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Governo mondiale, sinarchia presieduta dall’anticristo: discorso di mons. Viganò

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Renovatio 21 pubblica il messaggio del 27 gennaio che monsignor Carlo Mario Viganò a mandato ai partecipanti al Congresso Nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare.

 

(…)

 

Ci troviamo oggi dinanzi ad una minaccia epocale, costituita da un colpo di stato perpetrato dall’élite globalista. Questo colpo di stato è apparso in tutta la sua evidenza solo recentemente, ma le dichiarazioni farneticanti dei partecipanti al Forum di Davos appena concluso sono frutto di un progetto eversivo portato avanti da decenni. Un progetto che si basa sulla menzogna, sul ricatto e sulla corruzione. 

 

La menzogna. Tutte le motivazioni addotte dalla cupola mondialista per legittimare la propria azione sono false, o meglio: sono dei falsi pretesti che nascondono deliberatamente altre ragioni inconfessabili. Non c’è nulla di scientifico né di razionale nelle misure adottate per le crisi recenti. Vi è invece la volontà di nascondere le loro intenzioni criminali dietro argomenti inconsistenti, inseguendo i quali perdiamo solo tempo ed energie. La farsa pandemica, le crisi in Ucraina e in Palestina, il riscaldamento globale e tutto ciò che in teoria dovrebbe giustificare i provvedimenti dei governi, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite nei nostri confronti, hanno il solo scopo di rendere impossibile ogni nostra opposizione, nel nome di emergenze pianificate nei minimi dettagli.

 

Il ricatto. Per ottenere dalla popolazione la transizione verso il modello globalista in cui tutto è nelle mani dell’élite, gli artefici del Great Reset agiscono per gradi. Il primo passo consiste nell’affiancare il loro «prodotto» – perché è un prodotto quello che vendono – a quello che abbiamo già o che possiamo avere con i nostri mezzi. Può essere il grano OGM canadese da affiancare al grano biologico della piccola azienda agricola, la sanità privata da affiancare a quella pubblica, l’auto elettrica da affiancare alle vetture a benzina, lo smart working da affiancare al lavoro in ufficio.

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Apparentemente questa nuova alternativa – che ha un costo in termini economici e umani per l’utente – non viene imposta ma presentata come una possibilità. Quando sono riusciti a introdurre il loro «prodotto», fanno in modo che la prima opzione che avevamo sia di fatto insostenibile perché diventata troppo costosa o ostacolata da normative comunitarie. Ovviamente gli aumenti dei costi sono provocati sulla base di crisi ed emergenze pilotate. Così ci ritroviamo a non avere più, gratuitamente o a prezzi ragionevoli, i beni e i servizi di cui disponevamo in precedenza e siamo costretti ad accettare solo il «prodotto» di cui essi decidono il prezzo e le condizioni di erogazione. 

 

Questa transizione è ovviamente forzata e ha come scopo quello di toglierci l’autonomia che sino ad allora avevamo.

 

Non possiamo più scegliere se usare l’auto a benzina, perché il traffico in città è consentito solo ai veicoli elettrici e una norma europea vieta di riparare le vecchie auto; non possiamo mangiare cibi naturali perché i campi sono stati espropriati o le aziende agricole sono state fatte fallire o perché l’Unione Europea le paga per non produrre, o perché accordi commerciali ci obbligano a importare frumento dal Canada e latte dalla Nuova Zelanda; non possiamo prenotare un esame dal Servizio Sanitario nazionale perché sono stati imposti tagli alla spesa pubblica a vantaggio della sanità privata.

 

Ecco la mentalità del ricatto: chiudere tutte le possibili vie di fuga dall’incubo globalista, per farci andare a forza nella direzione voluta, in nome di un fantomatico pericolo incombente (la pandemia per forzare le vaccinazioni, la crisi ucraina per aumentare i costi dell’energia, la denatalità per importare manodopera a basso costo dal Terzo Mondo con relativa sostituzione etnica).

 

Il riscaldamento globale, se guardiamo le cose da questa prospettiva, appare come un colossale pretesto (falso) finalizzato all’imposizione dell’Agenda 2030, che si risolve in un trasferimento di denaro dalla piccola e media impresa ai grandi gruppi finanziari, con impoverimento della popolazione e spropositati profitti per le multinazionali con sedi in paradisi fiscali.

 

Se ci fate caso, questo schema è usato invariabilmente, anche in ambiti che sembrano sfuggire alla logica mercantile che muove questi eversori. Sono certo che tutti voi abbiate presenti molti casi in cui questi principi trovano applicazione. 

 

Menzogna e ricatto, dunque. Ma anche corruzione: perché senza la cooperazione attiva della classe politica, dei media, della magistratura, delle forze dell’ordine, degli insegnanti, dei medici e addirittura di una gerarchia ecclesiastica divenuta serva dell’élite queste menzogne e questi ricatti non sarebbero stati possibili. Se guardate a chi ricopre oggi ruoli di governo e di potere ai vertici delle istituzioni, troverete quasi esclusivamente personaggi provenienti dallo Young Global Leaders for Tomorrow del World Economic Forum.

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Klaus Schwab lo ha sfrontatamente riconosciuto: «Siamo riusciti ad infiltrarci in tutti i governi occidentali». Come? Con il denaro, ovviamente, perché il denaro sono loro a crearlo, addirittura a stamparlo, dal momento che le banche centrali sono società private facenti capo a pochi e ben noti fondi di investimento e a loro volta presiedute da membri del World Economic Forum. BlackRock e Vanguard possiedono il debito pubblico di molte Nazioni, che possono ricattare anche attraverso le agenzie di rating o mediante le pressioni della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e della BCE. E dove non arrivano i soldi arrivano le frodi elettorali, i processi farsa, i «suicidi», gli incidenti. 

 

Vi chiederete perché un Arcivescovo ritenga necessario affrontare temi che apparentemente non hanno alcun rapporto con la Fede. Penso che, dopo questi ultimi anni, sia ormai evidente che ci troviamo dinanzi ad un attacco epocale, il cui scopo è l’instaurazione di una sinarchia presieduta dall’Anticristo.

 

Un governo mondiale, che chiamano eufemisticamente global governance, in cui ovviamente saranno loro a comandare e noi ad obbedire o ad esserne socialmente o fisicamente esclusi. In questo quadro eversivo tutti gli Stati occidentali, salvo rarissime eccezioni, sono ostaggio di questa cupola di eversori che si credono padroni del mondo e che si sono messi al servizio del «principe di questo mondo» che è Satana. 

 

Cosa vogliono Klaus Schwab, Bill Gates, George Soros e tutti i loro complici e servi? Il Male. Il nostro male, certamente. Anzi, essi considerano noi come il male del Pianeta, e per sterminarci ci avvelenano nel corpo e nell’anima, perché vedono in noi, in voi, nei vostri figli, nei nostri anziani l’opera di Dio, ad immagine e somiglianza del Quale siamo stati creati.

 

(…)

 

E se la sterilità indotta con i farmaci e gli alimenti adulterati non bastasse, ecco pronta l’agenda LGBTQ e l’ideologia gender, tramite la quale l’élite favorisce l’omosessualizzazione della società e introduce la possibilità di sottomettersi a interventi di transizione di genere sin dalla più tenera infanzia, con la complicità di legislatori corrotti pronti a revocare la potestà genitoriale a chi non accetta di veder mutilati i propri figli.

 

L’insistenza sulla sessualizzazione dei bambini portata avanti dall’ONU e dall’OMS con le proposte abbassare l’età del consenso e di depenalizzare la pedofilia, ha come inquietante risultato quello di fornire carne fresca alla rete di pervertiti, ospiti dell’isola di Epstein, che infesta i vertici delle istituzioni e che come tale diventa ampiamente ricattabile. 

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Questa è una battaglia che non può essere combattuta con armi esclusivamente umane, perché vi prendono parte potenze spirituali che si nutrono di odio verso Dio, verso Nostro Signore Gesù Cristo, verso il genere umano che invidiano perché, a differenza dei demoni, ha meritato di essere redento dall’Incarnazione del Figlio eterno del Padre; odio verso il Creato che il Signore ci ha messo gratuitamente a disposizione. Gratuitamente, perché l’opera di Dio è gratuita, frutto di magnificenza e di generosità, mentre tutto ciò che viene dal demonio ha un prezzo, è una merce di scambio, un qualcosa che si vende e si compra.

 

Voi, cari Amici, avete ben chiara quale sia la posta in gioco per questa nostra società e soprattutto per il mondo in cui vivranno i nostri figli. Non si tratta di fuggire da una nazione piombata nella dittatura mentre il resto del mondo è libero, perché è tutto il mondo occidentale che si è trasformato in un lager in cui comandano persone che nessuno ha eletto e che dovrebbero essere rinchiuse per sempre in un carcere per i loro crimini. Non possiamo scappare altrove, ma dobbiamo piuttosto combattere per la nostra stessa sopravvivenza, qui e ora. 

 

Come resistere, dunque? Come possiamo opporci efficacemente a questa odiosa dittatura? Non certo con le armi spuntate che il nostro nemico vorrebbe usassimo: sarebbe come scendere in campo armati di frecce contro i carri armati. Non con vecchie ideologie create apposta perché fallimentari, come il collettivismo comunista da un lato e l’individualismo liberale dall’altro. Non con gli idoli di una falsa libertà e democrazia, giocattoli rotti che hanno permesso alle logge massoniche di sovvertire l’ordine sociale, facendoci credere di poter fare a meno di Dio deificando lo Stato, il singolo o entrambi. 

 

Vorrei qui sottolineare un elemento che ritengo molto importante per comprendere la portata dell’attacco che stiamo subendo. Il «colpo da maestro» del Nuovo Ordine Mondiale consiste nell’aver messo insieme, in un’alleanza infernale, il Liberalismo e il Comunismo (due lati della stessa medaglia massonica) a proprio vantaggio.

 

Da un lato comprimendo l’intervento positivo dello Stato, che offre ai cittadini gratuitamente o a tariffe non di mercato quei servizi che l’élite vuole privatizzare per trarne profitto; dall’altro usando la forza coercitiva di un regime sovranazionale di impianto socialista per falsare la concorrenza con la piccola e media impresa e ridurre il costo della manodopera.

 

In un certo senso, l’élite è riuscita a estromettere lo Stato dal suo ruolo naturale per favorire un super-Stato che agisce non nell’interesse della collettività, ma dell’élite stessa. Questo in definitiva è il ruolo dell’Unione Europea e del governo federale americano in mano al deep state. 

 

Combattere il nemico stando alle sue regole falsate è assurdo e rovinoso. Combattetelo piuttosto contrapponendo la Verità alla menzogna, la volontà di compiere il Bene al vile ricatto, l’onestà alla corruzione.

 

Ce lo dice anche San Paolo: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene (Rom 12, 21). E in questa lotta epocale, in questo scontro tra Luce e tenebre, anche chi non è Cristiano può essere vostro alleato, se con onestà e coraggio comprenderà che sono messi in pericolo gli stessi fondamenti della Legge di natura, il rispetto della sacralità vita, la difesa della famiglia naturale, il diritto dei genitori all’educazione dei figli, la tutela della proprietà, del lavoro e dell’impresa. 

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La nostra apparente debolezza, la nostra disorganizzazione, i nostri mezzi incomparabilmente inferiori a quelli di cui dispone l’élite globalista possono essere addirittura dei punti di forza, perché ci permettono di sfuggire al loro controllo. Occorre agire fuori dagli schemi, creando reti locali, nazionali e internazionali che ci permettano di fare fronte comune contro il comune nemico. Occorre ritrovare l’orgoglio della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostra Fede, della nostra capacità di risollevarci nelle difficoltà grazie al nostro ingegno e a quella speranza, grazie alla quale non ci lasciamo strappare il futuro da chi ci sta distruggendo il presente dopo aver cancellato il nostro passato. 

 

Siate forti, cari Amici. E non lasciatevi intimidire da chi vuole farvi credere sulla base di una colossale frode che sia tutto deciso e irrevocabile.

 

Noi non siamo cavie da laboratorio che uno scienziato pazzo osserva mentre si muovono in un labirinto: questa è la visione di chi non sa amare, anzi di chi sa solo odiare, di chi non capisce che l’uomo è capace di gesti di eroismo per amore di Dio e dei fratelli; di chi non vuole riconoscere che il Signore è realmente onnipotente, e che nelle Sue mani sono i destini del mondo e della Storia; una Storia in cui, non dimenticatelo, Dio ci accompagna come Padre, e come Padre ci protegge.

 

Il mondo distopico di schiavitù e di morte che il delirio globalista vuole costruire può essere evitato se sapremo unirci sotto la Croce di Cristo. Perché è solo dinanzi alla Croce che queste persone malvage perdono ogni potere e si mostrano per quello che sono. 

 

Un’ultima raccomandazione, che vi faccio come Pastore: non cedete alla mentalità del mondo, che vorrebbe farvi vergognare della vostra onestà, della vostra rettitudine, della vostra Religione, quasi fossero dei difetti da nascondere.

 

Sono la disonestà, la corruzione morale, l’egoismo e il vizio di cui ci si deve vergognare. Non vergognatevi di essere persone che amano il Signore, che pregano, che si sacrificano, che lottano.

 

Perché non saranno Klaus Schwab né George Soros né la von der Leyen a giudicarvi, ma il Signore che ci ha detto: Abbiate fiducia, Io ho vinto il mondo (Gv 16, 33).

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

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«L’Europa si è ritirata dai suoi valori fondamentali»: il discorso completo di JD Vance a Monaco

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Renovatio 21 pubblica la trascrizione integrale del discorso tenuto da JD Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.   Una delle cose di cui volevo parlare oggi è, ovviamente, i nostri valori condivisi. E, sapete, è fantastico essere di nuovo in Germania. Come avete sentito prima, ero qui l’anno scorso come senatore degli Stati Uniti. Ho visto il ministro degli Esteri David Lammy e ho scherzato dicendo che entrambi l’anno scorso avevamo lavori diversi da quelli che abbiamo ora. Ma ora è tempo per tutti i nostri paesi, per tutti noi che siamo stati abbastanza fortunati da ricevere potere politico dai nostri rispettivi popoli, di usarlo saggiamente per migliorare le loro vite.   E voglio dire che sono stato fortunato nel mio tempo qui a trascorrere un po’ di tempo fuori dalle mura di questa conferenza nelle ultime 24 ore, e sono rimasto molto colpito dall’ospitalità delle persone, anche se, ovviamente, sono ancora sotto shock per l’orrendo attacco di ieri. La prima volta che sono stato a Monaco è stato con mia moglie, in realtà, che è qui con me oggi, per un viaggio personale. E ho sempre amato la città di Monaco, e ho sempre amato la sua gente.   Voglio solo dire che siamo molto commossi e i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con Monaco e tutti coloro che sono stati colpiti dal male inflitto a questa splendida comunità. Pensiamo a voi, preghiamo per voi e certamente faremo il tifo per voi nei giorni e nelle settimane a venire.   Ci riuniamo a questa conferenza, ovviamente, per discutere di sicurezza. E di solito intendiamo minacce alla nostra sicurezza esterna. Vedo molti, molti grandi leader militari riuniti qui oggi.   Ma mentre l’amministrazione Trump è molto preoccupata per la sicurezza europea e crede che possiamo arrivare a un ragionevole accordo tra Russia e Ucraina «e crediamo anche che sia importante nei prossimi anni che l’Europa faccia un grande passo avanti per provvedere alla propria difesa – la minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno.   Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno. Il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali: valori condivisi con gli Stati Uniti d’America.  

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Mi ha colpito il fatto che un ex commissario europeo sia andato in televisione di recente e sia sembrato felice che il governo rumeno avesse appena annullato un’intera elezione. Ha avvertito che se le cose non vanno come previsto, la stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania.   Ora, queste dichiarazioni sprezzanti sono scioccanti per le orecchie americane. Per anni ci è stato detto che tutto ciò che finanziamo e sosteniamo è in nome dei nostri valori democratici condivisi. Tutto, dalla nostra politica sull’Ucraina alla censura digitale, è pubblicizzato come una difesa della democrazia. Ma quando vediamo tribunali europei annullare elezioni e alti funzionari minacciare di annullarne altre, dovremmo chiederci se ci stiamo attenendo a uno standard adeguatamente elevato. E dico noi stessi, perché fondamentalmente credo che siamo nella stessa squadra.   Dobbiamo fare di più che parlare di valori democratici. Dobbiamo viverli. Ora, nella memoria viva di molti di voi in questa sala, la guerra fredda ha posizionato i difensori della democrazia contro forze molto più tiranniche in questo continente. E considerate la parte in quella lotta che ha censurato i dissidenti, che ha chiuso le chiese, che ha annullato le elezioni. Erano i buoni? Certamente no.   E grazie a Dio hanno perso la guerra fredda. Hanno perso perché non hanno né apprezzato né rispettato tutte le straordinarie benedizioni della libertà, la libertà di sorprendere, di sbagliare, di inventare, di costruire. A quanto pare, non puoi imporre innovazione o creatività, così come non puoi forzare le persone a pensare, a sentire o a credere. E noi crediamo che queste cose siano certamente collegate. E sfortunatamente, quando guardo l’Europa di oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della guerra fredda.   Guardo a Bruxelles, dove i commissari della Commissione europea hanno avvertito i cittadini che intendono chiudere i social media in periodi di disordini civili: nel momento in cui individuano ciò che hanno giudicato essere «contenuto d’odio». O a questo stesso paese dove la polizia ha effettuato retate contro cittadini sospettati di aver pubblicato commenti anti-femministi online come parte della «lotta alla misoginia» su Internet.   Guardo alla Svezia, dove due settimane fa il governo ha condannato un attivista cristiano per aver partecipato ai roghi del Corano che hanno portato all’omicidio del suo amico. E come ha osservato agghiacciantemente il giudice del suo caso, le leggi svedesi che presumibilmente proteggono la libertà di espressione non garantiscono, di fatto, – e cito – un «lasciapassare» per fare o dire qualsiasi cosa senza rischiare di offendere il gruppo che sostiene tale convinzione.   E forse la cosa più preoccupante è che guardo ai nostri carissimi amici, il Regno Unito, dove l’arretramento rispetto ai diritti di coscienza ha messo nel mirino in particolare le libertà fondamentali dei britannici religiosi. Poco più di due anni fa, il governo britannico ha accusato Adam Smith Conner, un fisioterapista di 51 anni e veterano dell’esercito, dell’atroce crimine di essersi fermato a 50 metri da una clinica per l’aborto e di aver pregato in silenzio per tre minuti, senza ostacolare nessuno, senza interagire con nessuno, solo pregando in silenzio da solo. Dopo che le forze dell’ordine britanniche lo hanno individuato e hanno chiesto per cosa stesse pregando, Adam ha semplicemente risposto che era per il suo figlio non ancora nato.   Lui e la sua ex fidanzata avevano abortito anni prima. Ora gli ufficiali non si sono mossi. Adam è stato dichiarato colpevole di aver violato la nuova legge governativa sulle zone cuscinetto, che criminalizza la preghiera silenziosa e altre azioni che potrebbero influenzare la decisione di una persona entro 200 metri da una struttura per l’aborto. È stato condannato a pagare migliaia di sterline di spese legali all’accusa.   Ora, vorrei poter dire che si è trattato di un caso fortuito, un esempio isolato e folle di una legge mal scritta promulgata contro una singola persona. Ma no. Lo scorso ottobre, solo pochi mesi fa, il governo scozzese ha iniziato a distribuire lettere ai cittadini le cui case si trovavano nelle cosiddette zone di accesso sicuro, avvertendoli che persino la preghiera privata nelle proprie case poteva equivalere a violare la legge. Naturalmente, il governo ha esortato i lettori a segnalare qualsiasi concittadino sospettato di reati di opinione in Gran Bretagna e in tutta Europa.

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La libertà di parola, temo, è in ritirata e nell’interesse della comicità, amici miei, ma anche nell’interesse della verità, ammetterò che a volte le voci più forti a favore della censura non sono arrivate dall’Europa, ma dal mio stesso Paese, dove la precedente amministrazione ha minacciato e intimidito le aziende di social media affinché censurassero la cosiddetta disinformazione. Disinformazione, come, ad esempio, l’idea che il coronavirus fosse probabilmente trapelato da un laboratorio in Cina. Il nostro stesso governo ha incoraggiato le aziende private a mettere a tacere le persone che osavano pronunciare quella che si è rivelata un’ovvia verità.   Quindi oggi non vengo qui solo con un’osservazione, ma con un’offerta. E proprio come l’amministrazione Biden sembrava disperata nel voler mettere a tacere le persone che esprimevano le proprie opinioni, così l’amministrazione Trump farà esattamente l’opposto, e spero che potremo lavorare insieme su questo.   A Washington c’è un nuovo sceriffo in città. E sotto la guida di Donald Trump, potremmo non essere d’accordo con le tue opinioni, ma combatteremo per difendere il tuo diritto di esprimerle in pubblico.   Ora, siamo al punto, ovviamente, che la situazione è peggiorata così tanto che questo dicembre la Romania ha annullato direttamente i risultati di un’elezione presidenziale sulla base dei deboli sospetti di un’agenzia di intelligence e dell’enorme pressione dei suoi vicini continentali. Ora, a quanto ho capito, l’argomento era che la disinformazione russa aveva infettato le elezioni rumene. Ma chiederei ai miei amici europei di avere un po’ di prospettiva. Puoi credere che sia sbagliato che la Russia acquisti pubblicità sui social media per influenzare le tue elezioni. Noi certamente lo facciamo. Puoi condannarlo sulla scena mondiale, persino. Ma se la tua democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da un paese straniero, allora non era molto forte per cominciare.   La buona notizia è che ritengo che le vostre democrazie siano molto meno fragili di quanto molti apparentemente temono.   E credo davvero che permettere ai nostri cittadini di dire la loro li renderà ancora più forti. Il che, naturalmente, ci riporta a Monaco, dove gli organizzatori di questa stessa conferenza hanno vietato ai legislatori che rappresentano i partiti populisti sia di sinistra che di destra di partecipare a queste conversazioni.   Ora, di nuovo, non dobbiamo essere d’accordo con tutto o niente di ciò che la gente dice. Ma quando i leader politici rappresentano un elettorato importante, è nostro dovere almeno partecipare al dialogo con loro.   Ora, per molti di noi dall’altra parte dell’Atlantico, sembra sempre più che ci siano vecchi interessi radicati nascosti dietro orribili parole dell’era sovietica come disinformazione e disinformazione, a cui semplicemente non piace l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere un’opinione diversa o, Dio non voglia, votare in modo diverso o, peggio ancora, vincere un’elezione.   Ora, questa è una conferenza sulla sicurezza e sono sicuro che siete tutti venuti qui preparati a parlare di come intendete esattamente aumentare la spesa per la difesa nei prossimi anni in linea con un nuovo obiettivo. Ed è fantastico, perché come ha detto abbondantemente il Presidente Trump, lui crede che i nostri amici europei debbano svolgere un ruolo più importante nel futuro di questo continente. Non pensiamo che sentiate questo termine «condivisione degli oneri», ma pensiamo che sia una parte importante dell’essere in un’alleanza condivisa insieme che gli europei si facciano avanti mentre l’America si concentra su aree del mondo che sono in grande pericolo.   Ma lasciatemi anche chiedervi, come potrete anche solo iniziare a riflettere sui tipi di questioni di bilancio se non sappiamo cosa stiamo difendendo in primo luogo? Ho già sentito molto nelle mie conversazioni, e ho avuto molte, molte conversazioni fantastiche con molte persone riunite qui in questa sala. Ho sentito molto su ciò da cui dovete difendervi, e naturalmente questo è importante. Ma ciò che mi è sembrato un po’ meno chiaro, e certamente penso a molti cittadini europei, è per cosa esattamente vi state difendendo. Qual è la visione positiva che anima questo patto di sicurezza condiviso che tutti noi crediamo sia così importante?

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Credo profondamente che non ci sia sicurezza se hai paura delle voci, delle opinioni e della coscienza che guidano il tuo stesso popolo. L’Europa affronta molte sfide. Ma la crisi che questo continente sta affrontando in questo momento, la crisi che credo affrontiamo tutti insieme, è una nostra creazione.   Se ti stai candidando per paura dei tuoi elettori, non c’è nulla che l’America possa fare per te. Né, per quel che conta, c’è nulla che tu possa fare per il popolo americano che mi ha eletto e ha eletto il presidente Trump. Hai bisogno di mandati democratici per realizzare qualcosa di valore nei prossimi anni.   Non abbiamo imparato nulla sul fatto che mandati sottili producono risultati instabili? Ma c’è così tanto di valore che può essere realizzato con il tipo di mandato democratico che penso deriverà dall’essere più reattivi alle voci dei vostri cittadini. Se volete godere di economie competitive, se volete godere di energia accessibile e catene di fornitura sicure, allora avete bisogno di mandati per governare perché dovete fare scelte difficili per godere di tutte queste cose.   E naturalmente, lo sappiamo molto bene. In America, non puoi vincere un mandato democratico censurando i tuoi oppositori o mettendoli in prigione. Che si tratti del leader dell’opposizione, di un umile cristiano che prega nella sua casa o di un giornalista che cerca di riportare le notizie. Né puoi vincerne uno ignorando il tuo elettorato di base su questioni come chi può far parte della nostra società condivisa.   E di tutte le sfide urgenti che le nazioni qui rappresentate affrontano, credo che non ci sia nulla di più urgente della migrazione di massa. Oggi, quasi una persona su cinque che vive in questo paese si è trasferita qui dall’estero. Questo è, ovviamente, un record storico. È un numero simile, tra l’altro, negli Stati Uniti, anche questo un record storico. Il numero di immigrati che sono entrati nell’UE da paesi extra-UE è raddoppiato solo tra il 2021 e il 2022. E, naturalmente, è aumentato molto da allora.   E conosciamo la situazione. Non si è materializzata nel vuoto. È il risultato di una serie di decisioni consapevoli prese da politici in tutto il continente e da altri in tutto il mondo, nell’arco di un decennio. Abbiamo visto gli orrori provocati da queste decisioni ieri in questa stessa città. E naturalmente, non posso tirarlo fuori di nuovo senza pensare alle terribili vittime che hanno visto una splendida giornata invernale a Monaco rovinata. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con loro e rimarranno con loro. Ma perché è successo tutto questo in primo luogo?   È una storia terribile, ma è una di quelle che abbiamo sentito fin troppe volte in Europa, e purtroppo anche troppe volte negli Stati Uniti. Un richiedente asilo, spesso un giovane sui 25 anni, già noto alla polizia, ha speronato una folla con un’auto e distrutto una comunità. Unità. Quante volte dobbiamo subire queste terribili battute d’arresto prima di cambiare rotta e portare la nostra civiltà condivisa in una nuova direzione?   Nessun elettore in questo continente è andato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati. Ma sapete per cosa hanno votato? In Inghilterra, hanno votato per la Brexit. E che siate d’accordo o meno, hanno votato per questo. E sempre più in tutta Europa stanno votando per leader politici che promettono di porre fine all’immigrazione fuori controllo. Ora, mi capita di essere d’accordo con molte di queste preoccupazioni, ma non dovete essere d’accordo con me.   Penso solo che le persone tengano alle loro case. Tengano ai loro sogni. Tengano alla loro sicurezza e alla loro capacità di provvedere a sé stesse e ai loro figli.   E sono intelligenti. Penso che questa sia una delle cose più importanti che ho imparato nel mio breve periodo in politica. Contrariamente a quanto potreste sentire, un paio di montagne più in là a Davos, i cittadini di tutte le nostre nazioni non si considerano generalmente animali istruiti o ingranaggi intercambiabili di un’economia globale. E non sorprende che non vogliano essere messi da parte o ignorati inesorabilmente dai loro leader. Ed è compito della democrazia giudicare queste grandi questioni alle urne.   Credo che liquidare le persone, liquidare le loro preoccupazioni o, peggio ancora, chiudere i media, chiudere le elezioni o escludere le persone dal processo politico non protegga nulla. In effetti, è il modo più sicuro per distruggere la democrazia. Esprimere la propria opinione non è un’interferenza elettorale.

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Anche quando le persone esprimono opinioni al di fuori del proprio Paese, e anche quando queste persone sono molto influenti – e credetemi, lo dico con tutto l’umorismo – se la democrazia americana può sopravvivere a dieci anni di rimproveri di Greta Thunberg, voi ragazzi potete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk.   Ma ciò a cui nessuna democrazia, americana, tedesca o europea, sopravviverà è dire a milioni di elettori che i loro pensieri e le loro preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro richieste di sollievo, sono invalidi o addirittura indegni di essere presi in considerazione.   La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta. Non c’è spazio per i firewall. O si sostiene il principio o non lo si fa. Europei, il popolo ha una voce. I leader europei hanno una scelta. E sono fermamente convinto che non dobbiamo avere paura del futuro.   Accogli ciò che la tua gente ti dice, anche quando è sorprendente, anche quando non sei d’accordo. E se lo fai, puoi affrontare il futuro con certezza e con fiducia, sapendo che la nazione è dietro a ciascuno di voi. E questa, per me, è la grande magia della democrazia. Non è in questi edifici in pietra o in questi bellissimi hotel. Non è nemmeno nelle grandi istituzioni che abbiamo costruito insieme come una società condivisa.   Credere nella democrazia significa comprendere che ognuno dei nostri cittadini ha saggezza e voce. E se ci rifiutiamo di ascoltare quella voce, anche le nostre battaglie più vincenti otterranno ben poco.   Come disse una volta Papa Giovanni Paolo II, a mio avviso uno dei più straordinari campioni della democrazia in questo o in qualsiasi altro continente, «non abbiate paura». Non dovremmo avere paura del nostro popolo, anche quando esprime opinioni che non sono d’accordo con la sua leadership.   Grazie a tutti. Buona fortuna a tutti voi. Dio vi benedica.   JD Vance Vicepresidente degli Stati Uniti d’America

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Mons. Viganò: l’«infinita dignità» invocata da Bergoglio si ferma davanti a vaccini, aborti, predazione degli organi e traffici mostruosi dell’élite

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Renovatio 21 pubblica questo scritto dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò apparso su X.

 

La lettera di Jorge Bergoglio ai Vescovi degli Stati Uniti costituisce la più evidente ammissione circa l’efficacia delle misure adottate dall’Amministrazione Trump per contrastare l’operazione di sostituzione etnica voluta dall’élite globalista mediante la deportazione di massa dal Terzo Mondo.

 

Bergoglio non può permettere che si interrompa il flusso esorbitante di denaro pubblico versato alla USCCB e alle fondazioni e ONG «cattoliche» – ad iniziare dal JRS dei Gesuiti americani – e usato non per promuovere opere di autentica carità cristiana ma un piano di dissoluzione sociale. Per questo egli cerca di dare una base dottrinale «all’accoglienza» indiscriminata dei clandestini, addirittura scomodando a sproposito il Magistero di Papa Pio XII.

 

Le parole del Gesuita Argentino si smentiscono da sé. Se esse fossero vere e disinteressate, avremmo dovuto sentirle molto prima, quando l’Amministrazione Biden toglieva lo stipendio ai cittadini Americani che non si sottoponevano all’inoculazione del cosiddetto vaccino. In quel caso la «infinita dignità di tutti» si è fermata davanti ai diktat della stessa cupola eversiva che ha pianificato la sostituzione etnica; la stessa cupola che paga con i soldi dei contribuenti il Vaticano, la Conferenza Episcopale Americana, i Gesuiti ultraprogressisti che sostengono la Sinistra woke e tutta la costellazione di enti e ONG.

 

 

Dov’erano Bergoglio e l’Episcopato americano, quando Biden permetteva l’aborto sino al momento del parto? Perché non hanno difeso la «infinita dignità» delle creature innocenti e indifese che vengono abortite?

 

Perché hanno taciuto sul criminale traffico di minori violati, fatti prostituire, dati in pasto all’elite pedofila, venduti al mercato della predazione degli organi? (…)

 

Nella parabola del Buon Samaritano, l’uomo che viene derubato dai briganti e lasciato in fin di vita potrebbe oggi essere un Americano rapinato da un clandestino, o il veterano picchiato da una baby gang.

 

Bergoglio non si ferma ad aiutarlo, perché è troppo preso dall’obbedire ai suoi padroni. Chi invece si ferma a curarlo, chi lo porta nella locanda a proprie spese (e non con i soldi del contribuente), non è una ONG dei gesuiti né una charity progressista finanziata da USAID, ma quel Samaritano che i nuovi dottori della Legge considerano un eretico, e che oggi ha il cappellino rosso con la scritta MAGA.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

Immagine da Exsurge Domine.

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Renovatio 21 offre questo testo di monsignor Viganò per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

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Pensiero

La Nuova Zelanda riconosce lo status di persona ad una montagna. Ai bambini non nati, invece, no

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Il Parlamento neozelandese ha concesso lo status di persona a una montagna, proprio come in precedenza lo aveva concesso ad un fiume e a un pezzo di terra.   Il monte Taranaki, ora noto come Taranaki Maunga, il suo nome Maori, è considerato un antenato dagli indigeni ed è stato riconosciuto come persona giuridica giovedì scprsp, in seguito all’emanazione di una nuova legge che ha concesso alla montagna tutti i diritti di un essere umano.   Un gruppo di recente creazione di quattro membri degli iwi, o tribù Maori locali, oltre a quattro persone nominate dal ministro della Conservazione, fungerà da «volto e voce» della montagna.   Secondo la nuova legge, la montagna è «un tutto vivo e indivisibile» e comprende Taranaki Maunga e le aree circostanti, «incorporando tutti i loro elementi fisici e metafisici». I diritti legali che le sono conferiti sono pensati per sostenere la sua salute e il suo benessere.   «La montagna è da tempo un antenato onorato, una fonte di sostentamento fisico, culturale e spirituale e un luogo di riposo finale», ha in un discorso al Parlamento di giovedì Paul Goldsmith, il legislatore responsabile degli insediamenti tra il governo e le tribù Maori.   Nel 1840, le tribù Maori firmarono un trattato con i rappresentanti della corona britannica, che garantiva che i Maori avrebbero mantenuto la loro terra e le loro risorse. Tuttavia nel 1865 parte di quella terra, inclusa la montagna, fu presa dagli inglesi in risposta a una ribellione Maori contro la corona, impedendo ai Maori di avere voce in capitolo sulla montagna.   Ora, si dice che attribuire alla montagna la «personalità» rappresenti un riconoscimento di questi torti passati e un accordo per correggerli.   «Oggi Taranaki, il nostro maunga, il nostro maunga tupuna, è liberato dalle catene, dalle catene dell’ingiustizia, dell’ignoranza, dell’odio», ha detto Debbie Ngarewa-Packer, co-leader del partito politico Te Pati Maori e discendente delle tribù Taranaki, usando una frase che significa montagna ancestrale.

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Sebbene i nuovi diritti legali della montagna impediranno le vendite, ripristineranno gli usi tradizionali Maori e proteggeranno gli sforzi di conservazione, ai bambini non ancora nati in Nuova Zelanda – compresi quelli Maori – viene ancora negata la loro personalità e il loro diritto alla vita.   Nel Paese l’aborto indotto, ovvero l’atto diretto e intenzionale di uccidere un bambino non ancora nato, è legale per qualsiasi motivo fino a 20 settimane di gravidanza e non deve essere eseguito da un medico o in una struttura autorizzata. Dopo 20 settimane, un aborto può ancora essere eseguito se un operatore sanitario ritiene che l’aborto sia necessario dopo aver consultato un altro operatore sanitario, tra cui un’ostetrica, un’infermiera specializzata o un’infermiera qualificata.   Quindi, gli esseri umani vivi ma non ancora nati non sono trattati come persone giuridiche nel Paese.   Come riportato da Renovatio 21, anche l’eutanasia galoppa alla grande in Nuova Zelanda, dove è stata approvata per referendum. In un impeto di creatività, tre anni fa si cominciò a parlare nel Paese di possibilità di eutanatizzare i pazienti COVID.   Ricordiamo che si tratta del Paese dei lockdown draconiani, inflitti anche per un solo caso di positività, sotto l’imperio della premier Jacinda Andern, allevata dal World Economic Forum e pronta a progettare una «società a due livelli» (vaccinati e non vaccinati), a chiedere ai propri cittadini di non chiacchierare col vicino (per evitare i contagi), a istigare la delazione dei dissidenti politici ora etichettati come «terroristi», a proibire del tutto il tabacco, e a garantire in lockdown il diritto di fare orge da 25 persone a chi avesse acquisito il diritto pandemico ad uscire di casa.   Come riportato da Renovatio 21, non la montagna che diviene per legge persona segue la proposta del re Maori (popolazione con storia di schiavismo e cannibalismo, i cui parlamentari si sono resi ridicoli con la grottesca danza Haka performata alla Camera per mantenere i propri privilegi assistenzialistici) Wherowhero VII che ha chiesto di dare personalità giuridica alle balene.   Si tratta di una mossa che, come ripetiamo su questo sito, attendiamo con speranza: siamo pronti a far scattare querele a ripetizioni contro i cetacei di tutto il globo, perché stanchi delle loro insolenti, tragiche malefatte.

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Immagine di Russell Street via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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