattia altamente infettiva della stessa famiglia dell’Ebola, provoca sintomi quali nausea, vomito, mal di gola e forti dolori addominali, spesso causando una perdita di sangue fatale. Il virus si diffonde attraverso il contatto con i fluidi corporei di individui infetti o superfici contaminate, tra cui la biancheria da letto.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato che i tassi di mortalità nelle precedenti epidemie di Marburg sono variati dal 24% fino all’88%, rendendolo uno degli agenti patogeni più letali conosciuti dall’umanità.

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Il virus Marburg è stato identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie simultanee a Marburg, in Germania, e a Belgrado, in Serbia. Queste epidemie erano collegate a ricerche che coinvolgevano scimmie verdi africane importate dall’Uganda e hanno portato a 31 infezioni e sette decessi.

 

Il virus ha colpito varie regioni dell’Africa negli ultimi anni. Nel 2023, Tanzania e Guinea Equatoriale hanno segnalato focolai di Marburg, mentre il Ghana ha sperimentato un focolaio nel 2022 e l’Uganda ha registrato tre decessi a causa del virus nel 2017.

 

Come riportato da Renovatio 21, un falso allarme per persone possibilmente affette dal virus ha bloccato la stazione di Amburgo pochi giorni fa.

 

La Russia anche in questo caso sembra voler prendere il largo con la sua risposta vaccinale, come avvenuto all’altezza della pandemia COVID con il vaccino Sputnik, realizzato in tempi record dall’istituto Gamaleja di Mosca. La creazione del siero a vettore virale – che, ricordiamo, è prodotto a partire da cellule di feto abortito della linea HEK-293 – permise alla Russia di sottrarsi alla geopolitica vaccinale dettata dal blocco NATO, che ha cercato di imporre ovunque la siringa mRNA.

 

Come riportato da Renovatio 21, nonostante la grande propaganda sul vaccino di Stato – provato in una dose ulteriore di tipo nasale sperimentale dallo stesso presidente Vladimiro Putin – la Russia non ha imposto l’obbligo vaccinale, con la popolazione che sembra di fatto aver rifiutato di vaccinarsi per il morbo di Wuhano.

 

Un paio di scienziati che hanno lavorato al siero russo sono morti mesi – in un caso, quello del dottor Andrej Botikov, trovato strangolato in casa – in circostanze drammatiche.

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Epidemie

Boris Johnson sotto inchiesta per le morti COVID

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Un devastante rapporto ufficiale dell’inchiesta pubblica britannica sulla gestione della pandemia ha stabilito che i governi centrali e devolved del Regno Unito hanno fallito clamorosamente nella risposta al Covid-19, provocando migliaia di morti evitabili.   Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord hanno agito «troppo poco e troppo tardi»: misure tempestive come autoisolamento, quarantena domiciliare e distanziamento sociale avrebbero potuto salvare fino a 23.000 vite, secondo i modelli citati.   Le amministrazioni locali si sono mostrate eccessivamente dipendenti da Westminster, mentre il governo di Boris Johnson è stato descritto come dominato da una «cultura tossica e caotica». Le decisioni cruciali sono state spesso monopolizzate o paralizzate dalla cerchia ristretta del premier.   L’ex giudice Heather Hallett, che ha presieduto l’inchiesta, ha denunciato «comportamenti destabilizzanti» da parte di figure chiave, tra cui Dominic Cummings, accusando Johnson di non averli contrastati e, in alcuni casi, di averli «incoraggiati attivamente». Ne è derivata un’atmosfera in cui «le voci più forti prevalevano e le opinioni degli altri colleghi, soprattutto delle donne, venivano sistematicamente ignorate», compromettendo la qualità delle scelte.

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Problemi analoghi sono emersi in Scozia, dove il dibattito politico è stato indebitamente ristretto, e in Irlanda del Nord, dove la frammentazione istituzionale e i contrasti tra partiti hanno ostacolato la risposta.   Il rapporto sottolinea inoltre come le ripetute violazioni delle regole COVID da parte di funzionari e consulenti – culminate nello scandalo «Partygate» a Downing Street nel 2020-2021 – abbiano minato irreparabilmente la fiducia dei cittadini, infliggendo a Johnson danni politici fatali e contribuendo alle sue dimissioni anticipate nel 2022.   Durante il lockdown (che fu inflitto in forma molto intensa ai cittadini britannici) emersero articoli su festini, con tracce di cocaina, del suo governo. Johnson dapprima aveva rifiutato i lockdown, dopo, persuaso da scenari apocalittici elaborati da enti come l’Imperial College e da un’intubazione in ospedale dopo aver lui stesso contratto il COVID, è stato visto ospitare il miliardario vaccinale mondialista Bill Gates.   Il recente libro di memorie di Johnson ha fatto rivelazioni interessanti, come il progetto di invadere l’Olanda con un commando militare per sequestrare i preziosi vaccini AstraZeneca, la microspia trovata nel suo water dopo una visita di Netanyahu nonché l’ammissione che il COVID è «interamente artificiale» e fuggito dal laboratorio di Wuhano.  

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Epidemie

L’Etiopia conferma il primo focolaio mortale del virus di Marburg

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L’Etiopia ha confermato ufficialmente il suo primo focolaio di malattia da virus di Marburg (MVD) dopo che i test di laboratorio hanno rilevato il patogeno nella regione meridionale del Paese, hanno dichiarato sabato i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC).

 

Un primo allarme era stato emesso mercoledì in seguito alle segnalazioni di una sospetta febbre emorragica virale. I casi sono stati registrati nella città di Jinka, vicino al confine con Kenya e Sud Sudan.

 

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato su X che sono stati identificati almeno nove casi.

 

Sebbene il Ministero della Salute etiope non abbia confermato alcun decesso, l’agenzia sanitaria pubblica russa Rospotrebnadzor, citando diversi organi di informazione, ha riferito che potrebbero essere morte sei persone, tra cui due operatori sanitari che stavano curando pazienti infetti.

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Le autorità sanitarie locali hanno attivato i meccanismi di risposta alle emergenze, dispiegando squadre sul campo, rafforzando le misure di prevenzione e controllo delle infezioni e aumentando la sorveglianza nelle aree colpite. Sono inoltre in corso campagne di sensibilizzazione pubblica per contenere la diffusione del virus.

 

«L’Africa CDC continuerà a collaborare strettamente con il governo etiope e i partner per garantire una risposta rapida, coordinata ed efficace», ha affermato l’agenzia.

 

Nel frattempo, le autorità russe hanno annunciato controlli sanitari più rigorosi ai valichi di frontiera e hanno espresso preoccupazione per la potenziale diffusione regionale. Il Rospotrebnadzor ha anche affermato che un vaccino contro il virus Marburg sviluppato in Russia ha completato gli studi preclinici ed è pronto per la sperimentazione clinica.

 

Identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie in Germania e Serbia, il virus di Marburg causa una febbre emorragica grave e altamente contagiosa, simile all’Ebola. I sintomi includono nausea, vomito, mal di gola e dolore addominale acuto, con casi gravi che portano a emorragie interne e morte. La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti o materiali contaminati.

 

La conferma della malattia in Etiopia arriva mentre il continente africano continua a fronteggiare molteplici emergenze di salute pubblica. All’inizio di quest’anno, un’epidemia del virus di Marburg ha ucciso dieci persone in Tanzania a gennaio, secondo l’OMS.

 

Inoltre, l’Africa sta affrontando la peggiore epidemia di colera degli ultimi 25 anni, con oltre 300.000 casi confermati e sospetti e oltre 7.000 decessi registrati nel 2025.

 

Come riportato da Renovatio 21, ad inizio anno la Tanzania aveva negato, nonostante le dichiarazioni OMS, lo scoppio di un focolaio del virus di Marburgo.

 

Il Ruanda ha confermato di recente che i pipistrelli sono la probabile fonte dei primi casi registrati del virus di Marburg.

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Nel 2023, la Tanzania e la Guinea Equatoriale hanno segnalato casi di malattia, dopo i focolai in Ghana nel 2022 e in Uganda nel 2017.

 

Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi mesi fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato il focolaio di Marburg in Ghana, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus.

 

La Russia sta sviluppando un vaccino contro il morbo.

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Armi biologiche

Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri

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Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.   Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.   Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».   I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.

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In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.   La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.   «Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».   All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.   L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.   Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.

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