Eugenetica
Aziende farmaceutiche espandono la tecnologia mRNA per curare l’influenza: come dovevasi dimostrare

U principali gruppi farmaceuticistanno considerando di combattere l’influenza con la piattaforma tecnologica dell’RNA messaggero (mRNA). Lo riporta Epoch Times.
A differenza di altri vaccini, i vaccini antinfluenzali vengono somministrati ogni anno. Risaputtamente, «offrono generalmente una protezione inferiore rispetto alla maggior parte dei vaccini», si dice usando un eufemismo: cioè, mentre se ti fai i vaccino contro il morbillo (una malattia sempre più rara) ti diranno che è stato il siero a salvarti, sono talmente tanti e tanto evidenti i casi di persone che si ammalano di influenza nonostante l’iniezione annuale che si preferisce ammettere che il vaccino può fare cilecca.
L’ente americano per il controllo delle malattie (il CDC) ritiene che l’efficacia dell’antinfluenale va da un minimo del 10% a un massimo del 60% . Il vaccino antinfluenzale di questa stagione è stato efficace solo per il 16%, sempre secondo i dati CDC.
Secondo un articolo pubblicato su Nature, «le nuove vaccinazioni antinfluenzali potrebbero rivelarsi redditizie o aiutare a rimanere in piedi in un mercato globale che si prevede supererà i 10 miliardi di dollari entro la fine del decennio».
In pratica, l’mRNA potrebbe riversare ancora più danaio in un mercato già saturo per volontà dei governi.
Il dottor Robert Malone, il vaccinologo che ha contribuito a inventare la tecnologia del vaccino mRNA, ha affermato che i vaccini antinfluenzali sono un «mercato commerciale significativo negli Stati Uniti» che viene raccomandato ogni anno per «guidare un’esigenza del mercato in modo che gli impianti di produzione possano essere mantenuti in funzione e certificati» nella possibilità che si verifichi un focolaio simile alla pandemia influenzale del 1918.
«Il governo vuole essere in grado di garantire che abbiano sempre una capacità influenzale sufficiente nel caso accada qualcosa di negativo», ha detto Malone a The Epoch Times. «Quindi il modo in cui lo fanno è creare incentivi di mercato affinché i produttori producano vaccini contro l’influenza stagionale, anche se non ne abbiamo davvero bisogno».
Tra coloro che stanno espandendo il ruolo dell’mRNA c’è Seqirus, che sta sviluppando vaccini antinfluenzali basati sulla prossima generazione di tecnologia mRNA, l’RNA messaggero auto-amplificante (sa-mRNA).
Come i vaccini mRNA che istruiscono le cellule del corpo a produrre una proteina che stimoli la risposta immunitaria per costruire l’immunità, anche il sa-mRNA «istruisce il corpo a replicare l’mRNA, amplificando la quantità di proteine prodotte».
Si tratta quindi di una nuova tecnologia di modifica genica.
«Ciò potrebbe consentire ai produttori di vaccini di sviluppare potenzialmente vaccini più efficaci con un dosaggio più piccolo e con tassi di reattogenicità inferiori, sottolineando l’applicazione sia in contesti pandemici che stagionali», ha annunciato il produttore di vaccini in un comunicato stampa nell’agosto 2021.
Pfizer, Moderna e Sanofi hanno iniziato a testare i loro vaccini antinfluenzali mRNA negli adulti di età pari o superiore a 18 anni nel 2021, mentre Curevac ha annunciato il mese scorso che stava conducendo un piccolo studio di fase 1 a Panama.
Come riportato da Renovatio 21, un recente studio ha dimostrato che il vaccino Pfizer entra nelle cellule e viene convertito in DNA.
L’mRNA come alterazione genica è qualcosa contro cui il mainstream si è scagliato con forza, bollando quest’idea come una fake news o una prova di ignoranza.
Il fatto che l’mRNA del vaccino che si converte in DNA e si trova all’interno del nucleo della cellula è qualcosa che l’ente americano per il controllo delle epidemie, il potente Centers for Disease Control and Prevention (CDC), aveva negato, affermando che non sarebbe accaduto.
«Il materiale genetico fornito dai vaccini mRNA non entra mai nel nucleo delle tue cellule», aveva affermato sempre il CDC (considerato un’autorità mondiale, a cui obbediscono anche i virologi italiani) nella sua pagina web intitolata «Leggende e fatti sui vaccini COVID-19».
Pare invece non essere esattamente così.
Come riportato da Renovatio 21, ogni vaccino, in futuro, sarà un vaccino mRNA. Ogni malattia, in realtà, avrà i suoi farmaci genici, perché stiamo assistendo, con l’accelerazione pandemica, allo spostamento della medicina verso la genetica – cioè, verso un modello informatico applicato alla biologia umana, una trasformazione sostenuta dai miliardi di Bill Gates distribuiti ad ogni istituzione o azienda del pianeta possa essere d’aiuto al piano.
In realtà, tutto questo sarà possibile perché nel referendum del vaccino globale, un siero genico sperimentale, il mondo ha risposto di sì.
Un plebiscito via siringa: certo, il mondo è disposto a farsi alterare geneticamente. È bastato fargli capire che il loro sostentamento dipendeva da quello, e aggiungere un po’ di balle scienziate.
Sappiamo tutti questo dove ci porterà: bambini in provetta bioingegnerizzati, con ossessione eugenetica che nemmeno lo Hitler aveva mai osato sognare.
Preparatevi ad avere il vostro genoma corretto: per il COVID, per l’influenza, per l’emicrania, per il diabete, per la tristezza, un domani per la vostra esuberanza, o per il fatto che non credete a quello che vi dicono i vassalli di questo mondo infernale che stiamo vedendo sorgere dinanzi a noi.
Eugenetica
Il Congresso USA non estenderà la fecondazione in vitro per i militari. Ma i supersoldati geneticamente modificati sono dietro l’angolo

Il prossimo National Defense Authorization Act (NDAA) non includerà i fondi per estendere la fecondazione in vitro (IVF) distruttiva per gli embrioni tra i membri dell’esercito statunitense, ha concordato il Congresso.
A marzo, il Dipartimento per gli Affari dei Veterani (VA) dell’amministrazione Biden aveva annunciato che «offrirà benefici di fecondazione in vitro ai veterani qualificati indipendentemente dallo stato civile» – comprese le persone single, gli omosessuali e gli individui con confusione di genere – e consentirà loro di utilizzare sperma, ovuli o embrioni di donatori, un’inversione delle vecchie regole che limitavano la IVF ai militari sposati il cui servizio militare aveva portato a una condizione di salute che li rendeva sterili ma ancora in grado di produrre i propri ovuli o sperma.
Una manciata di repubblicani della Camera si era opposta all’epoca e, con una nuova maggioranza repubblicana destinata ad assumere il controllo del Congresso a gennaio, il mese scorso pubblicarono una lettera ai membri più importanti delle commissioni di entrambi i partiti, esortandoli a non includere alcuna disposizione che estendesse la IVF nei prossimi stanziamenti annuali per le forze armate, in particolare una disposizione approvata dalla Camera chiamata Sezione 701, definendola una «drammatica espansione della fecondazione in vitro che costerà ai contribuenti circa 1 miliardo di dollari all’anno».
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Nella lettera si sottolinea che la fecondazione in vitro resta «fortemente non regolamentata» e «senza linee guida etiche» negli Stati Uniti, ma fino ad oggi i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC, l’ente epidemiologico USA) non hanno risposto alle «domande fondamentali» dei legislatori sul settore.
Nel weekend, i legislatori hanno pubblicato un NDAA finale di 1.813 pagine che rappresenta un compromesso su numerosi punti tra entrambi i partiti e entrambe le camere del Congresso. Tra questi, non è stata adottata alcuna proposta per espandere la fecondazione in vitro nelle forze armate.
La senatrice democratica dello Stato di Washington Patty Murray ha espresso frustrazione per l’esito, ma si è consolata con il fatto che i democratici sono riusciti a escludere «ogni sorta di clausola dannosa che avrebbe limitato la possibilità delle donne in uniforme» di ottenere aborti.
Il processo di fecondazione in vitro è considerato da cattolici e altri cristiani come gravemente immorale, poiché comporta la creazione consapevole di decine di embrioni umani «in eccesso» che vengono poi uccisi. Inoltre, i bambini non ancora nati vengono trattati come merci da barattare. Infine, c’è il tema teologico non indifferente, per quanto ignorato, della separazione della sessualità dalla procreazione.
Si stima che più di un milione di embrioni siano congelati in deposito negli Stati Uniti dopo la fecondazione in vitro e che fino al 93% di tutti gli embrioni creati tramite IVF vengano infine distrutti: si tratta, quindi, di un’ecatombe con numeri ben superiori a quelli dell’aborto.
Con solo una manciata di eccezioni, la maggior parte dei repubblicani nazionali si è affrettata a dichiarare il proprio sostegno alla fecondazione in vitro dopo che una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama secondo cui gli embrioni congelati erano qualificati come bambini in una causa per morte ingiusta ha spinto la questione sotto i riflettori nazionali, di fatto bloccando una grande parte della filiera della riproduzione artificiale.
A guidare la carica è stato il presidente di ritorno Donald Trump, che si è presentato come un «leader della fecondazione» e ha persino promesso di promulgare un nuovo diritto federale alla fecondazione in vitro, sia tramite sussidi diretti che tramite un mandato assicurativo.
Come riportato da Renovatio 21, la IVF ha un mercato che si aggira intorno ai 24 miliardi.
Programmi di preservazione criogenica dei gameti sono stati offerti in precedenza ai soldati USA, a cui viene quindi implicitamente promesso di poter avere in futuro figli in provetta qualora perdano le funzionalità genitali in battaglia.
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Questione mai esplorata da media, politici ed esperti, ma alla quale Renovatio 21 si è interessata è quella del piano incrinato tra IVF militare e cosiddetti «supersoldati»: se alle famiglie militari viene data l’opzione di fare in figli in laboratorio, perché non accettare delle «piccole» modifiche genetiche, di modo da farne dei soldati (o degli atleti, degli studenti, etc.) leggermente migliori?
In tale prospettiva, l’eugenetica non ha più il significato narcisista borghese che conosciamo («voglio un figlio perfetto»), ma è giustificabile in un’ottica di sentimento nazionale («voglio un figlio che possa servire al meglio la patria»).
Tuttavia, come noto, ciò era esattamente la base dell’eugenetica dei Lebensborn delle SS di Heinrich Himmler, a dimostrazione che il nazismo fu grande anticipatore della follia aberrante del mondo moderno.
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Autismo
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»

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«Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» domandavamo nel 2017. L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari. Il Regno Sociale di Satana passa anche da qui.Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
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Eugenetica
40 parlamentari britannici firmano un emendamento per porre fine all’aborto per i bambini con sindrome di Down

Quaranta parlamentari nel Regno Unito hanno firmato un emendamento che limiterebbe gli aborti tardivi dei bambini non ancora nati con diagnosi di sindrome di Down e fornirebbe loro le stesse modeste protezioni dei bambini britannici senza disabilità. Lo riporta LifeSite.
La proposta di emendamento al disegno di legge sulla giustizia penale del governo è stata avviata dal deputato conservatore Sir Liam Fox e sostenuta da parlamentari di tutti i partiti, tra cui laburisti, SNP (Partito nazionale scozzese), Liberal democratici e DUP (Partito unionista democratico).
«C’è un notevole sostegno trasversale ai partiti per rimuovere un’anomalia nella legge britannica che consente alle persone con sindrome di Down di abortire fino a 40 settimane», ha detto Sir Fox, ex segretario alla difesa ed ex segretario di stato per il commercio internazionale.
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«Molti di noi credono che ciò sia completamente contrario allo scopo della nostra legislazione sull’uguaglianza e tratti le persone con sindrome di Down come cittadini di seconda classe quando si tratta dei loro diritti».
«Il mio emendamento eliminerebbe un’anomalia di cui molti non sapevano nemmeno l’esistenza e invierebbe un segnale sui valori che condividiamo nel sistema politico del nostro Paese», ha aggiunto.
Sir Fox è nato in Scozia in una famiglia cattolica di origini irlandesi.
L’emendamento proposto sarà votato e dibattuto come parte del più ampio disegno di legge sulla giustizia penale, che dovrebbe tornare alla Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento britannico, a metà aprile, dopo l’attuale pausa pasquale.
Secondo la legge britannica sull’aborto, i bambini non ancora nati possono essere abortiti fino alla 24a settimana di gravidanza. Tuttavia, sempre secondo la legge attuale, i bambini con diagnosi di sindrome di Down possono essere abortiti fino alla nascita.
L’emendamento di Fox ridurrebbe il limite di tempo per i bambini che soffrono di questa condizione genetica a 24 settimane.
Secondo le ultime statistiche sull’aborto, nel Regno Unito nel 2021 sono stati abortiti 859 bambini con diagnosi di sindrome di Down, con un aumento del 24% rispetto al 2020.
Inoltre, le statistiche mostrano un picco del 71% negli aborti di bambini con sindrome di Down alla 24a settimana di gestazione o oltre. Tali aborti sono aumentati da 14 nel 2020 a 24 l’anno successivo.
Tuttavia, i numeri reali potrebbero essere significativamente più alti di quanto indicano le statistiche ufficiali, secondo Don’t Screen Us Out («Non escludeteci»), un gruppo di difesa che si batte per la parità di diritti per le persone affette da sindrome di Down.
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Uno studio del 2013 ha mostrato che degli 886 bambini con sindrome di Down abortiti in Inghilterra e Galles nel 2010, solo 482 sono stati ufficialmente registrati nelle statistiche del governo. La sottostima degli aborti legati ad «anomalie fetali» è stata confermata in un’analisi del 2014 del Dipartimento di sanità e assistenza sociale.
Lynn Murray, portavoce dell’organizzazione Don’t Screen Us Out, ha dichiarato che «questo è un cambiamento importante alla legge, ed è fantastico vedere così tanti parlamentari sostenere questo cambiamento».
«Pochissime persone sono consapevoli di questa parte discriminatoria della nostra legge che individua i bambini con disabilità, compresa la sindrome di Down, consentendo loro di essere selezionati mediante l’aborto fino alla nascita».
Come madre di una figlia di 24 anni con sindrome di Down, la signora Murray vede «ogni giorno il valore unico che porta alla nostra famiglia e l’impatto positivo che ha sugli altri intorno a lei».
Come riportato da Renovatio 21, perfino i media mainstream, fautori dell’aborto e inconsapevoli continuatori dell’opera eugenetica dello Hitler, stanno realizzando che, in effetti, l’aborto massivo dei down è vera e propria eugenetica. In una società, peraltro, dove vige la condizione dei down celebrati per i loro risultati e al contempo massacrati impunemente nel grembo materno.
Recenti studi di paleontologia genetica hanno provato che gli uomini preistorici trattavano i bimbi down con rispetto: la società moderna, quindi, si conferma come una mortale regressione verso la disumanizzazione e il culto della morte.
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Immagine su licenza Envato
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