Essere genitori
Ancora incidenti per bus e scuolabus causati da malori dei conducenti

Non passa settimana che la lista di incidenti a mezzi pubblici e scuolabus non si allunghi. Alla base dell’accaduto c’è sempre un malore patito dal conducente del mezzo.
È di pochi giorni fa il caso di un 63enne autista di Quarto d’Altino, provincia di Venezia. «Stava portando in giro una scolaresca quando ha avuto un infarto ed è morto» scrive Il Messaggero. «Si è fermato per prendere una boccata d’aria, la gita si era conclusa e Oscar aveva riaccompagnato a scuola i ragazzi – racconta un collega – Si trovava nel piazzale esterno dell’istituto. Si è accasciato al suolo, morto. Ha avuto un infarto. Una vera tragedia»
Come riportato da Renovatio 21, Padova era già stata colpita l’anno scorso: è il caso dello scuolabus di Campo San Martino. Il 18 dicembre 2021 il conducente del pulmino «si era accasciato mentre era al volante del mezzo: è riuscito ad accostare ma non a spegnere il bus» scrisse il Corriere del Veneto.
È di pochi giorni fa la strage del pulmino di San Donà di Piave, nel veneziano. Il mezzo della cooperativa Centro21 di Riccione, con alla guida un ex sindaco della cittadina romagnola, finisce ad alta velocità contro un Tir. «Un malore o forse un colpo di sonno. Sembra non esserci altra spiegazione» scrive Il Resto del Carlino I morti sono sette, compreso l’ex sindaco riccionese e un’educatrice 36enne che era stata tirata fuori viva dalle lamiere. Le altre cinque vittime sono ragazzi con la sindrome di Down.
Un caso di malore di autista di autobus pubblico si è verificato poche ore fa a Taranto. «L’autista di un autobus dell’azienda di trasporto cittadino ha avuto un malore e ha perso i sensi mentre era alla guida. Ha perso il controllo del mezzo con a bordo alcuni passeggeri. Il veicolo è finito sulla corsia opposta ed ha attraversato la carreggiata finendo su un muro di cinta di un palazzo» scrive il Quotidiano di Puglia. Il danno umano parrebbe contenuto: «Solo per una donna a bordo è stato necessario il trasporto in ospedale in codice giallo a causa del trauma riportato nell’urto. Da un primo esame sembrerebbe fuori pericolo anche il conducente che aveva accusato il malore mentre era alla guida».
Il meridione aveva subito un ulteriore caso pressoché identico pochi giorni fa. A Reggio Calabria, ad un altro scuolabus era toccata la medesima sorte: «Purtroppo però un improvviso malore s’è repentinamente impadronito del conducente, che ha perso di colpo il controllo del mezzo, sbandando sulla propria sinistra e andando a schiantarsi contro la recinzione che argina il torrente Calopinace rispetto alla carreggiata» scrive la testata locale Tempostretto.
Sempre pochi giorni fa, a Napoli, in via Terracina, invece un automobilista ha provocato un’incidente coinvolgendo altre due macchine a seguito, si ipotizza, di un malore. «L’automobile stava procedendo su via Terracina quando improvvisamente sarebbe andata a finire su alcune automobili in sosta» scrive Fanpage. «Dall’impatto sembrerebbe che il conducente, unica persona a bordo, abbia improvvisamente perso il controllo, circostanza che lascia pensare ad un improvviso malore». Trasportato all’ospedale San Paolo, l’uomo è morto per arresto cardiaco. Aveva 60 anni.
Quattro giorni fa uno scuolabus è stato travolto da un treno merci in Tirolo. «L’incidente è avvenuto alle 7:15. Il pullman, che stava attraversando il passaggio ferroviario senza barriere, è stato travolto e scaraventato, finendo a pochi metri dalle abitazioni, da un treno merci della linea “Aussefernbahn” che procedeva in direzione Vils», scrive Il Dolomiti. «Secondo quando dichiarato dai vigili del fuoco locali, l’autista dello scuolabus e due bambini hanno riportato gravi ferite, mentre il macchinista del convoglio è rimasto illeso».
In questo caso, tuttavia, non si parla di malore – almeno non ancora. Al momento «le cause delle scontro fra i due mezzi non sono ancora chiare: sono infatti in corso le indagini delle autorità» scrive il quotidiano trentino.
Come riportato da Renovatio 21, i casi di incidenti di scuolabus registrati negli ultimi mesi sono diversi, e in vari Paesi, con al centro perennemente il malore, talvolta fatale, dell’autista.
Ci siamo chiesti: «gli scuolabus sono simbolo di innocenza e di civiltà: ogni scuola seria ne ha uno, e non può che essere un vanto, e un sollievo per tanti genitori. Dobbiamo cominciare ad averne paura? Oppure qualcuno ci vuole spiegare cosa sono questi malori? Investigare non dovrebbe essere difficile. Se lo chiedessero a noi, partirei da un elemento: cosa possono avere in comune tutti questi episodi? Quali farmaci avevano assunto di recente gli autisti? Si erano per caso sottoposti tutti o in gran parte ad un trattamento medico particolare?»
Non abbiamo ricevuto risposta. Anche perché è difficile che qualcuno risponda se nessuno fa la domanda.
Immagine di Joe Loong via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Essere genitori
Vaccini COVID e gravidanza, studio rileva 37 segnali di sicurezza. L’ente epidemico USA esorta ancora le donne a vaccinarsi

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Tra i segnali segnalati dallo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato la scorsa settimana rientrano aborto spontaneo, preeclampsia, insufficienza cervicale, anomalie cromosomiche, malformazioni fetali, parto prematuro, morte fetale, asfissia neonatale e morte neonatale.
Un’analisi delle segnalazioni inviate al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) ha rilevato segnali di sicurezza per 37 eventi avversi quando i vaccini anti-COVID-19 sono stati somministrati durante la gravidanza.
Tra i segnali segnalati dallo studio, pubblicato la scorsa settimana sulla rivista peer-reviewed Science, Public Health Policy and the Law, rientrano aborto spontaneo, preeclampsia, insufficienza cervicale, anomalie cromosomiche, malformazioni fetali, parto prematuro, morte fetale, asfissia neonatale e morte neonatale.
Gli analisti hanno identificato i segnali confrontando i tassi di eventi avversi per i vaccini anti-COVID-19 somministrati durante la gravidanza con gli stessi eventi avversi a seguito del vaccino antinfluenzale e di tutti gli altri vaccini somministrati a donne incinte.
Questo metodo, denominato rapporto di segnalazione proporzionale (PRR), è lo stesso utilizzato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) per analizzare i dati VAERS allo scopo di identificare segnali di sicurezza per i vaccini COVID-19.
Le donne incinte sono state escluse dagli studi originali sulla sicurezza ed efficacia del vaccino COVID-19.
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Il VAERS, gestito congiuntamente dal CDC e dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, funziona come «sistema di allerta precoce della nazione» per i problemi di sicurezza dei vaccini. I segnali di sicurezza indicano che una condizione potrebbe essere collegata a un vaccino e sono necessarie ulteriori analisi per confermare il collegamento.
I ricercatori hanno scoperto che i segnali di sicurezza del vaccino contro il COVID-19 durante la gravidanza superavano costantemente le soglie stabilite dal CDC e dalla FDA per definire un segnale, spesso con un margine significativo.
In media, gli eventi avversi in gravidanza sono stati segnalati 69,2 volte più frequentemente dopo la somministrazione del vaccino anti-COVID-19 rispetto ad altri vaccini.
«Abbiamo trovato violazioni inaccettabilmente elevate nei segnali di sicurezza per 37 AE [eventi avversi] dopo la vaccinazione COVID-19 nelle donne incinte», hanno concluso i ricercatori. Hanno affermato che l’entità dei segnali di sicurezza era «motivo di allarme».
Molti ricercatori, tra cui il dott. James A. Thorp, il dottor Daniel C. McDyer e la dottoressa Kimberly Biss, sono anche ostetrici/ginecologi praticanti. Hanno notato che gli eventi avversi identificati sono coerenti con le loro ampie osservazioni cliniche.
Thorp, coautore con Celia Farber del libro di prossima uscita Sacrifice: How the Deadliest Vaccine in History Targeted the Most Vulnerable, ha detto a The Defender di aver notato ogni singolo segnale tra le donne nella sua pratica.
I ricercatori hanno concluso che è giustificata una «moratoria globale immediata sulla vaccinazione contro il COVID-19 durante la gravidanza». L’articolo è la prima parte di una serie in tre parti.
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I segnali di sicurezza mostrano che i vaccini COVID violano la «regola d’oro della gravidanza»
I ricercatori hanno sostenuto che la somministrazione del vaccino COVID-19 alle donne incinte viola la «regola d’oro della gravidanza», secondo cui non devono essere introdotte sostanze nuove e potenzialmente dannose mentre il feto è in via di sviluppo.
Anche cibi e bevande considerati sicuri per la maggior parte delle persone, come i cibi fermentati e alcuni pesci, non sono raccomandati alle donne incinte perché potrebbero causare danni durante la gravidanza.
Le principali catastrofi mediche legate alla gravidanza, come i disastri del talidomide e del dietilstilbestrolo (DES) del XX secolo, che riguardavano farmaci raccomandati che hanno causato gravi danni alle donne incinte, ai loro bambini e persino ai loro nipoti, hanno confermato questa regola.
Gli autori hanno affermato che i loro risultati indicano che i vaccini contro il COVID-19 hanno effetti simili, se non peggiori, su un numero significativo di donne e sulla loro prole.
E come nel caso del DES, nonostante le raccomandazioni dell’industria farmaceutica, i medici avrebbero dovuto essere consapevoli dei rischi, hanno affermato gli autori.
Thorp ha affermato che il segnale più preoccupante riguarda l’insufficienza placentare (quando la cervice si indebolisce e può iniziare ad aprirsi, causando un parto prematuro o un aborto spontaneo), che è stata segnalata 499 volte più frequentemente dopo i vaccini anti-COVID-19 rispetto ad altri vaccini.
Gli altri eventi segnalati più frequentemente includevano la dispnea neonatale, o difficoltà respiratorie per i neonati, che è stata segnalata 134 volte più frequentemente. La morte prematura dei neonati è stata segnalata 124 volte più frequentemente dopo i vaccini COVID-19 rispetto ad altri vaccini e l’arresto cardiaco fetale è stato segnalato 108 volte più frequentemente.
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Il CDC continua a raccomandare il vaccino COVID per le donne incinte
Secondo i protocolli stabiliti all’inizio della pandemia, il CDC avrebbe dovuto effettuare l’analisi PRR. Tuttavia, l’agenzia non ha segnalato pubblicamente i segnali identificati nel documento.
Nel febbraio 2023, CHD ha citato in giudizio il CDC per i suoi dati PRR, che l’agenzia non aveva rilasciato. Dopo la causa, il CDC ha iniziato a rilasciare i documenti, ma erano pesantemente censurati e l’agenzia sta ancora trattenendo alcuni dei documenti richiesti.
Il CDC ha raccomandato per la prima volta i vaccini alle donne incinte nell’aprile 2021.
L’allora direttrice Rochelle Walensky tenne una conferenza stampa per dire alle donne incinte che non c’era un momento sbagliato per vaccinarsi contro il COVID-19, prima, durante o dopo la gravidanza. Fece questo annuncio appena due giorni dopo che Pfizer aveva inviato alla FDA il rapporto sulla gravidanza e l’allattamento che descriveva in dettaglio i gravi effetti del vaccino sulle donne incinte e sui bambini, tratti dai dati post-marketing.
L’agenzia continua a raccomandare vivamente la vaccinazione contro il COVID-19 alle donne incinte, sebbene altri Paesi, tra cui il Regno Unito, l’abbiano interrotta.
Nella sua pagina sulla gravidanza del vaccino COVID-19, il CDC avverte che le donne incinte hanno «più probabilità di ammalarsi gravemente di COVID-19» rispetto ad altre persone. Afferma inoltre che hanno maggiori probabilità di aver bisogno di ospedalizzazione, terapia intensiva, uso di un ventilatore e di avere complicazioni come parto prematuro o morte del feto.
Il CDC ricorda inoltre alle donne incinte che «la forma grave di COVID-19 può portare alla morte».
Le principali organizzazioni professionali di medici, tra cui l’American College of Obstetricians and Gynecologists, la Society for Maternal-Fetal Medicine e l’American Society for Reproductive Medicine, continuano a dire alle donne incinte che il vaccino è «sicuro ed efficace» per le donne incinte e che allattano.
Le raccomandazioni sono state formulate nonostante la mancanza di sicurezza ed efficacia negli studi clinici randomizzati controllati condotti su donne in gravidanza e nonostante i dati limitati sui vaccini anti-COVID-19 durante la gravidanza.
Brenda Baletti
Ph.D.
© 13 febbraio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Epidemie
L’ente epidemico USA prepara adolescenti e bambini a temere le pandemie

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Le risorse educative del CDC utilizzano una «narrazione basata sulla paura»
Le risorse didattiche del CDC includono materiale pensato per insegnare agli studenti «le radici della sanità pubblica americana», tra cui la storia e il ruolo del CDC nelle epidemie nazionali e globali. I materiali includono moduli sulle «lezioni apprese» durante l’epidemia di influenza suina del 1976, il ruolo del CDC nella sicurezza alimentare e idrica e nella risposta alla «sfida per la salute pubblica del XXI secolo» delle malattie croniche. Tuttavia, l’attenzione principale dei materiali per gli studenti delle scuole superiori è rivolta alla serie di attività in classe «Operation Outbreak», incentrata su una graphic novel rivolta agli adolescenti. Con una copertina che ricorda la popolare serie Stranger Things, The Junior Disease Detectives: Operation Outbreak, un romanzo prodotto in collaborazione con il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, presenta uno scenario fittizio di un’epidemia che coinvolge adolescenti e animali. È collegato a tre attività in classe incentrate sulla «prevenzione e risposta alle malattie zoonotiche». La prima attività, «The Outbreak Team», si concentra sui «vari ruoli e responsabilità dei professionisti coinvolti nella risposta a un’epidemia». Le due attività successive, «Eddie’s Story» e «Hamlet’s Story», si concentrano sull’indagine di un’epidemia e della sua successiva diffusione da un maiale (Hamlet) a un adolescente (Eddie). Secondo il CDC, al termine delle attività, gli studenti dovrebbero essere in grado di «identificare i passaggi di un’indagine su un’epidemia di influenza», «identificare i ruoli e le responsabilità della sanità pubblica, della salute animale, della salute ambientale e di altri professionisti pertinenti» e «descrivere perché utilizzare un approccio One Health… è la soluzione migliore quando si indaga o si prevengono malattie zoonotiche». Gli studenti devono anche imparare a definire una serie di termini, tra cui «virus influenzale zoonotico», «nuovo virus influenzale» e «caso», comprese le differenze tra casi «sospetti», «probabili» e «confermati». «La maggior parte delle infezioni umane con i nuovi virus dell’influenza A si sono verificate dopo uno stretto contatto con animali infetti», affermano i materiali, osservando che è necessaria una «sorveglianza globale» «per rilevare l’emergere di nuovi virus dell’influenza A che potrebbero scatenare una pandemia». I materiali affermano inoltre: «esistono associazioni tra virus influenzali zoonotici e pandemie». Ma secondo la dott. ssa Sherri Tenpenny, la graphic novel e le attività utilizzano una narrazione «basata sulla paura». Ha affermato che i materiali mancano di «un approccio equilibrato e fattuale secondo cui patogeni, virus e batteri sono una parte naturale della vita che può essere gestita principalmente dal sistema immunitario di ogni persona». Anche la vaccinazione è ampiamente presente nei materiali didattici. Secondo la graphic novel: «Come abbiamo imparato durante il Disease Detective Camp, il sistema immunitario del nostro corpo produce anticorpi per combattere le infezioni e il modo più sicuro per ottenere anticorpi è attraverso la vaccinazione». «Sebbene il vaccino antinfluenzale non sia stato concepito per proteggere dalla variante influenzale, è comunque importante farlo, perché può aiutarci a proteggerci dal contrarre l’influenza e dal trasmetterla ad altri».Iscriviti al canale Telegram
L’approccio One Health «promuove sottilmente la conformità rispetto al pensiero critico»
Perro ha messo in dubbio l’attenzione del CDC sull’approccio One Health, «a causa della sua narrativa parziale e unilaterale». «Concentrandosi esclusivamente sulla trasmissione zoonotica, ignora fattori chiave come i tossici ambientali, l’agricoltura industriale e i rischi dell’ingegneria genetica», ha affermato Perro. Ciò promuove «l’aderenza al pensiero critico» e funge da «propaganda istituzionale», ha affermato. I materiali in ultima analisi «danno forma alle narrazioni sulle origini delle pandemie, in particolare per quanto riguarda il COVID-19 come entità emersa ‘naturalmente’ piuttosto che da un incidente di laboratorio», ha affermato la Perro. I materiali potenziati «condizionano» i bambini a temere specifici agenti patogeni e «a ignorare lo straordinario sistema immunitario del loro corpo, non menzionandolo». «Insegnare ai bambini come prendersi cura di se stessi con cibo sano, esercizio fisico e sole è una lezione molto più preziosa», ha affermato Powers.Aiuta Renovatio 21
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Epidemie
I lockdown COVID hanno interrotto le abilità sociali cruciali dei bambini piccoli

Le restrizioni sociali dovute al COVID-19 hanno causato cambiamenti significativi nello sviluppo dei bambini di età pari o inferiore a sei anni, ritardando l’acquisizione di un’abilità sociale fondamentale.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports suggerisce che i lockdown e le altre misure adottate per prevenire la diffusione del COVID-19 hanno causato danni gravi e potenzialmente irreversibili ai bambini in età prescolare.
«È stato notevole osservare il calo delle prestazioni dei bambini», ha affermato la professoressa di psicologia dello sviluppo Rose Scott, autrice principale dello studio.
«In uno dei compiti del mio laboratorio, i bambini hanno fatto il test prima che la pandemia potesse passare a 2 anni e mezzo. Subito dopo i lockdown, abbiamo visto bambini di 5 anni che non lo superavano».
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I ricercatori hanno testato i bambini piccoli per un’abilità sociale chiamata «comprensione delle false credenze», la capacità di riconoscere che le altre persone possono sbagliarsi. L’acquisizione di questa abilità è considerata un passo cruciale per distinguere la mente dalla realtà e consente ai bambini di sviluppare capacità di cooperazione, comunicazione e apprendimento.
Le ricerche attuali dimostrano che le capacità di falsa credenza subiscono importanti sviluppi nei primi cinque anni di vita di un bambino. Un bambino che non possiede queste capacità cognitive può crescere diventando uno studente che fa fatica ad andare d’accordo con i coetanei o che trova più difficili i compiti accademici.
I risultati sono stati confrontati con i risultati ottenuti su bambini della stessa età, raccolti prima della pandemia.
I bambini del gruppo pre-lockdown hanno ottenuto punteggi significativamente più alti nei loro compiti. In un compito, l’80% dei bambini di cinque anni del gruppo pre-lockdown ha superato l’esame, mentre solo il 63% dei bambini del gruppo post-lockdown lo ha superato. I bambini provenienti da contesti più poveri hanno ottenuto risultati ancora peggiori, con solo il 51% dei bambini post-lockdown che ha superato lo stesso compito.
Inoltre, ulteriori test hanno rivelato che i deficit nella comprensione delle false credenze persistevano. I bambini che non avevano questa capacità non l’hanno acquisita in seguito.
Gli autori ritengono che lo stress e l’isolamento dovuti alla pandemia siano stati in gran parte responsabili delle differenze osservate.
Anche il maggiore quotidiano del pianeta, il New York Times, già tre anni fa ammise il danno procurato dai lockdown ai bambini. L’articolo, pubblicato a metà novembre, si intitola «Ecco le prove sorprendenti della perdita di apprendimento».
La lista dei danni dei lockdown sui bambini studiati dall’accademia è oramai imponenti. Il danno è autoevidente, a partire dal chiaro ritardo nell’apprendimento di alcuni a certi disegni disturbanti emersi.
Uno studio britannico aveva rilevato che molti bambini che iniziano la scuola elementare hanno abilità verbali gravemente sottosviluppate, e molti non sono nemmeno in grado di pronunciare il proprio nome.
La canadese York University ha rilevato in uno studio che i bambini ora «hanno difficoltà di riconoscere i volti a causa della mascherina».
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Come riportato da Renovatio 21, una logopedista statunitense ha asserito di aver osservato un aumento del 364% delle segnalazioni di pazienti neonati e bambini piccoli che abbisognano di aiuto per il linguaggio non sviluppato.
Un altro studio ha rivelato come i punteggi medi di quoziente intellettivo tra bambini nati durante la pandemia siano crollati di ben 22 punti mentre le prestazioni verbali, motorie e cognitive hanno tutte sofferto a causa del lockdown. La dannosità delle mascherine a livello respiratorio è stata sottolineata anche dall’agenzia tedesca per la protezione dei consumatori.
Secondo un rapporto di Ofsted, istituzione governativa britannica, la mascherina ha creato una generazione di bambini con problemi nel linguaggio e nelle relazioni.
Vi sarebbero poi problemi al sistema immunitario dei piccoli costretti alla clausura. Pochi mesi fa è emerso come bambini venivano colpiti, fuori stagione, da tre virus contemporaneamente – qualcosa di assolutamente raro, prima.
Qualcuno così propone una connessione tra l’inusuale aumento delle epatiti fra i bambini e le restrizioni pandemiche.
Inoltre, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, i lockdown hanno portato 60.000 bambini britannici alla depressione clinica. Un’analogo aumento della depressione giovanile è stata rilevata in Italia dall’ISS.
In Italia si sta assistendo anche al fluire di un’aneddotica significativa sull’aumento della violenza fra i giovani.
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