Pensiero

Sacrificati ai Draghi. L’obbligo vaccinale è in arrivo

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Qualche giorno fa ci eravamo chiesti su questo sito cosa sarebbe successo il 1 di ottobre. Di fatto, tante questioni, dai tamponi in farmacia alle dichiarazioni del Figliuolo, indicano tutte, per bizzarra coincidenza, la data di scadenza del 30 settembre.

 

Ci domandavamo: «Quale altra fase di questo inferno di schiavitù biotica ci aspetta dal 1 ottobre?»

 

Ammettiamolo, la domanda era retorica, e stupidina. Perché sappiamo bene cosa ci aspetta. Sapevamo già che il programma era di continuare l’inferno vaccinale e renderlo ancora più bruciante, e ora abbiamo certezza sulla fornitura del fuoco necessario a carbonizzare gli ultimi residui della nostra sovranità biologica: le fiamme ce le metteranno i Draghi.

 

Nonostante ancora un po’ ci interroghiamo su certi lampi di ingenuità del personaggio, la conferenza stampa di ieri, come altre sue precedenti, è stata concisa e chiarissima. Si va verso l’obbligo vaccinale. Punto.

Vi proibiranno i treni? Lo hanno già fatto? Piscine? Fatto. Lavoro? Fatto. Ristoranti? Fatto. Andranno più in fondo ancora, vi toglieranno l’assistenza medica, vi toccheranno i figli? Non lo sappiamo

 

Lasciamo perdere l’estensione del Green Pass e la terza dose (un domani sarà la quarta, la quinta, etc.). L’unica vera notizia è questa: il marchio deve essere esteso alla popolazione intera. Finalmente lo dicono. Non importa se non danno ancora i dettagli, con il premier che si permette di rispondere seccamente «sì» alla domanda in merito, senza aggiungere nulla.

 

Non importa se Speranza, seduto a fianco del Draghi, ha detto che in fondo è una cosa equa, perché una parte della popolazione, i sanitari, già vive l’obbligo: è verissimo.

 

Non importa se non avete idea di come verrà implementato: non ce l’abbiamo neanche noi. Vi proibiranno i treni? Lo hanno già fatto? Piscine? Fatto. Lavoro? Fatto. Ristoranti? Fatto. Andranno più in fondo ancora, vi toglieranno l’assistenza medica, vi toccheranno i figli? Non lo sappiamo.

 

Sappiamo solo che saremo immolati ai Draghi. Volenti o nolenti. Capitelo, si tratta davvero di un sacrificio, e ve lo abbiamo descritto tante volte: quel segmento non-conforme della popolazione da lungo tempo è già stato calcolato come spendibile. Se leggete queste righe, è molto facile che voi ne facciate parte.

 

(Pensate solo a questo dato: l’articolo di Renovatio 21 più letto questo mese si intitola «Le dieci fasi del genocidio. A che punto siamo?»)

 

Ora, chi mastica di bioetica può pensare che si tratti della famosa slippery slope, quel «pendio scivoloso»: un primo passo relativamente piccolo porta a una catena di eventi correlati che culminano con un effetto totale. Inizia a parlare di «biotestamento», finisci a legalizzare il suicidio assistito, o meglio, l’assassinio del consenziente. Il lettore conosce la Finestra di Overton, che è il sistema con cui la trasformazione sociale, partendo da una piccola frangia radicale, viene legalizzata per le masse.

Non c’è gradualità in quanto sta accadendo. Si tratta di un piano, varato in Italia prima che altrove, che ha molti decenni – forse ha un paio di secoli

 

Ebbene, non si tratta di nulla di tutto questo. Non c’è Overton, non c’è gradualità in quanto sta accadendo. Si tratta di un piano, varato in Italia prima che altrove, che ha molti decenni – forse ha un paio di secoli.

 

Il progressismo massonico ottocentesco aveva in mente una cosa che chiamava «vaccinazione universale». Come ripetuto varie volte anche in questo ultimo lustro, per i grembiuli si tratta di un vero «battesimo» che deve sostituire quello cristiano. L’uso di feti abortiti per la sua industria non costituisce, pensiamo da mo’, un dettaglio secondario.

 

L’obbligo vaccinale totale non è una cosa nuova: in vari Paesi lo si è visto negli ultimi due secoli. Il movimento antivaccinista, per quanto cerchino di dirvi che è un effetto dell’ignoranza del web, è vecchio tanto quanto il siero malefico. E, cosa più rilevante, nella guerra contro il potere ha vinto numerose partite.

 

Ci piace ricordare la «revolta da vacina», quando il governo Brasiliano tentò nel 1904 di vaccinare chiunque mandando soldati e infermieri casa per casa. I moti che ne seguirono, unitisi anche i cadetti di un’accademia militare, potevano sfociare addirittura in un rovesciamento del potere, per cui i governanti ritirarono tutto, e la protesta si sgonfiò.

 

Non fidatevi di chi vi dice che non possono farlo perché sarebbe contro la Costituzione: in ogni Paese del mondo oggi le carte costituzionali (quelle nazionali, quella dell’ONU, i trattati vari, etc.) sono carta straccia. Sono tutti stati violati migliaia di volte – e solo ricordate che il centro di tutto, il vaccino genetico che dovete iniettarvi, è in palese violazione di uno dei document con i quali il mondo si tirava fuori dalla guerra e dal totalitarismo più spaventoso dicendo «mai più», il Codice di Norimberga.

 

A chi importa, oramai, della legge? A nessuno. Vige un diritto positivo assoluto, un diritto penale totale soggetto al puro arbitrio del potere

A chi importa, oramai, della legge? A nessuno. Vige un diritto positivo assoluto, un diritto penale totale soggetto al puro arbitrio del potere. Abbiamo segnalazioni di casi in cui nemmeno le esenzioni previste dalle leggi pandemiche come il dl 44/21 sono osservate. Esiste sono l’imposizione integrale del potere pandemico, di cui il vaccino è il marchio più carnale e visibile.

 

Ancora molte cose possono succedere da qui ad ottobre: magari qualche giudice si pronuncia contro, magari addirittura in sede europea, magari si sveglia qualcuno all’ONU, magari i Paesi limitrofi… Noi non ci facciamo affidamento, in nessun modo. Qualsiasi giudizio, qualsiasi esempio, qualsiasi condanna, si può ignorare in questo momento: pensateci, ignorano, e in milioni, la logica stessa (io non mi vaccino, perché tu vaccinato hai paura di me? Perché puoi andartene in giro se contagi quanto me? etc.) nella sua forma più elementare, comprensibile perfino ai bambini.

 

Non conta nulla, conta solo il piano. Sappiamo dal 2014, da quando alla Casa Bianca qualcuno firmò il protocollo di obbligo vaccinale per i bambini italiani, che il nostro Paese è, per qualche ragione, una cavia apripista. È più o meno da allora che abbiamo iniziato a lottare, osservando come tante cose cominciavano a mettersi in fila. Prima dissero che bisognava vaccinare i bambini, poi fecero grandi campagne per vaccinare gli anziani (che fino a qualche anno fa, secondo la medicina, non andavano vaccinati…).

 

In innumeri conferenze su è giù per l’Italia abbiamo provato ad esporre la nostra teoria: è un panino, hanno  piazzato la fetta sotto (i bimbi), la fetta sopra (i vecchi), ma quello che interessa loro è quello che è in mezzo: loro vogliono tutta la popolazione adulta, perché senza di loro, la maggioranza, non ottengono il fine del loro piano, la vaccinazione universale.

 

Ora la hanno ottenuta.

 

Ci hanno riso dietro, ci hanno insultato, minacciato, segnalato, censurato. Sghignazzi e delazioni contro Renovatio 21. Non importa. Non è una consolazione aver avuto ragione.

 

Il COVID è un processo di allineamento, ma possiamo usare anche un’altra parola per il fenomeno: sottomissione

Vi diciamo solo: fidatevi di noi. Fidatevi quando vi diciamo che, comunque, non è finita. Obbligo o meno, non si fermeranno. Perché, come vi abbiamo ripetuto, questo è un piano preciso. È il piano a cui dovete consegnare la vostra libertà, la vostra sovranità biomolecolare, la vostra vita, e soprattutto la vostra anima.

 

Perché il COVID non è un’epidemia, è un allineamento.

 

Una volta i media mainstream dicevano cose assai diverse da quelle che si poteva leggere sui social: ora dicono tutti la stessa cosa.

 

Una volta gli Stati avevano modi differenti di affrontare le emergenze: ora fanno tutti le medesime cose, con i medesimi sistemi (lockdown, PCR, etc.) perfino con i medesimi farmaci (quattro in tutto, in occidente).

 

Una volta i partiti, pure, avevano idee differenti: ora, ad ogni latitudine, i partiti tendono tutti da un’unica parte. La medicina aveva più voci: ora quella che dissente (magari non contestando tutto l’impianto della scienza medica moderna, ma permettendosi appena di suggerire un altro farmaco) viene disintegrata, letteralmente.

 

Una volta era lecito discutere con familiari e amici delle proprie scelte personali, sanitarie, politiche: ora, lo sa perfettamente ognuno di voi, non più.

 

Tutti perfettamente allineati – e marchiati, biologicamente ed elettronicamente. Chi non si allinea è fuori – va cancellato, sacrificato. Il COVID è un processo di allineamento, ma possiamo usare anche un’altra parola per il fenomeno: sottomissione.

 

E quindi, davanti al drago, sottomettetevi, tremate, offrite le vostre vergini, immolate voi stessi. Placate la sua ira. Obbeditegli.

 

Tuttavia, avevamo detto mesi fa, non siamo del tutto sicuri che il mitologico sputafuoco sappia quello che sta facendo:

 

«Draghi non ha esperienza, la sua politica non ha carisma, sa che è sostenuto dal nulla dei partiti, per cui – anche se sentisse il sostegno della sovrastruttura mondialista occulta e non – giocoforza deve temere l’unico fattore reale, imprevedibile, adirato, di tutta questa equazione: il popolo».

 

Scrivevamo così. Non c’erano ancora le manifestazioni in piazza, i giornali che gridano alla violenza, la repressione strisciante – dinanzi alle quali i potenti paiono voler comunque tirare dritto. Il concetto tuttavia crediamo rimanga valido.

 

Il sacrificio programmatico di una cosa ampia fetta della popolazione, nessuno sa bene a cosa può portare.

 

I racconti che ci tramandiamo da millenni in effetti sono pieni di draghi sconfitti.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Immagine di DesignSpartan via DeviantArt pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)

 

 

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