Immigrazione
«Gli immigrati distruggeranno Nuova York» dice il sindaco democratico
L’immigrazione di massa «distruggerà» la città di Nuova York a meno che non si faccia qualcosa al riguardo. A dirlo è lo stesso sindaco neoeboraceno Eric Adams, eletto tra le file del Partito Democratico USA.
Intervenendo ad un incontro a Manhattan, il sindaco Adams ha affermato che la città è sopraffatta da immigrati provenienti da tutto il mondo e deve affrontare un deficit di bilancio di 12 miliardi di dollari.
«Mai in vita mia ho avuto un problema a cui non vedevo una fine – non vedo una fine a questo», ha spiegato Adams in una riunione tipo municipio mercoledì sera. «Questa questione distruggerà New York City».
Secondo l’Adams, che ha un passato nella polizia, la città più popolosa degli Stati Uniti accoglie più di 10.000 migranti al mese. Mentre la maggior parte dei nuovi arrivati negli anni precedenti proveniva dall’America centrale e meridionale, gli arrivi più recenti includevano «persone di lingua russa provenienti dal Messico» e persone dall’Africa occidentale, ha detto Adams.
«Ogni comunità di questa città sarà colpita», ha aggiunto il sindaco in tono sempre più apocalittico. «Abbiamo un deficit di 12 miliardi di dollari che dovremo tagliare: ogni servizio in questa città ne risentirà. Tutti noi».
BREAKING: Mayor Adams basically conceding New York City is done because of illegal immigration and warns New Yorkers illegals will flood ALL neighborhoods. pic.twitter.com/Lj5E3BSvDX
— nycphotog (@nycphotog) September 7, 2023
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Secondo Politico, lo scorso anno fiscale la città ha speso 1,5 miliardi di dollari in alloggi e servizi per i migranti, ricevendo 140 milioni di dollari dal governo federale.
Adams ha ripetutamente cercato aiuto dal presidente Joe Biden e dal governatore Kathy Hochul – colleghi nel Partito Democratico USA – apparentemente senza alcun risultato. Il sindaco della Grande Mela li avrebbe insistentemente supplicati per ulteriori finanziamenti e per accelerare i permessi di lavoro per i migranti, in modo che possano iniziare a lavorare e alleviare almeno una parte del peso sulla città di 8,8 milioni di abitanti.
«La città che conoscevamo, la stiamo per perdere», ha tuonato il democratico Adams, sempre più simile ad un De Luca neoeboraceno ed afroamericano.
Mercoledì scorso, l’incaricato del sindaco per la sanità e i servizi umani, Anne Williams-Isom, ha sostenuto che i migranti sono attratti dalla legge sul diritto al rifugio della città di Nuova York, che ha descritto come «come il nostro piccolo segreto» un tempo, mentre ora «l’intero globo lo sa».
Secondo il New York Times, quasi 60.000 migranti occupano attualmente i letti nei rifugi per senzatetto della città. Si stima che questa settimana circa 20.000 dei loro figli inizieranno a frequentare le scuole pubbliche della città.
La maggior parte dei critici statunitensi dell’immigrazione di massa si trovano tra i repubblicani, che hanno accusato il presidente Biden di rendere più facile per i migranti che entrano illegalmente nel paese chiedere asilo e restare. Nel frattempo, la sua amministrazione ha fatto causa per impedire a stati come il Texas di erigere barriere lungo il confine, sostenendo che ciò stava usurpando i poteri del governo federale.
Adams una volta insisteva sul fatto che Nuova York fosse una «città santuario» per gli immigrati clandestini. Nell’aprile di quest’anno, il suo ufficio ha annunciato con orgoglio la «Immigrant Heritage Week», celebrando l’arrivo di 11.000 coloni a Ellis Island nel 1907.
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La campagna «We Love Immigrant New York» continuerà nel mese del patrimonio culturale degli immigrati a giugno e «affermerà e celebrerà il contributo di tutte le nostre comunità di immigrati e il nostro status di città di immigrati per eccellenza», aveva dichiarato all’epoca il commissario per gli affari degli immigrati Manuel Castro.
La situazione del confine meridionale degli USA, oramai considerabile come «aperto» e attraversato da immigrati di ogni possibile origine (pakistani, cinesi, haitiani, etc.) è oramai esplosiva. Il fentanil, la droga che sta uccidendo di overdose centinaia di migliaia di cittadini americani portati alla dipendenza da oppioidi in una crisi generata da Big Pharma, è contrabbandato da immigrati messi su rotte controllate dai potenti narco-cartelli messicani.
Come riportato da Renovatio 21, a marzo era emerso che la Croce Rossa starebbe fornendo materiale agli immigrati privi di documenti nel tentativo di aiutarli ad attraversare illegalmente il confine con gli Stati Uniti. Ai migranti sarebbe stata quindi fornita una mappa che evidenzia percorsi comuni che porterebbero gli immigrati direttamente in città tra cui El Paso e McAllen in Texas, così come Nogales in Arizona.
Gli USA sono senza ogni possibilità di dubbio vittima di una versione nordamericana del Piano Kalergi.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Immigrazione
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Alimentazione
Cannibalismo, detenuto africano stacca e mangia il dito di un altro prigioniero del carcere di Poggioreale
È accaduto nel carcere Poggioreale di Napoli.
Secondo NapoliToday, si tratterebbe di un «carcerato extracomunitario con gravi problemi psichiatrici ha tranciato con un morso e poi ingerito il dito di un compagno di cella dopo averlo tramortito». L’uomo sarebbe originario del Mali.
Il giudice avrebbe disposto il trasferimento, tuttavia il sindacato di Polizia USPP hanno comunicato che «nessuna struttura psichiatrica esterna vuole ospitare il detenuto del Mali che nei giorni scorsi si è reso protagonista di atti di cannibalismo nel carcere di Poggioreale a Napoli».
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La direzione carceraria avrebbe quindi reiterato la richiesta.
A poche ore dall’incidente cannibalistico, sarebbe avvenuto «un altro episodio violento che ha visto protagonista un detenuto psichiatrico del carcere irpino di Sant’Angelo dei Lombardi dove l’area sanitaria è stata devastata e alcuni agenti aggrediti con calci e pugni».
Non si tratta del primo episodio di cannibalismo perpetrato da detenuti africani nelle carceri italiane. Come riporta Il Giornale, nel 2020 un detenuto nigeriano avrebbe aggredito quattro secondini, strappando con i denti l’orecchio di uno di loro per poi ingollare il pezzo di carne umana.
Sempre nel 2020, a Rebibbia un detenuto di origini sicule al 41-bis avrebbe aggredito un agente della penitenziaria a morsi staccandogli parte del dito.
Nel 2022 a Spini di Gardolo, nella provincia autonoma di Trento, un detenuto nordafricano avrebbe attaccato a morsi un agente della penitenziaria durante un tragitto di spostamento.
Nel 2023, a Genova, un detenuto avrebbe staccato a morsi un pezzo della mano di un ispettore.
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Storie di cannibalismo carcerario erano arrivate anni fa dal Brasile, dove un pubblico ministero dello Stato del Maranhao (a Nord-Est del Paese) nel 2015 aveva denunciato quattro detenuti delle prigioni della città di Sao Luis (considerate il carcere più violento della nazione) per tortura, omicidio, squartamento e persino cannibalismo ai danni di un altro recluso brutalizzato due anni prima.
Un racconto non dissimile era arrivato ai giornali nel 2016, quando in Venezuela un prigioniero noto come «il mangiatore di uomini», in carcere per cannibalismo dal 1999, avrebbe mangiato un altro carcerato.
Nel 2007, a Rouen, in Francia, un detenuto uccise il compagno di cella per poi cibarsi di parte di un polmone e del torace della vittima. Nel 2010 il cannibale sarebbe stato condannato a 30 anni di carcere.
Nel 2011, a Teramo, vi fu il caso di un 23enne che, scrisse Il Centro, «aveva confessato di aver pugnalato una donna che stava facendo footing perché voleva mangiarne i piedi». «Soggetto schizofrenico, con dei rilievi di cannibalismo e necrofilia», era scritto sulla relazione medica stilata in carcere. «I medici dicono che le sue condizioni lo rendono incompatibile con il regime carcerario» aveva dichiarato l’avvocato difensore.
Successivamente, il GIP ordinò che il giovane cannibale restasse in carcere.
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Immagine generata artificialmente
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