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Geopolitica

Si stanno per liberare di Joe Biden?

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L’ipotesi che scriviamo qui ci dovrebbe far tremare i polsi.

 

Joe Biden potrebbe uscire di scena. Forse perfino in modo violento.  Sarebbe ovviamente l’innesco della guerra termonucleare.

 

La voce circola in certi siti americani. Biden è in arrivo in Europa. Passerà da Bruxelles, sede UE e soprattutto sede NATO.

 

Con una mossa non comprensibilissima, sabato scorso il principale consigliere diplomatico del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelens’kyj ha chiesto a Biden di prolungare la visita passando Kiev: «non si dovrebbe aver paura, se si è coraggiosi» ha detto in una frase che sembra di scherno, provocazione o sfida. (forse è solo un certo tipo di alterazione, diciamo, come capita di pensare quando si vede il bipolarismo totale di Zelens’kyj che parla di accordi di pace e minaccia la Terza Guerra Mondiale nella stessa frase).

 

Il bizzarro invito nella zona di guerra arriva, per coincidenza, quando l’esercito russo fa sapere di aver ricevuto informazioni riguardo ai progetti di estremisti nazionalisti ucraini di portare un attacco false flag le installazioni militari statunitensi e occidentali a Leopoli. Lo ha riportato RT, il canale ora bannato in Occidente.

«L’ufficiale ha parlato… di atti terroristici  a Leopoli contro dipendenti e strutture delle missioni diplomatiche mantenute dagli Stati Uniti e da altre nazioni occidentali»

 

«L’ufficiale ha parlato… di atti terroristici  a Leopoli contro dipendenti e strutture delle missioni diplomatiche mantenute dagli Stati Uniti e da altre nazioni occidentali», ha affermato il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov.

 

Come noto, a Leopoli, culla del nazionalismo ucraino (e città appartenuta nei secoli ad austriaci e polacchi, prima che ai sovietici) si sono trasferite le ambasciate occidentali, fuggite dalla Kiev assediata dai tanki russi e martoriata da bande armate cui sono filtrate le armi distribuite indiscriminatamente dal regime Zelens’kyj

 

«Vorrei sottolineare che il regime di Kiev è pienamente consapevole dei piani nutriti dai nazionalisti, ma non sta facendo nulla per impedirli», ha aggiunto Konashenkov.

 

Un attentato contro Biden, di cui sarebbe immediatamente accusata la Russia, agirebbe da detonatore del conflitto finale contro Putin.

 

Lo scontro finale contro le ultime resistenze al Nuovo Ordine dei Secoli, un’ambizione che val bene una guerra mondiale combattute con armi atomiche.

Un attentato contro Biden, di cui sarebbe immediatamente accusata la Russia, agirebbe da detonatore del conflitto finale contro Putin

 

Pensate alla Grande Guerra: lo studente serbo Gavrilo Prinzip (con probabilità controllato da servizi stranieri) uccise un arciduca asburgico, Francesco Ferdinando. Qui ucciderebbero un presidente di una superpotenza. Non è nemmeno immaginabile il livello di ritorsione possibile.

 

Gli americani, come noto, hanno una lunga storia di presidenti assassinati, da Lincoln a Kennedy passando per i dimenticati James Garfield e William McKinley – molti di più, in effetti sono i tentati presidenticidi: Teodoro Roosvelt, Ronald Reagan, Andrew Jackson, William H. Taft, Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman…

 

Vedere un presidente assassinato è così comune nella storia americana che hanno posto leggi draconiane che proibiscono perfino di scherzarci sopra: sul serio, nella terra della libertà d’espressione assoluta, i comici non possono fare battute sugli attentati contro l’inquilino della Casa Bianca.

 

Di solito, il presidenticidio viene perpetrato da mani americane.

 

Nonostante l’ovvia pista moscovita, nessuno oggi crede che John Kennedy sia stato ucciso da Mosca.  E nemmeno la famiglia ha mai preso sul serio l’idea, neanche a cadavere caldo: anzi, tramite un amico pittore che agì da messaggero, Jaqueline Kennedy e Robert Kennedy fecero arrivare a Kruscev una lettera in cui dicevano di sapere che dietro il tragico omicidio c’erano realtà americane. Dopo che morì anche Bob Kennedy – un presidenticidio-aborto, visto che aveva ottime possibilità di essere eletto alla Casa Bianca – il disegno per alcuni divenne ancora più chiaro. Suo figlio, Robert Kennedy jr., incolpa delle morti di suo padre e di suo zio la stessa CIA

 

Anche stavolta la volontà assassina, ancorché magari agita da mano materialmente straniera, potrebbe venire da dentro.

 

La prova potrebbe essere uno strano articolo del New York Times di questa settimana, che dichiarava qualcosa di incredibile: il famoso «laptop dall’inferno», il personal computer del figlio di Biden Hunter, è vero. Esiste. I suoi contenuti, ci fa sapere il più grande quotidiano del pianeta, sono veri.

 

Fermi un attimo: ci avevano spiegato, all’altezza delle elezioni presidenziali 2020, che era una balla, una bufala oscena inventata da Donald Trump con il suo amico Rudy Giuliani: Biden lo ripetè anche in uno dei confronti diretti con Trump. Si trattava di Russian Disinformation. Twitter censurò l’articolo del New York Post (la testata più antica degli USA, fondata da Alexander Hamilton), poi rimosse per giorni l’account stesso del giornale.

 

Si attaccarono una cinquantina di firme del mondo dell’Intelligence, tra cui Brennan e Panetta, due ex direttori della CIA… Era disinformazione russa. Il computer infernale di Hunter non esisteva. Le foto che lo ritraevano mentre si drogava, praticava perversioni indicibili, mentre andava con prostitute (o peggio) per le spie e per i padroni del discorso, dei falsi. Così come le incredibili mail che facevano pensare ad un immenso giro di danaro internazionale che passava dall’Ucraina, dalla Russia e soprattutto dalla Cina verso Hunter, che poi, dividendo la torta, faceva sapere che doveva assicurare una certa percentuale al Big Guy, che possibilmente potrebbe essere suo padre, il vicepresidente.

 

Si tratta di accuse di gravità inaudita.

 

Ci dissero che era tutto falso. Secondo alcuni, la censura di questa storia a poche settimane dal voto fu una vera turbativa del processo elettorale.

 

Ora, incredibile, ci dicono che è tutto vero.

 

I commentatori di destra fanno festa. Finalmente, almeno un argomento per cui possono perdere il bollino (peraltro inventato dalla CIA per allontanare i sospetti sul caso Kennedy…) di complottisti…

 

Noi no, non festeggiamo. Anzi, siamo terrorizzati da questa cosa.

 

Perché se una cosa del genere esce del tutto, e acquista momentum, per Biden è finita. Il presidente senile andrebbe verso un impeachment sicuro.

In pratica, hanno di colpo abbandonato Joe Biden. Avevano coperto con le menzogne più inguardabili la storia del porno pc che dimostrava la corruzione morale, sessuale ed economica del clan. Ora mollano il colpo.

 

In pratica, hanno di colpo abbandonato Joe Biden. Avevano coperto con le menzogne più inguardabili la storia del porno pc che dimostrava la corruzione morale, sessuale ed economica del clan. Ora mollano il colpo.

 

Qualcuno dice: lo fanno perché in realtà si avvicinano le elezioni, e non solo quelle di midterm che decidono i deputati. Si avvicinano pure le presidenziali. I candidati vanno definiti ora: in molti non vogliono Biden, vorrebbero che facesse un passo indietro, per fare spazio – statene certi – all’ennesima candidatura di Hillary Clinton, l’uomo del sistema più radicato nel potere costituito, nel Deep State.

 

Abbiamo un pensiero diverso. Più negativo. Biden potrebbe essere fatto fuori, per scandali o per attentati non per una questione di politica interna, ma per l’obbiettivo plurisecolare del mondo angloide: la distruzione della Russia.

 

Il programma in atto già nel Grande Gioco dell’Ottocento tra Londra e lo Zar in lotta, tra spie ed eccidi, per il controllo del Centrasia. Il conflitto continuato da Washington con la Guerra Fredda, e ora con l’espansione della NATO a pochi chilometri da Mosca.

 

Potremmo essere nel finale di partita. La miccia è accesa. Forse Joe Biden, che è per alcuni in stato di demenza senile conclamata, non è l’uomo giusto per guidare la carica, forse non è nemmeno in grado di ordinarla, vuoi perché ricattato dai cinesi, vuoi perché incapace di accettare l’idea di portare il mondo verso l’Armageddon.

 

Gli hanno fatto vincere le elezioni, regalandogli una quantità di voti mai vista nella storia (e voi dovete crederci, bestie! Se ne dubitata vi togliano i social media!), di modo da togliere di mezzo il «pacifico» (sì) e filorusso Trump. Ora si innesta un’altra fase, quella della vera violenza. La de-dollarizzazione è alle porte, lo abbiamo scritto: gli USA potrebbero ritrovarsi ad essere un Paese del Terzo Mondo dotato di atomiche; il modo in cui reagirebbero una volta realizzatolo, è la cosa più preoccupante che ci sia.

 

È in grado Joe di andare fino in fondo a questo pensiero?

 

Abbiamo scritto anche: l’unica possibilità di salvarci dall’incubo dell’atomo, potrebbe essere lo scoppio di una seconda  guerra civile americana.  Gli USA farebbero quello che hanno fatto i russi nel 1917: ritirarsi dalla guerra in corso per guardare alla rivoluzione che abbrucia in casa.

 

Sarebbe in grado Joe di prevenire questa prospettiva?

 

È in grado Joe di avere l’attenzione e la cura necessarie in questo momento di delicatezza senza fine?

 

È in grado, Joe, di fare qualsiasi cosa?

 

Insomma, qualcuno potrebbe aver mollato il Joe, il vecchio pupazzo dell’era delle carte di credito con sede in Delaware.

L’anziano presidente divenuto vittima sacrificale per aprire le danze della devastazione globale: la prospettiva è questa, ed è spaventosa

 

L’anziano presidente divenuto vittima sacrificale per aprire le danze della devastazione globale: la prospettiva è questa, ed è spaventosa.

 

Perché il Signore del Mondo vuole distruggere la Russia, ma anche gli USA, l’Europa, tutto quanto.

 

Vuole un diluvio di fiamme atomiche, e la creazione di aree di barbarie dove sui sopravvissuti comandi la Necrocultura.

 

Sì, c’è da tremare. C’è da pregare.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Geopolitica

Il presidente Petro: la Colombia deve interrompere i legami con la NATO

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La Colombia deve tagliare i legami con la NATO poiché i leader del blocco militare sostengono il “genocidio” dei palestinesi, ha dichiarato il presidente Gustavo Petro.

 

La Colombia, tradizionale alleato degli Stati Uniti in Sud America, è diventata il primo Paese della regione a ottenere lo status di partner globale della NATO nel 2017.

 

Petro, entrato in carica nel 2022 come primo presidente di sinistra della Colombia, ha interrotto le relazioni diplomatiche con Israele lo scorso anno a causa di quello che descrive come un genocidio perpetrato dal governo israeliano contro i palestinesi.

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«Cosa facciamo nella NATO? Se i vertici della NATO sono a favore del genocidio, cosa ci facciamo lì?», ha detto Petro mercoledì a una conferenza internazionale pro-palestinese a Bogotà.

 

«Non è forse giunto il momento di un’altra alleanza militare? Perché come possiamo stare con eserciti che sganciano bombe sui bambini?», ha aggiunto. «Quegli eserciti non sono eserciti della libertà, sono eserciti delle tenebre. Dobbiamo avere eserciti della luce».

 

Petro ha sostenuto che la NATO è una reliquia della Guerra Fredda e ha affermato che nazioni come la Colombia sono trattate come «mezzi membri» all’interno del blocco militare guidato dagli Stati Uniti, a cui vengono concesse partnership simboliche ma non la piena adesione.

 

La conferenza di due giorni a Bogotà ha ospitato rappresentanti di una dozzina di paesi del Sud del mondo. I partecipanti hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede sanzioni economiche e azioni legali contro Israele, tra cui un embargo sulle armi, restrizioni sui beni a duplice uso, divieti di accesso ai porti per le navi che trasportano merci per le forze armate israeliane e sostegno alla responsabilità internazionale per i crimini presumibilmente commessi nei territori occupati.

 

Le critiche di Petro riflettono una rottura nei rapporti storicamente cordiali della Colombia con Israele. Il defunto presidente venezuelano Hugo Chavez una volta soprannominò la Colombia «l’Israele dell’America Latina», sostenendo che svolgesse un ruolo geopolitico simile nella regione.

 

Come riportato da Renovatio 21, ora la Colombia ha rotto i rapporti con Israele, verso cui ha proibito la vendita di carbone. Petro ha chiesto a gran voce il mandato di arresto della Corte Penale Internazionale dell’Aia per Netanyahu.

 

Javier Milei, presidente dell’Argentina, che ha di fatto preso il ruolo di principale partner di Israele nella regione (al punto di essere in procinto di «convertirsi» all’ebraisimo) ha chiamato Petro «assassino terrorista».

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Geopolitica

Orban: il piano di bilancio di Bruxelles potrebbe distruggere l’UE

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Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha duramente criticato il bilancio settennale proposto dall’Unione Europea, sostenendo che il suo obiettivo primario è quello di facilitare l’adesione dell’Ucraina e avvertendo che potrebbe rivelarsi un disastro per l’Unione.   Orban, un frequente critico della leadership dell’UE, ha criticato duramente la bozza del Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2028-2034, presentata all’inizio di questa settimana dalla Commissione Europea, durante un’intervista rilasciata venerdì a Kossuth Radio.   «Questo bilancio distruggerebbe l’Unione Europea. Non credo che sopravviverà nemmeno l’anno prossimo», ha dichiarato lo Orban, prevedendo che l’esecutivo dell’UE dovrà ritirare la proposta o apportarvi modifiche significative prima che i governi nazionali prendano in considerazione l’approvazione.

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Il leader ungherese ha accusato la commissione di aver proposto tagli sconsiderati, in particolare ai sussidi agricoli, paragonando tale approccio a quello di un chirurgo inesperto che ferisce mortalmente un paziente durante un intervento chirurgico malriuscito.   Orban ha ribadito la sua affermazione di lunga data secondo cui Bruxelles sta portando avanti obiettivi di politica estera, in particolare l’integrazione dell’Ucraina, a spese dei cittadini dell’UE.   «Questo bilancio ha un solo scopo ovvio, ovvero quello di ammettere l’Ucraina nell’Unione Europea», ha affermato, citando analisti finanziari che stimano che fino al 25% dei fondi potrebbe essere destinato a beneficio di Kiev in varie forme.   Il leader ungherese ha affermato di non aspettarsi che l’Ucraina si qualifichi per l’adesione all’UE a breve, aggiungendo che i funzionari di Bruxelles presentano Kiev come «già troppo matura» per l’adesione. Ha avvertito che, una volta ammessa l’Ucraina, la decisione sarebbe praticamente irreversibile, indipendentemente dalle conseguenze future.   La Commissione Europea ha difeso il bilancio proposto da 2.000 miliardi di euro, affermando che aumenterebbe la flessibilità, ridurrebbe la burocrazia e stimolerebbe la competitività economica. L’Orbano, tuttavia, lo ha liquidato come un «bilancio senza speranza», più adatto a un blocco «che si prepara alla stagnazione e cerca semplicemente di evitare la disintegrazione».   A inizio anno Orban aveva parlato del fatto che l’impennata dei prezzi energetici avrebbe potuto uccidere l’UE.   Il premier magiaro ha più volte ripetuto che «l’Ucraina nella NATO significherebbe la Terza Guerra Mondiale».   Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso , in un discorso alla Conferenza di azione politica conservatrice (CPAC) del 2025 in Ungheria Orban ha criticato il piano «progressista» per l’Europa, definendolo un piano che mira a «sostituire il cristianesimo e la nazione».  

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Bombe su un monastero buddista in Birmania, decine di morti, tra cui bambini

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Un raid aereo ha colpito un monastero buddista nel villaggio di Lin Ta Lu, nel cuore della Birmania, causando la morte di ventidue civili, tra cui tre bambini. L’assalto, avvenuto intorno all’una di notte di venerdì, ha preso di mira la sala del monastero dove si erano rifugiati numerosi sfollati in cerca di sicurezza.

 

Due persone sono rimaste gravemente ferite e sono ora in condizioni critiche in ospedale. Un combattente anti-giunta ha sottolineato l’amara ironia dell’attacco, evidenziando come gli sfollati credevano che il monastero fosse un luogo sicuro, ma siano stati comunque colpiti.

 

Un abitante del villaggio ha descritto la devastazione, raccontando che la sala del monastero è stata completamente rasa al suolo. All’alba, i corpi delle vittime sono stati trasportati al cimitero su un veicolo. Lo stesso residente, recatosi sul posto per documentare l’accaduto e aiutare a identificare le vittime, ha contato ventidue corpi, molti dei quali presentavano gravi ferite alla testa o erano mutilati, uno spettacolo che ha definito straziante.

 

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La Birmania è devastata da un conflitto civile scoppiato dopo il colpo di stato militare del 2021, che ha destituito il governo democratico. La regione di Sagaing, dove si trova Lin Ta Lu, è stata teatro di numerosi attacchi aerei da parte della giunta militare contro i ribelli, nonostante una tregua annunciata a marzo in seguito a un devastante terremoto di magnitudo 7,7, che aveva causato circa 3.800 vittime.

 

Nel caos delle fazioni in lotta, si delineano diversi scontri di natura etno-confessionale, come gli attacchi ai Rohingya musulmani da parte dei buddisti dell’Arakan Army.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel Paese si susseguono anche bombardamenti di chiese cattoliche, colpite pure con droni, mentre villaggi vengono attaccati e saccheggiati dai soldati.

 

A febbraio fa è stato colpito a morte nel Sagaing padre Donald Martin Ye Naing Win, sacerdote cattolico di 44 anni, assassinato da una banda armata in un villaggio. «Mi inginocchio solo davanti a Dio»: l’ultima ha detto il prete prima di morire.

 

Nella primavera 2024 era stato ucciso da due sconosciuti padre Paul Khwi Shane Aung, 40 anni, assassinato durante la Santa Messa.

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