Connettiti con Renovato 21

Bioetica

Tessuti fetali per vaccini, la verità sulla loro raccolta

Pubblicato

il

 

 

 

 

 

Renovatio 21 pubblica questo importantissimo articolo apparso sul sito Fetaltissue.org, e tradotto e ripubblicato per gentile concessione. Qui  sono raccontate e documentate per filo e per segno le metodiche con cui viene raccolto il materiale fetale di bambini abortiti per lo sviluppo e la produzione dei numerosi vaccini ad oggi in commercio.

 

Davanti ad un simile abominio criminale, ci chiediamo come numerosi cattolici possano rimanere inermi, fischiettando e facendo finta di niente, in realtà collaborando alla macchina di Morte che alimenta l’industria farmaceutica e la ricerca eugenetica che la serve.

 

Crediamo che davanti ad un simile racconto — che consigliamo solo ai duri di stomaco — non serva essere credenti per comprenderne l’orrore.

 

 

 

Raccolta di tessuti da feti vivi 

Gli esperimenti sui feti vivi e l’estrazione dei tessuti si sono verificati dagli anni ’50 fino ai giorni nostri ai fini di una ricerca generica sui tessuti fetali.

 

Gli esperimenti sui feti vivi e l’estrazione dei tessuti si sono verificati dagli anni ’50 fino ai giorni nostri ai fini di una ricerca generica sui tessuti fetali

È probabile che alcune delle centinaia di feti utilizzati per la ricerca e lo sviluppo di vaccini fossero tra questi e sottoposti a prelievo di tessuti mentre erano ancora vivi. 

 

Quindi, i produttori dei vaccini con i tessuti fetali hanno causato un ulteriore danno a questi bambini, al di là del loro semplice omicidio: sono stati coinvolti nella tortura prima dell’omicidio. 

 

La condanna in un processo penale con un adulto rifletterebbe questo.

 

 

Etica e background culturale

L’intero settore è pieno di eufemismi per nascondere la barbarie di ciò che accade; quindi riporto una parte della mentalità etica attuale e dei singoli operatori per informarvi che non considerano il bambino come una vita umana, e inevitabilmente ne segue un trattamento disumano…

È probabile che alcune delle centinaia di feti utilizzati per la ricerca e lo sviluppo di vaccini fossero tra questi e sottoposti a prelievo di tessuti mentre erano ancora vivi. 

 

 

Background ed etica pro-vita

Prima del 1975, quando furono effettuati molti degli aborti legati ai vaccini, c’era una abbondanza di brutte situazioni, perché la cultura sulla sperimentazione umana era lontana:

 

«Il National Research Act del 1974 (Public Law 93-348) fu spinto principalmente da due rivelazioni inquietanti: il coinvolgimento decennale del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti nell’esperimento della sifilide di Tuskegee, grossolanamente immorale, nel quale i poveri uomini afroamericani sono stati deliberatamente lasciati senza alcun trattamento per osservare il progresso della malattia; e grotteschi esperimenti sui bambini destinati all’aborto dopo la sentenza Roe vs. Wade. La nuova legge aveva creato una moratoria sul finanziamento federale sulla ricerca fetale, fino a quando il consiglio della Commissione non avesse aiutato a emanare nuove normative». (1)  

 

Nel 1975 il Dipartimento della Sanità, dell’Istruzione e dell’Assistenza Sociale degli Stati Uniti pubblicò un rapporto intitolato: Research on the Fetus

«Nessuna ricerca dovrebbe essere consentita su un feto che deve essere abortito e al quale non sarebbe permesso di andare a termine»

 

Uno dei commissari, prevedendo problemi sia per gli avvenimenti passati che per le previsioni future, ha scritto questa opinione dissenziente:

 

«Nessuna ricerca dovrebbe essere consentita su un feto che deve essere abortito e al quale non sarebbe permesso di andare a termine. L’argomento secondo cui il feto, che deve essere abortito, “morirà comunque” è significativo.  Tutti noi «moriremo comunque».

«La moralità di tale ricerca non poteva essere efficacemente separata dalla questione morale dell’aborto, specialmente quando i ricercatori devono collaborare strettamente con gli addetti agli aborti per ottenere i tessuti per la ricerca»

 

«La decisione di una donna di abortire, per quanto protetta da Roe and Doe nell’interesse della sua privacy o della libertà del proprio corpo, non cambia la natura o la qualità della vita fetale».

 

«Non sottoponiamo gli anziani, che comunque devono morire, a sperimentazioni inconsapevoli, e neanche noi giovani, che comunque dobbiamo morire. È la semplice giovinezza del feto che si pensa possa precludere la piena protezione delle norme stabilite per la sperimentazione umana? Un tale ragionamento implicherebbe la presunzione che un bambino meriti meno protezione di un adulto. Ma la ragione, la nostra tradizione e la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite dicono tutto il contrario». (2)

 

Riguardo alle tre opinioni dissenzienti del gruppo di ricerca sul trapianto di tessuto fetale umano del 1988:

 

«Hanno sostenuto che la moralità di tale ricerca non poteva essere efficacemente separata dalla questione morale dell’aborto, specialmente quando i ricercatori devono collaborare strettamente con gli addetti agli aborti per ottenere i tessuti per la ricerca; che una donna, che decide la morte del suo bambino non ancora nato, non può dare un consenso moralmente valido all’utilizzo dei suoi resti per la ricerca; e che l’uso esteso della ricerca e il potenziale uso clinico di tali tessuti aumenterebbero il numero e l’accettazione pubblica degli aborti» (3)

«Una donna, che decide la morte del suo bambino non ancora nato, non può dare un consenso moralmente valido all’utilizzo dei suoi resti per la ricerca»

 

«I nostri continui disaccordi sulla ricerca fetale, sull’aborto o sul mancato trattamento di neonati gravemente handicappati, non derivano dalla mancanza di fatti o dalla mancanza di principi condivisi, ma da visioni divergenti su ciò che significa essere umano, nonché della natura e dello scopo della vita umana». (4)

 

«La fonte del dilemma medico, che circonda la ricerca sui feti vivi, è lo stato del feto abortito ancora vivo e il principio del consenso informato.  La situazione può essere vista come un confronto tra l’etica dell’utilitarismo e dell’umanitarismo». (5)

 

 

Etica alternativa e pratica alternativa

L’etica del dottor Gaull: «Piuttosto che essere immorale ciò che stiamo cercando di fare, è immorale (è una terribile perversione dell’etica) gettare questi feti nell’inceneritore, come si fa di solito, piuttosto che ottenere alcune informazioni utili». (6)

 

«L’uso esteso della ricerca e il potenziale uso clinico di tali tessuti aumenterebbero il numero e l’accettazione pubblica degli aborti»

Studio del dottor Gaull: «Si iniettano sostanze chimiche radioattive nei fragili cordoni ombelicali dei feti appena rimossi dal grembo materno durante gli aborti. Mentre il cuore batte ancora, si rimuovono i loro cervelli, i polmoni, i fegati e i reni per studiarli. (7) Poiché sappiamo che distruggeremo, smembreremo e scarteremo il feto con una procedura nota come aborto, esporlo al vaccino contro la rosolia, appena prima di tale fine, sembra una piccola indegnità. L’etica medica del “non nuocere” sarebbe, ovviamente, violata, ma abbiamo già violato quel principio quando abbiamo accettato il concetto di aborto. Il danno finale, di distruggere il feto, banalizza ciò che lo precede». (8)

 

«…con le prostaglandine, puoi organizzare l’intero aborto in modo che [il bambino] risulti “vitale”, nel senso che può sopravvivere per ore, o un giorno… Non è possibile trasformare questo feto in un bambino, quindi possiamo considerarlo come niente più che un pezzo di tessuto». (9)

 

«Una volta che la società ha dichiarato che il feto è morto, ed ha abrogato i suoi diritti, non vedo alcun problema etico… Quali diritti proteggeremo una volta deciso che il feto non vivrà?». (10)

«La fonte del dilemma medico, che circonda la ricerca sui feti vivi, è lo stato del feto abortito ancora vivo e il principio del consenso informato.  La situazione può essere vista come un confronto tra l’etica dell’utilitarismo e dell’umanitarismo»

 

 

Il tessuto fetale deve essere prelevato entro pochi minuti

«Il tessuto fetale per il trapianto deve essere “prelevato” entro pochi minuti dal parto. I farmaci che riducono l’attività fisiologica fetale devono essere evitati. Il feto quindi deve essere in uno stato il più vivo e reattivo possibile quando viene smembrato». (11)

 

«Per mantenere in vita il 95% delle cellule, il tessuto vivo non dovrebbe essere conservato oltre i 5 minuti dall’aborto». 

 

Entro un’ora le cellule continuerebbero a deteriorarsi, rendendo gli esemplari inutilizzabili, (12) come spiega il Dr. C. Ward Kischer, embriologo e professore emerito di anatomia; Specialista in Embriologia Umana, University of Arizona College of Medicine (Tucson, Arizona) 

«Si iniettano sostanze chimiche radioattive nei fragili cordoni ombelicali dei feti appena rimossi dal grembo materno durante gli aborti. Mentre il cuore batte ancora, si rimuovono i loro cervelli, i polmoni, i fegati e i reni per studiarli»

 

«Il modo corretto consiste nel ricorrere al taglio cesareo o all’asportazione dell’utero. Solo in questo modo è possibile garantire la sterilità batteriologica. In entrambi i casi, quindi, per ottenere le cellule embrionali per la coltura, è necessario adottare un aborto programmato, scegliendo l’età dell’embrione e sezionandolo mentre è ancora in vita per rimuovere i tessuti da collocare nei terreni di coltura». (13)

 

 

I feti sono accuratamente selezionati

Ciò fornisce anche un ulteriore ragione per essere sicuri che il tessuto del feto non si degradi, è già stato speso molto tempo per selezionarli e il fatto che vengano «sprecati» uccidendoli, mentre sono ancora nel grembo materno, è un incentivo ulteriore per prelevarli vivi. In quale altro modo si può essere sicuri di far partorire i bambini in tempo per accedere e raccogliere tessuti vitali?

 

«Un feto è stato scelto dal Dr. Sven Gard, specificamente per questo scopo [purezza genetica]. Entrambi i genitori sono noti e, sfortunatamente per la storia, sono sposati e ancora vivi e vegeti, presumibilmente vivono a Stoccolma». 

«Poiché sappiamo che distruggeremo, smembreremo e scarteremo il feto con una procedura nota come aborto, esporlo al vaccino contro la rosolia, appena prima di tale fine, sembra una piccola indegnità»

 

«L’aborto è stato fatto perché pensavano di avere troppi figli. Non c’erano malattie familiari nella storia di nessuno dei genitori e nessuna storia di cancro specifica nelle famiglie». (14)

 

 

La procedura dell’aborto è adattata per i requisiti dei tessuti

La creazione del ceppo cellulare Walvax-2 nel 2015 ha sollevato le seguenti preoccupazioni:

 

«Dubbia complicità tra i medici che hanno eseguito l’aborto e i ricercatori sui vaccini che hanno beneficiato dei tessuti di fibroblasti polmonari fetali appena abortiti».

 

«L’etica medica del “non nuocere” sarebbe, ovviamente, violata, ma abbiamo già violato quel principio quando abbiamo accettato il concetto di aborto. Il danno finale, di distruggere il feto, banalizza ciò che lo precede»

«Gli esperti di etica hanno universalmente insistito sul fatto che, nello sviluppo dei vaccini virali da tessuto fetale abortito, non dovrebbe esserci collusione tra la donna che ha deciso di abortire il suo bambino (e, per estensione, tra i medici che praticano l’aborto) e i ricercatori…»

 

«Per estensione, i medici coinvolti che eseguono l’aborto non dovrebbero deviare dal normale metodo di aborto del feto (nel caso di un feto di tre mesi, un D&C) solo per fornire del «tessuto fetale ottimale» i ricercatori del vaccino. Ma questo è ciò che hanno fatto i medici per fare abortire il feto femmina di 3 mesi il cui tessuto alla fine ha dimostrato di produrre il miglior ceppo di cellule diploidi dal lotto di 9 feti abortiti per il substrato cellulare Walvax-2. Hanno utilizzato uno speciale mezzo di induzione (il metodo della sacca d’acqua) in modo che loro, o qualcuno da loro delegato, potessero consegnare alla ricerca i cadaveri fetali intatti con organi freschi che avrebbero facilitato, a loro volta, il pronto raccolto del necessario tessuto polmonare fibroblastico fetale, da cui hanno poi sviluppato il ceppo di cellule diploidi umane favorevole alla crescita dei rispettivi virus (rabbia, epatite A e varicella)». (15)

 

«Una volta che la società ha dichiarato che il feto è morto, ed ha abrogato i suoi diritti, non vedo alcun problema etico… Quali diritti proteggeremo una volta deciso che il feto non vivrà?» 

«Nel 2016 il dottor Goldstein ha affermato che la moralità dell’aborto stesso è una questione separata perché il tessuto disponibile in seguito «sarebbe altrimenti scartato». Ma questa ipotesi ora sembra ingenua alla luce dei video rilasciati da David Daleiden e dai suoi colleghi, in cui i funzionari di Planned Parenthood erano lieti di prendere accordi amichevoli con le società di recupero dei tessuti in anticipo, comprese le offerte per cambiare i loro metodi di aborto per ottenere tessuti e organi utilizzabili. La questione non sembra riguardare solamente la complicità dopo l’aborto». (16)

 

 

A volte i bambini nascono vivi e poi vengono sezionati

I primi anni di ricerca

«È stato ottenuto sotto precauzioni sterili al momento dell’isterotomia addominale per indicazioni terapeutiche. Sono stati utilizzati embrioni, di gestazione, compresi tra le 12 e le 18 settimane. Raramente i tessuti sono stati ottenuti da feti nati morti o da neonati prematuri all’autopsia. I tessuti embrionali sono stati preparati nel modo seguente. Quando possibile, l’embrione è stato rimosso dal sacco amniotico con le precauzioni di sterilità, trasferito su un asciugamano sterile e mantenuto a 5 °fino alla dissezione», 1952, ricercatori della polio premio Nobel, Drs Enders e Wells. (17)

«Per mantenere in vita il 95% delle cellule, il tessuto vivo non dovrebbe essere conservato oltre i 5 minuti dall’aborto»

 

«Gli embrioni umani, di gestazione da due mesi e mezzo a cinque mesi, sono stati ottenuti dal reparto ginecologico del Toronto General Hospital.  Sono stati posti in un contenitore sterile e prontamente trasportati al laboratorio dei virus dell’adiacente Hospital for Sick Children. Non sono stati utilizzati campioni macerati e in molti embrioni il cuore batteva ancora al momento della ricezione nel laboratorio dei virus». (18)

 

«In Svezia hanno bucato il sacco di una donna incinta, fra la 14ª e la 16ª settimana di gestazione, poi hanno messo un morsetto sulla testa del bambino tirando la testa verso il basso nel collo dell’utero, hanno poi fatto un foro nella testa del bambino, quindi hanno inserito un dispositivo aspirante nel cervello e hanno aspirato le cellule cerebrali».

«Il modo corretto consiste nel ricorrere al taglio cesareo o all’asportazione dell’utero. Solo in questo modo è possibile garantire la sterilità batteriologica. In entrambi i casi, quindi, per ottenere le cellule embrionali per la coltura, è necessario adottare un aborto programmato, scegliendo l’età dell’embrione e sezionandolo mentre è ancora in vita per rimuovere i tessuti da collocare nei terreni di coltura»

 

«Sono stati utilizzati feti umani sani dalle 7 alle 21 settimane da aborti legali. L’età del concepimento è stata stimata con la lunghezza del feto dal vertice del cranio all’osso sacro. Il fegato e il rene del feto sono stati rapidamente rimossi e pesati». 

 

«Ora a 21 settimane, quello che hanno fatto, o a 18 settimane, o a 16 settimane, è quello che viene chiamato aborto con prostaglandine. Si inietta una sostanza nell’utero. La donna quindi entra in mini-travaglio e partorisce il bambino».

 

«Il 50% delle volte il bambino sarebbe nato vivo, ma questo non li ha fermati. Avrebbero semplicemente aperto l’addome del bambino senza anestesia e avrebbero estratto il fegato e i reni, etc». (19)

 

«Sono stati eseguiti esperimenti sui bambini abortiti vivi a breve termine e a cui non è stata nemmeno offerta la misericordia di anestetici mentre si contorcevano e piangevano in agonia, e quando la loro utilità era finita, sono stati uccisi e scartati come spazzatura»,  Al Karolinska Institute, Svezia – dove è stato eseguito l’aborto WI-38 per il vaccino contro la rosolia. (20)

 

Ci sono troppi orrori da documentare, ma si può leggere online un capitolo del libro di Pietro Croce  e piangere. Un estratto:

 

«Una mattina nacquero quattro di loro, uno dopo l’altro. Hanno pianto, ma non ho avuto il tempo di ucciderli subito perché avevo troppo da fare quella mattina. Non sono un uomo duro ma un realista. Si deve essere uomini di scienza e non emotivi se si vuole evitare che il giudizio sia offuscato dal sentimento» (21)

«In Svezia hanno bucato il sacco di una donna incinta, fra la 14ª e la 16ª settimana di gestazione, poi hanno messo un morsetto sulla testa del bambino tirando la testa verso il basso nel collo dell’utero, hanno poi fatto un foro nella testa del bambino, quindi hanno inserito un dispositivo aspirante nel cervello e hanno aspirato le cellule cerebrali»

 

 

Tempi recenti

La ricerca sui tessuti fetali è sempre in atto: nel 2014 il solo NIH degli Stati Uniti ha finanziato 164 progetti che utilizzano tessuti fetali umani. (22)

 

Planned Parenthood e testimonianza del tribunale

Vi è una chiara indicazione che i metodi di aborto vengono adattati per soddisfare le richieste dei tessuti e che i bambini vengono fatti nascere e sezionati vivi. 

 

Guardate ciascuno di questi tre video del CMP, che riguardano alcune testimonianze in tribunale. Due estratti (tra i numerosi):

 

D: In una situazione normale hai detto che il chirurgo certifica la completezza della procedura e poi il tecnico va a procurarsi il tessuto. Nella situazione in cui il feto viene estratto, viene fatta la stessa cosa?

R: Certamente.

 

D: Quando il feto viene estratto, viene fatto qualcosa al feto dal chirurgo secondo te?

R: No.

«Sono stati eseguiti esperimenti sui bambini abortiti vivi a breve termine e a cui non è stata nemmeno offerta la misericordia di anestetici mentre si contorcevano e piangevano in agonia, e quando la loro utilità era finita, sono stati uccisi e scartati come spazzatura»

 

D: Quando il tecnico addetto all’approvvigionamento entra nel laboratorio l’intero feto è intatto?

R: Sì.

 

D: Come avviene un prelievo di tessuto in una di queste situazioni in cui l’intero feto è intatto in laboratorio?

R: Facciamo la dissezione per ottenere i tessuti che i ricercatori hanno richiesto.

 

D: E per essere chiari, fai la dissezione per ottenere i tessuti che sono sulla lista per la giornata?

R: Esatto.

 

D: Hanno un battito cardiaco, non è vero, nel momento dell’estrazione?  (23)

«Una mattina nacquero quattro di loro, uno dopo l’altro. Hanno pianto, ma non ho avuto il tempo di ucciderli subito perché avevo troppo da fare quella mattina. Non sono un uomo duro ma un realista. Si deve essere uomini di scienza e non emotivi se si vuole evitare che il giudizio sia offuscato dal sentimento»

 

D: Con «non vivi» intendi che non si muovevano.

R: corretto.

 

D: E vuoi dire che non avevano un battito cardiaco.

R: Dipenderebbe.

 

D: E quando dici che dipenderà, cosa intendi?

A: Ci sono, posso vedere i cuori che sono dentro, non in un POC (24) intatto che battono indipendentemente. (25)

 

 

WALVAX-2 (2015)

Questo è un vaccino recente che è stato ottenuto immoralmente. Il bambino di 3 mesi è stato quasi certamente partorito e sezionato vivo, nascosto sotto un linguaggio eufemistico, come il «metodo della sacca d’acqua«. Dimostra anche la cura con cui vengono selezionati i feti adatti. 

 

«Abbiamo ottenuto 9 feti attraverso uno screening rigoroso basato sui criteri di inclusione accuratamente specificati (vedere la sezione Metodi). Il ceppo di cellule Walvax-2 ha soddisfatto tutti questi criteri, e si è dimostrata come la migliore linea cellulare dopo un’attenta valutazione. Pertanto è utilizzata per consolidare un ceppo di cellule diploidi umane.  Il Walvax-2 è stato derivato da un tessuto polmonare fetale, simile al WI-38 e al MRC-5, ed è stato ottenuto da un feto femmina di 3 mesi, abortito a causa della presenza di una cicatrice uterina causata da un precedente parto cesareo, da una donna sana di 27 anni».

 

«Il materiale fetale è stato fornito dal Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dello Yunnan Hospital, con accordi legali ed etici stabiliti con la donatrice. Prima dello studio, abbiamo stabilito i criteri di inclusione rigorosi e completi per garantire un ceppo cellulare di alta qualità:  1) età gestazionale da 2 a 4 mesi; 2) induzione del travaglio con il metodo della sacca d’acqua; 3) il lavoro dei genitori non dovrebbe comportare il contatto con sostanze chimiche e con radiazioni; 4) entrambi i genitori godono di buona salute senza malattie neoplastiche e genetiche, e senza storia di trapianti di tessuti o di organi umani nelle famiglie da 3 generazioni; e 5) nessuna malattia infettiva. I tessuti dei feti appena abortiti sono stati immediatamente inviati al laboratorio per la preparazione delle cellule». (26)

La ricerca sui tessuti fetali è sempre in atto: nel 2014 il solo NIH degli Stati Uniti ha finanziato 164 progetti che utilizzano tessuti fetali umani.

 

 

Storie coerenti con quanto sopra ma con riferimenti limitati

«Nel marzo del 1973, il procuratore generale del Connecticut ha testimoniato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti che, allo Yale-New Haven Hospital, un bambino abortito vivo e vitale era stato sezionato senza anestesia fino alla sua morte».

 

«Il dottor Kekomaki prendeva i bambini abortiti a termine e, mentre erano ancora vivi, li tagliava e saccheggiava gli organi senza nemmeno la somministrazione di un anestetico».

«Nel marzo del 1973, il procuratore generale del Connecticut ha testimoniato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti che, allo Yale-New Haven Hospital, un bambino abortito vivo e vitale era stato sezionato senza anestesia fino alla sua morte»

 

Un’infermiera ha osservato un caso e ha detto:

 

«Hanno preso il feto e gli hanno aperto la pancia. Hanno detto che volevano il suo fegato. Hanno portato il bambino fuori dall’incubatrice ed era ancora vivo. Era un maschio. Aveva il corpo completo, con le mani, i piedi, la bocca e le orecchie. Stava anche secernendo urina. Alla domanda di spiegare le ragioni di questo atroce “esperimento” Kekomaki ha risposto che “un bambino abortito è solo spazzatura”». (27)

 

«I feti di scimmia – a dire loro – erano persino più preziosi, poiché ce n’erano meno disponibili rispetto ai feti umani». (28) 

 

 

Ulteriori letture

«Hanno preso il feto e gli hanno aperto la pancia. Hanno detto che volevano il suo fegato. Hanno portato il bambino fuori dall’incubatrice ed era ancora vivo. Era un maschio. Aveva il corpo completo, con le mani, i piedi, la bocca e le orecchie. Stava anche secernendo urina. Alla domanda di spiegare le ragioni di questo atroce “esperimento” Kekomaki ha risposto che “un bambino abortito è solo spazzatura”»

Per ulteriori informazioni con riferimenti eccezionali , vedere i seguenti estratti ripubblicati (con il gentile permesso degli autori) dal libro del 1987: Fetus as Transplant Donor, Scientific, social & ethical perspectives di Peter McCullagh .

 

Vedere anche Fetal Experimentation: Frankenstein Revisited  e Experimentation on live preborns.

 

 

Conclusione

Se pensate che l’approvvigionamento dei tessuti fetali vivi non avvenga più oggi, avete diritto ad avere il vostro punto di vista, ma dato che tutto indica il contrario, è una posizione ragionevole da mantenere? Avete motivi a priori per sostenerlo?

 

Sembra che se siate a favore della vita, allora dovete anche essere contrari all’uso della sperimentazione sui tessuti fetali vivi dagli aborti. Una natimortalità naturale in cui la madre è addolorata, ma il bambino è già morto è una cosa. Ma se un bambino deve essere ucciso, quel corpo non appartiene alla madre o a coloro che traggono profitto dal suo utilizzo. Sembra una cosa da poco concedere al bambino un po’ di rispetto, e avendo deciso di ucciderlo o ucciderla, almeno non aggravare la situazione con l’ulteriore uso e abuso del loro corpo.

 

Inoltre sembra anche inevitabile che molte delle centinaia di feti, utilizzati per i tessuti fetali nei vaccini, siano stati soggetti a vere e proprie torture. Quindi, se siete pro-vita, dovete anche essere contro l’utilizzo dei tessuti fetali nei vaccini.

 

 

NOTE

 

1) 2020-10-05; Doerflinger, Richard; Charlotte Lozier Institute; «Federal Bioethics Commissions and Bias Against the Unborn»; https://lozierinstitute.org/federal-bioethics-commissions-and-bias-against-the-unborn/

 

2) 1974; Louisell, David; «Research on the Fetus: Dissenting Statement»; https://videocast.nih.gov/pdf/ohrp_research_on_fetus.pdf

 

3)2020-10-05; Doerflinger, Richard; Charlotte Lozier Institute; «Federal Bioethics Commissions and Bias Against the Unborn»; https://lozierinstitute.org/federal-bioethics-commissions-and-bias-against-the-unborn/

 

4) 1984-01; Tiefel, Hans; Bioethics Reporter; «Fetal Experimentation in Conflicting Perspectives».

 

5) 1974; Haley, Jacqueline; «Haunting shadows from the rubble of Roe’s right of privacy»; https://www.semanticscholar.org/paper/Haunting-shadows-from-the-rubble-of-Roe%27s-right-of-Haley/ae6e2946bd4dd5d03ac235a02b321c990e8b9575?p2df

 

6) 1973-04-19; Gaull, Jerald; San Francisco Chronicle, p.20; «Operations on Live Fetuses»; https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=mdp.39015077925645&view=1up&seq=78

 

7) 1973-04-15; Washington Post — anche nell’articolo del San Francisco Chronicle:
1973-04-19; Gaull, Jerald; San Francisco Chronicle, p20; Operations on Live Fetuses; https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=mdp.39015077925645&view=1up&seq=78

 

8) 1975-06; Gaylin, Willard & Lappé, Marc; Atlantic Monthly; https://www.researchgate.net/publication/11688031_Fetal_Politics_The_Debate_on_Experimenting_with_the_Unborn

 

9) 1973-04-21; Dr. Durt Hirshhorn of New York’s Sinai Hospital; National Observer

 

10)

 

11) 1988-03; Alderson, Priscilla; Journal of Medical Ethics; Review: «The Foetus as Transplant Donor: Scientific, Social and Ethical Perspectives»; https://www.researchgate.net/publication/25178659_The_Foetus_as_Transplant_Donor_Scientific_Social_and_Ethical_Perspectives

 

12) Intervista personale con  Debi Vinnedge luglio 2002, ALL Conference

 

13) «Per ottenere cellule embrionali non si possono utilizzare embrioni da aborti spontanei, né possono essere utilizzati quelli ottenuti mediante aborti effettuati per via vaginale: in entrambi i casi l’embrione sarà contaminato da microrganismi. Il modo corretto consiste nel ricorrere al taglio cesareo o all’asportazione dell’utero. Solo in questo modo è possibile garantire la sterilità batteriologica. In entrambi i casi, quindi, per ottenere cellule embrionali per la coltura è necessario adottare un aborto programmato, scegliendo l’età dell’embrione e sezionandolo ancora in vita , al fine di rimuovere i tessuti da collocare nei terreni di coltura. Date queste premesse, ci troviamo di fronte al dilemma se la deliberata distruzione sistematica di una creatura umana per ottenere materiale cellulare possa essere giustificata, quando si riconosce che ciò è di grande interesse per la ricerca fondamentale e per la diagnosi di alcune malattie umane. La ricerca e la diagnosi hanno un valore così grande da giustificare la distruzione di esseri umani? Una dichiarazione del Comitato Permanente dei Medici della Comunità Europea e della World Medical Association, pubblicata nel 1985, afferma: “Un embrione umano non può essere considerato come materiale di laboratorio ma piuttosto come un potenziale essere umano. Il rispetto che le è dovuto implica, di conseguenza, che qualsiasi ricerca dovrebbe essere soggetta alle Dichiarazioni di Helsinki e Tokyo, adottate nel 1975 dalla World Medical Association ». Ecco un estratto di quelle dichiarazioni: «La preoccupazione per l’individuo deve sempre prevalere sull’interesse della scienza e della società … il medico ha il dovere di proteggere la vita e la salute delle persone che si sottopongono alla ricerca biomedica». Non mi sembra che questi principi siano compatibili con gli aborti programmati effettuati per ottenere colture cellulari. Non posso pensare diversamente, anche se le donne stesse vogliono una cessazione e nonostante il fatto che gli interessi scientifici, diagnostici e commerciali si siano combinati per creare un clima di opinione che lo fa sembrare desiderabile. La Dichiarazione di Ginevra afferma che il medico ha il dovere di prestare la massima cura per salvaguardare la vita di un essere umano dal suo concepimento e non utilizzerà, anche se minacciato, le sue conoscenze per violare le leggi umanitarie. Gli embrioni umani sono i membri più deboli della famiglia umana. Sono oggetto di ingiusta discriminazione in caso di aborto. Contrariamente a quanto accade ad altre minoranze discriminate, gli embrioni umani non hanno quasi nessuno che li difenda. La mia conclusione generale, quindi, è che poiché la sperimentazione animale è fallace e fuorviante ed è immorale usare feti ottenuti da aborto elettivo piuttosto che spontaneo, siamo obbligati a concludere che tutte le colture in vitro di tessuti di embrioni umani dovrebbero essere abbandonate, riconoscendo tuttavia che questo tipo di ricerca è scientificamente valido». 1986-04-26; Herranz, Gonzalo; Il Sabato, no.15; In risposta ad un precedente articolo sulla stessa rivista di Paolo Cucchiarelli e Marina Ricci Il
professor Herranz era, all’epoca, presidente del Comitato di etica medica dei medici spagnoli e vicepresidente del Comitato permanente di etica medica della Comunità europea.

14) G. Sven, S. Plotkin, K. McCarthy, «Gamma Globulin Prophylaxis; Inactivated Rubella Virus; Production and Biological Control of Live Attenuated Rubella Virus Vaccines»; Amer J Dis Child Vol 118 Aug 1969; https://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/article-abstract/503195; https://cogforlife.org/AmJDisChildMcCarthyGard.pdf

 

15) 2016-08-01; Nebraska Coalition For Ethical Research; «The Ethics of teh WALXVAX-2 Cell Strain»; http://ethicalresearch.net/positions/the-ethics-of-the-walvax-2-cell-strain/

16) 2020-10-05; Doerflinger, Richard; Charlotte Lozier Institute; «Federal Bioethics Commissions and Bias Against the Unborn»; https://lozierinstitute.org/federal-bioethics-commissions-and-bias-against-the-unborn/

17) 1952-12-01; Weller, Thomas & Enders, John; Journal of Immunology 1952;69;645-671; «Studies on the Cultivation of Poliomyelitis Viruses in Tissue Culture : I. The Propagation of Poliomyelitis Viruses in Suspended Cell Cultures of Various Human Tissue»; https://www.jimmunol.org/content/69/6/645

 

18) 1952-06; Thicke et al; «Cultivation of Poliomyelitis Virus in Tissue Culture; Growth of the Lansing Strain in Human Embryonic Tissue», Canadian Journal of Medical Science, Vol. 30, pg 231-245; https://cdnsciencepub.com/doi/10.1139/cjms52-031

 

19) Dal libro del dottorPeter McCullagh, The Fetus As Transplant Donor the Scientific, Social, and Ethical Perspectives, come riportato dal dottor Bernard Nathanson in merito ai metodi usati per la raccolta di tessuto fetale in Svezia; Conference on Love, Life and the Family, Irvine, CA, April 6-10-1994; https://web.archive.org/web/20081013060750/http://www.vidahumana.org/english/family/harvesting.html

 

20) Il dottor Ian Donald ha descritto gli esperimenti che ha personalmente testimoniato al Karolinska – tutto in nome della scienza.
1988-06-01; Marx, Paul; Confessions of a Pro-Life Missionary; https://www.amazon.com/dp/155922021X

 

21) 1974; Lichtfield, Michel & Kentish, Susan; «Bebets au feu»;  intervista con un ginecologo inglese mentre finge di essere un potenziale compratore.

 

22) 2015-12-09; Wadman, Meredith; Scientific American: «Nature; The Truth about Fetal Tissue Research»; https://www.scientificamerican.com/article/the-truth-about-fetal-tissue-research/

23) https://youtu.be/lHh5IFXao-4?t=249

 

24) POC = Proof of Conception = bambino

 

25) https://youtu.be/lHh5IFXao-4?t=359

 

26) 2015-04; Bo Ma et al; Human Vaccines & Immunotherapeutics; «Characteristics and viral propagation properties of a new human diploid cell line, walvax-2, and its suitability as a candidate cell substrate for vaccine production»; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4526020/

 

27) Our Sunday Visitor; «Cardinal Relates Horror Story About Human Fetuses»; 29 marzo 1987

 

28) 1988 luglio/agosto; Kahabka, Mark; Fidelity Magazine; «Eugenics Revisited», p.13

 

29) Un tale anno di pubblicazione, lungi dal renderlo obsoleto, lo avvicina al periodo durante il quale la maggior parte dei feti vaccinati sono stati uccisi, fornendo così un’eccellente copertura delle questioni rilevanti.

 

 

 

 

 

Articolo tradotto e pubblicato per gentile concessione di Fetal Tissue Vaccines: a Basis for Ethical assessment

Continua a leggere

Bioetica

Aborto, nessun medico per l’aborto negli ospedali pubblici del Tirolo austriaco

Pubblicato

il

Da

Lo Stato austriaco del Tirolo non è riuscito a reclutare medici per eseguire aborti negli ospedali pubblici. I medici che inizialmente avevano dato il consenso alla fine si sono ritirati.

 

In Austria è consentito l’aborto su richiesta nei primi 3 mesi di gravidanza. Questo di solito significa alla fine della 13ª settimana, calcolata dal primo giorno dell’ultimo periodo mestruale. Non esiste una consultazione obbligatoria o un periodo di attesa prescritto prima di un aborto.

 

Dopo il 3° mese, l’aborto può essere effettuato solo con l’approvazione di un comitato etico e nei seguenti tre casi: che il feto abbia una grave disabilità fisica o mentale; che esiste una grave minaccia per la vita o la salute fisica/mentale della donna; la persona incinta aveva meno di 14 anni al momento del concepimento.

 

Secondo Kath.net «non è possibile abortire tardivamente a causa di una disabilità. Purtroppo, i bambini con disabilità o quelli con un’aspettativa di vita limitata possono ancora essere discriminati e liquidati con l’etichetta di “indicazione medica”». Nel caso di aborto tardivo, l’uccisione del bambino avviene mediante induzione del travaglio: è un processo che dura generalmente diversi giorni.

 

Il Tirolo è uno dei nove Stati federali che compongono la Repubblica d’Austria. È il terzo per superficie e il quinto per popolazione.

 

Alcuni medici austriaci, tra cui tutti quelli che esercitano la medicina pubblica nel Tirolo, si rifiutano di abortire, il che è una buona notizia.

 

Questo fa parte di quel rifiuto che si riscontra sempre di più tra i medici che tollerano di dover uccidere sempre meno, mentre lottano quotidianamente per guarire e salvare.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine di Mathias Bigge via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

Continua a leggere

Bioetica

Polonia, i pro-aborto sconfitti in Parlamento

Pubblicato

il

Da

Si tratta di una vittoria molto importante per la causa pro-vita ottenuta nel parlamento polacco. La Dieta, o camera bassa del Parlamento, ha respinto fino alla dodicesima settimana, con un voto molto serrato, un disegno di legge volto a depenalizzare l’aborto, ma che ha rivelato una divisione nel campo del governo, molto promettente per il futuro.   Un’alleanza di partiti progressisti guidata da Donald Tusk è arrivata al potere lo scorso ottobre, e ha fatto del «progresso sociale» il suo cavallo di battaglia: con questo termine dobbiamo intendere in particolare l’aborto e le unioni civili a favore degli omosessuali.   Al Parlamento polacco sono state proposte quattro leggi sull’aborto e quella approvata il 12 luglio 2024 è stata la più moderata. Tuttavia è stata respinta con 218 voti favorevoli e 215 contrari. Questo risultato è stato possibile perché alcuni deputati del Partito popolare polacco, membro della coalizione di governo, hanno votato contro il progetto.   Il voto ha quindi evidenziato una divisione all’interno della coalizione di governo di Donald Tusk. La situazione potrebbe ripetersi nelle prossime votazioni, in particolare sull’aborto, perché il primo disegno di legge votato era chiaramente il più moderato. Un altro propone quasi di autorizzare l’aborto fino alla nascita.   Il testo respinto proponeva la depenalizzazione dell’aborto fino alla 12ª settimana di gravidanza e la rimozione del divieto di acquisto della pillola abortiva. Pertanto in Polonia l’aborto assistito resta ancora punibile con tre anni di carcere. Anche l’aborto stesso rimane quasi proibito nel Paese. Questo risultato inaspettato fa pensare che anche gli altri progetti verranno respinti.  

Il presidente ha annunciato che non firmerà la legge sulla depenalizzazione dell’aborto

Andrzej Duda, presidente della Repubblica polacca e membro del partito conservatore PiS, ha dichiarato due giorni fa che non firmerà la legge che depenalizza l’aborto.   InfoCatolica riferisce di aver fatto questa dichiarazione «durante un’intervista al canale televisivo Tvn24 a Washington», a margine del vertice della NATO.   Ha spiegato: «L’aborto è un omicidio. Per me si tratta semplicemente della privazione della vita». Ha detto che le donne non dovrebbero «essere punite in alcun modo» per aver abortito, ma che la criminalizzazione delle persone che praticano aborti illegali «è un’altra storia».   Il presidente Duda può sentirsi sollevato: non dovrà esercitare il suo diritto di veto che è sempre il preambolo di una lunga disputa parlamentare il cui esito è generalmente favorevole ai deputati.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Kancelaria Premiera via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Continua a leggere

Bioetica

La destra italiana vuole davvero punire l’utero in affitto?

Pubblicato

il

Da

La proposta di legge che trasforma la pratica della maternità surrogata – eufemismo orwelliano, assieme a «gestazione per altri» (GPA) dell’utero in affitto – in un «reato universale» è stata approvata dalla Commissione al Senato poche ora fa. La maggioranza, che pare aver ritrovato compattezza, celebra questa decisione con entusiasmo.

 

«L’Italia si conferma una nazione all’avanguardia sul fronte dei diritti, contro le nuove forme di sfruttamento delle donne e dell’infanzia» ha tripudiato il ministro della Famiglia Eugenia Roccella.

 

Finalmente «introdotto il diniego ad una pratica indegna, che trasforma il corpo delle donne e la procreazione di bambini in merce da vendere al miglior offerente. Tutto questo è oltremodo abominevole» ha dichiarato l’onorevole fiddina Augusta Montaruli.

 

Verrebbe da dire che tratta di uno dei primi risultati «di destra» visibili di un governo della Meloni, che tra asservimento al massacro NATO, occhi dolci ai moderati di Bruxelles e sbarchi clandestini mai fermati, ben poco aveva fatto per attuare il programma di un partito che da qualche parte nel logo ha ancora la fiamma tricolore.

Iscriviti al canale Telegram

L’opposizione, al solito, schiuma pavlovianamente di rabbia, promettendo di andare in piazza, etc. Come sempre, con evidenza, non hanno idea di cosa sta succedendo nemmeno quando è chiaro che le cose stanno andando nella loro direzione, ammesso pure che essi sappiano quale che sia.

 

Il festone a destra è in realtà un paravento, perché una crepa inquietante si era aperta martedì. La Lega infatti aveva proposto sanzioni importanti contro l’utero in affitto, riportate dai giornaloni, più o meno scandalizzati, come «10 anni di carcere e milioni di multa».

 

Molte testate mainstream riportano la notizia come «l’utero in affitto è reato». C’è da stropicciarsi gli occhi. Prima non lo era?

 

Sì, lo era, e sempre con anni di carcere e milioni di euro di multa. Tuttavia i professionisti dell’informazione (e i blogger e pro-vita professionali abbaianti al seguito) lo ignorano, o fanno finta di non saperlo per tirare qualche coriandolo all’imperatrice Giorgia.

 

Fatto sta che l’emendamento della Lega, che prevedeva l’inasprimento della pena e la punibilità dei pubblici ufficiali che registrano i bambini nati via utero in affitto, è stato bocciato in Commissione Giustizia. A votarci contro, i senatori di FdI e di Forza Italia, assieme, ovviamente, all’intero arco dell’opposizione. A favore quindi erano risultati solo due senatori della Lega, che aveva preso la decisione di non togliere la protesta e lasciarla al voto, anche se il relatore e il governo avevano espresso parere contrario.

 

Fateci capire: il centrodestra al potere ora si bea del fatto che l’Italia sarebbe il primo Paese al mondo a dotarsi del «reato universale» per la surrogata – chiamata disumana ed equiparata al traffico di esseri umani oltre che ad un oltraggio alla maternità e alla donna in sé – ma al contempo rifiuta pene severe (nemmeno troppo) per i perpetratori?

 

Proprio così. Le motivazioni per cui FI e FdI (quest’ultimo un partito dell’ordine, sulla carta) hanno votato contro l’emendamento che produceva la dura lex, – quante coppie gay, o eterosessuali FIVET, scambierebbero la voglia matta di dotarsi anche di un bambino con dieci anni di carcere? – non sono chiare.

 

Sul giornale dei vescovi Avvenire leggiamo che «dai partiti di opposizione i rilievi – anche molto severi – sono rivolti contro un provvedimento che l’emendamento della Lega avrebbe allontanato ancora di più da un possibile consenso almeno di principio sulla necessità di fermare il lucroso commercio globale di mamme e bambini».

 

Cioè, era una mano tesa all’opposizione? Ammettiamo di non comprendere bene cosa stiano dicendo, ma vi è infilata anche un notevole ragionamento piazzato in un virgolettato del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, il quale ha «sdrammatizzato le frizioni» dicendo che «in sintesi, più si rafforza il reato, inserendolo nel Codice penale, più aumenta la possibilità che ci sia una moratoria a livello internazionale».

 

C’est-à-dire, se fai una legge che ritieni giusta, deve andarci piano perché poi qualche organo transnazionale ti dice qualcosa? Il senatore Romeo sta dicendo questo?

 

I nostri legislatori hanno paura delle «moratorie internazionali»? La sovranità del popolo italiano finisce dove iniziano le rimostranze di UE, ONU, OMS, etc.?

 

Il tema della sovranità devastata era apparso chiaro anche in un altro frangente del tema riproduttivo, peraltro intimamente connesso all’utero in affitto: l’aborto.

 

Ricordate il discorso di Giorgia Meloni durante l’insediamento? I discorsi fatti fare prima ancora dai famigli? I discorsi dei suoi ministri e dei suoi candidati pro-vita? La 194 non si tocca. L’assassinio di milioni di italiani (e non solo!) ancora nel grembo materno rimane una componente fondamentale dello Stato italiano, anche quando al governo ci va un partito che è discendente da partiti che per decenni e decenni hanno avversato il feticidio.

 

Renovatio 21 ha definito il fenomeno come «inchino a Moloch»: chi arriva al potere, deve annunciare subito che il sacrifizio degli innocenti continuerà. Lo stesso fenomeno avviene, abbiamo notato, negli USA, dove la prima cosa che fanno i presidenti democratici è occuparsi della Mexico City Policy, ossia la legge che previene l’amministrazione dal finanziare gli aborti all’estero.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Ora è chiaro che non voler punire davvero l’utero in affitto – che prostituisce la donna, mercifica il bambino, produce e uccide quantità di embrioni in provetta, e apre decisamente all’eugenetica (le «donatrici» dell’ovulo e le surrogate si possono scegliere da cataloghi, così come, in caso, i «donatori» di spermatozoi) – testimonia che la direzione non cambierà affatto.

 

Andiamo verso la riproduzione artificiale totalizzante, con non solo uteri in affitto, ma ectogenesi (cioè uteri artificiali), e non solo bambini in provetta, ma esseri prodotti con la gametogenesi (che permette a due omosessuali di divenire «padre» e «madre» genetici, e alle donne di divenire «padri»), raffinati con la bioingegneria CRISPR o con le tecniche che la soppianteranno.

 

Il destino del mondo, qualcuno ha programmato, è questo: il transumanismo sessuale, la riprogenetica come unica forma di procreazione, con buona pace del sesso, lasciato solo come strumento di intrattenimento (magari tramite perversioni sempre più inimmaginabili, e consentite).

 

Del resto, la politica si è mai veramente occupata della cosa?

 

Rammentiamo che uno dei Paesi che il nostro governo ama di più, al punto da finanziarlo ed armarlo, costituisce la principale centrale di utero in affitto, anche durante la guerra: l’Ucraina per anni ha fornito bambini surrogati alle coppie italiane. È mai stata presa un’iniziativa politica riguardo al fenomeno?

 

Più di dieci anni fa parlai con personale dell’ambasciata di Kiev. Mi dissero che i casi sospetti venivano sistematicamente segnalati alle procure della Repubblica competenti. Parlavano di diversi casi al mese.

 

In Ucraina l’utero in affitto è una realtà organizzata in business enormi, che non si ferma nemmeno sotto i missili russi. Su Renovatio 21 abbiamo scritto delle dichiarazioni di uno dei boss della filiera, Albert Tochilovsky, che già qualche anno fa preconizzava che per l’ectogenesi, cioè l’utero artificiale, è questione di pochi anni. Lui ha capito esattamente dove sta andando il mondo. I cataloghi di ragazze ucraine, bionde e sorridenti con le didascalie dove dicono di amare lo sport e l’università, saranno da cestinare a breve.

 

Quante coppie italiane che hanno affittato l’utero di una ragazza ucraina sono state, infine, perseguite? Non lo sappiamo. Alla stampa arrivano solo casi estremi, come quelli in cui la coppia è formata da anziani.

 

Al contempo, va ricordato che la politica possiede un ulteriore, più intimo, buco nero rispetto alla surrogata.

 

Quanti politici, gay o meno che siano, hanno un bambino prodotto con la surrogata? Ci sono esempi lampanti, autodichiarati. Qualcuno dice che sarebbe da vedere se i bimbi sono stati prodotti in alcuni Paesi rispetto ad altri forse per le leggi che consentono la selezione dell’ovocita, cioè della genetica del bambino. Scegliere l’ovulo significa guardare questi elenchi fotografici di belle ragazze, dove non mancano mai, ovviamente, le bionde (così come nei cataloghi dei donatori maschi primeggia la Danimarca, regina dell’export, oltre che dei mattoncini lego e dell’Ozempic, dello sperma).

 

Decidere a tavolino i tratti genetici di proprio figli si chiama, in una parola, eugenetica. Che poi coppie LGBT possano finire a volere un bambino biondo dolicocefalo come da ideale hitleriano è qualcosa che può sorprendere molti, certo non i lettori di Renovatio 21.

Sostieni Renovatio 21

Ora, la domanda da porre, in termini istituzionali, è un’altra: come mai nessuna di queste coppie, anche famose, è stata davvero arrestata e processata?

 

Perché, per tornare allo stupore cretino di giornali e politici nei confronti dell’emendamento «draconiano» della Lega, una legge contro l’utero in affitto esiste già.

 

Si chiama legge 40/2004, quella contro cui nel 2005 le forze gosciste chiesero un referendum, che perdettero, per la gioia del cardinale Ruini, che la considera una delle grandi vittorie della sua carriera.

 

Riteniamo che la legge 40 sia profondamente iniqua. Non solo: essa è alla base dell’uccisione di un numero di embrioni perfino superiore, annualmente, a quello degli aborti, che sono oramai solo uno specchietto per le allodole per il ritardo cattolico. La legge 40, pensata e sostenuta da personaggi di origine democristiana ed appoggiata dalla CEI, è stata costruita con una serie di debolezze (il numero di embrioni da produrre ed impiantare, la contraddizione con la 194) che sembrano poste lì come bombe a tempo pronte a detonare in sentenze di tribunali, cassazioni e consulte.

 

La legge 40, è il nostro giudizio, ha costituito un passo deciso verso l’accettazione dei bambini artificiali – cioè del transumanismo – da parte dei cattolici. Il risultato è visibile più che mai ora nei convegni della Pontificia Accademia per la Vita sotto monsignor Paglia, che paiono aprire sempre più alla riproduzione artificiale totale. La foto del papa con i primi quattro figli di Elon Musk, tutti fatti in botte provetta (qualcuno dei più recenti pure con la surrogata), abbiamo rilevato, dice la medesima cosa. La neochiesa accetta la riprogenetica…

 

Tuttavia, la malvagia legge 40, a leggerla, contiene punti decisamente chiari riguardo all’utero in affitto. Articolo 12, comma 6: «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».

 

Quindi, il reato c’era già? Sì. Eccome.

 

Quindi, gli anni di carcere, i milioni di euro di multa, c’erano già? Sì. Eccome.

 

Quindi, perché in questi 20 anni dalla legge, non abbiamo mai sentito di un grande nome, di quelli che sbandierano l’utero in affitto come diritto e che ora sarebbero dunque tacciabili di «reato universale», andare in galera? Perché non sono state perseguite associazioni e realtà di altro tipo che promuovevano l’utero in affitto?

 

Quindi, tutti coloro che gridavano e gridano ancora oggi – sui giornali, sui social, in Parlamento – la meraviglia umana della «gestazione per altri», incorrono nel reato di istigazione a delinquere? Art. 414 del vigente codice penale italiano: «chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell’istigazione».

 

Non siamo giuristi, non siamo giudici, non siamo poliziotti. Ci chiediamo addirittura se sia lecito fare questa domanda, o se non sia essa stessa considerabile fuori da quella che recentemente è stata definita dal presidente della Corte Costituzionale come «Costituzione materiale»: una legge che non è scritta da nessuna parte, ma che domina la società, perché quella è la percezione diffusa, quello è il senso delle cose.

 

È forse possibile dire che l’eutanasia, non ancora pienamente legalizzata in Italia, costituisca, «Costituzione materiale». L’utero in affitto lo è? È per questo che sembra non venire perseguito? È per questo che i partiti della destra moderna evitano di volerlo punire sul serio?

 

Ecco di fronte alla vera riflessione da fare: uno Stato senza morale, retto da partiti «post-bioetici» se non «post-etici» (definiamoli così) tout court, scivola giocoforza verso la Necrocultura più pura, e dunque nella violenza più crudele e devastante.

 

Lo Stato moderno – che è amorale per programma – non può che trasformarsi, sempre meno gradualmente, in una definitiva macchina per la degradazione umana e per la morte.

 

Lo avevamo già scritto in occasione di quanto fatto dal presente governo riguardo ai vaccini: uno Stato senza principio, non può che finire per ferirvi ed uccidervi.

 

Sì, lo stato non vi protegge, fa il contrario. Tutto si è rovesciato. Il rovescio della libertà è l’obbligo. Il rovescio del diritto è la sottomissione. E il rovescio del cittadino è lo schiavo.

 

Siamo schiavi dello Stato della morte e della sua cultura. Credete che vi potevano, quindi, risparmiare l’utero in affitto combattendolo davvero?

 

Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Continua a leggere

Più popolari