Pensiero
Il totalitarismo politico globale

Renovatio 21 pubblica il Parere (n. 18) sul totalitarismo biopolitico globale del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB).
Contro ogni ragionevole probabilità, negli ultimi mesi una parte degli Italiani si è ostinata ad auspicare o ad attendere fiduciosa l’intervento nell’affaire COVID di organismi che, per vocazione e per tradizione, sono organici e funzionali ai centri di potere, nelle sue diverse istanze, con la speranza di vedere ristabilite verità e giustizia in una vicenda che da più di due anni costituisce il più grave attentato ai diritti e alle libertà fondamentali dell’intera storia repubblicana.
La tanto attesa pronuncia si è fatalmente limitata a legittimare l’illegalità di atti e fatti di cui è stata vittima quella stessa parte degli Italiani, in ciò fornendo, forse inconsapevolmente, nuova attualità all’analisi fornita da Carl Schmitt nel suo Legalità e legittimità, pubblicato nel 1932 alla vigilia dell’ascesa al potere del totalitarismo nazista e dell’estinzione della Repubblica di Weimar.
Ed è singolare che la pronuncia in questione sia stata anticipata da un comunicato-stampa, intitolato «Obbligo vaccinale e tutela della salute» (1), che, dietro lo schermo costituito da viete espressioni e da paludati tecnicismi, oblitera l’oggetto intrinseco della vicenda, ossia l’aspirazione dei cittadini a vedere tutelata la salute da un ordinamento la cui carta fondamentale pone garanzie apparentemente stringenti in materia, come quella secondo cui, qualora una legge dovesse imporre un trattamento sanitario obbligatorio, la stessa legge «non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». (2)
È infatti di dominio pubblico, anche perché ammesso dalla stessa azienda produttrice, che i cosiddetti vaccini anti-COVID non prevengono la trasmissione né del virus SARS-CoV-2, né della malattia COVID, ma anzi producono una miriade di effetti avversi, ampiamente documentati. Stupisce, quindi, che la pronuncia in questione abbia omesso di considerare le evidenze scientifiche emerse fin dall’inizio della campagna di somministrazione di un farmaco sperimentale fondato su una tecnica dagli effetti incerti e controversi, quale è la tecnica dell’mRNA, ma di cui è appurata la capacità di interagire e modificare il DNA dei soggetti riceventi. (4)
In breve, ci troviamo di fronte a un palese e lampante corto circuito: le leggi e gli atti aventi forza di legge dovrebbero essere promulgati a tutela dei diritti e della salute dei cittadini, ma quelli sottoposti al vaglio dell’organismo evocato non hanno tutelato né i diritti, né la salute: e ciò nonostante sono stati legittimati, pur a costo di delegittimare i diritti fondamentali dei cittadini.
Alla luce di questa pronuncia, le cui conseguenze non possono certamente sfuggire ai suoi autori – che in quanto tali saranno giudicati in una prospettiva storica – il CIEB ricorda che non è inseguendo le pronunce di questo o di quell’organismo che i cittadini troveranno verità e giustizia e che, diversamente, l’unico modo per contrastare la deriva totalitaria in atto è assumere piena consapevolezza della portata e delle modalità del piano ideato dalle élite finanziarie transnazionali e dai suoi accoliti per soggiogare la popolazione mondiale.
Eccezion fatta per chi non dispone – o rifiuta di disporre – dei necessari strumenti cognitivi, e di chi è colluso con quelle élite, dovrebbe essere evidente a chiunque che la vicenda COVID si inserisce in un piano preordinato all’asservimento degli individui mediante minacce, reali o mendaci, rivolte direttamente contro la salute e l’integrità psico-fisica di ogni essere umano, nonché l’utilizzo sempre più pervasivo, a fini di controllo, degli strumenti della tecnologia digitale.
Questo piano, che prima del COVID sarebbe stato tenacemente occultato dai suoi ideatori, è ora ammesso in modo esplicito da quegli organismi creati espressamente allo scopo di favorire gli interessi e le dinamiche del capitalismo ultra-finanziario: ossia, prima ancora della globalizzazione delle economie e dei mercati, la perdita dell’identità e la trasmutazione della dimensione antropologica e culturale dell’essere umano.
È il caso del G20 tenutosi a Bali il 15-16 novembre 2022 che – nell’ambito del programma One Health fondato sulla «resilienza del sistema sanitario globale», sull’armonizzazione dei «protocolli sanitari mondiali» e sull’espansione degli «hub globali di produzione e ricerca» – ha auspicato l’introduzione di «reti sanitarie digitali globali» destinate a «rafforzare la prevenzione e la risposta alle future pandemie» sulla base di campagne vaccinali sempre più capillari, dove per vaccini devono intendersi le sopra citate terapie geniche incentrate sulla tecnica dell’mRNA. (5)
Ed è il caso della Commissione europea che, con una raccomandazione del dicembre 2018, ossia ben prima della cosiddetta pandemia, equiparava ai «grandi flagelli» ogni malattia prevenibile mediante vaccino (testualmente: «le malattie prevenibili da vaccino sono grandi flagelli») e, muovendo da questo singolare presupposto, invitava gli Stati ad attuare piani di vaccinazione comprendenti «un approccio alla vaccinazione sull’intero arco della vita», nonché a «sviluppare la capacità delle istituzioni sanitarie … di disporre di informazioni elettroniche sullo stato vaccinale dei cittadini … che … raccolgano dati aggiornati sulla copertura vaccinale per tutte le fasce di età». (6)
Il piano in questione, trionfalisticamente presentato dai media quale ennesima tappa di un progresso tecno-scientifico che procede senza esitazioni alla «velocità della scienza», è destinato a essere realizzato prioritariamente attraverso il cambio di paradigma dei sistemi sanitari pubblici che, complice la pretesa scarsità di risorse disponibili, non saranno più rivolti a erogare prestazioni terapeutiche e assistenziali a beneficio dei malati, ma a promuovere – con buona pace della ricerca, della diagnostica, del miglioramento dell’efficienza delle strutture sanitarie – una medicina «preventiva» fondata su farmaci e vaccini sviluppati da aziende e organismi privati la cui assunzione costituirà, secondo l’approccio di tipo premiale sdoganato dal COVID, la condizione sine qua non per la titolarità e l’esercizio di diritti e libertà individuali: dall’istruzione, al lavoro, alla previdenza, alle stesse cure mediche.
Come ha affermato il G20 di Bali, infatti, «occorre capitalizzare … (il) successo degli standard esistenti e dei certificati digitali COVID-19»: ossia il successo del Green Pass fondato sull’obbligo vaccinale.
Il piano in questione comprende ulteriori profili, finora sottovalutati. L’impiego di farmaci e vaccini fondati su una tecnica ancora sperimentale, quale è la tecnica dell’mRNA, presuppone e comporta necessariamente – come è successo col pretesto della pandemia per il «vaccino anti-COVID» – l’azzeramento dei tempi, delle procedure e delle garanzie sanciti dalla normativa in materia di sperimentazione clinica di medicinale.
Farmaci e vaccini siffatti, inoltre, potrebbero condurre – in modo non imprevedibile e forse non imprevisto – a reazioni ed eventi avversi i cui effetti sconosciuti tanto nel breve quanto nel medio e lungo periodo potrebbero a loro volta costituire – oltreché l’occasione per ridurre tout court la popolazione mondiale – il pretesto per l’introduzione di nuovi stati emergenziali, di nuovi farmaci e di ulteriori meccanismi e strumenti premiali variamente denominati. (7)
Questo piano va contrastato prima di tutto e necessariamente sul piano culturale. A tal fine occorre prendere coscienza, senza esitazioni o infingimenti, del fatto che la medicina e la scienza non svolgono più da tempo alcuna funzione sociale; e procedere conseguentemente alla «demedicalizzazione» della società, oltreché a una profonda revisione della nozione stessa di progresso tecno-scientifico.
In questa prospettiva non va dimenticato che già nel 1977 i vertici di una delle più note case farmaceutiche affermavano pubblicamente, e impunemente, che «il nostro sogno è vendere farmaci a gente sana» (8), sebbene tre anni prima Ivan Illich, nel suo Medical Nemesis, avesse denunciato la tendenza alla «medicalizzazione» estrema della società mediante la costante creazione di nuovi bisogni terapeutici. (9)
Allo stesso modo occorre prendere coscienza del fatto che il nostro ordinamento giuridico, nella temperie creata dal capitalismo ultra-finanziario e dalle sue élite, non è più in grado di fornire garanzie reali ed effettive ai diritti fondamentali dell’uomo, e procedere conseguentemente allo smantellamento dei diktat dell’agenda globalista che ormai appaiono a molti per quello che sono, ossia minacce sempre più gravi alla dignità e all’integrità psico-fisica dell’essere umano, ma che taluni continuano a spacciare per feticci intoccabili in quanto viatici di pace, di democrazia e di benessere, a cominciare dal primato del diritto dell’Unione europea sul diritto interno.
Sulla base di queste considerazioni, il CIEB:
- condanna il silenzio delle istituzioni, e in particolare degli organismi istituzionalmente preposti a stimolare il dibattito pubblico sui temi di rilevanza bioetica, in merito ai rischi del cambio di paradigma sanitario poc’anzi descritto;
- denuncia i rischi per la salute pubblica collegati e conseguenti all’eventuale introduzione, nel nuovo Codice di deontologia medica, di regole che vietino ai medici di sconsigliare il ricorso ai vaccini, con specifico riferimento ai vaccini fondati sulla tecnica dell’mRNA, nonché all’utilizzo delle terapie geniche;
- sollecita ancora una volta l’opinione pubblica a prendere coscienza del piano descritto nel presente Parere, che prima di ogni altra cosa è volto a svilire il principio del primato dell’essere umano sugli interessi della scienza, dell’economia e della società codificato da convenzioni internazionali e fatto proprio anche dall’art. 32, secondo comma, della Costituzione italiana;
- invita la parte raziocinante della società civile, nell’inerzia del Governo e del Parlamento, a farsi parte dirigente e a utilizzare ogni mezzo lecito – richiedendo segnatamente una chiara e netta presa di posizione dei propri rappresentanti politici a ogni livello istituzionale – per opporsi alla dittatura sanitaria prefigurata dal piano poc’anzi descritto, che a sua volta costituisce il preludio all’instaurazione di un regime di totalitarismo biopolitico globale fondato sul ricorso a stati permanenti e strutturali di emergenza.
CIEB
2 dicembre 2022
Il testo originale del Parere è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb
NOTE
1) Cfr. https://www.cortecostituzionale.it/documenti/comunicatistampa/CC_CS_20221201194237.pdf.
2) Cfr. l’art. 32, secondo comma, della Costituzione: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
3) Cfr. S.A. Meo et Al., COVID-19 vaccines: Comparison of biological, pharmacological characteristics and adverse effects of Pfizer/BioNTech and Moderna vaccines, in Eur. Rev. Med. Ph. Sci., 2021, 25(3), pp. 1663-1679; A. Pormohammad et Al., Efficacy and safety of covid-19 vaccines: A systematic review and meta-analysis of randomized clinical trials, in Vaccines, 2021, 9(5),467; D. Zaçe et Al., The impact of COVID-19 vaccines on fertility-A systematic review and meta-analysis, ibidem, 2022, 40(42), pp. 6023-6034.
4) Cfr. T. Domazet-Lošo, mRNA Vaccines: Why Is the Biology of Retroposition Ignored?, in Genes., 2022, 13(5),719; I. Feliciello-A. Procino, mRNA vaccines: Why and how they should be modified, in J. Biolog. Res., 2021, 94(2), pp. 82-83; W. Doerfler, Adenoviral Vector DNA- and SARS-CoV-2 mRNA-Based Covid-19 Vaccines: Possible Integration into the Human Genome – Are Adenoviral Genes Expressed in Vector-based Vaccines?, in Virus Res., 2021, 302,198466; L. Zhang et Al., Reverse-transcribed SARS-CoV-2 RNA can integrate into the genome of cultured human cells and can be expressed in patient-derived tissues, in Proc. Natl. Acad. Sci., 2021, 118, e2105968118; M. Aldén et Al., Intracellular Reverse Transcription of Pfizer BioNTech COVID-19 mRNA Vaccine BNT162b2 In Vitro in Human Liver Cell Line, in Curr. Issues Mol. Biol., 2022, 44(3), 1115-1126.
5) Cfr. https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2022/11/16/g20-bali-leaders-declaration/.
6) Cfr. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32018H1228(01).
7) Come già riportato nelle note 3 e 4, con riferimento al cosiddetto vaccino anti-Covid abbondano ormai gli studi scientifici relativi ai numerosi e diversi effetti avversi a esso chiaramente riconducibili: dai problemi cardiaci (cfr. Al-Ali et al., Cardiovascular and haematological events post COVID-19 vaccination: A systematic review, in J. Cell. Mol. Med., 2022 Feb;26(3):636-653), evidentemente tanto gravi da indurre Pfizer e Moderna ad iniziare propri studi al riguardo, a quelli neurologici (cfr. R. K. Garg-V. K. Paliwal, Spectrum of neurological complications following COVID-19 vaccination, in Neurol. Sci., 2022; 43(1): 3–40), solo per menzionare i più frequenti.
8) Cfr. H. Gadsen, direttore generale della Merck, che dalle pagine della rivista Fortune affermò «Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque». Sul fenomeno denominato disease mongering si rimanda, in una prospettiva temporale più recente, a R. Moynihan-A. Cassels, Selling Sickness: How the World Biggest Pharmaceutical Companies Are Turning Us All Into Patients, Nation Books, 2005.
9) Cfr. I. Illich, Medical Nemesis, Calder & Boyars, London, 1974.
Pensiero
Incontro Putin-Xi, quelle strane mascherine della delegazione cinese

È stato uno di quegli incontri che avvengono una volta ogni secolo, ha detto Xi Jinping salutando Vladimir Putin dopo l’incontro di Mosca di inizio settimana. Per una volta, Xi ha ragione. La portata storica del vertice fuori discussione. Si è trattato di un movimento tettonico che investe l’intero equilibrio del pianeta. La Russia e la Cina sono state portata ad avvicinarsi ancora di più, l’interdipendenza diverrà sempre più fitta, la cooperazione, anche militare, continua. L’Eurasia – l’incubo di ogni pensiero strategico americano – stringe le sue maglie, e proprio a causa della follia di Washington.
Il mondo multipolare di cui si parla da anni – per lo meno da quanto Putin cominciò a risolvere la faccenda siriana senza Obama, che, capito come buttava, si offese pure molto – emette il suo primo vagito, con la costruzione di un blocco economicamente e termonuclearmente alternativo a quello occidentale.
È l’alba del nuovo mondo. Un ordine mondiale estraneo alla piramide occhiuta del dollaro e dei suoi vampiri.
Tuttavia, ad una certa, la musichetta epica in sottofondo crolla. In realtà, casca un po’ tutto. Scende la catena. In maniera pure significativa. Stiamo guardando le foto ufficiali dell’incontro.
Scusate, ma cosa sono quelle mascherine della delegazione cinese?
Eccotele lì, incredibili, inguardabili, inspiegabili, legate alle facce dei cinesi (più, per qualche motivo, qualche assistente russo a caso).
La delegazione di Pechino pare indossare, dentro al Cremlino ma pure fuori, mascherine FFP2 brandizzate con la bandiera della Repubblica Popolare. Il timoniere no: il presidente Xi, quasi fosse ad una festa di Bruno Vespa, viaggia tranquillo smascherato. I suoi sottoposti, invece, sono tutti – tutti – a respirare dietro l’apparato anti-contagio che abbiamo imparato a detestare con ogni fibra del nostro essere.
Le fotografie sono impietose. Eccoti Lavrov e Shoigu, eccoti Medvedev che ride sornione, ecco ogni membro del personale russo senza il dispositivo facciale.
Ma cosa stanno facendo? Non si rendono conto che gli ospiti russi potrebbero offendersi? Ricordano che Macron, in visita a Putin nei giorni in cui partiva il conflitto ucraino, fece notizia rifiutando il PCR per non lasciare a Mosca tracce del suo DNA? Ricordano le balle (immancabilmente di origine britannica, in genere) sullo stato della salute mentale di Putin, che sarebbe impazzito a causa del lockdown (ah, allora fa male… ?), e di lì il tavolo lunghissimo con cui riceveva gli altri capi di Stato?
Non capiamo: ma era una cosa, magari, pattuita fra le parti? Non può che essere così. Ma cosa si sono detti? I pechinesi hanno annunziato ai russi «noi veniamo con le mascherine, eh… quindi per favore regolatevi anche voi, le strette di mano le faremo con il palmo già bagnato con l’amuchina che teniamo strategicamente in tasca».
Chiedo ai lettori: ma che sensazione vi fa quando vedere, oggi, uno con la mascherina al supermercato? Quando vedete uno che guida con la mascherina, magari pure da solo? Ecco sì, una sensazione, come dire, di ritardo. Abbiamo quindi una diplomazia cinese ritardata?
La realtà è che Xi aveva giocato tutto sulla follia dello zero-COVID, chiudendo megalopoli da diecine di milioni di abitanti in inferni senza uscita. È durata fino a che non ci sono state quelle proteste che lasciavano pensare che potesse ripartire una nuova Tian’an Men – solo che stavolta in tante città cinesi. Qualcuno dice che il merito è stato dei mondiali, quando in mondovisione andavano le immagini degli stadi qatarioti dove nessuno aveva la mascherina.
Allora, è un messaggio politico? È un modo per coprirsi il sedere con la popolazione? Può darsi: ma ciò significa, ad ogni modo, che il Partito Comunista Cinese intende andare avanti con la grande baracca del COVID e delle sue menzogne, come ha fatto, del resto, per tutto il 2022, quando il resto del mondo stava pian piano riaprendo (e la Cina, invece, nel 2020, ci teneva a far vedere le immagini della nightlife di Wuhano e dei mega-concerti in piscina). Non è un caso che, a quanto sembra, in questi giorni Pechino festeggi il fatto che sì, anche loro ora hanno il loro vaccino mRNA da iniettare in miliardi di dosi al popolo. Detto tutto.
Il COVID serve ancora a Xi e alla sua banda: perché, lo sapete, esso altro non è se non una prova di potere, uno strumento per estendere la presa di chi comanda sulla popolazione tutta. Posso sigillarti in casa, separarti da tuo figlio, ucciderti il cane, piazzarti in un campo di concentramento: se non reagisci, sai quante altre cose posso farti? Se ti ribelli, dice il potere, significa che non sei il mio schiavo: e la società che prevedo per te è solo quella della schiavitù. Quindi: sottomettiti, e indossa i segni visibili della tua sottomissione.
La società del controllo cinese, oramai affinatasi tramite la tecnologia pervasiva del biototalitarismo e del credito sociale, ha bisogno, quindi, delle mascherine, del COVID e di tutte le menzogne possibili – avete letto su Renovatio 21, in Cina la settimana scorsa si è cominciato a parlare di lockdown perfino per l’influenza.
E tutto questo, come sapete, non è solo un fenomeno per il Dragone: è un modello, pronto ad essere esportato in maniera definitiva in tutto il mondo, anche e soprattutto in Europa, dove il green pass prima e l’euro digitale poi ci prepareranno anche allo straripare di piattaforme di credito sociale, face recognition, e tutto il panopticon biosecuritario che abbiamo tante volte descritto su Renovatio 21.
Ecco perché la cooperazione tra la Russia e la Cina non ci scalda il cuore. Perché la Russia è la terra dove lo Spirito si è rigenerato, mentre la Cina, che uccide centinaia milioni di bambini con gli aborti forzati per poi cominciare a creare esseri umani con l’ingegneria genetica, è il Frankenstein dei padroni del vapore occidentale che ci ha devastato con le delocalizzazioni e il dumping fino a disintegrare la nostra economia manifatturiera.
C’è solo una cooperazione internazionale che voglio ricordare con simpatia e con tanta nostalgia. Questa.
Fear and Loathing in 2017 #Trump #Putin pic.twitter.com/y6vcZ7FAVf
— Stardust (@Living_Stardust) January 19, 2017
Questo meme, che piazzava Vladimir e Donald dentro Paura e delirio a Las Vegas, era uscito l’indomani dell’incredibile, indimenticabile vittoria di Trump alle lezioni del 2016. Come avrebbero poi fatto vedere tutte le TV antitrumpiane d’America, cioè tutte le TV, la cosa fu parecchio festeggiata in Russia. E non solo lì. Concretamente, pochi mesi dopo l’ISIS praticamente sparì. Una nuova era sembrava calata sul mondo, un’inaspettata era di pace, di prospettive di sviluppo, di prosperità per tutti, e mai più guerre, mai più terrorismo – o quantomeno, il meno possibile.
E invece: avvelenarono, con l’architettura di infami fake news chiamata Russiagate, qualsiasi relazione tra l’amministrazione Trump e il Cremlino, poi, siccome non bastava, truccarono le elezioni per mettere al potere un vecchio tecnicamente demente con cui procedere alla guerra alla Russia, sempiterno fine metafisico dei demoni dello Stato profondo USA, sia che si tratti di URSS o di Putin. La Madonna di Fatima chiedeva la conversione della Russia, i diavoli americani vogliono invece la sua distruzione.
Ricordando pure che Biden, quello dei e delle mascherine vaccini obbligatori, quello che istituisce il sistema di censura globale che ha distrutto anche il vostro account sui social (che lo sappiate o no), è considerato da molti un pupazzo di Pechino, corrotto e ricattabile a piacere grazie al figlio Hunter e neanche solo lui. I cinesi mica ne fanno mistero.
Avete capito, insomma, che qualcosa, nelle foto storiche dei patti sino-russi di Mosca, proprio non ci torna. Non ci va giù.
Ridateci The Donald. Sarà difficilissima. Ma noi preghiamo per quello: vogliamo la Russia con noi, non con la Cina. Perché, lo sapete, ne abbiamo bisogno: per lo Spirito, prima che per il gas.
Roberto Dal Bosco
Immagini di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Arte
Ode all’equinozio di primavera

Oggi, 21 marzo, è il giorno dell’equinozio.
Tecnicamente, significa che la rivoluzione ha portato il sole allo zenit rispetto all’equatore. Tecnicamente, questo momento è stato raggiunto ieri, 20 marzo, alle ore 22:24.
Questo è il giorno in cui il giorno è in equilibrio con la notte. Questo è il giorno in cui inizia la primavera – il momento di rinnovamento, di rigenerazione della vita. Anche se il mondo moderno non vi fa più caso, l’importanza di questo giorno è conosciuta, e misteriosamente tramandata, nei millenni della storia umana.
Come ad ogni equinozio, Renovatio 21 vuole scrivere qualcosa. O meglio, lasciare la parola a quei pochi che hanno voluto, nel corso della storia, significare sulla cara la meraviglia di questo momento.
Questa poesia si chiama proprio L’Equinozio di Primavera («The Spring Equinox»). L’autrice è Anne Ridler (1912-2001), poetessa inglese che aveva lavorato con T.S. Eliot. Questi versi sono stati scritti alla fine degli anni Trenta.
Concediamoci questo momento di meditazione estetica. Concediamoci questa «pausa tra il sonno e la veglia».
Sospendiamoci in questa metafisica del passaggio, quando «il sole oscilla sulla linea equinoziale», e la nostra anima può permettersi per un attimo di concepire la bellezza del creato e dei suoi cicli.
Now is the pause between asleep and awake: Two seasons take A colour and quality each from each as yet. The new stage-set Spandril, column and fan of spring is raised against the winter backdrop. Murrey and soft; Now aloft The sun swings on the equinoctial line. Few flowers yet shine: The hellebore hangs a clear green bell and opulent leaves above dark mould; The light is cold In arum leaves, and a primrose flickers Here and there; the first cool bird-song flickers in the thicket. Clouds arc pale as the pollen from sallows; March fallows are white with lime like frost.
This is the pause between asleep and awake: The pause of contemplation and of piece, Before the earth must teem and the heart ache. This is the child’s pause, before it sees That the choice of one way has denied the other; Must choose the either, or both, of to care and not to care; Before the light or darkness shall discover Irreparable loss; before it must take Blame for the creature caught in the necessary snare: Receiving a profit, before it holds a share. |
Ora è la pausa tra il sonno e la veglia: due stagioni prendono ancora un colore e una qualità ciascuna da ciascuna. Sullo sfondo invernale si erge la nuova scenografia con pennacchio, colonna e ventaglio di primavera. fulva e morbida; Ora in alto Il sole oscilla sulla linea equinoziale. Pochi fiori brillano ancora: l’elleboro pende un chiaro campanello verde e foglie opulente sopra la muffa scura; La luce è fredda nelle foglie di arum, e una primula guizza qua e là; il primo fresco canto degli uccelli guizza nella boscaglia. Le nuvole sono pallide come il polline dei salici; I maggesi di marzo sono bianchi di calce come il gelo.
la pausa della contemplazione e del silenzio, prima che la terra brulichi e il cuore soffra. Questa è la pausa del bambino, prima che veda che la scelta di un modo ha negato l’altro; Deve scegliere l’uno o l’altro, o entrambi, di preoccuparsi e non preoccuparsi; Prima che la luce o l’oscurità scoprano una perdita irreparabile; prima che debba prendersi La colpa per la creatura presa nella trappola necessaria: ricevere un profitto, prima che detenga una quota |
Pensiero
L’arresto di Trump può portare alla pace mondiale?

Donald Trump potrebbe essere arrestato questo martedì. Dopo alcune voci trapelate ai media, lo ha dichiarato lui stesso sul suo social Truth.
L’ex presidente Donald Trump ha annunciato sabato che si aspetta di essere arrestato da un procuratore distrettuale di Nuova York la prossima settimana e ha invitato i suoi sostenitori a sollevarsi in protesta.
«Fughe di notizie illegali da un ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan corrotto e altamente politico, che ha permesso di stabilire nuovi record di crimini violenti e il cui leader è finanziato da George Soros, indicano che, senza che nessun crimine possa essere provato, e sulla base di un vecchia e completamente sfatata (da numerosi altri pubblici ministeri) favola, il candidato repubblicano di gran lunga leader ed ex presidente degli Stati Uniti d’America, sarà ARRESTATO martedì della prossima settimana», ha scritto Trump, tutto in caratteri maiuscoli.
L’ex presidente sarebbe incriminato per questioni legate ad un presunto pagamento per il silenzio – in America lo chiamano hush money – alla pornostar Stormy Daniels, con la quale avrebbe passato una nottata molti anni fa. Il cavillo starebbe nel fatto che quello potrebbe essere danaro elettorale.
Il riferimento a George Soros nel messaggio di Trump riguarda una dinamica sconosciuta in Italia, dove il finanziere magiaro è noto più che altro per gli aiuti alle ONG dell’immigrazione e per la megaspeculazione che distrusse la lira italiana nel 1992. In America George Soros ha implementato in questi anni una tecnica nuova: sostiene i candidati procuratori, così da modificare completamente gli equilibri cittadini (i criminali vengono messi subito in libertà, talvolta anche senza cauzione, ritenuta ora «razzista»).
La notizia dell’arresto di un ex presidente non ha precedenti nella storia americana. Ne ha, tuttavia, in quella dei Paesi del Terzo Mondo. Trump lo ha notato nel proseguo del suo messaggio.
«La nostra nazione ora è il terzo mondo e sta morendo. Il sogno americano è morto! Gli anarchici di sinistra radicale hanno rubato le nostre elezioni presidenziali e, con esse, il cuore del nostro Paese. I patrioti americani vengono arrestati e tenuti in cattività come animali, mentre criminali e teppisti di sinistra possono vagare per le strade, uccidendo e bruciando senza punizione. Milioni di persone stanno invadendo i nostri confini aperti, molti provenienti da carceri e istituti psichiatrici. La criminalità e l’inflazione stanno distruggendo il nostro stesso stile di vita».
L’effetto, al momento, è stato quello di ricompattare il Partito Repubblicano attorno a Trump, che affronta la sfida impegnativa da parte della candidatura del posato, e amatissimo, governatore della Florida Ron De Santis. La destra americana istituzionale ora parla di Banana Republic e si trova giustificata nel farlo da questo inedito assoluto di un ex presidente messo in manette. La simpatia va comunque al di là del partito. Elon Musk ha scritto che se Trump verrà arrestato vincerà le prossime elezioni con una valanga di voti.
Si specula in rete su quali possano essere i motivi di una mossa del genere. I democratici vogliono creare un diversivo – un’arma di distrazione di massa – così da distogliere l’attenzione del popolo dal collasso bancario che sta travolgendo le piccole banche americane, in attesa che si possano contagiare le grandi? Vogliono essere liberi di salvare con i soldi dei contribuenti gli istituti amici?
Oppure si tratta del problema di Biden? Il Partito Repubblicano ha appena rivelato un’ulteriore tassello nella saga della corruzione del clan Biden: milionate dai cinesi (quelli con cui Washington ora minaccia la guerra per Taiwan… ma a cui ha di fatto lasciato l’Afghanistan e i suoi trilioni minerari) sarebbero finite anche a Hallei Biden, la vedova di Beau Biden, il figlio morto di Joe, la quale ha pensato bene, in una squallida soap opera di terz’ordine, di mettersi con il cognato drogato e depravato, Hunter Biden.
Sui media il nuovo scandalo di estrema corruzione dei Biden non attacca, ma sempre più in realtà cominciano a scoprirlo (non i lettori di Renovatio 21, che ne sono informati da anni e anni, anche e soprattutto riguardo le trame cinesi dei Biden, che passa per barili di petrolio delle riserve USA venduti stranamente ora a Pechino e pericolose centrali nucleari cinesi in cui ha investito Biden jr.).
E quindi, di cosa si tratta davvero? Non abbiamo certezza. Ma ci sono voci che girano che sono allucinanti – o incoraggianti, non sappiamo bene dire. Secondo Alex Jones, che cita fonti che è facile credere che abbia, Trump sarebbe già in contatto con la procura di Manhattan per costituirsi martedì. Perché mai dovrebbe farlo?
Trump è un uomo di spettacolo, e quindi ha ben presente la teatralità e il significato di tutto il processo mediatico-giudiziario: ti mettono le manette, ti leggono i tuoi diritti (come nei film, sì), ti portano dentro per prenderti le impronte digitali… in America vi è inoltre l’abitudine della perp walk: le forze dell’ordine fanno sfilare in luogo pubblico l’accusato ammanettato, portato via da orde di agenti armati, mentre telecamere e obiettivi fotografici riprendono tutto, tra giornalisti che urlano domande e popolani che urlano e basta. Curiosamente, la pratica fu popolarizzata negli Ottanta da un famoso procurato di Nuova York, Rudolph Giuliani, che poi diverrà avvocato di Trump (e tra i primi depositari del laptop dall’inferno di Hunter Biden).
Donald sta allora cercando di spettacolizzare il suo arresto? Lo fa per motivi elettorali – la persecuzione potrebbe sbaragliare chiunque alle primarie – o ha in mente altro?
«Protestate, riprendetevi la nostra Nazione!» scriveva Trump in chiusura del messaggio. È un messaggio particolarmente rilevante: perché l’ultima volta che lo ha detto, è finito nei guai, accusato di aver fomentato il J6, ossia la protesta del 6 gennaio 2021 al Campidoglio di Washington. Anche qui, c’è una sfumatura da considerare: come riportato da Renovatio 21, la narrativa ufficiale sugli eventi di Capitol Hill – quella dei democratici – sta crollando sotto l’esposizione dei video di sorveglianza, finora incredibilmente secretati, che mostrano la polizia aiutare i manifestanti, i quali dentro al Palazzo si comportano pacificamente. Il fatto che nella massa vi fosse una grande quantità di agenti FBI è oramai indiscutibile verità pubblica accettata dalle stesse testate dell’establishment.
Trump sta chiedendo un’altra sollevazione popolare, questa volta in tutto il Paese?
Qui sta, in verità, la chiave di volta non solo per la politica americana, ma per il destino del pianeta. Non crediamo di esagerare.
Il mondo non è mai stato così vicino alla guerra termonucleare, nemmeno a Cuba con Kennedy e Krushev (che, da uomini, risolsero la cosa), nemmeno durante tutta la Guerra Fredda. Questo sta a significare che il problema, per lo Stato profondo di Washington, non è mai stato il comunismo… è, forse, l’odio totale per la Russia e per l’Europa, è l’odio per la vita e per la Civiltà, è l’hybris distruttiva che possiede le menti di chi dispone segretamente di tanto potere. Non abbiamo dubbi a dire che questa pulsione è una pulsione demoniaca.
Trump in questi giorni si è scagliato, e a più riprese, contro l’apparato militare e diplomatico statunitense, facendo nomi e cognomi (i neocon e Victoria Nuland), annunciando la sua cancellazione in caso di vittoria elettorale.
Ha detto pure che con lui al potere la guerra non sarebbe mai iniziata, e che lui sarebbe in grado di risolverla in 24 ore. Gli crediamo. E per un semplice motivo: come ha rivendicato lui stesso, è di fatto uno degli unici presidenti USA che non ha iniziato guerre nel suo mandato.
Ora, una crisi della politica interna americana, esacerbata dall’arresto e magari perfino dall’imprigionamento dell’idolo di milioni di americani working e middle-class oramai disgustati irreversibilmente dalle élite e dal sistema, non potrebbe che togliere la pressione USA sull’Ucraina. E di qui, si arriverebbe subito alla fine della guerra: perché abbiamo imparato che sono gli angloamericani a non volere la pace, come dimostrato dalla visita di Boris Johnson ad aprile 2022, quando pareva che Mosca e Kiev avessero trovato l’accordo, per far saltare tutto.
Lo scenario di caos in America può andare dalla protesta pacifica (come il J6) alla vera guerra civile, la Seconda Guerra Civile americana tanto annunciata in questi anni praticamente da politici, investitori, utenti social e dagli stessi interessati Trump e Biden. La società è polarizzata in modo inguaribile, le posizioni – su ogni argomento, e pensate solo alla questione dell’aborto alla Corte Suprema – sono inconciliabili. In America convivono due tribù antropologicamente opposte. Gli hutu e i tutsi del Ruanda nel 1994.
Non che l’amministrazione non abbia fatto le debite preparazioni: appena iniziata l’era Biden era cominciata la conversione degli obiettivi delle agenzie di sicurezza (come l’FBI): non più i terroristi, ma i «terroristi domestici», e cioè genitori che si oppongono agli indottrinamenti gender-razzisti nelle scuole, dissidenti pandemici, persone dubbiose del voto elettronico, utenti social «conservatori», più ovviamente i sostenitori del MAGA… ultimamente si è appreso che pure i cattolici della Messa in latino erano nel mirino dell’FBI.
Lo scontro tra le parti può diventare conflitto aperto. Hutu e vatussi d’improvviso non convivono più.
A quel punto, il drone americano, invece che volare sul Mar Nero (e farsi pisciare addosso dal Su-27 russo) potrebbe ripiegare nel lavoro, ben più orribile, di sorvegliare e bombardare qualche fattoria in Ohio, Wyoming, Idaho, il paesino della Florida, il ranch nello Utah, la cittadina del Wisconsin… il fatto che gli americani, grazie al Primo Emendamento della loro Costituzione, sia armati fino ai denti, può essere ovviato dal potere solo con l’uso di tecnologie come quelle degli UAV (in attesa di robocani e slaughterbots). È una prospettiva orrenda, tuttavia è quella che sposterebbe indietro le lancette dello sterminio atomico.
Sì, una guerra civile americana può salvare il pianeta dalla distruzione terminale. Il gioco in cui si è messo Trump è questo.
Trump è un personaggio principale di questa storia pazzesca. È l’uomo che può riportare la pace e l’ordine sulla Terra. Ha bisogno di una mano, perché non può nulla da solo: ciò che egli può fare è possibile solo grazie al fatto che egli rappresenta un intero popolo.
Non abbiamo idea di cosa dobbiamo aspettarci. Potrebbe succedere di tutto, così come tutto potrebbe risolversi in un puf. Solo cani che abbaiano, per guadagni di carriera o calcoli di politica spettacolo. Oppure potrebbe innescarsi il cambiamento di cui il mondo ha disperatamente bisogno in quest’ora buia.
Abbiamo bisogno che i ragazzi ucraini e i ragazzi russi non muoiano più. Abbiamo bisogno di ridare impulso alla nostra economia devastata, ridare energia alle imprese ormai sfinite, finire di impiccare la povera gente alle bollette. Abbiamo bisogno di far ripartire una Civiltà della vita che si opponga alla Cultura della Morte.
Preghiamo perché ciò avvenga, per qualsiasi via.
In passato Renovatio 21 ha fatto dire delle Messe per il presidente Trump. Ora ne faremo dire una per il popolo americano, che, solo, ha in mano la possibilità di far capitolare il vero Impero del Male che ci minaccia tutti.
Che il Signore ci aiuti in quest’ora di tenebra. Che il Signore ci aiuti a vincere sull’Impero della Morte.
Roberto Dal Bosco
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