Epidemie
Virus fuggito dal laboratorio di Wuhan, anche il direttore dell’FBI ammette. A che gioco stanno giocando?
Il direttore dell’FBI Christopher Wray ha affermato che il Bureau ha concluso che la pandemia è molto probabilmente il risultato di una fuga del coronavirus un laboratorio cinese. Il funzionario ha fatto la dichiarazione in un’intervista del canale TV conservatore americano Fox News.
«L’FBI ha valutato da tempo che le origini della pandemia sono molto probabilmente un potenziale incidente di laboratorio a Wuhan», ha detto Wray nell’intervista dello scorso martedì, sottolineando di non poter condividere i dettagli della valutazione poiché ancora riservati.
Le osservazioni di Wray arrivano pochi giorni dopo che il Wall Street Journal ha riferito che il Dipartimento dell’Energia aveva raggiunto nel maggio 2020 la propria conclusione che una fuga di laboratorio fosse l’origine più probabile.
Contrariamente a quanto dicono i liberal inviperiti, il Dipartimento dell’Energia è in grado di esprimere un’opinione dato il suo ruolo nella supervisione dei laboratori nazionali statunitensi.
Mentre il WSJ ha riferito che quattro agenzie di Intelligence abbracciano ancora la teoria della trasmissione naturale.
Ora, grazie alle esternazioni di Wray, è pubblico il fatto che anche l’Ufficio di Investigazioni Federali sta invece dalla parte di chi crede che il COVID si sia originato artificialmente.
NOW – FBI Director Wray: "Origins of the pandemic are most likely a potential lab incident in Wuhan."pic.twitter.com/ql5NmrXPZe
— Disclose.tv (@disclosetv) February 28, 2023
«L’FBI ha agenti, professionisti, analisti, virologi, microbiologi, etc., che si concentrano specificamente sui pericoli delle minacce biologiche, che includono cose come nuovi virus come il COVID e le preoccupazioni che nelle mani sbagliate… alcuni cattivi, uno Stato nazione ostile, un terrorista un criminale, le minacce che potrebbero rappresentare» ha dichiarato il capo FBI. «Quindi qui stai parlando di una potenziale fuga da un laboratorio controllato dal governo cinese che ha ucciso milioni di americani, ed è proprio per questo che quella capacità è stata progettata».
Wray ha quindi accusato Pechino di ostacolare gli sforzi per determinare l’origine del virus: «farò solo l’osservazione che il governo cinese, mi sembra, ha fatto del suo meglio per cercare di ostacolare e offuscare il lavoro qui, il lavoro che stiamo facendo, il lavoro che il nostro governo degli Stati Uniti e stretti partner stranieri stanno facendo. E questo è un peccato per tutti».
Come riportato da Renovatio 21, la Casa Bianca, dopo le rivelazioni riguardo alle conclusioni del Dipartimento dell’Energia, ha subito preso le distanze dall’ipotesi della fuga da laboratorio con le dichiarazioni di Jake Sullivan, oscuro advisor clintoniano di Biden per la politica estera, ritenuto dal recente scoop di Seymour Hersh a capo del gruppo che ha progettato ed eseguito la distruzione del gasdotto baltico Nord Stream 2.
E quindi, a che gioco stanno giocando qui?
Stanno dicendo che il coronavirus è fuggito dal laboratorio per non dire, come fanno certuni dissidenti cinesi, che esso è invece una bioarma lanciata intenzionalmente sul mondo a partire dalle Olimpiadi militari di Wuhan dell’ottobre 2019?
Le improvvise accuse alla Cina, che hanno irritato non poco Pechino vista la reazione della nuova portavoce degli esteri Mao Ning, servono a preparare lo scenario del conflitto definitivo per Taiwan?
Oppure, come azzardavamo anni fa, si va verso un’ammissione di colpa da parte di Pechino, magari perfino qualche compensazione economica, mentre si lascia alla Cina nuove porzioni dell’Asia – l’Afghanistan e le sue infinite risorse minerarie, ad esempio.
Chi segue Renovatio 21 sa quanto il clan Biden sia compromesso con la Cina, una cosa rivendicata apertamente da alcune voci del Regno di Mezzo. Chi segue Renovatio 21 sa pure della partecipazione americana agli esperimenti Gain of Function di Wuhan – questo sito ne ha dato notizia la prima volta nell’aprile 2020…
E quindi, cosa bolle davvero in pentola?
Alla base ci può essere un riposizionamento militare della Cina in senso più filorusso che Washington non sta digerendo, come traspare anche dalle dichiarazioni del segretario NATO Stoltenberg?
Oppure è proprio la Terza Guerra Mondiale lo scenario sul quale dobbiamo leggere le strane, tardive parole dei burocrati americani?
Epidemie
La Russia sviluppa un vaccino contro il Marburg
Un vaccino per la prevenzione della malattia da virus di Marburg, sviluppato dal Centro scientifico statale di virologia e biotecnologia Vector, è in fase di preparazione per le sperimentazioni cliniche, ha annunciato l’ufficio stampa del Rospotrebnadzor servizio federale per la supervisione della tutela dei diritti dei consumatori e del benessere umano.
«I dipendenti del Centro Ricerca del Rospotrebnadzor hanno sviluppato un vaccino per la prevenzione della febbre di Marburg. Lo sviluppo ha già superato le sperimentazioni precliniche, dimostrandone la sicurezza e l’efficacia», si legge nella dichiarazione di martedì.
Il vaccino è ora prossimo all’essere pronto per le sperimentazioni cliniche; un lotto di produzione è attualmente in fase di preparazione, è stato comunicato . È in corso la finalizzazione della documentazione per ottenere l’approvazione per condurre i test.
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I sistemi sanitari di tutto il mondo stanno intensificando i loro sforzi per controllare la diffusione del virus Marburg in risposta all’escalation dell’epidemia in Ruanda.
Come riportato da Renovatio 21, il Kazakistan ha iniziato lo screening negli aeroporti per individuare possibili casi di arrivi di persone infette dal Marburg.
Ora anche le autorità sanitarie statunitensi hanno annunciato che i viaggiatori in arrivo dal Paese dell’Africa orientale devono sottoporsi a misure di screening all’ingresso negli Stati Uniti.
«A partire dalla settimana del 14 ottobre, il CDC [l’ente epidemiologico statunitense, ndt] inizierà lo screening sanitario pubblico all’ingresso dei viaggiatori che entrano negli Stati Uniti e che sono stati in Ruanda negli ultimi 21 giorni», si legge in una dichiarazione del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti.
Nel tentativo di fermare la diffusione della malattia, il Ruanda ha lanciato una campagna di vaccinazione domenica. Il Paese ha ricevuto 700 dosi dell’inoculazione Marburg dal Sabin Vaccine Institute americano. Gli operatori sanitari e i contatti stretti dei casi confermati sono stati considerati prioritari per l’immunizzazione. Attualmente, il vaccino è stato testato solo su adulti di età pari o superiore a 18 anni.
Lunedì, il Ministero della Salute del Ruanda ha confermato 56 casi di virus di Marburg, con 36 pazienti sottoposti a isolamento e trattamento e 12 decessi registrati. Il primo focolaio di febbre emorragica virale in Ruanda è stato identificato a fine settembre.
Il virus Marburg, una malattia altamente infettiva della stessa famiglia dell’Ebola, provoca sintomi quali nausea, vomito, mal di gola e forti dolori addominali, spesso causando una perdita di sangue fatale. Il virus si diffonde attraverso il contatto con i fluidi corporei di individui infetti o superfici contaminate, tra cui la biancheria da letto.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato che i tassi di mortalità nelle precedenti epidemie di Marburg sono variati dal 24% fino all’88%, rendendolo uno degli agenti patogeni più letali conosciuti dall’umanità.
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Il virus Marburg è stato identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie simultanee a Marburg, in Germania, e a Belgrado, in Serbia. Queste epidemie erano collegate a ricerche che coinvolgevano scimmie verdi africane importate dall’Uganda e hanno portato a 31 infezioni e sette decessi.
Il virus ha colpito varie regioni dell’Africa negli ultimi anni. Nel 2023, Tanzania e Guinea Equatoriale hanno segnalato focolai di Marburg, mentre il Ghana ha sperimentato un focolaio nel 2022 e l’Uganda ha registrato tre decessi a causa del virus nel 2017.
Come riportato da Renovatio 21, un falso allarme per persone possibilmente affette dal virus ha bloccato la stazione di Amburgo pochi giorni fa.
La Russia anche in questo caso sembra voler prendere il largo con la sua risposta vaccinale, come avvenuto all’altezza della pandemia COVID con il vaccino Sputnik, realizzato in tempi record dall’istituto Gamaleja di Mosca. La creazione del siero a vettore virale – che, ricordiamo, è prodotto a partire da cellule di feto abortito della linea HEK-293 – permise alla Russia di sottrarsi alla geopolitica vaccinale dettata dal blocco NATO, che ha cercato di imporre ovunque la siringa mRNA.
Come riportato da Renovatio 21, nonostante la grande propaganda sul vaccino di Stato – provato in una dose ulteriore di tipo nasale sperimentale dallo stesso presidente Vladimiro Putin – la Russia non ha imposto l’obbligo vaccinale, con la popolazione che sembra di fatto aver rifiutato di vaccinarsi per il morbo di Wuhano.
Un paio di scienziati che hanno lavorato al siero russo sono morti mesi – in un caso, quello del dottor Andrej Botikov, trovato strangolato in casa – in circostanze drammatiche.
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Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Epidemie
La California segnala il terzo possibile caso di influenza aviaria umana
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Epidemie
Il Kazakistan inizia a testare gli arrivi in aeroporto per il morbo di Marburg
Le autorità sanitarie del Kazakistan hanno introdotto controlli obbligatori della temperatura corporea per i passeggeri in arrivo negli aeroporti del Paese dall’estero, secondo una dichiarazione di lunedì. Ciò avviene nel mezzo di un’epidemia di una malattia altamente infettiva e potenzialmente letale in Africa.
La malattia, nota come malattia da virus di Marburg , inizia con sintomi quali nausea, vomito, mal di gola e dolore addominale. In alcuni casi, i pazienti muoiono a causa di un’estrema perdita di sangue. Il virus si diffonde tra le persone attraverso il contatto con fluidi corporei o con superfici, come lenzuola contaminate.
Il virus di Marburg appartiene alla stessa famiglia di virus dell’Ebola, ma è stato descritto come più grave.
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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la malattia ha un tasso di mortalità fino all’88%. Un’epidemia di morbo di Marburg è stata confermata il mese scorso dalle autorità sanitarie in Ruanda.
Le autorità sanitarie del Kazakistan hanno citato un avviso diffuso dall’OMS la scorsa settimana, secondo cui esiste un rischio elevato che l’epidemia si diffonda oltre i confini del Paese dell’Africa orientale.
«Per impedire al virus di entrare e diffondersi (…) negli aeroporti internazionali viene effettuata la misurazione della temperatura senza contatto di tutti i passeggeri in arrivo», ha affermato il medico sanitario capo Sarhat Beisenova.
In Ruanda sono stati segnalati almeno 46 casi di Marburg, principalmente tra gli operatori sanitari. Almeno 12 persone sono morte a causa della malattia da quando è stata dichiarata l’epidemia il 27 settembre. Domenica, il Ruanda ha annunciato una campagna di vaccinazione.
Il virus prende il nome dalla città tedesca in cui è stato individuato per la prima volta nel 1967. Gli scienziati si sono ammalati mentre maneggiavano scimmie importate dall’Africa, in quelli che sono stati i primi casi noti di Marburg. Il virus è trasmesso dal pipistrello della frutta egiziano, un tipo di pipistrello che si trova nelle miniere e nelle caverne.
Le autorità kazake hanno messo in guardia dal visitare grotte e miniere e dall’entrare in contatto ravvicinato con gli animali selvatici in Africa.
In precedenza, epidemie di Marburg erano state registrate anche in Guinea Equatoriale, Tanzania, Angola, Ghana, Guinea, Kenya e Sudafrica.
«Le persone stanno entrando in contatto più stretto con la fauna selvatica in tutto il mondo», ha detto al New York Times la dottoressa Amira A. Roess, professoressa di salute globale ed epidemiologia alla George Mason University. «La fauna selvatica si sta adattando al contatto con gli umani. È preoccupante».
La scorsa settimana l’OMS ha valutato il rischio di epidemia come molto elevato a livello nazionale, elevato a livello regionale e basso a livello globale.
Da allora le autorità sanitarie russe hanno riconosciuto che il virus di Marburg potrebbe raggiungere il Paese, ma hanno affermato che non si diffonderebbe.
Nessun caso confermato di Marbur correlato all’epidemia in Ruanda è stato segnalato negli Stati Uniti o in altri paesi al di fuori della nazione dell’Africa orientale, ha affermato la scorsa settimana il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie.
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Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi giorni fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.
Secondo quanto riportato in seguito dalla stampa tedesca, i due – un dottore e la sua ragazza – sarebbero poi risultati negativi.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato un focolaio di Marburg in Ghana due anni fa, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus.
Tre anni fa il dottor Robert Malone, pioniere del vaccino mRNA, in una trasmissione di Steve Bannon parlò di un possibile «super virus» cinese da «febbre emorragica simile all’Ebola» che poteva derivare dalla vaccinazione di massa.
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Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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