Sorveglianza
Prigione pandemica totale: l’Australia impedisce ai cittadini di partire e di ritornare dal Paese

In pratica, gli australiani sono intrappolati: fuori o dentro dal Paese. Frontiere chiuse. Punto.
In pratica, gli australiani sono intrappolati: fuori o dentro dal Paese. Frontiere chiuse. Punto.
Dal marzo dello scorso anno, il Paese ha vietato ai suoi cittadini di lasciare il paese come parte della sua strategia COVID. Tale restrizione non si applicava in precedenza agli australiani che di solito vivono in altri Paesi, che potevano quindi andarsene.
Ora anche gli australiani che vivono all’estero dovranno richiedere un’esenzione per i viaggi in uscita, in linea con le regole per gli altri australiani.
L’Australia ha già un limite settimanale per i viaggiatori in arrivo e vieta l’ingresso agli stranieri a meno che non abbiano un’esenzione. Le sue politiche sono tra le più severe a livello globale.
Il mese scorso, ha dimezzato il numero di arrivi consentiti a causa della paura della variante Delta.
Molti australiani hanno espresso indignazione per l’ultima mossa, bollata da alcuni come barbara.
«È legale? Sì, lo è. Nessuno può contestare le direttive del ministro della Salute. Anche secondo il diritto internazionale, l’Australia non ha una Carta dei diritti, il che significa che nessun cittadino può contestare la decisione del governo».
AUSTRALIANS – You can’t leave!
Nobody can challenge the health ministry’s directive, even under International law. Australia doesn’t have a Bill of Rights meaning no citizen can challenge the Governments decision.
Total state control.#COVID19nsw #COVID #NoVaccinePassports pic.twitter.com/K79r0JrwVU
— Bernie’s Tweets (@BernieSpofforth) August 11, 2021
«È legale? Sì, lo è. Nessuno può contestare le direttive del ministro della Salute. Anche secondo il diritto internazionale, l’Australia non ha una Carta dei diritti, il che significa che nessun cittadino può contestare la decisione del governo».
Sappiamo tuttavia che anche in presenza di una Costituzione, come quella italiana, ad averla vinta è sempre la legge pandemica.
«Questo cambiamento significherà non importa dove vivi nel mondo, una volta che sei in Australia sei formalmente in trappola», ha detto mercoledì alla BBC il professor Kim Rubenstein, dell’Università di Canberra .
L’Australia è tornata essere, in quasi tutti gli Stati che la compongono, una prigione per i suoi stessi cittadini
Il governo ha affermato che l’Australia non riaprirà fino a quando almeno l’80% della sua popolazione non sarà vaccinato, probabilmente l’anno prossimo. Il totale attuale è del 19%.
Ogni settimana che passa, l’Australia – un tempo sogno migratorio per chi voleva una vita di tranquillità e prosperità – diventa sempre più un incubo mostruoso.
In molti rinfacciano all’Australia di aver ospitato grandi colonie penali dell’Impero Britannico. Ora l’Australia è tornata essere, in quasi tutti gli Stati che la compongono, una prigione per i suoi stessi cittadini.
Immagine @ Renovatio 21
Sorveglianza
ID digitale, sarà introdotta una «super app» che combina identificazione e dati finanziari: parola di banchiere britannico

Bob Wigley, finanziere presidente di UK Finance un’associazione di categoria per il settore dei servizi bancari e finanziari del Regno Unito, ha previsto lo sviluppo di una «super app» che memorizzerebbe l’identità digitale economica di una persona, inclusi i rating del punteggio di credito e i dati KYC («conosci il tuo cliente»), espressione che indica un processo di riconoscimento utilizzato dalle aziende per verificare l’identità dei propri clienti e valutarne potenziali rischi o intenzioni illegali.
L’ ID digitale economico sarebbe simile all’app per la salute NHS (la sanità pubblica britannica), che contiene i dati sanitari del suddito di Sua Maestà Re Carlo.
Lanciata a gennaio 2019, l’app ha incontrato opposizione prima di guadagnare popolarità durante la pandemia.
Wigley afferma che il settore bancario ha preso atto dell’app NHS e potrebbe lanciare un’app simile per i dati economici, riporta Reclaim The Net.
«Questo sarà l’anno in cui finalmente convinceremo il sistema bancario che abbiamo bisogno di un sistema di identità digitale economico, proprio come l’app NHS», ha dichiarato Wigley al New Digital Assets and Money Symposium di Londra.
«Questa app finanziaria sarà personale e collegata a ciascun cittadino poiché abbiamo bisogno di un programma di identità economica completamente digitale più ampio».
«Sarebbe qualcosa che ogni persona porterebbe con sé e potrebbe quindi collegarlo a qualsiasi piattaforma o istituto finanziario con cui opera, come banche e compagnie assicurative», ha spiegato.
Wigley ha aggiunto che se il governo non lo farà, lo faranno le piattaforme Big Tech.
Come riportato da Renovatio 21, un tentativo da parte dell’unione delle banche per implementare con lo Stato l‘ID digitale si era visto un anno fa in Canada. Il video mandato online dall’associazione bancaria canadese citava direttamente il World Economic Forum. Si trattava proprio del periodo in cui il governo Trudeau congelava i conti correnti dei camionisti che protestavano contro l’obbligo vaccinale.
Sistemi di identificazione digitale, tali e quali a quello ordinato nei discorsi del World Economic Forum, sono ora portati avanti tutti i Paesi, dal Canada alla Francia all’Ucraina alla Gran Bretagna – all’Italia.
Alla costruzione di un programma di identificazione digitale globale la Bill & Melinda Gates Foundation ha donato negli scorsi mesi 200 milioni di dollari.
In Sri Lanka, l’ID digitale è stato implementato nel razionamento della benzina imposto al Paese.
Come riportato da Renovatio 21, per l’appalto del suo ID digitale della UE ha scelto un’azienda associata a sistema di tracciamento COVID.
Un ID digitale era stato varato a East Palestine, in Ohio, pochi mesi prima del disastro ambientale che ha colpito la cittadina.
Londra tre mesi fa aveva annunciato che avrebbe a breve pubblicato il piano per la moneta digitale di Stato (CBDC). La valuta elettronica è qualcosa verso cui il nuovo premier, l’oscuro Rishi Sunak, si è espresso con favore negli scorsi anni.
Come da istruzione di Davos, banche in Canada e Australia hanno cominciato a collegare i movimenti di conto dei clienti alle emissioni di carbonio generate.
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La cittadina dell’Ohio del disastro chimico aveva varato poco prima un programma di ID digitale

Alla fine di gennaio, la cittadina dell’Ohio di East Palestine – teatro del più grande disastro ambientale che si ricordi negli ultimi anni – aveva lanciato ufficialmente un programma di ID digitale chiamato MyID.
Il fine, parrebbe, era quello di dotare i residenti di East Palestine e della vicina Unity Township di ID digitali presumibilmente per fornire a eventuali soccorritori i profili sanitari digitali di coloro che, in caso, ne avrebbero avuto bisogno.
L’iniziativa di identificazione elettronica era stata annunciata per la prima volta nell’ottobre 2022. L’implementazione del programma di MyID era stata assegnata ai vigli del fuoco locali.
Lo scorso gennaio, i pompieri avevano tenuto un evento di iscrizione presso il centro comunitario della città, nel tentativo di promuovere l’iscrizione al sistema informativo basato su cloud.
I vigili del fuoco avevano quindi ottenuto una donazione di 5.000 dollari per aiutare il lancio del programma, che necessitava di rendere disponibili gratuitamente i primi 250 dispositivi indossabili agli iscritti. Codici QR possono essere apposti su un braccialetto o su una chiave faub, ma in entrambi i casi dipendono dal software di identificazione digitale che memorizza le informazioni sulla salute di una persona in un database ospitato nel cloud.
In rete vi sono ancora i servizi dei telegiornali che ne diedero notizia quattro mesi fa.
«È un po’ come il vecchio braccialetto Medical Alert o il vecchio programma Vials of Life, tuttavia questo è con la nuova tecnologia. È un codice QR che siamo in grado di scansionare e visualizzerà le tue informazioni pertinenti a livello medico. Non ci sono informazioni con cui chiunque possa prendere e rubare la tua carta d’identità. È solo per noi essere in grado di prenderci cura dei pazienti che non sono in grado di comunicare con noi», aveva dichiarato Keith Drabick, il capo dei vigili del fuoco di East Palestine.
Sistemi di identificazione digitale, tali e quali a quello ordinato nei discorsi del World Economic Forum, sono ora portati avanti tutti i Paesi, dal Canada alla Francia all’Ucraina alla Gran Bretagna – all’Italia. Alla costruzione di un programma di identificazione digitale globale la Bill & Melinda Gates Foundation ha donato negli scorsi mesi 200 milioni di dollari.
In Sri Lanka, l’ID digitale è stato implementato nel razionamento della benzina imposto al Paese.
Due mesi fa l’UE ha scelto i suoi partner per lo sviluppo del Digital ID wallet europeo. Tra gli appaltatori, emerge il nome di una società che in precedenza ha lavorato per sviluppare il COVID Pass ufficiale del Regno Unito e l’app di tracciamento.
Come emerso in questi giorni, un’altra bizzarra coincidenza è spuntata fuori: l’esistenza del film Netflix White Noise, una pellicola del 2022 tratta da un romanzo di Don DeLillo la cui trama era incentrata sulle conseguenze di un catastrofico incidente ferroviario che scatenava una nuvola di rifiuti chimici tossici su una piccola cittadina dell’Ohio. Alcune dei cittadini di East Palestine vittime del disastro chimico avevano partecipato come comparse al film.
In rete si è parlato di «predictive programming», ossia la teoria secondo cui il governo o altri alti dirigenti stanno usando film o libri di fantasia come strumento di controllo mentale di massa per rendere la popolazione più disposta ad accettare gli eventi futuri pianificati.
Secondo lo scrittore Alan Watt, «la programmazione predittiva è una sottile forma di condizionamento psicologico fornita dai media per far conoscere al pubblico i cambiamenti sociali pianificati che devono essere implementati dai nostri leader. Se e quando questi cambiamenti verranno attuati, il pubblico li conoscerà già e li accetterà come progressioni naturali, riducendo così la possibile resistenza e agitazione del pubblico».
Immagine screenshot da YouTube
Sorveglianza
Elon Musk: ogni azienda Big Tech pratica la censura

Tutte le piattaforme di social media collaborano con il governo degli Stati Uniti per censurare i contenuti, ha affermato martedì il CEO di Twitter Elon Musk.
I documenti rilasciati da Musk in seguito al suo acquisto di Twitter hanno mostrato che la piattaforma era in collusione con l’FBI, la CIA, il Pentagono e altre agenzie governative per sopprimere le informazioni su elezioni, Ucraina e COVID-19.
«*Ogni* società di social media è impegnata in una pesante censura, con un coinvolgimento significativo e, a volte, la direzione esplicita del governo», ha twittato Musk rispondendo al giornalista esperto di privacy ed Intelligence Glenn Greenwald, aggiungendo che «Google fa spesso sparire i link, per esempio».
For the crime of reporting that the US Security State agencies are heavily involved in Big Tech's censorship regime, and for confessing that he found this deeply disturbing, liberals have spent a full week saying that @mtaibbi has mental health problems and needs therapy. pic.twitter.com/N0P1Qmv0Z6
— Glenn Greenwald (@ggreenwald) December 27, 2022
Musk si riferiva alle comunicazioni interne di Twitter pubblicate dal giornalista Matt Taibbi con la sua approvazione, i famosi «Twitter files» secondo le quali gli alti dirigenti della piattaforma avrebbero tenuto incontri regolari con membri dell’FBI e della CIA, durante i quali le agenzie fornivano loro elenchi di «centinaia di account problematici» da sospendere, in vista delle elezioni del 2020 tra cui quelli di attori e di normali cittadini.
Oltre a Twitter, il governo era in contatto «praticamente con tutte le principali aziende tecnologiche», affermano i Twitter files di Taibbi, «inclusi Facebook, Microsoft, Verizon, Reddit, persino Pinterest».
Una causa intentata all’inizio di quest’anno dai procuratori generali del Missouri e della Louisiana sostiene che i funzionari di non meno di 12 agenzie governative si sono incontrati settimanalmente con rappresentanti di Twitter, Facebook e altre aziende Big Tech nel 2020 per decidere quali narrazioni e utenti censurare, con argomenti che vanno dalla presunta interferenza elettorale al COVID-19.
Secondo le rivelazioni, gli agenti della CIA «quasi sempre» partecipavano alle riunioni di queste aziende con la Task Force sull’influenza estera dell’FBI, ha affermato Taibbi, spiegando che sebbene questa task force fosse stata convocata per combattere la presunta interferenza elettorale da parte di stati stranieri, ha fatto «montagne di richieste di moderazione interna».
I Twitter files finora hanno mostrato come Twitter abbia soppresso le informazioni dannose per la campagna elettorale di Joe Biden, abbia colluso con l’FBI per rimuovere i contenuti che l’agenzia voleva nascondere, assistito le campagne di influenza online dell’esercito americano e censurato le «narrazioni anti-ucraine» per conto di diverse agenzie di Intelligence statunitensi.
Come riportato da Renovatio 21, l’atto di accusa di Musk arriva dopo essersi esplicitamente speso affinché il plenipotenziario pandemico Anthony Fauci sia portato in tribunale e la ricerca sui virus ricombinanti sia dichiarata «ricerca di bioarmi».
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