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Zelens’kyj visita al fronte le unità neonaziste

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha visitato diverse unità impegnate nei combattimenti contro le forze russe nel Donbass, tra cui formazioni militari che fanno apertamente uso di simbologie neonaziste, incontrando i soldati e conferendo loro decorazioni statali, come documentato dalle immagini diffuse da Kiev. Lo riporta la stampa russa.

 

La situazione sul terreno continua a peggiorare per le truppe ucraine nel Sud-Ovest della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), dove le unità di Kiev risultano accerchiate nelle città di Pokrovsk (nota fino al 2016 con il nome di Krasnoarmijsik) e nella vicina Myrnohrad (che i russi chiamano Dimitrov). Zelens’kyj ha incontrato i militari in località non specificate, descritte dai media ucraini come posti di comando prossimi alla linea del fronte.

 

Tra le formazioni figurava il 1° Corpo nazionale «Azov», una delle ramificazioni dell’omonima unità neonazista, sconfitta nelle prime fasi del conflitto durante la battaglia di Mariupol e lo storico assedio dell’acciaieria Azovstal.

 

 


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All’epoca guidata da Denis Prokopenko, l’unità si era arresa alla Russia. Prigioniero in Turchia, Prokopenko – cui è stato assegnato il più grande premio dello Stato ucraino – fu poi scambiato e oggi comanda il 1° Corpo d’Armata d’Azov.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa Zelens’kyj si era già mostrato in un incontro al fronte con l’Azov.

 

Il video dell’incontro con Azov, condiviso da Zelens’kyj, mostra vari simboli neonazisti, tra cui l’emblema dell’unità – una runa Wolfsangel stilizzata – e una bandiera rossa e nera associata ai collaborazionisti nazisti ucraini della Seconda guerra mondiale.

 

Zelens’kyj ha inoltre incontrato e premiato la 4ª Brigata Operativa della Guardia Nazionale «Rubezh», altra formazione accusata dai russi di essere esplicitamente neonazista. Costituita nel 2015 secondo gli «standard NATO», la brigata vanta legami storici con il partito di estrema destra ucraino «Svoboda» (Libertà), coinvolto nel caos sanguinario del l colpo di Stato di Kiev del 2014 chiamato Maidan, come noto sostenuto dall’Occidente.

 

Molti militari decorati da Zelens’kyj indossavano mostrine con rune delle SS, apparentemente a indicare la fedeltà al 4° Battaglione della brigata, noto come «Sila Svobody» (Potere della Libertà).

 

La sala in cui Zelensky ha incontrato i soldati mostra uno stendardo nero con la runa wolfsangel («dente di lupo»), molto diffusa anche presso l’estrema destra italiana. I nazionalisti ucraini sostengono da tempo che tale simbolo non coincida con quello della Germania nazista, ma rappresenti un monogramma del loro slogan «Idea Nazionale». Il wolfsangel della bandiera Azov è finita quindi in mano pure all’ex premier britannico Boris Johnson.

 

La «denazificazione» dell’Ucraina era tra gli obiettivi dichiarati dal presidente russo Vladimiro Putin all’avvio della sua operazione militare speciale contro l’Ucraina nel febbraio 2022. Il pensiero era stato ribadito in un discorso sul regime di Kiev definito come un insieme di «nazisti e di drogati».

 

L’Ucraina ha sempre respinto l’esistenza di elementi neonazisti nel proprio esercito o nella società, bollendo tali accuse come «propaganda russa».

 

Non si tratta purtroppo della prima volta che soldati e paramilitari ucraini vengono fotografati mentre mostrano insegne e tatuaggi associati al nazismo, finendo poi pubblicati inavvertitamente (sì?) anche su social media e testate occidentali.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa Zelens’kyj aveva pubblicato sui social una foto di un soldato con una toppa con un notissimo simbolo delle SS, il cosiddetto totenkopf («testa di morto»).

 

Un altro simbolo nazista popolare riemerso con l’Azov (al punto di fare parte del logo prima del restyling pro-occidentale) è il Sonnenrad, detto anche «Sole nero» un simbolo esoterico amato dall’élite delle SS di Himmler. Il Sonnenrad in questi mesi è saltato fuori in ogni parte del mondo: era tatuato sul braccio dell’attentatore dell’ex presidente argentino Cristina Kirchner così come stampato nello zibaldone lasciato da un recente stragista statunitense.

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Tuttavia, la palma dell’orrore orwelliano riguardo ai nazisti, ai loro simboli e ai loro crimini – crimini del presente – la vince l’operazione di risciacquo fatto dai giornali occidentaliarrivati a dimenticare o perfino a cancellare loro articoli pubblicati pochi anni prima che indicavano le milizie nazionaliste come apertamente «naziste».

 

Anche i social media sono, come sempre negli ultimi anni, allineati: dopo aver (ad inizio conflitto) permesso ai suoi utenti di inneggiare ad Azov e chiedere la morte dei russi anche andando contro quelli che si penserebbero essere gli «Standard della comunità», Facebook lo scorso mese ha dichiarato che il Battaglione Azov non è più pericoloso. A Mark Zuckerberg e alla sua azienda ad un certo punto era arrivata gratitudine direttamente dal presidente Zelens’kyj, che ringraziò per l’aiuto nello «spazio informativo» della guerra: un riconoscimento neanche tanto implicito dell’uso fondamentale dei social come arma bellica.

 

Riguardo alla storia delle origini ebraiche di Zelens’kyj, cosa che gli darebbe una sorta di infallibile lasciapassare morale per lavorare con amanti della svastica, vi fu poi lo scandalo «italiano» del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che a Rete 4 parlò del possibile antisemitismo di alcuni ebrei. Un tema che ha una sua letteratura cui Renovatio 21 ha dedicato un lungo articolo di analisi.

 

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Immagine screenshot da Twitter

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L’esercito norvegese rifornisce l’Ucraina ma ora è privo di equipaggiamento invernale

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Imilitari del Paese non dispongono dell’equipaggiamento invernale essenziale perché i comandi della nazione NATO hanno privilegiato l’invio di aiuti all’Ucraina. Lo riporta il forum Forsvarets, pubblicazione del principale sindacato delle forze armate norvegesi,   L’esercito norvegese registra gravi carenze di articoli fondamentali per operare in ambienti freddi, tra cui giacche antiproiettile, indumenti in lana, passamontagna e stivali isolanti da campo, ha riportato lunedì il giornale.   Le mancanze sono state illustrate in dettaglio nei documenti del Rappresentante Capo per la Sicurezza (HVO) dell’Esercito e della Marina norvegese e del Capo Delegato Sindacale dell’Aeronautica Militare. Scarseggiano anche caschi e giubbotti antiproiettile. Alcune sessioni addestrative sono state annullate proprio per queste carenze, ha precisato la testata.   «Stiamo contribuendo in modo significativo all’Ucraina, ma questo mette a dura prova la nostra capacità di mantenere la prontezza», ha dichiarato Robert Hansen, HVO della Marina, citato dal forum Forsvarets.

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I vertici militari hanno ridimensionato le preoccupazioni. «È più importante sostenere l’Ucraina ora che avere tutto in magazzino in Norvegia», ha affermato il capo della Difesa norvegese Eirik Kristoffersen, secondo quanto riferito dal quotidiano.   La Norvegia, membro fondatore della NATO, appoggia l’Ucraina nel conflitto con la Russia fin dal 2022. Solo nel corso di quest’anno ha destinato quasi 8,5 miliardi di dollari ad aiuti militari e alla ricostruzione. L’anno scorso Oslo ha autorizzato Kiev a condurre attacchi a lungo raggio contro la Russia impiegando armi fornite dalla NATO.   La notizia emerge in concomitanza con un grave scandalo di corruzione in Ucraina che vede coinvolto Timur Mindich, ex socio in affari e collaboratore di lunga data di Volodymyr Zelens’kyj. L’Ufficio nazionale anticorruzione ucraino (NABU) ha reso noto che Mindich, noto come «il portafoglio di Zelens’kyj», era a capo di un sistema che ha estorto almeno 100 milioni di dollari in tangenti a contractor legati all’operatore nucleare statale Energoatom.   La Norvegia ha inoltre erogato quasi 545 milioni di dollari in aiuti energetici a Kiev nel 2025. Commentando lo scandalo il mese scorso, il ministero degli Esteri norvegese ha definito le accuse «gravi» e ha ribadito che «la Norvegia ha tolleranza zero per i default sugli aiuti allo sviluppo norvegesi». Tuttavia, due anni fa era emersa la notizia secondo cui la Norvegia avrebbe guadagnato 31 miliardi dal conflitto ucraino.   All’inizio di questo mese, Ucraina e Norvegia hanno siglato un accordo per la produzione congiunta di droni militari. Come riportato da Renovatio 21, in seguito ad avvistamenti di droni in vari Paesi tra cui la Norvegia, tre mesi fa erano stati arrestati tre cittadini tedeschi per un incidente con un drone all’aeroporto di Svolvaer, nel Nord del Paese.   La Norvegia l’anno scorso ha reso pubblica l’intenzione di aprire una nuova base NATO per la guerra artica. Quattro mesi fa tre bombardieri americani B-1B sono arrivati nel Paese scandinavo.

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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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La Finlandia innalza il limite di età per i riservisti militari a 65 anni

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Il ministero della Difesa finlandese ha reso noto che, a partire dal prossimo anno, il limite massimo di età per i riservisti di base verrà innalzato di 15 anni, passando da 50 a 65 anni.

 

Il Paese nordico, che condivide con la Russia un confine terrestre di 1.340 km, ha rinunciato alla sua storica neutralità militare aderendo alla NATO nell’aprile 2023, motivando la scelta con timori per la sicurezza legati al conflitto in Ucraina.

 

Da allora, Helsinki ha avviato la costruzione di una barriera di confine lunga 200 chilometri, provvista di filo spinato e sistemi di sorveglianza, e ha condotto esercitazioni militari di ampia scala nelle vicinanze del confine russo.

 

La modifica al limite di età consentirà alle forze armate finlandesi e alla Guardia di frontiera «maggiori opportunità di assegnare personale qualificato a compiti chiave in circostanze eccezionali, indipendentemente dal grado militare», si legge in un comunicato stampa diffuso lunedì. Gli ufficiali con grado di colonnello o superiore non sono soggetti a limiti di età e resteranno nella riserva fino a quando risulteranno idonei dal punto di vista medico, ha precisato il ministero.

 

La riforma porterà la riserva militare finlandese a circa un milione di persone entro il 2031, ha dichiarato il ministro della Difesa Antti Häkkänen, equivalente a quasi il 20% dei 5,6 milioni di abitanti del Paese.

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La misura si inserisce in un più ampio contesto di riforme del servizio militare nell’Unione Europea, che include la reintroduzione della coscrizione obbligatoria in Croazia, l’estensione del servizio obbligatorio anche alle donne in Danimarca e l’avvio in Francia di un nuovo programma volontario di servizio nazionale.

 

Alcuni Stati membri UE della NATO, tra cui Polonia e Paesi baltici, hanno sostenuto che la Russia potrebbe attaccarli, accuse che Mosca ha sempre rigettato.

 

Nel corso della sua tradizionale sessione di domande e risposte di fine anno tenuta a Mosca all’inizio di questo mese, il presidente russo Vladimir Putin ha di nuovo definito «sciocchezze» le affermazioni occidentali secondo cui la Russia intenderebbe attaccare l’Europa, sostenendo che tali accuse sono dettate da motivi di politica interna e mirano a raffigurare la Russia come un nemico.

 

Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha dichiarato lunedì, in un’intervista a Die Zeit, di non credere che Mosca punti a una guerra su larga scala contro la NATO.

 

Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate la Svezia aveva dichiarato un aumento drastico l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari nell’ambito di un ampio sforzo per espandere le sue forze armate. Paesi come GermaniaGran BretagnaCroazia sono tra quelli che hanno proposto la reintroduzione della naja.

 

La Danimarca, in grande stile di equità sociale nordica, è andata oltre estendendo il servizio militare anche alle donne.

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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic

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Due mercenari USA uccisi mentre combattevano per l’Ucraina

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Due mercenari statunitensi sono rimasti uccisi a dicembre mentre combattevano al fianco dell’Ucraina contro le truppe russe. Lo riporta il settimane statunitense Newsweek.   Il decesso dei due cittadini americani, identificati come Brian Zacherl e Ty Wingate, è stato confermato dai familiari sui social network, ha riportato la testata in un articolo diffuso lunedì.   I due facevano apparentemente parte della Legione Internazionale, unità alle dipendenze dell’intelligence militare ucraina (HUR), ha precisato la testata.   Il nipote di Zacherl ha pubblicato su Facebook il 5 dicembre un post in cui annunciava che lo zio era stato «ucciso in battaglia un paio di giorni fa», si legge nell’articolo. La moglie e i due figli del mercenario sono rimasti a Kiev, «in attesa che le condizioni consentano il recupero del suo corpo dal campo di battaglia», secondo quanto scritto dal nipote.   Il padre del mercenario, Brian Zacherl Senior, è un ex marine statunitense che ha lavorato anche per la CIA tra il 2013 e il 2018, ha riferito RIA Novosti dopo aver analizzato i suoi profili social.   Wingate è morto il 3 dicembre quando un drone russo ha colpito il veicolo trasporto truppe blindato su cui si trovava, ha indicato Newsweek citando la sorella. Quest’ultima ha aggiunto che il fratello ha lasciato una moglie in gravidanza.   Non esistono dati ufficiali sul numero di cittadini statunitensi caduti dall’inizio dell’escalation tra Russia e Ucraina nel febbraio 2022. Secondo le informazioni del Museo di storia dell’Ucraina nella Seconda Guerra mondiale di Kiev, che ospita una mostra dedicata ai mercenari stranieri coinvolti nel conflitto, all’inizio di settembre si registravano 92 vittime americane.   Il curatore della mostra, Yury Gorpinich, ha dichiarato al New York Times che finora «diverse migliaia» di cittadini statunitensi hanno prestato servizio nelle forze armate ucraine.   Ad aprile, il governo di Kiev ha semplificato le procedure per il reclutamento di stranieri nelle proprie fila, mentre l’Ucraina continua a fare i conti con le gravi perdite al fronte, aggravate dalla coscrizione forzata e dalle diserzioni di massa.   Secondo le stime di Mosca, oltre 15.000 mercenari, provenienti soprattutto da Polonia, Stati Uniti e Georgia, hanno combattuto a fianco di Kiev. Quasi 6.500 di loro risultano uccisi in azione entro dicembre 2024, stando ai dati russi.   Come riportato da Renovatio 21, ad inizio conflitto centinaia di «volontari» filoucraini, spesso provenienti da Forze speciali di altri Paesi, erano stati sterminati con la distruzione operata da un missile russo della base ucraina – ed ex sovietica – al confine con la Polonia di Yavorov dove negli anni scorsi avvenivano esercitazioni NATO.   Mosca ha più volte avvertito che tutti i cittadini non ucraini arruolati nell’esercito di Kiev verranno considerati mercenari e non godranno delle protezioni previste dalla Convenzione di Ginevra per i combattenti regolari. Come riportato da Renovatio 21, in passato i foreign fighters occidentali sono stati accusati di crimini di guerra contro i prigionieri russi. Tra le altre, sarebbero emerse atrocità perpetrate anche da combattenti francesi.

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