Gender
Scooby-Doo, la tizia con gli occhiali è ora ufficialmente lesbica

Velma Dinkley, la ragazza con gli occhiali dei celebri cartoni animati del cane Scooby-Doo, è stata dichiarata ufficialmente lesbica.
La rivelazione arriverebbe in Trick or Treat Scooby-Doo! («Dolcetto o scherzetto Scooby-Doo!»), un film in uscita.
In una clip divenuta virale in rete, è possibile vedere l’occhialuta Velma innamorarsi a prima vista di una ragazza di colore con i capelli biondo platino e mise sciantosa vagamente hipster.
Le immagini lasciano poco spazio alle interpretazioni. Gli spettatori hanno recepito la sequenza come un coming out definitivo della Dinkley, ritenuta l’anima razionalista del gruppo attorno al cane danese, già molto scientista di suo in realtà.
Velma from #ScoobyDoo is officially a lesbian and in love!
This clip from the new movie “Trick or Treat Scooby-Doo!” is the one that made the character’s sexuality official onscreen.#velmadinkley #TrickorTreatScoobyDoo pic.twitter.com/9P6VcojQLp
— Startefacts (@startefacts_) October 4, 2022
Anche la stampa internazionale ha preso nota della rivelazione, un vero terremoto visto che l’omosessualità di Velma era stata celata fin dal 1969, anno di creazione del programma TV.
«Velma è ufficialmente una lesbica» ha scritto Variety, testata guida dello showbiz hollywoodiano. «Le clip del nuovissimo film Trick or Treat Scooby-Doo!, che mostrano il membro della Mystery Inc. con gli occhi persi e senza parole quando incontra la costumista Coco Diablo, sono diventate virali su Twitter, confermando i sospetti nutriti dal fan di “Scooby” base per decenni».
«È stato a lungo un segreto di Pulcinella tra i fan e i creativi di “Scooby-Doo” che Velma fosse gay» afferma Variety. «Anche James Gunn, che ha scritto i primi film live-action, e Tony Cervone, che è stato produttore supervisore della serie “Mystery Incorporated”, hanno confermato la sessualità del personaggio, ma non sono mai stati in grado di renderlo ufficiale sullo schermo»
«Nel 2020, Gunn ha twittato di aver “provato” a rendere Velma una lesbica nei film live-action. “Nel 2001 Velma era esplicitamente gay nella mia sceneggiatura iniziale”, ha scritto. “Ma lo studio ha continuato ad annacquarlo e ad annacquarlo, diventando ambiguo (la versione girata), poi niente (la versione rilasciata) e infine avere un fidanzato (il sequel)».
Ma non solo le riviste di settore. Tutta la stampa generalista mondialista è andata in solluchero. Un po’ di titoli li ha raccolti Lifesitenews.
«I fan esultano mentre Velma viene mostrato mentre si prende una cotta per una donna nel nuovo film di Scooby-Doo» titola la radio pubblica americana NPR.
«Velma si conferma lesbica nel nuovo film di Scooby-Doo dopo anni di ambiguità sessuale» scrive catarticamente il britannico The Independent.
«Il nuovo film “Scooby-Doo” finalmente dipinge Velma come lesbica» esulta il canale TV NBC.
«Dopo decenni di suggerimenti, Velma di Scooby-Doo è raffigurata come una lesbica» canticchia il New York Times.
«La Velma di Scooby-Doo è finalmente diventata lesbica? Il mio sogno si è avverato!» piange di gioia il londinese Guardian (sapete, il giornale della sinistra globale che becca soldi da Bill Gates)
«Velma nella nuova clip di “Scooby Doo” delizia i fan che affermano che la sua identità LGBTQ+ è stata confermata» tripudia la CNN.
«Il film di Halloween di Scooby-Doo finalmente dipinge Velma come queer» intana USA Today.
È festa grande per la sessualità della tizia immaginaria. Alcuni ora temono il peggio: rivelazioni sul rapporto tra Scooby e Shaggy, ma qui la Finestra di Overton deve operare ancora un po’.
I cartoni animati, e i film di supereroi, sono oramai un presidio LGBT: e sapendo che il loro target non sono gli adulti, ma i bambini, è detto tutto.
La propaganda delle famiglie monosessuali era stata notata nel popolare Peppa Pig, con polemica pre-elettorale da parte di un membro del partito vincitore delle elezioni.
Tuttavia a calmare le acque ci stono state le dichiarazioni al Corriere della Sera del compagno e padre della figlia di Giorgia Meloni. Alla domanda del quotidiano milanese se farebbe vedere a Ginevra la puntata di Peppa Pig con due mamme?», questi ha risposto ««posso anche fargliela vedere e, se dovesse chiedere perché ci sono due madri, glielo spiego. Però, una cosa è una scelta spiegata da un genitore, un’altra è far passare forzatamente un concetto».
L’intervista al principale quotidiano nazionale, a poche ore dalle elezioni, serviva anche a ribadire quel che già aveva dichiarato a più riprese la Meloni e pure ripetuto a urne calde dalla sorella: «sull’aborto non c’è alcuna discussione: non troverà una riga in cui Giorgia contesta la 194. Sul resto, non si litiga, si parla e ognuno motiva la sua posizione» ha specificato con chiarezza il compagno di vita del probabile prossimo presidente del Consiglio dei ministri.
Renovatio 21 ha parlato dell’allineamento di queste posizioni con quelle del «network democristiano» che da decenni opera, su probabile decisa spinta dell’episcopato italico, all’interno di vari governi e vari partiti.
È in questi casi che Renovatio 21 avrebbe voluto invocare Scooby-Doo, al fine di vedere il gruppo di amici del cagnone smascherare la persistente rete cattoabortista in una delle celebre scene finali dove il cattivo è, letteralmente, appunto smascherato.
Ora ci hanno tolto anche questa speranza: Velma non ha motivo di smascherare i vescovi che di fatto sono d’accordo con la sua unione saffica legalizzata, visto che si accontentano della distinzione linguistica tra «unione civile» e «matrimonio»: è la pastorale del dizionario, l’ultima grande missione del cattolicismo moderno, dove la neochiesa si occupa di neolingua e psicopolizia terminologica (Orwello, lèvate).
In ultimis, vogliamo aggiungere come a dire il vero Scooby-Doo, con la sua verve scientista e riduzionista nemica del soprannaturale – non esistono mostri, ma solo villani guardiani del faro che si mascherano e travestono per spaventare la gente per loro interesse – ci hanno sempre ricordato un po’ il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, meglio conosciuto come CICAP: ma quale paranormale, è tutto spiegabile, al massimo c’è lo zampino di qualche ciarlatano le cui affermazioni vanno controllate.
Non ci è chiaro se l’ideatore, Piero Angela, abbia mai dedicato allo Scooby una trasmissione TV, o un premio qualsiasi. Al grande danese sarebbe bastato, in fondo, solo un biscottino per il grande servizio da lui svolto contro la credulità popolare.
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Migliaia di «cattolici LGBT» entrano nella Basilica di San Pietro per il pellegrinaggio dell’Anno Giubilare

Migliaia di pellegrini omotransessualisti hanno attraversato sabato la Porta Santa della Basilica di San Pietro nell’ambito del pellegrinaggio ufficiale del Vaticano per l’anno giubilare LGBT.
Il 6 settembre, oltre 1.000 «pellegrini LGBT», guidati da una croce arcobaleno, molti dei quali accompagnati dai loro «partner» dello stesso sesso, vestiti con i colori dell’arcobaleno e alcuni con bandiere dell’«orgoglio LGBT», hanno attraversato in processione la Porta Santa della Basilica di San Pietro. La processione faceva parte del pellegrinaggio ufficiale del Vaticano, organizzato da «La Tenda di Gionata», un gruppo pro-LGBT a cui si è unito il gruppo Outreach del noto gesuita omotransessualista James Martin.
Video of the LGBT Jubilee pilgrimage at the Vatican today, from @AP.
Bp Franceseco Savino (vp of Italian Bishops) said Mass for the group & reportedly with Pope Leo’s express approval
The group carried a rainbow cross into the Vatican pic.twitter.com/W8pBPd4ehh
— Michael Haynes 🇻🇦 (@MLJHaynes) September 6, 2025
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Altre immagini condivise sui social media mostrano un pellegrino non identificato che indossa uno zaino con la scritta «Fuck the rules», cioè «vaffanculo le regole».
«Ecco l’eredità di papa Francesco. Grazie, padre Jimmy Martin, per aver fatto sì che questo abominio di desolazione nel Luogo Santo si verificasse nonostante la scomparsa “prematura” del vostro più grande alleato papale», ha scritto Michael Matt, direttore del quotidiano Remnant, in un post di X.
“F*ck the Rules” inside Saint Peter’s
The LGBT group La Tenda di Gionata makes their entrance into St. Peter’s Basilica today, along with several other pilgrimage groups who were on the Jubilee Year calendar. But La Tenda… claws out and F*ck the Rules… this is the New… pic.twitter.com/dc49Mr6Y3t— Michael J. Matt (@Michael_J_Matt) September 6, 2025
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Prima della processione attraverso la Porta Santa, il vescovo Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, ha celebrato una messa nella chiesa del Gesù per i pellegrini LGBT, presumibilmente con l’approvazione di papa Leone XIV.
Durante l’omelia, Savino ha sottolineato che questo giubileo è un’opportunità per ripristinare la dignità dei «cattolici LGBT» che, secondo lui, sono stati oppressi dalla Chiesa, ricevendo un forte applauso dalla congregazione, dove il sacerdote ha spiegato che il Giubileo era l’anno in cui la terra veniva restituita a coloro a cui era stata sottratta, era la remissione dei debiti e la liberazione di schiavi e prigionieri.
Il Giubileo, ha detto il sacerdote nella predica, era il momento per liberare gli oppressi e restituire dignità a coloro a cui era stata negata. È tempo di restituire dignità a tutti, soprattutto a coloro a cui è stata negata, ha detto il prete, «lo dico con emozione».
Secondo il sito web Outreach, questi eventi, approvati lo scorso anno da papa Francesco ma mantenuti in calendario da papa Leone, erano «una parte ufficiale delle celebrazioni del Giubileo». Nel dicembre 2024, la portavoce dell’ufficio stampa del Giubileo del Vaticano, ha confermato al sito cattolico The Pillar che la Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per l’Evangelizzazione «lo aveva annunciato in calendario», ma ha aggiunto che «non approvava il pellegrinaggio».
In realtà già mesi fa risultava che Bergoglio aveva approvato il pellegrinaggio omotransessualista, che era stato, ad un certo punto, rimosso dal calendario del sito.
Come riportato da Renovatio 21, dopo l’udienza della settimana scorsa padre Martin aveva dichiarato che papa Leone mostrerà la stessa apertura di Bergoglio per i cattolici LGBT. Leone aveva ulteriormente incontrato l’argentina filo-omotransessualista suor Lucia Caram.
La differenza con l’oceanico (più di 8000 persone da tutto il mondo) pellegrinaggio dei tradizionalisti della Fraternità San Pio X di pochi giorni fa: in quel caso, nessuna udienza, nessun servizio stampa – anzi, la rimozione dell’evento dal sito web del Giubileo.
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Il Burkina Faso vieta l’omosessualità

I legislatori del Burkina Faso hanno approvato una legge sul matrimonio e i valori della famiglia, che di fatto vieta l’omosessualità nello Stato dell’Africa occidentale. I trasgressori ora rischiano pene che includono il carcere e multe.
Il nuovo Codice delle persone e della famiglia (CPF) è stato adottato all’unanimità dall’Assemblea legislativa transitoria lunedì, in una votazione trasmessa dalla televisione di stato RTB.
Il CPF definisce «comportamenti che possono promuovere pratiche omosessuali e pratiche simili» come punibili con una pena detentiva da due a cinque anni e multe che vanno da due milioni di XOF (circa 2.740 euro) a dieci milioni di XOF (circa 13.000 euro).
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Il Ministro della Giustizia, Edasso Rodrigue Bayala, ha descritto gli atti omosessuali come «comportamenti bizzarri» e ha confermato che la legge è entrata in vigore immediatamente. Il provvedimento riflette «il rispetto dei valori culturali e il desiderio di costruire una famiglia burkinabé più giusta e unita».
Il codice stabilisce inoltre l’età minima per il matrimonio a 18 anni per entrambi i sessi e introduce norme che pongono fine alla discriminazione di genere in materia di eredità.
Martedì, Marceau Sivieude, direttore regionale di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale, ha elogiato il governo del Burkina Faso per aver garantito la protezione dei bambini dai «matrimoni precoci e forzati» nell’ambito delle nuove leggi. Sivieude, tuttavia, ha criticato lo Stato del Sahel per aver criminalizzato le relazioni omosessuali tra «adulti», affermando che ciò «viola il diritto all’uguaglianza» ed è incoerente con le leggi ratificate dallo Stato del Sahel, esortando il presidente ad interim del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, a rinviare il codice al parlamento per la revisione prima di firmarlo e trasformarlo in legge.
Lo sviluppo aggiunge il Burkina Faso alla crescente lista di governi africani che proibiscono le relazioni omosessuali.
L’Uganda ha attirato la condanna dell’Occidente dopo aver approvato una legge anti-LGBTQ nel maggio 2023, che imponeva la pena di morte per alcuni atti omosessuali e 20 anni di carcere per la promozione dell’omosessualità. Gli Stati Uniti hanno risposto con sanzioni, espellendo l’Uganda da un importante programma di commercio esente da dazi, mentre la Banca Mondiale ha congelato i nuovi prestiti.
Come riportato da Renovatio 21, l’Uganda si è fatta notare di recente per i suoi sforzi politici, condivisi anche da altri Paesi africani, per resistere all’Imperialismo LGBT di Washington e dei Paesi Occidentali (e da varie ONG, tra cui, verrebbe da dire, la chiesa cattolica e anglicana), oramai dichiarato ufficialmente dalla Casa Bianca.
Per coincidenza, un attacco dei terroristi islamisti al Shabaab aveva trucidato 54 soldati ugandesi delle forze di pace dell’Unione Africana (UA) presenti in Somalia, a poche ore dall’approvazione da parte di Kampala della legge anti-LGBT che aveva messo l’Uganda al centro dell’attenzione mondiale. L’Uganda avrebbe subito poco dopo un’altra strage terrorista, stavolta sul suo territorio, ad opera di un’altra sigla islamista.
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Come riportato da Renovatio 21, a luglio dello scorso anno la corte suprema del Ghana ha confermato una legge vecchia di sei decenni che criminalizza il sesso omosessuale, respingendo un ordine che ne contestava la costituzionalità senza fornire immediatamente una spiegazione della sentenza. A febbraio 2024, il Parlamento di Accra ha approvato il disegno di legge sulla promozione dei diritti sessuali appropriati e dei valori familiari, con l’obiettivo di promuovere i valori familiari tradizionali ghanesi. La legge proposta impone sanzioni per la promozione di attività LGBTQ, tra cui la reclusione fino a cinque anni.
Gli alleati occidentali del Ghana hanno ampiamente condannato il disegno di legge e il dipartimento di Stato americano ha dichiarato all’epoca di essere «profondamente turbato» dall’approvazione della legislazione da parte dei parlamentari. Come noto, l’attuale amministrazione USA ha più volte ribadito che la promozione dell’omotransessualismo nel mondo è il «cuore» della politica estera della superpotenza.
Anche Nigeria, Sudan e Mauritania mantengono la pena di morte per le relazioni omosessuali. La Nigeria negli anni 2010 subì il ricatto dell’amministrazione Obama riguardo le leggi LGBT, con gli americani a dire che non avrebbero dato ai militari di Lagos le immagini satellitari per stanare Boko Haram qualora non avessero implementato nel Paese il leggi che avrebbero legalizzato l’omosessualità e la contraccezione.
I vescovi cattolici africani, la cui opposizione al documento papale sulle «benedizioni» alle coppie omofile Fiducia Supplicans è ben noto, da tempo lanciano l’allarme sui tentativi occidentali di indottrinare gli africani a stili di vita omosessuali. «È proprio come i missionari che andavano dappertutto per evangelizzare», ha detto l’arcivescovo Renatus Leonard Nkwande di Mwanza, Tanzania. Solo che ora, ha lamentato, l’Occidente «ci sta mandando missionari del male».
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Immagine di RIA Novosti archive via Wikimedia pubblicata su licenza CC-BY-SA 3.0
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