Pensiero
Fine del green pass? Ci credete? Avete visto dove vi hanno portati?
Lo hanno annunciato. Il 31 marzo finisce lo Stato di Emergenza, durato appena quei due anni esatti consentiti dalla legge.
Il primo aprile sparisce il sistema semaforico inventato dal ministro Speranza. Levato l’obbligo di super green pass per gli ultracinquantenni. Stop alla quarantena da contatto. Tutti allo stadio: 100% della capienza.
Il 30 aprile termina l’obbligo delle mascherine.
Il primo maggio è il giorno fatidico in cui, dicono, non ci sarà più il green pass.
È strano. Non sentiamo nessuno festeggiare. Né i no vax impenitenti, quelli che per il green pass si sono fatti schedare (andando in piazza a protestare), né i covidioti di varie gradazioni
È strano. Non sentiamo nessuno festeggiare. Né i no vax impenitenti, quelli che per il green pass si sono fatti schedare (andando in piazza a protestare), né i covidioti di varie gradazioni: nessuno sta stappando.
È ben bizzarro: si tratta di un momento di liberazione tanto agognato, sulla carta sarebbe catartico al punto che il governo ve lo ha messo nel giorno della festa del lavoro (quello che il governo vi ha fatto capire di potervi togliere), mantenedovi in cattività greenpassata sia la Pasqua di Resurrezione che la Festa della Liberazione. Resurrezione, Liberazione: semantiche che in effetti andavano a sovrapporsi con la grazia, scesa dagli dèi del cielo, della fine della tessera verde.
Probabilmente, nessuno ci crede più. A nessuno importa più quello che fa il governo. Si tratta di una sorta di «impotenza acquisita», oramai inflitta all’intera popolazione. Nell’impotenza acquisita, lo scienziato dà le scosse elettriche al cane fino a che questo non tenta più nemmeno di fuggire, e impara, semplicemente, ad accettare il suo destino di tortura. Come noto, questa psicologia era la base delle torture perpetrate dalla CIA ai presunti terroristi nei vari dark sites in giro per il mondo.
Green pass, mascherina, vaccino… Oramai, che importanza ha? Abbiamo capito che l’unica forma di convivenza con lo Stato è la nostra sottomissione. Abbiamo capito che non c’è modo di eludere questa realtà. Perché, avete magari anche provato, ma poi lo Stato moderno, spogliato dell’ultima foglia di fico, vi ha mostrato la sua natura profonda: il monopolio della violenza. Ecco i manganelli, gli idranti, la proibizione di andare a lavoro, la miseria indotta, l’emarginazione, con il contorno di insulti per strada, negli ambulatori, in TV.
Cosa c’è da festeggiare? Il ritorno dello stato di diritto? Il reintegro dei propri diritti fondamentali? La ricomparsa del contratto sociale? La restaurazione della Costituzione come guida della società?
Quindi, davvero, cosa c’è da festeggiare? Il ritorno dello stato di diritto? Non ci crede nessuno. Il reintegro dei propri diritti fondamentali? No. La ricomparsa del contratto sociale? Una barzelletta nemmeno più comprensibile. La restaurazione della Costituzione come guida della società? Ma dove?
Nessuno ci crede più. Tutti in realtà sanno che una volta persa la condizione precedente, indietro non si tornerà. Anzi. Già due anni fa qualcuno aveva iniziato a capire che ci trovavamo davanti ad un fenomeno ciclico: ci avrebbero aperto e richiuso a piacimento (chiaro, brandendo qualche statistica a caso, e dietro un medico e un poliziotto che fanno sì con la testa), e ogni volta avremmo perso un po’ più di libertà, oltre che un po’ più di denaro.
Vi stiamo dicendo, in pratica: possono pure togliere il green pass, ma non pensate nemmeno per un momento che esso sparirà. La mela è stata mangiata.
Credete che i vostri dati sanitari saranno cancellati, come secondo vostro diritto di privacy e roboanti disposizioni europee GDPR? Volete farci ridere? Voi non avete più alcun potere sui vostri dati, che la manovra ha stabilito possono circolare liberamente tra un database (silos) statale ad un altro, senza bisogno di giudici, ordinanze o di motivazioni particolari.
La digitalizzazione coatta è compiuta: e il green pass è il suo compimento
Date un’occhiata al vostro cassetto fiscale, o, ancora meglio, al vostro fascicolo elettronico: ci trovate i vaccini che avete fatto 20, 40, 70 anni fa. Tutto segnato, tutto reso dato per schedature e algoritmi – per sempre.
La digitalizzazione coatta è compiuta: e il green pass è il suo compimento. Perché lo scongeleranno a ottobre (già i televirologi parlano di nuove ondate), e soprattutto perché, come abbiamo ripetuto infinite volte su Renovatio 21, sul sistema del green pass correrà l’«inevitabile» euro digitale, il danaro programmabile che cambierà completamente la vostra vita, di fatto asservendola ad un sistema centrale sul quale non avrete più alcun potere – nemmeno la farsa del voto…
Quindi: mettono a nanna il green pass per un po’, perché se lo possono permettere. Perché il lavoro è stato fatto, per lo meno questa delicata prima fase di inghiottimento della realtà nel database, e di piegamento della popolazione ad un sistema di libertà limitata basata su meccaniche premiali
Siete tutti divenuti dei numeri. Non siete più cittadini, siete utenti di una piattaforma. Non avete più diritti, avete l’accesso, o meno, a spazi, servizi. Non avete più privacy, siete controllati in ogni vostro movimento, in ogni vostra transazione – anche quelle che non avete ancora fatto, ma che possono essere predette algoritmicamente, oppure inibite e basta (decideranno che il fumo fa male: il vostro danaro non potrà comprare sigarette, e quindi non fumerete mai più).
Tuttavia, la vera vittoria per il Padrone del Mondo è stata farvelo accettare. La pandemia è stata un referendum sull’abolizione dei vostri diritti, e avete risposto sì.
Per questo, vi diciamo: che importanza ha il green pass, in fondo? Guardatevi intorno, guardatevi dove vi hanno importato
Avete accettato che vi chiudessero in casa. Avete accettato che non vi consentissero di lavorare. Avete accettato che vi impedissero di abbracciare i vostri cari – anche quando stavano per morire. Avete accettato che vi tappassero la bocca. Avete accettato ogni insulto, ogni sopruso della libertà e del diritto.
Per questo, vi diciamo: che importanza ha il green pass, in fondo? Guardatevi intorno, guardatevi dove vi hanno importato.
Siamo pronti, preparatissimi, per un mondo di privazioni e crudeltà senza fine. Guardate cosa sta succedendo con le industrie: acciaierie, fabbriche di ceramica, cartiere chiudono. Il combustibile ha costi impossibili. Il cibo potrebbe diventare un lusso. Alcuni settori vivono già la realtà del razionamento, in attesa che colpisca tutti. Lavorerai solo secondo la logica distributiva che ti impongono. Mangerai solo quello che ti daranno, quando te lo daranno. Userai la corrente elettrica solo se te la manderanno a casa tua.
Lo avete di certo notato: dopo i due anni di emergenza, stiamo affrontando la nuova emergenza – la guerra delle Russie – in modo spaventosamente passivo. Le materie prime non arrivano alle fabbriche? Non si odono industriali e operai sul piede di guerra contro il governo. Gli alimentari aumentano i loro prezzi a dismisura, e minacciano di scomparire? Non si sentono politici che cerchino una soluzione a una prospettiva enorme come quella del ritorno della fame.
Non importa più nulla, a nessuno. Anzi: invece che cercare con raziocinio la pace, armano il conflitto, gettano benzina (che è oramai rara e carissima) sul fuoco.
Un paio di bombe atomiche scappate nell’escalation, tanto per ricordare a tutti che bisogna obbedire, perché l’emergenza è concreta, presente. Fate come vi diciamo e non si farà male nessuno
A questo punto, uno può pensare, è anche possibile che la bomba atomica da qualche parte la sgancino. Siamo onesti: non cambierebbe gli equilibri sconvolti, non turberebbe la nostra narcosi di impotenza acquisita. Che differenza potrebbero fare un paio di città nuclearizzate in Russia o in America, o in Europa? Ci sottometteremmo anche a quello, comprendendo che in fondo abbiamo solo aggiunto qualche radiazione ad un collasso che già stavamo vivendo. Come nei romanzi del compianto Maurice Dantec, dove la Siberia è dilaniata da guerre infinite con aree completamente rese inagibili con le radiazioni, ci si passa attraverso con la transiberiana che al momento giusto abbassa sulle finestre delle barriere per la radioattività.
Un paio di bombe atomiche scappate nell’escalation, tanto per ricordare a tutti che bisogna obbedire, perché l’emergenza è concreta, presente. Fate come vi diciamo e non si farà male nessuno.
Quale spiegazione può avere tutta questa follia?
Beh, semplice: non ci troviamo più in una situazione di declino controllato, ma di demolizione, devastazione, distruzione programmatica della Civiltà.
Perché la Civiltà umana, cioè la Civiltà cristiana, quella fatta dall’uomo Imago Dei, devi finire una volta per tutte. Dalle sue rovine dovrà ricrearsi un nuovo sistema, dove gli umani sono degli ingranaggi, a loro volta modificabili a piacimento – e per questi motivi totalmente controllabili.
Solve et coagula. Dissolvere la Civiltà per comporre la nuova era invertita, dove gli esseri umani non avranno più nessuna libertà se non quella della depravazione e della morte – in una parola, la Necrocultura
Solve et coagula. Dissolvere la Civiltà per comporre la nuova era invertita, dove gli esseri umani non avranno più nessuna libertà se non quella della depravazione e della morte – in una parola, la Necrocultura.
Quindi, tranquilli: il green pass ve lo tolgono, ma domani ve lo rimettono.
Ad ogni modo, hanno già ottenuto quello che desideravano. Hanno installato il sistema operativo della schiavitù e della Cultura della Morte.
Vi lasceranno stare da qui a qualche mese, ma statene certi: nel medio e lungo periodo, vi faranno cose indicibili.
A meno che… a meno che questo piano non venga rovesciato.
Nessuno è mai uscito dal totalitarismo continuando ad obbedire, attendendo che passi la nottata.
Sarà tremendo. Richiederà lotte impossibili, sacrifici spaventosi.
Tuttavia, avete alternative?
Roberto Dal Bosco
Pensiero
Vi augurano buona festa del lavoro, ma ve lo vogliono togliere. Ed eliminare voi e la vostra discendenza
Buona festa dei lavoratori! Ve lo ripetono da tutte le parti, del resto è una festa importantissima per la Repubblica: il Venerdì Santo, il giorno in cui Dio muore per l’umanità secondo quella che in teoria è la religione maggioritaria del Paese, si lavora. Il giorno dei morti, pure. Il Primo maggio, invece, no: vacanza.
Questo basterebbe a far comprendere qual è la vera religione che lo Stato italico vuole imporre alla sua popolazione – del resto, il suo libro sacro, la Costituzione, scrive al suo primo articolo che la Repubblica stessa è fondata sul lavoro – espressione incomprensibile, se non comprendendo la smania sovietica che avevano i comunisti e la sciocca acquiescenza dei democristiani che glielo hanno lasciato scrivere, accettando pure di lasciare fuori dalla Carta la parola «Dio».
Il dio della Costituzione, il dio della Repubblica è il lavoro?
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La divinizzazione politica di un concetto astratto, di un’attività umana, non solo l’indice della volontà di laicizzazione dello Stato. Poggia, essenzialmente, nel rigetto di avere per la cosa pubblica il fondamento del Cristianesimo.
Non è un caso che la festa del dio-lavoro avvenga l’indomani della notte di Valpurga, ritenuta nei secoli un momento di vertice dell’ attività del male sulla Terra – in genere, su Renovatio 21, facciamo ogni anno un articolo sull’argomento, annotando gli eventi concomitanti. La realtà è che la festa del Primo maggio è un tentativo di inculturazione, o meglio, di reintroduzione di usanze pagane – in particolare la festa celtica chiamata Beltane, di cui parla anche J.G. Frazer nel suo studio su magia e religione dell’antichità europea Il ramo d’oro.
La prima menzione di Beltane è nella letteratura irlandese antica dell’Irlanda gaelica. Secondo i testi altomedievali Sanas Cormaic (scritto da Cormac mac Cuilennáin) e Tochmarc Emire, Beltane si teneva il 1° maggio e segnava l’inizio dell’estate. I testi dicono che, per proteggere il bestiame dalle malattie, i druidi accendevano due fuochi «con grandi incantesimi» e guidavano il bestiame in mezzo a loro.
La vulgata progressista del Primo maggio, nata nel secondo Ottocento, si attacca quindi a questo sostrato antico, non cristiano, alla guisa di come ha fatto la Chiesa con alcune festività nel corso dell’anno.
Quindi: un nuovo dio, una nuova religione. Ma il problema è che neanche i suoi stessi sacerdoti ci credono. I loro discorsi – i loro incantesimi – sono inganni, sempre più infami, sempre più ridicoli.
Abbiamo sentito ieri il segretario generale CGIL Maurizio Landini dichiarare che «il governo Meloni difende il fossile e nega il cambiamento climatico, come si può pensare di cambiare modello di produzione?». Lo ha detto ad un evento dell’«Alleanza Clima Lavoro», di cui apprendiamo l’esistenza. Stendiamo un velo pietoso sull’attacco ai combustibili fossili, che fossili non sono (no, il petrolio non è succo di dinosauro!), che dimostra un allineamento con i gruppi ecofascisti più estremi e grotteschi visti negli ultimi anni – e pagati da chi, possiamo intuirlo.
Quindi: prima il «clima», poi i lavoratori. L’intero sistema industriale va cambiato per favorire l’ambiente, non l’uomo che lavora: conosciamo questa solfa, ora condita automaticamente dal terrorismo climatico. Si tratta di un’idea che avanza da tanto tempo, e si chiama deindustrializzazione.
Come abbiamo ripetuto tante volte su questo sito, la deindustrializzazione altro non è che deumanizzazione. Cioè, riduzione non dei lavoratori, ma della quantità stessa di esseri umani che camminano sul pianeta. Ciò era chiaramente esposto nelle opere di Aurelio Peccei e compagni oligarchi, quando l’élite – la stessa che stava dietro al Club di Roma, Club Bilderberg, WWF, etc. – cominciò a lavorare decisamente alla riduzione della popolazione.
Non è possibile diminuire il numero di esseri umani sul pianeta se si continua a produrre. Perché l’industria – il lavoro – dà cibo, e il cibo dà la vita, e la vita si moltiplica. La filiera dell’essere deve essere interrotta, molto prima. Niente industria, niente lavoro, niente vita. Niente persone. Niente umanità. Ora potete capire da dove vengono la povertà e la fame, che sembrano di ritorno anche nel Primo Mondo.
In alcuni testi risalenti a più di mezzo secolo fa, la cosa era messa nera su bianco: avrebbero creato deliberatamente un concetto prima sconosciuto, quello di inquinamento, per avere uno strumento di controllo del comportamento di popoli e Nazioni. Se ci pensate, anche questa è una scopiazzatura del cattolicesimo: non il peccato, ma l’impronta carbonica. Non il peccato originale, ma l’essere umano in sé, alla cui nascita c’è già un debito ecologico personale importante. Non la Santa Trinità, non l’Incarnazione, ma Gaia, dea terrifica che si fa pianeta.
Non ci sorprende, ma nondimeno continua a riempirci di orrore, vedere che chi è pagato per difendere i lavoratori è in realtà alleato delle forze che ne vogliono l’eliminazione. Lo aveva capito, con decenni di anticipo, il filosofo marxista Gianni Collu, che nel libro Apocalisse e rivoluzione notava che il paradigma non era più quello rivoluzionario della crescita operaia, cioè industriale, ma quello di una contrazione dell’intera società produttiva.
In pratica, Collu aveva compreso che stava venendo innestato, specie presso partiti, sindacati, intellettuali di sinistra, l’odio per l’uomo – in una parola, era stata avviata la Necrocultura. Non per niente il filosofo cominciò a scoprire, e rivelare, l’interesse crescente che molti circoli goscisti cominciavano a sentire verso un tema divenuto tabù nei millenni cristiani, cioè il sacrificio umano.
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Ora, guardate celebrare il vostro lavoro da chi è inserito, con stipendio, nel disegno per togliervelo – ed eliminare la vostra esistenza e la vostra discendenza. Non dobbiamo ricordare qui gli sforzi, fatti anche in sede europea, che i sindacati hanno fatto per il feticidio.
Nessuno dei vostri lavori è al riparo dal disegno mortale che avanza: se vi hanno detto che imparando a programmare avreste avuto sempre lavoro, provatelo a ripetere alle migliaia di licenziati alla IBM, come in tantissimi altri colossi tecnologici, sostituiti dall’Intelligenza Artificiale.
Nessuno è al sicuro: i grafici, cosa pensano di fare davanti alla presenza di incredibili programmi text-to-image, dove digiti cosa vuoi vedere e ti viene servito in un’immagine perfetta?
Attori, registi, produttori cinetelevisivi, cosa potranno di fronte ai software come Sora di ChatGPT, che promette di generare sequenze video a partire da semplici richieste? Sappiamo che l’ultimo sciopero ad Hollywood verteva su questo, e che già operano società di computer grafica talmente ultrarealista da aver disintermediato regioni immense della filiera.
Domani, cioè già oggi, tocca agli insegnanti. Ai bancari. Ai lavoratori dei fast food. A qualsiasi lavoratore. Alla realtà stessa.
Tuttavia, notatelo, nessun sindacato parla di fermare l’Intelligenza Artificiale. Vi parlano di cambiamento climatico, combustibili fossili, etc.
Lo fanno dopo aver assistito all’assassinio, con il green pass e l’obbligo al vaccino genico, dell’articolo 1 del loro libro sacro, il dogma primigenio della loro religione: ve lo abbiamo detto, non ci credono nemmeno loro.
E quindi, se anche quest’anno un boss sindacale, dinanzi al milione di ebeti ammassati per il concertone del Primo maggio, dovesse d’improvviso farsi scappare di nuovo l’espressione «Nuovo Ordine Mondiale», beh, sappiamo bene di cosa si tratta.
Non c’entrano le ricorrenze druidiche primaverili, qui siamo altrove nel calendario, in un’altra festa importante: sotto sotto, negli auguri ai bravi lavoratori, vi stanno dicendo che arriva il Natale. E che voi siete i tacchini.
Buon lavoro.
Roberto Dal Bosco
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Pensiero
I biofascisti contro il fascismo 1.0: ecco la patetica commedia dell’antifascismo
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Pensiero
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?
All’inizio di questo mese, il rituale dell’accensione della torcia olimpica – di fatto la prima cerimonia dei Giochi Olimpici – si è tenuta ad Olimpia, in Grecia, presso l’antico tempio di Era, la moglie di Zeus, padre degli dei greci detti, appunto, olimpici. Lo riporta LifeSite.
Accompagnata da uno stuolo di vestali per qualche ragione tutte bianche, l’attrice greca Mary Mina ha interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» che aveva funzione, tra le altre cose, di offrire una «preghiera» agli dèi olimpici.
«Apollo, dio del sole e dell’idea della luce, invia i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola per la città ospite», cioè Parigi. «E tu, Zeus, dona la pace a tutti i popoli della terra e incorona i vincitori della corsa sacra».
🗣️ “Apollo, God of sun, and the idea of light, send your rays and light the sacred torch for the hospitable city of Paris. And you, Zeus, give peace to all peoples on earth and wreath the winners of the Sacred Race.”#Paris2024 | @Paris2024 pic.twitter.com/FHMEmJ134U
— The Olympic Games (@Olympics) April 16, 2024
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Il Comitato Olimpico Ellenico organizza l’evento, che ha una durata di circa 30 minuti, ed elenca sul suo sito il resto dell’«Invocazione ad Apollo».
Silenzio sacro
Risuonino il cielo, la terra, il mare e i venti.
Le montagne tacciono.
I suoni e i cinguettii degli uccelli cessano.
Per Febo, il Re portatore di Luce ci terrà compagnia.
Apollo Dio del sole e dell’idea della luce
manda i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola
per l’ospitale città di…
E tu Zeus dona la pace a tutti i popoli della terra e
incorona i vincitori
della Razza Sacra
Il gruppo spiega che la prima cerimonia di accensione della torcia ebbe luogo nel 1936 con «l’alta sacerdotessa Koula Pratsika, considerata una pioniera della danza classica in Grecia e fu la prima coreografa della cerimonia di accensione». La Pratsika nell’ambito dei celeberrimi Giochi di Berlino – quelli dello Hitler e di Jesse Owens, e di Leni Riefenstahl – e che da allora si è svolta più o meno prima di ogni Olimpiade.
La coreografa Artemis Ignatiou dirige lo spettacolo dal 2008. Originaria della Grecia, ha precedentemente interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» ed è stata coinvolta nella produzione dagli anni Novanta.
È, ammetterà anche il lettore, molto molto curioso: la preghiera ai dei dell’Ellade rispunta per lo Sport, quando invece, l’invocazione che nei secoli si è pronunziata per la medicina – il giuramento di Ippocrate – è oramai quasi del tutto sparito in tutto il mondo – e mica lo vediamo solo in Israele, lo abbiamo visto anche sotto casa durante il COVID. I motivi, li sapete: quelle frasi sul fatto che il medico non darà sostanze abortive, né cagionerà la morte del paziente… Siamo lontani anni luce da ciò che oggi deve fare il dottore, e cioè servire la Necrocultura, estendendo la morte ovunque si possa.
È bene ricordare anche che il mondo moderno ora esige un altro culto pagano greco, quello alla dèa preolimpica (cioè, ctonia) Gaia, che tramite le elucubrazioni dell’ambientalismo è divenuta la Terra stessa, intesa come unico essere vivente minacciato dalla presenza umana. Del resto, Gaia apparteneva alla stirpe dei titani, come Crono, il dio che divorava i suoi figli…
Ma torniamo al fuoco pagano dei Giuochi. Il sito olimpico ricorda che i giochi iniziarono nel 776 a.C. e continuarono fino al 393 d.C. quando l’imperatore cristiano Teodosio I li abolì. «Le sue cerimonie di apertura sembrano quasi sempre incorporare temi massonici o globalisti» scrive LifeSite. «I giochi di quest’anno sono stati annunciati come le prime Olimpiadi “della parità di genere”. Ciò significa che uomini e donne avranno una rappresentanza 50-50 nella competizione. Detto in altro modo, ci saranno tanti atleti maschi quante sono le atlete. Questo è stato presentato come un importante segno di “progresso”».
Alla cerimonia di accensione della torcia, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach ha sottolineato che i giochi di quest’anno saranno «più giovani, più inclusivi, più urbani, più sostenibili». Si riferiva al fatto che sarà allestita una «Pride House» pro-LGBT per «sostenitori, atleti e alleati LGBTI+».
«I Giochi sono una celebrazione della diversità», afferma il sito ufficiale delle Olimpiadi. «In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, Parigi 2024 ribadisce il suo impegno nella lotta contro ogni forma di discriminazione», riferendosi eufemisticamente a qualsiasi opposizione all’omosessualità o al transgenderismo e aggiungendo che la «Pride House» ha lo scopo di «celebrare» le «minoranze» LGBT e il loro «orgoglio».
LifeSiteNews ci tiene a ricordare che «come i precedenti Giochi Olimpici, Parigi 2024 sarà probabilmente una cloaca di impurità. (…) la fornicazione è dilagante e nel Villaggio Olimpico dove soggiornano gli atleti vengono distribuiti contraccettivi gratuiti».
Riguardo al sesso al villaggio olimpico, chi ha partecipato da atleta ad un’Olimpiade in genere torna con racconti impressionanti – dionisiaci, erotici, del resto sempre di dèi greci si tratta, Dioniso, Eros, e mettiamoci pure dentro pure la poetessa greca Saffo, che dea non è, ma popolare di certo lo deve essere presso certe giocatrici di basket, ad esempio, e neanche solo quelle.
Del resto, metti quantità di giovani sani (in teoria: da Tokyo sappiamo quanti ne ha rovinati, financo sportivamente, l’mRNA) tutti insieme nello stesso luogo, e cosa vuoi che succeda? Sappiamo che la cosa capita anche alla Giornate Mondiale della Gioventù organizzate dai papati moderni, al termine delle quali trovano a terra tra la spazzatura, oltre che le ostie consacrate, anche preservativi usati da giovani e previdenti papaboys.
La questione, semmai, è capire che l’abominio pagano dello sport olimpico potrebbe essere andato molto oltre le semplici fornicazioni degli atleti: da anni si parla sommessamente del fenomeno dell’aborto-doping. Funziona così: per giovarsi della biochimica ormonale fantastica offerta dalla gravidanza e migliorare quindi le proprie prestazioni sportive, le atlete si fanno ingravidare per poi uccidere il figlio e godere del beneficio organico e muscolare della gravidanza.
Praticamente: vero e proprio doping, senza alcuno steroide sintetico – quindi perfettamente legale. Specie, immaginiamo, nelle Olimpiadi delle «pari opportunità».
«Ora che i test antidroga sono di routine, la gravidanza sta diventando il modo preferito per ottenere un vantaggio sulla concorrenza» avvertiva ancora nel 2013 Mona Passiganno, direttrice di un gruppo pro-life texano. In quell’anno emerse anche la storia di un atleta russo che avrebbe raccontato a un giornalista che già negli anni Settanta, alle ginnaste di appena 14 anni veniva ordinato di dormire con i loro allenatori per rimanere incinte e poi abortire. La procedura sarebbe così conosciuta da arrivare persino anche sui libri di testo: un libro di testo online di fisiologia del dipartimento di Fisiologia Medica dell’Università di Copenaghen sembra averne ancora traccia.
«Le atlete di punta – proprio dopo il momento in cui hanno dato alla luce il loro primo figlio – hanno stabilito diversi record mondiali» scrive il testo danese di fisiologia sportiva. «Naturalmente, questo è accettabile come evento naturale e non intenzionale. Tuttavia, in alcuni Paesi le atlete rimangono incinte per 2-3 mesi, al fine di migliorare le loro prestazioni subito dopo l’aborto».
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Altro che preghiera ad Apollo: questo è un sacrificio umano, un atto propiziatorio tramite l’uccisione della propria prole al dio pagano della prestanza fisica, della vittoria sportiva, della ricca sponsorizzazione, dell’ego incoronato etc.
E quindi: quanti sacrifici umani agli dèi antichi e moderni verranno consumati per i Giochi parigini?
Va ricordato l’aborto nel mondo sportivo non è una novità, una importante multinazionale di vestiario, negli anni, è stata accusata di aver fatto pressioni affinché le proprie atlete sponsorizzate abortissero, anche se non è chiaro se semplicemente per continuare a sfruttarne le prestazioni o per ottenerne anche i benefici corporei del doping feticida.
Diciamo pure che la strage olimpica occulta dei bambini delle atlete non potrebbe essere l’unico accento di morte da aspettarsi a Giochi di Parigi. Come noto, Macron ha fatto capire di temere per l’incolumità della sua Olimpiade, arrivando a chiedere, anche grottescamente, una «tregua» dei conflitti in corso – lui che, contro l’opinione degli omologhi europei e dello stesso popolo francese, paventa truppe NATO in Ucraina, e che secondo alcuno già sarebbero state spedite ad Odessa.
Abbiamo visto, nel frattempo, come qualcuno degli organizzatori olimpici si stia lamentando del fatto che per il nuoto la Senna sembra non andare bene: è stata rilevato troppo Escherichia Coli, cioè troppa materia fecale. Parigi è baciata da un fiume escrementizio, e vuole che gli atleti di tutto il globo vi si tuffino.
Questa immagine, del fiume di cacca in cui obbligano la gente ad immergersi, racconta bene il senso occulto dell’Olimpiade.
Tuffatevi anche voi nell’acqua marrone: dietro l’Olimpiade non c’è solo l’afflato neopagano e massonico (con le logge che da sempre rivendicano la consonanza con i principi olimpici), potrebbe esserci un’ondata di morte vera e propria.
Giochi di morte: lo Stato moderno pare volerceli infliggere a tutti i costi.
Roberto Dal Bosco
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