Satira
Un vecchio articolo de La Stampa sugli ucronazisti è rimasto online. Appello al direttore affinché lo rimuova subito

Come sa il lettore di Renovatio 21, un reportage del 2014 della brava reporter Maria Grazia Bruzzone sui neonazisti saliti al potere in Ucraina è improvvisamente sparito dalla rete.
«Ops! Pagina non trovata. Sembrava che quello che stai cercando sia stato spostato o non è mai esistito».
(Parentesi: quel «sembrava» parrebbe un errore grossolano da traduttore automatico, che confonde l’imperfetto con il condizionale, ché in inglese sono uguali; forse che volevano intendere «sembrerebbe»? E poi i lettori si lamentano per i refusi di Renovatio 21 quando giornali che fatturano milioni fanno così?)
Come segnalatoci dai nostri lettori, fino a poco fa c’era ancora, come visibile sulla Waybackmachine, che evidentemente alla Stampa agnelliana non conoscono ancora.
La misteriosa sparizione avveniva nelle ore in cui il Mentano annunciava all’etere che il Battaglione Azov non è neonazista, e Facebook consentiva ad alcuni utenti (a quanto riportò Reuters che vide email interne) di elogiare in rete proprio la formazione neonazi, nonché invocare la morte dei russi e l’assassinio di Vladimir Putin.
Cose belle.
Tuttavia, siamo incappati in un altro meritorio articolo de La Stampa del 2014 sugli ucronazisti.
Si intitola poco sibillinamente «Ucraina: se il nuovo corso filo-Occidente include l’ultradestra neo-Nazista», ed è del 22 maggio di quell’anno fatale.
Si tratta di un altro reportage bello approfondito della brava Bruzzone, che non risparmia nessuno, neanche la Nuland e i suoi 5 miliardi investiti in Ucraina, e riporta i tanti interrogativi che all’epoca scattavano anche sui giornali progressisti americani: «Gli Usa in Ucraina appoggiano i neo-Nazisti?».
È davvero un bel servizio, che fa chiarezza, con tanto di virgolettati degli stessi politici ucraini come Natalia Vitrenko (il cui partito è stato appena bandito assieme ad altri 11 dal democraticissimo eroe Zelensko), sulla matrice nazista delle forze liberate da Maidan, che sono organizzate e armatissime: saccheggi, politici assaltati assieme alle loro famiglie, icnitamenti alla guerra civile, sedi assaltate e bruciate (ricordate Odessa?). «Di fatto state proteggendo e istigando i neonazisti e i neofascisti ucraini – disse la Vitrenko prima all’ONU e agli USA e poi alla UE – Questi neonazisti sono forse espressione dei valori europei?»
Davvero una cronaca puntuale ed esauriente.
Per questo motivo, vorremmo fare avvisare il direttore del La Stampa Massimo Giannini che, in caso, ci sarebbe anche questo articolo da sbianchettare.
Il problema è che non riusciamo ad amare il pensiero e l’opera del Giannini, neanche quando attacca Renzi e la Boschi, forse a causa di quel suo tono romanesco un po’ nasale e un po’ miagolante.
Magari forse se gli scriviamo nell’idioma della sua città troviamo la sintonia giusta, e ci ascolta.
Ci proviamo.
A direttò,
sur sito daa Stampa sce sta angora ‘n articolo der 2014 sui ugronazzisti de Kiev. N’articolo fatto pure bbène. Se dovrebbe da cancellà, se se vuoffà come l’artra vorta. None?
Noi joo disciamo, pecché se s’accorge er padrone, er fratello de Lapo…
Ce so’ probblemi caa Russia, sce sembra. Putin disce che vuole denazificà: se rimango in rede articoli come questo, amvedi che sce tocca pure de daje raggione.
Tanto s’è cabido ch’a ggente moderna nun se incazza se je fai sparì le cose da sotto er naso: ar massimo te fanno du’ battute su Orwe, ma poi vanno a magnà e se dimenticano.
Daje direttò.
A vittoria daa democrazzia è viscina!
I pischelli de Renovazzio
Immagine screenshot da La Stampa
Satira
Il vento da Urano rende difficile la sonda NASA. Doppi sensi tremendi

Gli scienziati hanno scoperto che un «raro evento di vento intenso» durante il sorvolo della NASA Voyager 2 di Urano nel 1986 potrebbe aver seriamente reso difficile la nostra comprensione del pianeta. Lo riporta il sito Futurism, che dedica un articolo alla questione pieno di doppi sensi.
Come dettagliato in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, lo scienziato del Jet Propulsion Lab (JPL) della NASA Jamie Jasinski e un team internazionale di ricercatori, hanno scoperto che la nostra attuale comprensione di Urano potrebbe essere basata su dati raccolti durante un periodo di tempo insolito in cui la magnetosfera di Urano era in uno «stato anomalo e compresso», che si verifica solo «meno del 5% delle volte».
Ciò detto, l’attuale conoscenza del pianeta potrebbe essere molto più limitata di quanto pensiamo, perché il Sole, in quel periodo, stava bersagliando Urano con il tempo solare.
Lo Jasinksi ha riesaminato i dati raccolti dalla Voyager 2 durante il suo sorvolo del 1986 e ha scoperto che la sonda aveva esaminato Urano poco dopo un intenso evento del vento solare, che ha visto un enorme aumento di particelle cariche esplodere dal Sole.
L’evento ha compresso la magnetosfera del pianeta causandone la deformazione in una forma significativamente asimmetrica che sembrava mancare di plasma.
«Una tale compressione della magnetosfera potrebbe aumentare i flussi di elettroni energetici all’interno delle fasce di radiazione e svuotare temporaneamente la magnetosfera del suo plasma», hanno scritto i ricercatori nel loro articolo.
Anche se Voyager 2 avesse raccolto i dati solo una settimana prima, suggeriscono i ricercatori, avrebbe trovato una magnetosfera molto più riconoscibile, come quelli che circondano altri pianeti del nostro sistema solare, tra cui Giove, Saturno e Nettuno.
«A causa della variazione del vento solare a Urano, suggeriamo che potrebbero esserci due cicli magnetosferici durante il minimo solare», hanno dichiarato i ricercatori, riferendosi al periodo più calmo del ciclo solare di 11 anni del Sole.
«Evidenziamo che la nostra comprensione del sistema Urano è altamente limitata e la nostra analisi mostra che qualsiasi conclusione fatta dal flyby Voyager 2 è altrettanto provvisoria», conclude il team di ricerca nel loro articolo.
«Suggeriamo che le scoperte fatte dal Voyager 2 non dovrebbero essere assegnate alcuna tipicità per quanto riguarda la magnetosfera di Urano».
Ora, questo articolo assume tutt’altro significato qualora si ricordi che il pianeta Urano, in inglese Uranus, si presta ad ogni sorta di scherzo e battuta nella lingua di Guglielmo Shakespeare: Uranus si legge esattamente come «your anus», cioè «il tuo ano». Il vento da Urano, quindi, il lettore può immaginare cosa possa significare nel suo doppio senso, così come l’idea di una sonda («probe») su per Uranus.
Il piccolo pianeta del sistema solare da tempo immemore è al centro di battute e sketch di ogni tipo. Ricordiamo gli spot fasulli della multinazionale Uranus Corp dell’inarrivabile film comico The Groove Tube (1974).
Sono cose belle, SCB. Tuttavia non stupisce il fatto che la NASA, dove è stata espressa la volontà di cambiare il nome ad un satellite, perché intitolato ad uno scienziato ora ritenuto omofobo, riguardo alla possibilità di cambiare il nome di Urano non ha mai fatto alcun cenno.
Chissà perché. Misteri dello spazio, di Urano, e dei buchi neri.
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Bizzarria
Deputati Maori eseguono un’orrenda e ridicola danza Haka in Parlamento: vogliono tenersi i privilegi

🇳🇿 Māori MPs performing the Haka in New Zealand Parliament ripping apart a bill redefining the Treaty of Waitangi.
The Treaty of Waitangi is a document of central importance to the history of New Zealand, its constitution, and its national mythos. pic.twitter.com/OeUZ0g1UMj — Lord Bebo (@MyLordBebo) November 14, 2024
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Bizzarria
Vaccino «sodomizzante», refuso del secolo XXI

La foto circola da ora in rete, qualcuno sostieni che si tratti dell’edizione cartacea di un quotidiano veneto, ma non è confermato.
Se non l’avete visto, eccolo qua, il refuso più illuminante dell’anno, del lustro, del decennio, del secolo – l’errore di battitura che si fa latore di Verità.
Massì: il refuso del «re nudo», o meglio del vaccino sodomizzatore, il siero che «incula» i cittadini, e in massa.
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Si tratta di un articolo che verosimilmente tratta di un Open Day della siringa a Treviso, par di capire dal titolo, incompleto nel reperto fotografico.
Nel sommario (la parte che viene sotto al titolo; l’occhiello è quella sopra) si legge distintamente: «Inculati 436 COVID e 733 sieri antinfluenzali».
Proprio così: inculàti. Non inoculati, ma propriamente inculàti. Vaccini gender, siringhe LGBT. E «si replica il 9 novembre». Vera orgia di Sodoma, programmatica ed inesorabile.
Eccovelo, se non ci credete.
La siringa che non inocula, ma incula, è portatrice dello splendore del Vero. Il verbo inculare, in lingua italiana, possiede stricto sensu il significato di sodomizzare. Tuttavia, lato sensu, inculare significa «fregare, ingannare, turlupinare, derubare».
Il vaccino inculante, per restare in tema genderista, è il coming out del vaccino tout court. Il vaccino incula. Hanno ragione gli psicologi: dietro ogni vaccino si nasconde un vaccino che incula, che giace represso nella fialetta.
Ogni vaccino nasce con dentro di sé la voglia di inculare le persone, solo la bieca repressione della moderna società omofoba e no-vaxa impedisce al siero di vivere liberamente la sua vita, e scorrere fluido nel deltoide di chi ama. Love is love, Vax is vax.
Ecco che la sierizzazione si fa grande operazione di verità. Il vaccino è inculante o non è: miliardi di inoculati, pardon, inculati dal siero COVID dovrebbero cominciare ad avere qualche idea in merito, che qui si nutriva già quando l’Italia fu sodomizzata dalla legge sull’obbligo vaccini pediatrici del 2017.
Gli inculati quindi non sono 436. Sono diecine, centinaia di migliaia. Sono milioni, sono diecine di milioni.
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Renovatio 21, che di errori di battitura se ne intende molto, altre volte vi ha parlato del «refuso del secolo», descritto dalla penna di Luigi Meneghello: un giornalista triestino, ai tempi della monarchia, aveva scritto, descrivendo una visita in città della sovrana, che «il podestà ha baciato la mona della regina». Mona, parola che in veneto significa la vagina, invece che mano.
Tale bacio proibito, sfuggito ad un povero correttore di bozze nel 1940, può costituire il refuso del secolo XX. Le centinaia di inculati dal vaccino COVID sono in lizza per divenire il refuso del XXI secolo. Con la differenza che, un secolo fa, forse non era vero che il podestà ha posto le labbra sulle regali pudenda. Mentre che il vaccino abbia inculato massivamente la popolazione, quello è proprio vero.
Refuso o lapsus calami? Errore o lampo di verità?
A questo punto non importa. Importa solo non essere inculati.
No?
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