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CRISPR

Clinica ucraina cerca di ingegnerizzare geneticamente i bambini

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

 

 

Il sempre attento scienziato e blogger sulle cellule staminali Paul Knoepfler ha segnalato una clinica ucraina che apparentemente intende commercializzare il miglioramento genetico. Dice che uno dei suoi colleghi ha ricevuto un’e-mail dal Medeus Medical Center.

 

Si legge:

«Ciao! Il nostro centro medico basato sull’Istituto di medicina quantistica sta aprendo un proprio laboratorio per l’editing genetico delle cellule staminali»

 

«Ciao! Il nostro centro medico basato sull’Istituto di medicina quantistica sta aprendo un proprio laboratorio per l’editing genetico delle cellule staminali. I nostri obiettivi a lungo termine includono lavorare con gli esseri umani utilizzando cellule staminali modificate. Abbiamo in programma di modificare il colore dei capelli grigi, la qualità della pelle e le dimensioni del seno. Abbiamo bisogno di una persona che possa guidare questo progetto e addestrare genetisti ucraini a lavorare con l’editing genetico delle cellule staminali negli esseri umani».

 

Ovviamente, la notizia del disonorato ricercatore cinese di cellule staminali He Jiankui non è ancora arrivata a Kiev. He utilizzando il CRISPR ha modificato geneticamente tre embrioni; è stato universalmente condannato, processato e infine mandato in carcere.

 

«Sono persino possibili tali miglioramenti?» chiede Knoepfler. «Suppongo che si possa provare. Non entrerò nei dettagli di come potrebbe essere tentato. Errori o risultati imprevisti potrebbero essere disastrosi».

«I nostri obiettivi a lungo termine includono lavorare con gli esseri umani utilizzando cellule staminali modificate. Abbiamo in programma di modificare il colore dei capelli grigi, la qualità della pelle e le dimensioni del seno»

 

Continua commentando: «Ci sono un gran numero di questioni etiche qui con ciò che questa clinica dice di voler fare. È facile immaginare come questo possa portare a sofferenze e ingiustizie umane. Spero che si presti maggiore attenzione ai rischi di ciò che sta accadendo in questo caso».

 

La Clinica Medeus offre anche «ringiovanimento complesso ed estensione della vita» attraverso terapia microcorrente in frequenza, radioterapia biodinamica, campi magnetici pulsanti e fotobiomodulazione. Qualunque cosa siano. Date un’occhiata.

 

Ecco un video dalla clinica:       

 

 

 

Michael Cook

Direttore di Bioedge

 

 

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni

 

 

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CRISPR

Indi Gregory, i mitocondri, l’era umanoide

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No, non abbiamo «preso il buco», come si dice in gergo giornalistico.

 

In questi giorni non abbiamo parlato mai di Indi Gregory non perché non conoscessimo il caso. Se non avete letto articoli a riguardo della tragedia della piccola inglese, non è che perché sdegniamo le cose riportate nella cronaca nazionale, perché concentrati sul quadro più grande, persi tra geopolitica e misticismi preconizzanti.

 

Lo confesso: ho avuto, per il caso, come un senso di ripulsa. Da un certo punto di vista, si tratta di una cosa personale: avevo seguito i casi di Charlie Gard e di Alfie Evans – e qualcuno dei seguenti: perché, lo avete capito, è un pattern molto finito definito, è un’iniziativa, come si dice nel business delle startup, «scalabile e ripetibile».

 

Devo dire che ero stato coinvolto, in quei casi di infanticidio inflitto dalla Corona britannica per mezzo dei suoi ospedali e dei suoi giudici parrucconi (letteralmente), fino a starne male. Non ero il solo: ricordo le lacrime di alcune amiche. Ricordo gli atti, mai raccontati da nessuna testata o blog che sia, di gruppi di persone che non si davano per vinte, arrivando ad attaccarsi ai cancelli del Vaticano.

 

Ricordo tutto quel turbine. Ricordo quando staccarono le macchine ad Alfie – e lui, invece di morire, rimase in vita. Per un po’.

 

Non scrivo per partecipare alla macchina di indignazione permanente, quella che i movimenti pro-life sperano di montare ogni volta, di modo di spillare da voi (e dalla TV) attenzione e danari. Non ho messo in piedi Renovatio 21 per far parte di quel circo, soprattutto perché ho capito che esso è solo un narcotico per i pochi che ancora conservano l’animo, è uno strumento di controllo, un sistema di sorveglianza che, dopo aver raggruppato le emozioni, le livella via.

 

Nulla era servito nel caso di Alfie. Non gli appelli, le mosse opportuniste dei politici, le visite dal papa (con volto funereo tipo quello che aveva con Trump). Nulla, soprattutto – come cercherò di dire in questo articolo – era stato imparato.

 

Quindi, il lettore capisca la mia ritrosia personale. E poi, quando vedo apparire Pillon col papillon e magari il sorrisetto, non è che posso farcela. Né mi potete chiedere di farcela.

 

Oltra a questioni intime, dicevo, c’è un altro aspetto, più astratto, come dire, epistemologico, biopolitico, di filosofia della storia, forse. Ci sono cose che penso, da anni, ma che non mi va dire, o ripetere. Perché, ci crediate o no, costa molto metterci la testa, tirarle fuori, e poi sentirsi deriso, o molto peggio, sentirsi solo, mentre fuori il mondo lancia coriandoli in un’altra direzione, in un’altra dimensione.

 

Una di queste cose è, in sintesi, l’idea per cui gli omicidi pubblici perpetrati dallo Stato contro questi bambini serve per avviare l’era in cui i bambini saranno tutti progettati geneticamente in provetta – materia in cui, nessuno ovviamente lo ha ricordato in questi giorni, Albione fu pioniera già 45 anni fa con Louise Browne, il primo test tube baby prodotto dal dottor Robert Edwards, quello che programmaticamente, disse, voleva sostituirsi a Dio nel controllo della vita.

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Nessuno, parimenti, ricorda che il Regno britannico è quello di Crick e Watson, gli scopritori del DNA, e di certi discorsi direttamente eugenetici primo. Francis Crick occasionalmente esprimeva idee come, ad esempio, quella secondo cui in cui i genitori benestanti dovrebbero essere incoraggiati ad avere più figli. «Al momento non è un argomento che possiamo affrontare facilmente perché le persone hanno così tante credenze religiose e finché non avremo una visione più uniforme di noi stessi penso che sarebbe rischioso provare a fare qualsiasi cosa in termini di eugenetica» scrisse il Crick, che disse che sarebbe «rimasto stupito se, nei prossimi 100 o 200 anni, la società non si convincesse che si dovrà cercare di migliorare la prossima generazione in una certa misura o in un modo o nell’altro».

 

Nessuno ha rammentato il tanto lavoro fatto dalla politica e dalla sanità inglese per stabilire e poi abbattere le regole per la coltivazione sperimentale di embrioni in vitro (come la «legge dei 14 giorni», dopo i quali l’embrione creato in laboratorio va scartato).

 

Nessuno pare, poi, voler parlare di chi sta sul trono di Londra, di quel re e di quella famiglia reale, che tante volte su Renovatio 21 abbiamo definito «famiglia della morte»: una dinastia di signori della Necrocultura globale, che – come in certi altri casati americani – pare trasmettersi geneticamente l’odio per l’umanità, e la missione della sua contrazione.

 

La cosa rivelatrice che abbiamo visto è il fatto che, vista la posizione presa dal governo italiano (ci torneremo prima di finire il pezzo), la sinistra italiana si è compattata per la morte della piccola. Sembra incredibile, se lo si pensa, ma è così: non cercano nemmeno di dissimulare, non dicono nemmeno più frasi di circostanza, non cercando di astenersi dal parlarne pubblicamente, visto che magari pure qualche elettore del PD poteva andare in dissonanza cognitiva… uccidere… una bambina?

 

No, il pudore della Cultura della Morte non esiste più, anzi. Esiste l’attrazione assoluta, del partito di sinistra divenuto «Partito radicale di massa» come profetizzava Del Noce, per gli argomenti di morte, perché vissuti come prove della propria virtù liberale: l’eutanasia è l’esempio più lampante, ma quella riguarda (in teoria, molto in teoria) persone che vogliono morire. Quei c’è una bambina piccolissima…

 

Su La7, polo televisivo del proprietario del Corriere della Sera a cui è stato lasciato assemblare un simile potentato giornalistico, sono andati in onda istruttivi interventi di Andrea Crisanti, l’unico della risma dei dottori del COVID-catodico a cui è riuscito il salto verso il Parlamento.

 

Crisanti era la persona giusta a cui chiedere lumi: per la massa bovina – cioè il vero destinatario delle comunicazioni di massa odierne, la massa vaccina – è la scienza incarnata. Nel curriculum ha anni vissuti in Inghilterra, dove all’Imperial College (ente recipiente dei milioni dei Gates, uno di quei casati di cui parlavo poche righe sopra) si ingegnerizzavano zanzare geneticamente modificate per il nobile compito di vincere la malaria – estinguendo la specie dopo averla resa sterile con la bioingegneria CRISPR – un’altra passione non tanto segreta di Gates.

 

Ascoltiamo cosa dice il senatore in un talk show: «dall’Inghilterra dobbiamo imparare tantissimo», perché «è la patria dell’habeas corpus, del rispetto dell’individuo… c’è stato un processo lungo otto mesi… la famiglia ha perso anche il ricorso al Consiglio di Europa e ha perso anche là… non è che stiamo parlando di uno Stato autoritario, guardi che l’Inghilterra è la patria della libertà… noi dall’Inghilterra dobbiamo imparare tantissime cose sulla libertà individuale».

 

In un’altra intervista sempre sul canale di Cairo, il Crisanti ha puntualizzato scientificamente la questione, spiegando che la patologia della bimba è «un’insufficienza metabolica dei mitocondri… se queste strutture non funzionano, praticamente tutti i tessuti del corpo si consumano come fosse una candela… di fatto è un progressivo deterioramento sia fisico che neuronale… non esiste cura».

 

«La bambina nel giro di pochi mesi muore… eh» dice il senatore. «Muore comunque, non ci ha speranza di vita».

 

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La giornalista quindi chiede se c’è qualcosa che l’Italia dal punto di vista sanitario può fare più dell’Inghilterra. Il Crisanti scuote la testa «assolutamente no, lei consideri che la genetica è nata in Inghilterra. In Inghilterra ci stanno i più grandi specialisti di genetica umana e di terapia genica», assicura, con un certo accento centroitalico («derabbiaggeniga»).

 

«Quindi faccio fatica a credere che in Italia possa ricevere qualcosa in più che avrebbe potuto avere in Inghilterra» dice lo scienziato apparso a Padova, cioè a Vo’ Euganeo, nel primo focolaio COVID, e mai più toltosi dalla scena.

 

Il senatore PD dice di comprendere il dolore della famiglia, per poi dichiarare che «comprendo anche la posizione degli inglesi. Non dimentichiamoci che l’Inghilterra dell’habeas corpus, della libertà individuale. Cioè, stiamo di fronte ad un Paese civilissimo… la famiglia ha avuto tutte le garanzie possibili che la legge poteva offrire… hanno fatto appello anche alla Corte Europea, hanno perso anche alla Corte europea».

 

Insomma, i talking point sembrano essere sempre gli stessi, con il messaggio forse solo da noi percepito, e un po’ strano considerando che sono parole che vengono dalla bocca un senatore della Repubblica Italiana, di una sorta di superiorità scientifico-morale-legislativa di un Paese straniero. Insomma, per tutte queste ragioni, le macchine vanno staccate, farla venire in Italia è inutile, insomma Indi deve…

 

Fermi tutti, però qui è saltata fuori però una parola nuova: mitocondri. Ah già, i mitocondri. Déjà vu.

 

La sindrome da deplezione del DNA mitocondriale (in acronimo anglofono MDS, o MDDS) era esattamente la malattia di cui soffriva Charlie Gard, il bambino la cui storia lacerò il mondo, ucciso con il distacco delle macchine imposto dall’ospedale e dalla Sanità inglese, in combo con i giudici, nel 2017.

 

Forse, se leggete questo sito, già lo sapete: i britannici sono i primi ad aver permesso e realizzato la cosiddetta «donazione mitocondriale», espressione orwelliana talvolta preferita a «Three parents IVF», ossia «fecondazione in vitro a tre genitori».  In pratica, si produce in laboratorio un bambino formato da tre genitori, frutto del materiale genetico di un uomo e due donne: la madre dà l’ovulo, ma una seconda donna, considerata sana, fornisce i mitocondri, sostituendo quelli difettosi della madre-ovocita.

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Ovviamente, non ci possono essere studi a lungo termine – anzi, c’è qualche possibilità che crei malattie inaspettate – ma, come altre terapie geniche che conoscerete, la si fa lo stesso, l’ultimo caso famoso è di sei mesi fa, proprio in terra di Albione. Per produrre un embrione che diventa il bambino a tre genitori, ricordiamo en passant, ne hanno distrutti 316. Ucraina e Singapore, e pure l’Australia, già da un lustro sono sul pezzo.

 

Abbiamo scritto su questo sito che c’è la grande probabilità che la provetta a tre genitori possa essere stata offerta ai Gard. Ciò vuol dire, che i bambini dopo Charlie potrebbero essere figli della provetta a tre genitori, perché, assicurano gli scienziati, è l’unico modo per non rischiare il ripetersi di quello strazio.

 

Fai il bambino in provetta, fondendo tre DNA (i mitocondri hanno un codice genetico loro, il DNA mitocondriale) per non avere problemi, anzi, guarda, fallo per il bene del bambino. Tenete a mente quale sarà il mantra per i bambini nati da bioingegnerizzazione: sarà come vaccinarli

 

È chiaro che siamo dinanzi ad una delle prime svolte programmate per i designer babies, cioè per l’eugenetica del XXI secolo. È chiaro che ci stanno portando lì.

 

Per questo, ritengo, che scienziati e giudici del sistema della morte sono così insolitamente negativi rispetto alle cure. È per questo che il Moloch britannico, a costo di dividere l’opinione pubblica e creare qualche dissonanza cognitiva, sta ammazzando tutti questi bambini.

 

Charlie, Indi e gli altri sono i piccoli sacrifici umani sui quali si sta costruendo un mondo fatto solo di bimbi bioingegnerizzati, magari con il CRISPR, come le zanzare di Gates e Crisanti. Sangue innocente, versato per il sorgere dell’era umanoide.

 

Ci rendiamo conto che è tanta roba, ma è quello che pensiamo – da anni. Ed è per questo che viene da guardare infastiditi il circo che si è scatenato intorno a Indi. Gli occhi fissi sul dito, mentre la Luna è lì davanti, piena, immensa. E i lupi ululano.

 

Avevamo promesso due parole sulla Meloni, e il suo beau geste di dare la cittadinanza alla bambina, sperando di portarla in Italia. Rimembrate che accadde la stessa cosa con Alfie Evans, che divenne cittadino italiano, come deliberato il Consiglio dei Ministri nell’aprile 2018 su proposta del ministro degli Interni Macro Minniti e del ministro degli Esteri Alfano.

 

Alfano era il capo di un partito biodegradabile, ora sparito, chiamato Nuovo Centrodestra, formatosi da una scissione del Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi organizzata, scrisse qualche giornale, con l’appoggio dell’episcopato. Alcuni pezzi di quel network democristiano, il continuum talvolta inspiegabile tra la politica e i vescovi (i Family Day…), sono stati trasferiti direttamente in Fratelli d’Italia: è il caso dell’ex deputata NCD Eugenia Roccella, finita a far il ministro della Famiglia per la Meloni, con il memorabile incipit dell’incarico ministeriale per cui la legge 194/78 non andava toccata).

 

Non sorprende, dunque, che anche all’attuale governo sia venuta la stessa idea, con pure lo stesso ospedale pediatrico vaticano implicato, il Bambin Gesù, che di mitocondri si occupa da un po’. E, considerando cosa sta accadendo alla Pontificia Accademia della Vita, non sappiamo dove la cosa potrebbe andare a finire.

 

Sorprende, invece, come i gruppuscoli pro-life e i commentatori cattopolitici o destroidi possano aver tripudiato dopo la scelta spettacolare del premier di dare il passaporto alla bambina. Nel senso: davvero, come si potuto prendere sul serio questa cosa?

 

Rendere Indi Gregory cittadina italiana non può non configurarsi come un atto di attrito nei confronti di Londra. O meglio: un affronto, un atto ostile vero e proprio.

 

Eppure, solo pochi giorni fa, come in tante altre occasioni tra G7, G20 e altro, Giorgia era lì con i bacetti sulla guancia del prime minister Rishi Sunak, l’indiano di cui enigmaticamente non conosciamo la casta, ma di cui, come sa il nostro lettore, sappiamo tante altre cose interessanti.

 

Ora, se uno Stato straniero decide di uccidere un cittadino italiano, si apre – si spera – una crisi diplomatica. Nella fantasia di un Paese funzionale, ci si attende che, alla peggio, si mandi un commando di incursori per l’esfiltrazione. Gli USA fanno così – in realtà, fanno numeri poderosi anche per i loro cittadini che hanno certi problemi con la giustizia, come Amanda Knox o il pilota del Cermis.

 

Se un altro Paese vuole uccidere una bambina italiana, cosa è lecito aspettarsi, dallo Stato romano? Con evidenza, i lanciatori di coriandoli meloniani non si attendevano nulla. Sapevano che in fondo era solo un teatrino politico, che la bimba era italiana per modo di dire.

 

Mica vogliamo metterci contro Albione, che è pure partner della NATO, ed è, come diceva il senatore PD che vive in una villa palladiana (stile assai amato oltremanica), «patria della libertà», e pure, ci viene da aggiungere, della massoneria – quella forza occulta che, sì, ha prodotto l’Italia unita.

 

Mica prendiamo sul serio questa cosa di Indi italiana. In fondo si tratta solo di una bambina, la sovranità di un popolo si misura con le dichiarazioni dei politici sul MES, mica nel difendere una cittadina innocente ed indifesa. No?

 

È questo pensiero che mi è insopportabile, che mi manda in bestia. È l’impotenza generale davanti alla palese realtà per cui lo Stato moderno altro non è che una macchina di morte, inarrestabile, imbattibile, necessaria, alla quale bisogna arrendersi, e accontentarsi delle farse – fatte sulla pelle dei bambini piccoli. È la sottomissione allo Stato-Moloch. È l’incorporazione della Necrocultura come sistema operativo della politica e della vita quotidiana.

 

In pratica, lo hanno accettato: anche a destra. Facciamo finta di curarci della questione, poi però lasciamo che ci uccidano la bambina.

 

Questa, teorizzo dentro di me da un po’, è chiaramente la fine dello Stato-nazione nel XXI secolo, e della barzelletta ancora circolante del «nazionalismo». Perché una Nazione, per essere tale, deve rispettare l’etimologia latina della parola: natio, «nascita». Una nazione che uccide i bambini, prima o dopo che nascano, non è più una Nazione. Una nazione che come sua base ha il contrario – la morte, specie dei più piccoli, degli ultimi, dei cittadini futuri – quale ragione ha di esistere?

 

Le nazioni moderne avanzano solo perché, come abbiamo già detto, sono in ultima analisi macchine automatiche, macchine di morte. In pilota automatico, a discapito delle loro stesse leggi (lo abbiamo imparato, duramente, nel biennio pandemico) e contro soprattutto i principi più fondamentali come la continuità della popolazione e la protezione dell’individuo, esse possono andare avanti, ancora per qualche tempo almeno.

 

Svuotata della vita umana, cosa può rimanere alla Nazione? Una risposta l’abbiamo già data nel corso di questo articolo: rimane alla macchina, da gestire, sfoltire, programmare, la vita umanoide.

 

Attorniati dal circo osceno che abbiamo visto, questi bambini sono stati sacrificati per la mutazione epocale dello Stato, e per l’alba dell’era umanoide.

 

E adesso, scusate, ma sto guardando le foto della bambina con i suoi genitori, e mi sale la spremuta d’occhi. Vi lascio a ridere, o a meditare, su quanto ho avuto da scrivere.

 

Vi assicuro, non ne avevo voglia.

 

Roberto Dal Bosco

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CRISPR

Il paziente è morto: fallito anche il secondo tentativo di trapianto con cuore di maiale umanizzato geneticamente

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Un uomo di 58 anni con insufficienza cardiaca che aveva ricevuto un nuovo cuore da un maiale geneticamente modificato è morto lunedì, quasi sei settimane dopo aver ricevuto l’organo di maiale, hanno annunciato martedì i funzionari del centro medico dell’Università del Maryland.   Lawrence Faucette era il secondo paziente del centro medico a cui è stato sostituito un cuore malato con uno di un maiale geneticamente modificato – un suino «umanizzato» – in modo che i suoi organi fossero più compatibili con un ricevente umano e non venissero rigettati dal sistema immunitario umano. Il tentativo di xenotrapianto OGM, è ovviamente fallito.   Il primo paziente, David Bennett, 57 anni, era morto l’anno scorso, due mesi dopo il trapianto. Aveva sviluppato molteplici complicazioni e nel suo nuovo cuore furono trovate tracce di un virus che infetta i maiali. Il cuore del maiale, è emerso in seguito, era riempito di cocaina, e il trapiantato aveva trascorsi di violenza criminale.   Entrambi i pazienti avevano una malattia cardiaca terminale quando hanno ricevuto gli organi trapiantati e nessuno dei due è riuscito a riprendersi sufficientemente per lasciare l’ospedale. Ma mentre i medici hanno detto che il signor Bennett non mostrava alcun segno di rigetto acuto del nuovo cuore, che è il rischio più significativo nei trapianti di organi, hanno detto che il cuore trapiantato del signor Faucette aveva iniziato a mostrare alcuni primi segni di rigetto.

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Dopo l’intervento, il cuore trapiantato ha funzionato bene, senza segni di rigetto durante il primo mese, e il Faucette ha potuto fare terapia fisica con l’obiettivo di riacquistare la capacità di camminare, secondo una dichiarazione dell’Università del Maryland.   In quanto ritenuto troppo malato – soffriva di insufficienza cardiaca avanzata, malattia vascolare periferica e altre complicazioni – come per il Bennett, il primo paziente a ricevere un cuore di maiale, al Faucette era stato rifiutato un trapianto umano – che, ricorda Renovatio 21, avviene sempre a cuor battente, cioè quando il «donatore» è ancora vivo, e viene squartato per la predazione dell’organo.   Rilevante notare che nei maiali bioingegnerizzati sono stati inseriti sei geni umani che consentono al sistema immunitario di accettare l’organo: ciò significa che si trattava di maiali «umanizzati», o chimere suino-umane.   Come riportato da Renovatio 21, un altro xenotrapianto da maiale bioingegnerizzato CRISPR è stato sperimentato su una scimmia, che ha vissuto con un rene OGM impiantato per due anni.   Nell’orrore di questi esperimenti, due anni fa ricercatori americani avevano impiantato reni di maiali OGM in un uomo in istato di «morte celebrale».

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CRISPR

Polli CRISPR parzialmente immuni all’aviaria. A quando l’obbligo di figli OGM già «vaccinati» per le malattie?

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In un esperimento il genoma dei polli è stato modificato per renderli parzialmente resistenti all’infezione da influenza aviaria. Lo riporta BioNews.

 

In uno studio di prova di principio, pubblicato su Nature Communications, i ricercatori hanno creato polli con il genoma modificato che erano significativamente più resistenti all’infezione da influenza aviaria rispetto ai polli di tipo selvatico. Quando esposto a una dose normale del virus dell’influenza aviaria, solo un pollo su dieci con il genoma modificato si è infettato, a differenza di dieci polli di controllo su dieci, di tipo selvatico.

 

Gli scienziati celebrano la scoperta: «l’influenza aviaria rappresenta una grave minaccia per le popolazioni di uccelli» ha detto professor Mike McGrew, coautore senior dello studio del Roslin Institute dell’Università di Edimburgo. «L’editing genetico offre un percorso promettente verso la resistenza permanente alle malattie, che potrebbe essere tramandata di generazione in generazione, proteggendo il pollame e riducendo i rischi per gli esseri umani e gli uccelli selvatici».

 

«Anche se rara, può verificarsi la trasmissione dell’influenza aviaria dagli uccelli all’uomo, con alcuni ceppi di influenza aviaria che portano a malattie gravi e mortalità. Si teme inoltre che, man mano che l’influenza aviaria diventa più diffusa, possano emergere ceppi di influenza aviaria più infettivi per l’uomo, con potenziale pandemico» scrive BioNews.

 

I ricercatori hanno apportato piccole modifiche a un gene specifico noto come ANP32A in modo da impedire al virus di utilizzare la proteina senza avere alcun effetto dannoso noto sulla normale funzione cellulare.

 

L’approccio di modifica del genoma CRISPR è stato utilizzato per modificare le primordiali cellule germinali, che ne sono i precursori di ovuli e spermatozoi, negli embrioni di pollo. Le modifiche sono state tramandate alle generazioni successive. I polli con il genoma modificato sono stati monitorati per più di due anni e non sono stati osservati effetti collaterali visibili.

 

Una limitazione significativa dello studio è il fatto che le modifiche del genoma hanno ridotto, ma non abolito, le infezioni da influenza aviaria. Infatti, quando sono stati sottoposti a una dose elevata di virus, cinque polli su dieci con il genoma modificato si sono infettati. Ulteriori indagini hanno dimostrato che le infezioni risultanti bypassavano le mutazioni in ANP32A e utilizzavano altri membri della famiglia dei geni ANP32, che sono più simili alle versioni dei geni ANP32 nei mammiferi .

 

Gli autori dello studio propongono che ulteriori modifiche al genoma potrebbero prevenire completamente l’infezione dei polli con l’influenza aviaria, ma finora lo hanno dimostrato solo in esperimenti di colture cellulari e notano che queste modifiche nei polli probabilmente influenzerebbero la crescita e la salute degli uccelli.

 

La professoressa Wendy Barclay, co-autrice dello studio e capo del dipartimento di malattie infettive dell’Imperial College di Londra, ha dichiarato: «sebbene non abbiamo ancora ottenuto la combinazione perfetta di modifiche genetiche per portare questo approccio sul campo, i risultati ci hanno detto molto su come funziona il virus dell’influenza all’interno della cellula infetta e su come rallentarne la replicazione».

 

Si tratta di un punto a favore di chi prevede che le future vaccinazioni, anche e soprattutto negli umani, avverranno su base preventiva, genetica: bambini creati per essere immuni alle malattie.

 

Come ripetuto da anni da Renovatio 21, i designer baby, cioè i bambini ottenuti con la bioingegneria CRISPR, in un futuro prossimo potrebbero divenire obbligatori, come lo sono stati i vaccini genici. Del resto, ce lo avevano detto: avere bambini geneticamente modificati sarà come vaccinarli.

 

Il fatto che i primi bambini nati bioingegnerizzati di cui si ha avuto notizia pubblica – le gemelle cinesi prodotte in laboratorio dal biofisico He Jiankui – siano state progettate per essere resistenti all’AIDS (e, en passant, avere maggiori doti cerebrali) testimonia che il processo di «vaccinazione» genetica della linea germinale umana è in atto.

 

I bambini ancora suscettibili di ammalarsi verranno ammessi alle scuole? Potranno andare a giocare a calcio? Potranno andare al parchetto? L’esperienza del biennio pandemico ci dicono che con molta probabilità non potranno, e verranno emarginati dalla società a suon di leggi di apartheid biotica.

 

 

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