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Almeno un attacco al giorno: la banda delle orche assassine stronze persiste

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La teppa cetacea di Gibilterra colpisce ancora. Anzi, continua imperterrita nelle sue scorribande contro le imbarcazioni degli umani.

 

Renovatio 21 ne aveva parlato qualche settimana fa: la situazione nelle acque al largo di Marocco, Spagna e Portogallo pareva andata fuori controllo, con attacchi proditori continui da parte dei mammiferi acquatici bianconeri, barche a vela «scuffiate», cioè ribaltate dalla masnada di bestioni pinnati.

 

Ora un sito creato per monitorare l’attività delle orche chiamato Orcas.pt sostiene, dati alla mano, che vi sarebbe un ulteriore aumento delle insensate violenze delle Killer Whale.

 

 

Secondo i dati del sito, c’è stato almeno un incontro con orche assassine ogni giorno a giugno, con un totale di 10 attacchi e 12 avvistamenti aggiuntivi segnalati dall’inizio del mese. In alcuni giorni si è assistito a più attacchi, come quattro il 3 giugno e due l’8 giugno.

 

 

Il creatore del sito, un signore di nome Rui Alves, spera che diffondendo la consapevolezza di questi incidenti, i marinai evitino le aree delle orcazze, riducendo al minimo i potenziali rischi.

 

 

Recenti resoconti descrivono diversi casi di barche danneggiate o affondate durante gli incontri con le orche. In un incidente, una barca è stata speronata per oltre un’ora, provocando la rimozione del timone. Un altro yacht è stato colpito ripetutamente, portando al suo completo affondamento.

 

Fortunatamente, finora non sono stati segnalati gravi danni all’uomo. Finora.

 

 

Le ragioni alla base degli attacchi alle barche rimangono poco chiare. Tuttavia si fa strada la teoria – molto animalara e Ultima-Generazione-compatibile – che un’orca traumatizzata di nome White Gladis potrebbe influenzare altre orche assassine a imitare i suoi attacchi alle navi: alla base della cattiveria del crudele pachiderma pisciforme, ci sarebbe insomma la cattiveria dell’uomo.

 

Tutto torna: colpa dell’essere umano, quindi fate meno figli, eutanatizzatevi, fatevi sbranare da un orso, da un lupo, da un cinghiale oppure anche – novità! – da un’orca assassina – e pure molto stronza.

 

 

 

 

 

 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

 

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Sequestrato ed eutanatizzato dallo Stato scoiattolo star dei social media

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Uno scoiattolo orfano di nome Peanut, divenuto un’amatissima star del web, è stato sequestrato dalla casa del suo custode e soppresso per ordine dello Stato di Nuova York.

 

Peanut lo scoiattolo è diventato una star dei social media dopo che il creatore di contenuti Mark Longo lo ha preso con sé e lo ha cresciuto per 7 anni, condividendo video divertenti e sani e arrivando a vantare 534.000 follower su Instagram.

 

 

Chiaramente indignato e devastato, Longo ha spiegato alla testata di gossip TMZ come la sua casa di Pine City sia stata perquisita mercoledì dal Dipartimento per la tutela ambientale di New York alla ricerca del suo scoiattolo e del suo procione, in seguito a denunce anonime, e che alla fine gli sono stati confiscati.

 

«Gli agenti hanno fatto irruzione in casa mia come se fossi uno spacciatore. Sono rimasto seduto fuori casa per cinque ore. Ho dovuto farmi scortare dalla polizia fino al bagno», ha detto il Longo venerdì, aggiungendo che anche sua moglie è stata interrogata sul suo status di immigrazione.

 

 

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«Non mi era nemmeno permesso di dare da mangiare ai miei cavalli, né colazione né pranzo. Ero seduto, seduto lì come un criminale dopo che avevano interrogato mia moglie per verificare il suo status di immigrazione».

 

«Poi ha continuato a chiedermi se avevo delle telecamere in casa. Poi ha continuato a rovistare in ogni mobile, angolo e fessura della mia casa alla ricerca di uno scoiattolo e un procione», ha continuato.

 

«Hanno ottenuto un mandato di perquisizione per i dipartimenti e un giudice ha firmato un mandato di perquisizione per uno scoiattolo in un procione. E poi li hanno presi e uccisi», ha aggiunto Longo.

 

In più di 1.400 post condivisi su Instagram, si può vedere Peanut, che vive con Longo da 7 anni, mentre sgranocchia waffle, salta nei cerchi, indossa buffi cappelli e saluta Longo mentre torna a casa dal lavoro.

 

Dopo il raid, Longo è andato su Instagram per dare la sconvolgente notizia e ha spiegato come la fama di Peanut lo abbia aiutato a dare il via al P’Nuts Freedom Farm Animal Sanctuary, che ha salvato 350 animali grazie alle donazioni online.

 

«Bene, Internet, HAI VINTO. Mi hai portato via uno degli animali più incredibili a causa del tuo egoismo. Al gruppo di persone che ha chiamato DEC, c’è un posto speciale all’inferno per voi. Oggi alle 10 di mattina di mercoledì 30 ottobre 2024… Il DEC dello Stato di New York si è presentato a casa mia e ha preso Peanut».

 

«È stato PORTATO all’EUTANIZAZIONE. Sono sotto shock, incredulo e disgustato dalle persone che hanno fatto questo a PNUT. Negli ultimi 7 anni, Peanut è stato il mio migliore amico. È stato il centro del mio mondo e di molti dei vostri per così tanto tempo, che non so come elaborare questo, emotivamente».

 

Successivamente un messaggio video fake e un comunicato falso da parte di Trump sono apparsi in rete. La campagna ha negato di aver pubblicato alcunché riguardo al caso Peanut, tuttavia varie figure legate al candidato presidente, come il figlio Don jr. e il candidato vicepresidente JD Vance, hanno fatto riferimento al drammatico caso dello squirrello.

 

 

Sul caso è intervenuto anche Elone Musk, che ha sottolineato come

 

 

Alcuni si riferiscono al Peanut come al «MAGA squirrell», lo «scoiattolo trumpiano».

 

In vari stanno scrivendo che il caso rappresentato, davvero, l’intromissione draconiana dello Stato negli affari privati – e, aggiungiamo noi, l’ascesa inarrestabile dell’eutanasia, inflitta alle famiglie pure contro la loro volontà.

 

Nelle ultime ore prima del voto, il sacrificio squirrello Peanut potrebbe divenire un evento rivelatore e catalizzatore.

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Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

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Intelligenza Artificiale contro gli orsi nelle città giapponesi

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Avvistamenti e aggressioni contro le persone in aumento: già 56 gli incidenti quest’anno, con due persone uccise. Per arginare il fenomeno diverse municipalità stanno adottando sistemi basati su videocamere «addestrate» per individuare automaticamente se la figura in movimento è un orso e lanciare l’allarme.   Anche in Giappone è in forte crescita il numero degli orsi che si spingono nelle aree urbane in cerca di cibo.   L’agenzia Kyodo racconta che nel tentativo di ridurre il pericolo rappresentato per l’uomo, diverse municipalità giapponesi hanno iniziato a utilizzare un sistema di sorveglianza assistito dall’Intelligenza Artificiale.   Le telecamere sono state installate lungo le rive dei fiumi, sulle strade di montagna e nelle aree residenziali con la collaborazione di aziende private. Le immagini catturate da questi dispositivi vengono analizzate 24 ore su 24 per notificare alle autorità e ai residenti l’avvistamento degli orsi, contribuendo a garantire la sicurezza pubblica.

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I dati preliminari del ministero dell’Ambiente parlano di 10.704 avvistamenti di orsi da aprile a luglio, superando di gran lunga gli 8.536 casi dello stesso periodo dell’anno scorso, che già vide il maggior numero di vittime umane mai registrato in Giappone. A luglio erano stati uccisi o catturati 2.471 orsi, mentre da aprile ad agosto si sono verificati 56 incidenti con vittime umane, che hanno coinvolto 58 persone, tra cui due morti.   Gli orsi bruni a Hokkaido e gli orsi neri a Honshu e Shikoku sono le due specie che popolano il Giappone e vivono in almeno 34 prefetture, secondo il ministero. Negli ultimi mesi, i titoli dei giornali nazionali e locali hanno riportato incidenti di persone che hanno incontrato orsi, tra cui uno avvistato mentre giocava in un fiume in una popolare località turistica.   Il sistema di sorveglianza funziona grazie alle telecamere che rilevano gli oggetti in movimento. I dati vengono poi inviati all’Intelligenza Artificiale, che è stata addestrata su circa 50mila immagini di orsi e invia un allarme solo se identifica come tale la figura in movimento.   L’adozione del sistema nella città di Komatsu ha apparentemente ridotto la forte dipendenza dai cacciatori locali, tradizionalmente la principale risorsa per far fronte alle minacce poste dagli orsi e da altri animali. Il ministero dell’Ambiente ha iniziato le prove anche nella prefettura di Toyama per determinare se il sistema di segnalazione basato sull’Intelligenza artificiale potesse individuare gli orsi utilizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza già esistenti.   Hiroshi Saito, professore all’Università di Aizu nella Prefettura di Fukushima, sottolinea che gli orsi tendono a frequentare le aree residenziali, indipendentemente dal numero di volte in cui vengono mandati via.   Tuttavia, Saito non si oppone a un approccio più aggressivo, avendo sviluppato un sistema che emette forti luci e sirene per allontanare l’animale una volta rilevato da una telecamera basata sull’Intelligenza Artificiale. Venti telecamere di questo tipo sono state installate in sei località della Prefettura di Fukushima per determinare l’efficacia del sistema.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Delfini con telecamera, l’orrore è servito

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Ulteriori prove filmate della nequizia dei cetacei affiorano in rete. In particolare ci riferiamo ai video dei delfini muniti di GoPro.

 

Renovatio 21 aveva già affrontato il tema dei film ripresi in prima persona (i cosiddetti video POV) da delle bestie, mostrano le avventure di un gatto rissoso – un vero gattaccio – per le strade di una città cinese.

 

Avevamo visto inoltre che Hvaldimiro, beluga recentemente defunto che incrociava in un porto norvegese ma sospettato di essere una spia russa, che in un’occasione aveva rubato una telecamera GoPro ad uno sventurato kayakista.

 

Ora video da YouTube mostrano l’esagitata crudeltà di esemplari di delfinidi a caccia. Si tratta di immagini tremende che sconsigliamo ai deboli di stomaco.

 

La clip non è condivisibile su questo sito ma può essere vista su YouTubo.

 


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Non poteva mancare, negli atti malvagi degli infidi mammiferi acquatici, anche un tentativo di furto della telecamera, per il quale ricordiamo che, se passa il progetto del Re Maori che vuole rendere le balene persone giuridiche, potremo in futuro denunziare queste bestie.

 

 

Inquietante assai anche vedere il video che dimostra come le orche assassine, un’altra specie che come sa il lettore di Renovatio 21 va considerata come sempre più problematica per l’essere umano, cominciano a puntare anche natanti come i paddleboardisti – e non solo quelli.

 

Come riportato da Renovatio 21, le balene bianconere (non basta essere definite assassine, devono anche ricordare la Juventus F.C.) recentemente sono state viste cacciare e divorare in gruppo un delfino in Cile.

 

 

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Ora guardiamo invece un video ripreso da uno squalo martello. Notate come il pesce, al contrario degli spregevoli delfini, nuoti con calma, con grazie, perfettamente inserito in un circuito d’ordine sottomarino che pare completamente assente nella mente cetacea.

 

Guardate che classe, guardate che tranquillità, che generosità anche nell’ospitare le piccole remore. La creatura martellocefala fa il suo lavoro di pesce, non si allarga, non disturba l’ordine delle cose, come invece fa il delfino, con i suoi versi osceni, la sua esagitazione, il suo sorriso orrendo.

 

 

Torniamo a chiederlo: usque tandem, fino a quando tollereremo il caos mammifero-acquatico, nei nostri mari?

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