Armi biologiche
«Dark Winter». Biden lo ha detto veramente?
Durante l’ultimo dibattito tra i due contendenti delle presidenziali USA Joe Biden, il candidato dei Democratici e – cosa si può dire oramai senza vergogna – dell’establishment mondialista, lo ha detto, anzi lo ha ripetuto due volte.
«We’re about to go into a Dark Winter». Stiamo per entrare in un Inverno Oscuro.
«We’re about to go into a Dark Winter». Stiamo per entrare in un Inverno Oscuro, ha detto durante il dibattito TV Joe Biden
Ora, non è dato di sapere se si tratta di una coincidenza, oppure se si tratta della demenza senile di Joe Biden che gli fa mettere insieme parole – o financo rivelarle – che ha nella testa ma di cui non dovrebbe dir parola.
Il fatto incontrovertibile è che l’espressione Dark Winter, «Inverno Oscuro», indica qualcosa di estremamente preciso e di decisamente importante nell’ora presente, con il mondo intero sconvolto dalla pandemia.
L’Operazione Dark Winter venne effettuata nel giugno 2001, 3 mesi prima del mega-attentato alle Torri Gemelle – e dei successivi, ora ormai dimenticati, attacchi all’antrace.
L’Operazione Dark Winter venne effettuata nel giugno 2001, 3 mesi prima del mega-attentato alle Torri Gemelle – e dei successivi, ora ormai dimenticati, attacchi all’antrace.
Si trattava di un’esercitazione controversa che, notano alcuni, preconizzava in modo inquietante gli attacchi a base antrace del 2001 nonché la narrativa secondo cui l’Iraq e gruppi terroristici estremisti islamici erano responsabili di quegli attacchi.
Dark Winter si tenne nel 2001 e simulava un attacco di vaiolo in Oklahoma.
La tempistica, appena pochi mesi prima dell’11 settembre, ha reso il suo terrificante esito – il crollo quasi completo del governo e della società civile – profondamente risonante.
La simulazione, secondo l’idea dei suoi architetti, doveva far emergere le disastrose contingenze che avrebbero comportato una massiccia perdita di vite umane, le debolezze delle infrastrutture sanitarie statunitensi e l’incapacità di gestire una tale minaccia.
La simulazione, secondo l’idea dei suoi architetti, doveva far emergere le disastrose contingenze che avrebbero comportato una massiccia perdita di vite umane, le debolezze delle infrastrutture sanitarie statunitensi e l’incapacità di gestire una tale minaccia.
L’operazione doveva affrontare il panico diffuso che sarebbe emerso e che avrebbe portato al collasso sociale di massa e alla violenza della folla.
Gli sforzi simulati includevano anche le numerose difficoltà che i media avrebbero dovuto affrontare nel fornire ai cittadini americani le informazioni necessarie sulle procedure di sicurezza.
Dark Winter si concentrava sulla valutazione delle inadeguatezze di una risposta di emergenza nazionale durante l’uso di un’arma biologica contro la popolazione americana. L’esercizio in teoria doveva validare la preparazione delle istituzioni dinanzi alla minaccia rappresentata dalle armi biologiche.
L’operazione doveva affrontare il panico diffuso che sarebbe emerso e che avrebbe portato al collasso sociale di massa e alla violenza della folla.
Di lì a pochi giorni, in effetti, l’antrace avrebbe sconvolto gli USA già scioccati dai quattro aerei dirottati e schiantati e dai 3 (tre) grattacieli venuti giù a Manhattan.
Come noto, l’antrace utilizzato negli attacchi è stato successivamente rivelato essere di origine militare statunitense.
«I partecipanti all’esercitazione Dark Winter erano a conoscenza degli attacchi all’antrace e altri furono coinvolti nella successiva “indagine”, che molti esperti ed ex investigatori dell’FBI descrivono come un cover-up» ha scritto la reporter Whitney Webb, che ha tracciato l’evolversi di questo strano progetto sin nei nostri giorni.
Gli sforzi simulati includevano anche le numerose difficoltà che i media avrebbero dovuto affrontare nel fornire ai cittadini americani le informazioni necessarie sulle procedure di sicurezza
Dark Winter è accreditato, in parte, per aver spinto George W. Bush ad approvare la Direttiva 51, un piano ampiamente classificato per assicurare la continuità del governo in caso di «emergenza catastrofica».
La profetica simulazione Dark Winter è stata scritta in gran parte dalla dottoressa Tara O’Toole, dal dottor Thomas Inglesby e dal dottor Randall Larsen, tutti e tre i quali hanno svolto un ruolo fondamentale nella fondazione o nelle operazioni del laboratorio di biosicurezza dell’University of Pittsburgh Medical Center (UMPC), che negli ultimi mesi è parso particolarmente proattivo, financo precognitivo, rispetto a ciò che stava succedendo.
A gennaio 2020, mesi prima che Zingaretti andasse sui Navigli a fare aperitivi e l’intero sistema progressista mondiale spingesse la campagna «abbraccia un cinese» (in America lo ha fatto Nancy Pelosi), l’UMPC stava già ottenendo campioni del SARS-nCoV-2.
«I partecipanti all’esercitazione Dark Winter erano a conoscenza degli attacchi all’antrace e altri furono coinvolti nella successiva “indagine”»
Il direttore del Center for Vaccine Research dell’UPMC, il dottor Paul Duprex, ai primi di febbraio già annunciava che i campioni di virus, contenenti circa 50-60 milioni di particelle di coronavirus, erano già in viaggio verso il Università.
Il piano era di concepire immediatamente un vaccino basato sulla sequenza genetica pubblicata di SARS-CoV-2, rilasciata all’inizio di gennaio 2020 da ricercatori cinesi. Il vaccino doveva includere proteine spike sintetiche SARS-CoV-2 che sarebbero state trasportate nelle cellule da un vettore adenovirale, sistema comunemente usato in una varietà di vaccini.
Il candidato vaccino fu soprannominato PittCoVacc, tuttavia non venne portato a termine, perché, causa di una donazione della CEPI di Bill Gates, che, assieme ai 5 milioni di dollari effusi, veniva anche con una condizione: si doveva lasciare il PittCoVaccbasato su adenovirus puntare un diverso candidato vaccino che invece utilizzasse il virus del morbillo come vettore.
La storia di Dark Winter ha parecchi rivoli che cascano sull’ora presente, l’ora del COVID e dei suoi laboratori
La storia di Dark Winter ha parecchi rivoli che cascano sull’ora presente, l’ora del COVID e dei suoi laboratori. Ne ha scritto in un articolo EFFEDIEFFE qualche settimana fa. Tuttavia, torniamo al fatale 2001.
È degno di nota il fatto che pochi giorni dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, i biologi progettisti della simulazione – O’Toole, Inglesby e Larsen – hanno informato personalmente il vicepresidente USA Dick Cheney in merito Dark Winter.
Contemporaneamente, l’ufficio di Cheney alla Casa Bianca ha iniziato a prendere l’antibiotico Ciprofloxacina per prevenire l’infezione da antrace.
Nelle settimane tra quel briefing e gli attacchi all’antrace del 2001, i partecipanti a Dark Winter e diversi associati di Cheney, ovvero membri del Project for a New American Century (PNAC) come i neocon Donald Kagan e Richard Perle, hanno affermato che un attacco bioterroristico a base di ‘antrace avrebbe tosto avuto luogo.
«… Fa sembrare il dottor Stranamore sano di mente»
La O’Toole venne nominata dirigente della Homeland Security in materia di biosicurezza, ma fu poi assai criticata per la «massiccia espansione della difesa biologica e l’allentamento delle disposizioni per la sicurezza».
Il microbiologo Rutgers Richard Ebright, noto per le sue dichiarazioni recenti sul caso del laboratorio di Wuhan, osservò all’epoca che la O’Toole «fa sembrare il dottor Stranamore sano di mente».
Possibile che Biden abbia detto e ripetuto le parole «Dark Winter» senza nessuna correlazione con l’Operazione Dark Winter?
Il disegno di Dark Winter, in effetti, rasenta la follia – ma come tutti noi sappiamo, la follia nel 2020 è divenuta vera realtà.
Ora, torniamo a chiedercelo: possibile che Joe Biden – perenne indossatore di mascherina, lockdownista senza vergogna, nonché pura marionetta in demenza senile dell’establishment globalista – abbia detto e ripetuto le parole «Dark Winter» senza nessuna correlazione con l’Operazione Dark Winter? Possibile che sia demente fino a questo punto?
Roberto Dal Bosco
Armi biologiche
Scienziati cinesi creano virus Ebola mutante per aggirare le regole di biosicurezza
Scienziati cinesi hanno progettato in un laboratorio un virus con elementi dell’Ebola che ha ucciso un gruppo di criceti. Lo riporta il quotidiano britannico Daily Mail.
I ricercatori dell’Università di Medicina dell’Hebei a Shijiazhuang, la capitale della provincia cinese di Hebei, hanno innestato una proteina trovata nell’Ebola in una malattia contagiosa riscontrata nel bestiame con risultati agghiaccianti.
Il gruppo di criceti che hanno ricevuto l’iniezione letale «ha sviluppato gravi malattie sistemiche simili a quelle osservate nei pazienti umani con Ebola, inclusa l’insufficienza multiorgano», afferma lo studio.
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Il giornale inglese riporta che «un sintomo particolarmente orribile ha visto i criceti infetti sviluppare secrezioni nei loro occhi, che hanno compromesso la loro vista e hanno formato croste sulla superficie dei bulbi oculari».
I ricercatori hanno utilizzato metodi di guadagno di funzione per aggirare i protocolli di alta sicurezza Biosafety Level 4 (BSL-4) richiesti affinché l’Ebola possa agire sul virus mutante in un ambiente di sicurezza inferiore.
«Per risolvere questo problema in un contesto di sicurezza inferiore, gli scienziati hanno utilizzato un virus diverso chiamato virus della stomatite vescicolare (VSV), che hanno progettato per trasportare parte del virus Ebola chiamato glicoproteina (GP) che svolge un ruolo cruciale nell’aiutare il virus a entrare e infettare le cellule del suo ospite» scrive il Daily Mail.
«Il team ha studiato cinque criceti femmine e cinque maschi che avevano tutti tre settimane. Tutte le femmine di criceto siriano hanno mostrato una diminuzione della temperatura rettale e una perdita di peso fino al 18% e sono morte tutte entro due o tre giorni».
«I cinque criceti maschi hanno perso il 15% del peso e sono morti a causa della malattia entro tre giorni e mezzo. Tuttavia, due criceti maschi sono sopravvissuti e hanno guadagnato il 20% in più di peso rispetto a prima dell’infezione».
Il team ha raccolto organi dagli animali morti, trovando il virus accumulato nel cuore, nel fegato, nella milza, nei polmoni, nei reni, nello stomaco, nell’intestino e nei tessuti cerebrali.
Nonostante i risultati cupi, gli scienziati hanno concluso che lo studio è stato un successo.
«Il virus surrogato e il modello EVD [malattia da virus Ebola] del criceto miglioreranno la sicurezza e l’economia della ricerca nel campo dell’EBOV [il virus Ebola]», hanno scritto i ricercatori nello studio.
La ricerca cinese ha sollevato preoccupazioni per un altro catastrofico incidente di fuga di laboratorio data la certa frequenza delle fughe di laboratorio documentate, inclusa quella di SARS-CoV-2. «I dati pubblicati lo scorso marzo hanno rivelato che ogni anno si verificano incidenti di fuga dai laboratori e includono il rilascio di agenti patogeni controllati come la tubercolosi e l’antrace» scrive il quotidiano britannico. «Ogni anno vengono registrate dalle 70 alle 100 fuoriuscite».
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Nonostante il disastro globale del COVID, nessuna vera legislazione, né discussione politica o giornalistica, è stata intentata sulla bioingegneria dei patogeni tramite Gain of Function o sulla questione delle armi biologiche, per le quali si lascia lì un trattato internazionale degli anni Settanta palesemente tradito da tutti.
Come riportato da Renovatio 21, l’ex direttore dell’ente epidemico americano CDC Robert Redfield ha dichiarato che gli esperimenti di guadagno di funzione causeranno una prossima pandemia «molto più brutale» di quella del coronavirus.
Due anni fa era emerso che ricercatori a Boston avevano creato in laboratorio un ceppo COVID ancora «più letale». Nel frattempo, la sanità americana aveva cancellato la definizione di Gain of Function dal suo sito.
Una visione veritiera sul fenomeno la ha data Elon Musk in un suo discorso contro il dottor Anthony Fauci: il Gain of Function «dovrebbe essere chiamato ricerca sulle armi biologiche poiché la sua funzione è la morte».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Armi biologiche
L’Ucraina usa armi chimiche di fabbricazione statunitense: l’ambasciatore russo accusa ancora
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Armi biologiche
Gli USA gestiscono ancora biolaboratori in Ucraina: ambasciatore russo
Gli Stati Uniti continuano a gestire 30 biolaboratori sul territorio dell’Ucraina come parte di un programma biologico-militare illegale, ha affermato l’ambasciatore russo nei Paesi Bassi.
Il numero di laboratori americani sul territorio ucraino è «noto da molto tempo», ha detto il diplomatico di Mosca in un’intervista al quotidiano Izvestia Vladimir Tarabrin, che è anche rappresentante permanente della Russia presso l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW).
Il Tarabrin ha ricordato che il capo delle forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il tenente generale Igor Kirillov, aveva affermato nel marzo 2022 che esistevano 30 biolaboratori di questo tipo.
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«Le nostre forze armate hanno scoperto documenti che confermano l’ampio programma militare biologico dispiegato dagli Stati Uniti e dai paesi della NATO sul territorio dell’Ucraina e di altre ex repubbliche sovietiche», ha detto.
Il governo di Kiev avrebbe iniziato a distruggere pericolosi agenti patogeni nei laboratori e a sospendere la ricerca il 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha lanciato l’operazione militare contro l’Ucraina, ma «nel 2023 l’attuazione di questi programmi è ripresa, solo il loro nome è stato cambiato», ha affermato Tarabrin.
Alla domanda se il numero dei biolaboratori statunitensi in Ucraina sia ancora pari a 30, l’ambasciatore ha risposto: «secondo i nostri dati, sì».
«Non sorprende, quindi, che negli ultimi 20 anni Washington abbia bloccato tutte le iniziative russe volte a rafforzare il regime della Convenzione sulle armi biologiche (BWC) e a creare un meccanismo efficace per verificare il rispetto delle sue disposizioni da parte di tutti i paesi partecipanti», ha detto Tarabrin.
Negli ultimi due anni Mosca ha ripetutamente sollevato preoccupazioni su una presunta rete di laboratori segreti finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina, pubblicando documenti catturati dalle autorità di Kiev, che sostiene siano collegati alle operazioni di tali strutture.
Lo scorso aprile, Kirillov aveva affermato che la Russia «non aveva dubbi sul fatto che gli Stati Uniti, con il pretesto di garantire la biosicurezza globale, conducessero ricerche sul duplice uso, compresa la creazione di componenti di armi biologiche, in prossimità dei confini russi».
Il governo degli Stati Uniti ha confermato l’esistenza dei biolaboratori in Ucraina, ma ha insistito sul fatto che sono del tutto legali e non destinati a scopi militari, nonostante siano finanziati principalmente tramite il Pentagono. Washington ha negato le affermazioni di Mosca secondo cui i laboratori sarebbero utilizzati per lavorare sulle armi biologiche, definendole una «campagna di disinformazione russa».
Kirillov ha anche affermato un anno fa che il programma di biolaboratori statunitense in Ucraina, precedentemente noto come «Ricerca biologica congiunta», è stato rinominato «Ricerca sul controllo biologico» in modo che possa continuare le sue operazioni.
Dieci mesi fa la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino.
La questione dei biolaboratori ucraini finanziati dagli americani pareva all’inizio una fake news, ma è stata confermata in un’audizione del Congresso USA dal sottosegretario di Stato Victoria Nuland, responsabile per la politica estera eurasiatica di Washington nonché pupara degli accadimenti di questi anni a Kiev e dintorni.
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La stessa Duma ha invitato a Mosca Victoria Nuland per testimoniare, ma è molto difficile la Nuland ha evidentemente dato forfait.
Il Pentagono al momento ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.
È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.
Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.
Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.
La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.
Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.
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