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Ambiente

Attivisti climatici attaccano un quadro di Monet – e non per il fatto che è di un artista sopravvalutato, purtroppo

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La scorsa settimana attivisti per il clima hanno preso di mira un’opera d’arte del venerato impressionista francese Claude Monet al Museo Nazionale di Stoccolma, gettandole addosso con vernice rossa e incollandosi al vetro protettivo attorno al dipinto.

 

Le due donne appartengono al gruppo Aterstall Vatmarker («Ripristinare le zone umide»), che ha pubblicato un video dell’acrobazia sui social media e ha identificato la coppia in Emma e Maj, un’infermiera e una studentessa di infermieristica.

 

Nella clip, si possono sentire le due donne gridare, as usual, che «la situazione climatica è grave» e «la nostra salute è minacciata» mentre prendevano di mira il «Giardino dell’artista a Giverny» del Monet.

 

«La situazione è urgente», ha detto la Emma, ​​aggiungendo che «la pandemia non è stata niente in confronto al collasso climatico. Riguarda la vita o la morte».

 

 

Helen Wahlgren, portavoce di «Ripristinare le zone umide» (eh, si chiama proprio così) ha dichiarato all’agenzia AFP che l’obiettivo della manifestazione era fare pressione sul governo svedese per ridurre le emissioni di gas serra.

 

«Dovremmo ridurre le nostre emissioni del 31%. Ma le nostre emissioni continuano ad aumentare», ha affermato, aggiungendo con il consueto, trito tono apocalittico di questi gruppi (che paiono davvero fatti con lo stampino, e forse sono creati proprio in questo modo) che «gli splendidi giardini come quelli del dipinto di Monet saranno presto un lontano ricordo».

 

L’ufficio stampa del museo svedese ha confermato l’incidente e ha affermato che il dipinto, il quale è racchiuso in una teca vetro, è in fase di ispezione per eventuali danni.

 

La polizia svedese ha emesso un comunicato stampa affermando che le due donne sono state arrestate sul posto e accusate di «vandalismo aggravato». Le autorità hanno affermato che non è chiaro se siano state coinvolte più persone e che gli investigatori stanno analizzando le telecamere di sorveglianza del museo.

 

Il dipinto di Monet è l’ultima opera d’arte presa di mira dagli attivisti per il clima. Negli ultimi anni sono state attaccate opere di artisti come Leonardo da Vinci, Andy Warhol e Vincent Van Gogh.

 

L’anno scorso, attivisti del gruppo britannico Just Stop Oil hanno gettato zuppa di pomodoro sui «Girasoli» di Van Gogh, mentre altri due si sono incollati su i «Peschi in fiore», sempre del Van Goggo, alla Courtauld Gallery di Londra, danneggiando in modo permanente l’opera. La coppia è stata condannata a pene detentive per danni penali.

 

Come riportato da Renovatio 21, in Vaticano si è avuto il caso degli ecopersonaggi che si sono incollati al Lacoonte, atto per il quale è già partito il processo presso lo Stato Pontificio.

 

Il Monet era stato già colpito l’anno scorso dai tizi di Ultima Generazione, che avevano versato del purè di patate addosso al quadro Les Meules conservato presso un museo nella città tedesca di Potsdam.

 

Preme tuttavia segnalare come il Monet sia, con tutto il cosiddetto Impressionismo, ampiamente sopravvalutato – fenomeno comune nella storia dell’arte moderna, che in alcuni frangenti – è emerso – è stata pilotata dal programma «Long Leash» della CIA. Il cosiddetto espressionismo astratto, che dell’impressionismo è un discendente isterico, è stato finanziato e gonfiato dai servizi americani come arma contro la diffusione della cultura sovietica durante la guerra fredda.

 

La fortuna di Monet e degli impressionisti è risalente. Lo scrivente venti anni fa acquistò da una bancarella di un rigattiere sotto il Castello di Diocleziano a Spalato un catalogo della Biennale di Venezia risalente ai primissimi anni del Novecento, e lì il Monet c’era: allora era considerato come avanguardia, e non come materiale per i muri di alberghetti di quart’ordine.

 

Una decina di anni fa, d’un tratto, emerse nel mondo un movimento di opinione che finalmente reagiva contro l’impressionismo e il suo status di grande arte, e in particolare contro l’altro grande capofila degli impressionisti, Pierre-Auguste Renoir (1841-1919).

 

Da un account Instagram nel 2015 nacque un movimento chiamato «Renoir sucks at painting» («Renoir fa schifo a dipingere») che organizzò diverse manifestazioni fuori dai musei per significare tutto il disprezzo che l’opera di Renoir merita.

 

Fuori dal Museum of Fine Arts di Boston venne inscenata una protesta con cartelli eloquenti «Dio odia Renoir», «ReNOir», «Non siamo iconoclasti, è solo che Renoir fa schifo a dipingere».

 

 

Il gruppo, guidato dall’organizzatore Max Geller, chiedeva al museo di rimuovere i dipinti di Renoir dalle sue pareti. Quando il giornale britannico Guardian gli ha chiesto perché non gli piace così tanto Renoir, Geller ha ribattuto: «Perché così tante persone pensano che sia bravo? Avete guardato i suoi dipinti?»

 

«Nella vita reale, gli alberi sono belli. Se dai retta Renoir, penseresti che gli alberi sono solo una raccolta di scarabocchi verdi», ha detto Geller, non facendo una grinza che non sia una.

 

Condividendo qualche immagine dai dipinti, lasciamo al lettore di decidere da solo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

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Immagini dall’eruzione dell’Etna

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Spesse colonne di fumo e cenere si sono innalzate nelle scorse ore nel cielo sopra la Sicilia orientale quando l’Etna, il vulcano più grande e attivo d’Europa, è entrato in eruzione lunedì, costringendo decine di turisti ad abbandonare la zona.

 

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha riferito che l’eruzione è stata probabilmente innescata da un crollo parziale del cratere sud-orientale del vulcano.

 

Fontane di lava e grandi pennacchi di cenere vulcanica hanno raggiunto un’altitudine di circa 6.400 metri, secondo il Centro di Consulenza sulle Ceneri Vulcaniche di Tolosa. Le autorità aeronautiche hanno emesso un’allerta “codice rosso” per i voli operanti nella regione, successivamente declassata ad arancione. Alcuni voli hanno subito ritardi a causa della nube vulcanica.

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I video girati da escursionisti e visitatori mostrano turisti terrorizzati che fuggono giù per il pendio della montagna mentre il fumo nero si alza dalla cima.

 

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Secondo quanto riportato dalla stampa, circa 40 turisti si trovavano sul vulcano al momento dell’eruzione, ma sembrano essere stati tutti scortati in sicurezza lontano dalla zona. Non si segnalano feriti o vittime.

 

I vulcanologi dell’INGV hanno affermato che l’attività è iniziata con un forte tremore vulcanico localizzato circa 2,7 km sotto il cratere sommitale.

 

Il tremore si sarebbe intensificato per diverse ore prima che lava e materiale piroclastico venissero espulsi. L’esplosione segue settimane di lieve attività sismica nella regione.

 

Nonostante la natura esplosiva dell’eruzione, il flusso di materiale dal vulcano non ha raggiunto la Valle del Leone, un’area situata a circa 2.800 metri di altitudine e frequentata da escursionisti. Le autorità hanno affermato che ciò significa che al momento non vi è alcun pericolo per i residenti.

 

Un aggiornamento ufficiale ha dichiarato in seguito che l’emissione della nube di cenere era cessata nel pomeriggio.

 

Tuttavia, le autorità hanno esortato la popolazione a esercitare «estrema cautela» ed evitare le zone ad alta quota intorno al vulcano a causa del rischio di improvvise attività esplosive. I funzionari della protezione civile locale non hanno ordinato un’evacuazione completa, ma sono state dispiegate pattuglie per monitorare l’accesso alle pendici dell’Etna.

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Attivisti Greenpeace «rubano» Macron di cera per protestare a favore dell’Ucraina

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Gli attivisti del gruppo di pressione ambientalista Greenpeace hanno rubato una statua di cera del presidente Emmanuel Macron dal Museo Grévin di Parigi e l’hanno collocata fuori dall’ambasciata russa, in segno di protesta contro quello che hanno definito un insufficiente sostegno del leader francese all’Ucraina.   La Francia è stata uno dei principali sostenitori di Kiev dopo l’escalation del conflitto con la Russia nel febbraio 2022, nonché uno dei principali fautori dell’idea di inviare una forza militare in Ucraina, proposta più volte da Macron.   Parigi ha anche interrotto la maggior parte dei legami economici e ha costantemente chiesto sanzioni più severe contro Mosca. Ciononostante, il direttore esecutivo di Greenpeace Francia, Jean-François Julliard, ha accusato il leader francese di «fare il doppio gioco», dopo la trovata del gruppo di lunedì.

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Lunedì mattina, tre membri di Greenpeace sono entrati nel Museo Grévin fingendosi turisti, secondo fonti dell’agenzia AFP. Travestendosi, i membri dell’eco-commando hanno rapidamente rimosso la statua di cera di Macron da 40.000 euro e l’hanno trasportata all’ambasciata russa a Parigi, il tutto mentre filmavano la scena.     I manifestanti hanno esposto la statua – che va detto è molto realistica – insieme a striscioni che criticavano le continue importazioni francesi di gas naturale liquefatto e fertilizzanti russi. Gli eco-attivisti hanno affermato in un comunicato di aver «preso in prestito» la statua e di volerla restituire.   La procura di Parigi ha dichiarato a Politico che è stata aperta un’indagine per «furto ai danni del museo», ma non sono stati segnalati arresti. Il Musée Grévin non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’accaduto.   Il lettore può chiedersi per quale ragione Greenpeace prenda di mira la Russia in un contesto, quello della guerra, generalmente non battuto dagli ambientalisti.

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Bisogna ricordare che nel maggio 2023 la Russia ha designato Greenpeace International come «organizzazione indesiderata», citando i precedenti del gruppo nel promuovere programmi politici e nell’ingerenza negli affari interni con l’obiettivo di causare danni economici.   Come riportato da Renovatio 21, stessa sorte è toccata anche al WWF, famigerato ente fondato nel 1961 da Bernardo van Lippe-Biesterfeld , conosciuto come Bernardo di Olanda – marito della regina Giuliana d’Olanda – e dal Principe Filippo di Edimburgo, che come noto era il marito della Regina Elisabetta d’Inghilterra, basandosi su un’idea passata per Julian Huxley, fondatore dell’UNESCO già creatore (nel 1968) del termine «transumanismo», proveniente da una nota famiglia malthusiano-darwinista molto ascoltata dall’élite britannica (il fratello era lo scrittore Aldous, il nonno Thomas era invece chiamato «il mastino di Darwin).   Il cofondatore di Greenpeace Patrick Moore, da tempo uscito dall’organizzazione ambientalista, due anni fa ha affermato che «raggiungere le emissioni zero significa la morte di almeno il 50% della popolazione».

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Ambiente

La dittatura green non finisce: l’UE invita gli Stati membri a ridurre il consumo di acqua

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La Commissione europea starebbe pianificando di invitare gli Stati membri dell’UE a ridurre il consumo di acqua di almeno il 10% entro il 2030. La legge segnerebbe la prima direttiva della Commissione sulla riduzione del consumo di acqua nella storia dell’UE. Lo riporta il Financial Times, che cita un piano in bozza che avrebbe avuto modo di visionare.

 

La proposta giunge in un momento in cui aumentano le preoccupazioni relative alla siccità e all’esaurimento delle falde acquifere a seguito di incendi boschivi sempre più frequenti e inondazioni catastrofiche, che sono costati miliardi all’UE e hanno ridotto le riserve idriche a livelli mai visti prima.

 

«Dobbiamo riflettere su come utilizzare l’acqua in modo più efficiente», ha dichiarato alla testata la Commissaria europea per l’ambiente, Jessika Roswall, sottolineando che «quando facciamo la doccia, dobbiamo pensarci».

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In parte dell’Europa meridionale è già in vigore il divieto di riempire le piscine. Haris Sachinis, amministratore delegato della società idrica greca Eydap, ha avvertito che Atene potrebbe rimanere completamente senza acqua entro due anni se la siccità persistesse. Il ministro dell’agricoltura cipriota Maria Panayiotou ha lanciato l’allarme: il 2025 potrebbe essere il terzo anno consecutivo di siccità sull’isola e uno degli otto peggiori anni per le riserve idriche degli ultimi cinquant’anni.

 

Anche la Svezia ha imposto il divieto di annaffiare i giardini con un tubo in alcune zone, mentre in Francia e Spagna le controversie sulle dighe e sui diritti idrici hanno alimentato le tensioni tra agricoltori e ambientalisti.

 

Lo scorso anno, le politiche ambientali dell’UE, tra cui i limiti all’uso dei pesticidi e la riduzione del consumo di acqua, hanno provocato diffuse proteste da parte di agricoltori e gruppi agricoli in tutta l’Unione, tra cui Francia, Spagna, Germania e Polonia.

 

La bozza del piano della Commissione Europea prevede maggiori investimenti nelle infrastrutture dell’Unione che presentano perdite. Il gruppo industriale EurEau ha stimato che circa il 25% dell’acqua dell’UE venga disperso a causa di perdite nelle condotte, con alcuni paesi come la Bulgaria che ne perdono fino al 60%.

 

La Commissione ha stimato che siano necessari 23 miliardi di euro all’anno per gli ammodernamenti. La Banca europea per gli investimenti prevede inoltre di offrire 15 miliardi di euro in prestiti e garanzie tra il 2025 e il 2027 per sostenere gli sforzi. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che attualmente solo il 2,4% dell’acqua viene riutilizzata nell’UE, una cifra che Bruxelles intende aumentare.

 

Sebbene l’obiettivo di risparmio non sia vincolante, la Commissione incoraggia il raggiungimento di obiettivi nazionali e una migliore raccolta di dati. Una recente valutazione climatica ha rilevato che solo un «numero limitato» di Paesi ha adottato misure di «resilienza idrica».

 

 

La proposta fa seguito a un allarme lanciato nel 2023 sulla crescente concorrenza per l’acqua e sui potenziali conflitti transfrontalieri. La Banca Centrale Europea ha inoltre avvertito che la scarsità d’acqua rappresenta una minaccia finanziaria, con una carenza di acque superficiali che potrebbe incidere su quasi il 15% del PIL dell’eurozona.

 

Il lettore sincero-democratico a questo punto non riesce a capire: ci dicono che per il Cambiamento Climatico Europa sta diventando una regione monsonica, ci mostrano immagini di alluvioni bibliche in ogni parte del continente… eppure saremmo, da Nord a Sud, senza acqua?

 

Da capire anche come è possibile – visto che l’Europa non è la Mongolia, ma è bagnata da grandi mari e pure da un oceano, e costellata di laghi immensi – che vi sia scarsità di acqua: i dissalatori non sono fantascienza, sono strumenti alla portata di ogni Paese.

 

La risposta è, semplicemente, che siamo dinanzi al perdurare della dittatura green, la follia totalitaria verde che da Bruxelles vuole sottomettere i cittadini europei e oltre. L’ambientalismo, chi segue Renovatio 21, lo sa, altro non è che uno strumento di controllo sociale, tenuto in piedi dalla farsa climatica tramite personaggi improbabili (Greta Thunberg…) e soprattutto grandi investimenti di immani gruppi finanziari internazionali (facciamo un nome, BlackRock, ma non solo), quella «piovra verde» di cui una deputata AfD, Beatrix Von Storch, due anni fa ebbe il coraggio di parlare al Parlamento tedesco.

 

Come riportato da Renovatio 21, la scarsità idrica artificiale è già visibile in California, Stato americano dove non solo innaffiare l’orto può essere proibito, ma dove perfino gli sciacquoni del water devono avere bassa potenza, ingenerando così problemi domestici imbarazzanti e di non poco conto. Ma non si è trattato solo di limitazioni assurde alla vita quotidiane: è pensabile che gli incendi apocalittici che hanno colpito Los Angeles a inizio anno siano scaturigine della scriteriata gestione dell’acqua secondo l’ideologia ecofascista.

 

Ora noi europei dobbiamo prepararci al medesimo trattamento: piegatevi al dogma ambientale e al suo controllo, o non berrete. Non si tratta di analisi nostre, ma di idee lanciate apertis verbis dal World Economic Forum.

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Come riportato da Renovatio 21, Mariana Mazzucato, economista già autrice un tempo di lavori interessanti come Lo Stato innovatore e poi membro della Task Force COVID del governo Conte bis guidata dall’ex CEO di Vodafone Vittorio Colao, in un video di un panel del WEF riemerso in rete faceva sconvolgenti dichiarazioni sull’acqua come «bene comune» e le possibilità di manipolazione della popolazione ottenibili con la sua privazione.

 

«È importante anche perché non siamo riusciti a risolvere questi problemi che avevano attributi simili, e l’acqua è qualcosa che le persone capiscono (…) Sapete, il cambiamento climatico è un po’ astratto. Alcune persone lo capiscono molto bene, alcuni lo capiscono un po’, altri semplicemente non lo capiscono (…) con l’acqua… ogni bambino sa quanto sia importante avere l’acqua. Quando giochi a calcio e hai sete. Hai bisogno di acqua».

 

L’acqua è uno dei veicoli attraverso cui faranno passare la nostra sottomissione. Lo Stato moderno è, sempre più letteralmente, antitetico alle Scritture: «Perché io ebbi fame e voi mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere» (Mt 23, 35).

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

 

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