Intelligenza Artificiale
Prima maratona umanoide a Pechino: corrono i robot

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Per la prima volta alla competizione parteciperanno anche robot umanoidi. L’evento è un test per valutare le capacità dei droidi in situazioni reali e complesse. La Cina da tempo sta espandendo il settore della robotica per superare gli Stati Uniti nella corsa tecnologica e affrontare le sfide demografiche.
Sarebbe dovuta partire domenica 13 aprile alle 7:30 ora locale la mezza maratona di Pechino E-Town, poi posticipata alla settimana successiva a causa delle condizioni meteo che prevedono forte vento. Ma per la prima volta i partecipanti non saranno solo esseri umani, ma anche umanoidi – robot dalle sembianze umane – in competizione tra di loro. I primi tre classificati vinceranno rispettivamente 5mila, 4mila e 3mila yuan (600, 480 e 360 euro). I robot saranno circa un quarto di tutti i partecipanti registrati.
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La gara partirà dalla Piazza Sud, nel Parco Nanhaizi, e si concluderà al Parco Xinchuang. Robot e atleti correranno insieme completando lo stesso percorso, seppur su due corsie diverse per garantire la sicurezza dei corridori.
Per aumentare le probabilità che i robot portino a termine la gara, sono previste alcune agevolazioni. Gli umanoidi hanno più tempo a disposizione e viene lasciata la possibilità, nonostante una penalità di 10 minuti per ogni cambio, di sostituire le batterie durante il percorso o optare per l’utilizzo di robot a staffetta.
Per poter competere con gli umani, i robot devono avere un aspetto umanoide, essere in grado di camminare o correre su due piedi. Per questo i robot dotati di ruote, ad esempio, non sono ammessi. Per quanto riguarda i metodi di controllo, sono accettati sia quello remoto manuale che quello completamente autonomo.
La gara sarà un banco di prova per il settore dello sviluppo robotico. La maratona permette un test completo delle funzionalità dei robot in ambienti reali e complessi, mettendo alla prova sensori, potenza di calcolo ed efficienza degli algoritmi.
La corsa è un movimento complesso anche per gli esseri umani perché richiede stabilità, coordinazione, resistenza e sottopone le articolazioni, come caviglie e ginocchia, ad un notevole sforzo. Queste difficoltà, propriamente umane, si trasferiscono tutte anche sulle macchine: la lunga distanza è una sfida per entrambi i concorrenti, ma per le macchine consiste nel pericolo di un surriscaldamento delle parti.
Un evento del genere sarebbe stato impensabile fino a un anno fa: pochi robot sarebbero riusciti a tagliare il traguardo; l’innovazione, però, corre veloce e i progressi in questo ambito sono sorprendenti.
La Cina sta investendo massicciamente nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e della robotica, con l’obiettivo di superare gli Stati Uniti nella corsa tecnologica e affrontare le sfide demografiche in arrivo, come l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite. In una società che invecchia, c’è bisogno di più assistenza da dedicare agli anziani: compagnia e supporto emotivo, aiuto nelle faccende quotidiane, monitoraggio della salute.
Tutti ambiti in cui la Cina punta a impiegare i robot. In modo analogo, il Paese si sta preparando alla diminuzione della forza lavoro integrando i robot all’interno delle fabbriche.
Il settore è in piena espansione e il mercato della robotica cinese è il più grande al mondo: nel 2023, il 51% delle installazioni globali di robot era cinese. Nel 2024 si attestava intorno ai 7 miliardi di dollari, ma si pensa che entro il 2030 potrebbe crescere fino a 400 miliardi di yuan (oltre 48 miliardi di euro).
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Potrebbe sembrare un evento distopico o un obiettivo di mero esibizionismo tecnico. Eppure, è proprio in occasioni come questa che si misura l’efficacia delle nuove tecnologie essendo l’integrazione uomo-macchina, un altro aspetto fondamentale dello sviluppo di questo settore.
Affinché i robot siano sempre più utili ed efficienti è necessario che possano svolgere i loro compiti con destrezza ed intelligenza simili a quelle umane riuscendo a convivere armoniosamente con le persone, così da soddisfarne i bisogni senza essere un intralcio.
È un obiettivo ambizioso ma realistico, data la velocità con cui sta crescendo il settore. Tuttavia, la strada è ancora lunga. Come ha osservato Jiao Jichao, vicepresidente del dipartimento di ricerca di UBTech Robotics: «Se paragoniamo l’industria della robotica umanoide a una maratona, Cina e Paesi occidentali sono ancora tutti nei primi 1.000 metri dalla linea di partenza».
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Intelligenza Artificiale
Video di robot umanoide che impazzisce e diviene violento

Un robot umanoide Unitree Robotics H1, sviluppato e prodotto a Hangzhou, in Cina, è stato visto esibire un «comportamento irregolare» in un video che circola su X.
Un filmato circolante su X, condiviso da un utente, sosteneva che l’incidente fosse stato causato da «imperfezioni di codice».
Il filmato non è verificato, e potrebbe trattarsi di uno scherzo. Purtuttavia, le immagini rimangono assai impressionanti.
중국 Unitree H1 휴머노이드, 불완전한 코딩 → 돌발행동
중국꺼 사면 다 이리될지도….
일부로 이렇게 만들어서 사람 죽게 만들지도…. pic.twitter.com/iZVPGYxKWl— 와썹🇰🇷🇺🇸🇯🇵 (@uimusog6125) May 2, 2025
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«Se compri roba cinese, potrebbe finire tutto così… Potrebbero persino farlo deliberatamente in questo modo per fare del male alle persone», ha chiosato l’utente X.
Il robot H1 di Unitree è in vendita a 90.000 dollari sul suo sito webbo. Una nota sotto il prezzo recita: «Dazi doganali non inclusi. Si prega di rispettare le leggi doganali locali, pagare i dazi doganali e sdoganare la merce».
Come riportato da Renovatio 21, Elon Musk ha dichiarato l’avvio della produzione della prima «legione» (sic) di androidi Optimus durante l’anno, convinto che costituirà il più grande prodotto della storia, in grado persino di agire da chirurghi. Secondo quanto dichiarato nel tempo da Musk, gli Optimus saranno imbarcati nella prima missione senza astronauti su Marte.
In vari incidenti registrati negli anni robot industriali hanno ucciso esseri umani.
La questione dei robot killer, nel senso di pensati esattamente per uccidere, interessa un dibattito scientifico ed istituzionale ad alto livello, con richieste di moratorie ONU e scenari apocalittici dipinti dagli specialisti. La polizia di San Francisco, tuttavia, ha ottenuto dal municipio della città californiana la possibilità di utilizzare robot assassini.
Nel 2016 la polizia di Dallas uccise un cecchino tramite un robot bomba, che detonò vicino al sospetto (che aveva ucciso cinque agenti) dopo essersi infiltrato nello spazio che era già circondato dalla polizia. Due anni dopo gli ufficiali di polizia che utilizzarono il primo robot killer furono ritenuti non accusabili da un gran giurì.
L’automa uccise Micah Xavier Johnson, un riservista dell’esercito afroamericano che aveva prestato servizio in Afghanistan e che secondo gli investigatori cercava di «uccidere i bianchi» come punizione per le uccisioni di persone di colore da parte della polizia.
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La Cina vuole l’implementazione militare di robot killer già per la prossima guerra. Pochi mesi fa Israele ha dichiarato l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale negli attacchi aerei.
L’Intelligenza Artificiale è oramai montata, con diversi gradi di realizzazione, su droni, caccia, armi teleguidate, carrarmati, «slaughterbots» e altro ancora.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso giugno è stato rivelato che durante una simulazione un sistema di Intelligenza Artificiale dell’aeronautica americana ha agito per uccidere il suo teorico operatore umano. A gennaio era emerso che caccia cinesi alimentati da Intelligenza Artificiale avevano battuto la concorrenza umana in un arco di soli 90 secondi.
C’è speranza, se pensiamo al robot coreano, assistente presso il consiglio comunale, che l’anno passato si è «suicidato» gettandosi dalle scale.
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Immagine screenshot da Twitter
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I chatbot di Zuckerberg potrebbero parlare di sesso con i tuoi figli minorenni

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