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Politica

Berlino, ancora violenza contro le manifestazioni per la libertà

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La scorsa settimana a Berlino è stato un altro giorno di violenza.

 

Una manifestazione di «Querdenker» («persone dalle idee stravaganti»), come si fanno chiamare i manifestanti anti-pandemici tedeschi, si è svolta per due giorni consecutivi, sia sabato 28 che domenica 29 agosto.

 

Non sono mancati contatti con la polizia, come è possibile vedere dai tanti video finiti in rete

 

 

 

Come noto, in Germania i tribunali hanno proibito le manifestazioni perché vi ravvisano un rischio di contagio COVID.

 

Le immagini ricalcano fedelmente quelle viste alla manifestazione di Berlino del mese scorso.

 

Come riportato da Renovatio 21, tra ragazzi picchiati e vecchiette gettate a terra, la violenza delle forze di polizia fu tale che persino Nils Melzer, relatore speciale ONU sulla tortura si è interessato del caso.

 

La Germania si prepara ad andare a votare la fine dell’era Merkel.

 

In quelle che il New York Times ha definito le elezioni più noiose di tutti i tempi, Olaf Scholz, il candidato del partito di centrosinistra SPD potrebbe spuntarla. Né lui né il rivale dei democristiani della CDU, Armin Laschet, possiedono carisma e popolarità.

 

Per i milioni che manifestano contro l’establishment pandemico tuttavia non cambierà nulla: sulle proteste scenderà sempre di più la spirale del silenzio e la repressione, della quale già l’anno passato la Polizei aveva dato esempi agghiaccianti.

 

La battaglia per la sovranità biologica, anche in Germania, è purtroppo extra-parlamentare, visto che nessun partito pare interessarsi davvero del tema.

 

Quanto durerà questa situazione?

 

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Politica

I democristiani tedeschi pronti alla coalizione con i Verdi

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Alleanze chimeriche in vista in Germania, dove i partiti popolisti AfD e BSW avanzano e i partiti storici arretrano, mentre gli ecologisti sembrano semplicemente estinguersi.

 

Friedrich Merz, leader dell’Unione cristiano-democratica (CDU) e candidato cancelliere tedesco, ha escluso un’alleanza con il partito dei Verdi. Tuttavia, ha lasciato intendere che la sua posizione potrebbe cambiare se i Verdi dovessero prendere una strada diversa.

 

In un sondaggio d’opinione condotto tra i leader del partito fondato da Corrado Adenauer condotto in 15 laender, la catena di giornali RND ha scoperto che 12 di loro sono aperti a una coalizione con i Verdi. Ciò nonostante le estreme perdite elettorali dei Verdi nelle recenti elezioni regionali.

 

I tre leader della CDU che si sono rifiutati di commentare erano quelli dei land orientali di Sassonia, Turingia e Brandeburgo.

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Nelle elezioni locali del mese scorso in Turingia e Brandeburgo, i Verdi hanno ottenuto così pochi voti che non sono riusciti a sedere nel Parlamento del land (Landtag) alle elezioni di settembre, e a livello nazionale i Verdi sono in un declino accelerato.

 

Come riportato da Renovatio 21, secondo un sondaggio circa lo 0% dei tedeschi è «molto soddisfatto» dell’azione del governo Scholzo, del quale i Verdi sono grande azionista.

 

La volontà della democristiana CDU nel resto del Paese di legare le sue ambizioni di governo a un quasi-cadavere è solo un altro segno della sua putrefazione, perseguendo politiche contro le opinioni anti-verdi della maggioranza degli elettori della CDU, scrive EIRN.

 

L’Unione Cristiano-Sociale (CSU), i cristiano-democratici autonomi nel land della Baviera, si oppone invece ai Verdi. Il leader della CSU Markus Söder ha già annunciato che userà il voto della CSU per impedire ai Verdi di entrare nel governo federale dopo le prossime elezioni generali se la CDU/CSU vincerà.

 

Gruenen, i Verdi tedeschi, sono di fatto il partito che più di ogni anno spingere per la guerra contro la Russia in Ucraina, con il ministro degli Esteri verde Annalena Baerbock che ha affermato che appoggerà Kiev anche contro il volere del suo elettorato. La CDU, parimenti, in questi mesi ha spinto per la consegna di missili Taurus alle forze di Zelens’kyj, un’evenienza per la quale la stessa Baerbock fu canzonata in pubblico dall’omologo ucraino Kuleba.

 

Come riportato da Renovatio 21, i Verdi tedeschi stanno difendendo una legge secondo la quale la Polizei potrà perquisire in segreto le case dei cittadini.

 

I democristiani tedeschi, come quelli italiani, dimostrano ancora una volta l’unica cifra che davvero li definisce: il compromesso, sempre e con chiunque. Il compromesso è un concetto certamente democratico, ma assolutamente non cristiano. Ecco perché l’espressione «democrazia cristiana» è una contradicio in adjecto, una contraddizione in termini.

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Immagine di Löwe 48 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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Aborto, Trump ha incoraggiato Melania a «scrivere ciò in cui crede» nel suo libro. La manovra elettorale continua

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L’ex presidente e attuale candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump ha dichiarato giovedì di aver dato la sua benedizione alla moglie Melania Trump affinché sostenga il «diritto fondamentale» all’aborto nelle sue prossime memorie.   La notizia ulteriore sull’accaduto arriva in un momento in cui i rapporti tra la lista del Partito Repubblicano e la base pro-life del partito sono già piuttosto tesi.   All’inizio di questa settimana era stato pubblicato un estratto anticipato del libro dell’ex First Lady , in cui dichiara che «il diritto fondamentale di una donna alla libertà individuale, alla propria vita, le garantisce l’autorità di interrompere la gravidanza se lo desidera. Limitare il diritto di una donna di scegliere se interrompere una gravidanza indesiderata equivale a negarle il controllo sul proprio corpo».   Dopo le reazioni di disapprovazione di vari sostenitori della vita, il giornalista di Fox News Bill Melugin aveva chiesto spiegazioni all’ex presidente in un’intervista andata in onda giovedì.  

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«Ne abbiamo parlato. E ho detto, dovete scrivere ciò in cui credete», ha detto Trump. «Non ti dirò cosa fare. Devi scrivere ciò in cui credi. È molto amata, la nostra ex First Lady, posso dirvelo».   «Ma ho detto che doveva seguire il suo cuore. L’ho detto a tutti, dovete seguire il vostro cuore», ha continuato, riecheggiando un ritornello comune che ha usato nei suoi appelli per stupro, incesto ed eccezioni mediche alle leggi pro-life. «Ci sono alcune persone che sono molto, molto di destra sulla questione, cioè senza eccezioni, e poi ci sono altre persone che la vedono in modo un po’ diverso».   La dichiarazione pro-aborto della signora Trump era arrivata la stessa settimana in cui suo marito, con un post sui social scritto tutto in lettere maiuscole quasi fosse un antico attivista grillino, aveva chiarito che «non avrebbe sostenuto un divieto federale sull’aborto, in nessuna circostanza, e, di fatto, avrebbe posto il veto».  

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La dichiarazione segnala la costante trasformazione della sua posizione sull’aborto rispetto alla sua campagna del 2016 e al suo primo mandato.   Trump ora si oppone a ulteriori azioni federali sull’aborto, sostiene la distribuzione delle pillole abortive per posta e ha criticato gli stati per i divieti di aborto eccessivamente «duri». Attraverso questo lavoro, si è preso il merito di aver reso il Partito Repubblicano «meno radicale» sull’aborto, anche riscrivendo la piattaforma nazionale del partito per riflettere la sua posizione più liberale.   «La svolta di sinistra di Trump sull’aborto ha angosciato molti pro-life, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua vittoria del 2016, scatenando un dibattito tra molti sulla possibilità di votare o astenersi alle elezioni di novembre» scrive LifeSite. «Allo stesso tempo, tuttavia, le divergenze tra Trump e i democratici su questioni come la “transizione” dei minori con incertezze di genere e l’agenda politica di estrema sinistra dei democratici gli garantiscono un continuo sostegno tra molti conservatori e repubblicani».   L’avversaria di Trump, la vicepresidente democratica Kamala Harris, si candida con una piattaforma assolutista per l’aborto su richiesta che include il finanziamento dell’aborto da parte dei contribuenti, opponendosi a qualsiasi limite alla pratica, firmando una legge che obbliga tutti i 50 stati a consentire nuovamente l’aborto e, più di recente, abolisce l’ostruzionismo del Senato per ottenere che una legge del genere finisca sul tavolo.

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Nei suoi discorsi, la vicepresidente Harris ha iniziato a promuovere l’aborto come una normale procedura da eseguire per qualsiasi motivo una donna voglia, come sbarazzarsi di un bambino che interferirebbe con i suoi piani di carriera.   Come già scritto da Renovatio 21, è piuttosto certo che l’uscita di Melania – che è davvero abortista, oltre che filo-LGBT – rappresenta una manovra politica per recuperare voti non solo a sinistra (dove ora la campagna può osare, grazie all’agglutinamento dell’elettorato di Robert F. Kennedy jr. e dell’ex democratica Tulsi Gabbard, ambedue abortisti) ma anche presso certo elettorato «suburbano» di donne borghesi, il cui supporto si pensa sia sparito dopo la sentenza della Corte Suprema Dobbs v. Jackson che tre anni fa ha defederalizzato l’interruzione di gravidanza, cagionando – secondo un’analisi di vari osservatori – un’emorragia di voti per il Partito Repubblicano che ha portato alla mezza sconfitta delle elezioni midterm 2022, quando invece tutti attendevano una red wave, ossia uno tsunami di voti repubblicani che avrebbero fatto conquistare al Grand Old Party Camera e Senato.   La Melania abortista, secondo il nostro ragionamento, è l’esca, la garanzia per far tornare a casa quei voti, nella certezza che i cattolici, nonostante qualcuno che fa la voce grossa, non molleranno Trump.

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Immagine di Marc Nozell via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0      
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Politica

Musk sale sul palco al comizio di Trump e parla di «Dark Maga»

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Il CEO di Tesla e SpaceX, Elon Musk, è apparso sabato a un comizio di Donald Trump a Butler, Pennsylvania, nell’esatto luogo in cui a luglio avevano sparato all’ex presidente.

 

Rivolgendosi a una folla di forse 100 mila persone, Trump ha presentato il Musk definendolo un «ragazzo davvero incredibile» che aiuterà gli Stati Uniti a garantire il proprio futuro. Il magnate, che indossava un berretto da baseball nero decorato con lo slogan della campagna di Trump «Make America Great Again», è prontamente salito sul palco e, dopo una serie di bizzarri saltelli in tutte le direzioni, ha stretto la mano all’ex presidente e ha preso parola.

 

 

Musk, da dietro uno spesso vetro antiproiettile, ha sottolineato che si stava tenendo nello stesso luogo in cui Trump è sopravvissuto per un pelo a un tentativo di assassinio a luglio, quando un proiettile gli ha sfiorato l’orecchio. «La vera prova del carattere di qualcuno è come si comporta sotto il fuoco nemico. Abbiamo avuto un presidente che non riusciva a salire una rampa di scale e un altro che stava facendo il pugno chiuso dopo essere stato colpito», ha detto, riferendosi a uno dei tanti episodi in cui il presidente Joe Biden ha perso l’equilibrio mentre saliva sull’Air Force One o sull’elicottero.

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L’imprenditore di origine sudafricana ha continuato definendo il voto presidenziale di novembre «l’elezione più importante della nostra vita… L’altra parte vuole toglierti la libertà di parola. Vogliono toglierti il ​​diritto di portare armi. Vogliono toglierti il ​​diritto di voto, di fatto».

 

«Il presidente Trump deve vincere per preservare la Costituzione. Deve vincere per preservare la democrazia in America», ha sottolineato il miliardario, mentre la folla giubilante scandiva «Elon Musk».

 

Nonostante avesse precedentemente proclamato la sua neutralità politica, Musk ha iniziato a propendere per Trump negli ultimi mesi, appoggiandolo pubblicamente dopo il tentato assassinio. Ha ripetutamente criticato l’amministrazione Biden e i democratici per quello che vede come un eccesso di potere e burocrazia governativa, esprimendo al contempo preoccupazione per il livello di immigrazione illegale negli Stati Uniti, che è stato un elemento centrale della campagna di Trump per anni.

A settembre Trump ha promesso una commissione per l’efficienza di governo diretta da Musk in caso di vittoria elettorale. Il nuovo organo dovrebbe quindi esaminare l’intero apparato della macchina burocratica americana.

 

Musk indossava sotto la giacca la maglietta (già vista su di lui molte altre volte) con la scritta «Occupy Mars» («Occupate Marte»), che esplicita la sua dichiarata missione di conquista del Pianeta rosso, che sospettiamo essere anche tra le cose delle quali ha discusso con il candidato Trump.

 

Tuttavia ha attirato l’interesse il suo cappello trumpiano Make America Great Again (MAGA) di colore nero invece del tradizionale rosso. Lui stesso ha evidenziato questa scelta dicendo, appena arrivato al microfono, di essere «Dark MAGA».

 

Dark MAGA è un’espressione uscita due anni fa, all’altezza della delusione elettorale per la mancata red wave repubblicana alle ultime elezioni midterm, per indicare la fazione più estremista dei supporter di Trump. Dark MAGA è anche un memecoin, cioè una criptovaluta semiseria, il cui valore è schizzato dopo che Elon ha pronunciato quelle parole.

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Prima del comizio pennsylvano, Musk aveva attaccato frontalmente l’amministrazione Biden-Harris per le mancanze nel piano di aiuti delle zone alluvionate in Carolina del Nord, accusando il governo democrat di «bloccare attivamente» la fornitura di terminali Internet Starlink e di aiuti essenziali alle aree devastate dall’uragano Helene. L’amministrazione ha respinto tali affermazioni come false.

 

L’uragano Helene ha attraversato il Sud-Est americano la scorsa settimana, uccidendo più di 225 persone e lasciandone centinaia disperse. I danni sono stati particolarmente gravi in ​​Georgia e nella Carolina del Nord occidentale, dove i ponti sono stati spazzati via e decine di migliaia di persone sono ancora senza acqua corrente, elettricità e servizio di telefonia mobile.

 

Durante una visita in Georgia lunedì, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di essere stato in contatto con Musk, che avrebbe consegnato terminali Internet Starlink alle aree colpite. Anche la Federal Emergency Management Agency (FEMA), l’ente federale che si occupa delle catastrofi, ha affermato in un comunicato stampa che avrebbe distribuito terminali Starlink alle autorità locali.

 

Venerdì, tuttavia, Musk ha affermato sulla sua piattaforma X che la FEMA «non solo non riesce ad aiutare adeguatamente le persone in difficoltà, ma sta attivamente bloccando i cittadini che cercano di aiutarle!»

 

Citando un ingegnere di SpaceX nella Carolina del Nord, Musk ha affermato che il personale della FEMA sta confiscando i terminali Starlink e altre forniture in arrivo nello stato. In un post di follow-up, il miliardario ha condiviso messaggi di testo dell’ingegnere, che ha affermato che l’agenzia aveva «chiuso lo spazio aereo per “regolamentare” gli elicotteri privati ​​su cui viaggiamo per consegnare Starlink e le forniture».

 

 

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Rispondendo al post di Musk, il Segretario ai trasporti Pete Buttigieg ha affermato che «nessuno sta chiudendo lo spazio aereo e [la Federal Aviation Administration] non blocca i voli legittimi di soccorso e recupero».

 

«Se riscontri un problema, chiamami», ha aggiunto Buttigieg.

 

La questione è stata apparentemente risolta nella tarda serata di venerdì, con Musk che ha risposto ringraziando Buttigieg e annunciando che «i voli di supporto sono in corso».

 

I politici repubblicani e gli esperti conservatori hanno accusato l’amministrazione Biden di aver rallentato i soccorsi alla Carolina del Nord occidentale a causa del fatto che la popolazione prevalentemente bianca della regione ha votato in modo schiacciante per Trump nel 2016 e nel 2020.

 

Trump ha visitato la Georgia e la Carolina del Nord prima di Biden e della vicepresidente Kamala Harris all’inizio di questa settimana e ha affermato a un comizio venerdì che «molti dei soldi che dovevano andare in Georgia e nella Carolina del Nord» erano stati spesi per «persone entrate illegalmente nel Paese».

 

Dopo che la FEMA ha speso 640 milioni di dollari per alloggiare immigrati clandestini nell’ultimo anno fiscale, il Segretario della Sicurezza Nazionale Alejandro Mayorkas ha annunciato mercoledì che l’agenzia non ha abbastanza soldi per superare il resto della stagione degli uragani, che di solito dura fino all’inizio di dicembre.

 

Tuttavia, i 640 milioni di dollari spesi per immigrati clandestini non sono stati prelevati dal fondo di soccorso per calamità della FEMA, ma da un fondo separato autorizzato dal Congresso.

 

Secondo una dichiarazione della Casa Bianca, venerdì la FEMA aveva speso 45 milioni di dollari per gli interventi di soccorso in seguito all’uragano Helene, ovvero 14 volte meno di quanto speso per ospitare immigrati clandestini l’anno scorso.

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