Pensiero
Sacrificati ai Draghi. L’obbligo vaccinale è in arrivo
Qualche giorno fa ci eravamo chiesti su questo sito cosa sarebbe successo il 1 di ottobre. Di fatto, tante questioni, dai tamponi in farmacia alle dichiarazioni del Figliuolo, indicano tutte, per bizzarra coincidenza, la data di scadenza del 30 settembre.
Ci domandavamo: «Quale altra fase di questo inferno di schiavitù biotica ci aspetta dal 1 ottobre?»
Ammettiamolo, la domanda era retorica, e stupidina. Perché sappiamo bene cosa ci aspetta. Sapevamo già che il programma era di continuare l’inferno vaccinale e renderlo ancora più bruciante, e ora abbiamo certezza sulla fornitura del fuoco necessario a carbonizzare gli ultimi residui della nostra sovranità biologica: le fiamme ce le metteranno i Draghi.
Nonostante ancora un po’ ci interroghiamo su certi lampi di ingenuità del personaggio, la conferenza stampa di ieri, come altre sue precedenti, è stata concisa e chiarissima. Si va verso l’obbligo vaccinale. Punto.
Vi proibiranno i treni? Lo hanno già fatto? Piscine? Fatto. Lavoro? Fatto. Ristoranti? Fatto. Andranno più in fondo ancora, vi toglieranno l’assistenza medica, vi toccheranno i figli? Non lo sappiamo
Lasciamo perdere l’estensione del Green Pass e la terza dose (un domani sarà la quarta, la quinta, etc.). L’unica vera notizia è questa: il marchio deve essere esteso alla popolazione intera. Finalmente lo dicono. Non importa se non danno ancora i dettagli, con il premier che si permette di rispondere seccamente «sì» alla domanda in merito, senza aggiungere nulla.
Non importa se Speranza, seduto a fianco del Draghi, ha detto che in fondo è una cosa equa, perché una parte della popolazione, i sanitari, già vive l’obbligo: è verissimo.
Non importa se non avete idea di come verrà implementato: non ce l’abbiamo neanche noi. Vi proibiranno i treni? Lo hanno già fatto? Piscine? Fatto. Lavoro? Fatto. Ristoranti? Fatto. Andranno più in fondo ancora, vi toglieranno l’assistenza medica, vi toccheranno i figli? Non lo sappiamo.
Sappiamo solo che saremo immolati ai Draghi. Volenti o nolenti. Capitelo, si tratta davvero di un sacrificio, e ve lo abbiamo descritto tante volte: quel segmento non-conforme della popolazione da lungo tempo è già stato calcolato come spendibile. Se leggete queste righe, è molto facile che voi ne facciate parte.
(Pensate solo a questo dato: l’articolo di Renovatio 21 più letto questo mese si intitola «Le dieci fasi del genocidio. A che punto siamo?»)
Ora, chi mastica di bioetica può pensare che si tratti della famosa slippery slope, quel «pendio scivoloso»: un primo passo relativamente piccolo porta a una catena di eventi correlati che culminano con un effetto totale. Inizia a parlare di «biotestamento», finisci a legalizzare il suicidio assistito, o meglio, l’assassinio del consenziente. Il lettore conosce la Finestra di Overton, che è il sistema con cui la trasformazione sociale, partendo da una piccola frangia radicale, viene legalizzata per le masse.
Non c’è gradualità in quanto sta accadendo. Si tratta di un piano, varato in Italia prima che altrove, che ha molti decenni – forse ha un paio di secoli
Ebbene, non si tratta di nulla di tutto questo. Non c’è Overton, non c’è gradualità in quanto sta accadendo. Si tratta di un piano, varato in Italia prima che altrove, che ha molti decenni – forse ha un paio di secoli.
Il progressismo massonico ottocentesco aveva in mente una cosa che chiamava «vaccinazione universale». Come ripetuto varie volte anche in questo ultimo lustro, per i grembiuli si tratta di un vero «battesimo» che deve sostituire quello cristiano. L’uso di feti abortiti per la sua industria non costituisce, pensiamo da mo’, un dettaglio secondario.
L’obbligo vaccinale totale non è una cosa nuova: in vari Paesi lo si è visto negli ultimi due secoli. Il movimento antivaccinista, per quanto cerchino di dirvi che è un effetto dell’ignoranza del web, è vecchio tanto quanto il siero malefico. E, cosa più rilevante, nella guerra contro il potere ha vinto numerose partite.
Ci piace ricordare la «revolta da vacina», quando il governo Brasiliano tentò nel 1904 di vaccinare chiunque mandando soldati e infermieri casa per casa. I moti che ne seguirono, unitisi anche i cadetti di un’accademia militare, potevano sfociare addirittura in un rovesciamento del potere, per cui i governanti ritirarono tutto, e la protesta si sgonfiò.
Non fidatevi di chi vi dice che non possono farlo perché sarebbe contro la Costituzione: in ogni Paese del mondo oggi le carte costituzionali (quelle nazionali, quella dell’ONU, i trattati vari, etc.) sono carta straccia. Sono tutti stati violati migliaia di volte – e solo ricordate che il centro di tutto, il vaccino genetico che dovete iniettarvi, è in palese violazione di uno dei document con i quali il mondo si tirava fuori dalla guerra e dal totalitarismo più spaventoso dicendo «mai più», il Codice di Norimberga.
A chi importa, oramai, della legge? A nessuno. Vige un diritto positivo assoluto, un diritto penale totale soggetto al puro arbitrio del potere
A chi importa, oramai, della legge? A nessuno. Vige un diritto positivo assoluto, un diritto penale totale soggetto al puro arbitrio del potere. Abbiamo segnalazioni di casi in cui nemmeno le esenzioni previste dalle leggi pandemiche come il dl 44/21 sono osservate. Esiste sono l’imposizione integrale del potere pandemico, di cui il vaccino è il marchio più carnale e visibile.
Ancora molte cose possono succedere da qui ad ottobre: magari qualche giudice si pronuncia contro, magari addirittura in sede europea, magari si sveglia qualcuno all’ONU, magari i Paesi limitrofi… Noi non ci facciamo affidamento, in nessun modo. Qualsiasi giudizio, qualsiasi esempio, qualsiasi condanna, si può ignorare in questo momento: pensateci, ignorano, e in milioni, la logica stessa (io non mi vaccino, perché tu vaccinato hai paura di me? Perché puoi andartene in giro se contagi quanto me? etc.) nella sua forma più elementare, comprensibile perfino ai bambini.
Non conta nulla, conta solo il piano. Sappiamo dal 2014, da quando alla Casa Bianca qualcuno firmò il protocollo di obbligo vaccinale per i bambini italiani, che il nostro Paese è, per qualche ragione, una cavia apripista. È più o meno da allora che abbiamo iniziato a lottare, osservando come tante cose cominciavano a mettersi in fila. Prima dissero che bisognava vaccinare i bambini, poi fecero grandi campagne per vaccinare gli anziani (che fino a qualche anno fa, secondo la medicina, non andavano vaccinati…).
In innumeri conferenze su è giù per l’Italia abbiamo provato ad esporre la nostra teoria: è un panino, hanno piazzato la fetta sotto (i bimbi), la fetta sopra (i vecchi), ma quello che interessa loro è quello che è in mezzo: loro vogliono tutta la popolazione adulta, perché senza di loro, la maggioranza, non ottengono il fine del loro piano, la vaccinazione universale.
Ora la hanno ottenuta.
Ci hanno riso dietro, ci hanno insultato, minacciato, segnalato, censurato. Sghignazzi e delazioni contro Renovatio 21. Non importa. Non è una consolazione aver avuto ragione.
Il COVID è un processo di allineamento, ma possiamo usare anche un’altra parola per il fenomeno: sottomissione
Vi diciamo solo: fidatevi di noi. Fidatevi quando vi diciamo che, comunque, non è finita. Obbligo o meno, non si fermeranno. Perché, come vi abbiamo ripetuto, questo è un piano preciso. È il piano a cui dovete consegnare la vostra libertà, la vostra sovranità biomolecolare, la vostra vita, e soprattutto la vostra anima.
Perché il COVID non è un’epidemia, è un allineamento.
Una volta i media mainstream dicevano cose assai diverse da quelle che si poteva leggere sui social: ora dicono tutti la stessa cosa.
Una volta gli Stati avevano modi differenti di affrontare le emergenze: ora fanno tutti le medesime cose, con i medesimi sistemi (lockdown, PCR, etc.) perfino con i medesimi farmaci (quattro in tutto, in occidente).
Una volta i partiti, pure, avevano idee differenti: ora, ad ogni latitudine, i partiti tendono tutti da un’unica parte. La medicina aveva più voci: ora quella che dissente (magari non contestando tutto l’impianto della scienza medica moderna, ma permettendosi appena di suggerire un altro farmaco) viene disintegrata, letteralmente.
Una volta era lecito discutere con familiari e amici delle proprie scelte personali, sanitarie, politiche: ora, lo sa perfettamente ognuno di voi, non più.
Tutti perfettamente allineati – e marchiati, biologicamente ed elettronicamente. Chi non si allinea è fuori – va cancellato, sacrificato. Il COVID è un processo di allineamento, ma possiamo usare anche un’altra parola per il fenomeno: sottomissione.
E quindi, davanti al drago, sottomettetevi, tremate, offrite le vostre vergini, immolate voi stessi. Placate la sua ira. Obbeditegli.
Tuttavia, avevamo detto mesi fa, non siamo del tutto sicuri che il mitologico sputafuoco sappia quello che sta facendo:
«Draghi non ha esperienza, la sua politica non ha carisma, sa che è sostenuto dal nulla dei partiti, per cui – anche se sentisse il sostegno della sovrastruttura mondialista occulta e non – giocoforza deve temere l’unico fattore reale, imprevedibile, adirato, di tutta questa equazione: il popolo».
Scrivevamo così. Non c’erano ancora le manifestazioni in piazza, i giornali che gridano alla violenza, la repressione strisciante – dinanzi alle quali i potenti paiono voler comunque tirare dritto. Il concetto tuttavia crediamo rimanga valido.
Il sacrificio programmatico di una cosa ampia fetta della popolazione, nessuno sa bene a cosa può portare.
I racconti che ci tramandiamo da millenni in effetti sono pieni di draghi sconfitti.
Roberto Dal Bosco
Pensiero
Vi augurano buona festa del lavoro, ma ve lo vogliono togliere. Ed eliminare voi e la vostra discendenza
Buona festa dei lavoratori! Ve lo ripetono da tutte le parti, del resto è una festa importantissima per la Repubblica: il Venerdì Santo, il giorno in cui Dio muore per l’umanità secondo quella che in teoria è la religione maggioritaria del Paese, si lavora. Il giorno dei morti, pure. Il Primo maggio, invece, no: vacanza.
Questo basterebbe a far comprendere qual è la vera religione che lo Stato italico vuole imporre alla sua popolazione – del resto, il suo libro sacro, la Costituzione, scrive al suo primo articolo che la Repubblica stessa è fondata sul lavoro – espressione incomprensibile, se non comprendendo la smania sovietica che avevano i comunisti e la sciocca acquiescenza dei democristiani che glielo hanno lasciato scrivere, accettando pure di lasciare fuori dalla Carta la parola «Dio».
Il dio della Costituzione, il dio della Repubblica è il lavoro?
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La divinizzazione politica di un concetto astratto, di un’attività umana, non solo l’indice della volontà di laicizzazione dello Stato. Poggia, essenzialmente, nel rigetto di avere per la cosa pubblica il fondamento del Cristianesimo.
Non è un caso che la festa del dio-lavoro avvenga l’indomani della notte di Valpurga, ritenuta nei secoli un momento di vertice dell’ attività del male sulla Terra – in genere, su Renovatio 21, facciamo ogni anno un articolo sull’argomento, annotando gli eventi concomitanti. La realtà è che la festa del Primo maggio è un tentativo di inculturazione, o meglio, di reintroduzione di usanze pagane – in particolare la festa celtica chiamata Beltane, di cui parla anche J.G. Frazer nel suo studio su magia e religione dell’antichità europea Il ramo d’oro.
La prima menzione di Beltane è nella letteratura irlandese antica dell’Irlanda gaelica. Secondo i testi altomedievali Sanas Cormaic (scritto da Cormac mac Cuilennáin) e Tochmarc Emire, Beltane si teneva il 1° maggio e segnava l’inizio dell’estate. I testi dicono che, per proteggere il bestiame dalle malattie, i druidi accendevano due fuochi «con grandi incantesimi» e guidavano il bestiame in mezzo a loro.
La vulgata progressista del Primo maggio, nata nel secondo Ottocento, si attacca quindi a questo sostrato antico, non cristiano, alla guisa di come ha fatto la Chiesa con alcune festività nel corso dell’anno.
Quindi: un nuovo dio, una nuova religione. Ma il problema è che neanche i suoi stessi sacerdoti ci credono. I loro discorsi – i loro incantesimi – sono inganni, sempre più infami, sempre più ridicoli.
Abbiamo sentito ieri il segretario generale CGIL Maurizio Landini dichiarare che «il governo Meloni difende il fossile e nega il cambiamento climatico, come si può pensare di cambiare modello di produzione?». Lo ha detto ad un evento dell’«Alleanza Clima Lavoro», di cui apprendiamo l’esistenza. Stendiamo un velo pietoso sull’attacco ai combustibili fossili, che fossili non sono (no, il petrolio non è succo di dinosauro!), che dimostra un allineamento con i gruppi ecofascisti più estremi e grotteschi visti negli ultimi anni – e pagati da chi, possiamo intuirlo.
Quindi: prima il «clima», poi i lavoratori. L’intero sistema industriale va cambiato per favorire l’ambiente, non l’uomo che lavora: conosciamo questa solfa, ora condita automaticamente dal terrorismo climatico. Si tratta di un’idea che avanza da tanto tempo, e si chiama deindustrializzazione.
Come abbiamo ripetuto tante volte su questo sito, la deindustrializzazione altro non è che deumanizzazione. Cioè, riduzione non dei lavoratori, ma della quantità stessa di esseri umani che camminano sul pianeta. Ciò era chiaramente esposto nelle opere di Aurelio Peccei e compagni oligarchi, quando l’élite – la stessa che stava dietro al Club di Roma, Club Bilderberg, WWF, etc. – cominciò a lavorare decisamente alla riduzione della popolazione.
Non è possibile diminuire il numero di esseri umani sul pianeta se si continua a produrre. Perché l’industria – il lavoro – dà cibo, e il cibo dà la vita, e la vita si moltiplica. La filiera dell’essere deve essere interrotta, molto prima. Niente industria, niente lavoro, niente vita. Niente persone. Niente umanità. Ora potete capire da dove vengono la povertà e la fame, che sembrano di ritorno anche nel Primo Mondo.
In alcuni testi risalenti a più di mezzo secolo fa, la cosa era messa nera su bianco: avrebbero creato deliberatamente un concetto prima sconosciuto, quello di inquinamento, per avere uno strumento di controllo del comportamento di popoli e Nazioni. Se ci pensate, anche questa è una scopiazzatura del cattolicesimo: non il peccato, ma l’impronta carbonica. Non il peccato originale, ma l’essere umano in sé, alla cui nascita c’è già un debito ecologico personale importante. Non la Santa Trinità, non l’Incarnazione, ma Gaia, dea terrifica che si fa pianeta.
Non ci sorprende, ma nondimeno continua a riempirci di orrore, vedere che chi è pagato per difendere i lavoratori è in realtà alleato delle forze che ne vogliono l’eliminazione. Lo aveva capito, con decenni di anticipo, il filosofo marxista Gianni Collu, che nel libro Apocalisse e rivoluzione notava che il paradigma non era più quello rivoluzionario della crescita operaia, cioè industriale, ma quello di una contrazione dell’intera società produttiva.
In pratica, Collu aveva compreso che stava venendo innestato, specie presso partiti, sindacati, intellettuali di sinistra, l’odio per l’uomo – in una parola, era stata avviata la Necrocultura. Non per niente il filosofo cominciò a scoprire, e rivelare, l’interesse crescente che molti circoli goscisti cominciavano a sentire verso un tema divenuto tabù nei millenni cristiani, cioè il sacrificio umano.
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Ora, guardate celebrare il vostro lavoro da chi è inserito, con stipendio, nel disegno per togliervelo – ed eliminare la vostra esistenza e la vostra discendenza. Non dobbiamo ricordare qui gli sforzi, fatti anche in sede europea, che i sindacati hanno fatto per il feticidio.
Nessuno dei vostri lavori è al riparo dal disegno mortale che avanza: se vi hanno detto che imparando a programmare avreste avuto sempre lavoro, provatelo a ripetere alle migliaia di licenziati alla IBM, come in tantissimi altri colossi tecnologici, sostituiti dall’Intelligenza Artificiale.
Nessuno è al sicuro: i grafici, cosa pensano di fare davanti alla presenza di incredibili programmi text-to-image, dove digiti cosa vuoi vedere e ti viene servito in un’immagine perfetta?
Attori, registi, produttori cinetelevisivi, cosa potranno di fronte ai software come Sora di ChatGPT, che promette di generare sequenze video a partire da semplici richieste? Sappiamo che l’ultimo sciopero ad Hollywood verteva su questo, e che già operano società di computer grafica talmente ultrarealista da aver disintermediato regioni immense della filiera.
Domani, cioè già oggi, tocca agli insegnanti. Ai bancari. Ai lavoratori dei fast food. A qualsiasi lavoratore. Alla realtà stessa.
Tuttavia, notatelo, nessun sindacato parla di fermare l’Intelligenza Artificiale. Vi parlano di cambiamento climatico, combustibili fossili, etc.
Lo fanno dopo aver assistito all’assassinio, con il green pass e l’obbligo al vaccino genico, dell’articolo 1 del loro libro sacro, il dogma primigenio della loro religione: ve lo abbiamo detto, non ci credono nemmeno loro.
E quindi, se anche quest’anno un boss sindacale, dinanzi al milione di ebeti ammassati per il concertone del Primo maggio, dovesse d’improvviso farsi scappare di nuovo l’espressione «Nuovo Ordine Mondiale», beh, sappiamo bene di cosa si tratta.
Non c’entrano le ricorrenze druidiche primaverili, qui siamo altrove nel calendario, in un’altra festa importante: sotto sotto, negli auguri ai bravi lavoratori, vi stanno dicendo che arriva il Natale. E che voi siete i tacchini.
Buon lavoro.
Roberto Dal Bosco
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Pensiero
I biofascisti contro il fascismo 1.0: ecco la patetica commedia dell’antifascismo
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Pensiero
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?
All’inizio di questo mese, il rituale dell’accensione della torcia olimpica – di fatto la prima cerimonia dei Giochi Olimpici – si è tenuta ad Olimpia, in Grecia, presso l’antico tempio di Era, la moglie di Zeus, padre degli dei greci detti, appunto, olimpici. Lo riporta LifeSite.
Accompagnata da uno stuolo di vestali per qualche ragione tutte bianche, l’attrice greca Mary Mina ha interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» che aveva funzione, tra le altre cose, di offrire una «preghiera» agli dèi olimpici.
«Apollo, dio del sole e dell’idea della luce, invia i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola per la città ospite», cioè Parigi. «E tu, Zeus, dona la pace a tutti i popoli della terra e incorona i vincitori della corsa sacra».
🗣️ “Apollo, God of sun, and the idea of light, send your rays and light the sacred torch for the hospitable city of Paris. And you, Zeus, give peace to all peoples on earth and wreath the winners of the Sacred Race.”#Paris2024 | @Paris2024 pic.twitter.com/FHMEmJ134U
— The Olympic Games (@Olympics) April 16, 2024
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Il Comitato Olimpico Ellenico organizza l’evento, che ha una durata di circa 30 minuti, ed elenca sul suo sito il resto dell’«Invocazione ad Apollo».
Silenzio sacro
Risuonino il cielo, la terra, il mare e i venti.
Le montagne tacciono.
I suoni e i cinguettii degli uccelli cessano.
Per Febo, il Re portatore di Luce ci terrà compagnia.
Apollo Dio del sole e dell’idea della luce
manda i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola
per l’ospitale città di…
E tu Zeus dona la pace a tutti i popoli della terra e
incorona i vincitori
della Razza Sacra
Il gruppo spiega che la prima cerimonia di accensione della torcia ebbe luogo nel 1936 con «l’alta sacerdotessa Koula Pratsika, considerata una pioniera della danza classica in Grecia e fu la prima coreografa della cerimonia di accensione». La Pratsika nell’ambito dei celeberrimi Giochi di Berlino – quelli dello Hitler e di Jesse Owens, e di Leni Riefenstahl – e che da allora si è svolta più o meno prima di ogni Olimpiade.
La coreografa Artemis Ignatiou dirige lo spettacolo dal 2008. Originaria della Grecia, ha precedentemente interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» ed è stata coinvolta nella produzione dagli anni Novanta.
È, ammetterà anche il lettore, molto molto curioso: la preghiera ai dei dell’Ellade rispunta per lo Sport, quando invece, l’invocazione che nei secoli si è pronunziata per la medicina – il giuramento di Ippocrate – è oramai quasi del tutto sparito in tutto il mondo – e mica lo vediamo solo in Israele, lo abbiamo visto anche sotto casa durante il COVID. I motivi, li sapete: quelle frasi sul fatto che il medico non darà sostanze abortive, né cagionerà la morte del paziente… Siamo lontani anni luce da ciò che oggi deve fare il dottore, e cioè servire la Necrocultura, estendendo la morte ovunque si possa.
È bene ricordare anche che il mondo moderno ora esige un altro culto pagano greco, quello alla dèa preolimpica (cioè, ctonia) Gaia, che tramite le elucubrazioni dell’ambientalismo è divenuta la Terra stessa, intesa come unico essere vivente minacciato dalla presenza umana. Del resto, Gaia apparteneva alla stirpe dei titani, come Crono, il dio che divorava i suoi figli…
Ma torniamo al fuoco pagano dei Giuochi. Il sito olimpico ricorda che i giochi iniziarono nel 776 a.C. e continuarono fino al 393 d.C. quando l’imperatore cristiano Teodosio I li abolì. «Le sue cerimonie di apertura sembrano quasi sempre incorporare temi massonici o globalisti» scrive LifeSite. «I giochi di quest’anno sono stati annunciati come le prime Olimpiadi “della parità di genere”. Ciò significa che uomini e donne avranno una rappresentanza 50-50 nella competizione. Detto in altro modo, ci saranno tanti atleti maschi quante sono le atlete. Questo è stato presentato come un importante segno di “progresso”».
Alla cerimonia di accensione della torcia, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach ha sottolineato che i giochi di quest’anno saranno «più giovani, più inclusivi, più urbani, più sostenibili». Si riferiva al fatto che sarà allestita una «Pride House» pro-LGBT per «sostenitori, atleti e alleati LGBTI+».
«I Giochi sono una celebrazione della diversità», afferma il sito ufficiale delle Olimpiadi. «In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, Parigi 2024 ribadisce il suo impegno nella lotta contro ogni forma di discriminazione», riferendosi eufemisticamente a qualsiasi opposizione all’omosessualità o al transgenderismo e aggiungendo che la «Pride House» ha lo scopo di «celebrare» le «minoranze» LGBT e il loro «orgoglio».
LifeSiteNews ci tiene a ricordare che «come i precedenti Giochi Olimpici, Parigi 2024 sarà probabilmente una cloaca di impurità. (…) la fornicazione è dilagante e nel Villaggio Olimpico dove soggiornano gli atleti vengono distribuiti contraccettivi gratuiti».
Riguardo al sesso al villaggio olimpico, chi ha partecipato da atleta ad un’Olimpiade in genere torna con racconti impressionanti – dionisiaci, erotici, del resto sempre di dèi greci si tratta, Dioniso, Eros, e mettiamoci pure dentro pure la poetessa greca Saffo, che dea non è, ma popolare di certo lo deve essere presso certe giocatrici di basket, ad esempio, e neanche solo quelle.
Del resto, metti quantità di giovani sani (in teoria: da Tokyo sappiamo quanti ne ha rovinati, financo sportivamente, l’mRNA) tutti insieme nello stesso luogo, e cosa vuoi che succeda? Sappiamo che la cosa capita anche alla Giornate Mondiale della Gioventù organizzate dai papati moderni, al termine delle quali trovano a terra tra la spazzatura, oltre che le ostie consacrate, anche preservativi usati da giovani e previdenti papaboys.
La questione, semmai, è capire che l’abominio pagano dello sport olimpico potrebbe essere andato molto oltre le semplici fornicazioni degli atleti: da anni si parla sommessamente del fenomeno dell’aborto-doping. Funziona così: per giovarsi della biochimica ormonale fantastica offerta dalla gravidanza e migliorare quindi le proprie prestazioni sportive, le atlete si fanno ingravidare per poi uccidere il figlio e godere del beneficio organico e muscolare della gravidanza.
Praticamente: vero e proprio doping, senza alcuno steroide sintetico – quindi perfettamente legale. Specie, immaginiamo, nelle Olimpiadi delle «pari opportunità».
«Ora che i test antidroga sono di routine, la gravidanza sta diventando il modo preferito per ottenere un vantaggio sulla concorrenza» avvertiva ancora nel 2013 Mona Passiganno, direttrice di un gruppo pro-life texano. In quell’anno emerse anche la storia di un atleta russo che avrebbe raccontato a un giornalista che già negli anni Settanta, alle ginnaste di appena 14 anni veniva ordinato di dormire con i loro allenatori per rimanere incinte e poi abortire. La procedura sarebbe così conosciuta da arrivare persino anche sui libri di testo: un libro di testo online di fisiologia del dipartimento di Fisiologia Medica dell’Università di Copenaghen sembra averne ancora traccia.
«Le atlete di punta – proprio dopo il momento in cui hanno dato alla luce il loro primo figlio – hanno stabilito diversi record mondiali» scrive il testo danese di fisiologia sportiva. «Naturalmente, questo è accettabile come evento naturale e non intenzionale. Tuttavia, in alcuni Paesi le atlete rimangono incinte per 2-3 mesi, al fine di migliorare le loro prestazioni subito dopo l’aborto».
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Altro che preghiera ad Apollo: questo è un sacrificio umano, un atto propiziatorio tramite l’uccisione della propria prole al dio pagano della prestanza fisica, della vittoria sportiva, della ricca sponsorizzazione, dell’ego incoronato etc.
E quindi: quanti sacrifici umani agli dèi antichi e moderni verranno consumati per i Giochi parigini?
Va ricordato l’aborto nel mondo sportivo non è una novità, una importante multinazionale di vestiario, negli anni, è stata accusata di aver fatto pressioni affinché le proprie atlete sponsorizzate abortissero, anche se non è chiaro se semplicemente per continuare a sfruttarne le prestazioni o per ottenerne anche i benefici corporei del doping feticida.
Diciamo pure che la strage olimpica occulta dei bambini delle atlete non potrebbe essere l’unico accento di morte da aspettarsi a Giochi di Parigi. Come noto, Macron ha fatto capire di temere per l’incolumità della sua Olimpiade, arrivando a chiedere, anche grottescamente, una «tregua» dei conflitti in corso – lui che, contro l’opinione degli omologhi europei e dello stesso popolo francese, paventa truppe NATO in Ucraina, e che secondo alcuno già sarebbero state spedite ad Odessa.
Abbiamo visto, nel frattempo, come qualcuno degli organizzatori olimpici si stia lamentando del fatto che per il nuoto la Senna sembra non andare bene: è stata rilevato troppo Escherichia Coli, cioè troppa materia fecale. Parigi è baciata da un fiume escrementizio, e vuole che gli atleti di tutto il globo vi si tuffino.
Questa immagine, del fiume di cacca in cui obbligano la gente ad immergersi, racconta bene il senso occulto dell’Olimpiade.
Tuffatevi anche voi nell’acqua marrone: dietro l’Olimpiade non c’è solo l’afflato neopagano e massonico (con le logge che da sempre rivendicano la consonanza con i principi olimpici), potrebbe esserci un’ondata di morte vera e propria.
Giochi di morte: lo Stato moderno pare volerceli infliggere a tutti i costi.
Roberto Dal Bosco
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