Geopolitica
La guerra israeliana a Gaza «ricorda i nazisti»: Erdogan prosegue con la «reductio ad Hitlerum» dello Stato Ebraico

La guerra di Israele a Gaza è paragonabile ai massacri commessi dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, ha detto venerdì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Ciò avviene mentre le Forze di Difesa Israeliane (IDF) intensificano il loro attacco di terra contro i militanti di Hamas nella parte meridionale dell’enclave palestinese densamente popolata.
«Davanti agli occhi del mondo intero, le forze di occupazione israeliane hanno brutalmente martirizzato 28.000 nostri fratelli e sorelle palestinesi, la maggior parte dei quali bambini e donne», ha detto Erdogan al Forum dei giovani per la cooperazione islamica. Gli attacchi dell’IDF contro scuole, ospedali, moschee e altri siti civili sono «attacchi che ricordano quelli nazisti», ha aggiunto.
Come riportato da Renovatio 21 il leader turco non è nuovo alla «reductio ad Hitlerum» dei vertici israeliani, paragonando più volte il primo ministro Beniamino Netanyahu ad Adolfo Hitler e ha condannato l’operazione militare a Gaza.
In questi mesi Erdogan ha dichiarato che Israele è uno «Stato terrorista» che sta commettendo un «genocidio» a Gaza, apostrofando il Netanyahu come «il macellaio di Gaza».
Erdogan lo scorso novembre aveva accusato Israele di «crimini di guerra» per poi attaccare l’intero mondo Occidentale (di cui Erdogan sarebbe di fatto parte, essendo la Turchia aderente alla NATO e aspirante alla UE) a Gaza «ha fallito ancora una volta la prova dell’umanità».
Un ulteriore nodo arrivato al pettine di Erdogan è quello relativo alle bombe atomiche dello Stato Ebraico. Parlando ai giornalisti durante il suo volo di ritorno dalla Germania, il vertice dello Stato turco ha osservato che Israele è tra i pochi Paesi che non hanno aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari del 1968.
«Andare avanti in questo senso è molto importante in termini di bilanciamento degli interessi strategici nella regione. Continueremo a fare pressione», aveva dichiarato l’Erdogano. «Le armi nucleari di Israele devono essere ispezionate al di là di ogni dubbio prima che sia troppo tardi. Lo seguiremo fino in fondo. Invito anche la comunità internazionale a non lasciar perdere
La reductio ad Hitlerum è un tentativo di invalidare l’argomentazione di qualcun altro sulla base del fatto che la stessa idea è stata promossa o praticata da Adolf Hitler, paragonando le azioni di qualcuno a quelle del partito nazista. L’espressione fu coniata nel 1953 dal fondatore dei neocon Leo Strauss, il quale era peraltro di origini ebraico-tedesche.
Secondo lo Strauss, la reductio ad Hitlerum è una sorta di accusa ad hominem la cui logica è quella della colpa per associazione ideale. È una tattica spesso utilizzata per far deragliare le discussioni perché tali confronti tendono a distrarre e far arrabbiare l’avversario.
Lo Strauss non poteva che ignorare la «legge di Godwin», che sarebbe arrivata dopo, nel 1990 agli albori delle discussioni su internet. La legge di Godwin, abbreviazione di legge (o regola) di Godwin delle analogie naziste, è un adagio di Internet che afferma: «Man mano che una discussione online si allunga, la probabilità di un confronto che coinvolga i nazisti o Hitler si avvicina a 1».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Israele spara contro la delegazioni di diplomatici stranieri

Israeli forces opened fire towards an EU delegation on an approved visit to #Jenin in the #WestBank earlier today.
The IDF said they were approaching an area they weren’t allowed to be, so “warning shots” were fired AT EUROPEAN DIPLOMATS. pic.twitter.com/0Y6SHxk73N — Charles Lister (@Charles_Lister) May 21, 2025
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Il ministero degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese ha descritto la sparatoria come una violazione del diritto internazionale, affermando che la delegazione era in missione ufficiale per valutare la situazione umanitaria nel contesto delle crescenti critiche internazionali alle operazioni militari israeliane a Gaza e in Cisgiordania.Israeli occupation soldiers open fire on a diplomatic delegation during their visit to Jenin refugee camp. pic.twitter.com/yI3MAyXyZZ
— Eye on Palestine (@EyeonPalestine) May 21, 2025
I leader internazionali hanno prontamente condannato l’incidente. Francia e Italia con il ministro Antonio Tajani hanno convocato gli ambasciatori israeliani per chiedere spiegazioni. Il vice primo ministro irlandese ha definito l’evento «totalmente inaccettabile», mentre il Canada ha chiesto un’indagine approfondita. Anche l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, ha definito «inaccettabile» l’atto di sparare vicino ai diplomatici e ha chiesto che si assuma la responsabilità. Della delegazione, in cui vi erano anche giornalisti, faceva parte il vice console italiano Alessandro Tutino, uscito illeso. Il diplomatico italiano ha parlato subito con il Tajani. «Ho appena parlato con Alessandro Tutino il vice console d’Italia a Gerusalemme che sta bene e che era fra i diplomatici che sarebbero stati attaccati a colpi di arma da fuoco vicino al campo profughi di Jenin. Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente», ha dichiaro su X il ministro degli Esteri. Il vice console sarebbe rientrato a Gerusalemme. Tajani ha quindi convocato l’ambasciatore israeliano a Roma: «ho appena dato disposizione al Segretario generale del Ministero degli Esteri di convocare l’Ambasciatore di Israele a Roma per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto a Jenin» ha scritto sui social il Tajani.The israelis shoot at an int’l delegation visiting Jenin: the targeted group includes EU envoys; but.. but.. aren’t they your allies @EU_Commission pic.twitter.com/eTP3FoCUzz
— Sarah Wilkinson (@swilkinsonbc) May 21, 2025
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Geopolitica
Ex consigliere presidenziale ucraino assassinato in Spagna

L’ex deputato e consigliere presidenziale ucraino Andrey Portnov è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco in un sobborgo della capitale spagnola, Madrid, mercoledì. Lo riportano i media locali e la stampa russa.
Le circostanze dell’omicidio suggeriscono che potrebbe essersi trattato di una «esecuzione extragiudiziale», poiché Portnov potrebbe aver avuto accesso a informazioni che avrebbero potuto minacciare personaggi dell’amministrazione di Volodymyr Zelens’kyj, ha affermato Rodion Miroshnik, ambasciatore russo a titolo personale che sovrintende a una missione speciale sui presunti crimini di guerra ucraini.
L’omicidio è avvenuto a Pozuelo de Alarcón, secondo quanto riportato dal quotidiano El País. Portnov, 51 anni, sarebbe stato avvicinato da due o tre aggressori e colpito almeno cinque volte, di cui tre alla testa, mentre ispezionava il bagagliaio della sua Mercedes, vicino a una scuola privata frequentata dai suoi figli.
Le autorità spagnole hanno confermato che nella zona è avvenuto un omicidio, ma non hanno ancora identificato formalmente la vittima.
#SUMMA112 confirma el fallecimiento de un varón con heridas por arma de fuego en #PozueloDeAlarcón.
Colabora @SEAPAPozuelo y #PolicíaLocal.@policia se encarga de la investigación. pic.twitter.com/yJJnoCcval
— 112 Comunidad de Madrid (@112cmadrid) May 21, 2025
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Portnov, avvocato di formazione, ha prestato servizio nel parlamento ucraino dal 2006 al 2010. In seguito è entrato a far parte dell’amministrazione del presidente Viktor Yanukovich, supervisionando la riforma giudiziaria in qualità di vice capo di gabinetto e contribuendo alla stesura del nuovo codice penale, adottato nel 2012.
Nel 2014 Portnov era fuggito dall’Ucraina in seguito al colpo di stato armato a Kiev, sostenuto dall’Occidente, che rovesciò il governo di Yanukovich. Nonostante l’esilio, rimase attivo nel dibattito politico ucraino, apparendo spesso in televisione nazionale.
Portnov è tornato nel Paese nel 2019 per sostenere il candidato presidenziale Zelens’kyj. Dopo la vittoria di quest’ultimoalle elezioni, Portnov aveva presentato diverse denunce contro il presidente uscente Petro Poroshenko, accusandolo di vari reati commessi durante il suo mandato. Nessuno di questi casi ha portato a condanne.
Secondo quanto riferito, avrebbe lasciato nuovamente l’Ucraina nel giugno 2022. All’epoca, i media ucraini lo hanno descritto come affiliato a canali «filo-russi» chiusi dall’amministrazione Zelens’kyj e lo hanno accusato di aver fatto commenti denigratori sulla natura del colpo di Stato del 2014.
Portnov è presente nell’elenco almeno dal 2015 di Mirotvorets, il controverso database pubblico semi-ufficiale che cataloga gli individui considerati nemici dell’Ucraina. Diverse persone elencate dal sito sono state assassinate nel corso del decennio di attività.
I servizi segreti ucraini hanno precedentemente affermato o implicitamente coinvolto in una serie di omicidi mirati di individui etichettati come nemici da Kiev. Alcuni di questi omicidi sono avvenuti al di fuori dell’Ucraina, tra cui l’uccisione dell’ex parlamentare ucraino Ilja Kiva, avvenuta nel dicembre 2023 vicino a Mosca.
Kiva era stato deputato ucraino dal 2019 al 2022 e membro del partito Piattaforma dell’opposizione – Per la vita, ufficialmente bandito da Kiev nel giugno 2022. Kiva stesso è stato un feroce critico del presidente ucraino Zelens’kyj e del governo filo-NATO di Kiev. In un’intervista del 2022, aveva criticato gli Stati Uniti e la NATO per, come ha detto, aver usato l’Ucraina come «esca» per provocare la Russia in un conflitto.
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Secondo il Daily Mail, parlando alla televisione nazionale, il portavoce dell’Intelligence militare ucraina Andriy Yusov avrebbe detto: «Possiamo confermare che Kiva è finito. Un simile destino toccherà agli altri traditori dell’Ucraina, così come agli scagnozzi del regime di Putin».
Come riportato da Renovatio 21, vi è il caso anche di Oleksij Kovaljov, parlamentare di opposizione alla Verkhovna Rada (il Parlamento di Kiev) stato trovato assassinato nella sua casa di Kherson. Va ricordato anche Denis Kireev, uno dei primi negoziatori degli incontri al confino bielorusso di inizio conflitto, ucciso senza pietà per strada a Kiev.
Tre anni fa sempre in Spagna fu arrestato in un’operazione congiunta da poliziotti spagnoli e ucraini il famoso blogger critico del governo ucraino, Anatolij Sharij. Il blogger sarebbe stato accusato di tradimento. Tra le accuse anche quella di aver violato la sicurezza nazionale ucraina attraverso le sue attività nel regno dei media, mentre presumibilmente agiva per conto di forze «straniere». Il blogger aveva condannato l’operazione militare russa in Ucraina dopo che era stata lanciata alla fine di febbraio, ma ha continuato a sottolineare quelli che considerava difetti nella condotta di Kiev durante il conflitto in corso.
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Vance annulla improvvisamente la visita in Israele mentre l’esercito ebraico espande le operazioni a Gaza

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