Internet
L’UE prepara l’espansione della censura in rete, l’Italia lo stato di emergenza in Costituzione
L’Unione Europea sta lavorando per espandere massicciamente la censura online, regolamentare rigorosamente la parola durante i periodi di «crisi» e limitare l’anonimato online attraverso passaporti digitali.
Il Digital Services Act (DSA), la seconda parte di un vasto progetto per regolamentare le aziende tecnologiche, mira a garantire conseguenze più dure per piattaforme e siti web che ospitano una lunga lista di contenuti vietati che vanno dall’incitamento all’odio alla disinformazione e alle immagini di abusi sessuali su minori. Lo riporta France News 24.
«I giganti della tecnologia sono stati ripetutamente denunciati per non aver controllato le loro piattaforme: un attacco terroristico neozelandese trasmesso in live streaming su Facebook nel 2019 ha causato indignazione globale e la caotica insurrezione negli Stati Uniti l’anno scorso è stata promossa online».
Saranno colpite anche piattaforme di e-commerce ritenute vendere prodotti contraffatti o difettosi, che il DSA costringerà a verificare l’identità dei fornitori.
La Commissione europea supervisionerà gli audit annuali delle aziende Big Tech e sarà in grado di infliggere multe fino al 6% delle loro vendite annuali per infrazioni ripetute.
«Il regolamento richiederà alle piattaforme di rimuovere rapidamente i contenuti illegali non appena ne vengono a conoscenza. I social network dovrebbero sospendere gli utenti che violano frequentemente la legge».
Nello schema del DSA salta agli occhi come si passa dalla pedopornografia al materiale di «incitamento all’odio», ambedue considerati come «contenuti illegali».
Considerando che ogni prospettiva non gradita alla narrazione ufficiale viene definita hate speech, è facile comprendere come la sua repressione sarà effettuata con azioni di intensità pari a quella della lotta alla pedofilia e probabilmente con una pubblica demonizzazione analoga.
Nel documento inoltre si fa cenno ai periodi di crisi, delle «circostanze straordinarie che impattano sulla sicurezza pubblica e sulla salute pubblica», in pratica si comincia a legiferare riguardo lo stato di eccezione europeo.
Come noto, a gennaio è stata depositata una proposta di legge costituzionale per la «Modifica all’articolo 78 della Costituzione e altre disposizioni in materia di dichiarazione e disciplina dello stato di emergenza nazionale».
La Costituzione italiana, infatti, prevede lo stato di guerra ma non lo stato di emergenza – e tantomeno può quindi prevedere lo stato di eccezione. I parlamentari italiani (di tutti i partiti) e la UE remano invece in direzione opposta.
Tornando al DSA, c’è da notare come l’atto UE prema fortemente anche per l’introduzione di un’«identità elettronica pubblica», di cui il green pass, come sappiamo, è l’embrione, e una cui versione Beta, abbiamo vista, era stata lanciata in Ucraina poco prima della guerra.
Il documento parla apertis verbis di «una identità elettronica pubblica (eID) universalmente accettata» che è «universalmente necessaria ai consumatori per avere accesso ai loro dati e usare sicuramente i prodotti e servizi che vogliono».
Come riportato da Renovatio 21, si tratta della medesima spinta di piattaformazione totale dell’identità del cittadino che in Canada sta venendo portata avanti dall’unione delle banche in accordo con il governo, un’operazione dove l’influenza del World Economic Forum di Klaus Schwab è citata per nome.
Come ripetuto varie volte da Renovatio 21, il fine di quanto sta succedendo, tra vaccini ed emergenze di altro tipo, è l’istituzione di una piattaforma di controllo del cittadino, senza la quale non sarà possibile per il cittadino più alcuna transazione o servizio di sorta (sanità, fisco, aiuti economici, etc.)
Su tale piattaforma correrà l’euro digitale, o meglio il danaro programmabile, che completerà il processo della nostra sottomissione in modalità alle quali nemmeno la Cina è arrivata.
L’introduzione del nuovo sistema – la vostra schiavitù di cittadini resettati – esige che si prolunghi lo stato di emergenza indefinitamente, che il dissenso venga demonizzato, e che – soprattutto – la libertà di pensiero, di parola e di espressione sia disintegrata per sempre dalla censura algoritmica.
Stiamo parlando di distopia pura. È la vostra vita, ora. E se non facciamo nulla, lo sarà domani per voi e dopodomani per quella dei vostri figli e nipoti.
Internet
Giovane maggiorata di Onlyfans afferma di essere stata pagata per fare «propaganda politica totale» per Biden
Un’influencer famosa sulla controversa piattaforma parapornografica OnlyFans ha affermato che l’amministrazione Biden voleva assumerla per diffondere contenuti, specificando tuttavia che facesse in modo che non si capisse che era una pubblicità a pagamento.
La giovane Farha Khalidi, nota come tante altre per il seno prorompente, ha descritto il contenuto che le è stato chiesto di promuovere come «propaganda politica totale».
La ragazza, cresciuta in una famiglia musulmana e bisessuale dichiarata, ha anche dichiarato che la multinazionale dell’aborto Planned Parenthood la stava pagando.
Durante un’intervista podcast, la curvacea fanciulla– che evidentemente nella prospettiva neorazzista della sinistra americana deve etichettarsi come non-bianca – ha affermato che la Casa Bianca le ha chiesto di dire ai suoi seguaci che si sentiva rappresentata dall’allora giudice Ketanji Brown Jackson dopo che Biden l’aveva nominata alla Corte Suprema degli Stati Uniti. La Jackson, nera con le treccine, rimane alla storia per non aver saputo rispondere, durante le udienze di conferma della nomina, alla semplice domanda «che cos’è una donna». La donna replicò oscuramente che non era una biologa.
Sostieni Renovatio 21
La Khalidi, che ha anche milioni di follower su TikTok, ha osservato: «la cosa divertente è che dicono, “non rivelare che questa è una pubblicità” perché, sai, dicono, “tecnicamente non è un prodotto, quindi tu non c’è bisogno di rivelare che si tratta di un annuncio”».
An OnlyFans influencer claims that the Biden Administration wanted to pay her to spread ‘political propaganda,’ asking her to say that as a ‘person of color’ she ‘felt reflected.’ She says they wanted her to hide the fact it was a paid for ad. Full report: https://t.co/jWdDfDhmNc pic.twitter.com/8C85ms3UHY
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 30, 2024
«Penso che volessero solo che una ragazza di colore d’avanguardia lo dicesse alla gente – quando hanno nominato Ketanji Brown Jackson, hanno detto, “puoi dire come persona di colore, che ti senti rappresentata?”», ha aggiunto la popputa ragazzina dell’internetto, apparentemente realizzando gli intenti razzisti della situazione.
Notando che l’amministrazione aveva impiegato una società di media di terze parti per contattarla, Khalidi ha detto di non averlo fatto perché non si sentiva rappresentata.
«Ed è una donna bianca che mi ha mandato un’e-mail e mi sta dando questa sceneggiatura. E io dico, no, mi piacerà parlare delle novità a riguardo. Ma non permetterò che una persona bianca mi dica di dire: “Sai, è così che mi sento come persona di colore”». A quanto sembra, il complesso neorazzista è installato anche nella mente della tettonica ragazzetta che lo lamenta.
«Il fatto che gli assistenti di Biden sappiano anche chi è Farha Khalidi la dice lunga di per sé» nota Modernity News.
Come riportato da Renovatio 21, l’alleanza combinata tra Biden e influencer – per lo più trans, fluidi, o giù di lì – di TikTok e social vari ha già prodotto esiti allucinanti e fortemente lesivi per la reputazione della Casa Bianca: pensiamo alle clip con influencer LGBTQ che, dal palazzo presidenziale, invitavano alla vaccinazione.
In alcuni casi, si è scoperto che dietro i gruppi di produttori di contenuti filo-Biden vi erano i finanziamenti di Giorgio Soros.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot
Intelligenza Artificiale
Top ricercatori di Intelligenza Artificiale lasciano Facebook
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Internet
La Florida vieta i social media ai minori di 14 anni
La Florida ha appena approvato una nuova legge che vieta ai bambini sotto i 14 anni di avere account sui social media indipendentemente dal consenso dei genitori.
Secondo la legge che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025, le società di social media devono chiudere gli account che ritengono siano utilizzati da minori di età inferiore a 14 anni e devono cancellare gli account su richiesta dei genitori o dei minori. Tutte le informazioni contenute nei conti dovranno poi essere cancellate, riferisce il Wall Street Journal.
I minori di 14 o 15 anni potranno ottenere un account sui social media con il consenso dei genitori. Se un genitore non acconsente, gli account già appartenenti ad adolescenti compresi in quella fascia di età dovranno essere cancellati.
Sostieni Renovatio 21
«Essere sepolti in quei dispositivi tutto il giorno non è il modo migliore per crescere, non è il modo migliore per ottenere una buona istruzione», ha detto lunedì il governatore Ron DeSantis durante un evento per celebrare la firma del disegno di legge.
La nuova legge non specifica a quali piattaforme si applica, tuttavia i siti di social media che fanno affidamento su funzionalità come avvisi di notifica e video a riproduzione automatica sono soggetti ad essa.
I sostenitori della legge hanno sottolineato studi recenti che collegano l’uso dei social media tra i giovani adulti a un rischio più elevato di depressione e problemi di salute mentale. Può anche renderli vulnerabili al bullismo e ai predatori online.
«Un bambino, nel suo sviluppo cerebrale, non ha la capacità di sapere che viene risucchiato da queste tecnologie che creano dipendenza, di vedere il danno e allontanarsene», ha detto il presidente della Camera della Florida Paul Renner all’evento. lo stesso evento. «E per questo motivo dobbiamo intervenire per loro».
Altri Stati americani hanno visto proposte di leggi simili, tuttavia le leggi si fermano tutte prima del divieto totale della Florida. In Arkansas, un giudice federale ha bloccato una legge sulla verifica dell’età per gli utenti dei social media e il consenso dei genitori per gli account dei minorenni.
In risposta alla legge dell’Arkansas, l’associazione di categoria dei social media NetChoice, di cui fanno parte Meta, TikTok e Snap, società madre di Facebook, ha citato in giudizio lo stato per sospendere la legge. Ha portato sfide legali simili in California e Ohio.
Secondo il vicepresidente di NetChoice e consigliere generale Carl Szabo, la legge della Florida «costringe gli abitanti della Florida a consegnare informazioni personali sensibili ai siti Web o a perdere l’accesso a canali di informazione critici», aggiungendo che «la sua violazione del diritto del Primo Emendamento degli abitanti della Florida di condividere e accedere ai discorsi online (…) Esistono modi migliori per mantenere gli abitanti della Florida, le loro famiglie e i loro dati al sicuro e protetti online senza violare le loro libertà», ha aggiunto, forse non coscio che i dati consegnati a Zuckerberg frequentando la sua piattaforma sono di quantità impressionante (e sempre più approfonditi: Facebook ha lavorato a lungo ad un dispositivo per leggere direttamente la mente dei suoi utenti).
La Florida si aspetta di essere citata in giudizio per la nuova legge, tuttavia il portavoce Renner si dice fiducioso che resisterà al controllo legale. «Li batteremo e non ci fermeremo mai e poi mai», ha detto.
All’inizio del 2023 il Wall Street Journal e ricercatori di due università statunitensi hanno rivelato che gli algoritmi di Instagram aiutavano a connettere account «dedicati alla creazione, all’acquisto e allo scambio di contenuti di sesso minorile». Meta ha risposto istituendo una task force per la sicurezza dei bambini e sviluppando strumenti software per affrontare il problema. Cinque mesi dopo, la società «sta lottando per impedire che i propri sistemi consentano o addirittura promuovano una vasta rete di account pedofili», ha osservato il Journal.
Aiuta Renovatio 21
La cosa impressionante, hanno notato alcuni osservatori, i pedofili potevano prosperare in rete mentre gli account di utenti conservatori (tra cui, magari, molti lettori nostri) venivano bannati o shadowbannati.
Come riportato da Renovatio 21, negli anni si sono accumulate accuse e rivelazioni su Facebook, tra cui accuse di uso della piattaforma da parte del traffico sessuale, fatte sui giornali ma anche nelle audizioni della Camera USA.
Come noto, i social media generano dipendenza e generalmente evidenti danni (come la depressione o l’inclinazione all’anoressia) nella psiche degli utenti. I colossi dei social sono spesse volte stati al centro di casi con gravissimi problemi etici con scoop, scandali e pure di interrogazioni del Congresso USA. Difficile, tuttavia, che cambieranno le loro piattaforme e i loro sistemi di interfaccia, profondamente progettati per far restare le persone incollate allo schermo attraverso la stimolazione della dopamina.
Come riportato da Renovatio 21, il governatore della Florida Ron DeSantis ha ribadito più volte la sua proposta di pena di morte per i pedofili.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Matt Johnson via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons
-
Vaccini2 settimane fa
Lanciati i vaccini RNA monodose contro COVID e influenza per i bambini. I critici: «livelli di follia senza precedenti»
-
Droni2 settimane fa
I droni israeliani attirano i palestinesi con audio di bambini che piangono e poi gli sparano
-
Salute1 settimana fa
I malori della 17ª settimana 2024
-
Pensiero2 settimane fa
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?
-
Spirito1 settimana fa
Sacrifici animali fermati sul Monte del Tempio di Gerusalemme
-
Ospedale1 settimana fa
«Sapevo che stavano uccidendo le persone»: un informatore afferma che i protocolli ospedalieri COVID hanno portato alla morte dei pazienti
-
Epidemie2 settimane fa
La Casa Bianca di Biden firma un nuovo piano di sorveglianza pandemica finanziato da Gates
-
Pensiero1 settimana fa
I biofascisti contro il fascismo 1.0: ecco la patetica commedia dell’antifascismo