Pensiero
Il Natale degli orfani della Signora Blu
Come ogni anno, Renovatio 21 ripropone la sua classica storia di Natale. Una storia che potrebbe essere terribilmente vera. Una storia che, in questo tempo devastato, ha ancora tantissimo da trasmettere.
Natale: nell’immaginario che ciascuno si porta dietro dall’età infantile, c’è una buona dose di storie a base di bambini senza casa abbandonati al freddo e alla crudeltà della società sino alla redenzione fiabesca: la piccola fiammiferaia, i bambini di Dickens, l’orfanella e le stelle d’oro, la stessa leggenda di San Nicola poi trasformatosi nella persistenza della cultura popolare nel tizio chiamato «Babbo Natale».
Mi sono talvolta chiesto, specie durante il Santo Natale quale idea del Creatore e del creato possa avere un bambino orfano, cioè un piccolo essere umano al picco della sua immaginazione – e quindi della sua devozione potenziale. Come l’innocenza può spiegarsi l’ammasso di dolore ed irrazionalità di un mondo tremendo, se non è neanche minimamente schermata dalla presenza dei genitori?
Una risposta mi arrivò, tempo addietro, dalla lettura di un articolo di un giornale statunitense.
Una mitologia, una religione segreta sorprendentemente coerente era stata elaborata con grande dettaglio dal mondo degli orfani
Nel giugno 1997 la giornalista Linda Edwards pubblicò una storia nel Miami New Times con il titolo Myths Over Miami («Le leggende sopra Miami») in cui elencava una serie di racconti vividi uditi da bambini senzatetto della grande città della Florida.
La Edwards intervistò i piccoli vagabondi nei rifugi dei barboni e lungo le strade, facendo una scoperta sensazionale: una mitologia, una religione segreta sorprendentemente coerente era stata elaborata con grande dettaglio dal mondo degli orfani. Secondo la giornalista, questa sorta di canone teologico era condiviso da tutti i bambini senzatetto di età inferiore ai 10 anni, e probabilmente – scriveva – non solo a Miami, ma in tutti gli Stati Uniti, con esempi da Chicago e Oakland, in California.
Una sorta di canone teologico condiviso da tutti i bambini senzatetto di età inferiore ai 10 anni
Queste storie rappresentavano, e rappresentano tuttora, «un esempio eclatante di “poligenesi”, termine usato dagli studiosi di folclore per designare l’apparizione simultanea di storie vivide e simili in luoghi lontani fra loro». Un caso che conferma idee come quella dell’inconscio collettivo proposto da Carl Gustav Jung.
Trasmessa per via orale da bambini nei rifugi per homeless, tale religione – a cui talvolta ci si riferisce come secret stories, «storie segrete» – era un miscuglio ricco e bizzarro, carico di orrore e pericolo imminente. Agli occhi dello studioso delle religioni essa appare come uno strano, struggente, disperato culto gnostico. Le leggende si accompagnavano a rituali e credenze per evocare o contenere le forze demoniache, che erano tremende e quotidianamente attive nella vita di strada.
11 settembre in Paradiso
Secondo l’articolo, questi bambini credevano che la notte di Natale di qualche anno prima i demoni avessero assaltato il cielo, mandando in frantumi il palazzo di marmo di Dio e facendolo fuggire; da allora Dio non era mai più tornato, di lui non si hanno notizie, forse è esiliato da qualche parte. Di conseguenza, sono rimasti solo gli angeli a difendere ciò che era rimasto del Cielo e della Terra dopo questo repentino golpe demoniaco.
Il disastro – una sorta di 11 settembre in Paradiso – fu stato tenuto segreto dal resto del mondo, ma i bambini senzatetto furon stati allertati dai parenti morti che, come spiriti, avevan il compito di trasmettere la notizia. In particolare i genitori o i fratelli morti, per il credo degli street children, appaiono in alcuni momenti per guidare i vivi: non vengono dall’aldilà. Tali spiriti (i bimbi evitano la parola ghost, che secondo loro richiama baggianate della cultura popolare come il fantasmino Casper, preferendo sempre il termine spirit) nel quale la religione degli scugnizzi americani non crede, al massimo risiedono in una sorta di campo di base degli angeli da qualche parte nelle foreste paludose delle Everglades, un luogo magico custodito da alligatori giganti che divorano gli intrusi e dove scorre un fiume di acqua limpida, fredda e potabile. Per assicurarsi che i cari defunti arrivassero lì, una foglia di palma fresca doveva essere posta sulle loro tombe per fungere da pass per l’ingresso nell’accampamento angelico.
I parenti morti agiscono quindi come intermediari tra gli angeli e i bambini, portano notizie dalla battaglia contro i demoni. Questi spiriti hanno le esatte fattezze di quando erano vivi, persino indossano i medesimi vestiti, ma possiedono intorno a loro lievi aureole colorate. All’inizio, uno spirito non può che muovere le labbra senza produrre suoni, ma alla fine, mentre imparano a comunicare dal mondo degli spiriti, possono essere ascoltati, avvertendo e consigliando i bambini. Un bambino ha raccontato di suo cugino morto manifestandosi per congratularsi con lui per aver vinto una gara di spelling in un rifugio, per poi mostrargli una scorciatoia per la sua scuola elementare che evitava i branchi di ubriachi e avvertendolo della fuga di Satana dalla sua prigione.
Un altro caso straziante è quello di Miguel, un bimbetto di otto anni. Suo padre, un immigrato nicaraguense,faceva il turno di notte in una stazione di servizio di Miami. Miguel camminava sempre per strada da solo per portare a suo padre una bibita proprio prima di andare a letto, così da fare due chiacchiere con il papà. Poi una notte il padre fu assassinato: «la polizia dice che i ladri hanno lasciato dei fiammiferi accesi sopra di lui prima di ucciderlo», ricorda Miguel.
La madre di Miguel non parlava inglese ed era analfabeta. Spesso veniva pagata meno di due dollari l’ora per i lavori temporanei che poteva trovare a Little Havana (lavare i pavimenti dei negozi, lavare i piatti nei ristoranti). Dopo la morte del marito, perse il suo appartamento. A prescindere da dove dormissero Miguel e la sua famiglia orfana (i bancali di una chiesa, un letto di rifugio, un marciapiede), lo spirito di suo padre appariva, insanguinato e bruciato in ogni parte del corpo da minuscole fiammelle.
Gli insegnanti di Miguel lo acchiappavano spesso mentre scappava dalla sua scuola nel centro di Miami, con i suoi piccoli pugni pieni di verdi foglie di palma, determinato a trovare la tomba di suo padre. Quando alla fine un assistente sociale lo portò al cimitero, Miguel si rifiutò di offrirle spiegazioni. «Ho bisogno di mio padre per trovare gli angeli» disse Miguel a alla Edwards in una struttura caritatevole dell’Esercito della Salvezza situata vicino al quartiere di Liberty City. «Andrò lì quando verrò ucciso».
Satana e le porte dell’Inferno
Come risultato della scomparsa di Dio, i demoni trovarono delle «porte d’accesso» al mondo umano. I bambini credono che questi portali si nascondano in frigoriferi abbandonati, Jeep Cherokees con finestre oscurate, specchi e «la città fantasma», cioè come essi chiamano un cimitero nella contea di Dade. Attraverso le «porte», i demoni (chiamati proprio in questo modo: ogni wicked spirit, «spirito cattivo», è definito «demone») vengono a sfamarsi: essi si cibano delle emozioni disforiche degli umani. Gelosia, odio e paura.
Attraverso dei «portali», i demoni vengono sulla Terra a sfamarsi: essi si cibano delle emozioni disforiche degli umani. Gelosia, odio e paura
Satana aveva un odio speciale per Miami a causa di un’umiliazione che aveva sofferto lì mentre era in perlustrazione alla cerca di porte di accesso per i suoi demoni. Satana non ebbe problemi ad infiltrarsi tra la gente benestante di South Beach, nonostante fosse coperto di scaglie d’oro e d’argento; i bimbi ritengono che «la gente ricca talvolta può essere davvero stupida e venire fregata». Il demonio trovò una delle sue possibili bocche dell’Inferno sotto un edificio sul lungo di Ocean Drive, l’Hotel Colony.
Tuttavia, mentre era intento a corrompere il proprietario con 10 Mercedes, Satana fu catturato dagli angeli e intrappolato sotto il fiume che scorre attraverso Miami. A causa di questo, la sua pelle diventò di colore bordeaux, le corna crebbero dalla sua testa e il fiume bollì e si trasformò in sangue, mentre le urla spettrali dei bambini che aveva assassinato risalirono dalle sue profondità.
Ma, dicono le storie segrete, Satana non rimase intrappolato a lungo. Scappò dalla sua prigione fluviale per tornare alla sua opera di devastazione. Allineati contro l’esercito di demoni erano gli angeli, che amano i neon abbondanti di Miami perché ne mordicchiano la luce per permettere loro di volare.
Le pallottole della Signora Blu
La principale figura di questo esercito di creature del bene è la Blue Lady, che ha la pelle pallida e vive nell’oceano; non può usare il suo potere per contrattaccare i maligni liberamente, però, perché a causa di un incantesimo demoniaco bisogna conoscere il suo nome segreto per riuscire ad evocarla – e purtroppo in pochi conoscono quel nome.
«Se tu e i tuoi amici siete su un angolo di una strada quando una macchina viene sparando proiettili e un bambino urla il suo vero nome, tutti saranno al sicuro – racconta una delle fonti di Linda Edwards, un bimbetto di nome Andre – anche se le pallottole ti strappano la pelle, la Blue Lady le fa cadere a terra. Lei può parlare con noi, anche senza che venga pronunciato il suo nome. Lei dice “tieni duro”».
Un’altra ragazza ha descritto di aver visto la Signora Blu, con fiori che scendono dalle sue braccia, e i disegni dei bambini spesso la mostrano mentre protegge i bambini sparando con la rivoltella a demoni e gangster.
Una volta che hanno visto la faccia di un bambino, sia la Blue Lady che i demoni possono sempre trovarli di nuovo. Lo stesso vale per gli spiriti. I bambini vivevano nella paura della più terrificante figura in questa orda di demoni. Essa era chiamata con una espressione spagnuola: La Llorona, cioè «colei che piange». È conosciuta anche come Bloody Mary, un demone di tale potenza da essere temuta dagli angeli e persino dallo stesso Satana.
La madre sanguinaria
La Llorona, o Bloody Mary, piange sangue o lacrime nere da orbite vuote e si nutre del terrore dei bambini. Credevano che se si svegliassero di notte e la vedessero, sarebbero stati segnati a morte. Una bambina di 10 anni di nome Otius, descrisse come Bloody Mary predava i bambini: «Alcune ragazze senzatetto sentono le unghie graffiare sulla pelle delle loro braccia. La loro mano sembra un fuoco rosso. È Bloody Mary che le trascina in schiavitù – facendole entrare nelle gang, facendole divenire pazze».
Bloody Mary può essere evocata in una stanza buia cantando il suo nome davanti a uno specchio cosparso di acqua dell’oceano; e quando arriva, fa esplodere i vetri mutilando le sue vittime prima di ucciderle. I bambini credevano che portasse un rosario rosso che usava come arma, colpendo i bambini in faccia per ucciderli. I bambini credevano anche che lei fosse la grande alleata di Satana. Secondo le storie segrete, aveva ucciso il suo stesso bambino e aveva quindi giurato di uccidere tutti i bambini umani.
Secondo le storie segrete, Bloody Mary aveva ucciso il suo stesso bambino e aveva quindi giurato di uccidere tutti i bambini umani
C’era tuttavia una solida speranza: su 1.000 ragazze senzatetto, una era definita la Special One, una bambina intelligente, coraggiosa, pura, una bambina che poteva fungere da esempio per le altre. Bloody Mary non poteva toccarla, e in sua presenza fuggiva, lasciando intravedere un volto grazioso e luminoso nella sua scia, cioè l’immagine di come era prima che fosse consumata dal male.
In una allucinante, rivoltante distorsione blasfema, i bimbi credevano che Dio, negli ultimi giorni prima di fuggire dal Cielo, fosse stato quasi sopraffatto da tutte le crisi sulla Terra create da Bloody Mary, e questa distrazione le permise di prendere d’assalto le mura con il suo esercito di demoni e cacciare fuori Dio; ma che non era solo questo che fece fuggire Dio – lo fece, impazzito dal dolore, quando realizzò la vera identità di Bloody Mary: la Madre di Cristo. Era così sconvolto, che era fuggito per non farsi più trovare.
Metafora per il lettore
Questa storia è disturbante quanto spettacolare, tanto che dopo una decade l’articolo è riemerso in piena era social media con migliaia di condivisioni, forum in rete che fanno le pulci all’articolo (molti lo ritengono un falso). Ci sono echi di altre credenze nella religione degli orfani – il nome Bloody Mary e la sua evocazione sono storielle di paura familiari ai bambini in tutto il mondo occidentale, mentre Blue Lady assomiglia a Yemaya, una dea Santeria cubana, ed Erzulie, uno dei Loa del Vudù; nulla di simile a una mitologia coerente a livello nazionale tra i bambini tuttavia era stata rivelata prima.
Gli scrittori di romanzi immediatamente vi si ispirarono. Stephen King usò alcuni aspetti della storia in uno dei suoi libri. L’autrice fantasy Mercedes Lackey vi basò sopra un libro, Mad Maudlin. La (quella sì demoniaca) Disney acquistò i diritti dell’articolo della Edwards nel 2000, al fine di realizzare un film (che ancora non si è visto) tramite la mano del «maestro dell’horror» (ah, Topolino!) Clive Barker, un omosessuale capace di fantasie particolarmente cruente come visibile in Hellraiser.
Questa religione degli orfani è, per l’appunto, la religione di un popolo innocente e abbandonato. Un popolo tradito, sotto costante attacco del male
Tuttavia, non è fiction quello che questa storia ispira a me.
Questa religione degli orfani è, per l’appunto, la religione di un popolo innocente e abbandonato. Un popolo tradito, sotto costante attacco del male, un popolo i cui difensori vivono in riserve indiane; un popolo che in qualche modo resiste alla lusinga del male che appare il vincitore materiale della storia della creazione.
È un credo disperato sino alla perversione, perché divenuto cieco, privo di riferimenti, dove il vertice ha misteriosamente abdicato alle sue sacre responsabilità, e la figura della madre diventa orrenda assassina prima del suo stesso figlio e poi dei figli dell’uomo tutti…
Il vertice ha misteriosamente abdicato alle sue sacre responsabilità, e la figura della madre diventa orrenda assassina prima del suo stesso figlio e poi dei figli dell’uomo tutti
Caro lettore, cosa ti ricorda tutto questo? Davvero non riesci a vederlo?
Viviamo un incredibile momento, taciuto da tutti, dove le forze del male hanno preso il Sacro Palazzo, dove il capo umano è fuggito, dove la Madre (l’istituzione era chiamata anche così, Madre Chiesa, prima che accettasse il gender con l’Amoris Laetitia) è diventata massacratrice di Cristo in riti in cui oltraggia il Suo corpo nel modo più osceno, e assassina materiale dei bambini, quando, come con l’avallo della legge 194/1978 e della 40/2004 tollera e financo stimola de facto la strage dei bimbi innocenti.
Una chiesa infestata dai demoni, sotto cui qualcuno pure è riuscito a mantener la Fede, nell’attesa di una santa persona (una Vergine?) che faccia sfuggire il mostro di iniquità che la neochiesa è divenuta.
I bambini di Miami, nella loro disperazione, lo hanno in qualche modo capito.
Siamo stati abbandonati, ma non per sempre
Siamo stati abbandonati, ma non per sempre.
Buon natale, lettore, che sei anche tu orfano come me della nostra madre.
Buon Natale, dal profondo di quel poco di cuore innocente che ci è ancora rimasto.
Roberto Dal Bosco
Immagine di Carsten Titlbach via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Pensiero
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?
All’inizio di questo mese, il rituale dell’accensione della torcia olimpica – di fatto la prima cerimonia dei Giochi Olimpici – si è tenuta ad Olimpia, in Grecia, presso l’antico tempio di Era, la moglie di Zeus, padre degli dei greci detti, appunto, olimpici. Lo riporta LifeSite.
Accompagnata da uno stuolo di vestali per qualche ragione tutte bianche, l’attrice greca Mary Mina ha interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» che aveva funzione, tra le altre cose, di offrire una «preghiera» agli dèi olimpici.
«Apollo, dio del sole e dell’idea della luce, invia i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola per la città ospite», cioè Parigi. «E tu, Zeus, dona la pace a tutti i popoli della terra e incorona i vincitori della corsa sacra».
🗣️ “Apollo, God of sun, and the idea of light, send your rays and light the sacred torch for the hospitable city of Paris. And you, Zeus, give peace to all peoples on earth and wreath the winners of the Sacred Race.”#Paris2024 | @Paris2024 pic.twitter.com/FHMEmJ134U
— The Olympic Games (@Olympics) April 16, 2024
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Il Comitato Olimpico Ellenico organizza l’evento, che ha una durata di circa 30 minuti, ed elenca sul suo sito il resto dell’«Invocazione ad Apollo».
Silenzio sacro
Risuonino il cielo, la terra, il mare e i venti.
Le montagne tacciono.
I suoni e i cinguettii degli uccelli cessano.
Per Febo, il Re portatore di Luce ci terrà compagnia.
Apollo Dio del sole e dell’idea della luce
manda i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola
per l’ospitale città di…
E tu Zeus dona la pace a tutti i popoli della terra e
incorona i vincitori
della Razza Sacra
Il gruppo spiega che la prima cerimonia di accensione della torcia ebbe luogo nel 1936 con «l’alta sacerdotessa Koula Pratsika, considerata una pioniera della danza classica in Grecia e fu la prima coreografa della cerimonia di accensione». La Pratsika nell’ambito dei celeberrimi Giochi di Berlino – quelli dello Hitler e di Jesse Owens, e di Leni Riefenstahl – e che da allora si è svolta più o meno prima di ogni Olimpiade.
La coreografa Artemis Ignatiou dirige lo spettacolo dal 2008. Originaria della Grecia, ha precedentemente interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» ed è stata coinvolta nella produzione dagli anni Novanta.
È, ammetterà anche il lettore, molto molto curioso: la preghiera ai dei dell’Ellade rispunta per lo Sport, quando invece, l’invocazione che nei secoli si è pronunziata per la medicina – il giuramento di Ippocrate – è oramai quasi del tutto sparito in tutto il mondo – e mica lo vediamo solo in Israele, lo abbiamo visto anche sotto casa durante il COVID. I motivi, li sapete: quelle frasi sul fatto che il medico non darà sostanze abortive, né cagionerà la morte del paziente… Siamo lontani anni luce da ciò che oggi deve fare il dottore, e cioè servire la Necrocultura, estendendo la morte ovunque si possa.
È bene ricordare anche che il mondo moderno ora esige un altro culto pagano greco, quello alla dèa preolimpica (cioè, ctonia) Gaia, che tramite le elucubrazioni dell’ambientalismo è divenuta la Terra stessa, intesa come unico essere vivente minacciato dalla presenza umana. Del resto, Gaia apparteneva alla stirpe dei titani, come Crono, il dio che divorava i suoi figli…
Ma torniamo al fuoco pagano dei Giuochi. Il sito olimpico ricorda che i giochi iniziarono nel 776 a.C. e continuarono fino al 393 d.C. quando l’imperatore cristiano Teodosio I li abolì. «Le sue cerimonie di apertura sembrano quasi sempre incorporare temi massonici o globalisti» scrive LifeSite. «I giochi di quest’anno sono stati annunciati come le prime Olimpiadi “della parità di genere”. Ciò significa che uomini e donne avranno una rappresentanza 50-50 nella competizione. Detto in altro modo, ci saranno tanti atleti maschi quante sono le atlete. Questo è stato presentato come un importante segno di “progresso”».
Alla cerimonia di accensione della torcia, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach ha sottolineato che i giochi di quest’anno saranno «più giovani, più inclusivi, più urbani, più sostenibili». Si riferiva al fatto che sarà allestita una «Pride House» pro-LGBT per «sostenitori, atleti e alleati LGBTI+».
«I Giochi sono una celebrazione della diversità», afferma il sito ufficiale delle Olimpiadi. «In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, Parigi 2024 ribadisce il suo impegno nella lotta contro ogni forma di discriminazione», riferendosi eufemisticamente a qualsiasi opposizione all’omosessualità o al transgenderismo e aggiungendo che la «Pride House» ha lo scopo di «celebrare» le «minoranze» LGBT e il loro «orgoglio».
LifeSiteNews ci tiene a ricordare che «come i precedenti Giochi Olimpici, Parigi 2024 sarà probabilmente una cloaca di impurità. (…) la fornicazione è dilagante e nel Villaggio Olimpico dove soggiornano gli atleti vengono distribuiti contraccettivi gratuiti».
Riguardo al sesso al villaggio olimpico, chi ha partecipato da atleta ad un’Olimpiade in genere torna con racconti impressionanti – dionisiaci, erotici, del resto sempre di dèi greci si tratta, Dioniso, Eros, e mettiamoci pure dentro pure la poetessa greca Saffo, che dea non è, ma popolare di certo lo deve essere presso certe giocatrici di basket, ad esempio, e neanche solo quelle.
Del resto, metti quantità di giovani sani (in teoria: da Tokyo sappiamo quanti ne ha rovinati, financo sportivamente, l’mRNA) tutti insieme nello stesso luogo, e cosa vuoi che succeda? Sappiamo che la cosa capita anche alla Giornate Mondiale della Gioventù organizzate dai papati moderni, al termine delle quali trovano a terra tra la spazzatura, oltre che le ostie consacrate, anche preservativi usati da giovani e previdenti papaboys.
La questione, semmai, è capire che l’abominio pagano dello sport olimpico potrebbe essere andato molto oltre le semplici fornicazioni degli atleti: da anni si parla sommessamente del fenomeno dell’aborto-doping. Funziona così: per giovarsi della biochimica ormonale fantastica offerta dalla gravidanza e migliorare quindi le proprie prestazioni sportive, le atlete si fanno ingravidare per poi uccidere il figlio e godere del beneficio organico e muscolare della gravidanza.
Praticamente: vero e proprio doping, senza alcuno steroide sintetico – quindi perfettamente legale. Specie, immaginiamo, nelle Olimpiadi delle «pari opportunità».
«Ora che i test antidroga sono di routine, la gravidanza sta diventando il modo preferito per ottenere un vantaggio sulla concorrenza» avvertiva ancora nel 2013 Mona Passiganno, direttrice di un gruppo pro-life texano. In quell’anno emerse anche la storia di un atleta russo che avrebbe raccontato a un giornalista che già negli anni Settanta, alle ginnaste di appena 14 anni veniva ordinato di dormire con i loro allenatori per rimanere incinte e poi abortire. La procedura sarebbe così conosciuta da arrivare persino anche sui libri di testo: un libro di testo online di fisiologia del dipartimento di Fisiologia Medica dell’Università di Copenaghen sembra averne ancora traccia.
«Le atlete di punta – proprio dopo il momento in cui hanno dato alla luce il loro primo figlio – hanno stabilito diversi record mondiali» scrive il testo danese di fisiologia sportiva. «Naturalmente, questo è accettabile come evento naturale e non intenzionale. Tuttavia, in alcuni Paesi le atlete rimangono incinte per 2-3 mesi, al fine di migliorare le loro prestazioni subito dopo l’aborto».
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Altro che preghiera ad Apollo: questo è un sacrificio umano, un atto propiziatorio tramite l’uccisione della propria prole al dio pagano della prestanza fisica, della vittoria sportiva, della ricca sponsorizzazione, dell’ego incoronato etc.
E quindi: quanti sacrifici umani agli dèi antichi e moderni verranno consumati per i Giochi parigini?
Va ricordato l’aborto nel mondo sportivo non è una novità, una importante multinazionale di vestiario, negli anni, è stata accusata di aver fatto pressioni affinché le proprie atlete sponsorizzate abortissero, anche se non è chiaro se semplicemente per continuare a sfruttarne le prestazioni o per ottenerne anche i benefici corporei del doping feticida.
Diciamo pure che la strage olimpica occulta dei bambini delle atlete non potrebbe essere l’unico accento di morte da aspettarsi a Giochi di Parigi. Come noto, Macron ha fatto capire di temere per l’incolumità della sua Olimpiade, arrivando a chiedere, anche grottescamente, una «tregua» dei conflitti in corso – lui che, contro l’opinione degli omologhi europei e dello stesso popolo francese, paventa truppe NATO in Ucraina, e che secondo alcuno già sarebbero state spedite ad Odessa.
Abbiamo visto, nel frattempo, come qualcuno degli organizzatori olimpici si stia lamentando del fatto che per il nuoto la Senna sembra non andare bene: è stata rilevato troppo Escherichia Coli, cioè troppa materia fecale. Parigi è baciata da un fiume escrementizio, e vuole che gli atleti di tutto il globo vi si tuffino.
Questa immagine, del fiume di cacca in cui obbligano la gente ad immergersi, racconta bene il senso occulto dell’Olimpiade.
Tuffatevi anche voi nell’acqua marrone: dietro l’Olimpiade non c’è solo l’afflato neopagano e massonico (con le logge che da sempre rivendicano la consonanza con i principi olimpici), potrebbe esserci un’ondata di morte vera e propria.
Giochi di morte: lo Stato moderno pare volerceli infliggere a tutti i costi.
Roberto Dal Bosco
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Pensiero
Foreign Fighter USA dal fronte ucraino trovato armato in Piazza San Pietro. Perché?
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Pensiero
La giovenca rossa dell’anticristo è arrivata a Gerusalemme
Ieri si è avuta la notizia, che i grandi media non sono in grado di intercettare.
Gruppi sionisti del Monte del Tempio di Gerusalemme hanno annunciato che il 22 aprile sarà effettuato lo sgozzamento della giovenca rossa, un loro rito messianico per la fine dei tempi.
Secondo quanto riportato, sarebbe stata sottoposta alla polizia israeliana una richiesta ufficiale per permettere di portare nella spianata delle moschee un altare e dei coltelli per macellare mucche dal pelo fulvo.
ALERT 🚨 – The fanatical Zionists from Temple Mount Org have announced that April 22nd is their day to slaughter the much-vaunted #RedHeifer in Jerusalem to realise their version of the End Times messianic prophecy… https://t.co/HLo9nYbGvi pic.twitter.com/JYfs5dHORg
— Patrick Henningsen (@21WIRE) April 12, 2024
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Il rito fa parte del processo della ricostruzione del Tempio ebraico, distrutto nel 70 d.C., la cui ricostruzione porterà all’apparizione del Messia degli Ebrei, che molti cristiani considerano l’anticristo.
Questo, tuttavia, ai vari cristiani evangelici fondamentalisti americani va più che bene, perché in questo modo si accelererà la seconda venuta di Cristo stesso, che arriverà come predetto del Libro della Rivelazione dopo i sette anni di tribolazione – e cioè un conflitto mondiale, la distruzione di tutti gli ebrei che rifiutano di convertirsi, la rapture (idea fondamentalista americana di un subitaneo «rapimento» in cielo di parte della popolazione durante la guerra apocalittica) e alla fine del mondo.
È, in tutto e per tutto, l’Armageddon. E in questo caso è pure chiamare l’apocalisse così, con una parola ebraica.
Gli ebrei ritengono invece che il Tempio ricostruito porterà il loro Messia e, dal Tempio, gli ebrei governeranno cristiani e musulmani. Naturalmente, per fare questo, il luogo più sacro dell’Islam dopo La Mecca e Medina, la Moschea di Al-Aqsa, deve essere raso al suolo.
Armageddonisti ebrei e cristiani da vario tempo stavano collaborando nel trasporto di cinque «giovenche rosse» speciali e «senza macchia» dal ranch del cristiano sionista Byron Stinson in Texas in Israele più di un anno fa, dove hanno acquistato un terreno sul Monte degli Ulivi, il luogo speciale per il macello previsto tra una settimana.
La scelta del mese di aprile si basa sul fatto che le giovenche raggiungono l’età prescritta per la cerimonia. A quel punto, una o più possono essere macellate e poi bruciate, con le loro ceneri mescolate con acqua.
Questo affinché una squadra speciale, che dovrà iniziare la costruzione del Terzo Tempio, possa bagnarsi nella miscela ed essere adeguatamente purificata per il proprio compito.
Stiamo dando una versione semplificata: la realtà è molto più contorta. La chiave è un’interpretazione forzata di un passaggio del Libro dei Numeri dell’Antico Testamento, dove si parla del ruolo di una «giovenca rossa» nel purificare le mani di coloro che hanno toccato i morti.
«Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne: “Questa è una disposizione della legge che il Signore ha prescritta: Ordina agli Israeliti che ti portino una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti, e che non abbia mai portato il giogo. La darete al sacerdote Eleazaro, che la condurrà fuori del campo e la farà immolare in sua presenza. Il sacerdote Eleazaro prenderà con il dito il sangue della giovenca e ne farà sette volte l’aspersione davanti alla tenda del convegno; poi si brucerà la giovenca sotto i suoi occhi; se ne brucerà la pelle, la carne e il sangue con gli escrementi. Il sacerdote prenderà legno di cedro, issòpo, colore scarlatto e getterà tutto nel fuoco che consuma la giovenca. Poi il sacerdote laverà le sue vesti e farà un bagno al suo corpo nell’acqua; quindi rientrerà nel campo e il sacerdote rimarrà in stato d’immondezza fino alla sera. Colui che avrà bruciato la giovenca si laverà le vesti nell’acqua, farà un bagno al suo corpo nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. Un uomo mondo raccoglierà le ceneri della giovenca e le depositerà fuori del campo in luogo mondo, dove saranno conservate per la comunità degli Israeliti per l’acqua di purificazione: è un rito espiatorio. Colui che avrà raccolto le ceneri della giovenca si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera. Questa sarà una legge perenne per gli Israeliti e per lo straniero che soggiornerà presso di loro». (Num 19, 1-10)
Questa purificazione sarebbe fondamentale per il sacerdozio ebraico e il culto sacrificale. Il Jerusalem Post scrive: «ai giorni nostri, si presume che tutti gli ebrei, inclusi i kohanim [sacerdoti o discendenti dei sacerdoti, ndr], siano impuri a causa dell’impurità impartita da un cadavere. Mentre nella vita quotidiana dei giorni nostri questo status non ha molto effetto pratico, a chi è impuro con questo tipo di impurità è vietato entrare nel Tempio».
È la questione del kosher: l’ebraismo è ossessionato dalla contaminazione, da cui, secondo cui la tendenza a separare – il giudeo dal gentile, il latte della carne bovina, la donna mestruata dal resto della comunità.
Un’altra pubblicazione dello Stato Ebraico, Israel365News, spiega quindi che «la mancanza di una giovenca rossa ha lasciato tutto Israele ritualmente impuro e incapace di eseguire adeguatamente molti altri comandamenti».
Questo è un problema, perché la cerimonia deve essere completata da un sacerdote che sia lui stesso ritualmente puro. Rabbi Azaria Ariel, il direttore della ricerca del Temple Institute, spiega che il sacerdote «deve essere puro per eseguire il rituale e preparare le ceneri. Ad esempio, non può nascere in un ospedale. Abbiamo alcuni sacerdoti così».
«Cerchiamo sacerdoti che siano stati attenti a questa questione di significato, allontanandosi dai cadaveri dei cimiteri e degli ospedali. Devono avere una chiara tradizione familiare che discenda dai preti. In realtà di uomini così ce ne sono molti, moltissimi. Deve anche avere un’età in cui può macellare la mucca di almeno 15 anni e non è stato in ospedale fino a quel momento».
(Sugli ospedali come luoghi di morte, ci troviamo bizzarramente d’accordo col rabbino, ma questo è un altro discorso).
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Tuttavia, il rabbino Ariel ha anche affermato che, nel frattempo, è ancora possibile entrare nel Monte del Tempio e persino offrire alcuni sacrifici in uno stato di impurità rituale. Al contempo, il rabbino Ariele precisa che questa cerimonia «non attiva l’obbligo di costruire il Terzo Tempio» e «la costruzione del tempio non dipende dalle Giovenche Rosse».
«Noi non facciamo il rituale della giovenca rossa affinché il Messia venga affinché Dio faccia qualcosa del genere o qualcosa del genere» ha assicurato il rabbino.
Il rito di purificazione potrebbe seguire altre logiche di giudaizzazione pure della vita civile – e militare – dello Stato Ebraico.
Kassy Akiva, una videogionalista ebrea del Daily Wire, la grande organizzazione di informazione del sionista Ben Shapiro, del Daily Wire ha raccontato su Twitter che «le ceneri vengono utilizzate per creare una miscela che viene utilizzata nel processo di purificazione per accedere al cortile interno del Monte del Tempio. Gli usi pratici oggi consentirebbero agli agenti di polizia di purificarsi prima di entrare in quell’area per motivi di sicurezza invece di essere costretti ad entrare in quell’area per garantire la sicurezza senza prima purificarsi. Sebbene ciò sia consentito dalla lettera della legge ebraica, tutti concordano sul fatto che sarebbe meglio purificarsi prima di entrare».
Also to be precise: the red heifer isn't technically a sacrifice. It is slaughtered and burned on the Mt. of Olives but not on an altar. The ashes are used to make a mixture that is used in the purification process for entering the inner courtyard of the Temple Mount. Practical…
— Kassy Akiva (@KassyDillon) April 4, 2024
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In pratica, si potrebbe trattare di estendere la religione sulla società ebraica anche più secolare. Con il presente governo israeliano, il più religioso, il più messianico della storia, non poteva che essere così. È il governo dove si giustificano gli sputi ai cristiani a Gerusalemme («tradizioni», rivendica il ministro: certo), è il governo dei convegni con balli scatenati dei coloni pronti a scendere su Gaza, è il governo che non ha problemi a parlare di nuclearizzazione dei palestinesi – e degli iraniani – dopo aver usato una parola biblica, amalek, che riporta alla possibilità di annientamento di interi popoli. Genocidio: ma con radici religiose. (Dov’è che avevamo già sentito questa storia?)
In realtà, «cinque giovenche perfettamente rosse» – mucche che non hanno ancora partorito, mucche «vergini» – erano arrivate in Israele già nel settembre 2022.
All’epoca reagirono subito gli organi di stampa di Hamas a rispondere, definendolo un tentativo di «giudaizzare le sante moschee» e sostenendo che «Al-Aqsa è in pericolo».
Le giovenche sono state portate da Boneh Israel («Costruire Israele»), un’organizzazione israelo-americana composta da ebrei e cristiani. Le giovenche sono state trovate e allevate da Byron Stinson, sedicente «giudeo-cristiano» e consigliere dell’organizzazione. Un video sul sito web di Boneh Israel lo definisce «letteralmente il ragazzo che ha portato quelle giovenche rosse in Israele».
«Queste giovenche rosse possono portare la pace nel mondo! La Bibbia ci insegna che la chiave per costruire il Terzo Tempio (la Casa di Preghiera per Tutte le Nazioni) è purificarci con la giovenca rossa a Gerusalemme» scrive il sito.
Lo Stinson, come nota LifeSite, ha anche chiarito che ritiene che la cerimonia della giovenca sia un primo e necessario passo per ricostruire il Tempio, e la collega persino all’emergere di un governo mondiale:
«I rabbini sono così emozionati perché, come noi sparsi nelle Nazioni, tutti possono sentire l’avvicinarsi di un governo unico mondiale. Puoi sentire l’avvicinarsi di questo momento in cui qualcosa deve cambiare. E tutti lo sentono e ciò che cercano disperatamente è la venuta del Messia. Sanno che questo è il primo passo per poter costruire il tempio. Non puoi purificare le persone che lavoreranno nel tempio finché non avrai effettivamente quest’acqua di purificazione che proviene dalla cenere delle giovenche rosse».
«Credo che la risposta di ogni cristiano dovrebbe essere quella di sostenere la costruzione del Tempio»
Il Jerusalem Post ha anche affermato che a settembre le giovenche sono state accolte cerimonialmente all’aeroporto israeliano Ben-Gurion da diversi rabbini del Temple Institute, tra cui lo stesso rabbino Azaria Ariel e il direttore generale del ministero del Patrimonio e di Gerusalemme, Netanel Isaac.
Il Temple Institute è stato fondato dal padre di Ariel (Rabbi Yisrael Ariel) e Rabbi Azaria Ariel guida il suo dipartimento di ricerca. Il sito web dell’Istituto afferma che mentre alcune cerimonie del Tempio sono possibili in uno stato di impurità rituale, la giovenca rossa è necessaria per il completo ripristino messianico.
«Il completo rinnovamento di tutti gli aspetti del servizio del Sacro Tempio e il risveglio della completa purezza rituale tra gli ebrei dipendono dalla preparazione della giovenca rossa (…) La preparazione della giovenca rossa è una precondizione per la reintegrazione del servizio completo nel Sacro Tempio».
Il sito riporta inoltre favorevolmente l’insegnamento su questo argomento del rabbino Moshe ben Maimon – conosciuto come Mosè Maimonide (1135-1204) o «Rambam» – filosofo talmudista tra i maggiori nella storia dell’ebraismo, estremamente influente nel XII secolo. Egli collegò l’arrivo della successiva giovenca rossa con la venuta del Messia, cioè quello che gli ebrei chiamano il «mashiach» o «moshiach».
«Nove giovenche rosse furono offerte dal momento in cui fu loro comandato di adempiere a questa mitzvah [il compimento di uno dei comandamenti della legge ebraica, ndr] fino al momento in cui il Tempio fu distrutto una seconda volta. La prima è stata portata da Mosè, il nostro maestro. La seconda è stata portato da Esdra. Altre sette furono offerte fino alla distruzione del Secondo Tempio. E la decima sarà portata dal re mashiach; possa essere rapidamente rivelato. Amen, così possa essere la volontà di Dio» (Maimonide, Shefter Shoftim («Il Libro dei Giudici», capitolo 11).
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Secondo Maimonide, un’impresa fondamentale di questo presunto Messia, che costituirà peraltro una delle prove conclusive della sua affermazione, è che costui ricostruirà il Tempio di Gerusalemme.
È facile capire che se qualcuno vi dice che non esiste alcun legame tra la consegna delle giovenche rosse e la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme – e quindi la venuta del presunto messia degli ebrei – vi sta gettando fumo negli occhi, vi sta ingannando – gaslighting, dicono ora in America. Operano per l’apocalisse, ma fischiettosamente. I complottisti siete voi, che maliziosamente vedete troppe cose dietro un innocente, zufolante sacrificio veterotestamentario di mucche rosse sul Monte degli Ulivi. Avete visto troppe volte il primo Indiana Jones, con il rito ebraico che scatena quel massacro massivo orripilante. Eccerto.
Prima di parlare del significato che tutto questo ha per i cristiani, soffermiamoci a ricordare cosa significa il Terzo Tempio per i musulmani. La moschea di Al-Aqsa, si trova proprio lì. Lo sappiamo bene perché in questi anni abbiamo visto la quantità di botte che in tante occasioni le forze israeliane hanno rifiutato ai musulmani lì per – in teoria – pregare, cosa che peraltro è consentita solo a loro.
Qualcuno ricorderà anche la passeggiata che sulla spianata delle moschee compì l’allora premier israeliano Ariel Sharon nel 2000, l’atto da cui partì la seconda Intifada. Ricordiamo brevemente cosa accadde in seguito: Sharon divenne relativamente più «morbido» verso i palestinesi, formò un partito suo scindendo il Likud. Nel 2005 – esattamente come era successo anni prima a Ytzhak Rabin– finì al centro di una Pulsa DiNura, una cerimonia di maledizione cabalistica performata da una quantità di rabbini, pure ripresa da una TV locale. Se mesi dopo a Sharon venne un colpo, e restò anni in coma fino al 2014. Se vi impressionate, ripetiamo, è perché avete negli occhi I predatori dell’arca perduta.
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Si tratta di un luogo definito come terzo più sacro di tutto l’Islam. I musulmani ritengono che Maometto fu portato sul luogo del Tempio in rovina di Gerusalemme su un cavallo magico; e che legò il suo cavallo al Muro Occidentale e da lì salì al cielo e incontrò i vari profeti. Non si tratta solo di palestinesi: tutto l’Islam potrebbe reagire qualora Al-Aqsa fosse toccata.
Del resto, cerchiamo di comprendere: Israele, oltre che uno Stato etnonazionalista, può definirsi uno Stato religioso. Hamas, il nemico dello Stato Ebraico, è pure un’organizzazione religiosa – in particolare, una gemmazione locale del gruppo protofondamentalista dei Fratelli Musulmani. L’Iran – che poche ore fa ha attaccato frontalmente Israele con i suoi droni – è una Repubblica Teocratica, uno Stato fondato, rifondato su principi religiosi.
Insomma, al di là di quello che possono dirvi gli alfieri della «geopolitica laica» (quelli che vi raccontano di interessi economici, petrolio, voti dei pensionati ebrei in Florida) si tratta di una questione di religione: tutti gli attori in gioco sono enti religiosi.
In ballo c’è una guerra di religione: e quindi, come non vedere il peso assoluto della macellazione rituale della giovenca rossa?
In realtà, pochi in Italia ne stanno parlando. Non si sono addentrati i blog più complottisti, e neanche i canali Telegram pronti a rilanciare qualsiasi bufala dopaminica («re carlo è morto», «Putin si è schierato con l’Iran) per ciucciare un po’ della vostra attenzione.
Eppure, la questione religiosa dovrebbe interessare anche noi. Perché, anche se rimossi dall’equazione, siamo anche noi spinti nella catastrofe di Gerusalemme – in quanto cristiani, non potrebbe che essere così.
Si torna alla vecchia questione sottolineata più volte da Renovatio 21: c’è lo Stato Ebraico, c’è lo Stato Islamico (ce ne sono diversi), tuttavia non c’è, e non può esserci, lo Stato Cristiano – è rimosso dal discorso, non può essere nemmeno nominato. Il dogma, ad ogni latitudine occidentale e non solo, è quello dello Stato «laico», che sappiamo bene significa uno Stato retto su principi massonici – cioè su una religione ulteriore che tenta da secoli di cancellare il cristianesimo.
È stato riportato che a spingere il progetto di ricostruzione del Tempio di Salome vi sarebbe una loggia massonica britannica, la Quator Coronati. Tuttavia non è questo che vogliamo sottolineare: vogliamo dire come, ancora una volta, i cristiani pare non siano nemmeno considerati nell’equazione. Sono stati estromessi, eliminati dal discorso.
È una realtà portata a galla dal solito Tucker Carlson, che in settimana ha intervistato un pastore evangelico palestinese, mettendo in risalto il paradosso assoluto per cui – come in Iraq, come in Siria – i danari mandati dagli USA in Medio Oriente, su pressioni di lobby protestanti, finiscano per uccidere i cristiani stessi.
Questo è uno degli effetti, solo apparentemente paradossali, del messianismo sionista installato nel fondamentalismo cristiano americano: pur accelerare la fine dei tempi, aiutano la persecuzione, passano sopra il cadavere dei cristiani del Medio Oriente, finanziando ed armando Israele, che nel frattempo avanza leggi anti-conversione per proibire il proselitismo cristiano, negli ultimi mesi ha fatto registrare attacchi ai cristiani senza precedenti.
Non si tratta di frange: come riportato da Renovatio 21, anche lo speaker della Camera USA, il sempre più controverso Mike Johnson, è del gruppo, con vari legami con gruppi del sionismo messianico.
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I cattolici non stanno prendendo la cosa sul serio, anche nella storia teologi e padri della Chiesa – vengono citati San Girolamo, Sant’Ambrogio, San Gregorio Magno, San Efraim, San Giovanni Crisostomo, Sant’Ireneo di Lione – hanno stabilito che l’anticristo potrebbe essere una figura simile.
Il gesuita Francisco Suárez (1548-1617), nella sua opera De Antichristo, scrive che «c’è uno che gli ebrei aspettano e uno che tutti accoglieranno. Gli altri che pretendevano di essere il Messia non sono stati ricevuti da tutti gli ebrei, ma solo da alcuni».
L’anticristo, dice la scrittura, ingannerà il mondo intero, convincerà persino gli eletti. Per questo si ritiene che guiderà un Nuovo Ordine Mondiale, dove la fede sarà perseguitata, e l’umanità vivrà i suoi tempi ultimi.
Questo è il pensiero cristiano, al quale nessuno sembra voler far caso.
Se poi vi chiedete perché, ricordatevi di San Pio X, e di Bergoglio. Nel 1903 papa Sarto, come abbiamo ricordato più volte, ricevette il fondatore del sionismo Theodor Herzl, e gli negò qualsiasi aiuto.
«Noi non possiamo favorire questo movimento. Non potremo impedire agli ebrei di andare a Gerusalemme, ma non possiamo mai favorirlo. La terra di Gerusalemme se non era sempre santa, è stata santificata per la vita di Jesu Cristo (…) Io come capo della chiesa non posso dirle altra cosa. Gli Ebrei non hanno riconosciuto nostro Signore, perciò non possiamo riconoscere il popolo ebreo» scrive Herzl nei suoi diari.
Facciamo un salto temporale: 110 anni dopo, vediamo le immagini, girate durante il suo viaggio in Terra Santa, di papa Bergoglio, accompagnato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu (quello oggi definito «macellaio» e «genocida») mentre si reca a rendere omaggio alla tomba di Herzl. Nemmeno un rabbino: un «laico» etnonazionalista ebreo che, peraltro, si era rifiutato di baciare la mano del santo papa predecessore ed inginocchiarsi, come da protocollo vaticano.
Il mondo è rovesciato. Il mondo è stato rovesciato. Sì.
La chiesa post-conciliare quindi lavora per il sacrificio della giovenca rossa?
La Roma infiltrata dal Male vuole la manifestazione dell’anticristo, per poterlo adorare ed intronare?
Domande che vale la pena di farsi, nelle ore in cui lo spettro di una guerra atomica si fa sempre più concreto – ecco il vero sacrificio a cui mira il Male, ecco il vero Olocausto.
La cancellazione dell’umanità, l’annientamento dell’Imago Dei: stiamo parlando, davvero, di questo.
Roberto Dal Bosco
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