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Trump dice che Zuckerberg lo ha chiamato e ha detto che non sosterrà il Partito Democratico

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Donald Trump ha affermato che il proprietario di Meta Marco Zuckerberg lo ha contattato per fargli sapere che ammira la reazione di Trump all’attentato alla sua vita e che non sosterrà i democratici alle prossime elezioni.

 

Trump ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista al canale TV Fox News, affermando: «Sono stato chiamato da Mark Zuckerberg, ieri, l’altro ieri… In realtà ha annunciato che non può sostenere un democratico, perché non può perché mi ha rispettato per quello che ho fatto quel giorno».

 

Trump ha aggiunto che Zuckerberg gli ha detto che secondo lui la reazione di alzarsi in piedi dopo essere stato colpito è stata «coraggiosa», anche se Trump la considera solo «una risposta normale».

 


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Trump ha anche affermato che Zuckerberg «in realtà si è scusato, ha detto di aver commesso un errore», perché Facebook aveva inizialmente censurato l’immagine iconica di Trump che alzava il pugno in aria.

 

A quanto pare l’«errore» deriva dal fatto che qualcuno ha alterato l’immagine originale.

 

«Credo a Mark Zuckerberg», ha dichiarato ulteriormente Trump, spiegando che «mi ha chiamato spesso, ci stanno lavorando e penso che abbiano risolto il problema, e non sta facendo quello che ha fatto quattro anni fa con i 500 milioni di dollari», riferendosi ai cosiddetti «zuckerbucks», cioè le enormi sovvenzioni che Zuckerberg ha dato alle organizzazioni non profit per l’integrità elettorale, ma secondo alcuni di puro supporto al Partito Democratico, quattro anni fa.

 

Trump ha aggiunto che «nessuno ha chiamato da Google» dopo che è emerso che i risultati di ricerca sul tentato assassinio erano stati repressi.

 

«Google è stata molto cattiva», ha continuato Trump, aggiungendo «sono stati molto irresponsabili. E ho la sensazione che Google sarà vicina alla chiusura, perché non credo che il Congresso lo accetterà. Non credo proprio. Google deve stare attenta».

 

Come riportato, lo Zuckerberg, forse per ingraziarsi di nuovo il Trump, ha ammesso di credere che la reazione dell’ex presidente dopo il fallito tentativo di assassinio sia stata una delle cose più «toste» (in inglese americano «badass») a cui abbia mai assistito.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump tre anni fa, dopo che era emerso il comportamento nel passato ciclo elettorale presidenziale, Trump aveva avvertito lo Zuckerbergo dicendogli che la prossima volta che sarà alla Casa Bianca» non sarà tutto amichevole. Il giovane miliardario deve essersene ricordato.

 

Il presidente, ancora in carica, fu bannato da Facebook e Instagram – i social zuckerberghiani – a seguito dei moti del Campidoglio del 6 gennaio 2021.

 

Poco dopo, The Donald annunciò la possibilità di una class action contro Facebook, Twitter e Google, promettendo di ripristinare la libertà di parole in USA. L’ex presidente arrivò ad invitare le altre nazioni del mondo a vietare Facebook e Twitter.

 

A inizio anno Trump aveva definito Facebook come «nemico del popolo». In concomitanza, le azioni di Meta erano crollate.

 

È stato rivelato che la scorsa primavere il CEO di Meta/Facebook, in barba a qualsiasi regola di monopolio (di fatto, il potere sta chiudendo entrambi gli occhi) voleva comprarsi pure l’Associated Press.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Internet

Il fondatore di Telegram contro Zuckerberg sulla supposta ritrovata libertà di parola di Facebook

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Il fondatore e CEO di Telegram, Pavel Durov, ha mosso critiche appena velate a Meta, in seguito all’annuncio di nuovi cambiamenti alla sua politica, suggerendo che sostenere la libertà di parola è facile quando non ci sono rischi.   In un post pubblicato mercoledì sulla sua piattaforma di messaggistica, il magnate russo sembra essersi rivolto all’azienda di Mark Zuckerberg, la società madre di Facebook, Instagram, WhatsApp e Threads, dopo che il suo capo ha segnalato importanti aggiornamenti alle sue politiche.   Martedì, Zuckerberg ha detto che la sua azienda avrebbe abbandonato il suo controverso programma di fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. Ha ammesso che tali servizi hanno fatto più male che bene, poiché «escludono le persone con idee diverse», aggiungendo che la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre è stata uno degli sviluppi che hanno spinto il cambiamento di politica.  

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Zuckerberg ha definito le recenti elezioni statunitensi un «punto di svolta» verso la priorità della libertà di parola e ha promesso di ridurre la censura.   «È facile dire di supportare qualcosa quando non si rischia nulla», ha scritto Durov nel suo post su Telegram il giorno dopo, aggiungendo che alcune «piattaforme stanno annunciando che ora avranno meno censura». Tuttavia, non ha citato Meta per nome nel suo post.   Coloro che apportano tali cambiamenti solo ora dovranno affrontare una «vera prova dei loro valori appena scoperti» quando «i venti politici cambieranno di nuovo», ha previsto il CEO di Telegram, aggiungendo che i valori della sua azienda «non dipendono dai cicli elettorali statunitensi».   «Sono orgoglioso che Telegram abbia sostenuto la libertà di parola, molto prima che diventasse politicamente sicuro farlo», ha affermato il Durov.   Le sue parole sono arrivate solo una settimana dopo che lo stesso CEO di Telegram aveva dichiarato che la sua piattaforma stava affrontando alcune restrizioni nell’UE a causa delle sanzioni anti-Russia. Pochi giorni fa Durov aveva affermato che i russi avevano più libertà di stampa rispetto agli europei, dato che tutti i media occidentali erano «liberamente accessibili» su Telegram in Russia mentre «alcuni media russi sono stati limitati nell’UE in base alle leggi DSA/sanzioni». DSA sta per Digital Service Act, la legge europea che regola internet con la censura digitale contro la «disinformazione».

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Il Durov ha dovuto affrontare anche importanti sfide legali nell’UE l’anno scorso. L’imprenditore russo, che è anche cittadino di Francia, Emirati Arabi Uniti e Saint Kitts e Nevis, è stato arrestato in Francia e ha dovuto affrontare 12 accuse penali, tra cui complicità nella distribuzione di materiale pedopornografico, spaccio di droga e riciclaggio di denaro. Le autorità francesi hanno affermato che le presunte regole di moderazione permissive di Telegram avevano permesso ai criminali di prosperare sulla piattaforma.   L’imprenditore è stato rilasciato su cauzione ma gli è stato impedito di lasciare la Francia. A settembre 2024, ha annunciato un aggiornamento dei Termini di servizio e dell’Informativa sulla privacy di Telegram, che avrebbe chiarito che gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le regole del messenger «possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a valide richieste legali».   A ottobre ha anche ammesso che la piattaforma aveva già condiviso tali informazioni con le autorità competenti, come era possibile fare dal 2018.   L’anno passato, in una lunga, densa, rivelatrice intervista concessa negli Emirati a Tucker Carlson, il Durov aveva raccontato di aver parlato con lo Zuckerberg in un incontro per poi vedere le idee che aveva esposto per Telegram implementate velocemente su Facebook.   Come riportato da Renovatio 21, nelle ultime settimane si sono intensificate le voci che Moldavia e Ucraina metteranno al bando Telegram.   Due anni fa la Germania ha messo in galera un uomo per aver sostenuto la Russia su Telegram, che è stato sospeso in Spagna. L’app è stata vietata in Somalia assieme a TikTok per «terrorismo».

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Internet

L’AI di Apple spiava le conversazioni private: parte il risarcimento

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Il colosso tecnologico statunitense Apple ha accettato un accordo da 95 milioni di dollari per una causa legale che accusa il suo assistente vocale AI Siri di aver registrato inavvertitamente le conversazioni private degli utenti, hanno riferito diverse fonti, citando i verbali del tribunale. Le registrazioni sarebbero state esaminate da appaltatori terzi come parte del processo di controllo qualità di Apple.

 

Secondo un accordo preliminare depositato martedì presso un tribunale federale di Oakland, in California, decine di milioni di persone potrebbero ricevere fino a 20 dollari per ogni dispositivo dotato di Siri, come iPhone e Apple Watch.

 

L’accordo si applica agli utenti statunitensi che hanno posseduto un dispositivo abilitato per Siri tra il 17 settembre 2014 e il 31 dicembre 2024. L’accordo è in attesa di approvazione giudiziaria.

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La class action è stata avviata in seguito a un rapporto del Guardian del 2019, secondo cui Siri poteva essere attivato accidentalmente e che i collaboratori di Apple ascoltavano regolarmente informazioni mediche riservate, traffici di droga e registrazioni di coppie che facevano sesso nell’ambito del loro lavoro di controllo qualità dell’assistente vocale.

 

Apple ha negato di aver commesso illeciti accettando di transare. In risposta alla controversia del 2019, l’azienda ha annunciato modifiche alle sue pratiche sulla privacy, tra cui la sospensione del programma di valutazione Siri e l’introduzione di una funzionalità di opt-in per consentire agli utenti di condividere le proprie registrazioni.

 

I 95 milioni di dollari equivalgono a circa nove ore di profitto per Apple, il cui utile netto è stato di 93,74 miliardi di dollari nel suo ultimo anno fiscale, ha osservato Reuters.

 

Gli utenti che desiderano determinare la propria idoneità e presentare reclami possono visitare il sito Web ufficiale dell’accordo non appena sarà disponibile. La scadenza per la presentazione dei reclami sarà annunciata in seguito all’approvazione dell’accordo da parte del tribunale.

 

Il caso arriva mentre viene la gestione dei dati degli utenti da parte delle aziende tecnologiche è sempre più sotto osservazione. Cause legali simili sono state intentate contro altri fornitori di assistenti vocali, tra cui Google e Amazon, riguardanti registrazioni non autorizzate e preoccupazioni sulla privacy dei dati.

 

Siri non gode di buona fama tra gli utenti, con alcuni che parlano addirittura di una sua involuzione negli anni: far fare una telefonata con comando vocale, nell’esperienza di alcuni, è estremamente più difficile rispetto ad un lustro fa.

 

Contro un’eventuale implementazione dell’Intelligenza Artificiale di OpenAI da parte di Apple, che aveva annunciato la possibilità, si era scagliato Elon Musk, che era arrivato a dire che avrebbe vietato gli iPhone in tutte le sue aziende qualora essi fornissero dati all’azienda di ChatGPT.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il servizio segreto interno russo FSB ha accusato la CIA di aver installato malware su migliaia di iPhone usati da cittadini russi e diplomatici stranieri.

 

Lo scorso mese la Repubblica Democratica del Congo ha fatto causa ad Apple per l’estrazione dei cosiddetti «minerali di sangue».

 

Apple non è nuova a improvvisi aggiornamenti di sicurezza per gli iPhone, con avvertimenti sulla possibilità di attività hacker tramite le vulnerabilità del sistema.

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Come riportato da Renovatio 21, a marzo Apple era stata colpita da una multa antitrust UE di 1,8 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dello streaming musicale.

 

Lo scorso anno Bruxelles ha inoltre adottato il Digital Markets Act dell’UE, che ha costretto aziende tra cui Apple, Alphabet e Meta a modificare alcune delle loro pratiche all’interno dell’Unione.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa Corte Suprema dell’UE ha ordinato ad Apple di pagare all’Irlanda 13 miliardi di euro. A fine 2023 la UE ha anche riaperto per Apple un caso di «elusione fiscale» con in ballo 13 miliardi di euro. In Francia il produttore degli iPhone e dei Mac è indagato per «obsolescenza programmata».

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Immagine di Daniel L. Lu via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Intelligenza Artificiale

Verifica dell’età tramite riconoscimento facciale: ecco gli effetti della nuova legge britannica sulla sicurezza online

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A gennaio Ofcom, l’ente regolatore delle comunicazioni del Regno Unito, pubblicherà i requisiti che le piattaforme online dovranno soddisfare per rendere effettiva la verifica dell’età, che si prevede saranno «altamente accurati». Lo riporta il sito Reclaim The Net.   A giudicare dalle dichiarazioni rilasciate ora dal direttore delle politiche di sicurezza online dell’Ofcom, Jon Higham, il metodo impiegherà un qualche tipo di riconoscimento facciale.   Il risultato potrebbe essere il blocco di «milioni» di minori, mentre ciò avviene come conseguenza della controversa legge nazionale sulla censura online, l’Online Safety Act.

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In precedenza, il Segretario di Stato per la scienza, l’innovazione e la tecnologia Peter Kyle aveva affermato che, a meno che le aziende tecnologiche non «migliorassero» la verifica dell’età, il Regno Unito avrebbe potuto decidere di vietare l’uso dei social media agli utenti di età inferiore ai 16 anni.   Higham ha affermato in un’intervista che le aziende dietro le piattaforme dovranno implementare una tecnologia altamente accurata ed efficace e ha menzionato la stima dell’età facciale come «abbastanza buona» per indovinare se un utente è un bambino o un adulto.   Il rapporto non spiega come funzionerebbero i controlli dell’età pianificati, ma aziende come Yoti che vendono questo tipo di servizio chiedono agli utenti di scattarsi dei selfie: ciò può essere fatto in tempo reale con lo strumento dell’azienda oppure l’immagine può essere inviata alla sua API.   Da lì in poi, l’Intelligenza Artificiale viene utilizzata per analizzare un volto, valutare l’età ed eseguire un controllo di vitalità. Questo viene pubblicizzato per qualche ragione come un modo meno invasivo della privacy per accertare l’età di un utente rispetto al dover presentare un documento d’identità rilasciato dal governo ai siti social.   Tuttavia, gli utenti devono fidarsi di chi effettua la stima dell’età basata sui dati biometrici: non memorizzeranno le immagini dei loro volti, ma le cancelleranno immediatamente.   Le aziende tecnologiche che violano le norme dell’Online Safety Act pagheranno multe ingenti, fino al 10% del fatturato globale, e se tali infrazioni dovessero continuare, i loro dirigenti potrebbero trascorrere fino a due anni in prigione.   Come riportato da Renovatio 21, uno studio condotto dall’autorità governativa di regolamentazione delle comunicazioni nel Regno Unito ha rilevato che un quarto dei bambini di soli 3-4 anni possiede uno smartphone.   Il commissario governativo per l’infanzia britannico, Rachel de Souza, aveva commentato all’epoca che «l’uso dei social media e delle piattaforme di messaggistica da parte dei minorenni è molto diffuso. Le tutele previste dall’Online Safety Act devono essere implementate in modo rapido e deciso, con efficaci garanzie sull’età».   La presenza in rete di bambini piccoli, e casi conclamati di predatori pedofili che si muovono in rete (talvolta con una strana libertà concessa dalle grandi piattaforme) hanno portato nel Regno Unito ad una stretta sulla sorveglianza di internet.   Le tecnologie di riconoscimento facciale, già attive ovunque (dalla Cina all’Europa, dal Sudamerica a Israele ai Paesi Arabi) nel contesto delle telecamere di sorveglianza, ora verranno implementate sempre più dagli smartphone, come già evidente nel caso degli iPhone, dove il tasto di sblocco è stato sostituito dalla face recognition via telecamera.

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Come riportato da Renovatio 21, in Gran Bretagna la face recognition era stata proposta per escludere dai locali pubblici i non vaccinati.   Negli USA si è già avuto un caso di cittadino arrestato ingiustamente perché riconosciuto dalle telecamere in uno Stato mai visitato. Il Regno di Spagna già utilizza il sistema di identificazione biometrica automatica ABIS da anni.   Anche nell’Ucraina in guerra la tecnologia è abbondantemente utilizzata per fini militari, come l’identificazione dei soldati russi deceduti.   Curiosamente, le grandi aziende tecnologiche americane rifiutarono l’uso del riconoscimento facciale durante le rivolte razziali americane di Black Lives Matter del 2020.

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